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Tassi di interesse USA: rimane in bilico l’ipotesi 3/4 rialzi

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  • 16 Febbraio 2018

Le aspettative riguardo la politica monetaria degli USA continuano a oscillare tra diverse previsioni. L’ultima riunione della Federal Reserve svoltasi sotto la guida del presidente Janet Yellen, qualche settimana fa, non fu particolarmente significativa. La banca centrale americana è rimasta ancora in sospeso tra l‘ipotesi di 3 o 4 rialzi dei tassi di interesse nel corso del 2018. L’ultimo dato sull’inflazione, che è stato migliore delle attese, invece ha dato maggiore impulso all’ipotesi di una stretta più rapida.

tassi fedAnche se l’incertezza resta, tuttavia ci sono delle implicazioni a breve, medio e lungo termine che possono essere tratte. L’ultima riunione della FED aveva già ampliato le aspettative di inflazione in aumento, sottolineando che un aumento era comunque atteso. Ciò dovrebbe rendere scontato l’incremento di 25 punti base (+0,25%) dei tassi a marzo. E di conseguenza dovrebbe accendersi la spia rossa per chi fa investimenti sull’euro-dollaro, la maggiore delle coppie di valute più volatili forex.

Medio e lungo termine per i tassi

E a medio termine? Qui il discorso cambia. La Fed non dovrebbe avere alcuna fretta di incrementare il costo del denaro in modo più veloce. Questo perché se da un lato l’inflazione marcia meglio del previsto, dall’altro il dato core rimane ancora lontano dal target del 2%. Questo fa pensare che i tre i rialzi dei tassi USA nel 2018 restino ancora l’ipotesi più probabile (e di conseguenza non avremo scossoni nell’indicatore MFI Money Flow index trading dell’euro-dollaro). Ribadendo comunque che ulteriori forti slanci potrebbero lasciare spazio anche per un eventuale quarto ritocco.

Riguardo al lungo termine invece, bisogna sottolineare che la Fed è stata appena interessata da un passaggio di consegne tra presidenti: dalla Yellen a Powell. Difficilmente quest’ultimo si presenterà al suo primo anno di mandato sprintando sul percorso di normalizzazione. Semplicemente perché non è necessario farlo. A meno che l’ambiente non viva un significativo cambiamento, l’ipotesi di 3 ritocchi rimane quindi la più concreta.

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Mutui: in Italia “costano” meno

I mutui in Italia costano meno e i tassi applicati dalle banche che operano nel nostro Paese sono, ad oggi, fra i più convenienti, con oscillazioni comprese fra lo 1,03% ed il 2,08% a seconda dell’istituto e del tipo di tasso scelto*. Facile.it e Mutui.it hanno voluto analizzare come lo stesso finanziamento per l’acquisto casa venga indicizzato in 14 nazioni diverse e, almeno per questa volta, le notizie per i mutuatari italiani sono più che positive.

Il confronto europeo

Per tutte le nazioni la simulazione è stata compiuta considerando un immobile di valore pari a 180.000 euro, una richiesta di mutuo di 120.000 euro ed un piano di restituzione ventennale.

In Italia questo finanziamento oggi è indicizzato con TAEG compresi fra 1,03% ed 1,10% se a tasso variabile e fra 2,01% e 2,08% se a tasso fisso. Nel vecchio continente va meglio solo ai tedeschi e ai francesi (che per il tasso fisso si vedono applicare, rispettivamente TAEG all’1,70% e 1,87%) e, soprattutto, agli svizzeri; al di là delle Alpi chi decide di comprare casa col mutuo dovrà considerare un tasso dell’1,65% se sceglierà il tasso fisso e appena dello 0,65% se opterà per il variabile.

Se in Spagna i tassi non sono troppo lontani da quelli italiani (fra 1,85% e 2,10% se fisso; fra 0,80% ed 1,20% se a tasso variabile), va decisamente peggio a chi la casa vuole comprarla nel Regno Unito o in Grecia. In UK le banche applicano al momento indici pari al 4,20% se a tasso fisso e al 3,30% se a tasso variabile; se si guarda ad Atene, invece, i tassi applicati per i mutui salgono ancora, arrivando al 3,62% nel caso del variabile e al 5,50% per un fisso.

«I tassi nell’area Euro restano abbastanza allineati tra di loro visto che tutti i paesi utilizzano gli stessi indici di riferimento (Irs e Euribor). Le variazioni del costo del denaro che notiamo sui mutui sono quindi riconducibili a dinamiche competitive tra gli istituti di credito presenti in ciascuna nazione e al cosiddetto “rischio paese”, un concetto simile a quello di spread usato per i titoli di stato», spiega Ivano Cresto, responsabile business unit mutui di Facile.it «Un discorso diverso vale invece per il Regno Unito, dove i mutui, non essendo denominati in Euro, hanno dinamiche slegate da quelle del resto di Europa.».

I mutui al di fuori dell’Europa

L’analisi di Mutui.it e Facile.it non si è fermata alla sola Europa e ha verificato quali siano le condizioni applicate ai finanziamenti anche in molte altre parti del mondo. Se a Singapore la situazione è tutto sommato positiva con tassi dell’1,45% per il mutuo fisso e dell’1,28% per il variabile, in quasi tutte le altre nazioni considerate le percentuali applicate sono alle soglie del proibitivo.

Negli Stati Uniti chi compra con un mutuo a tasso fisso ottiene TAEG quasi doppio rispetto a quello italiano, con valori compresi fra 3,38% e 3,96%. In Australia la situazione non è troppo dissimile e le banche concedono finanziamenti con TAEG al 4,25% per il tasso fisso e fra 3,66% e 3,74% per quello variabile.

Spostandoci in Cina si vede come anche questa volta i tassi applicati siano doppi per mutui indicizzati con tasso variabile (2% la media rilevata da Facile.it e Mutui.it) e più che doppi per quelli con tasso fisso (4,90%).

Se fino a qui i tassi vi sembravano alti, chissà quale sarà la vostra reazione nel sapere che in alcune aree del mondo si arriva addirittura alla doppia cifra; in Russia chi sottoscrive un mutuo a tasso fisso ha un indice del 12,50%, comunque ancora poco se si considera che in Uganda il variabile arriva al 20% e in Nigeria il fisso addirittura al 23%.

«Tassi di interesse così elevati denotano un’economia in forte evoluzione con inflazione, e crescita potenziale, tipica dei paesi in via di sviluppo e delle economie non ancora mature», conclude Cresto.

 

 

*Ipotesi considerata: Valore immobile 180.000 euro, valore mutuo 120.000 euro, durata finanziamento 20 anni. Calcoli effettuati il 15 settembre 2017

 


 

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Prestiti online: migliori tassi

 Prestiti online  tassi migliori. Si tratta di vere e proprie finanziarie e banche online che potendo contare su margini di costi organizzativi esigui rispetto alle tradizionali banche o finanziarie (niente filiali, esiguo personale dipendente, mancanza delle tradizionali sede, filiali, agenzie) sono in grado di applicare interessi migliori.

 

Per accedere ai nuovi canali di credito e richiedere prestiti online basta iscriversi sugli appositi form dei siti web specializzati in finanziamenti e prestiti online.

 

Una volta iscritti si fa la richiesta direttamente sul web e dopo aver riempito l’apposito form con i dati informativi, come le generalità, l’importo da ottenere (da 1.500 a 15.000 euro), la durata (che va da 1 anno a 4 anni).

 

Dopo di che attraverso un rapido screening fatto in tempo reale dalle innovative finanziarie online è possibile immediatamente avere la risposta se il prestito è  stato accordato o meno. Per maggiori informazioni sui tassi dei finanziamenti e prestiti online, consultare il sito:  http://www.prestitivelocionline.it/notizie-prestiti/prestiti-on-line/

 

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Come salvare la propria azienda dal peso della banca e continuare a vivere?

Oggi molti vedono le Banche come soggetti che monopolizzano il credito e si comportano in modo rude e feroce, soprattutto con le aziende in crisi. Questo è vero da una parte ma vanno anche analizzati i problemi che una Banca ha nel recuperare i soldi dati spesso solo sulla fiducia.
Le Banche non hanno certamente bisogno di essere difese da nessuno: questo lo fanno già in modo egregio. Ma va anche evidenziati il grosso problema che le Banche oggi hanno e che nessuno vuole considerare: molte aziende o debitori non restituiscono il denaro ricevuto in prestito o per volontà o perché la loro posizione finanziaria è in forte rischio. E’ indubbio che quando noi abbiamo un credito verso qualcuno siamo preoccupati per la sua restituzione. Spesso il denaro che Banca presta è comperato sul mercato quindi da restituire nei termini. Inoltre non va dimenticata la funzione sociale della Banca. Essa ha il compito di supportare l’economia vera, di seguirne le necessità finanziarie di rischiare per la restituzione del credito. In altre parole la Banca, che un tempo era Ente a partecipazione pubblica, è una cassa, sotto certi aspetti, comune. Come tale deve garantire a sé e ai futuri clienti la possibilità di accesso al credito. Ora non si vuole ipotizzare una posizione valida per tutte le Banche , ma è indubbio che l’abitudine di capitalizzare gli interessi, il cosi detto anatocismo, permette un recupero sostanziale delle perdite e si può ipotizzare anche che il sistema permette di distribuire su tutti le perdite dovute alla non restituzione  del credito concesso. La legge permette inoltre la possibilità, vedi Delibera Cicr del 2000, di attuare l’anatocismo sia sugli interessi a debito che su quelli a credito. Tutto vero, ma sino ad un certo punto. La legge se da un lato concede tale prassi, dall’altra la limita. Come? Semplicemente dettando un limite a tutti i costi addebitati. Tale limite è rappresentato dal Tasso Soglia di Usura trimestrale, come sancito dalla corrispondente Legge 108 del 1996. In definitiva una Banca o un creditore possono applicare tutti i costi che vogliono, ma il rapporto tra costi e credito erogato comunque non può superare tale tasso. Come difendersi allora da costi eccessivi? Come fare? Quale è la strada?
Cambiamo allora stile di scrittura e diventiamo pratici.
NON E’ L’ANATOCISMO IL SOLO PROBLEMA, IL VIRUS E’ IL TASSO FORSE DI USURA APPLICATO AL  CONTO CORRENTE, IL CANCRO FINANZIARIO CHE ERODE IL CAPITALE AFFIDATO.

C’è un solo modo per sapere se la Banca, con la quale l’impresa ha aperto un fido, ha operato correttamente nei suoi confronti:

“ Devi seguire ciò che ti dice la Legge 108 del 1996”:
Nessuno può applicare, in un rapporto finanziario, Tassi  esosi ovvero far pagare costi superiori ad un limite stabilito per Legge che si chiama Tasso o Soglia di usura.”

Come fare per sapere se al proprio conto corrente è stato applicato il virus del TASSO DI USURA?

Non bisogna leggere gli articoli al riguardo, soprattutto quelli su anatocismo e come richiederlo, ma leggere le Leggi ovvero avere la giusta informazione.

Fai calcolare, dalla DUEEMME, il vero Tasso (TEG) che la Banca ha applicato al tuo conto corrente, secondo quando indicato dalla Legge 108/96.  se esso supera il limite del Tasso di Usura la Legge  difende te, imprenditore, perché vengono meno le regole pattuite da contratto, permettendoti di recuperare somme che non pensavi di avere.

Quali somme?
Tutte le competenze pagate sino ad allora, le spese, e le commissioni
L’anatocismo è solo una parte.

I passi da attuare?
Dimenticare le scuole di pensiero e gli articoli partigiani dei giornali che gridano all’anatocismo come il male peggiore: la verità sta altrove.

Se il Tasso applicato al tuo conto corrente supera il Tasso di Usura…. altro che anatocismo (che spesso è poca cosa e il gioco non vale la candela):
le somme da recuperare sono molto più alte e sotto la tutela della Legge.

Allora cosa faccio per recuperarle?

–    Faccio calcolare il Tasso applicato al mio conto corrente
–    Azione avverso la Banca per il recupero.

Considerazione importante

Quelle stesse somme, una volta recuperate,  possono salvare  la tua azienda da:
1)    un Decreto Ingiuntivo
2)    da un recupero forzato
3)     meglio essere reinvestite in un nuovo conto corrente a condizioni più favorevoli
4)    meglio ancora: puoi fare a meno di chiedere fidi, se la somma recuperata è elevata.

Molti imprenditori non si considerano più tali perché credono al colore che appare nei loro estratti conto bancari: rosso.
Può anche essere così, ma prima di esserne certi è meglio determinare la verità e la strada è una sola: applicare la Legge 108 al proprio conto corrente ovvero determinare se il Tasso applicato, per anni, è stato legale o no e con esso capire se le competenze pagate erano giustamente dovute o calcolate in modo ultralegale.

Calcolando il tuo TASSO
–    puoi scoprire di avere più soldi di quello che credevi e recuperarli.
–    puoi salvare la tua azienda da un periodo di mancata liquidità non reale.
–    puoi evitare ingiuste e inaccettabili richieste di rientro del fido, decreti ingiuntivi e ingiusti sequestri sui beni dati a garanzia, bloccando all’istante qualsiasi azione legale contro di te.

La perizia che certifica se al tuo conto corrente è stato applicato un Tasso Usurario è l’unica vera arma che un Tribunale ti riconosce e che è disposto a verificare.

TI SEMBRA ARDITO AGIRE VERSO LA TUA BANCA?

Non è una questione di coraggio ma di tempo.
Certo magari stai passando un periodo in cui hai bisogno del fido. Oppure hai soggezione bancaria. Tutti condizionamenti noti. Ma prima o poi sarai uno dei due domatori della storia.
Ci sono due tipi di Domatori:
–    quello che entra nella gabbia e affronta il leone
–    quello che ha paura di entrare e resta fuori. Ma è solo questione di tempo. Per molti, il leone, prima o poi, uscirà per andarlo a cercare.

Non importa che domatore tu possa essere: l’importante è, che il giorno in cui avrai il leone davanti, tu abbia l’arma giusta. L’arma giusta è sapere quanto la Banca ha agito correttamente o no. Superare il Tasso di Usura è violare la Legge. Questo è il gioco nascosto da scoprire.

Calcolando il TEG del suo conto corrente ovvero il vero tasso che la Banca ha  applicato ,spesso l’imprenditore scopre di avere più soldi in Banca di quello che credeva.
Soldi che sono di due tipi:
1)    le competenze ingiustamente pagate ( fra questi l’anatocismo che è solo una piccola parte)
2)     il vero saldo, una volta tolto l’effetto della capitalizzazione, quasi sempre attivo.

Molti imprenditori oggi, in Italia, sono Banchieri senza saperlo di esserlo ovvero hanno soldi sul conto corrente in misura maggiore

Più che l’anatocismo fai controllare, il vero Tasso applicato al tuo conto corrente. La legge è dalla tua parte.
Per maggiori informazioni visita il sito http://www.dueemmestudio.it

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Forex Pros rivela la collezione completa delle sue tabelle di quotazioni.

Forexpros.it è fiera di rivelare la collezione completa dei suoi strumenti commerciali in tempo reale. Questi sono alcuni degli strumenti più avanzati che si possono trovare tutti raggruppati in un unico sito Internet e sono completamente gratuiti.

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Con la tabella dei Tassi Forex In Diretta delle Valute Principali si ha l’accesso ai dati forex aggiornati dal vivo sui principali incroci di valute, in un formato facile da leggere.

Nella Tabella de Tassi di Cambio Incrociati in tempo reale si accede ai dati forex aggiornati dal vivo su molti incroci di valute, in maniera semplice ed immediata.

La lettura della tabella dei Tassi di Cambio in tempo reale è molto semplificata dall’utilizzo delle bandierine del paese dal quale proviene la valuta.

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Chi siamo
Forexpros.it è un portale informativo che fornisce notizie, analisi, grafici e informazioni sul forex. Ha sviluppato vari strumenti, come il calendario economico, le tabelle dei tassi d’interesse e degli indici, il cambia valute e i grafici forex sui tassi incrociati, tutti aggiornati in diretta e scaricabili completamente gratis.

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Troppi cari mutui e tassi sopra la media Ue

 Da tempo l’Ue combatte per abbassare i costi di operazioni bancarie e mutui in tutta Europa, con l’Italia sempre di più nel mirino rispetto agli altri paesi. I tassi per mutui e per i crediti al consumo sono più elevati della media Ue; il tasso annuo effettivo globale di questi ultimi anni è maggiore di circa un punto percentuale; i tassi praticati dalle finanziarie, specie sulle operazioni di piccolo importo sono ancora più elevati.

Come se non bastasse, dai rapporti pubblicati da Bruxelles negli ultimi mesi, è emerso che i conti italiani sono i più cari del vecchio continente. E si potrebbe incalzare ammettendo che per lavorare un assegno in Italia si richiedono ancora in media sette giorni. In Italia ci vuole una legge per facilitare la trasmissione digitale delle immagini che ne consentirebbe una significativa riduzione.

Vediamo qualche confronto con il resto dell’Europa.

Mediamente in Europa mantenere un conto costa 14 euro all’anno, una cifra ragionevole. In Italia, il prezzo si aggira sui 90 euro. Qualcuno potrebbe osservare che il prezzo maggiore giustifica alcuni servizi garantiti ma è pur sempre una cifra sproporzionata e lontana anni luce dai costi imposti dai cittadini danesi e olandesi che pagano l’inezia di 2,5 euro, o dei tedeschi che arrivano a pagare 40 euro.

Fortunatamente le banche italiane si sono impegnate ad abolire i costi per la chiusura dei conti, visto che fino all’anno scorso divorziare allo sportello costava la bellezza di 60 euro.

Le cose non migliorano se si esaminano le commissioni caricate sui prelievi con carta di credito. In Europa prelevare 100 euro costa in media 1.14 euro, mentre in Italia l’operazione può costare fino a sei volte di più. Sempre in Italia, un commerciante per accettare la carta di credito può pagare fino a quattro volte di più rispetto ad un commerciante europeo, con ovvie ripercussioni sul prezzo pagato in cassa dai consumatori.

Altro esempio poco entusiasmante sono i bonifici transfrontalieri. Italia e Grecia spiccano per la variabilità dei costi da un istituto all’altro. In Italia fare un bonifico di 100 euro può costare da zero a 12 euro con un valore medio di 2,5 euro comunque superiore a quello medio europeo di 1,30.

Trend in aumento per i trasferimenti interni e per i prelievi da bancomat. Nel 2001 per un trasferimento interno si pagava dai 25 centesimi ai 4 euro, nel 2005 tra i 2 e i 5 euro.

Infine, grande piaga per il consumatore italiano, il costo di un mutuo. Secondo i dati di Bankitalia in Italia i mutui sono troppo cari rispetto al resto d’Europa con un differenziale anomalo: a Marzo 2007 il tasso d’interesse sui nuovi prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è risultato essere del 5,2% a fronte del 4,7% registrato in media nell’area dell’euro. Buffo notare che, sempre in Italia, i due terzi dei prestiti contratti per acquistare casa è a tasso variabile mentre in Europa le proporzioni sono ribaltate. Allora i rialzi del costo del denaro in corso in Europa avranno effetti più onerosi per i cittadini italiani.

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