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III convegno “Aree protette tra diritto e scienza” sabato 16 ottobre 2010 a Grado.

Si terrà nella giornata di sabato 16 ottobre 2010, a partire dalle ore 9.00 presso il Grand Hotel Astoria di Grado (GO), il III convegno sul tema “Aree Protette tra Diritto e Scienza”, organizzato dal Dipartimento di Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, in collaborazione e con il patrocinio di Comune di Grado, Provincia di Gorizia e Università degli Studi di Trieste.

Il convegno “Aree Protette tra Diritto e Scienza”, in programma sabato 16 ottobre 2010 con inizio alle ore 9.00, presso la sala “Lido” del Grand Hotel Astoria a Grado (GO), è il terzo di una serie di appuntamenti di rilevanza per la comunità scientifica e locale, voluti dall’Amministrazione Comunale di Grado. Il convegno si incentra sul tema della conservazione e tutela di aree protette, parchi e aree transfrontaliere, aspetti essenziali per lo sviluppo di intere aree regionali, proprio nell’Anno Internazionale della Biodiversità, dopo che nelle due edizioni precedenti erano state trattate rispettivamente “Valorizzazione dei beni culturali” nel 2008 e le “Politiche del turismo” nel 2009.

L’organizzazione è affidata al Dipartimento di Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, di cui compongono la Direzione scientifica del convegno il prof. Giovanni Cocco, la prof.ssa Lidianna Degrassi, il prof. Paolo Giangaspero e la prof.ssa Anna Marzanati, in collaborazione e con il patrocinio di Comune di Grado, Provincia di Gorizia e Università degli Studi di Trieste e anche con il patrocinio di Regione FVG e Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.

Il convegno offrirà un’occasione di confronto fra giuristi e scienziati naturalisti di diverse università italiane, con l’apporto di tecnici responsabili delle istituzioni locali dell’ambiente. I lavori saranno inaugurati dal saluto delle autorità alle ore 9.00 e proseguiranno per l’intera giornata articolandosi in una sessione mattutina con interventi di docenti e giuristi che forniranno un inquadramento generale al diritto in materia e in una sessione pomeridiana in cui le relazioni si focalizzeranno sulla realtà del Friuli Venezia Giulia e di Grado.

Il convegno è accreditato per la formazione continua degli avvocati, per la quale dà diritto a 6 crediti. La partecipazione è gratuita ed è possibile completare la prescrizione ondine sul sito: http://www.direcon.unimib.it/.

Informazioni per il PUBBLICO

Comune di Grado

Ufficio Turismo e Relazioni esterne

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La Federazione degli Ordini degli Ingegneri chiede alla Regione maggiore ascolto sui dispositivi normativi di rilevanza tecnica

La Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Regione Friuli Venezia Giulia, organismo che riunisce i vertici dei quattro Ordini Provinciali e deputato a gestire i rapporti proprio con la Regione, si è riunito ieri per affrontare alcune delle questioni più urgenti che stanno coinvolgendo la categoria e per dare voce ad un forte segnale corale in merito alle ultime decisioni al vaglio della Giunta regionale in tema di edilizia.

La recente approvazione da parte della Giunta regionale del Regolamento relativo ai soggetti abilitati alla certificazione VEA, di sostenibilità energetico ambientale degli edifici, è stata emanata senza alcun preventivo coinvolgimento delle categorie di settore, che si troveranno nella quotidianità ad interpretare e attuare quanto il legislatore ha prescritto. Ciò costringe una volta di più a constatare come provvedimenti che coinvolgono pesantemente i professionisti dell’area tecnica, sia liberi professionisti che dipendenti pubblici e privati, vengono presi senza intraprendere la via del colloquio e del coinvolgimento preventivo con le categorie stesse.

Nel caso della VEA, poi, la Regione, con l’istituzione dell’obbligo di frequentazione di corsi e di iscrizione ad un albo regionale, ha creato di fatto una nuova professione, nonostante spetti unicamente alla legislazione statale creare nuovi profili professionali, individuandone requisiti e titoli abilitanti e istituendo un registro regionale ad hoc. Le norme regionali potrebbero, pertanto, prefigurare l’ipotesi di incostituzionalità, come accaduto in Puglia, ove il TAR di Bari ha accolto il ricorso degli ingegneri pugliesi contro l’obbligo dei corsi per Certificatori Energetici. Tutto questo quando è stato invece recentemente abolito, in nome della concorrenza e del libero mercato, l’albo dei collaudatori che notoriamente rivestono un ruolo di rilevante importanza, pari se non addirittura superiore a quello dei certificatori VEA.

Per altro, anche quando viene dato corso alle audizioni in Consiglio regionale, le convocazioni avvengono in tempi così a ridosso dell’approvazione del dispositivo da rendere remota la possibilità di incidere sui testi già predisposti. Nella prassi operativa tale modo di procedere si traduce in difficoltà interpretative che potrebbero essere significativamente ridotte, se fosse consentito a chi opera concretamente nell’ambito specifico, di dare il proprio contributo preventivamente, senza con questo voler fare invasioni di campo, ma nel rispetto delle competenze e dei ruoli.

E’ per questo che vogliamo richiamare l’attenzione del legislatore regionale sulla necessità di ripristinare uno stabile e continuativo coinvolgimento delle categorie professionali – dichiara l’Ing. Natalucci, Presidente Federazione Ordini Regionenell’ambito del dibattito riguardante la discussione, il confronto e la messa a punto di qualsiasi dispositivo normativo che presenti ricadute significative, dirette e indirette, per la “comunità” degli ingegneri, in un’ottica di tutela del più generale interesse collettivo, cui anche gli Ordini sono istituzionalmente preposti.”

L’esercizio della professione prevede competenze in grado di sostenere l’assunzione di responsabilità non limitatamente di ordine tecnico ma anche e non secondariamente di ordine sociale ed economico, nonché di responsabilità nel caso specifico dell’ingegneria, correlate alla sicurezza, all’incolumità pubblica e privata, alla tutela delle risorse naturali.

Mentre poco si sa del Piano di Tutela della Acque, in questo momento i regolamenti attuativi sia della nuova legge relativa alle costruzioni in zona sismica che del codice dell’edilizia sono in fase di avanzata stesura: si auspica che in questo specifico contesto sia possibile giungere ad un proficuo confronto con le categorie professionali e imprenditoriali che operano sul territorio, dal quale raccogliere ogni possibile indicazione per limitare appesantimenti procedurali in netto contrasto con l’invocata tendenza allo snellimento del quadro normativo tecnico, alla semplificazione e velocizzazione degli iter burocratici.

Siamo tutti chiamati a dare risposte al cittadino, per il quale è incomprensibile come qualsiasi realizzazione, anche modesta, richieda un impegno temporale, eccessivo e penalizzante, con evidenti riflessi anche di tipo economico conclude l’Ing. Nataluccifino all’assurdo che vede talvolta il tempo per il completamento materiale dell’opera addirittura inferiore a quello trascorso per l’acquisizione dell’autorizzazione a procedere.

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