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Il rigassificatore di Porto Empedocle si farà

Il rigassificatore di Porto Empedocle si farà. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso di Enel respingendo così quello presentato nel dicembre 2010 al Tar del Lazio dal comune di Agrigento e da alcune associazioni ambientaliste che, contestando il decreto autorizzativo dell’impianto e dei gasdotti di collegamento, avevano causato lo stop del progetto.

“Enel accoglie con profonda soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato – ha commentato l’amministratore delegato Fulvio Conti – Il rigassificatore che realizzeremo a Porto Empedocle è fondamentale per la diversificazione degli approvvigionamenti del Paese, strategico per l’ integrazione verticale dell’ Enel nella filiera del gas naturale e di grande stimolo per lo sviluppo dell’ economia siciliana”.

La sentenza di Palazzo Spada, resa nota il 20 luglio, è stata accolta con soddisfazione da molti esponenti del mondo imprenditoriale e lavorativo locale. Per Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, “il dispositivo del Consiglio di Stato ha definitivamente fatto chiarezza sulla correttezza della procedura seguita per l’autorizzazione alla costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle” e da il via libera ad “un’opera strategica dell’approvvigionamento del gas del nostro Paese, con un investimento rilevante e importante anche per le ricadute che avrà per lo sviluppo del territorio interessato”.

Il progetto presentato da Nuove Energie, società attraverso cui l’Enel lavora all’infrastruttura di Porto Empedocle, prevede l’investimento di 800 milioni di euro per la realizzazione di un’infrastruttura che avrà una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas l’anno e ricadute occupazionali sul territorio sia nella fase di cantiere che in quella di gestione.

La sentenza del Consiglio rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga maratona burocratica iniziata nel 2004 con la presentazione del progetto, proseguita con l’approvazione da parte dei ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, nel 2009, è arrestatasi con il ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio dell’anno scorso.

Per Fabrizio Solari e Antonio Filippi, segretario confederale della Cgil il primo e responsabile energia del sindacato il secondo, la decisione del Consiglio di Stato è “una buona notizia per l’intero Paese” e “una boccata d’ossigeno per la regione” poiché l’impianto è “importante per l’Italia, per la Sicilia e per la salvaguardia ambientale del territorio coniugando modernità, esigenze energetiche e valorizzazione del territorio”.

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In piazza per difendere Porto Empedocle

Oltre 350 persone in rappresentanza di lavoratori, imprese e società civile sono scese in piazza ad Agrigento per difendere il rigassificatore di Porto Empedocle. Venerdì 10, davanti al comune della città, sindacati e Confindustria Sicilia hanno dato vita ad una manifestazione per dire “sì “allo sviluppo del territorio e all’occupazione e per chiedere il sostegno del sindaco di Agrigento Marco Zambuto.

A scendere in piazza i segretari provinciali di categoria degli elettrici di Cgil, Cisl e Uil, supportati dai segretari generali delle tre confederazioni provinciali Mariella Lo Bello, Salvatore Montalbano e Aldo Broccio, insieme al presidente di Confindustria di Agrigento Giuseppe Catanzaro, ad imprenditori, lavoratori, rappresentanti del comitato pro-rigassificatore, esponenti della società civile e cittadini.

Sull’avvio del progetto portato avanti da Enel attraverso la società Nuove Energie pende la decisione del Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi il 14 giugno prossimo sul ricorso al Tar del Lazio che ha bloccato il decreto autorizzativo.

Il Tribunale amministrativo ha infatti accolto la questione sollevata dal Comune di Agrigento che si ritiene escluso dalla partecipazione e alla Conferenza dei servizi legata alla realizzazione dell’impianto.

Confindustria Agrigento sottolinea che in realtà l’oggetto del ricorso riguarda la variante del percorso del gasdotto di collegamento che passerebbe nel territorio di Agrigento e non il progetto dell’impianto approvato e autorizzato che non prevede che il gasdotto attraversi il Comune. La rappresentanza agrigentina di Confindustria afferma che il rigassificatore “può essere realizzato anche senza questa variante” e che  “con un artifizio il confinante comune di Agrigento blocca lo sviluppo di un’ area e di una iniziativa che è utile per il nostro territorio e per il nostro Paese”

Sindacati e imprese chiedono quindi al sindaco di Agrigento e al presidente del Consiglio comunale di tornare sui loro passi per non correrere “il rischio di mandare a monte un progetto così importante come quello del rigassificatore di Porto Empedocle”.

I rappresentanti sindacali ritingono che “la strategia del no a tutti i processi di sviluppo abbia portato all’impoverimento della nostra provincia”. E affermano che “il rigassificatore nell’area portuale può costituire la scintilla per la rinascita dell’ economia industriale dell’ Agrigentino che dovrà essere coniugata con l’ agroalimentare, il turismo e il commercio”.

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