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2011, un altro anno di crescita per la Toso di Cossano Belbo

Il Moscato d’Asti e l’Asti trainano la produzione spumantistica in cresita della Toso SpA, che registra un esercizio in progresso nel 2011.

La Toso, casa spumantiera situata a Cossano Belbo – nel cuore della zona storica del Moscato e dell’Asti – chiude il 2011 con ottime soddisfazioni.

Il fatturato, infatti, si è chiuso rispetto all’anno passato con un incremento del 5% circa, raggiungendo una cifra superiore ai 30 milioni di euro.

Indicativa della vocazione aziendale la percentuale legata alla produzione spumantistica, pari al 45% del totale; segue – poi – l’altra specializzazione della Toso, ovvero la produzione di vermouth e liquori. Infine un altro segnale significativo è la crescita globale del settore vini, che raggiunge il 20% del fatturato.

Il grande exploit di Asti e Moscato d’Asti ha pienamente compensato la decisione di contenere l’impegno nel settore del Brachetto (d’Acqui e Piemonte), dove la Toso non è in piena sintonia con la politica che il settore conduce da tempo.

La produzione di spumanti è legata a doppio filo alla realtà territoriale del Moscato, con la conferma di circa 2,5 milioni di bottiglie di Asti e la previsione di oltre 1.500.000 bottiglie per il Moscato d’Asti nel 2012.

Ulteriori sviluppi ha dato anche l’attività di consolidamento delle posizioni degli altri spumanti, dall’elegante Roxé a base di Pinot nero al generoso Piemonte Chardonnay Brut Riserva,  finanche al Prosecco, per il quale – seppure non prodotto con uve piemontesi – la Toso vanta una lunga e prestigiosa tradizione e rapporti consolidati con i produttori delle uve e dei vini.

Da segnalare inoltre la crescita, nel settore dei frizzanti, del Tutidì Piemonte Cortese, anche sui mercati esteri; affiancato, dai cinque vini della linea “Fiocco di Vite” (Piemonte Cortese, Piemonte Barbera, Prosecco, Oltrepo Pavese Bonarda e Moscato d’Asti), pronti a risvegliare il mercato domestico con la loro briosità e bassa gradazione.

Parallelamente alla crescita dei mercati è proseguita anche l’attività di potenziamento della struttura tecnologica con il completamento della linea di imbottigliamento avviata l’anno passato e la progettazione di nuove migliorie già per il 2012. Così come è  fin d’ora programmata la realizzazione di un nuovo reparto per la produzione dei vini aromatizzati e del liquori, che dovrebbe completarsi tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013.

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Brindisi di Carnevale

Lo spumante dolce è stato il re dei vostri brindisi di fine anno? Benissimo, ma non finisce qui! Si, perché la nostra tradizione culinaria vuole che, ad appena un mese dagli ultimi festeggiamenti, si ritorni tutti ai fornelli – e dietro alla tavola – pronti per gustare nuove prelibatezze: quelle di Carnevale.

Tra le tante prelibatezze la scelta è ardua, almeno quanto quella del vino da abbinare. Ecco come prendere la decisione che appagherà il palato e vi darà la pace die sensi 😉

Le frittelle di mele, ad esempio, si sposano alla perfezione in un matrimonio di gusto e dolcezza con il Moscato d’Asti: tipicamente fragrante e aromatico, da consumarsi giovane e fresco.

In abbinamento alle chiacchiere di Carnevale, poi, non c’è niente di meglio di un vino bianco dal sapore ricco, morbido e dolce. Mentre per le deliziose zeppole (le frittelle farcite di crema pasticcerà) sarà ideale un vino avvolgente e vellutato, dal sapore intenso e fruttato.

Insomma, con questi abbinamenti da acquolina in bocca è davvero difficile non cadere in tentazione! Specialmente in questi giorni in cui le vetrine delle pasticcerie si colorano di chiacchiere, castagnole e frittelle, che regalano un profumo unico al dolce mese di febbraio.

Nonostante i buoni propositi per l’anno nuovo il Carnevale richiede d’obbligo uno strappo alla regola!

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Douja d’Or e Sagre di Asti per celebrare l’eno-gastronomia piemontese

Mancano ormai pochi giorni all’inizio degli eventi più succulenti nel panorama eno gastronomico piemontese: come di consueto, infatti, anche questo settembre si svolgerà all’insegna del Festival delle Sagre, sotto il segno della Douja d’Or.

Protagonisti indiscussi le pietanze e i vini tipici della zona: il vino spumante moscato, il piemonte barbera, ma anche vitello tonnato, fonduta, acciughe con bagnetto. Un menù davvero ricco e invitante che promette di accontentare anche i palati più esigenti.

In occasione della seconda domenica di settembre oltre 40 pro-loco della provincia di Asti saranno nella Piazza del Palio a proporre specialità gastronomiche, accompagnate da vini DOC astigiani: il tutto a seguito della suggestiva sfilata che si snoda per le vie della città, animata da più di tremila figuranti in autentici abiti d’epoca.

La Douja si snoderà nell’arco di 10 giorni e sarà collocata, appunto, tra il Festival delle Sagre e il Palio (terza domenica si settembre).
Durante i giorni di apertura si potranno degustare e acquistare i vini premiati dal concorso, che viene indetto ogni anno per selezionare i migliori vini D.O.C. e D.O.C.G.

Ad accogliere i visitatori non mancano piatti d’autore dei grandi chef astigiani, le serate di assaggio organizzate dall’Onav dove vini e prodotti tipici delle regioni italiane si incontrano in abbinamenti  particolarmente interessanti ed inediti; le degustazioni delle Camere di Commercio del Piemonte e delle associazioni di categoria. Ed ancora la rassegna Asti fa goal con le specialità agroalimentari proposte dagli artigiani d’eccellenza.

Spettacoli, attrazioni musicali ed eventi culturali completeranno il programma, quest’anno ospitato presso il Palazzo dell’Enofila.

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Asti Toso: quando terroir e tecnologia s’incontrano

Se c’è un prodotto che ha accompagnato la crescita e lo sviluppo dell’azienda Toso questo è senza dubbio l’Asti, lo spumante dolce italiano per eccellenza, che sulle ripide colline raccontate da Cesare Pavese ha la sua culla esclusiva.

Quelle attorno a Santo Stefano e Cossano Belbo sono terre bianche, magre, con il calcare che prevale sulle restanti componenti pedologiche. Sotto il sole d’estate, i filari verdi segnano in modo inequivocabile un panorama nitido e quasi geometrico.

Questi suoli così compatti e poveri di nutrimento esaltano alla perfezione gli aromi intensi del Moscato bianco, quei profumi dolci di miele, fiori e pesca bianca che anche le api adorano.

Per riuscire a trasferirli nel vino occorre una tecnologia di cantina impeccabile, la pressatura soffice delle uve e un percorso di spumantizzazione a basse temperature che arresta la fermentazione quando il vino ha raggiunto i 7% Vol. e ha completato la presa di spuma.

Dolce senza eccesso, fragrante di fiori e frutti, decisamente spumante, l’Asti di Casa Toso, affascina al primo assaggio. Si beve tradizionalmente con i dolci a pasta lievitata, le creme e le crostate di frutta, si gusta con piacere come bicchiere rinfrescante a metà pomeriggio, sorprende incredibilmente al momento dell’aperitivo con i salatini e le acciughe.

Con una progressione che sa di conquiste fatte con gradualità, Casa Toso ha poco per volta condiviso il cammino dell’uva Moscato e dell’Asti, da un lato sperimentando nelle vigne di famiglia le scelte produttive più adatte a una produzione di qualità e dall’altro instaurando con tanti viticoltori che vivono la vigna tra le Valli del Belbo e del Bormida un rapporto di collaborazione e di rispetto reciproco, che porta ciascuno a fare bene il suo mestiere.

Così, con quella politica dei piccoli passi propria delle famiglie radicate tra queste colline, Casa Toso ha cresciuto di anno in anno la vinificazione delle uve Moscato fino ai 3.500.000 chilogrammi della vendemmia 2010. E anche le bottiglie di Asti Spumante sono aumentate e con la stessa gradualità, fino ai volumi di 2.500.000 di tutto il 2010.

Anche in prospettiva futura, l’impegno rimane lo stesso: continuare nella ricerca della qualità, nel rispetto dell’origine e nella condivisione di una strategia globale e delle sue problematiche con chi vive la vigna, nella consapevolezza che si opera in un settore che in Piemonte interessa tre province, 52 comuni, quasi 10.000 ettari di vigne e pressappoco lo stesso numero di famiglie di viticoltori.

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