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CONSULENZA 231 ORGANISMO DI VIGILANZA IN ESTERNO MODELLO ORGANIZZATIVO 231 MODI.

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  • 17 Febbraio 2016

CONSULENZA 231 ORGANISMO DI VIGILANZA IN ESTERNO MODELLO ORGANIZZATIVO 231 MODI.

la metodologia di intervento dello staff della MODI, prevede un percorso di affiancamento al personale interno dell’azienda Cliente per la creazione, la gestione e il mantenimento di un Modello Organizzativo 231.

MODI garantisce un servizio di “assistenza 231” continuativa, un aggiornamento normativo 231 costante, Audit e Verifiche 231periodiche, al fine del mantenimento e aggiornamento del Modello 231.

I Consulenti MODI esperti in D.lgs. 231 progetteranno e implementeranno un Modello Organizzativo 231 per i seguenti reati presupposti del D.lg. 231/01:

  • Delitti contro la personalità individuale;
  • Delitti contro l’Industria e il Commercio;
  • Delitti Informatici e trattamento illecito di dati;
  • Reati Ambientali;
  • Reati contro la Pubblica Amministrazione;
  • Reati di Ricettazione e Riciclaggio:
  • Reati Societari e Abuso di Mercato;
  • Tutela della Salute e della Sicurezza sul Lavoro;
  • Violazioni del Diritto d’Autore;
  • Ecc.

Un organismo di Vigilanza esterno (ODV Organismo di Vigilanza 231) assicura al cliente il rispetto degli obblighi del D.lgs/01 e delle linee guida in essere in Italia come ad esempio quelle dell’ANAC, della Regione Lombardia e Calabria.

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Comunicati

Le linee guida ANAC Autorità Nazionale Anticorruzione per l’affidamento di servizi per Enti del terzo settore e cooperative sociali

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  • 16 Febbraio 2016

Gli organismi no-profit rappresentano un´importante realtà nel Paese, sia sotto il profilo sociale, per la natura dei servizi svolti, che sotto il profilo occupazionale, alla quale la PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ricorre frequentemente. Per questo motivo l´Autorità Nazionale AntiCorruzione (delibera n. 32 del 20 gennaio 2016) ha ritenuto opportuno emanare le “linee guida per l´affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali” con lo scopo di fornire indicazioni operative alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore, al fine di realizzare gli obiettivi nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale in materia di contratti pubblici e di prevenzione della corruzione, in particolare dei principi di libera circolazione delle merci, di libertà di stabilimento, libera prestazione dei servizi nonché dei principi che ne derivano (parità di trattamento, non discriminazione, riconoscimento reciproco, proporzionalità e trasparenza).

Le presenti Linee guida sono state predisposte avendo a riferimento il quadro normativo attuale e pertanto dovranno essere integrate a seguito delle modifiche che saranno introdotte con la riforma del terzo settore e il recepimento della direttiva 2014/24/UE, meglio descritta nella Relazione AIR, che disciplina i servizi sociali in un apposito capo (Capo I, Titolo III, artt. da 74 a 77), dettando per l’aggiudicazione dei relativi appalti di importo pari o superiore alla soglia di 750.000 euro un regime «alleggerito».

Gli enti no-profit devono dotarsi di un modello di organizzazione di cui al D. Lgs. 231/2001 e procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso.

Le stazioni appaltanti devono verificare l’osservanza, da parte degli organismi no-profit, delle disposizioni di cui al D. Lgs. 231/2001. Riportiamo qui di seguito estratto della pagina 37 della Delibera n. 32 del 20 gennaio 2016:

 

Gli enti no-profit devono dotarsi di un modello di organizzazione che preveda:

– l’individuazione delle aree a maggior rischio di compimento di reati;

– la previsione di idonee procedure per la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente nelle attività definite a maggior rischio di compimento di reati;

– l’adozione di modalità di gestione delle risorse economiche idonee ad impedire la commissione dei reati;

– la previsione di un appropriato sistema di trasmissione delle informazioni all’organismo di vigilanza;

– la previsione di misure di tutela dei dipendenti che denunciano illeciti;

– l’introduzione di sanzioni per l’inosservanza dei modelli adottati.

 

Inoltre, devono procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso (cui attribuire autonomi poteri di iniziativa e di controllo), oltre a prevedere ed attuare adeguate forme di controllo sull’operato dell’organismo medesimo. Gli enti no-profit devono dotarsi di un modello di organizzazione di cui al d.lgs. 231/2001 e procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso.

 

Le stazioni appaltanti devono verificare l’osservanza, da parte degli organismi no-profit, delle disposizioni di cui al d.lgs. 231/2001.

MODI Srl, oltre che erogare la consulenza per la realizzazione e l’efficace applicazione del Modello Organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, offre i servizi accessori quali, ad esempio, il supporto all’Organismo di Vigilanza per svolgimento delle varie attività, l’assunzione di ruolo di componente dell’Organismo di Vigilanza e lo svolgimento degli audit periodici per il miglioramento continuo del Modello.

 

Il questionario che proponiamo per la raccolta dati è uno strumento di analisi introduttiva che consente ai nostri consulenti di comprendere le Vostre esigenze nell’ambito del D.Lgs. 231/2001. Per informazioni contattare mog231.it by MODI SRL

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Anche per il Veneto usciranno le Linee guida per gli organismi di vigilanza degli enti formativi accreditati in Regione?

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  • 15 Febbraio 2016

La Regione Lombardia con il decreto 4340 del 18 maggio 2012 ha approvato le “Linee guida per gli ODV – organismi di vigilanza” come previsto dal D.Lgs. 231/2001. In particolare con questo atto vengono disciplinate le caratteristiche salienti degli organismi di vigilanza: compiti (piano di attività e relazione finale), caratteristiche e flussi informativi. E l’adeguamento alle disposizioni contenute nel Decreto legislativo costituisce un requisito essenziale di accreditamento per i servizi di istruzione, formazione professionale e per i servizi al lavoro. A seguito del Dgr 2120 del 31/12/2015 anche la Regione Veneto le emetterà? Per informazione contattare mog231.it

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