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UNO DEI PRINCIPALI CAMBIAMENTI DELLA ISO 14001:2015 PER LA GESTIONE AMBIENTALE È L’APPROCCIO SISTEMATICO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO

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  • 21 Marzo 2016

L’Organizzazione Aziendale ha tre anni di tempo, cioè fino al 2018 per adeguarsi alla nuova versione della norma UNI EN ISO 14001:2015.

 

Le fasi di realizzazione di un progetto ISO 14001:2015 sono:

 

  • Analisi Ambientale Iniziale

è rivolta a classificare gli aspetti ambientali dell’Azienda, gli impatti ambientali derivanti dagli aspetti, la loro significatività e tutte le leggi, i regolamenti e le altre prescrizioni legali applicabili. Il risultato di tale attività è il documento “Analisi Ambientale Iniziale” con allegato il registro degli effetti ambientali. L’Analisi Ambientale Iniziale è l’elemento di partenza necessario per il successivo sviluppo dell’impianto documentale del Sistema di Gestione Ambientale.

 

  • Attuazione del Progetto

è la fase di attuazione operativa del Sistema di Gestione Ambientale. Attraverso una serie di incontri tra esperti in consulenza della MODI e il Responsabile della Direzione che farà intervenire, quando necessario, il personale dell’Azienda che verrà di volta in volta ritenuto più idoneo allo sviluppo degli argomenti specifici, viene realizzata la documentazione prevista e, di pari passo, vengono applicate le procedure ad essa connesse

 

  • Audit finale e assistenza in fase di certificazione

dopo il completamento dell’impianto documentale e la sua applicazione operativa, viene eseguito un audit finale che precede la verifica dell’organismo di certificazione. Oltre alla rilevazione di eventuali elementi critici, l’audit finale permette di qualificare il personale interno dell’Azienda per l’esecuzione degli audit del Sistema di Gestione Ambientale. Il progetto si conclude con l’affiancamento e l’assistenza al personale dell’Azienda durante le varie sessioni di verifica da parte dell’organismo di certificazione.

 

Lo staff di Consulenti di Organizzazione aziendale della Società MODI SRL con sedi in Mestre e Spinea Venezia  accompagnano l’Azienda Cliente durante tutto il percorso che va dalla prima fase (Analisi Ambientale Iniziale), sino all’ottenimento della certificazione ISO 14001:2015.

 

Per un primo contattato telefonare al numero verde 800300333 per un check-up iniziale gratuito. In sede d’incontro verranno rilevate e valutate le caratteristiche relative all’organizzazione e raccolti elementi utili per una proposta di consulenza.

 

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TEMPI DI ATTUAZIONE ADEGUAMENTO ISO 9001:2015: L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE HA TEMPO SINO AL 2018

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  • 21 Marzo 2016

SISTEMA QUALITA’ ISO 9001:215?

Le organizzazioni hanno tempo tre anni dalla data della pubblicazione della norma per adeguarsi. Quindi da settembre 2015 a settembre 2018.

 

Fino a 3 anni dalla pubblicazione della nuova edizione 2015 della ISO 9001, saranno valide le nuove certificazioni e i rinnovi emessi a fronte di entrambe le edizioni della norma ISO 9001, sia 2008 che 2015. In questo modo le aziende che vogliono adeguarsi alla nuova norma hanno a disposizione tre anni di tempo per contattare l’Organismo di certificazione e richiedere il rinnovo/adeguamento.

 

Le fasi di realizzazione di un progetto qualità a norma UNI EN ISO 9001:2015 sono diverse e comprendono:

  • Analisi preliminare: vengono coinvolte le risorse che, all’interno dell’Organizzazione, sono in grado di fornire informazioni sui processi aziendali e sulle regole che li governano. Introduzione di un concetto di qualità responsabile, semplificazione burocratica e analisi dei rischi da parte delle organizzazioni.
  • Attuazione del SGQ: vengono coinvolte le risorse, nei vari settori dell’Organizzazione, sia attraverso interventi formativi sull’efficace applicazione dei requisiti del Sistema di Gestione per la Qualità, sia per l’individuazione delle migliori regole operative da attuare, inoltre vengono affrontati tutti gli aspetti dell’attività aziendale.
  • Audit interni: permettono di valutare la completezza e l’efficacia del Sistema di Gestione per la Qualità. Nel corso dell’attività di auditing, come richiesto dalla norma di riferimento, viene formato e qualificato il personale che, nell’Organizzazione, sarà preposto all’esecuzione delle Verifiche Ispettive Interne.
  • Preparazione finale e certificazione: il progetto si conclude con l’affiancamento e l’assistenza al personale dell’Azienda durante gli audit per la certificazione ISO 9001:2015 da parte dell’Organismo incaricato.
  • Adeguamento alla norma ISO 9001:2015: l’adeguamento è necessario per mantenere la certificazione di Qualità. Le organizzazioni hanno tempo tre anni dalla data della pubblicazione della norma per adeguarsi.

Uno dei principali cambiamenti della ISO 9001:2015 per la Gestione della Qualità è l’approccio sistematico alla gestione del rischio.

MODI con i suoi esperti in consulenza accompagna l’Azienda Cliente durante tutto il percorso che inizia dalla prima analisi per la valutazione dell’impegno necessario alla realizzazione del Sistema Qualità, sino all’ottenimento della certificazione ISO 9001:2015, occupandosi della definizione e stesura di tutto l’impianto documentale necessario ed assistendo il personale dell’Azienda nell’efficace applicazione dei procedimenti individuati.

 

Per consulenze sul mantenimento, adeguamento o realizzazione di un sistema di gestione qualità a norma uni en iso 9001:2015 chiamare il numero verde 800300333 o visitare siti www.mog231.it; www.modiq.it, www.consulenzasicurezzaveneto.it e www.corsionlineitalia.it.

 

E-mail MODI Srl di Mestre e Spinea Venezia [email protected]

 

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SISTEMA DI GESTIONE QUALITÀ: CERTIFICARSI A NORMA UNI EN ISO 9001:2015

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  • 21 Marzo 2016

La norma ISO 9001:2008 è stata sostituita il 22 settembre 2015, dopo un lungo processo di revisione, dalla nuova edizione della suddetta norma ISO 9001 “Quality Management Systems”.

 

Il processo di revisione della UNI EN ISO 9001 ha radici assai profonde, è partito nel 2010 con un’indagine online presso gli utilizzatori per comprenderne le aspettative e ottenere informazioni utili ad assicurare la continua rilevanza di mercato della norma. Questo processo è stato finalizzato a rispondere a una duplice esigenza quale delineare un’ulteriore evoluzione del concetto di qualità nel contesto socioeconomico attuale profondamente mutato e complesso, oltre che rispondere al tema della credibilità delle certificazioni UNI EN ISO 9001.

 

Questa nuova norma in generale è più facilmente integrabile con gli altri sistemi di gestione grazie all’adozione dello schema “HLS – High Level Structure”, che definisce una struttura di base e una terminologia comune per tutti i sistemi di gestione presenti e futuri.

 

 

Il processo di certificazione per la ISO 9001:2015 si articola in diverse fasi:

  • Analisi Preliminare: viene svolta presso l’Azienda raccogliendo tutte le informazioni che permettono di tracciare un quadro della situazione esistente, stabilire gli obiettivi nelle diverse aree ed individuare il percorso necessario per la definizione delle procedure operative.
  • Attuazione del SGQ: prende corpo l’impianto documentale del Sistema di Gestione per la Qualità e, contestualmente, ne viene predisposta l’applicazione operativa.
  • Audit interni: verificano le procedure operative messe in atto durante la fase di attuazione del sistema; questi vengono eseguiti con la medesima tecnica utilizzata dagli organismi di certificazione.
  • Preparazione finale e certificazione: consistono nel completamento della documentazione operativa, predisponendo il “Riesame della Direzione” come previsto dalla norma.
  • Adeguamento alla norma ISO 9001:2015: comporta l’adeguamento della documentazione del Sistema di Qualità da ISO 9001:2008 a ISO 9001:2015.

Per consulenze sul mantenimento, adeguamento o realizzazione di un sistema di gestione qualità a norma uni en iso 9001:2015 chiamare il numero verde 800300333 o visitare siti www.mog231.it; www.modiq.it, www.consulenzasicurezzaveneto.it e www.corsionlineitalia.it.

E-mail MODI Srl di Mestre e Spinea Venezia [email protected]

MODI con i suoi esperti in consulenza accompagna l’Azienda Cliente durante tutto il percorso che inizia dalla prima analisi per la valutazione dell’impegno necessario alla realizzazione del Sistema Qualità, sino all’ottenimento della certificazione ISO 9001:2015, occupandosi della definizione e stesura di tutto l’impianto documentale necessario ed assistendo il personale dell’Azienda nell’efficace applicazione dei procedimenti individuati.

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CONSULENZA 231 ORGANISMO DI VIGILANZA IN ESTERNO MODELLO ORGANIZZATIVO 231 MODI.

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  • 17 Febbraio 2016

CONSULENZA 231 ORGANISMO DI VIGILANZA IN ESTERNO MODELLO ORGANIZZATIVO 231 MODI.

la metodologia di intervento dello staff della MODI, prevede un percorso di affiancamento al personale interno dell’azienda Cliente per la creazione, la gestione e il mantenimento di un Modello Organizzativo 231.

MODI garantisce un servizio di “assistenza 231” continuativa, un aggiornamento normativo 231 costante, Audit e Verifiche 231periodiche, al fine del mantenimento e aggiornamento del Modello 231.

I Consulenti MODI esperti in D.lgs. 231 progetteranno e implementeranno un Modello Organizzativo 231 per i seguenti reati presupposti del D.lg. 231/01:

  • Delitti contro la personalità individuale;
  • Delitti contro l’Industria e il Commercio;
  • Delitti Informatici e trattamento illecito di dati;
  • Reati Ambientali;
  • Reati contro la Pubblica Amministrazione;
  • Reati di Ricettazione e Riciclaggio:
  • Reati Societari e Abuso di Mercato;
  • Tutela della Salute e della Sicurezza sul Lavoro;
  • Violazioni del Diritto d’Autore;
  • Ecc.

Un organismo di Vigilanza esterno (ODV Organismo di Vigilanza 231) assicura al cliente il rispetto degli obblighi del D.lgs/01 e delle linee guida in essere in Italia come ad esempio quelle dell’ANAC, della Regione Lombardia e Calabria.

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Le linee guida ANAC Autorità Nazionale Anticorruzione per l’affidamento di servizi per Enti del terzo settore e cooperative sociali

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  • 16 Febbraio 2016

Gli organismi no-profit rappresentano un´importante realtà nel Paese, sia sotto il profilo sociale, per la natura dei servizi svolti, che sotto il profilo occupazionale, alla quale la PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ricorre frequentemente. Per questo motivo l´Autorità Nazionale AntiCorruzione (delibera n. 32 del 20 gennaio 2016) ha ritenuto opportuno emanare le “linee guida per l´affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali” con lo scopo di fornire indicazioni operative alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori del settore, al fine di realizzare gli obiettivi nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale in materia di contratti pubblici e di prevenzione della corruzione, in particolare dei principi di libera circolazione delle merci, di libertà di stabilimento, libera prestazione dei servizi nonché dei principi che ne derivano (parità di trattamento, non discriminazione, riconoscimento reciproco, proporzionalità e trasparenza).

Le presenti Linee guida sono state predisposte avendo a riferimento il quadro normativo attuale e pertanto dovranno essere integrate a seguito delle modifiche che saranno introdotte con la riforma del terzo settore e il recepimento della direttiva 2014/24/UE, meglio descritta nella Relazione AIR, che disciplina i servizi sociali in un apposito capo (Capo I, Titolo III, artt. da 74 a 77), dettando per l’aggiudicazione dei relativi appalti di importo pari o superiore alla soglia di 750.000 euro un regime «alleggerito».

Gli enti no-profit devono dotarsi di un modello di organizzazione di cui al D. Lgs. 231/2001 e procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso.

Le stazioni appaltanti devono verificare l’osservanza, da parte degli organismi no-profit, delle disposizioni di cui al D. Lgs. 231/2001. Riportiamo qui di seguito estratto della pagina 37 della Delibera n. 32 del 20 gennaio 2016:

 

Gli enti no-profit devono dotarsi di un modello di organizzazione che preveda:

– l’individuazione delle aree a maggior rischio di compimento di reati;

– la previsione di idonee procedure per la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente nelle attività definite a maggior rischio di compimento di reati;

– l’adozione di modalità di gestione delle risorse economiche idonee ad impedire la commissione dei reati;

– la previsione di un appropriato sistema di trasmissione delle informazioni all’organismo di vigilanza;

– la previsione di misure di tutela dei dipendenti che denunciano illeciti;

– l’introduzione di sanzioni per l’inosservanza dei modelli adottati.

 

Inoltre, devono procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso (cui attribuire autonomi poteri di iniziativa e di controllo), oltre a prevedere ed attuare adeguate forme di controllo sull’operato dell’organismo medesimo. Gli enti no-profit devono dotarsi di un modello di organizzazione di cui al d.lgs. 231/2001 e procedere alla nomina di un organismo deputato alla vigilanza sul funzionamento e sull’osservanza del modello e all’aggiornamento dello stesso.

 

Le stazioni appaltanti devono verificare l’osservanza, da parte degli organismi no-profit, delle disposizioni di cui al d.lgs. 231/2001.

MODI Srl, oltre che erogare la consulenza per la realizzazione e l’efficace applicazione del Modello Organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, offre i servizi accessori quali, ad esempio, il supporto all’Organismo di Vigilanza per svolgimento delle varie attività, l’assunzione di ruolo di componente dell’Organismo di Vigilanza e lo svolgimento degli audit periodici per il miglioramento continuo del Modello.

 

Il questionario che proponiamo per la raccolta dati è uno strumento di analisi introduttiva che consente ai nostri consulenti di comprendere le Vostre esigenze nell’ambito del D.Lgs. 231/2001. Per informazioni contattare mog231.it by MODI SRL

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Anche per il Veneto usciranno le Linee guida per gli organismi di vigilanza degli enti formativi accreditati in Regione?

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  • 15 Febbraio 2016

La Regione Lombardia con il decreto 4340 del 18 maggio 2012 ha approvato le “Linee guida per gli ODV – organismi di vigilanza” come previsto dal D.Lgs. 231/2001. In particolare con questo atto vengono disciplinate le caratteristiche salienti degli organismi di vigilanza: compiti (piano di attività e relazione finale), caratteristiche e flussi informativi. E l’adeguamento alle disposizioni contenute nel Decreto legislativo costituisce un requisito essenziale di accreditamento per i servizi di istruzione, formazione professionale e per i servizi al lavoro. A seguito del Dgr 2120 del 31/12/2015 anche la Regione Veneto le emetterà? Per informazione contattare mog231.it

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DIRETTIVA 2013/35/UE LUGLIO 2016

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  • 12 Febbraio 2016

E’ tornata di massima attualità la direttiva 2013/35/UE del 26 giugno 2013 sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici).

Questa direttiva ha abrogato la precedente direttiva 2004/40/CE a decorrere dal 29 giugno 2013, deve essere recepita dagli stati membri entro il 1° luglio 2016 e stabilisce che i riferimenti alla direttiva abrogata si intendono fatti alla 2013/35/UE, secondo le tavole di concordanza riportate in allegato IV della direttiva in questione.

In attesa della opportuna riformulazione del Titolo VIII Capo IV del D. Lgs 81/08,  ai fini del recepimento della nuova direttiva, resta valido il principio generale di cui all’art.28 del D. Lgs. 81/2008, ribadito relativamente agli agenti fisici all’art.181, che impegna il datore di lavoro alla valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza, inclusi quelli derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici, ed all’attuazione delle appropriate misure di tutela, a decorrere dal 1 gennaio 2009 (art. 306).

La normativa prevede l’adozione di misure di prevenzione e protezione dei lavoratori dai danni fisici a breve termine che possono derivare: dall’esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz), dalla circolazione di correnti indotte, dall’assorbimento di energia e da correnti di contatto. Rimangono esclusi da questa tutela i lavoratori che si trovano a contatto con conduttori in tensione e quelli che dimostrano effetti dopo un lungo termine di esposizione ai campi elettromagnetici.

valori limite di esposizione costituiscono quei limiti all’esposizione a campi elettromagnetici basati direttamente sugli effetti accertati sulla salute e su considerazioni biologiche.

La direttiva 2013/35/UE inserisce alcuni cambiamenti rispetto alla direttiva precedente, rimandando, per quanto riguarda la valutazione del rischio, a successive Guide Pratiche “non vincolanti”, che la Commissione metterà a disposizione prima del 1° luglio 2016.

La valutazione dell’esposizione disposta dal datore di lavoro dovrà essere compiuta almeno ogni quattro anni da personale che ha ricevuto un’idonea formazione tecnica e un addestramento qualificato nell’ambito della prevenzione e protezione oppure ogni qualvolta si verifichino modificazioni del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro ai fini della salute e della sicurezza (D. Lgs. 81/2008).

Tutti i lavoratori esposti ad agenti fisici devono essere sottoposti ogni anno a sorveglianza sanitaria, e per quelli che rivelano una particolare sensibilità al rischio, il medico competente deve elaborare una cartella sanitaria e di rischio personale.

Per ulteriori informazioni contattateci al numero verde 800300333 gratuito anche da cellulare e da smartphone o visitate il nostro sito www.modiq.it

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PERIODO DI TRANSIZIONE ISO 9001 DURATA 3 ANNI

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  • 5 Febbraio 2016

Sono molti gli Organismi di certificazione come ACCREDIA che organizzano corsi e seminari sulla norma ISO 9001 che, dopo un lungo processo di revisione, è stata aggiornata il 22 settembre 2015 con la nuova edizione della norma ISO 9001 “Quality Management Systems”.

Il processo di revisione della UNI EN ISO 9001 ha radici assai profonde, infatti è partito nel 2010 con un’indagine online presso gli utilizzatori per comprenderne le aspettative e ottenere informazioni utili ad assicurare la continua rilevanza di mercato della norma – ed è stato finalizzato a rispondere a una duplice esigenza:

  • delineare un’ulteriore evoluzione del concetto di qualità, in un contesto socioeconomico (ma anche tecnico-normativo) profondamente mutato e complesso;
  • rispondere al tema della credibilità delle certificazioni UNI EN ISO 9000 (e, più in generale, dei sistemi di gestione), che ha dominato il dibattito tra gli addetti ai lavori e non solo – nel corso dell’ultimo decennio.

La nuova ISO 9001:2015, in generale è più facilmente integrabile con gli altri sistemi di gestione (ambientale, per la salute e sicurezza…) grazie all’adozione dello schema “HLS – High Level Structure”, che definisce una struttura di base e una terminologia comune per tutti i sistemi di gestione presenti e futuri.

Fino a 3 anni dalla pubblicazione della nuova edizione 2015 della ISO 9001, saranno valide le nuove certificazioni e i rinnovi emessi a fronte di entrambe le edizioni della norma ISO 9001, sia 2008 che 2015; quindi le aziende che vogliono adeguarsi alla nuova norma hanno a disposizione tre anni di tempo per contattare l’Organismo di certificazione e richiedere il rinnovo/adeguamento.

Per ulteriori informazioni a riguardo contattateci visitando il sito internet www.modiq.it o chiamando il numero verde gratuito anche da cellulari e smartphone 800300333.

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Modifiche apportate al Testo Unico Sicurezza e il D.Lgs. 151/2015

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  • 26 Gennaio 2016

MODI S.r.l. avvisa le Aziende che con la Circolare n. 649/XVIII Sess. dell’11 gennaio 2016 il Consiglio Nazione degli Ingegneri ha voluto riassumesse le modifiche apportate dal D.Lgs. 151/2015 al Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro D.Lgs. 81/2008. Tra le più significative  c’è quella che riguarda la formazione per l’uso delle attrezzature per i datori di lavoro.

Il D.Lgs. 151/2015 (lo stesso decreto che ha abolito il registro degli infortuni), entrato in vigore il 24/09/2015, ha modificato l’Art. 69 relativo alle attrezzature di lavoro. In pratica alla definizione di operatore si aggiunge il riferimento al datore di lavoro. Il comma 1 lettera e) diventa perciò il lavoratore  incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro o il datore di lavoro che ne fa uso. Quindi anche il datore di lavoro che usa le attrezzature, es . carrello elevatore, deve frequentare il corso.

Per visionare la circolare del consiglio degli ingegneri sulle novità del D.Lgs. 151/2015 cliccare qui.

L’impianto sanzionatorio del D. Lgs. 81/2008 si arricchisce di nuove previsioni. Più precisamente, vengono individuate una serie di disposizioni la cui violazione determina il raddoppio dell’importo della sanzione, qualora la violazione si riferisca a più di cinque lavoratori od una triplicazione dell’importo stesso, qualora la violazione si riferisca a più di dieci lavoratori. In particolare la nuova previsione si riferisce alle seguenti violazioni:

  1. Art. 18, comma 1, lettera g): mancato invio dei lavoratori alla visita medica periodica e mancata richiesta al medico competente dell’osservanza degli obblighi previsti a suo carico. Sanzione prevista: ammenda da 2.000 a 4.000 euro (Art. 55, comma 5, lettera e);
  2. Art. 37, comma 1: mancata o inadeguata formazione del lavoratore in materia di salute e sicurezza. Sanzione prevista: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro (art. 55, comma 5, lettera c);
  3. Art. 37, comma 7: mancata o inadeguata formazione dei dirigenti e dei preposti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Sanzione prevista: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro (art. 55, comma 5, lettera c);
  4. Art. 37, comma 9: mancata o inadeguata formazione dei lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza. Sanzione prevista: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro (art. 55, comma 5, lettera c);
  5. Art. 37, comma 10: mancata od insufficiente formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Sanzione prevista: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro (art. 55, comma 5, lettera c).
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Per la Regione Veneto l’applicazione del Modello di cui al D.Lgs. 231/2001 rappresenta uno strumento di garanzia e di trasparenza dell’operato degli OdF accreditati

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  • 20 Gennaio 2016

Tenuto conto delle profonde trasformazioni che il sistema della formazione professionale ha subito in questi ultimi anni, sono state aggiornate dalla Regione Veneto le procedure per l’accreditamento e per la verifica dei requisiti per il mantenimento dello stesso che in sintesi sono:

non concedere o non confermare l’accreditamento in capo ad un ente che abbia in comune con un altro ente accreditato il rappresentante legale;

prevedere per gli enti già accreditati e a quelli che fanno istanza di accreditamento il requisito del riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato. Detta previsione consente un maggior

controllo pubblico sugli organismi di formazione e l’allineamento con quanto già disposto dal sistema di accreditamento ai servizi al lavoro con DGR n. 2238/2011 “Approvazione del sistema di accreditamento allo svolgimento dei Servizi per il lavoro nel territorio della Regione Veneto (art. 25 legge regionale 13 marzo 2009 n.3)”;

richiedere agli enti già accreditati e a quelli che fanno istanza di accreditamento, l’adozione di un Modello organizzativo e gestionale ai sensi del D.lgs. 8 giugno 2001 n. 231/2001 “Disciplina della responsabilità delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica a norma dell’art. 11 della Legge 29 settembre 2000, n. 300”, fatte salve le esclusioni di legge.

L’applicazione del Modello di cui al D.Lgs. 231/2001 rappresenta uno strumento di garanzia e di trasparenza dell’operato degli OdF accreditati per migliorarne l’organizzazione e l’efficacia di funzionamento. Tale requisito sarà previsto anche dal modello di accreditamento dei Servizi al lavoro.

Nella Regione Veneto sono iscritti attualmente nell’elenco regionale degli OdF, (istituito ai sensi della L.R. 19/2002 e successive modifiche e integrazioni), 460 OdF, per un totale di n. 529 sedi operative accreditate. I soggetti inseriti nella lista degli accreditati per i Servizi al Lavoro in ambito regionale (Art. 25 legge regionale 13 marzo 2009 n. 3) sono circa 480 di cui il 35% (Enti accreditati ai Servizi al Lavoro ex L.R. n. 3/2009) risulta essere accreditato anche alla Formazione Professionale di cui alla L.R. n. 19/2002. Per informazioni visitate mog231

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Bando INAIL 2015: finanziamenti per la sicurezza sul lavoro

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  • 22 Dicembre 2015

Anche quest’anno l’INAIL ha messo a disposizione circa 276 milioni di euro a favore delle Imprese che investono sulla sicurezza, privilegiando le micro, piccole e medie imprese, agevolando le imprese con lavorazioni caratterizzate da rischi rilevanti, promuovendo la collaborazione tra le imprese e le strutture paritetiche, gli Organismi bilaterali, le Parti sociali e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e garantisce omogeneità nella distribuzione delle risorse a livello territoriale. Il bando mette a disposizione delle imprese, anche individuali, su tutto il territorio nazionale oltre 244 milioni di euro, già previsti, da incrementare con le risorse economiche residue dei bandi ISI precendenti nonchè ulteriori risorse straordinarie. Le risorse saranno ripartite in budget regionali e destinate a progetti di investimento volti al miglioramento delle condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro. L’incentivo consiste in un contributo in conto capitale che copre fino al 65% dei costi del progetto. Il contributo massimo erogabile per ogni progetto è pari a 130.000 euro, quello minimo a 5.000 euro. Nella prima fase le imprese potranno inserire la domanda online tramite il portale dell’Inail. Se le caratteristiche del progetto sono in linea con quelle richieste dal bando e la domanda raggiunge o supera la soglia minima di ammissibilità, pari a 120 punti, è possibile partecipare alla fase successiva di invio telematico della domanda. I finanziamenti a fondo perduto verranno assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di invio con possibile scorrimento delle graduatorie in caso di mancata presentazione della documentazione richiesta entro il termine di 30 giorni. L’Inail conferma il suo impegno nella lotta contro l’amianto, destinando il 30% delle risorse al finanziamento dei progetti finalizzati alla bonifica nei luoghi di lavoro dei materiali contenenti il materiale cancerogeno. Per ulteriori informazioni, anche riguardo i nostri corsi di web marketing, Qualità, Sicurezza, non esitate a contattarci al numero 800300333 o visitate il nostro sito www.modiq.it.

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CONSULENZA PER ADEGUAMENTO NORMATIVO SISTEMI GESTIONE QUALITA’: LA NUOVA UNI EN ISO 9001:2015

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  • 24 Novembre 2015

La società MODI S.r.l. informa che dal 23 settembre c.a. è disponibile in lingua italiana la norma UNI EN ISO 9001:2015. L’attuale edizione UNI EN ISO 9001:2008, continuerà a valere per tutto il periodo di transizione di 3 anni. Vengono introdotte innovazioni interessanti, anche alla luce dei mutamenti economici verificatesi a livello mondiale negli ultimi anni. Una delle novità più significative della nuova norma è il cosiddetto approccio basato sul Rischio, che impone la formale analisi dei rischi per ogni processo organizzativo. Uno degli obiettivi principali è quello di allineare al massimo la nuova versione con le norme che regolano altri sistemi di gestione, nell’ottica di favorire sempre più i sistemi integrati. Per definire i nuovi parametri della ISO 9001:2015 sono stati presi in considerazione vari elementi tra cui: la diversità tra le organizzazioni certificate ISO 9001, lo sviluppo delle conoscenze e delle tecnologie e i cambiamenti nell’industria e nelle Organizzazioni. Per approfondimenti cliccare qui. MODI® si propone alle aziende già certificate ISO 9001 per l’adeguamento del loro sistema all’edizione del 2015 e alle aziende non ancora certificate per l’implementazione di un nuovo Sistema di Gestione Qualità. Per informazioni chimate il numero verde gratuito 800300333 o contattateci.

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CONSULENZA PER AGGIORNAMENTO DOCUMENTAZIONE NORMA UNI EN ISO 14001:2015 CHE RITIRA E SOSTITUISCE LA UNI EN ISO 14001:2004

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  • 24 Novembre 2015

La società di consulenza e formazione MODI S.r.l. informa che la commissione tecnica Ambiente ha reso disponibile in lingua italiana la norma UNI EN ISO 14001:2015, che ritira e sostituisce la UNI EN ISO 14001:2004, sui requisiti e guida per l’uso in materia di sistemi di gestione ambientale. La nuova versione presenta altri miglioramenti chiave: un più rilevante coinvolgimento della leadership, un maggiore allineamento con la direzione strategica, un miglioramento della performance ambientale con particolare accento sulle iniziative proattive, una comunicazione più efficace guidata da una strategia comunicativa e un approccio al ciclo di vita che considera ogni fase di un prodotto o di un servizio, dallo sviluppo a fine vita. Informiamo che collegandosi al sito dell’UNI e contattando il settore vendite, si può acquistare la norma UNI EN ISO 14001:2015 “Sistemi di gestione ambientale – Requisiti e guida per l’uso”. Maurizio Billi e lo Staff MODI® si propone alle aziende già certificate ISO 14001 per l’adeguamento del loro sistema all’edizione del 2015 e alle aziende non ancora certificate per l’implementazione di un nuovo Sistema di Gestione Ambientale a norma UNI EN ISO 14001:2015. Per informazioni chimate il numero verde gratuito (anche da cellulare) 800300333 o contattateci.

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ADEGUAMENTO NORMATIVO SISTEMI GESTIONE QUALITA’: LA NUOVA UNI EN ISO 9001:2015

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  • 24 Novembre 2015

Dal 23 settembre c.a. è disponibile in lingua italiana la norma UNI EN ISO 9001:2015. L’attuale edizione UNI EN ISO 9001:2008, continuerà a valere per tutto il periodo di transizione di 3 anni. Vengono introdotte innovazioni interessanti, anche alla luce dei mutamenti economici verificatesi a livello mondiale negli ultimi anni. Una delle novità più significative della nuova norma è il cosiddetto approccio basato sul Rischio, che impone la formale analisi dei rischi per ogni processo organizzativo. Uno degli obiettivi principali è quello di allineare al massimo la nuova versione con le norme che regolano altri sistemi di gestione, nell’ottica di favorire sempre più i sistemi integrati. Per definire i nuovi parametri della ISO 9001:2015 sono stati presi in considerazione vari elementi tra cui: la diversità tra le organizzazioni certificate ISO 9001, lo sviluppo delle conoscenze e delle tecnologie e i cambiamenti nell’industria e nelle Organizzazioni.

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ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA ISO 9001:2015

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  • 13 Luglio 2015

Attualmente è in atto il processo di revisione della norma ISO 9001 per i sistemi di Gestione Qualità dalla versione 2008 alla versione 2015 che probabilmente sarà pubblicata entro fine anno.

Questo standard per la qualità viene revisionato da un Comitato Tecnico che ha articolato una serie di obiettivi che si spera di raggiungere, come ad esempio stabilire un nucleo stabile di requisiti adatto almeno per i prossimi dieci anni e garantire che la norma rimanga pertinente per le organizzazioni che la adottano in ogni settore industriale di ogni tipo e misura.

Lo Staff della società di Consulenza e Formazione MODI S.r.l., con sede in provincia di Venezia, mette a disposizione uno sportello per la qualità attraverso il servizio telefonico informativo al Numero Verde 800 300 333, che rimane attivo durante tutto il periodo estivo per le Aziende del Veneto e del Nord-Est che sono interessate da questo adeguamento normativo; inoltre ha redatto un documento contenente le risposte alle domande più frequenti sulla ISO 9001:2015 per aiutare a far chiarezza ed elencare cambiamenti e obiettivi ulteriori oltre a quelli sopracitati a titolo esemplificativo.

Per gli utenti che fossero interessati a visionare tale documento li invitiamo a visitare la pagina web che lo contiene cliccando qui.

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ELENCO NUOVI REATI AMBIENTALI – D. LGS. 231/2001

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  • 7 Luglio 2015

La Legge n. 68 del 22 maggio 2015 ha introdotto una serie di nuovi reati ambientali, che integrano quelli già preesistenti del Decreto Legislativo 231 del 2001.

Attualmente i reati presupposto sono i seguenti:

  1. Reati contro la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25 D.Lgs. 231/2001): malversazione a danno dello Stato; truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato; truffa; frode informatica; concussione; corruzione per l’esercizio della funzione; corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio; corruzione in atti giudiziari; induzione indebita a dare o promettere utilità; istigazione alla corruzione.
  2. Reati informatici e trattamento illecito dei dati (art. 24 bis).
  3. Reati di criminalità organizzata (art. 24-ter).
  4. Reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo, e in strumenti o segni di riconoscimento (25-bis).
  5. Reati contro l’industria e il commercio (art. 25-bis.1).
  6. Reati societari (art. 25-ter): false comunicazioni sociali; false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o creditori; falsità nelle relazioni e nelle comunicazioni della società di revisione; impedito controllo; indebita restituzione di conferimenti; illegale ripartizione di utili e riserve; illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante; operazioni in pregiudizio dei creditori; omessa comunicazione del conflitto di interessi; formazione fittizia del capitale; indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori; illecita influenza sull’assemblea; aggiotaggio; ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza; corruzione tra privati.
  7. Reati commessi con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (25-quater).
  8. Reati di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 25.quater. 1).
  9. Reati contro la personalità individuale (art. 25-quinquies).
  10. Reati ed illeciti amministrativi di abuso di mercato (art. 25-sexies D.Lgs. 231/2001; artt. 187-bis, 187-ter, 187-quinquies TUF): abuso di informazioni privilegiate, manipolazione del  mercato.
  11. Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro (art. 25-septies): omicidio colposo e lesioni personali colpose;
  12. Reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonchè autoriciclaggio (art. 25-octies).
  13. Reati in materia di violazione del diritto d’autore (art. 25-novies).
  14. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 25-decies).
  15. Reati ambientali (art. 25-undecies): inquinamento ambientale; disastro ambientale; delitti colposi contro l’ambiente; traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività; circostanze aggravanti; uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette; distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto; scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose; scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose in difformità da prescrizioni; scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose oltre i valori limite; scarichi su suolo, sottosuolo e acque sotterranee; scarico da navi o aeromobili di sostanze vietate; attività di gestione di rifiuti non autorizzata; discarica non autorizzata; miscelazione di rifiuti; deposito temporaneo rifiuti sanitari pericolosi; bonifica dei siti; bonifica dei siti da sostanze pericolose; violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari; traffico illecito di rifiuti; attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti; attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti ad alta radioattività; sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti; superamento valori limite di emissione e di qualità dell’aria; disciplina dei reati relativi all’applicazione in Italia della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione; misure a tutela dell’ozono stratosferico e dell’ambiente; inquinamento doloso provocato da navi; inquinamento colposo provocato da navi.
  16. Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno e’ irregolare (art. 25 – duodecies).
  17. Reati transnazionali (Art. 10 L. 146/2006).

Per maggiori informazioni contattateci tramite il nostro sito www.modiq.it o chiamateci al numero 800 300 333.

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OBBLIGO PER OGNI SITO DI AVERE UNA PRIVACY E COOKIE POLICY

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  • 1 Luglio 2015

La società MODI S.r.l., operativa in tutto il triveneto, rende noto che il 2 Giugno 2015 è scaduto il termine stabilito dal Garante della Privacy per adeguarsi alla nuova normativa sui cookie. Dal 3 Giugno 2015, quindi, aziende, pubbliche amministrazioni, titolari di siti ecc. dovranno attenersi a quanto stabilito dalla nuova legge.

L’iniziativa del Garante della Privacy vuole arginare la diffusione dei cookie di profilazione e dei relativi rischi per la privacy degli utenti. La direttiva e-Privacy (2002/58/CE) è stata modificata nel 2009 dalla direttiva 136/2009 che ha introdotto il principio dell'”opt-in” in tutti i casi in cui si accede a o si registrano “informazioni” (compresi quindi i cookie) sul terminale dell’utente o dell’abbonato. Pertanto, affinché i cookie possano essere archiviati sul terminale dell’utente nel corso della sua navigazione in Internet, è necessario che l’utente stesso  sempre sulla base di un’informativa chiara e completa in merito alle modalità e finalità del trattamento dei suoi dati  esprima un valido consenso, preliminare al trattamento. Quando si parla di cookie “tecnici” resta ferma la possibilità di utilizzarli liberamente poiché sono utilizzati “al solo fine di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica, o nella misura strettamente necessaria al fornitore di un servizio della società dell’informazione esplicitamente richiesto dall’abbonato o dall’utente a erogare tale servizio”.

La modifica della disciplina in materia di cookie in Italia appare meno radicale rispetto al resto d’Europa. Già in precedenza vigeva, infatti, la regola dell’opt-in (consenso preventivo) ma soltanto per i cookie “tecnici”, sopra citati.

Tutti i titolari dei siti web che installano cookie, come pubbliche amministrazioni, imprese, professionisti, freelance, associazioni, blogger ecc. se hanno un sito e utilizzano dei cookie (ad esempio perché embeddano un video di Youtube in un post) devono rispettare il provvedimento del Garante, sia che abbiano una piattaforma su proprio hosting, sia in caso ricorrano a piattaforme erogate da soggetti terzi (servizi come WordPress.com e Blogger.com stanno fornendo ai propri utenti informazioni su come procedere per i cookie memorizzati dalle loro piattaforme).

Il Garante oltre a predisporre le FAQ esposte nel loro sito, ha avviato una consultazione pubblica diretta ai consumatori e ai principali operatori del settore, proprio al fine di acquisirne le proposte e individuare idonee modalità per informare gli utenti con messaggi che siano al tempo stesso chiari e snelli.

Per ulteriori informazioni, anche riguardo i nostri corsi di web marketing, non esitate a contattarci al numero 800 300 333 o visitate il nostro sito www.modiq.it

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ABOLIZIONE REGISTRO INFORTUNI

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  • 19 Giugno 2015

Il Consiglio dei Ministri si è riunito giovedì 11 giugno 2015, alle ore 18.35 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi per esaminare gli ultimi 4 schemi di decreti legislativi in attuazione della Legge n. 183/2014.

Siamo abituati alle novità e giugno 2015 ne introduce un altra sul refuso infortuni.

E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 15 dicembre 2014 la Legge 10 dicembre 2014, n. 183 contenente disposizioni di razionalizzazione e semplificazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Al suo fianco, in esame preliminare, il decreto per la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione.

Le principali modifiche che riguardano la razionalizzazione e semplificazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono:
• la revisione della composizione del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al fine di semplificare e snellire le procedure di designazione dei membri;
• la riduzione dei componenti della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, l’introduzione di una nuova procedura di ricostituzione della Commissione e un aggiornamento delle funzioni ad essa istituzionalmente attribuite;
• la messa a disposizione al datore di lavoro, da parte dell’Inail, anche in collaborazione con le aziende sanitarie locali per il tramite del Coordinamento Tecnico delle Regioni, di strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio;
• lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di primo soccorso, nonché di prevenzione degli incendi e di evacuazione, anche nelle imprese o unità produttive che superano i cinque lavoratori;
• il miglioramento del processo di acquisizione delle informazioni necessarie per il calcolo del premio assicurativo attraverso la realizzazione di un apposito servizio sul portale dell’INAIL;
• la trasmissione all’INAIL del certificato di infortunio e di malattia professionale esclusivamente per via telematica, con conseguente esonero per il datore di lavoro;
• la trasmissione all’autorità di pubblica sicurezza delle informazioni relative alle denunce di infortunio mortali o con prognosi superiore a trenta giorni a carico dell’INAIL, esonerando il datore di lavoro;
• l’abolizione dell’obbligo di tenuta del registro infortuni, anticipando la soppressione dell’obbligo, connessa, nelle intenzioni del legislatore, alla emanazione del decreto interministeriale istitutivo del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP).

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NUOVI REATI AMBIENTALI – D. LGS. 231/2001

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  • 19 Giugno 2015

La Società di Consulenza MODI S.r.l. avvisa che con la Legge n. 68 del 22 maggio 2015 il legislatore ha voluto responsabilizzare ulteriormente le imprese. Ad oggi infatti le aziende che pongono in essere condotte criminose in ambito ambientale possono venire processate e condannate nell’ambito di un procedimento penale.
La Legge n. 68 ha in particolare esteso la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche a nuovi reati ambientali ulteriori rispetto a quelli già introdotti dal D. Lgs. n. 121 del 7 luglio 2011.
Nel dettaglio i nuovi reati presupposto 231 nel “Mondo 231” sono:
– disastro ambientale anche colposo;
– traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività;
– inquinamento ambientale anche colposo;
– associazione a delinquere e associazioni di tipo mafioso finalizzati a commettere taluno dei delitti contro l’ambiente previsti al TITOLO VI del LIBRO II Codice Penale.
In questa prospettiva di responsabilizzazione, non vanno sottovalutate le sanzioni pecuniarie e interdittive a carico dell’impresa responsabile di illecito, così come descritte dalla Legge n. 68. Si evidenzia infatti che le sanzioni pecuniarie possono arrivare sino a 1000 quote e sono ulteriormente applicabili le sanzioni interdittive di cui al D. Lgs. 231/2001 (interdizione dall’esercizio dell’attività; sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; divieto di contrattare con la pubblica amministrazione; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi).

Per ulteriori informazioni contattateci al numero verde 800300333 oppure visitate il nostro sito internet www.modiq.it

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Inoltro delle domande di finanziamento per il bando INAIL 2013 fino all’8 aprile 2014

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  • 11 Febbraio 2014

Dal 21 gennaio 2014, MODI S.r.l.  di Mestre Spinea Venezia sta inserendo sul portale INAIL i progetti dei Clienti del Veneto che sono interessati al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nella propria Azienda. Questa attività viene da noi erogata  in forma gratuita e proseguirà sino all’8 aprile 2014.

Nel caso di raggiungimento o superamento della soglia minima di ammissibilità, si potrà partecipare alla fase successiva di inoltro della domanda, nelle date di apertura dello sportello telematico che verranno comunicate successivamente

Ricordiamo che sono ammessi a contributo i progetti che ricadono in una delle seguenti tipologie:

  • progetti di investimento;
  • progetti di responsabilità sociale (SA8000) e per l’adozione di modelli organizzativi (ex D.Lgs. 231/2001) e Sistemi di Gestione della Sicurezza.
  • progetti per la sostituzione o l’adeguamento di attrezzature di lavoro prive di marcatura CE (messe in servizio anteriormente al 21/9/1996) con attrezzature rispondenti ai requisiti di cui al Titolo III del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

I destinatari del bando sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura. Sono escluse quelle che erano già state ammesse a contributo con gli Avvisi Inail 2010, 2011 e 2012. Le imprese possono presentare un solo progetto e per una sola unità produttiva su tutto il territorio nazionale.

I fondi a disposizione, pari a circa 307 milioni di euro, sono ripartiti in budget regionali (per il Veneto sono previsti circa  22 milioni) e il contributo erogato è pari al 65% delle spese sostenute per la realizzazione del progetto, per un massimo di 130.000 euro.

I contributi sono a fondo perduto e vengono assegnati fino all’esaurimento delle risorse disponibili, secondo l’ordine cronologico di invio telematico delle domande.

MODI S.r.l. fornisce assistenza alle Aziende sia nella fase di ottenimento del finanziamento che di realizzazione dei progetti finanziati nel proprio ambito di attività.

https://docs.google.com/forms/d/1cK8hxv_9tgq9OT5ark7L154bHQaPo3f1RBjTUA9_jeA/viewform

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Nuova direttiva 2013/35/UE sulla protezione dei lavoratori da esposizione a campi elettromagnetici

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  • 18 Settembre 2013

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 29 giugno 2013 la direttiva 2013/35/UE che stabilisce le prescrizioni  minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici. La direttiva 2013/35/UE, che abroga la precedente direttiva 2004/40/CE, deve essere recepita dagli Stati Membri entro il 1 luglio 2016. L’entrata in vigore della direttiva 2013/35/UE posticiperà ulteriormente il recepimento dell’entrata in vigore dei limiti di esposizione entro il termine del 1 luglio 2016 e implicherà una riformulazione del Titolo VIII Capo IV del D.Lgs. 81/08. L’esposizione ai campi elettromagnetici è attualmente disciplinata dal titolo VIII, capo IV del D.Lgs. 81/2008, le cui disposizioni dovevano entrare in vigore il 31 ottobre 2013, prima dell’abrogazione della direttiva 2004/40/CE. In ottemperanza al Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve provvedere alla valutazione di tutti i rischi fisici, inclusi quelli derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici; pertanto, la nuova direttiva 2013/35/UE non proroga il termine per la valutazione dei rischi da campi elettromagnetici, ma solo le disposizioni e il rispetto dei valori limite e di azione previsti dal Capo IV del Titolo VIII. I nostri tecnici qualificati restano a completa disposizione per chiarimenti e approfondimenti. La direttiva 2013/35/UE può essere scaricata cliccando sul seguente link.

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Pubblicato nuovo elenco di reati per la legge 231 con l’Art. 9 del Dl 14/8/2013, n. 93

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  • 18 Settembre 2013

Con l’introduzione dell’art. 9 del Dl 14/8/2013 entrano a far parte del catalogo dei reati che fanno scattare la responsabilità delle Società a norma del D.lgs 231/2001 i delitti sulla privacy, la frode informatica con sostituzione dell’identità digitale e l’indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito.  Considerando i nuovi reati presupposto, e facendo nostre le osservazioni della Corte di Cassazione con la recente relazione III/01/2013 del 22/8/2013 che ha fornito una prima interpretazione sulle novità apportate dal citato Dl 93/2013, si evidenzia che in particolare i delitti in materia di privacy risultano di grande impatto, soprattutto per la configurazione della responsabilità per l’illecito trattamento dei dati, violazione potenzialmente in grado di interessare l’intera platea delle società commerciali. Il Dl 14/8/2013, n. 93 introducendo i delitti (ma non le contravvenzioni) in materia di violazione della privacy previsti dal D.Lgs 196/2003 – e cioè le fattispecie di trattamento illecito dei dati, di falsità nelle dichiarazioni notificazioni al Garante e di inosservanza dei provvedimenti del Garante – nel catalogo dei reati che fanno scattare la responsabilità degli enti a norma del D. Lgs 231/2001, aumenta per le imprese il rischio derivante da una gestione non corretta degli aspetti privacy. Infatti una Società che dovesse, ad esempio, trattare illecitamente dei dati rientranti nella copertura del d.Lgs.196/2003, oltre alle sanzioni sino fino ad oggi previste, sarà sottoposta ad un processo penale e indagata da un PM per verificare se ha adottato efficacemente un Modello 231 anche a copertura degli aspetti privacy. In assenza di tali Modelli 231 o, se l’Azienda ha un Modello 231 che non disciplina anche la privacy, la Società sarà soggetta ad una sanzione da 100 a 500 quote e ad una sanzione interdittiva dell’attività d’impresa (come ad esempio la sospensione o revoca di autorizzazioni o licenze, il divieto di pubblicizzare beni o servizi) che può andare da un minimo di 3 ad un massimo di 24 mesi. Considerato che una quota singola può variare da un minimo di 258 fino a un massimo di 1.549 euro, l’Azienda nei casi più gravi rischia di dover pagare una sanzione pecuniaria anche superiore a 700.000,00 euro. L’Impresa per tutelarsi ed evitare di incorrere in tali sanzioni, deve adottare un Modello 231 a norma del D.lgs 231/2001 o, se l’ha già adottato, aggiornarlo e disciplinare le misure organizzative e di prevenzione per questi nuovi reati presupposto. MODI S.r.l. di Mestre e Spinea (VE) rimane a disposizione con il proprio Staff tecnico al numero verde 800300333 o [email protected]

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L’INTRODUZIONE DEI REATI AMBIENTALI NEL D.Lgs. 231/2001

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  • 25 Agosto 2011

Dal 16 agosto 2011 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 121/2011 che estende la responsabilità amministrativa degli Enti prevista dal D.Lgs. 231/01 anche ai reati ambientali.

Con la pubblicazione del decreto legislativo n. 121/2011, viene recepita la Direttiva Comunitaria 2008/99/CE in materia di tutela penale dell’ambiente, varata per rafforzare la disciplina di contrasto contro i fenomeni di danno all’ambiente.

Le sanzioni pecuniarie e interdittive, previste dal nuovo articolo 25-undecies inserito nel D.Lgs. 231/2001, oltre ai reati nel trattamento dei rifiuti, sono applicabili anche in caso di violazioni ai nuovi articoli del codice penale introdotti: “Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette” (art. 727-bis); “Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto” (art. 733-bis).

In relazione alla commissione dei reati previsti dal Testo Unico Ambientale (D.Lgs. n. 152/2006), si applicano all’Ente le sanzioni pecuniarie, da un minimo di centocinquanta quote ad un massimo di ottocento quote (da 38.700 a 1.239.200 Euro).
Oltre alle sanzioni pecuniarie sono applicate sanzioni interdittive, previste dall’art. 9, comma 2, del D. Lgs. 231/2001, per una durata non superiore a sei mesi.

Il decreto legislativo n. 121/2011 ha previsto anche l’applicazione dell’interdizione definitiva dall’esercizio dall’attività, ma solo nell’ipotesi in cui l’Ente o una sua attività organizzativa vengano stabilmente utilizzati allo scopo unico o prevalente di consentire od agevolare la commissione dei reati di:
a) “associazione” finalizzata al traffico illecito di rifiuti (art. 260 d. lgs. n. 152/2006);
b) sversamento in mare doloso di materie inquinanti (artt. 8, commi 1 e 2 d.lgs. n. 202/2007).

Per la violazione dell’articolo 727-bis è prevista una sanzione pecuniaria fino a duecentocinquanta quote (da 64.500 a 387.250 Euro).
Per la violazione dell’articolo 733-bis è applicata la sanzione pecuniaria da centocinquanta a duecentocinquanta quote (da 38.700 a 387.250 Euro).

L’inserimento dei reati ambientali, nel testo del decreto legislativo n. 231/2001, impone alle Aziende un’attenta analisi dei rischi cui è esposta e l’identificazione di misure volte a prevenire l’accadimento di eventi che possono comportare una responsabilità amministrativa, con gravi impatti sul business e sull’immagine aziendale.

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Rapporto INAIL 2010: infortuni in calo

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  • 25 Agosto 2011

Il 5 luglio 2011 l’INAIL ha presentato alla Camera il Rapporto Annuale 2010, un rapporto con l’analisi dell’andamento infortunistico dell’anno 2010.

Il rapporto evidenzia che, per la prima volta dal dopoguerra, la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi (980), in calo del 6,9 % rispetto all’anno 2009.

Dopo il calo record di infortuni del 2009 (10%) dovuto principalmente agli effetti della crisi economica e del calo occupazionale, anche nel 2010 gli infortuni denunciati all’INAIL (775 mila) registrano una flessione, dell’1,9% rispetto al 2009.

E’ da osservare che i dati dell’INAIL non tengono ovviamente conto dei cosiddetti lavoratori in nero, che l’ISTAT ha stimato per il 2009 in quasi 3 milioni.

Il calo degli infortuni si è concentrato nel comparto dell’agricoltura, che ha registrato una diminuzione del 4,8% degli incidenti e del 10% dei casi mortali e dell’industria (rispettivamente -4,7% e -10%). Il comparto dei servizi, invece, ha fatto registrare una sostanziale stabilità degli infortuni (+0,4%) e un calo del 3% degli incidenti mortali.

Particolarmente rilevante è il dato relativo al settore delle costruzioni, che fa registrare una diminuzione di circa 10mila infortuni (-12,4%). Una sensibile riduzione si registra anche nei settori dell’industria pesante come la metalmeccanica (-3,5%).

Nel 2010 gli incidenti in itinere sono diminuiti di 5mila unità, con un calo del 4,7%, mentre gli incidenti mortali in itinere sono scesi del 10,9%.

Tra i lavoratori stranieri sono aumentati gli infortuni dello 0,8%, mentre i casi di morte sono calati del 4%. Il 40% degli infortuni agli stranieri e il 50% dei casi mortali sono registrati tra i lavoratori della Romania, Marocco e Albania.

Il maggior numero di denunce per infortunio sono registrate in Lombardia (133mila casi), Emilia Romagna (106mila) e Veneto (87mila casi).

Il Molise è la regione più “virtuosa” che registra un calo dell’8,9% degli infortuni, mentre in Lombardia si è registrato il calo più rilevante dei casi mortali (riduzione del 30%), seguita dal Lazio (-8,7%).

Le denunce di malattie professionali anche nel 2010 sono aumentate, con un incremento del 22% rispetto al 2009.
In particolare sono aumentati i casi di malattie dell’apparato muscolo-scheletrico, passate da diecimila casi del 2006 a 26mila del 2010, e legate principalmente a sovraccarico biomeccanico o a movimenti ripetuti.

L’aumento del numero di denunce di malattie professionali degli ultimi anni è legato sia ad una serie di iniziative promosse dall’INAIL, al fine di sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro al ricorso alla tutela assicurativa, sia all’inserimento di diverse malattie professionali nelle nuove tabelle.

Il Ministro Maurizio Sacconi, commentando il bilancio emerso dai dati forniti dall’INAIL, ha esaltato l’importanza della cultura della sicurezza, che nel nostro Paese è in crescita, e ha sottolineato la necessità di porsi obiettivi ancora più ambiziosi per il futuro.

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