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Il Premio Sapio per la Ricerca Italiana

Si terrà domani, alle 10.30, a Roma, presso il Senato della Repubblica, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, la cerimonia conclusiva della XIVª edizione del Premio Sapio per la Ricerca Italiana. L’evento costituisce un momento per valorizzare il lavoro dei ricercatori, ma anche un’occasione per dibattere sul valore della ricerca scientifica nel nostro Paese e dare voce ai giovani studiosi, ascoltando la loro esperienza, la loro storia, il loro percorso professionale e di vita.

Premio Sapio: il Programma

Sono previste brevi lectio di alcuni giovanissimi, introdotte da Mario Paterlini, Amministratore delegato di Gruppo Sapio: Jessica Masiero, vincitrice delle Olimpiadi italiane di matematica a squadre, studentessa universitaria iscritta al 2° anno di economia aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia; Federico Viola, a soli 13 anni finalista internazionale ai Campionati dei giochi matematici e alle Olimpiadi di fisica 2014, al primo anno del Liceo Scientifico Statale Augusto Righi di Roma; Caterina Berliri, eccellenza scolastica 2012-2013, al IV anno del Liceo Classico Aristofane di Roma.

Premio Sapio: La Storia

Il Premio Sapio per la Ricerca Italiana, infatti, è un’importante iniziativa scientifica promossa da Sapio, Gruppo con sede a Monza che dal 1999 si pone l’obiettivo di incentivare la ricerca, premiando studiosi, docenti e ricercatori che oggi costituiscono l’eccellenza del Paese, promuovendo l’innovazione, la circolazione di idee, la discussione scientifica e la conoscenza di nuove tecnologie secondo un modello che valorizzi la concertazione tra Pubblico e Privato. Non a caso l’edizione del 2011 è stata presieduta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha premiato i vincitori.

Nella cerimonia di martedì saranno assegnati tre riconoscimenti e premi in denaro alle ricerche più meritevoli tra le 167 candidate. Tre le categorie: “Medicina, Biotecnologie e Salute” (57 candidature), “Industria” (28 candidature), dedicata alla ricerca applicata, “Junior” (82 candidature), per i ricercatori di età inferiore ai 36 anni che abbiano svolto l’attività nel nostro Paese (oppure all’estero purché si dimostri che siano rientrati in Italia entro la fine del 2013). I lavori sono stati valutati dall’Accademia del Premio, i cui membri sono il prof. Fabio Beltram, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, il prof. Marcello Fontanesi, già Rettore della Bicocca, l’ing. Bruno Murari, già Direttore Ricerca e Sviluppo di ST Microelectronics e il giornalista scientifico Girolamo Mangano.

Dopo il saluto introduttivo del Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, verrà letto da parte di Alberto Dossi, Presidente di Gruppo Sapio, un breve discorso del Presidente della Repubblica. Seguiranno gli interventi di Luigi Nicolais, Presidente del CNR, Fabrizio Oleari, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Massimo Casciello, Direttore generale della ricerca sanitaria e biomedica e della vigilanza sugli enti del Ministero della Salute e Francesco Ferri, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Monza e Brianza. Saranno presenti anche il senatore Fabrizio Bocchino, ricercatore astrofisico all’INAF e membro della Commissione permanente Istruzione pubblica, le senatrici Stefania Giannini, già Rettore dell’Università di Perugia per stranieri e Presidente della delegazione parlamentare dell’Iniziativa centro europea, e Donatella Mattesini, membro della 12° Commissione Sanità.

Seguirà l’assegnazione dei Premi Sapio ai tre vincitori della XIV edizione, le motivazioni saranno lette da Maurizio Colombo e da Andrea Dossi, Vicepresidenti del Gruppo.

Nelle tredici passate edizioni sono state organizzate 74 giornate di studio su differenti aree tematiche e assegnati premi a 55 ricercatori che hanno svolto il loro lavoro in Italia. Il Premio Sapio per la Ricerca Italiana ha ricevuto numerosi riconoscimenti in ambito accademico e istituzionale: dopo essere stato insignito per 5 anni consecutivi della massima onorificenza riconosciuta dalla Presidenza della Repubblica, nel 2011 la cerimonia di premiazione a Torino si è svolta alla presenza dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha premiato personalmente i vincitori.

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Fuga di cervelli dalla Francia all’Italia: la storia di Mario Paterlini

Mario Paterlini nasce in Francia da genitori italiani. Dopo la laurea in ingegneria, matura un’esperienza di 20 anni tra Europa e Stati Uniti in una compagnia internazionale, di cui raggiunge in poco tempo i vertici. Nel 2010 il manager franco-italiano decide di varcare le Alpi e puntare tutto sulla storica azienda monzese.  La sua è una storia di fuga di cervelli al contrario: dalla Francia all’Italia.

 

Perché ha scelto di tornare? 

Un’esperienza di business in Italia sarebbe stata una sfida e una grande emozione, mi sentivo un po’ come un pioniere. Quattro anni fa, quando mi è stato proposto di diventare Amministratore Delegato del Gruppo Sapio, non ho pensato a lungo se accettare o meno, mi si offriva fra l’altro l’opportunità di tornare alle mie radici. Mio nonno, infatti, ha lasciato l’Italia all’inizio del ventesimo secolo per costruire la sua vita in Francia.

E’ possibile fare impresa in Italia?

In Italia si può crescere, a dispetto di quanto affermano i media nazionali che etichettano le imprese che scelgono di restare in questo Paese come già morte, vecchie o addirittura folli. Lo abbiamo dimostrato con il Gruppo Sapio, una realtà che realizza il 95% del suo fatturato in Italia. Si può crescere in ogni mercato ma bisogna anzitutto credere in ciò che si fa, essere innovativi, definire obiettivi chiari e stabilire come attuarli, oltre a costruire competenze chiave. Il segreto sta nell’‘execution’, cioè come si perseguono concretamente i propri obiettivi; se l’execution non funziona è perché la piramide aziendale non funziona: non c’è quindi continuità tra la tua idea e l’attuazione sul campo, perché manca una cultura manageriale condivisa.

Quali sono i punti di forza delle imprese in Italia?

Mi piace l’imprenditoria italiana e in particolare credo in quel modello di impresa che chiamo “capitalismo sociale”, dove il profitto è il risultato di ciò che fai quando lavori bene e non l’unico obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Credo nell’Italia e negli italiani e per questo ho sempre voluto e ancora voglio, anche con il mio lavoro col Gruppo Sapio, dare il mio contributo per portare l’Italia al massimo del suo potenziale.

Quindi bisogna fare squadra?

Un buon manager non è mai one-man-show, ma una persona in grado di definire delle regole condivise, in grado di sviluppare i propri collaboratori, portandoli al massimo delle loro potenzialità. Preferisco un team compatto piuttosto che una squadra composta da solisti. E ogni dipendente può contribuire al successo di un’azienda soprattutto quando viene coinvolto in prima persona.

 

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