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Gli accessori per rendere portatile un hard disk interno

A seconda della tipologia di hard disk interno che si desidera trasformare in esterno, è possibile orientarsi sull’acquisto del box più adatto. Alcuni di essi – ed è bene verificarlo attentamente – consentono di inserire al loro interno hard disk da 3,5 pollici, altri da 2,5 pollici.
Nel caso dei "contenitori" per hard disk da 2,5 pollici è poi bene controllare nelle specifiche quali hard disk possano ospitare. Fortunatamente gli hard disk alti 12,5 millimetri sono molto rari; bisognerà quindi verificare il supporto per le unità spesse 7 e 9,5 millimetri.
I box per HDD interni da 3,5 pollici, comunque, consentono di collegare anche dischi da 2,5 pollici. L’interfaccia interna per questi delicati componenti per pc è oggi generalmente SATA (SATA III 6 Gbps compatibile con SATA II) mentre quella esterna, ovvero quella utilizzata per collegare il contenitore al computer, merita una riflessione.
A seconda delle porte disponibili su PC, si possono acquistare box con interfaccia USB 2.0/USB 3.0, FireWire o eSATA, sebbene quest’ultima – seppur molto veloce – non sia molto popolare. Alcuni combinano le varie interfacce e le rendono tutte disponibili nella parte posteriore del box.
Nella scelta del box migliore, che sarà utilizzato per accogliere quello che una volta era un HDD interno, è bene valutare anche il materiale usato per la realizzazione del contenitore.
Se il box dovesse restare collegato al computer per molto tempo, è sempre preferire box metallici che consentono un più efficace smaltimento del calore.
Coloro che non volessero acquistare un box esterno, possono orientarsi, ad esempio, su un cavo che permette di collegare al PC, via USB 2.0 e 3.0 qualunque hard disk SATA o IDE.
Cavi di questo tipo (detti anche tethering cable) sono utilissimi per coloro che hanno a che fare con molti hard disk esterni di terzi, da collegare al bisogno.
Soluzioni ancor più pratiche e professionali sono le cosiddette docking station per hard disk che offrono svariate interfacce, sia in ingresso che in uscita, e permettono di collegare sia unità da 2,5 che da 3,5 pollici.

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Le principali caratteristiche per orientarsi nell’acquisto di un hard disk interno

L’hard disk è sempre una componente del pc chiave, è la sua memoria fissa, quella che conserva i dati anche se il computer viene spento per tanto tempo. Nonostante la disponibilità di dischi molto capienti, e di prezzi in caduta libera, scegliere l’hard disk giusto non è così semplice. Oggi si deve scegliere tra dischi ad elevate prestazioni, modelli di fascia media o dischi economici. La fascia alta si sta lentamente spostando verso i modelli SSD, basati su memoria flash, anziché piatti magnetici.
Oltre a caratteristiche cosiddette secondarie, sono tre i principali fattori da tenere in considerazione al momento dell’acquisto di un hard disk interno: Capacità – questa scelta dipende esclusivamente dalle proprie esigenze e dal tipo di utilizzo che si intende fare del disco. In linea di massima possiamo dire che 1TB (ossia 1.000GB) sono più che sufficienti per un utilizzo “standard” del computer, ma dipende tutto dalle esigenze specifiche. Negli hard disk utilizzati per finalità di backup o per archiviare file multimediali possono essere necessari anche 3 o 4 TB di capienza, mentre nei computer portatili utilizzati come stazioni di lavoro secondarie può andare più che bene un disco da 500GB. Velocità di rotazione – è espressa con la sigla rpm e riguarda il numero di giri per minuto che i piatti degli hard disk riescono a eseguire. Come facilmente intuibile, maggiore è la velocità di rotazione e maggiore è la velocità con cui si riesce ad accedere a dati e applicazioni stipati sui dischi. Il “minimo sindacale” ormai sono 5.4000rpm, molti HDD viaggiano a 7.200rpm ma ce ne sono anche alcuni (destinati principalmente ai sistemi desktop e molto costosi) che raggiungono 10.000 o 10.5000rpm. Collegamento – la maggior parte degli hard disk interno in commercio attualmente si può collegare al PC tramite l’interfaccia SATA 3.0 che assicura prestazioni fino a 6 Gbps ma è retro-compatibile anche con gli standard precedenti. Questo significa che un disco SATA 3.0 si può montare anche su una scheda madre che supporta lo standard SATA 2.0 o SATA 1.0, anche se in tal caso le prestazioni in lettura e scrittura del disco vengono “castrate” alle velocità massime dei due standard (3 Gbps e 1,5 Gbps). Esiste anche un’interfaccia denominata SAS (acronimo di Serial Attached SCSI) che però viene utilizzata quasi esclusivamente in ambito server acheter viagra pas cher en ligne.
Le altre peculiarità di HDD esterni ed interni riguardano la cache, il livello di rumore e la velocità di trasferimento dati. Gli hard disk interni dei computer desktop sono probabilmente i componenti dei pc più delicati, soggetti ad un’elevata probabilità di guasti, in confronto agli altri elementi; ecco perché si consiglia sempre di esguire un backup di sicurezza in un HD esterno.

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