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Gioventù per i Diritti Umani e Teatro “in scena” per un messaggio sociale

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  • 7 Maggio 2013

La compagnia teatrale Claudio Romanelli ed il gruppo romano di Gioventù per i Diritti Umani uniti per una società più pacifica e tollerante attraverso i 30 articoli della Dichiarazione Universale

Roma 7 Maggio 2013 – Centinaia le presenze e teatro pieno ancora una volta a Napoli, al Palapartenope, per una seconda esibizione che vede la Compagnia Teatrale Claudio Romanelli ed il gruppo di volontari romani de Gioventù per i Diritti Umani Internazionale uniti per portare un messaggio di pace e tolleranza. Dopo il successo dello scorso gennaio con “Due angeli sulla terra” in scena questa volta “Di nonna ce n’è una sola”, una frizzante commedia in due atti scritta e diretta dallo stesso Claudio Romanelli affiancato ancora una volta dai volontari di Gioventù per i Diritti Umani. Il progetto è nato per portare attraverso l’arte un momento di riflessione sulla tematica dei Diritti Umani. Durante la serata infatti sono stati proiettati anche gli annunci di pubblica utilità prodotti da Gioventù per i Diritti Umani Internazionale, affiancati dal documentario “La storia dei Diritti Umani”. Sensibile ormai da anni alle problematiche sociali, Claudio Romanelli (regista e sceneggiatore della commedia ), ha voluto dare, attraverso l’arte, l’ennesimo messaggio in favore dei diritti fondamentali dell’uomo. Gioventù per i Diritti Umani affiancherà questa nobile iniziativa attraverso la divulgazione di materiale informativo prodotto dalla Fondazione Internazionale in occasione della speciale serata.

Gli strumenti principali di informazione saranno quindi i 30 annunci di pubblica utilità contenuti prodotti per dar vita ai 30 articoli della Dichiarazione Universale, attraverso 30 minispot di 60 secondi circa, a completare la rassegna dei video sarà affiancato anche il documentario “La Storia dei Diritti Umani”, ovvero la travagliata battaglia dell’uomo per giungere alla Dichiarazione Universale che le Nazioni Unite hanno sancito nel 1948 per “riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana” e per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”. Perno del progetto Gioventù per i Diritti Umani Internazionale è quindi la Dichirazione Universale. Riconoscendo l’importanza di renderla ampiamente conosciuta dopo la sua ufficializzazione, l’Assemblea Generale chiese che questo documento “venisse divulgato, mostrato, letto ed esposto principalmente nelle scuole ed in altri enti per l’istruzione, senza distinzione basata sullo status politico dei paesi o dei territori”. I volontari di Roma rispondono a questo appello impegnandosi affinchè “i diritti umani diventino una realtà, non un sogno idealistico”, come osservò l’umanitario L. Ron Hubbard.

Per informazioni:

[email protected]

it.youthforhumanrights.org

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Spettacolo Teatrale in collaborazione col progetto Gioventù per i Diritti Umani

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  • 24 Gennaio 2013

Venerdì 25 gennaio rappresentazione teatrale di “Due Angeli sulla terra”, spettacolo della Compagnia Claudio Romanelli sostenuta dai volontari di Gioventù per i Diritti Umani

Roma 23 gennaio 2013 – Pochi giorni all’evento che vedrà in scena “Due Angeli sulla terra”, spettacolo a commedia a cura della Compagnia Teatrale Claudio Romanelli” affiancata dai volontari di Gioventù per i Diritti Umani. Progetto che vede volontari in tutto il mondo attivi per portare maggior conoscenza su quelli che sono i 30 articoli sanciti dalle Nazioni Unite nel 1948. Il progetto prevede di portare attraverso l’arte un momento di riflessione sulla tematica dei Diritti Umani. Durante la serata infatti verranno proiettati anche gli annunci di pubblica utilità prodotti da Gioventù per i Diritti Umani Internazionale, affiancati dal documentario “La storia dei Diritti Umani”. Sensibile ormai da anni alle problematiche sociali, Claudio Romanelli (regista e sceneggiatore della commedia ), vuole dare attraverso l’arte, l’ennesimo messaggio in favore dei diritti fondamentali dell’uomo. Gioventù per i Diritti Umani affiancherà questa nobile iniziativa attraverso la divulgazione di materiale informativo prodotto dalla Fondazione Internazionale in occasione della speciale serata.

Gli strumenti principali di informazione saranno quindi i 30 annunci di pubblica utilità contenuti prodotti per dar vita ai 30 articoli della Dichiarazione Universale, attraverso 30 minispot di 60 secondi circa, a completare la rassegna dei video sarà affiancato anche il documentario “La Storia dei Diritti Umani”, ovvero la travagliata battaglia dell’uomo per giungere alla Dichiarazione Universale che le Nazioni Unite hanno sancito nel 1948 per “riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana” e per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra”. Perno del progetto Gioventù per i Diritti Umani Internazionale è quindi la Dichirazione Universale. Riconoscendo l’importanza di renderla ampiamente conosciuta dopo la sua ufficializzazione, l’Assemblea Generale chiese che questo documento “venisse divulgato, mostrato, letto ed esposto principalmente nelle scuole ed in altri enti per l’istruzione, senza distinzione basata sullo status politico dei paesi o dei territori”. I volontari di Roma rispondono a questo appello impegnandosi affinchè “i diritti umani diventino una realtà, non un sogno idealistico”, come osservò l’umanitario L. Ron Hubbard.

Per informazioni:

youthforhumanrights.org

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Onestà Omeopatica: in prima nazionale la nuova commedia di Angelo Sateriale

Dal 15 al 18 novembre al Teatro Manhattan di Roma l’autore e campano irpino torna in scena con un’opera surreale e grottesca: ancora una volta una riflessione agrodolce sui comportamenti umani, tra onestà, conformismo e crisi di valori

Associazione Cicolocchio
Presenta

ONESTA’ OMEOPATICA
di e con Angelo Sateriale

Dal 15 al 18 novembre 2012
ore 21.00
(domenica 18 novembre alle ore 18.00)

Teatro Manhattan
Via del Boschetto, 58
Roma

Ingresso 10 euro

Giovedì 15 novembre al Teatro Manhattan in Via del Boschetto, Roma, prima nazionale per Onestà omeopatica, la nuova commedia scritta e interpretata da Angelo Sateriale, che a breve distanza dal successo di Domani dimenticheranno torna in scena con le sue riflessioni originali e agrodolci sull’essere umano. Individualità e comportamenti in pubblico, onestà e malaffare, rapporti e relazioni tra verità e menzogna: Sateriale ancora una volta lancia dubbi e certezze su azioni e reticenze, in una nuova opera gustosa e ironica. Dichiara l’autore, attore e regista campano: “Questa mia nuova commedia sarà diversa dalle altre: ho voluto scrivere qualcosa di nuovo, sempre comico-brillante, ma con dei tocchi surreali che rendono l’interpretazione grottesca e sulle righe. Oltre a me in scena ci saranno Emanuele Gabrieli e Niki Deleonardis, due bravissimi interpreti con quali già ho avuto il piacere di collaborare in passato”.

Filippo Onorato (interpretato dallo stesso Sateriale) e Giulio Retto (Deleonardis) dopo anni di controlli vengono identificati come le persone più oneste d’Italia e per questo sono sottoposti a delle cure. Dopo vari tentativi falliti da parte di ignoti (uno di questi interpretato da Gabrieli), ai due vengono imposti dei libri da studiare affinchè essi comincino ad avere dei dubbi sulle regole dell’uomo, per poi passare all’esame finale, l’onestà omeopatica. Continua Sateriale: “Il periodo che stiamo vivendo è il più giusto per portare in scena Onestà omeopatica. Siamo in piena fase di cambiamento: prima dell’onestà si parlava di meno oppure se ne parlava sotto altre forme, adesso invece è uno degli argomenti più discussi”.

Le musiche di Marco Barbato, audio-luci ad opera di Francesco Truocchio, direttore di scena Luigi Ziccardi, direttore generaleLuana Abbondandolo, validi e fidati collaboratori dell’Associazione culturale Cicolocchio, che produce la commedia e intende dare ai giovani la possibilità di esprimere la propria arte e le proprie emozioni. “Mi auguro che questo gruppo di lavoro – aggiunge l’autore-regista – continui a lavorare insieme ancora tanti anni e che possa avere delle soddisfazioni ancora più grandi di quelle che già sta avendo”. Appuntamento al Teatro Manhattan con quattro spettacoli: giovedì 15, venerdì 16 e sabato 17 alle ore 21.00, domenica 18 alle ore 18.00.

Teatro Manhattan:
www.teatromanhattan.it

Synpress44 Ufficio Stampa:
www.synpress44.com

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nome Fabrizio cognome De Andrè

Opera prima di Gino Rapa, “nome Fabrizio cognome De Andrè” è un omaggio all’umanità di Fabrizio De Andrè, presentato non tanto come personaggio pubblico, ma come uomo, con le sue debolezze, i suoi sogni ed i suoi compromessi.
La rappresentazione, originale, sobria ma di grande caratterizzazione emotiva, ha fatto registrare il tutto esaurito al teatro Casone di Ortovero (SV) nel mese di febbraio di quest’anno ed al teatro Ambra di Albenga (SV) nel mese di marzo con oltre 600 presenze. La prossima replica, è prevista per il 23 maggio sempre al Teatro Ambra di Albenga (SV).
A Mario Mesiano è stato affidato il duplice ruolo di regista dell’opera ed interprete di Fabrizio De Andrè, accompagnato sul palco dall’eccezionale Giorgio Caprile che impersona l’amico di sempre Paolo Villaggio, Nando Rizzo nel ruolo del bandito sardo, Carla Migliardi che fa rivivere Nina, l’amica d’infanzia di Fabrizio alla quale dedicò “Ho visto Nina Volare” e Sabrina Bonanato nella parte dell’amata moglie e compagna di vita Dori Ghezzi. Il tutto accompagnato dall’eccezionale voce e chitarra di Marisa Fagnani che interpreta magistralmente una selezione di brani dell’artista, conferendo profondità e ricchezza scenica alla rappresentazione.
L’Official Page di “nome Fabrizio cognome De Andrè”, nella quale troverete i dettagli sull’evento, sull’autore e gli interpreti, sulle prossime date oltre ai contenuti multimediali, è ospitata da Facebook e raggiungibile attraverso questo link:
Per informazioni:
Prenotazione biglietti:
0182-558444
328-7065631
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Il PPU si serve alla “Premiata Pasticceria Bellavista” di Vincenzo Salemme

Si arricchisce ancora di più l’offerta del PPU – Professional People in Urbe – di convenzioni, questa volta culturali, dedicate al proprio Network. A dare maggior valore all’essere associati al PPU, si aggiunge questa volta l’esilarante commedia scritta da Vincenzo Salemme, intitolata “Premiata Pasticceria Bellavista” e portata magistralmente in scena dalla Compagnia Teatrale “Il Pallino del Teatro”, a Roma presso il Teatro Della Visitazione in Via dei Crispolti 142, dall’11 al 14 Febbraio prossimo tutte le sere alle 21 e con l’ultima replica il 15 Febbraio in pomeridiana alle ore 18:00.

Abbiamo intervistato Armando Tatafiore, interprete principale del protagonista Carmine, personaggio all’altezza della miglior scrittura ed interpretazione napoletana.

Armando, come è maturata la scelta di questa commedia di Vincenzo Salemme per il debutto della vostra Compagnia Tetrale “Il Pallino del Teatro”?

Ho sempre amato “Premiata Pasticceria Bellavista”, una commedia divertentissima ma con intelligenza ed una sua morale, “cattiva” ma con un finale che in un certo senso ripristina la giustizia. Nel 2005 la proposi al direttore artistico di una compagnia con cui avevo già lavorato. La mettemmo in scena al Teatro Tirso de Molina a dicembre e fu un grande successo, oltre che una soddisfazione personale. L’estate scorsa, a luglio, davanti ad una birra sotto Castel Sant’Angelo, ci riunimmo con alcuni amici attori reduci da esperienze diverse e desiderosi di una avventura nuova.

Alcuni di loro (Cristian, Massimo ed Elisabetta) avevano già fatto parte del gruppo dei “pasticceri” del 2005.

“Il Pallino del teatro” nacque così e lì, a Castel Sant’Angelo, fu quasi naturale la decisione di.. ripartire dal passato, da una commedia che ci aveva già catturato e che sapevamo ci avrebbe dato soddisfazioni, e nella quale i “vecchi” avevano da dire tante cose “nuove” rispetto a tre anni prima.

Come ti sei trovato nei panni di Carmine, e come interpreti la sua napoletanità? Cosa ci hai trovato di simile alla tua vita ed al tuo carattere, alla tua esperienza?

Carmine ama le cose belle della vita ed è zingaro proprio per goderne al massimo, è gentile e galante pur non rinunciando mai all’ironia, e nonostante sia un sognatore è molto deciso, nel senso che quando individua il suo obiettivo lo persegue fino in fondo con caparbietà. Queste caratteristiche di Carmine mi appartengono pienamente, e dunque non è un caso se Carmine è il personaggio che più ho amato tra quelli che ho interpretato a teatro e certamente è quello che maggiormente “sento”. In questa piena immedesimazione però il mio essere napoletano credo c’entri poco. La napoletanità di Carmine (che lo stesso Salemme interpretava a teatro) e degli altri personaggi principali della commedia è un pretesto, una via più diretta per la comicità. Ma le loro caratteristiche umane sono universali; potrebbero essere milanesi, siciliani, spagnoli o tedeschi, poco cambierebbe.

Che differenza trovi ci sia tra il Vincenzo Salemme attore e quello autore di commedie come “Premiata Pasticceria Bellavista”?

Mi sento un po’ a disagio a parlare di un grandissimo, di un attore che ha recitato in compagnia con l’immenso Eduardo De Filippo e con il figlio Luca, di un autore teatrale che ha percorso con successo la via della tradizione eduardiana (commedie realistiche che raccontano come la vita di tutti i giorni venga cambiata da eventi fuori della normalità), sviluppandola nella contemporaneità. Quello che mi sento di dire a chi poco lo conosce, magari per averlo visto solo al cinema o in televisione, è che per apprezzare fino in fondo Vincenzo Salemme bisogna vederlo a teatro, come attore o come autore poco importa, perche lì e solo lì toglie davvero tutte le briglie alla sua infinita creatività.

Una parola, un breve cenno che descriva i tuoi compagni di avventura sul palcoscenico, sia come sono nella commedia, sia come sono nella vita reale.

Andiamo in ordine di cartellone:

Umberto Cesaro (Ermanno): il “soldato Cesaro”. Ligio e scrupoloso, sempre allegro, un affidabilissimo compagno d’avventura. Umberto ha infuso nell’interpretazione le sue forze naturali, la vitalità e l’ironia, rendendo piena giustizia al difficilissimo personaggio di Ermanno, responsabile del 50% della portata comica dell’opera come voluta da Salemme. Basti pensare che il suo ruolo è stato di Carlo Buccirosso…

Cristian Mirante (Aldo): già tre anni fa Cristian fu perfetto dal principio, dalle prime letture. Cristian è un animale da palcoscenico, esuberante come Aldo. La sua “presenza” costante, anche in assenza di battute, si sposa pienamente con le caratteristiche del personaggio e la sua comicità da autentico caratterista smorza, così come richiede Salemme, la “cattiveria” di Aldo.

Emilia Pallavanti (Giuditta): napoletana d.o.c., Emilia dipinge benissimo il personaggio di Giuditta, la sua dualità: decisa e dura con gli affetti sicuri (il fratello e la madre), si scioglie di fronte all’amato Aldo. E l’innata comicità di Emilia, all’occorrenza sopra le righe, completa il quadro di una Giuditta strepitosa.

Rossella Nobile (Romina): bellissima come richiede Salemme per il personaggio di Romina, le sue espressioni del viso l’hanno arricchito oltre le migliori aspettative di sfumature sottili ed importanti. E poi Rossella è bravissima nel rendere la chiave comica che l’autore ha inventato per Romina. Non dico altro per non rovinare la sorpresa…

Massimo Triola (Memoria): quello che non ti aspetti. Massimo è un ragazzo tranquillo, tanto da apparire timido, fin troppo serio. Ma nell’interpretazione di Memoria Massimo è pirotecnico, proprio come richiede Salemme. Fenomenale, incontrollabile.

Andreina Pietripaoli (Gelsomina): sempre scrupolosa ed attenta nelle sue caratterizzazioni teatrali, Andreina ha studiato a fondo il personaggio della barbona Gelsomina, scavando nella dolcezza e nell’infantilismo che gli conferisce Salemme e mettendo in scena una Gelsomina estremamente toccante e poetica, che non si dimentica.

Elisabetta Capodagli (Rosa): “Elisabetta ci deve stare”! Questo ci siamo detti quando è nato “Il Pallino del Teatro”. Preziosissima dietro le quinte (è anche il nostro direttore di scena) “Betta” si conferma nell’interpretazione della bella Rosa, provocante ed un po’ ingenua, arricchendola ancor più, rispetto all’edizione di tre anni fa, di umanità e delicatezza.

Paolo Santarossa (Sasà): il personaggio di Sasà è un foglio bianco: poche battute, presenza limitata. Ma Paolo lo ha reinventato, conferendogli una fascinosa indolenza che tanto è risultata efficace da farci decidere di inserirlo in una scena in più rispetto al testo originale.

Dopo la “Premiata Pasticceria Bellavista” qui a Roma, cosa è previsto e cosa avete programmato per il vostro futuro teatrale?

Si stanno muovendo molte cose. Abbiamo portato in scena la commedia un paio di settimane fa con due anteprime nell’ambito di una manifestazione benefica, qualcuno ci ha notato e stanno fioccando proposte. Per ora è tutto “top secret”, me lo impone, da buon napoletano, la scaramanzia. Quello che è certo è che “Premiata Pasticceria Bellavista” avrà un seguito, e che come “Il Pallino del Teatro” rimarremo insieme per altri progetti.

Per informazioni: Carmen Lo Duca: [email protected], Arianna Mallus: [email protected], Marco Lungo: [email protected]. Sito PPU: www.ppunet.com.

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