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Pasqualino Monti: La riforma della legge 84/94 sui porti “non può essere fermata”





''I porti, al contrario di gran parte degli asset pubblici, oggi sono una risorsa per il Paese, non un onere''






I porti italiani sono una risorsa per il Paese e non un onere. E' proprio dal sistema portuale che puo' partire una vera e propria rivoluzione in tutto il comparto della logistica, volano per riattivare un percorso di crescita. Ma per questo servono "risposte e soluzioni rapide" per la governance delle autorità portuali, che consentano loro di abbattere i tempi decisionali anche in materia di investimenti in nuove opere. E soprattutto servono interventi per rafforzare la loro "autodeterminazione finanziaria". Sono queste le sfide alle quali sono ora chiamati i porti italiani e a indicarle è stato il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti dal palco dell'assemblea annuale dell'associazione.

E' proprio sull'autodeterminazione finanziaria che Monti pone con forza l'accento. Si tratta, infatti, spiega, di individuare "soluzioni che realizzino non tanto un'autonomia finanziaria ma quella che oggi mi piace chiamare una autodeterminazione finanziaria, ovvero una capacità di sfruttare tutti gli strumenti possibili per realizzare in tempi brevi una nuova offerta portuale e garantire efficienza senza incidere sul bilancio dello Stato".

E, su questa strada, Assoporti guarda alla soluzione Cassa depositi e prestiti."Assoporti -afferma Monti- ha concentrato la sua attenzione e i suoi sforzi per trovare anche gli strumenti finanziari nuovi, le chiavi multiple per finanziare nuove infrastrutture senza impattare sui conti e sui limiti di spessa dello Stato. E parliamo di autonomia finanziaria che pure ha fruttato il riconoscimento del diritto dei porti a trattenere l'1% del loro gettito con un tetto massimo di 90 milioni. Lo sappiamo tutti, questi 90 milioni -evidenzia Monti- che dovrebbero essere suddivisi percentualmente e correttamente in modo virtuoso, sulla base di quanto ciascun porto a prodotto, non sono solo insufficienti, prefigurano un quadro probabilmente non coerente con le necessità di ridare competitività al sistema e, per altro, ancora oggi non sono stati resi disponibili".

La soluzione alla quale guarda Assoporti "prevede -spiega Monti- l'attuazione di un fondo che puo' essere fondo presso Cassa depositi e prestiti e nel quale collocare le risorse provenienti da una ulteriore quota addizionale del gettito Iva e le risorse per interventi perequativi dell'attuale previsione normativa e che ci consenta quindi di utilizzare tutti gli strumenti coerenti con l'obiettivo da raggiungere".

"La soluzione Cdp -insiste Monti- permetterebbe di garantire il coinvolgimento di un intermediario finanziario, abilitato ad attivare tutti gli strumenti finanziari, al tempo stesso coinvolgendo il sistema del credito nel funding di questi strumenti. Dal cofinanziamento dei project financing al coinvestimento del fondo a monte o negli investimenti nella società di progettazione a valle, fino alla sottoscrizione dei project bond". In questo modo, si potrà attivare "un effetto leva che libererebbe risorse per oltre 2 miliardi di euro a favore della portualità italiana consentendo la realizzazione delle opere che oltre che strategiche sono possibili semplicemente per troverebbero ragion d'essere nella loro redditività".

Fonte: Adnkronos


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