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Jabra vi spiega come aiutare le aziende ad aumentare i tassi di adozione delle UC

  • Nonostante gli evidenti benefici in termini di produttività e comunicazione, quasi la metà (44%) dei professionisti IT dichiara che i dipendenti sono ancora riluttanti a rinunciare a strumenti esistenti e tradizionali per l’adozione di nuove tecnologie UC.
  • L’industria IT deve lavorare in collaborazione più stretta con le imprese per creare nuovi incentivi per i dipendenti al fine di incoraggiare una maggiore adozione di tecnologie UC.
  • Jabra chiede alle aziende che implementano soluzioni UC di prendere in considerazione il comportamento umano e la naturale paura del cambiamento e pensare oltre l’implementazione, al fine di trovare modi creativi per aumentarne l’adozione. 

Milano, 27 APRILE 2015Jabra, produttore di soluzioni per le comunicazioni a mani libere, chiede oggi all’industria IT di assumersi maggiore responsabilità per aiutare le aziende a formare e incentivare i propri dipendenti al fine di favorire ed incrementare l’implementazione delle tecnologie di comunicazione unificata.

Attualmente, I tassi di adozione delle UC  sono a un livello molto basso  (10 %) a causa dell’esitazione dei dipendenti a rinunciare ai propri modelli di lavoro e strumenti conosciuti. E mentre le aziende stanno spendendo migliaia di euro nell’implementazione di nuove tecnologie, i dipendenti ancora non riescono a capire come tali soluzioni possano avere effetti positivi sui loro livello di produttività e di efficienza lavorativa.

Jabra considera la formazione e gli incentivi fondamentali, ma anche avere un piano di adozione a livello aziendale, è un elemento chiave per un’implementazione di successo e per garantire che le aziende ottengano velocemente un rendimento effettivo sul loro investimento (ROI).

Per supportare le aziende in questo complesso, ma indispensabile processo, Jabra ha pubblicato un Business Report che può rivelarsi utile per comprendere come meglio strutturare l’adozione degli strumenti di comunicazione unificata, come combattere le più comuni resistenze e come i venditori debbano lavorare con i propri clienti per aiutare gli utenti finali a comprendere e ad abbracciare questa transizione.

Jabra ritiene che la chiave  per migliorare i tassi di adozione sia di creare una “squadra d’implementazione” coinvolgendo esperti aziendali provenienti da diverse aree funzionali tra cui IT, Marketing e Comunicazione, Risorse Umane. Coinvolgendoli nel progetto fin dall’inizio, sollecitando il loro apporto e le loro competenze durante tutta l’implementazione e garantendo loro un sostegno continuo, le aziende avranno più probabilità di ottenere un’adozione efficace, rapida e globale.

“Il nostro lavoro, in qualità di professionisti dell’IT consiste non solo nel rispettare i tempi e i budget dei nostri clienti, ma anche – e soprattutto – nel contribuire a favorire l’adozione di nuovi strumenti IT che possano migliorare la comunicazione, la collaborazione, il dialogo e la concentrazione dei lavoratori”, commenta Holger Reisinger, Vice President Marketing di Jabra Products & Alliances 

“In questo senso le Unified Communications sono un fattore chiave dell’interconnessione delle economie di oggi basate sulla conoscenza. Allo stesso tempo, questi nuovi strumenti richiedono nuovi comportamenti per garantire che gli utenti finali adottino le UC in modo efficiente e duraturo. Non importa quanto vantaggiosa possa essere la vostra nuova tecnologia; forse non tutti condivideranno la vostra passione per essa. Per favorire la sua accettazione, è necessario dimostrare concretamente i vantaggi che può portare ai dipendenti e incoraggiare la sua adozione in maniera soft”, conclude Reisinger.

Attualmente i piani di implementazione UC  iniziano a prendere in considerazione i modelli di comportamento degli utenti finali e a lavorare su di essi, studiando teorie e paradigmi provenienti dal campo dell’economia comportamentale per superare la resistenza dei dipendenti verso il cambiamento. Questo di solito implica l’uso di suggerimenti indiretti e di rinforzo positivo per influire sulle scelte, anziché il tradizionale modello fatto di mere imposizioni dall’alto.

Jabra sta lavorando a stretto contatto con i suoi clienti per fornire esempi concreti di alcuni di questi nuovi metodi, tra cui creare concorsi a premi tra i lavoratori per incentivare l’adozione degli strumenti UC, costruire comunità online per condividere esperienze d’uso, attivare un dialogo bidirezionale per rispondere ad eventuali quesiti o perplessità, e premiare i lavoratori o reparti che adottano prima e in modo efficiente le nuove tecnologie UC.

Per ottenere ulteriori informazioni su come aumentare I tassi di adozione, aiutare i dipendenti a comprendere i vantaggi delle tecnologie UC o per saperne di più sulla visione di Jabra riguardo ai nuovi metodi di lavoro visitate:  http://www.jabra.com/campaigns/nwow

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Informazioni su Jabra

Jabra è un marchio di GN Netcom, società controllata da GN Store Nord A/S (GN) – quotata al NASDAQ OMX. Jabra conta circa 925 dipendenti in tutto il mondo e nel 2012 ha raggiunto un fatturato pari a 2,612 million DKK. Jabra, produttore numero uno al mondo di innovative soluzioni audio a mani libere, con le sue divisioni business e consumer, sviluppa, produce e commercializza una vasta gamma di auricolari, speakerphone e cuffie Wireless e con filo per la telefonia mobile, gli uffici, i mobile worker e i Contact Center.

Per maggiori informazioni sull’azienda, visitare: www.it.jabra.com 

Facebook: https://www.facebook.com/JabraIT  

Twitter:   https://twitter.com/JabraItalia  

Jabra Blog:  http://blog.jabra.com 

© 2014 GN Netcom A/S. Tutti i diritti sono riservati. Jabra® è un marchio registrato di GN Netcom A/S. Tutti gli altri marchi qui menzionati appartengono ai rispettivi proprietari.

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NUOVO PROGETTO SCOLASTICO PER CCS ITALIA

La comunità di Nhangalale, in Mozambico, situata nel distretto di Marínguè, Provincia di Sofala, è la zona che ha subito le maggiori ripercussioni della guerra civile. Negli ultimi anni la situazione è migliorata, ma la povertà è ancora molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali che costituiscono la quasi totalità della superficie provinciale. Nel corso dell’ultimo biennio, CCS Italia (una delle principali associazioni onlus italiane) ha messo in atto un piano di riorganizzazione delle attività e della sua presenza in questa provincia, in particolare proprio a Nhangalale, dove i bambini non godono appieno del diritto all’educazione e dove c’è l’esigenza di risolvere i problemi che stanno alla base di questa privazione.

Oggi, l’unica scuola della comunità è una costruzione precaria in legno che non è sufficiente ad ospitare tutti i 339 alunni, costringendo così due classi ad assistere alle lezioni all’ombra degli alberi all’esterno. A pochi anni dalla sua edificazione, la struttura inizia già a presentare segni di cedimento strutturale in più parti, mettendo a rischio la sicurezza di alunni ed insegnanti. Inoltre, la scuola offre solo il primo grado di istruzione primaria (dalla prima alla quinta), e solo una ristretta minoranza ha la possibilità di trasferirsi nel distretto di Marínguè per frequentare gli ultimi 2 anni del ciclo primario. L’obiettivo di CCS in nome dellasolidarietà a distanza è di costruire un’infrastruttura scolastica composta da 3 aule, 1 segreteria amministrativa e 3 servizi igienici per mettere in sicurezza la comunità scolastica e, al tempo stesso, cercare di “attirare” a scuola quelle bambine e quei bambini (stimati dal leader comunitario in un centinaio) che non la frequentano. L’esperienza mozambicana dimostra, infatti, che un edificio scolastico in muratura funziona da elemento catalizzatore che incentiva i genitori a mandare i propri figli a scuola e gli stessi alunni a frequentarla. Grazie alla nuova infrastruttura, Nhangalale potrà finalmente disporre del ciclo primario completo (dalla prima alla settima classe), offrendo così a tutte le bambine e i bambini della comunità la possibilità di concludere il ciclo di studi primario.

A beneficiarne saranno 56 famiglie che vivono nei pressi della sede amministrativa e le altre, circa 130, che vivono in zone più remote ma i cui figli frequentano la scuola di Nhangalale. Inoltre i beneficiari diretti dell’iniziativa saranno i 390 alunni previsti per l’anno scolastico 2011 e i 3 insegnanti in ruolo presso la Scuola Primaria di Nhangalale. CCS costruirà l’edificio in economia, grazie al lavoro della sua qualificata e ormai collaudata squadra di edili ed alla partecipazione volontaria della comunità beneficiaria nonché del sostegno a distanza. L’intervento volontario dei membri della comunità ai lavori, infatti, riveste un ruolo di fondamentale importanza per la sostenibilità, intesa come conservazione dell’edificio negli anni. Partecipando attivamente ai lavori le persone, infatti, percepiscono l’infrastruttura come di loro proprietà, aumentando così la possibilità che prestino attenzione al suo uso e alla sua manutenzione nel corso degli anni.

Luther Blissett

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CCS ITALIA PER LA SCUOLA IN MOZAMBICO

Nel corso dell’ultimo biennio, CCS Italia (una delle principali associazioni onlus italiane) ha messo in atto un piano di riorganizzazione delle attività e della sua presenza nella Provincia di Sofala, in particolare Nhangalale, dove i bambini non godono appieno del diritto all’educazione e dove c’è l’esigenza di risolvere i problemi che stanno alla base di questa privazione. La comunità di Nhangalale, in Mozambico, situata nel distretto di Marínguè, è la zona che ha subito le maggiori ripercussioni della guerra civile. Negli ultimi anni la situazione è migliorata, ma la povertà è ancora molto diffusa, soprattutto nelle zone rurali che costituiscono la quasi totalità della superficie provinciale.

Oggi, l’unica scuola della comunità è una costruzione precaria in legno che non è sufficiente ad ospitare tutti i 339 alunni, costringendo così due classi ad assistere alle lezioni all’ombra degli alberi all’esterno. A pochi anni dalla sua edificazione, la struttura inizia già a presentare segni di cedimento strutturale in più parti, mettendo a rischio la sicurezza di alunni ed insegnanti. Inoltre, la scuola offre solo il primo grado di istruzione primaria (dalla prima alla quinta), e solo una ristretta minoranza ha la possibilità di trasferirsi nel distretto di Marínguè per frequentare gli ultimi 2 anni del ciclo primario. L’obiettivo di CCS in nome dellasolidarietà a distanza è di costruire un’infrastruttura scolastica composta da 3 aule, 1 segreteria amministrativa e 3 servizi igienici per mettere in sicurezza la comunità scolastica e, al tempo stesso, cercare di “attirare” a scuola quelle bambine e quei bambini (stimati dal leader comunitario in un centinaio) che non la frequentano. L’esperienza mozambicana dimostra, infatti, che un edificio scolastico in muratura funziona da elemento catalizzatore che incentiva i genitori a mandare i propri figli a scuola e gli stessi alunni a frequentarla. Grazie alla nuova infrastruttura, Nhangalale potrà finalmente disporre del ciclo primario completo (dalla prima alla settima classe), offrendo così a tutte le bambine e i bambini della comunità la possibilità di concludere il ciclo di studi primario.

A beneficiarne saranno 56 famiglie che vivono nei pressi della sede amministrativa e le altre, circa 130, che vivono in zone più remote ma i cui figli frequentano la scuola di Nhangalale. Inoltre i beneficiari diretti dell’iniziativa saranno i 390 alunni previsti per l’anno scolastico 2011 e i 3 insegnanti in ruolo presso la Scuola Primaria di Nhangalale. CCS costruirà l’edificio in economia, grazie al lavoro della sua qualificata e ormai collaudata squadra di edili ed alla partecipazione volontaria della comunità beneficiaria nonché del sostegno a distanza. L’intervento volontario dei membri della comunità ai lavori, infatti, riveste un ruolo di fondamentale importanza per la sostenibilità, intesa come conservazione dell’edificio negli anni. Partecipando attivamente ai lavori le persone, infatti, percepiscono l’infrastruttura come di loro proprietà, aumentando così la possibilità che prestino attenzione al suo uso e alla sua manutenzione nel corso degli anni.

Luther Blissett

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CRESCERE INSIEME IN MOZAMBICO

Oltre il 60 per cento della popolazione in Mozambico vive in aree rurali e dipende dall’attività agricola con scarse possibilità di accesso alle informazioni sui mercati e allo sviluppo di capacità tecniche e di strumenti per l’agricoltura. La Provincia di Inhambane, è una delle aree più isolate e proprio qui CCS Italia Onlus (una delle principali associazioni solidarietà italiane), in collaborazione con l’Università di Sviluppo Rurale “Eduardo Mondlane” di Vilankulo, ha avviato la realizzazione del progetto “Crescere Ins(i)eme”.

L’obiettivo è di sviluppare, entro la fine del 2010, le capacità produttive nel settore agricolo delle famiglie dei bambini che studiano nelle scuole supportate da CCS Italia nel distretto di Vilankulo, per garantire il miglioramento delle loro condizioni economiche; tutto questo grazie all’attività del donare online. Il progetto di CCS Italia, in linea con il Primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio, ovvero sradicare la povertà estrema e la fame, si articola in differenti attività volte a migliorare le capacità agricole e la produzione dei prodotti locali.

L’educazione rimane uno degli obiettivi primari degli interventi di CCS Italia nel campo dell’adozione bambini a distanza: queste azioni ne agevolano il raggiungimento concentrandosi su altri aspetti della vita di queste comunità per far sì che possano acquisire competenze e conoscenze da trasmettere alle nuove generazioni. Le attività previste sono: interventi sull’infrastruttura fisica del territorio, attività generatrici di reddito per le madri, formazione dei professori sulle tecniche agricole (utilizzo dell’acqua e delle pratiche di bonifica del territorio), fornitura di piante, sementi e fertilizzanti, formazione per la commercializzazione dei prodotti agricoli locali, assistenza ai minori e alle loro famiglie in stato di vulnerabilità ed estrema povertà.

Luther Blissett

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CCS ITALIA PER LE FAMIGLIE DEL MOZAMBICO

La Provincia di Inhambane, è una delle aree più isolate del Mozambico e proprio qui CCS Italia Onlus (una delle principali associazioni solidarietà italiane), in collaborazione con l’Università di Sviluppo Rurale “Eduardo Mondlane” di Vilankulo, ha avviato la realizzazione del progetto “Crescere Ins(i)eme”. Questo perché oltre il 60 per cento della popolazione vive in aree rurali e dipende dall’attività agricola con scarse possibilità di accesso alle informazioni sui mercati e allo sviluppo di capacità tecniche e di strumenti per l’agricoltura.

L’obiettivo è di sviluppare, entro la fine del 2010, le capacità produttive nel settore agricolo delle famiglie dei bambini che studiano nelle scuole supportate da CCS Italia nel distretto di Vilankulo, per garantire il miglioramento delle loro condizioni economiche; tutto questo grazie all’attività del donare online. Il progetto di CCS Italia, in linea con il Primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio, ovvero sradicare la povertà estrema e la fame, si articola in differenti attività volte a migliorare le capacità agricole e la produzione dei prodotti locali.

L’educazione rimane uno degli obiettivi primari degli interventi di CCS Italia nel campo dell’adozione bambini a distanza: queste azioni ne agevolano il raggiungimento concentrandosi su altri aspetti della vita di queste comunità per far sì che possano acquisire competenze e conoscenze da trasmettere alle nuove generazioni. Le attività previste sono: interventi sull’infrastruttura fisica del territorio, attività generatrici di reddito per le madri, formazione dei professori sulle tecniche agricole (utilizzo dell’acqua e delle pratiche di bonifica del territorio), fornitura di piante, sementi e fertilizzanti, formazione per la commercializzazione dei prodotti agricoli locali, assistenza ai minori e alle loro famiglie in stato di vulnerabilità ed estrema povertà.

Luther Blissett

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A KOH TUI UN NUOVO ASILO CON CCS ITALIA

Il villaggio di Koh Tui è il più piccolo dei 4 villaggi dell’isola di Koh Rong, a 30 km dalla terraferma. E’ abitato da 70 famiglie che si sostengono attraverso la pesca, sempre più in declino. CCS Italia, una delle principali associazioni solidarietà italiane, da 3 anni sostiene la scuola primaria locale, frequentata da 50 bambini. Koh Tui è l’unico dei cinque villaggi delle due isole dove opera CCS Italia, dove ancora non esiste un asilo.

Grazie all’attività del donare online, CCS Italia prosegue questo progetto ed ha già individuato l’insegnante che inizierà il corso di formazione tra fine settembre e ottobre. Verrà utilizzata una struttura fatiscente già esistente che sarà riabilitata ed adibita in parte all’asilo, in parte a cucina. La comunità del villaggio parteciperà a titolo gratuito alla ristrutturazione dell’edificio.

Nel 2007 visitammo per la prima volta il villaggio con l’obiettivo di verificare cosa si sarebbe potuto fare per aiutare i bambini e la comunità. Fummo avvertiti della presenza di “due bambini molto malati”. Andammo a vederli nella loro abitazione, ma non ci saremmo mai aspettati di vedere che questi due bambini erano ammalati, sì, ma di una malattia genetica rarissima chiamata Ittiosi, genetica ed inguaribile, anche se assolutamente non contagiosa. Il più grande, Parà allora di 3 anni e mezzo, e Srey Net, una bambina con poco meno di un anno avevano la pelle a squame e strisce, come i pesci, da qui il nome Ittiosi, le dita di piedi e mani saldate tra loro, le orecchie saldate alla testa. Da allora CCS Italia, che si occupa prevalentemente di adozione bambini a distanza, sostiene i due fratelli attraverso cure e assistenza medica. La piccola Srey Net, che finalmente oggi può chiudere le palpebre, grazie all’operazione chirurgica dello scorso luglio, sarà, insieme al fratellino, una dei 30 bambini che beneficeranno dell’asilo. Questa storia, in particolare, ci lega al villaggio di Koh Tui (Koh Tui vuol dire “piccola Isola”, nome dovuto alla piccola isola in fronte alla baia).

Luther Blissett

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CCS ITALIA PER I BAMBINI DELL’ISOLA DI KOH RONG

CCS Italia, una delle principali associazioni solidarietà italiane, da 3 anni sostiene la scuola primaria locale di Koh Tui, frequentata da 50 bambini. Il villaggio di Koh Tui è il più piccolo dei 4 villaggi dell’isola di Koh Rong, a 30 km dalla terraferma. E’ abitato da 70 famiglie che si sostengono attraverso la pesca, sempre più in declino. Koh Tui è l’unico dei cinque villaggi delle due isole dove opera CCS Italia, dove non esiste ancora un asilo.

Grazie all’attività del donare online, CCS Italia prosegue questo progetto ed ha già individuato l’insegnante che inizierà il corso di formazione tra fine settembre e ottobre. Verrà utilizzata una struttura fatiscente già esistente che sarà riabilitata ed adibita in parte all’asilo, in parte a cucina. La comunità del villaggio parteciperà a titolo gratuito alla ristrutturazione dell’edificio.

Nel 2007 visitammo per la prima volta il villaggio con l’obiettivo di verificare cosa si sarebbe potuto fare per aiutare i bambini e la comunità. Fummo avvertiti della presenza di “due bambini molto malati”. Andammo a vederli nella loro abitazione, ma non ci saremmo mai aspettati di vedere che questi due bambini erano ammalati, sì, ma di una malattia genetica rarissima chiamata Ittiosi, genetica ed inguaribile, anche se assolutamente non contagiosa. Il più grande, Parà allora di 3 anni e mezzo, e Srey Net, una bambina con poco meno di un anno avevano la pelle a squame e strisce, come i pesci, da qui il nome Ittiosi, le dita di piedi e mani saldate tra loro, le orecchie saldate alla testa. Da allora CCS Italia, che si occupa prevalentemente di adozione bambini a distanza, sostiene i due fratelli attraverso cure e assistenza medica. La piccola Srey Net, che finalmente oggi può chiudere le palpebre, grazie all’operazione chirurgica dello scorso luglio, sarà, insieme al fratellino, una dei 30 bambini che beneficeranno dell’asilo. Questa storia, in particolare, ci lega al villaggio di Koh Tui (Koh Tui vuol dire “piccola Isola”, nome dovuto alla piccola isola in fronte alla baia).

Luther Blissett

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Convegno Cifa Onlus a Roma: 30 anni di adozione internazionale. 4 Novembre 2010

In occasione del trentennale del Cifa, rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dell’associazionismo si incontreranno giovedì 4 novembre a Roma per fare il punto sui cambiamenti dell’istituto dell’adozione internazionale negli ultimi 30 anni.

Come è cambiata l’adozione internazionale in questi ultimi anni? Come è cambiato l’approccio dei futuri genitori adottivi, l’accesso alle adozioni e le leggi in materia? Quali sono oggi i paesi di provenienza dei minori? A queste e ad altre domande cercheranno di rispondere giovedì 4 novembre, dalle ore 9.30 alle 14.00, presso la Sala Conferenze di Palazzo Marini, via del Pozzetto 105 (Camera dei Deputati), esponenti autorevoli del Governo, delle Istituzioni, del mondo politico, dei servizi sociali e dell’associazionismo.

Interveranno il Presidente del Cifa, Gianfranco Arnoletti, l’on. Alessandra Mussolini, presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia, Simonetta Matone, Capo Gabinetto del Ministero per le Pari Opportunità, Daniela Bacchetta, Vice Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, Melita Cavallo, Presidente del Tribunale per i Minori di Roma, Leonardo Luzzatto, Psicologo Dirigente ASL RMB, Marco Scarpati, Direttore Cooperazione Internazionale Cifa Onlus. Il dibattito sarà moderato da Danila Bonito, inviata del TG1.

Sarà un’occasione per ripercorrere le tappe fondamentali dell’adozione internazionale, partendo proprio dalla storia del Cifa, uno degli enti storici e tra i primi per numero di adozioni internazionali effettuate.

Nel corso dell’incontro sarà proiettato lo speciale Tv7 “I bambini della Cambogia” realizzato da Danila Bonito, la quale racconterà al pubblico l’esperienza della sua recente missione in Cambogia.

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Cifa Onlus è un’organizzazione non governativa nata nel 1980, impegnata a tutelare i diritti fondamentali dei bambini del mondo, così come sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, con gli strumenti della cooperazione allo sviluppo, dell’adozione internazionale e della promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Cifa Onlus

Via Ugo Foscolo 3, 10126 Torino – tel. 011 4344133

[email protected]www.cifaong.it

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Il Nepal sostenuto da CCS Italia

CCS Italia, una delle principali associazioni onlus italiane, torna in Nepal con un nuovo progetto assistenziale volto a migliorare le condizioni di vita e di sviluppo, fisico e psicologico, dei bambini che vivono nelle prigioni insieme ai loro familiari detenuti.

Il partner di CCS Italia in questa nuova sfida nella solidarietà a distanza è PA Nepal, una delle principali ONG nepalesi la quale dirige già con successo tre case di accoglienza per i bambini i cui genitori stanno scontando una pena nelle carceri del paese. In queste prigioni i detenuti non hanno possibilità di partecipare a corsi di formazione e di orientamento professionale, per loro non sono previsti programmi di sviluppo e miglioramento personale che li preparino al ritorno alla vita civile una volta scontata la pena.

Per questa ragione, il nuovo progetto di sostegno a distanza, ideato da CCS Italia, intende allestire corsi di orientamento professionale all’interno delle carceri, con l’obiettivo di creare fondi che consentano la costituzione di piccole imprese gestite dai detenuti, con il supporto e la supervisione dello staff di PA Nepal. Il progetto andrà così incontro ai bisogni più sentiti dai detenuti: le imprese avranno un profitto che gli stessi potranno condividere per migliorare la propria condizione e quella dei propri figli.

Luther Blissett

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CCS Italia in aiuto delle famiglie nepalesi

CCS Italia, una delle principali associazioni onlus italiane, torna in Nepal con un nuovo progetto assistenziale volto a migliorare le condizioni di vita e di sviluppo, fisico e psicologico, dei bambini che vivono nelle prigioni insieme ai loro familiari detenuti.

Il partner di CCS Italia in questa nuova sfida nella solidarietà a distanza è PA Nepal, una delle principali ONG nepalesi la quale dirige già con successo tre case di accoglienza per i bambini i cui genitori stanno scontando una pena nelle carceri del paese. In queste prigioni i detenuti non hanno possibilità di partecipare a corsi di formazione e di orientamento professionale, per loro non sono previsti programmi di sviluppo e miglioramento personale che li preparino al ritorno alla vita civile una volta scontata la pena.

Allestire corsi di orientamento professionale all’interno delle carceri sarà quindi il nuovo obiettivo di CCS Italia nel sostegno a distanza. Grazie ai fondi raccolti si consentirà la costituzione di piccole imprese gestite dai detenuti; questi ultimi potranno soddisfare i loro bisogni più sentiti grazie ai profitti, derivati dalla gestione delle imprese stesse, migliorando la propria condizione e quella dei propri figli, il tutto sotto la supervisione dello staff di PA Nepal.

Luther Blissett

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CCS Italia sostiene Haiti

Dopo il terremoto del 12 gennaio 2010 a Port au Prince, Haiti, sono stati spazzati via tutti i posti che da sempre caratterizzavano la vita sociale e culturale della città. La ricostruzione è in divenire, anche grazie a CCS Italia, società onlus che fa dell’adozione a distanza la sua forza.

Su 61 scuole, solo 1 è rimasta in piedi, e lo stesso è accaduto per le 30 chiese. Gli ambulatori medici prima del terremoto erano 30, ora solo 2 sono accessibili e in grado di offrire servizi di assistenza. Questo il drammatico scenario che proviene dai racconti dei coordinatori di progetto dell’associazione ProgettoMondo.Mlal, partner di CCS Italia nell’intervento ad Haiti.

CCS Italia, leader nel progetto di sostegno a distanza dei bambini meno fortunati del mondo, ha deciso di aiutare la ricostruzione di 4 edifici scolastici a Legane, in stretta collaborazione con PROGETTO MONDO MLAL di Verona. Tra i circa 1000 fruitori del progetto sopraccitato ci saranno più di 200 bambini delle scuole distrutte.

Luther Blissett

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La finanziaria per le associazioni onlus

I programmi di CCS Italia sono incentrati sull’adozione a distanza dei bambini bisognosi. In questo modo si possono aiutare i bambini delle zone più povere del mondo, o in improvvisa emergenza, come i bambini terremotati di Haiti.

Anche quest’anno la legge finanziaria ha confermato la possibilità per le persone fisiche di destinare agli enti no profit o di sostegno il 5×1000 della propria imposta sul reddito. Il 5 per mille non costa nulla: anche quando non viene devoluto a nessuna associazione, resta parte delle imposte che vengono incamerate dello Stato.

Destinare il 5×1000 non vuol dire non destinare l’8×1000: infatti si possono compiere entrambe le operazioni senza ripercussione sulla cifra da pagare per le tasse. Tutte le attività di CCS Italia, come il sostegno a distanza, sono correttamente rendicontate come previsto dalla legge.

Luther Blissett

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Aiutiamo i bambini a distanza

CCS ti permette la formula di solidarietà a distanza che più ti è congeniale: dalla donazione libera al sostegno per un progetto specifico su CCS in Italia e nel mondo oppure con lasciti testamentari e donazioni in memoria.

I benefici del sostegno a distanza non riguardano solamente le vite dei singoli bambini e la loro istruzione: i fondi raccolti vengono impiegati anche a favore di famiglie e comunità, con progetti di prevenzione sanitaria, generazione di reddito, protezione dei soggetti più deboli.

Tra i vari progetti, in questo momento è molto più importante l’aiuto per i terremotati di Haiti. Abbiamo già stanziato 50.000 euro, derivati dal 5×1000 del 2007. Per poter raggiungere il budget complessivo di 280.000 euro, e costruire scuole, un centro accoglienza per i senza tetto e un servizio di assistenza psicologica abbiamo bisogno anche di te.

Luther Blissett

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Un sostegno in più per Haiti: CCS Italia

CCS Italia sostiene la ricostruzione di quattro scuole ad HAITI. Subito 50.000 euro da parte dell’associazione, che sfida la città a completare la raccolta fondi. 3.000.000 di persone colpite, circa 700.000 sfollati e oltre 150.000 morti accertati nelle prime due settimane dal sisma del 12 gennaio scorso hanno dato il via ad un’autentica gara di solidarietà internazionale verso la popolazione di Haiti, finalizzata in particolare a fronteggiare le prime fasi, quelle di estrema emergenza.

Queste quattro scuole a cui CCS destinerà da subito i 50.000 euro, sorgevano nella zona di Leogane, a 35 km da Port au Prince, l’area più colpita dal terremoto. Questi euro fanno parte della raccolta effettuata con la destinazione del 5×1000 dell’anno 2007. Siccome gli aiuti non si esauriranno con i primi soccorsi, CCS pensa a progetti a medio e lungo termine, con persone che conoscano il territorio, quali l’educazione dei bambini del sud del mondo e la solidarietà a distanza.

CCS conta di raggiungere, con l’aiuto di Genova e della Liguria, 120.000 euro, cifra che completerebbe la raccolta. Per fare ciò, chiamano a raccolta coloro i quali danno sostegno a distanza per aiutarli a raccogliere la cifra necessaria per tradurre il progetto in realtà.

Luther Blissett

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Tutte le informazioni per l’adozione a distanza

La quasi totalità dei nostri interventi nel Sud del mondo è basata su programmi di sostegno a distanza (SAD). Grazie a questa forma di solidarietà, i bambini che aiutiamo possono frequentare la scuola, ricevere un’istruzione ed emanciparsi da situazioni di povertà e degrado, senza essere costretti ad abbandonare il proprio Paese d’origine, la propria famiglia, la comunità cui appartengono.

Il sostegno a distanza permette di sensibilizzare l’opinione pubblica alle problematiche del Sud del mondo, e consentire cooperazione a lungo termine. Le adozioni a distanza non interessano solo le vite dei singoli bambini e la loro istruzione: i soldi raccolti vengono usati anche per la protezione dei soggetti più deboli, a favore di famiglie e comunità e progetti di prevenzione sanitaria.

Per chi è deciso a diventare sostenitore a distanza con CCS si propongono tre formule differenziali di sostegno: Sostegno collettivo “SOSTIENI LA SCUOLA”: Con un versamento mensile di 8,00 euro il sostenitore riceve una fotografia degli studenti che sostiene e la scheda della relativa scuola. Sostegno scolastico: con 13,00 euro mensili il sostenitore riceve la scheda con la sua storia e una fotografia del bambino. Sostegno completo: questo supporto prevede il versamento di 21,00 euro mensili. Il sostenitore riceve una storia del minore con la sua fotografia e la storia personale.

Luther Blissett

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Adozioni a distanza

Questi programmi di adozione a distanza sono a sostegno dei Paesi del Sud del Mondo e coprono la quasi totalità delle nostre attività. Grazie a questa solidarietà i bambini possono, senza abbandonare famiglia e paese, avere un’istruzione, frequentare normalmente una scuola ed emanciparsi da povertà e degrado. La famiglia e le comunità di appartenenza vengono aiutate con i soldi raccolti. Tale denaro verrà impiegato per progetti di prevenzione sanitaria, protezione dei soggetti in situazione di svantaggio e generazione di reddito.

Adottare un bambino a distanza dà la possibilità di sentirsi più vicini ai bambini e alle proprie comunità,oltre che venire a conoscenza delle loro problematiche con un’azione a lungo termine. I donatori riceveranno annualmente una foto recente del bambino insieme alla corrispondenza da parte dello stesso o del responsabile della scuola sostenuta.

Attraverso l’area appositamente realizzata, registrandosi al sito di CCS Italia Onlus (www.ccsit.org), si potranno visualizzare i propri dati anagrafici, controllare lo storico dei pagamenti per le donazioni effettuate e sapere i dati anagrafici del bambino che si è adottato. Infine si potrà avere accesso a tutta una serie di documenti d’interesse: fotografie sul progetto sostenuto, rapporto di comunità, testimonianze sulle attività realizzate nella comunità e nel Paese in cui vivono i beneficiari del loro aiuto e il rapporto annuale con i dati di bilancio.

Luther Blissett

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