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Il trattamento delle acque reflue

Che cosa sono le acque reflue? Le acque reflue (dette anche acque di scarico) sono tutte quelle acque la cui qualità è stata pregiudicata dall’azione antropica dopo il loro utilizzo in attività domestiche, industriali e agricole, diventando quindi inidonee a un loro uso diretto in quanto contaminate da diverse tipologie di sostanze organiche e inorganiche pericolose per la salute e per l’ambiente.

Per questo motivo non possono essere reimmesse nell’ambiente poiché il terreno, il mare, i fiumi e i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla propria capacità autodepurativa senza vedere compromessi normali equilibri dell’ecosistema.

Il trattamento di depurazione dei liquami urbani consiste in una successione di più fasi (o processi) durante i quali, dall’acqua reflua vengono rimosse le sostanze indesiderate, che vengono concentrate sotto forma di fanghi, dando luogo a un effluente finale di qualità tale da risultare compatibile con la capacità autodepurativa del corpo ricettore (terreno, lago, fiume o mare mediante condotta sottomarina o in battigia) prescelto per lo sversamento, senza che questo ne possa subire danni (ad esempio dal punto di vista dell’ecosistema a esso afferente).

I principali sistemi di trattamento delle acque reflue , in uso ancora oggi laddove non ci sia collegamento con la rete fognaria o il depuratore, sono il pozzo nero, la fossa settica e la fossa Imhoff.

La fossa biologica

La fossa biologica o fossa settica convenzionale è una fognatura di tipo statico, che viene di norma utilizzata nel caso di condomini e gruppi di case isolati e in generale di tutte quelle utenze non servite dalla fognatura dinamica.

Spesso l’effluente può essere oggetto di un trattamento secondario, a mezzo ad esempio di subirrigazione, di fitodepurazione, di trincea drenante.

Tale metodo garantisce un ulteriore abbattimento del carico organico attraverso le capacità depurative (meccaniche, chimiche e biologiche) del recapito finale (terreno, ambiente lacustre, ecc.).

La fossa settica è apparsa per la prima volta in Francia nel 1871 grazie al suo ideatore Jean Louis Mourras. Si tratta di un serbatoio sotterraneo con dimensioni tali da consentire la stagnazione del refluo per un adeguato periodo di tempo, tale da far affondare i sedimenti solidi e separarli dall’acqua. Queste fosse non contengono elementi chimici né biologici per dissolvere i solidi, che degradano naturalmente nel serbatoio.

Il pozzo nero

E’ importante non confondere la fossa biologica con il pozzo nero.

Il pozzo nero è un sistema rudimentale usato per la depurazione dei reflui. Si tratta sostanzialmente di una grossa buca destinata alla raccolta delle deiezioni dotata soltanto della condotta di afflusso: i liquami si disperdono nel terreno mentre la parte solida si accumula. Il pozzo nero ha quindi la necessità di essere svuotato con regolare periodicità poiché, una volta riempito, non è assolutamente più in grado di raccogliere ulteriori liquami.

La fossa Imhoff

La fossa Imhoff depura direttamente i vari liquami, di modo da renderne possibile la loro dispersione nei terreni in assenza di rete fognaria attraverso il drenaggio nel terreno, sebbene non risponda interamente alla DL 152/06 testo unico ambientale parte iii sulla tutela ambiente, che impone a valle della fossa d’installare sistemi di trattamento e di depurazione secondari come un depuratore a fanghi attivi, o un depuratore a filtro percolatore o altri impianti di depurazione secondari ritenuti appropriati dalla legge.

Questa fossa lavora mediante un sistema di subirrigazione, ovvero disperde nel sottosuolo le acque reflue che vengono depurate mediante digestione anaerobica, e drenate nel terreno.

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