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Summit politico in Università per affrontare insieme “il caso Bergamo”

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  • 3 Luglio 2018

Il rettore e i vertici dell’Università degli Studi di Bergamo chiedono sostegno ai rappresentanti bergamaschi in parlamento e in regione. All’ateneo, il più sottodimensionato d’Italia, servono almeno 130 docenti e 90 amministrativi e fondi per il riequilibrio per il diritto allo studio e per spazi residenziali. Dal 2005 ad oggi, nonostante il finanziamento regionale non sia stato ritoccato, la gestione virtuosa dell’Università ha contribuito alla realizzazione di   servizi residenziali, servizi per la mobilità sostenibile, di ristorazione e di spazi per lo studio. ma non basta.

 

Lunedì 2 luglio, il Rettore Remo Morzenti Pellegrini insieme ai vertici dell’Università degli studi di Bergamo Giancarlo Maccarini, prorettore vicario, Paolo Buonanno, Prorettore delegato alla Ricerca scientifica di Ateneo e alla Comunicazione istituzionale, Marco Rucci, direttore generale, Vittorio Mores, dirigente servizi allo studente, hanno invitato tutti  i parlamentari bergamaschi e gli assessori e consiglieri regionali bergamaschi per fare squadra verso il futuro di un sistema universitario solido, collocato strategicamente in aree differenti, strettamente connesso al territorio, distintivo sul piano lombardo e nazionale, di eccellenza e dal taglio internazionale. Sette dipartimenti su più sedi tra Bergamo, alta e bassa, e Dalmine.

 

All’incontro hanno partecipato: Elena Carnevali, deputato PD, Jacopo Scandella, consigliere regionale della Lombardia, Daniele Belotti, deputato Lega Nord, Alberto Ribolla, deputato Lega Nord, Stefano Benigni, deputato Forza Italia, Dario Violi, Consigliere regionale della Lombardia M5S, Guia Termini, deputato M5S, Giulio Centemero, deputato e tesoriere Lega Nord, Claudia Maria Terzi, assessore regionale alla mobilità Lega Nord, Alessandra Gallone, Senatrice Forza Italia.

 

Sul tavolo, la consapevolezza che il sistema del sapere deve essere al centro di ogni idea di sviluppo e la condizione di sotto finanziamento e sotto dimensionamento in cui sta operando l’Ateneo.  Come preannunciato da tempo dallo stesso Rettore che aveva più volte manifestato l’intenzione di incontrare i politici bergamaschi a Roma e in Regione, l’incontro si è svolto nella sala consiliare del Rettorato in un clima disteso e collaborativo. Un utile momento di scambio e confronto al fine di valutare le soluzioni migliori e più efficaci per riequilibrare la situazione di svantaggio subita dall’Ateneo ma soprattutto un appello ai parlamentari bergamaschi per il sottodimensionamento e sotto finanziamento e ai rappresentanti bergamaschi in Regione in materia di diritto allo studio e per un contributo all’ edilizia residenziale universitaria, di competenza anche regionale.

 

Nonostante l’Università degli studi di Bergamo goda di ottima reputazione internazionale, al 94° posto nella prestigiosa Young University Rankings, la classifica delle università mondiali di età pari o inferiore a 50 anni elaborata dalla rivista inglese Times Higher Education e nonostante la riconosciuta qualità della sua ricerca scientifica, come emerso dall’ultima valutazione dell’ANVUR, l’Ateneo si ritrova con un rapporto docenti, personale tecnico amministrativo, studenti tra i più bassi d’Italia: circa il 30% in meno di docenti e il 40% in meno di personale tecnico amministrativo rispetto ad altri atenei con lo stesso numero di studenti. Il numero di matricole, di converso, negli anni, è aumentato significativamente, passando dalle poco più di 4.000 di dieci anni fa alle oltre 6.000 di oggi. Complessivamente, gli studenti iscritti per l’anno accademico 2017 – 2018 sono quasi 19.000 con appena 327 docenti di ruolo e 220 addetti all’area tecnica amministrativa.

Non solo: sebbene l’Ateneo abbia un indicatore di sostenibilità finanziaria al di sopra della media degli atenei italiani, gli attuali meccanismi di assegnazione del fondo di finanziamento ordinario statale hanno solo parzialmente riequilibrato il sotto finanziamento, non risolvendo il problema delle nuove assunzioni di personale docente e tecnico amministrativo, ora indispensabile per la sostenibilità e lo sviluppo dell’attuale offerta formativa. Per tutte le ragioni esposte, infatti, l’Università si è vista costretta a bloccare l’incremento del turnover del personale docente e tecnico-amministrativo, pur disponendo delle adeguate risorse finanziarie.

L’Università degli Studi di Bergamo, che ha in campo circa 50 milioni di interventi senza alcun contributo esterno, si rivolge alla Regione Lombardia affinché individui un percorso che assicuri le funzioni in materia di diritto allo studio. I rapporti in questo ambito sono regolati da due convenzioni, attuative della L.R. 33/04 sul diritto allo studio: la prima sottoscritta il 20 luglio 2006 e scaduta il 19 luglio 2008, la seconda, sottoscritta il 30 settembre 2008 valida sino al 29 settembre 2018. Questi atti normano le modalità di utilizzo dei beni immobili, mobili e delle attrezzature di proprietà regionale e i finanziamenti per benefici economici (borse di studio, contributi mobilità internazionale e premi di laurea); contributo ordinario di funzionamento (gestione degli interventi, delle strutture residenziali e di mensa e costi del personale).

 

L’Università, unica in Lombardia insieme al Politecnico di Milano, è sempre riuscita a corrispondere la borsa di studio a tutti gli idonei non esigendo interamente le quote della borsa in servizi, di cui si è assunta l’onere, ma destinando lo stanziamento all’erogazione del beneficio in denaro agli studenti bisognosi e meritevoli. Inoltre, a partire dall’a.a. 2012/13, nell’intento di attrarre i migliori diplomati, è stato promosso il Programma “Porte aperte al merito” che ha consentito di esentare dalle tasse e dai contributi universitari i migliori diplomati immatricolatisi all’Ateneo per gli anni accademici 2012/13 e 2013/14. Infine, dall’a.a. 2014/15 è attivo un programma organico denominato “Top TEN Student Program” a favore degli studenti meritevoli, iscritti o che prendano iscrizione per la prima volta all’Università degli Studi di Bergamo.  Il programma esenta totalmente o parzialmente dal pagamento del contributo onnicomprensivo sino al 10% degli studenti iscritti alle lauree triennali, magistrali a ciclo unico e magistrali, che integrino i requisiti soggettivi di merito. Per il corrente anno accademico sono state assegnate 1.011 esenzioni dal pagamento del contributo onnicomprensivo, per € 1.135.000,00 di minori entrate a favore del bilancio dell’Ateneo. Tali esenzioni si aggiungono a quelle previste per i beneficiari di borsa di studio.

 

Infine, anche la domanda di residenzialità, in costante crescita.  A fronte dei 156 posti letto attualmente disponibili presso le residenze di Bergamo (va Garibaldi, 3/F – 94 posti in camera singola; via Caboto, 12 – 14 posti in camera doppia e 2 in singola) e Dalmine (via Verdi, 72 – 46 posti in camera doppia e 3 in singola) le domande presentate sono state oltre 270, generalmente di soggetti in possesso sia di requisiti di merito che di limitata capacità economica. Nel corrente anno accademico è stato inoltre assicurato l’alloggio ad oltre 300 studenti, sia curricolari che presenti in relazione ai Programmi di Mobilità Internazionale ed ERASMUS, attraverso un servizio di accommodation presente sul portale dell’Università che, in forma gratuita, pone in contatto studenti e privati garantendo la stipula di regolari contratti e assicurando una azione di supporto per eventuali difficoltà. Un’emergenza abitativa universitaria in un settore in cui l’offerta condiziona fortemente la domanda a discapito della possibilità di programmare nuovi scambi internazionali e a creare opportunità di crescita culturale tra gli studenti ed il Territorio

 

Un quadro, come espresso dal Rettore Remo Morzenti Pellegrini, che necessità del supporto del mondo politico: «L’Università ha raggiunto ottimi risultati in termini di spazi per gli studenti, qualità della didattica, riconoscimenti della ricerca e bilanci, rientrando tra i più alti ranking internazionali. Uno studente su due arriva nel nostro ateneo da fuori provincia e in molti casi anche da fuori regione. Qui trovano una città accogliente, servizi collaterali, spazi più che dignitosi e un’offerta formativa al passo con i tempi. A tali nuove attività si è fatto fronte attuando un rigoroso contenimento dei costi di gestione, in particolare delle residenze e del personale, e tramite un diretto intervento finanziario dell’Ateneo. Ma, per fare il salto di qualità e puntare alla vera eccellenza in una regione che beneficia di un contesto unico in Italia, con il Pil pro capite superiore a quello della Germania, abbiamo bisogno di investire ulteriormente nella crescita del nostro Ateneo e per riuscirci serve il contributo di tutti. Vogliamo essere eccellenti per spiegare il sapere, per attrarre risorse, per avere giovani più preparati al lavoro. A 50 anni dalla nascita dell’Università di Bergamo, risorse economiche e spazi non sono più un problema eppure siamo l’ateneo più sottodimensionato d’Italia. Ci servono almeno 130 docenti in più e 90 unità di personale Ata per avere le stesse possibilità degli altri atenei delle nostre dimensioni».

 

Ufficio Stampa Università degli Studi di Bergamo

Claudia Rota

Cell. 348 5100463 [email protected]

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LA SCUOLA DEL FALEGNAME: FUTURI ARTIGIANI A LEZIONE DA TINO SANA

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  • 29 Gennaio 2016

La storica azienda festeggia i suoi primi 50 anni

e le nuove generazioni scoprono l’arte del legno

50 anni di falegnameria made in Italy, per un’eccellenza che cresce di generazione in generazione. Dopo lo straordinario successo del Museo del Falegname, Tino Sana, storico patron dell’omonima azienda, famosa nel mondo per la realizzazione di arredi per alberghi, navi da crociera e complessi comunitari di grande prestigio, festeggia i suoi primi 50 anni di attività, inaugurando, sabato 30 gennaio 2016, la nuova sede della “Scuola del Falegname”, aperta direttamente in azienda.

Un intero edificio ad Almenno San Bartolomeo, in provincia di Bergamo, dedicato alla conoscenza dell’arte della falegnameria, con corsi avanzati per giovani che intendono diventare professionisti dell’industria del legno, qualificandosi come “Operatori del Legno e dell’Arredo”. Un centro di formazione che – nato per la prima volta nel 2006 per volere della fondazione Museo del Falegname Tino Sana e di ABF, Azienda Bergamasca Formazione, Ente gestito dalla provincia di Bergamo tra i più accreditati per la formazione professionale, con la collaborazione di Confindustria Bergamo – ha già visto diplomarsi un centinaio di ragazzi e che conquista oggi nuovi spazi direttamente in azienda, utili a soddisfare la richiesta crescente di iscrizioni e a favorire il collegamento sempre più diretto tra scuola e lavoro.

«Un tempo il legno era considerato un materiale povero, i giovani rimanevano distanti dalla falegnameria, difficilmente si trovavano apprendisti. Poi, la modernità ha, paradossalmente, segnato un ritorno al passato: i ragazzi si sono appassionati ai mestieri di una volta, hanno scoperto la bellezza del legno e delle sue lavorazioni, ne hanno apprezzato la sostenibilità e, soprattutto, hanno compreso che anche la falegnameria può fare rima con innovazione» – spiega Guido Sana, figlio di Tino, oggi alla guida dell’azienda con il fratello Gianpaolo.

«I ragazzi hanno ricominciato a credere nelle professioni artigiane, alcuni lo fanno pensando di lavorare in proprio, altri perché desiderano entrare a far parte delle più grandi aziende d’arredamento. Non a caso, ognuno di loro ha la possibilità, durante il quarto e ultimo anno di Scuola, di scegliere la propria specializzazione, partecipando a seminari verticali dedicati ai singoli segmenti. I diplomati alla Scuola del Falegname, infatti, non sono semplici apprendisti ma futuri operatori specializzati oltre che nelle lavorazioni tradizionali, su Centri di lavoro, macchine a controllo numerico, sistemi robotizzati di verniciatura» – specifica Gianluca Fiorina, direttore della Scuola.

«E pensare che mio padre aveva iniziato costruendo mobili per privati in un laboratorio ricavato nel pianterreno della sua abitazione – racconta Guido, ricordando l’infanzia tra gli utensili con il papà Tino e specificando: Due elementi, più di tutti, ci hanno consentito di crescere: il fattore umano e l’innovazione. L’uomo è sempre stato fondamentale per noi, per questo oggi scegliamo di investire nella formazione dei giovani. Perché per essere i migliori in ciò che si fa, bisogna poter contare su persone capaci di lavorare bene, con estro e determinazione, pronte a mettersi alla prova con progetti sempre diversi e stimolanti. Da qui l’importanza dell’innovazione: nel 2009, a un passo dalla crisi, abbiamo investito moltissimo in tecnologia, riorganizzando i reparti produttivi e questo ci ha consentito non solo di restare a galla, ma di ampliare le nostre produzioni».

La Tino Sana srl, infatti, oggi impiega 160 persone per un area produttiva di 60.000 mq di cui 30.000 mq coperti e un fatturato da 33 milioni di euro (dati 2014), realizzato per il 70% su commesse estere. Un colosso che celebra la maestria artigiana anche grazie al Museo del Falegname: la vetrina sulla cultura del legno, nata nel 1987 dalla profonda passione del fondatore per il mestiere e considerata oggi patrimonio culturale di altissimo profilo. Il Museo ospita utensili e strumenti provenienti da tutte le regioni d’Italia, con percorsi dedicati alla scoperta del legno, risorsa indispensabile per l’uomo e delle vecchie botteghe, dove l’artigiano realizzava le sue creazioni, con fatica e abilità. Creazioni tra le quali spiccano le biciclette in legno, realizzate da Tino Sana in onore del campione Felice Gimondi: 220 esemplari numerati, collaudati alla Bianchi di Treviglio e brevettati, con debutto in piazza Duomo a Milano il 19 marzo 1994 al via della Milano-Sanremo, con un esemplare oggi ancora esposto, oltre che al Museo del Falegname, anche al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Perché non esiste innovazione senza tradizione.

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Oltre 20 milioni di euro investiti nello stabilimento P&G di Pomezia negli ultimi cinque anni. E dal 2014 si produrrà anche per America Latina, Asia e Africa. Celebrati i 50…

Santa Palomba (Pomezia), 4 giugno 2013 – Lo stabilimento P&G nell’area pontina di Santa Palomba a Pomezia, nelle vicinanze di Roma, il primo costruito in Italia dalla multinazionale americana nel 1963, compie 50 anni di attività confermandosi come una delle maggiori realtà industriali nel territorio del Lazio. Oggi impiega oltre 400 persone e produce ogni anno una consistente parte del volume di vendita dei prodotti P&G in Italia, quali ad esempio Dash liquido e polvere, Dash Smacchiatore, Bolt 2in1 e Ace Detersivo.

Investimenti continui, oltre 20 milioni di euro in nuovi progetti solo negli ultimi cinque anni e una chiara visione di crescita a lungo termine, hanno consentito all’impianto di Pomezia di rinnovare e ampliare la sua struttura produttiva consentendogli di rispondere in tempo reale alle continue evoluzioni del mercato e di restare competitivo per vincere le nuove sfide.

Oggi infatti lo stabilimento P&G di Pomezia è anche un punto di riferimento globale per il livello di qualità, automazione e flessibilità produttiva. Il reparto di produzione dei detersivi liquidi per lavatrice ad esempio è stato scelto dalla P&G come Centro di Eccellenza mondiale per la sperimentazione di nuove tecnologie, il lancio di nuove iniziative e la standardizzazione dei processi, grazie all’alta professionalità del personale e a un piano specifico di addestramento per tecnici/manager.

«Lo stabilimento di Pomezia è una realtà di sicura affidabilità per P&G, da 50 anni dietro al successo di prodotti come Dash, e la miglior dimostrazione che chiare strategie di crescita, efficienza, flessibilità, produttività e un piano di addestramento continuo del personale sono requisiti fondamentali per attrarre investimenti», ha dichiarato Sami Kahale, Presidente e Amministratore Delegato di P&G in Italia.

Oltre ai miglioramenti delle linee produttive esistenti e all’installazione di nuove unità di produzione, il fiore all’occhiello dell’impianto P&G di Pomezia è sicuramente il magazzino automatizzato, un impianto logistico dotato di un processo di controllo software di ultimissima generazione con connessione diretta alle linee di produzione e ai sistemi di carico dei camion.

«Siamo molto fieri dei risultati raggiunti finora in termini di volumi produttivi e investimenti da parte di P&G nel nostro sito – ha commentato Gianluca Branda, Direttore dello stabilimento di Pomezia – che testimoniano l’impegno continuo di tutto il personale di Pomezia a mantenere un alto livello di competitività verso gli altri impianti produttivi P&G nonostante in Italia partiamo svantaggiati dovendo colmare costi più alti, ad esempio di energia e logistica, rispetto ad altri Paesi europei».

Ed è proprio grazie alla grande efficienza e flessibilità produttiva, che dal 2014 lo stabilimento di Pomezia, oltre ai 18 mercati già serviti attualmente, inizierà a produrre detersivi liquidi anche per Paesi situati in Asia, Sud America e Africa con un ulteriore investimento sulle attuali linee di produzione di più di 3 milioni di euro.

Investimenti continui dunque, che hanno permesso anche di migliorare sensibilmente le performance ambientali del sito industriale che fra il 2007 e il 2012, malgrado l’aumento dei volumi produttivi, ha ridotto del 14% il consumo di energia, del 13% le emissioni di CO2 in atmosfera e del 40% il volume di rifiuti prodotti.

Procter & Gamble in Italia

In Italia il Gruppo Procter & Gamble è presente dal 1956. Impiega circa 2.000 persone e commercializza oltre 40 marchi tra cui Dash, Ariel, Ace (tramite la joint venture Fater), Bolt 2in1 e Dinamo per il bucato; Mastro Lindo, Swiffer, Viakal, Ambipur e Fairy per la pulizia e l’igiene della casa; Pantene, Herbal Essences, Olaz, AZ, Oral-B, Kukident, Mach3, Venus, Gillette e Gillette Fusion per l’igiene e la cura della persona; Pampers e Tampax (mediante la joint-venture Fater) per la cura dei bambini e l’igiene femminile; Vicks tra i farmaci da banco; Iams ed Eukanuba per l’alimentazione degli animali domestici; Hugo Boss Parfums, Lacoste Parfums, Dolce e Gabbana Parfums e Gucci Parfums nella categoria dei cosmetici e dei profumi; Wella, System Professional e Clairol nel settore professionale della cura dei capelli; Duracell per le batterie e Braun per i piccoli elettrodomestici. Sono due gli stabilimenti che testimoniano la presenza produttiva di P&G nel nostro Paese: lo stabilimento di Pomezia, aperto nel 1963 nelle immediate vicinanze di Roma, produce principalmente detersivi, seguito da quello di Gattatico in provincia di Reggio Emilia, per i prodotti per la pulizia della casa. Inoltre, fanno parte della joint-venture Fater l’impianto di Campochiaro, in provincia di Campobasso, specializzato nelle candeggine, e quello di Pescara, per la produzione di pannolini per bambini e prodotti per l’igiene femminile e, come parte della Joint Venture Fameccanica, lo stabilimento di Pescara per la produzione di macchinari industriali.

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Meridiana fly e Air Italy festeggiano i 50 anni della Costa Smeralda

Olbia, 24 maggio 2012

La Compagnia propone uno sconto speciale di 50 euro sull’ acquisto di un biglietto di andata e ritorno su tutte le destinazioni collegate con l’aeroporto di Olbia.

La Costa Smeralda, uno dei paradisi delle vacanze più famosi al mondo, compie in questi giorni 50 anni e Meridiana fly e Air Italy festeggiano questo importante evento proponendo ai propri clienti uno sconto esclusivo di 50 euro sull’acquisto di un biglietto di andata e ritorno sulle destinazioni che il Gruppo collega con l’aeroporto di Olbia- Costa Smeralda.

Per usufruire di questa promozione attiva dal 24 al 31 maggio, è sufficiente accedere alla homepage dei siti meridiana.com e airitaly.it , acquistare un biglietto di andata e ritorno su una dei tanti aeroporti collegati dalla Compagnia con Olbia, nel periodo compreso dal 1 giugno al 27 ottobre, e inserire nell’apposito spazio il codice promo 50Smeralda. Inoltre, chi ha sottoscritto il programma Hi Fly di fidelizzazione del Gruppo, partecipando a questa promozione, potrà usufruire anche di un bonus di 500 miglia.

Per informazioni sui voli operati da Meridiana fly e Air Italy inclusi nella promozione, consultare i siti del Gruppo o contattare il call center al numero 89.29.28.

Simona Spensatellu
Webmaster Meridiana fly
e-mail: [email protected]

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