Per tutti i problemi di edentulismo totale o parziale, esistono tecniche di inserimento protesi in grado di ripristinare completamente le funzioni compromesse dalla malattia, e di far davvero tornare il sorriso ai pazienti. La branca dell’Odontoiatria che si occupa espressamente di questi interventi è l’Implantologia. Me ne ha parlato il mio Implantologo Roma.
Le fasi della cura sono diverse, e nascono dallo sviluppo di una serie di conoscenze non solo in campo medico, ma anche meccanico e fisico. Innanzitutto merita spendere due parole circa gli impianti, cosa sono e a cosa servono esattamente. Quando parliamo di impianti infatti intendiamo i perni e le viti che il medico implantologo deve inserire all’interno delle ossa mandibolari e mascellari del paziente.
Questi oggetti servono per agganciare poi le protesi, fornendo il punto d’appoggio necessario alla sua stabilità. Perni e viti vengono realizzati da ditte specializzate, come la Nobelbiocare, i cui studi hanno portato alla fabbricazione di oggetti pressoché perfetti per ogni problema riscontrato. Sono solitamente in titanio, materiale in grado di garantire una perfetta osteointegrazione con l’organismo, riducendo al massimo il fenomeno del rigetto.
Una volta inseriti i perni e le viti, il medico sceglierà se procedere con applicazioni della protesi a carico differito o a carico immediato. Cosa vuol dire? Le due tecniche si sviluppano dagli studi di due diverse scuole odontoiatriche: la scuola italiana e la scuola svedese. La prima è sostenitrice del carico differito, per cui prima di inserire la protesi vera e propria, il medico attende un periodo variabile tra i tre e i sei mesi, durante il quale valuta lo stato di osteointegrazione dei perni e delle viti. In questo caso potrebbe intervenire per tempo alla comparsa di qualunque tipo di complicazione. L’implantologia a carico immediato invece, non prevede questo periodo di attesa.
Alla luce proprio delle moderne conoscenze sulla biocompatibilità dei materiali, il medico è in grado di agganciare subito la protesi sui perni, durante lo stesso intervento. Si è così giunti allo sviluppo di tecniche davvero innovative, come l’all on four (tutto su quattro) che permette al medico di praticare solo quattro fori all’interno delle ossa del paziente. Le protesi, rette su solo quattro punti di appoggio, risultano comunque estremamente stabili e funzionali.
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