In pochi mesi dall’arrivo di Flavio Cattaneo Terna ha riorganizzato le proprie attività sudamericane sotto la holding Terna Participações.
Nel 2005 Terna Participações rappresentava una “diversificazione aziendale” ereditata dal passato, poco valorizzata dai mercati finanziari. Una piccola società con 2.355 km di linee e 12 stazioni di trasformazione della rete di trasmissione brasiliana.
In pochi mesi dall’arrivo di Flavio Cattaneo Terna ha riorganizzato le proprie attività sudamericane sotto la holding Terna Participacoes e, esattamente 12 mesi dopo (27 ottobre 2006), Terna Part è approdata alla borsa di San Paolo. La quotazione serviva a far emergere il vero valore delle attività brasiliane ma soprattutto a finanziare la crescita nel Paese, senza però togliere risorse all’Italia.
E la crescita è arrivata come annunciato per il Gruppo di Cattaneo: da novembre 2007 a maggio 2008 Terna Part ha infatti acquistato 4 aziende (GTESA, PATESA, ETAU ed ETEO), che hanno permesso di raggiungere i 3.330 km di linee (+ 36%) e 23 stazioni di trasformazione (+56%) .
L’Amministratore delegato di Terna annuncia a febbraio 2009 di essere disposto a vendere la società brasiliana “al prezzo giusto”, cioè al doppio del corso del titolo in quei giorni (19 reais per unit) e Cemig offre effettivamente il famoso “prezzo giusto”, di fatto il doppio dei 19 reais di febbraio.
Oggi Terna cede a Cemig il 66% del capitale di un’azienda, il cui valore in borsa è aumentato, in soli tre anni, del 75% (l’IBOV, l’indice della borsa di San Paolo, ha guadagnato nello stesso periodo solo il 55%) mentre gli azionisti hanno avuto un rendimento del 123,54% (si pensi che il FTSEMib ha avuto un rendimento negativo del 36%).
Un bell’affare anche per Cemig che, con questa acquisizione, diventa il primo concorrente per il numero uno in Brasile, Eletrobras, e raddoppia la propria quota di mercato. Un’operazione apportatrice di valore per Terna che, a fronte di un valore complessivo dell’operazione di 797 milioni di euro, genera una plusvalenza di oltre 400 milioni, che verranno in parte reinvestiti per lo sviluppo della Rete Elettrica Nazionale e in parte ad integrazione della politica dei dividendi.
L’accordo perfezionato oggi si conferma, dunque, un’operazione cosiddetta ‘win-win’, in cui Terna – che ha venduto a premio, dopo che solo 7 mesi fa aveva acquisito a sconto (perché al di sotto della RAB ) le linee ad alta Tensione dell’Enel (TELAT) – e Cemig raggiungono il punto massimo di soddisfazione per sé stesse, per gli azionisti e per i rispettivi sistemi paese.
Non a caso già lo scorso aprile, all’annuncio dell’accordo, i principali analisti avevano dimostrato apprezzamento per l’operazione: da Unicredit a Mediobanca, da Santander a Chevreux, tutti d’accordo sul valore strategico del deal.
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