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Eternit la salute prima del BUSINESS ………………..

La storica condanna ai due manager della Eternit ha aperto una breccia nella delicata vicenda, tutta italiana, dell’amianto. Una battaglia vinta, ma la guerra è ancora lunga. L’Italia è avvolta ancora in una “nuvola” di amianto pesantissima, nonostante, dal 1992, sia proibito per legge, la 257, l’estrazione, la produzione e l’impiego.
Ogni anno muoiono, direttamente o indirettamente, circa 3000 persone. Secondo Wwf e ministero della Salute, il picco di malati arriverà tra il 2015 e il 2020. Ma quale sono i numeri e quali i siti ancora da bonificare? Realizzare una mappa non è cosa semplice innanzitutto perché, ad oggi, secondo un rapporto di Legambiente, solo 13 regioni hanno approvato un Piano regionale per la bonifica. E anche quando il piano esiste, mancano le azioni che lo dovrebbero seguire, come la mappatura dei manufatti contaminati. Solo due regioni si sono poste una data entro cui completare la bonifica:

La mappa delle situazioni più rischiose regione per regione

Emilia Romagna
La sentenza di Torino ha stabilito che per Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, altro sito dove l’amianto ha provocato morte e devastazione, il reato è prescritto e questo comporta il mancato riconoscimento dei risarcimenti, almeno in sede penale.
Uno dei siti maggiormente incriminati è la Caserma di “Prati di Caprara” a Bologna dove, oltre ai militari esposti per anni, sono stati ospitati anche i profughi del Nord Africa. Si saprà tra qualche anno che tipo di impatto epidemiologico ha prodotto questa esposizione.
Un altro caso è rappresentato dall’attività estrattiva svolta nelle cave ofiolitiche delle valli del Taro e del Ceno, alcune ancora oggi in piena attività e altre in via di ri autorizzazione, come nel caso delle cave nel comune di Bardi. Nonostante i siti siano stati dichiarati contaminati da amianto in una recente mappatura dell’Arpa (settembre 2011), i comuni continuano a rinnovare o a concedere nuovi permessi. Si calcola che, solo per il 2004, nella provincia di Parma, potrebbe ammontare a circa 277.500 Kg la quantità di fibre di amianto liberate. Queste quantità portano a miliardi e miliardi di fibre liberate fino al 2011.
queste sono le parole del Sindaco di Minerbio Bologna ha così commentato: “Con questo intervento realizziamo il duplice intervento di riqualificare una porzione di territorio che per troppo tempo è stata abbandonata e ricavare risorse per opere a favore di tutti i minerbiesi. Trovo poi particolarmente positiva questa rimozione di lastre di eternit al fine di tutelare la salute dei cittadini; anzi, vorrei rammentare a tutti i minerbiesi la pericolosità dell’eternit, che difatti è un materiale vietato fin dagli anni ’90, e come sia necessario mettere in sicurezza quello eventualmente ancora presente ed eventualmente smaltirlo tramite ditte specializzate” noi del MOVIMENTO ITALIA GARANTISTA siamo lieti di queste parole, pero’ non siamo ciechi e neanche”FESSI” abbiamo fatto un giro per Minerbio e’ abbiamo costatato molti siti ancora con strutture in ETERNIT una su tutte il consorzio agricolo dove nelle proprie vicinanze sono situate due scuole ,ma il sindaco dice che sono del tutto sicure, ma ci rendiamo conto che la salute della cittadinaza viene dopo il BUSINESS DEL COMUNE PER NON  SPENDERE  CENTINAIA DI MILIONI DI EURO PER TOGLIERLO. Faccio presente che sono 5 capannoni enormi mha forse il SINDACO non li vede?

Il materiale killer si nasconde in tubature, rotaie, rivestimenti di tetti e garage. Le condizioni di questi manufatti sono anche precarie per via del deterioramento causato dal tempo. A questo si deve aggiungere il fatto che il processo di bonifica e smaltimento è tutt’altro che concluso. Per legge infatti lo smantellamento di tetti o altri manufatti che contengono amianto è obbligatoria solo se si trovano in uno stato di degrado tale da poter formare delle particelle che possono essere inalate. Secondo la normativa, il lavoro di bonifica e smaltimento può essere effettuato solo da ditte specializzate che possono contare sull’aiuto di personale qualificato. L’elenco delle ditte autorizzate si può trovare sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: basta cliccare sull’icona “Codice Rifiuto” e compilare i campi richiesti (regione, provincia, ecc.)

La prima operazione che gli operatori della ditta devono eseguire è l’accertamento della presenza di amianto tramite l’analisi storica del sito e attraverso test di laboratorio su un campione del materiale. Una volta determinata la presenza dell’amianto si procede con l’incapsulamento, un’operazione di bonifica transitoria che prevede il trattamento delle superfici delle lastre esposte agli agenti atmosferici con sostanze sintetiche che impediscono il rilascio di polveri tossiche. Per procedere invece allo smaltimento definitivo, il materiale deve essere confezionato, seguendo una serie di misure di sicurezza eccezionali, e poi trasportato in apposite discariche.

Ma anche quando si riuscirà a eliminare definitivamente la presenza di amianto su tutto il territorio nazionale, rimane il problema dei manufatti a rischio che possono essere importati dall’estero. Nonostante infatti l’Europa abbia bandito l’eternit negli anni ’90, ci sono ancora alcuni paesi dove viene utilizzato, come ad esempio la Russia, il Canada, la Cina, l’India, il Brasile e la Thailandia.

Ma come essere ottimisti quando nel nostro Paese i metri quadrati ricoperti dal killer bianco sono il doppio della superficie del comune di Roma? Secondo una stima del Cnr, in Italia esistono ancora 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture realizzate con materiali contenenti amianto, pari a circa 32 milioni di tonnellate.Quindi noi di ITALIA GARANTISTA  chiediamo al signor  SINDACO di MINERBIO un azione veloce per il bene della popolazione di MINERBIO,come presidente del dipartimento sicurezza, chiedo al sindaco che  dovrà occuparsi dei tanti i casi aperti,  ci sono  metri quadrati di amianto sotto forma di coperture di edifici privati. I siti di interesse  da bonificare da sostanze inquinanti, amianto compreso, sono tanti a MINERBIO.   Sappiamo bene  che un altro  grande  problema che lei caro SINDACO si trovera’ davanti e’ la frammentazione di competenze  il quqle è un punto critico della questione: «Sarebbe utile  per questo un Piano ben organizzato insieme alla regione,e alla provincia, per garantire la sicurezza della popolazione di MINERBIO di un aria pulita e respirabile, e senza vivere con la paura di respirare la polvere killer che ti distrugge con il passar degli anni, inoltre noi di ITALIA  GARANTISTA siamo fiduciosi che la giunta di MINERBIO e’ in grado di risolvere e di  monitorare le aree in cui viene rimosso l’amianto, e vigilare anche sul suo corretto smaltimento.

PERO’ SE TUTTO QUESTO RIMARRÀ UGUALE NOI DI ITALIA GARANTISTA FAREMO DI TUTTO PER FAR SI CHE VENGANO RISPETTATE TUTTE LE LEGGI
la salute prima del BUSINESS ………………..

IL PRESIDENTE Del DIPARTIMENTO SICUREZZA ITALIA GARANTISTA
Domenico Marigliano

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