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IL MOVIMENTO SPONTANEO GENITORI SICILIANI AL FIANCO DI NELLO MUSUMECI SUL DISCORSO DELL’ORDINANZA SANITARIA .

 

IL MOVIMENTO SPONTANEO GENITORI SICILIANI AL FIANCO DI NELLO MUSUMECI SUL DISCORSO DELL’ORDINANZA SANITARIA .

Nello Musumeci

Cari signori che parlate tanto e criticate tanto l’ordinanza del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci so che vi siete indignati, so che vi siete inorriditi da quando leggo nei social issando un odio che non c’e’, in quel ordinanza vi e’ racchiuso il disappunto di una regione la Sicilia che vede la questione migranti ancora non risolta dal governo centrale, in quella ordinanza non vi e’ nessuna parola che porta al non aiutare i migranti, in quella ordinanza e’ racchiuso la paura di un popolo che vede una situazione inumana che questi migranti vivono , rinchiusi in qui hotspot , ammassati come delle bestie. Per questo in quella ordinanza il nostro presidente Musumeci si nostro di tutti noi siciliani e no, ha preso di petto dove cerca di far smuovere il governo centrale su la questione di ordine sanitario, migliaia di uomini, donne e bambini ammassati in strutture fatiscenti non possono vivere e per questo che lui ha chiesto lo sgombro e lo spostamento e divisione di questi migranti in altri luoghi, per dare lro una sistemazione migliore da quella che vivono oggi. Ma per voi buonisti questa ordinanza e’ vista come un modo di dire che il presidente Musumeci e’ l’uomo nero, o il fascista , o il razzista che sta con la lega. Posso dire che siete degli ipocriti, perche’ chi sta commettendo del razzismo, dello schiavismo sono le politiche nazionali che ammassano nei centri d’accoglienza migliaia di uomini donne e bambini per poi lasciarli li a marcire per mesi e mesi, facendo arricchire chi gestisce quegli hotspot. La vostra propaganda contro Musumeci e’ un ipocrisia pura, voi state addestrando la popolazione all’idea che questa azione del presidente sia una certa guerra ideologica nei confronti dei migranti , state portando un odio che non esiste , voi con il vostro dire razzisti, xenofobi, state mettendo in testa a molti cittadini che ci sono persone italiane che vedono una certa categoria umana, identificata come nemica, può essere privata dei propri diritti fino al punto di essere espulsa, o addirittura soppressa. Il vero odio lo state facendo voi con questa vile propaganda nei confronti di un Presidente di Regione come Nello Musumeci che sta solo cercando di fare il bene sia dei migranti che del suo popolo siciliano, dando a tutti la sicurezza e la possibilita’ di vivere una vita dignitosa. Ora io vi chiedo cari signori buonisti chi tra Musumeci e voi e’ il Razzista e chi e’ quello che issa all’odio?E’ ormai una costante, ma ultimamente abbiamo osservato una sua accelerazione. Parlo della tendenza, nei discorsi politici da parte di giornalisti ed esponenti di partito, a trasformare l’argomentazione in una invettiva contro l’avversario. E’ un aspetto nel quale la sinistra primeggia, ciò non si può negare. Non notiamo solo il proliferare di  epiteti come “fascista”, “razzista” o “populista”, che vengono affibbiati in maniera critica, anche sui social al primo che dissenta su quello che scrivono i buonisti radical chic. Io mi chiedo ma da dove deriva questa eterna insoddisfazione, questa acidità, questa violenza?
Mi viene da pensare che la violenza verbale, l’intolleranza, la supponenza con cui la sinistra oggi sceglie di rapportarsi all’avversario politico, anche quando questi abbia un grande consenso popolare, anzi a maggior ragione proprio perché lo ha, è una costante nella sua storia. Questo odio questo scagliarsi contro l’avversario con toni accesi e violenti , con parole a volte anche offensive mi porta a dire che tutto parte dalla deriva dall’incapacità della accettazione del reale, tutto questo astio e odio porta al desiderio messianico e risentito contro colui che non ha le stesse idee che porta vanti la sinistra italiana , la quale non può far altro che sfociare nelle forme utopiche, oicofobiche o buoniste che tutti conosciamo. Attaccare l’avversario di turno e’ un mestiere che la sinistra conosce bene anche l’avversario che con le sue azioni sta mettendo in atto quello che la sinistra dice , come sta facendo musumeci aiutare chi fugge da guerre, dalla fame e dargli una sistemazione migliore , garantirgli la sicurezza della propria salute e e sopratutto la sicurezza della salute dei suoi concittadini siciliani, ma tutto questo la sinistra la vede come una battaglia da portare avanti in campagna elettorale come sta facendo il buon Sindaco Di Girolamo di Marsala . Siamo arrivati alla frutta , un medico che attacca un ordinanza dove la priorità di tale scritto fatto dal presidente musumeci e’ la salvaguardia della salute sia dei migranti che dei cittadini. Alla faccia del medico dotto Di Girolamo complimenti di cuore . Il SOTTOSCRITTO Domenico Marigliano e’ con tutto se stesso al fianco del Presidente Nello Musumeci . #IOSTOCONMUSUMECI.

Domenico Marigliano referente Movimento spontaneo genitori siciliani

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“Unire e decidere, basta con liti e divisioni” fare!

Basta promesse, basta litigi, basta corse alle poltrone! Marsala ha bisogno di essere governata e no distrutta da scellerate politiche di partito o di protagonismo personale.  “Unire e decidere”. “Il momento che stiamo attraversando ci impone senso di responsabilità e spirito servizio e ora più che mai dalla politica deve arrivare un messaggio di coesione e unione: basta litigi, basta divisioni. Marsala ha bisogno di  un governo  che sia  un espressione di un gran lavoro di squadra, “. Questa deve essere la  “ricetta” che bisogna portare tra la gente , tra le contrade, tra i cittadini. “Serviranno decisione e fermezza nell’affrontare una ripartenza difficile da gestire senza rimandare il cambiamento necessario per poter guardare al futuro in maniera diversa”. In questa campagna elettorale sto notando che ci sono poche parole di risoluzioni dei problemi della citta’ e dei cittadini, ma molti attacchi  al  “nemico  “ , questa e’ la classica tecnica che porta a non far comprendere cosa si vuole fare per risolvere i problemi, quindi si attacca l’avversario per poi coinvolgere, rassicurare e convincere  gli elettori che  e’ colui che attacca sia il migliore di tutti per la guida della citta’. Oggi vedo molti candidati che promettono di fare cose importanti per la citta’ , si  battono il petto dicendo io per voi farei qualsiasi cosa, parole belle che portano a pensare che quello che dicono sia vero. Ora vi chiedo voi ci credete? Io NO!  Sento molti cittadini che si lamentano di questa classe politica, che dicono sempre le stesse facce, non si cambia sono i soliti a candidarsi, queste sono le solite frasi che si sentono ogni volta che inizia una campagna elettorale. Ora io mi chiedo bhe cari signori vogliamo Cambiare,  non  dobbiamo farlo solo se lo decidono “le forze politiche che ci rappresentano” ma bisogna farlo orientandole noi al meglio, perché  questi candidati siano la voce delle nostre istanze. E se non crediamo in questi candidati  e nel loro sistema di cambiare, allora entriamo in politica in prima persona, lì dove si può cambiare, per diventare forza di cambiamento e non vaghi aspiranti al cambiamento. Questo vuol dire esserci, altrimenti saremo sempre  l’ombra del nostro  passato. Ora tocca voi se cambiare veramente o continuare ad essere non considerati come cittadini? Marsalesi tocca voi CAMBIARE SI PUÒ BASTA CREDERCI!

Domenico Marigliano

  1. Referente Movimento Spontaneo Genitori Siciliani
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Domenico Marigliano referente Movimento spontaneo genitori siciliani poliziotto penitenziario in pensione. “una sola polizia per garantire la sicurezza”

Una sola polizia per garantire la sicurezza nelle carceri: è la proposta che verrà presentata , nei prossimi mesi . A proporla Domenico Marigliano, sposato, padre di due figli, e Referente per le tematiche sociali  e portavoce del movimento spontaneo genitori siciliani per i diritti dei minori ,nato a Portici 51 anni fa, risiede con la famiglia a Marsala , prima viveva a. Bologna dove lavorava presso l’istituto penitenziario la “Dozza” in qualità di assistente capo della polizia penitenziaria dal 1993 fino al 2015 poi messo in pensione per problemi di salute.

Quando ha aderito e perchè a collaborare con questo movimento spontaneo di genitori siciliani ? Le motivazioni, le idee, le sensazioni all’inizio di questa sua avventura….

“Il mio impegno e la mia scesa in campo per  dare il mio umile contributo è avvenuta quando ho conosciuto persone umili che nella loro sofferenza aiutavano e proponevano progetti a favore di chi soffre, il mio contributo e’ basato sopratutto sulle questioni di giustizia e di sicurezza, queste persone mi hanno  fatto partecipe, per somme linee, dei loro  progetti  volti ad aiutare le famiglie, il popolo,i lavoratori,  a difendere chi ha subito delle ingiustizie, in qualunque forma esse siano. Per chiunque abbia Indossato una divisa l’unico scopo è quello di rincorrere sempre la verità e la vera Giustizia. Le sensazioni e le idee che mi hanno condotto a far parte di questo progetto , sono la sincerità e sopratutto le persone che fanno parte di questa squadra, gente semplice, gente che giorno…. dopo giorno lottano contro le ingiustizie e le difficoltà che la vita ci mette davanti, gente con mille problemi,ma che hanno sposato la causa della vera libertà di garantire il rispetto delle idee del diritto civile e sociale, valori che ci spettano di diritto e che nessuno ci potrà mai togliere. L’esperienza acquisita nel mio lavoro mi porta ad offrire delle seconde chance a chi sbaglia , a chi ha subito delle ingiustizie, per questo ho fiducia, chi crede nella vera giustizia, chi crede nel vero valore della famiglia che oggi sembra perso, valori per i quali molti hanno perso la propria vita e che restano prioritari per la vita quotidiana. Oggi, invece, i giovani tutto questo l’hanno dimenticato. Oggi conta fare soldi facili, fare carriera in tv , i veri valori sono stati messi da parte anche da i nostri politici che pensano solo al Dio denaro e alla loro poltrona. Il mio contributo e’ quello di cercare di riportare  alla luce il diritto civico e sociale che è stato messo in disparte e che oggi serve a dare forza ed a cementare la nostra società”.

La sicurezza della persona è un diritto irrinunciabile per ogni società civile, ritiene che questo aspetto sia oggi garantito in Italia? Quali sono i suoi programmi e progetti nel settore….?

“Vorrei solo dire che per risolvere questo problema bisogna, prima di tutto, risolvere i problemi della disoccupazione giovanile, del precariato, dell’immigrazione clandestina, perché se si risolvono questi temi, tutto diventa facile. Il problema dei contrasti tra varie razze etniche non avviene solo perché ci sono uomini di colore diverso, di religione diversa ma in realtà, avvengono perché ci sono uomini a quali si riservano diversi trattamenti”, molti gridano spesso che chi parla in questo modo sia razzista. Non è così
Questoo modo di pensare di molti, lo fanno esclusivamente solo per creare odio e metterci l’uno contro l’altro. Ripeto il cittadino italiano che si lamenta di queste situazioni non lo fa perché è razzista, ma lo fa perché vede un modo diverso d’intervento per migliorare la situazione dei migranti, lasciando famiglie italiane alla canna del gas.

La sua esperienza di agente penitenziario rappresenta un vademecum fondamentale per il suo nuovo impegno, quali sono gli aspetti e le esperienze che potrebbero servirgli di più in questo difficile compito?

“Per avere sicurezza bisogna anche aiutare chi soffre e chi ha bisogno di essere aiutato, sopratutto i giovani. Nell’ambito del sociale abbiamo molti progetti per le famiglie in difficoltà, nell’ambito della sicurezza, invece, abbiamo elaborato un progetto globale che punta a dare più forza alle persone che ogni giorno si battono per noi sulle strade, mettendo in pericolo la loro vita per pochi euro e per il bene della nostra nazione. Abbiamo in mente di promuovere un’unione effettiva di tutte le polizie, coordinate da un unico ministero, che regoli anche i corpi di polizia privata. I vigilantes, ad esempio, sono agenti sempre messi in disparte e sfruttati che giorno dopo giorno rischiano la vita e che nessuno ha mai considerato, come la polizia penitenziaria, la forestale, i corpi della polizia municipale, i carabinieri, i finanzieri, la polizia di stato. Vorrei sottolineare questo concetto: facendo un unico ministero e unendo tutti, esperienze, professionalità ed attrezzature, sarebbe possibile anche un grande risparmio economico per le casse dello stato ed un conseguente sgravio fiscale per le nostre tasche”.

Ha elaborato un progetto composito per rendere più umani e funzionali gli istituti di pena italiani, può spiegarci per somme linee il suo piano?

” Il compito di un agente penitenziario è cambiato, oggi, infatti, non si fa solo vigilanza ed apertura e chiusura delle celle, oggi le sue funzioni sono molto simile a quello degli psicologi, nel carcere ci sono etnie diverse, e bisogna capire le loro usanze,le loro priorità , le loro difficoltà, e questo conduce ad una grande ed esclusiva conoscenza dell’essere umano. Il nostro impegno è quello di dare una seconda chance a chi ha sbagliato la frase che ci viene insegnata e ripetuta è: “… vigilare e redimere” un impegno per riuscire a riportare il detenuto che ha sbagliato a relazionarsi con la società. Il corpo della polizia penitenziaria è in piena difficoltà, mancano risorse umane, mezzi, strutture e non solo agenti ma anche il personale civile, come ragionieri, medici,psicologi, educatori. Il  progetto che viene portato avanti   e’ una proposta di legge che cambia la situazione della giustizia e delle detenzioni sopratutto per i minori, vuole riformare il carcere partendo da una nuova denominazione: il “carcere industria”, ossia: un istituto di pena visto come un’industria, dove tutti lavorano, dove vengono retribuiti e dove le spese di mantenimento vengono pagate dagli stessi detenuti, mentre oggi è tutto a carico dei contribuenti, per quelli che sono agli ultimi anni di detenzione la possibilita’ di passarli in comunita’ a lavorare e aiutare le persone in difficolta’ portando il loro contributo alla societa’ che hanno derubato, per i minori un progetto di rinserimento con il lavoro, lo studio, la vita in comune con gli altri cercando di insegnarli il vero sognificato di famiglia . Per la realizzazione del progetto basterebbe poco. E’ necessario che il Governo stipuli un accordo di massima con la Confindustria che preveda la realizzazione di una linea produttiva anche all’interno degli istituti, prevedendo aiuti economici a chi condividerà questo progetto. Con questa operazione alle casse dello Stato avranno un notevole sgravio economico…. Allo stato attuale, infatti, ogni detenuto costa all’incirca trecento euro al giorno, in Italia la popolazione carceraria è pari all’incirca a settantamila unità, basta fare due conti e si comprende l’entità del risparmio giornaliero e quello annuo. Soldi che possono essere messi a disposizione per altre attività, creando nuovi posti di lavoro per i giovani e dando risorse alla ricerca, alle scuole, alle famiglie, al sociale, etc.etc e sopratutto ci sarebbe un grandissimo calo delle tasse”.

D. M.

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-A.N.G.G.I.- Associazione Nazionale Guardie Giurate Italiane Dissociazione dal servizio mandato da striscia la notizia sul caso della rapina dove e’ morto un ex br e ferito una gusrdia giurata per…

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO…….

Riceviamo e Pubblichiamo, la lettera di protesta da parte dell’ associzione nazionale delle guardie giurate, sul caso della rapina dove e’ morto un ex br e ferito una guardia.La notizia e’ stata mandata in tutte le tv nazionali e regionali, ma dando risalto esclusivamente alla morte del ex brigatista morto, senza dare nessun riscontro e parola all’operato e al ferimento della guardia giurata.

 

testo della lettera:

 

 

Associazione Nazionale

 

Guardie Giurate Italiane

 

-A.N.G.G.I.-

 

Viale Belforte, 167

 

21100 Varese

 

SEGRETERIA NAZIONALE                                              A: Striscia la notizia

 

 

 

 

-Oggetto: Dissociazione dall’informazione giornalistica.

 

 

 

Salve, mi chiamo Roberto Pau e sono orgogliosamente il segretario nazionale dell’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GUARDIE GIURATE ITALIANE.

 

Vi scrivo in merito a dei disappunti pervenuti per iscritto alla nostra associazione da vari iscritti in qualità di Guardie Giurate, che protestando per un servizio da voi trasmesso nella puntata del 01 marzo 2013, esprimevate solidarietà (doverosa!) e ci associamo, ad una vostra troupe; che durante una efferata sparatoria avvenuta a Roma stesso giorno del vostro servizio agli indirizzi di Guardie Giurate; si trovava li per un servizio televisivo.

 

Ci dissociamo fermamente sul fatto che proprio voi, sempre attenti all’informazione, sia essa satirica che seria, abbiate potuto compiere questa leggerezza per noi di grave entità morale, non ricordando la categoria neanche quando le Guardie Giurate rischiano la vita e riportano ferite dovute ad un efferato conflitto a fuoco, un atto criminale di cui tutti i giorni esse vivono e nessuno se ne preoccupa.

 

Più volte, tante Guardie Giurate vi hanno sottoposto domande e chiesto indagini ed interessamento di tipo gionalistico nel nostro marcio settore, ma mai nulla! Quindi, adesso ci aspettiamo tantomeno che quando siate voi coinvolti assieme a noi, proponiate quantomeno la notizia completa per darci voce e perché possiamo sentirci rispettati come esseri umani e servitori dello Stato, perché noi siamo servitori al servizio dei cittadini e tuteliamo un interesse pubblico e storicamente non ci accomuniamo affatto agli interessi dei nostri datori di lavoro, di cui noi siamo mezzo di tutela autorizzati per tali funzioni e loro sono per noi solo un mezzo da cui percepiamo una misera paga per servire interessi pubblici come il denaro che trasportiamo.

 

Concludiamo dicendo che se la vostra troupe ha rischiato grosso, le nostre Guardie Giurate per 1.100 euro vivono di quel rischio ogni santo giorno e le loro famiglie vivono un ansia quotidiana sconosciuta all’umanità. CI DISSOCIAMO DALLA VOSTRA INDIFFERENZA!!! Siamo telespettatori anche noi, ma come prima cosa Guardie Giurate ed esseri umani!!!

 

 

Il Segretario Nazionale

Roberto Pau

 

 

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PROGETTO E RIFORME DEL SISTEMA SICUREZZA E GIUSTIZIA…………

Domenico Marigliano, Responsabile per le tematiche sociali  e volontario dell’associziaone Piccoli Rambo Bologna

“una sola polizia per garantire la sicurezza”

Una sola polizia per garantire la sicurezza nelle carceri: è la proposta che verrà presentata , nei prossimi mesi al Governo. A proporla Domenico Marigliano, sposato, padre di due figli, e Responsabile per le tematiche sociali  e volontario dell’associziaone Piccoli Rambo Bologna per i diritti dei minori ,nato a Portici 42 anni fa, risiede con la famiglia a Bologna, dove lavora presso l’istituto penitenziario la “Dozza” in qualità di assistente capo della polizia penitenziaria dal 1993.

 

Quando ha aderito e perchè al progetto dell’associazione piccoli rambo? Le motivazioni, le idee, le sensazioni all’inizio di questa nuova avventura….

“Il mio impegno e la mia scesa in campo per  dare il mio umile contributo è avvenuta quando ho conosciuto persone umili che nella loro sofferenza aiutavano e proponevano progetti a favore di chi soffre, il mio contributo e’ basato sopratutto sulle questioni di giustizia e di sicurezza, queste persone mi hanno  fatto partecipe, per somme linee, dei loro  progetti  volti ad aiutare le famiglie, il popolo,i lavoratori,  a difendere chi ha subito delle ingiustizie, in qualunque forma esse siano. Indossando una divisa il mio scopo è quello di rincorrere sempre la verità e la vera Giustizia. Le sensazioni e le idee che mi hanno condotto a far parte di questo progetto , sono la sincerità e sopratutto le persone che fanno parte di questa squadra, gente semplice, gente che giorno…. dopo giorno lottano contro le ingiustizie e le difficoltà che la vita ci mette davanti, gente con mille problemi,ma che hanno sposato la causa della vera libertà di garantire il rispetto delle idee del diritto civile e sociale, valori che ci spettano di diritto e che nessuno ci potrà mai togliere. L’esperienza acquisita nel mio lavoro mi porta ad offrire delle seconde chance a chi sbaglia , a chi ha subito delle ingiustizie, per questo ho fiducia, chi crede nella vera giustizia, chi crede nel vero valore della famiglia che oggi sembra perso, valori per i quali molti hanno perso la propria vita e che restano prioritari per la vita quotidiana. Oggi, invece, i giovani tutto questo l’hanno dimenticato. Oggi conta fare soldi facili, fare carriera in tv , i veri valori sono stati messi da parte anche da i nostri politici che pensano solo al Dio denaro e alla loro poltrona. Il mio contributo e’ quello di cercare di riportare  alla luce il diritto civico e sociale che è stato messo in disparte e che oggi serve a dare forza ed a cementare la nostra società”.

La sicurezza della persona è un diritto irrinunciabile per ogni società civile, ritiene che questo aspetto sia oggi garantito in Italia? Quali sono i suoi programmi e progetti nel settore….?

“Vorrei solo dire che per risolvere questo problema bisogna, prima di tutto, risolvere i problemi della disoccupazione giovanile, del precariato, dell’immigrazione clandestina, perché se si risolvono questi temi, tutto diventa facile. Il problema dei contrasti tra varie razze etniche non avviene solo perché ci sono uomini di colore diverso, di religione diversa ma in realtà, avvengono perché ci sono uomini a quali si riservano diversi trattamenti”.

La sua esperienza di agente penitenziario rappresenta un vademecum fondamentale per il suo nuovo impegno, quali sono gli aspetti e le esperienze che potrebbero servirgli di più in questo difficile compito?

“Per avere sicurezza bisogna anche aiutare chi soffre e chi ha bisogno di essere aiutato, sopratutto i giovani. Nell’ambito del sociale abbiamo molti progetti per le famiglie in difficoltà, nell’ambito della sicurezza, invece, abbiamo elaborato un progetto globale che punta a dare più forza alle persone che ogni giorno si battono per noi sulle strade, mettendo in pericolo la loro vita per pochi euro e per il bene della nostra nazione. Abbiamo in mente di promuovere un’unione effettiva di tutte le polizie, coordinate da un unico ministero, che regoli anche i corpi di polizia privata. I vigilantes, ad esempio, sono agenti sempre messi in disparte e sfruttati che giorno dopo giorno rischiano la vita e che nessuno ha mai considerato, come la polizia penitenziaria, la forestale, i corpi della polizia municipale, i carabinieri, i finanzieri, la polizia di stato. Vorrei sottolineare questo concetto: facendo un unico ministero e unendo tutti, esperienze, professionalità ed attrezzature, sarebbe possibile anche un grande risparmio economico per le casse dello stato ed un conseguente sgravio fiscale per le nostre tasche”.

Ha elaborato un progetto composito per rendere più umani e funzionali gli istituti di pena italiani, può spiegarci per somme linee il suo piano?

” Il compito di un agente penitenziario è cambiato, oggi, infatti, non si fa solo vigilanza ed apertura e chiusura delle celle, oggi le sue funzioni sono molto simile a quello degli psicologi, nel carcere ci sono etnie diverse, e bisogna capire le loro usanze,le loro priorità , le loro difficoltà, e questo conduce ad una grande ed esclusiva conoscenza dell’essere umano. Il nostro impegno è quello di dare una seconda chance a chi ha sbagliato la frase che ci viene insegnata e ripetuta è: “… vigilare e redimere” un impegno per riuscire a riportare il detenuto che ha sbagliato a relazionarsi con la società. Il corpo della polizia penitenziaria è in piena difficoltà, mancano risorse umane, mezzi, strutture e non solo agenti ma anche il personale civile, come ragionieri, medici,psicologi, educatori. Il  progetto che viene portato avanti dall’associazione Piccoli Rambo  e’ una proposta di legge che cambia la situazione della giustizia e delle detenzioni sopratutto per i minori, vuole riformare il carcere partendo da una nuova denominazione: il “carcere industria”, ossia: un istituto di pena visto come un’industria, dove tutti lavorano, dove vengono retribuiti e dove le spese di mantenimento vengono pagate dagli stessi detenuti, mentre oggi è tutto a carico dei contribuenti, per quelli che sono agli ultimi anni di detenzione la possibilita’ di passarli in comunita’ a lavorare e aiutare le persone in difficolta’ portando il loro contributo alla societa’ che hanno derubato, per i minori un progetto di rinserimento con il lavoro, lo studio, la vita in comune con gli altri cercando di insegnarli il vero sognificato di famiglia . Per la realizzazione del progetto basterebbe poco. E’ necessario che il Governo stipuli un accordo di massima con la Confindustria che preveda la realizzazione di una linea produttiva anche all’interno degli istituti, prevedendo aiuti economici a chi condividerà questo progetto. Con questa operazione alle casse dello Stato avranno un notevole sgravio economico…. Allo stato attuale, infatti, ogni detenuto costa all’incirca trecento euro al giorno, in Italia la popolazione carceraria è pari all’incirca a settantamila unità, basta fare due conti e si comprende l’entità del risparmio giornaliero e quello annuo. Soldi che possono essere messi a disposizione per altre attività, creando nuovi posti di lavoro per i giovani e dando risorse alla ricerca, alle scuole, alle famiglie, al sociale, etc.etc e sopratutto ci sarebbe un grandissimo calo delle tasse”.

Domenico Marigliano

Responsabile delle tematiche sociali e

presidente del dipartimento sicurezza

dell’ associazione Piccoli Rambo Bologna.

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UNA BUONA POLITICA PER POCHI ELETTI, SENZA PENSARE AL BENE DELLA POPOLAZIONE .

riceviamo e pubblichiamo…..

 

Abbiamo  vissuto in prima persona l’ennesimo caso di cattiva politica italiana, credevo che questa avventura intrapresa portasse alla soluzione e eliminazione del problema della vecchia politica fatta di sotterfugi, di prese in giro, di inciuci e combine, ma ho riscontrato che anche il nuovo si e’ adeguato alla vecchia e facile ipocrisia della politica degli ultimi 30 anni. Ma mi chiedo cosa potevo mai aspettarmi nulla ma credevo di essere entrato in una seria e vera realtà politica fatta da gente del popolo che lotta per il popolo ma così non e’ stato.Negli ultimi due  giorni sono arrivate email  di cittadini e amici e associazioni di volontariato che avevano abbracciato il programma di INTESA POPOLARE  non quello di  FORZA POPOLARE , TUTTO QUESTO SEMBRA UN FILM GIA’ VISTO GENTE  CHE SI SONO PREPOTENTEMENTE INSERITI NEI PRIMI POSTI DELLA LISTA CON UN BLITZ ALL’ULTIMO MINUTO. Le associazioni che sono state  portate dal delegato organizzatore Emilio Patacchiola che correva alla camera al 2 posto, ma dopo un blitz all’ultimo minuto si e’ visto scivolare al 5 posto della lista, scavalcato da altri componenti, visto tutto questo casino le varie associazioni si sono ritirate e chiedono  che venga mantenuto le promesse fatte, e che il referente Emilio Patacchiola venga riportato al 2 posto  della lista, in caso di elezione il 2 che ha il posto deve rinunciare per inserire il signor PATACCHILA EMILIO  referente di tutte queste associazioni, come risultava negli appositi registri, le varie associazioni vedendo tutto il caos hanno iniziato una vertenza nei confronti del responsabile che ha chiuso gli accordi. La insistenza e’ perché gli accordi presi non erano questi , il  caos che si e’ creato intorno alle presentazioni delle liste alla camera e al senato. Il sottoscritto ha spiegato che la situazione era cambiata perché erano intervenuti  altri e che erano cambiate le situazioni, le associazioni con i loro p’residenti hanno fatto una richiesta che vuole il rispetto delle regole che hanno firmato con gli accordi presi con il responsabile organizzativo della campagna elettorale, perché si sentono  fregate dai giochi che si sono fatti , dove hanno visto il casino dove  ci  sono state  una serie di controversie, proteste largamente pubblicizzate e attacchi e promesse di denuncie e querele , ormai la gente e’ schifata e credeva di aver trovato il nuovo  con volti nuovi e idee nuove per un cambiamento ,ma alla fine hanno rivisto sotto abiti puliti facce nuove pulite, le vecchie manfrine e le vecchie schifezze che hanno portato alla rovina questa nostra bellissima Italia. Pertanto le associazioni che lottano per risolvere i problemi delle famiglie, dei minori, dei vigili precari, dei pensionati, hanno deciso di distaccarsi da tutto questo , rientrando solo se si mantengano le promesse fatte e pulizia fatta nelle liste elettorali. L’arroccamento dei partiti tradizionali che con manovre e astuzie e promesse da marinai  hanno ideato un progetto, dove DAGLI INCONTRI  ci sono stati accordi inciuci  che hanno visto esclusivamente la  salvaguardia dei propri privilegi e delle proprie poltrone sicure con uomini di questo e quello messi in posizioni strategiche per arrivare a scopi personali, tutto questo a discapito di persone del popolo che facevano parte di associazioni di volontariato che lottano sul campo mettendo la faccia contro lo strapotere degli enti pubblici e privati che distruggono la vita della povera gente, ma tutto  questo alla fine per i nuovi movimenti o partiti  poco interessa altro che la buona politica come motto ma bisogna cambiarlo deve diventare  per pochi eletti  per un cambiamento della loro vita sociale. Il mio umile pensiero e’ che in questo paese le problematiche della gente e i progetti di cambiamento portati dal popolo non interessa alla classe politica vecchia e nuova anzi per loro se non ci fossero queste idee sarebbe meglio , ma alla fine i signori che andranno a fare gli onorevoli sbandierando ai 4 venti che sono per il popolo rischieranno di fare un  clamoroso autogol  perché la gente e’ stanca e ormai e’ arrivata alla frutta non c’e’ la fanno più e vogliono un vero cambiamento totale se non si cambia musica e voglia di essere onesti con il popolo allora si rischia di finire nel baratro senza ritorno.

 

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difendiamo il minore e la sua famiglia

viviamo in un paese che dice a parole (ministri,parlamentari,uomini,religione,e associazione improvvisate) di amare e voler difendere i diritti e le prerogative dei minori.
ora tutto questo si dovrebbe espletare in provvedimenti,leggi a tutela e a favore di questi soggetti .Dice Domenico Marigliano,volontario dell’associazione Piccoli Rambo: se andiamo ad analizzare i fatti concreti,le delibere, le sentenze non si trovano tracce.Anzi,il minore é l’oggetto e non il soggetto cui dovrebbr riferirsi il provvedimento.
Marigliano aggiunge:ci sono esperienze, nella vita di alcune persone,che possono essere piu’ drammatiche delle storie ideate da sceneggiatori del cinema ” una delle aziende che meglio funziona in Italia e’ il Tribunale dei Minori….” Perche’ esistono decine di migliaia di bambini innocenti,timidi e indifesi che vengono allontanati ingiustamente dal proprio nucleo famigliare;del proprio stato d’animo chi ne parla?Chi se ne interessa?….Piu’ delle volte ,per semplici e banali motivi questi minori non hanno potere di parola e di scelta.”Triste “dover affermare questo scandalo che all’origine produce fori disagi famigliari,e rafforzamento nella fase evolutiva del divenire uomo/donna per il futuro della nostra nazione.Purtroppo accade,tramite valutazioni soggettive e opniabili,psicologici e assistenti sociali,inducono il Tribunale dei Minori a prendere provvedimenti drastici e drammatici,sottraendo i figli alla famiglia,collocandoli nelle comunita’,mettendoli poi sotto indagini,analisi,e quant’altro. A volte spiega Marigliano ,questa situazione dura molti anni ,senza che si arrivi mai a una soluzione definitiva. Senza contare il potere sempre crescente delle figure professionali
” non competenti”. Pertanto l’Associazione Piccoli Rambo,sta proponendo un progetto di rivalutazione e di supporto alle gia’ esistenti strutture sociali di ” competenza” dove lo scopo e’ di promuovere una riformulazione delle gia’ esistenti linee educative a tutela della famiglia e del minore che versa in situazione di disagio progetto “S.M.E.E.V”.
L’associazione orienta la propria attivita’ alfine di migliorare la qualita’ della vita , lo sviluppo dell’autonomia e della dignita’dei minorenni e delle relative famiglie che vivono in condizione di disagio e di emarginazione sociale e /personale, e/o che presentano forti problemi derivanti dal loro stato psico/fisico,nonche’ dei minori a rischio di incorrere in detti problemi . www.piccolirambo.org

Vito Mastrocco.

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Povera Italia, la storia di Angelo: “La mia famiglia sull’orlo del baratro”

30 novembre 2012 – Storie di disperazione, diventata ormai ordinaria. Sono quelle relative al numero sempre maggiore di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà. I dati – confermati dall’ultimo rapporto Istat sulla condizione economica nel nostro Paese – parlano chiaro: l’11,3% dei nuclei familiari italiani faticano, e non poco, a mettere insieme il pranzo con la cena.Con il passare del tempo, la perdita del posto di lavoro si configura assai chiaramente come un punto di non ritorno.

La contestuale perdita potere d’acquisto e la lievitazione degli affitti continua a determinare una situazione di emergenza, che diventa ancor più gravosa per le famiglie con bambini piccoli. E mentre i genitori si chiedono che avvenire potranno dare ai loro figli, ci si interroga sull’efficacia delle politiche di Welfare nel nostro Paese. Nel Meridione poi, la situazione assume talvolta risvolti paradossali. Persino l’istruzione scolastica obbligatoria sta diventando un privilegio.

Come leggiamo dalle pagine di Repubblica Palermo di oggi, la Regione ha bloccato i pagamenti dei buoni libro per l’acquisto dei testi nelle scuole elementari siciliane. Risultato: i librai non accettano più le cedole, perché non sanno se e quando verranno pagati. Quindi, avranno i libri scolastici solo i bambini che potranno permettersi di acquistarli.

 

Oggi vi raccontiamo una storia che conferma quanto sinora detto. Nulla di nuovo in realtà, è la storia di una famiglia come tante, e di un padre che si rivolge al nostro giornale per chiedere aiuto. Perché ormai, non sa più quali risposte dare ai propri figli, come spiegare loro che non devono sentirsi diversi dai coetanei che indossano abiti migliori, che non devono vergognarsi se a differenza dei compagni di classe non hanno i libri di testo, perché mamma e papà non sono più in grado di comprarglieli.

Angelo Petrella ha 37 anni e vive a Riposto. Ha iniziato a lavorare da giovanissimo: cameriere specializzato prima, vivaista dopo, molti lavoretti extra per portare avanti la famiglia. Ha tre bambini di 14, 11 e 6 anni. Lo scorso aprile ad Angelo, che lavorava in una falegnameria di Giarre, viene comunicato che dal giorno successivo non dovrà recarsi a lavoro. La piccola azienza nella quale aveva trovato impiego tre anni prima non può più permettersi di pagare gli stipendi. Viene licenziato insieme ad altre 8 persone. La famiglia Petrella si ritrova, dall’oggi al domani, senza alcuna fonte di sostentamento.

Eppure Angelo, nato e cresciuto in Venezuela, aveva scelto l’Italia come Paese del cuore, luogo ideale nel quale far crescere i propri figli e mettere le radici di una famiglia formatasi oltre Oceano.  Ci spiega meglio. “Sono arrivato in Italia – ricorda Angelo – la prima volta nel 1994 per il servizio militare. Mi sono innamorato immediatamente della Terra dei miei genitori. Poi sono tornato in Venezuela ma non ho mai dimenticato il Bel Paese”.  Dieci anni dopo, Angelo decide di trasferirsi in Italia con la famiglia. Arriva prima lui, si mette a lavorare e prende una casa in affitto. Dieci mesi dopo lo raggiungono la moglie e i figli.

“Partendo dal Venezuela – racconta – gli avevo promesso che avremmo trascorso il Natale insieme. Sono riuscito a fare questo regalo ai miei bambini, atterrarono in Italia il 13 dicembre 2004″.  Un tempo felice che Angelo ricorda con rimpianto. “L’Italia mi sembrava – dice – la terra dell’Eden. Ero certo di aver fatto la scelta giusta. Credevo che qui i miei figli sarebbero cresciuti con più risorse ed opportunità rispetto al Sud America. Adesso non hanno nemmeno il necessario”.  Angelo ha bussato a tutte le porte, ha chiesto lavoro ovunque, non sa più a chi rivolgersi.

La sua famiglia vive con un budget settimanale compreso tra i 28 ed i 40 euro: sono i soldi che la moglie riesce a guadagnare lavorando come collaboratrice domestica. Pochi spiccioli che servono a comprare i beni alimentari di prima necessità.  Come se non bastasse, ieri i Petrella hanno ricevuto la lettera di sfratto: “Viviamo – chiarisce Angelo – in un piccolo appartamento. L’affitto mensile è di 300 euro, ma da agosto non ho più potuto versare la somma al proprietario della casa. Non so più a chi rivolgermi, chiedo aiuto a chiunque possa tendermi la mano per uscire da una situazione di difficoltà ormai insormontabile“.

Come affrontare la quotidianità quando la speranza viene meno? Come riuscire a pensare al futuro con ottimismo? “Per me il futuro – dice Angelo – è garantire un tetto e i pasti alla mia famiglia. Non desidero altro. Chiedo solo la normalità”.

Una normalità che coincide con la sopravvivenza. Intanto Angelo continuerà a dover spiegare ai propri bambini che, nonostante tutto, la speranza non deve essere mai abbandonata, e che anche a loro un giorno, la vita potrebbe sorridere.

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famiglie italiane in difficolta’ le istituzioni cosa fanno?

Cerignola (FG):
E’ di qualche giorno la risposta del Presidente della Repubblica ad una richiesta di aiuto della famiglia Carvisiglia  di Cerignola (FG)  in difficolta’, coma si evince dalla risposta la presidenza della repubblica se ne lavata le mani dicendo “Compendo il Suo disagio e,al riguardo desidero informarla di aver richiamato l’attenzione delle competenti istituzioni territoriali in merito a quanto da lei rappresentato
colgo l’occasione per inviarle i miei piu’ cordiali saluti
SEGRETARIO GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA”.
Che dire sull’intervento di Tempi… Forse non erano a conoscenza che questa famiglia ha provato di tutto per avere aiuto dalle istituzioni che loro dicono che hanno parlato, ma a tutt’oggi tale famiglia non ha ricevuto nessuna risposta su una richiesta di lavoro per un padre che cerca di portare avanti la propria famiglia. Detto questo, è evidente che sarebbe assai più pratico proseguire nel coinvolgimento degli enti locali  di Cerignola  Foggia, puntando sull’aiuto di un posto di lavoro per ridare la dignita’ a questa famiglia, il Natale si avvicina e i Miracoli si possono avverare in questo periodo. Noi, speriamo che con questa lettera le istituzioni facciano la loro parte sperando che la famiglia Carvisiglia riesca ad avere esaudita la richiesta di aiuto che umilmente hanno chiesto.
Alla luce di questa legittima domanda, noi vogliamo credere  che con l’avvento del Santo Natale  le istituzioni con spirito di collaborazione tra  loro  trovino una giusta  soluzione( un posto di lavoro…)   per la famiglia Carvisiglia.

 

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Eternit la salute prima del BUSINESS ………………..

La storica condanna ai due manager della Eternit ha aperto una breccia nella delicata vicenda, tutta italiana, dell’amianto. Una battaglia vinta, ma la guerra è ancora lunga. L’Italia è avvolta ancora in una “nuvola” di amianto pesantissima, nonostante, dal 1992, sia proibito per legge, la 257, l’estrazione, la produzione e l’impiego.
Ogni anno muoiono, direttamente o indirettamente, circa 3000 persone. Secondo Wwf e ministero della Salute, il picco di malati arriverà tra il 2015 e il 2020. Ma quale sono i numeri e quali i siti ancora da bonificare? Realizzare una mappa non è cosa semplice innanzitutto perché, ad oggi, secondo un rapporto di Legambiente, solo 13 regioni hanno approvato un Piano regionale per la bonifica. E anche quando il piano esiste, mancano le azioni che lo dovrebbero seguire, come la mappatura dei manufatti contaminati. Solo due regioni si sono poste una data entro cui completare la bonifica:

La mappa delle situazioni più rischiose regione per regione

Emilia Romagna
La sentenza di Torino ha stabilito che per Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, altro sito dove l’amianto ha provocato morte e devastazione, il reato è prescritto e questo comporta il mancato riconoscimento dei risarcimenti, almeno in sede penale.
Uno dei siti maggiormente incriminati è la Caserma di “Prati di Caprara” a Bologna dove, oltre ai militari esposti per anni, sono stati ospitati anche i profughi del Nord Africa. Si saprà tra qualche anno che tipo di impatto epidemiologico ha prodotto questa esposizione.
Un altro caso è rappresentato dall’attività estrattiva svolta nelle cave ofiolitiche delle valli del Taro e del Ceno, alcune ancora oggi in piena attività e altre in via di ri autorizzazione, come nel caso delle cave nel comune di Bardi. Nonostante i siti siano stati dichiarati contaminati da amianto in una recente mappatura dell’Arpa (settembre 2011), i comuni continuano a rinnovare o a concedere nuovi permessi. Si calcola che, solo per il 2004, nella provincia di Parma, potrebbe ammontare a circa 277.500 Kg la quantità di fibre di amianto liberate. Queste quantità portano a miliardi e miliardi di fibre liberate fino al 2011.
queste sono le parole del Sindaco di Minerbio Bologna ha così commentato: “Con questo intervento realizziamo il duplice intervento di riqualificare una porzione di territorio che per troppo tempo è stata abbandonata e ricavare risorse per opere a favore di tutti i minerbiesi. Trovo poi particolarmente positiva questa rimozione di lastre di eternit al fine di tutelare la salute dei cittadini; anzi, vorrei rammentare a tutti i minerbiesi la pericolosità dell’eternit, che difatti è un materiale vietato fin dagli anni ’90, e come sia necessario mettere in sicurezza quello eventualmente ancora presente ed eventualmente smaltirlo tramite ditte specializzate” noi del MOVIMENTO ITALIA GARANTISTA siamo lieti di queste parole, pero’ non siamo ciechi e neanche”FESSI” abbiamo fatto un giro per Minerbio e’ abbiamo costatato molti siti ancora con strutture in ETERNIT una su tutte il consorzio agricolo dove nelle proprie vicinanze sono situate due scuole ,ma il sindaco dice che sono del tutto sicure, ma ci rendiamo conto che la salute della cittadinaza viene dopo il BUSINESS DEL COMUNE PER NON  SPENDERE  CENTINAIA DI MILIONI DI EURO PER TOGLIERLO. Faccio presente che sono 5 capannoni enormi mha forse il SINDACO non li vede?

Il materiale killer si nasconde in tubature, rotaie, rivestimenti di tetti e garage. Le condizioni di questi manufatti sono anche precarie per via del deterioramento causato dal tempo. A questo si deve aggiungere il fatto che il processo di bonifica e smaltimento è tutt’altro che concluso. Per legge infatti lo smantellamento di tetti o altri manufatti che contengono amianto è obbligatoria solo se si trovano in uno stato di degrado tale da poter formare delle particelle che possono essere inalate. Secondo la normativa, il lavoro di bonifica e smaltimento può essere effettuato solo da ditte specializzate che possono contare sull’aiuto di personale qualificato. L’elenco delle ditte autorizzate si può trovare sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: basta cliccare sull’icona “Codice Rifiuto” e compilare i campi richiesti (regione, provincia, ecc.)

La prima operazione che gli operatori della ditta devono eseguire è l’accertamento della presenza di amianto tramite l’analisi storica del sito e attraverso test di laboratorio su un campione del materiale. Una volta determinata la presenza dell’amianto si procede con l’incapsulamento, un’operazione di bonifica transitoria che prevede il trattamento delle superfici delle lastre esposte agli agenti atmosferici con sostanze sintetiche che impediscono il rilascio di polveri tossiche. Per procedere invece allo smaltimento definitivo, il materiale deve essere confezionato, seguendo una serie di misure di sicurezza eccezionali, e poi trasportato in apposite discariche.

Ma anche quando si riuscirà a eliminare definitivamente la presenza di amianto su tutto il territorio nazionale, rimane il problema dei manufatti a rischio che possono essere importati dall’estero. Nonostante infatti l’Europa abbia bandito l’eternit negli anni ’90, ci sono ancora alcuni paesi dove viene utilizzato, come ad esempio la Russia, il Canada, la Cina, l’India, il Brasile e la Thailandia.

Ma come essere ottimisti quando nel nostro Paese i metri quadrati ricoperti dal killer bianco sono il doppio della superficie del comune di Roma? Secondo una stima del Cnr, in Italia esistono ancora 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture realizzate con materiali contenenti amianto, pari a circa 32 milioni di tonnellate.Quindi noi di ITALIA GARANTISTA  chiediamo al signor  SINDACO di MINERBIO un azione veloce per il bene della popolazione di MINERBIO,come presidente del dipartimento sicurezza, chiedo al sindaco che  dovrà occuparsi dei tanti i casi aperti,  ci sono  metri quadrati di amianto sotto forma di coperture di edifici privati. I siti di interesse  da bonificare da sostanze inquinanti, amianto compreso, sono tanti a MINERBIO.   Sappiamo bene  che un altro  grande  problema che lei caro SINDACO si trovera’ davanti e’ la frammentazione di competenze  il quqle è un punto critico della questione: «Sarebbe utile  per questo un Piano ben organizzato insieme alla regione,e alla provincia, per garantire la sicurezza della popolazione di MINERBIO di un aria pulita e respirabile, e senza vivere con la paura di respirare la polvere killer che ti distrugge con il passar degli anni, inoltre noi di ITALIA  GARANTISTA siamo fiduciosi che la giunta di MINERBIO e’ in grado di risolvere e di  monitorare le aree in cui viene rimosso l’amianto, e vigilare anche sul suo corretto smaltimento.

PERO’ SE TUTTO QUESTO RIMARRÀ UGUALE NOI DI ITALIA GARANTISTA FAREMO DI TUTTO PER FAR SI CHE VENGANO RISPETTATE TUTTE LE LEGGI
la salute prima del BUSINESS ………………..

IL PRESIDENTE Del DIPARTIMENTO SICUREZZA ITALIA GARANTISTA
Domenico Marigliano

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METANO QUASI PURO “Biogas, i nuovi mostri”

“Biogas, i nuovi mostri”
Ferrara è di certo nel numero delle provincie prese di mira dalla speculazione biomassista e biogasista. una corsa al biogas, allo stravolgimento dell’agricoltura che sarebbe incomprensibile se non fosse per i super-profitti di pochi che intendono approfittare di scandalosi incentivi (pagati da tutti i cittadini, compresi quelli – i danni e le beffe – che subiscono gravi disagi per la presenza delle centrali sul loro territorio).
Le polemiche sul biogas arrivano da ogni parte d’italia, come presidente del dipartimento sicurezza di italia garantista cerchero’ con tutte le mie forze di oppormi a questo scempio che distrugge la coltivazione,il panorama,della nostra amata PATRIA.
Molti impianti, sono costruiti vicino ai centri abitati , facendo infatti riflesso anche sui cittadini ; per questo il MOVIMENTO ITALIA GARANTISTA presenterà
una mobilitazione popolare. una delegazione del MOVIMENTO guidata dal presidente nazionale del dipartimento sicurezza Domenico Marigliano , incontrera’ i rappresentanti dei comitati cittadini  che lottano contro questi nuovi mostri.Con il nostro intervento cercheremo di portare la voce le preoccupazioni,delle varie popolazioni
perche’  la situazione e’  molto chiara che il biogas, prima di potere essere immesso nella rete di distribuzione, dev’essere convenientemente depurato dai numerosi composti inerti o dannosi che contiene: anidride carbonica, in primo luogo, ma anche idrogeno solforato (fortemente corrosivo) ed altri composti organici ed inorganici. pertanto continua il presidente del dipartimento sicurezza italia garantista Marigliano, che per avere un   METANO QUASI PURO si usa  L’UPGRADING.
Questo processo, che prende il nome di “upgrading”, si realizza facendo passare il biogas attraverso opportuni reattori cilindrici, con l’aiuto di acqua e sostanze altamente porose, che rendono l’impianto simile a una minuscola raffineria. pericolosa per la salute delle persone e dell’agricoltura. Pur di guadagnare si distrugge questo e’ sbagliato e per questo noi di ITALIA GARANTISTA  siamo pronti a dare battaglia.

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E’ finita l’emergenza neve ma non quella del trasporto pubblico: Roma-Ostia ancora in tilt, insorge il Movimento Italia Garantista

Pierpaolo Zaccai, presidente del Movimento Italia Garantista: “Avvieremo una raccolta firme ed un’interrogazione parlamentare sul funzionamento del servizio pubblico. Un pool di legali guidati dal v.presidente Domenico Stamato sta predisponendo una class-action contro Atac per i disagi quotidiani provocati agli utenti”

“Basta con i continui ritardi sulla Roma-Lido – afferma il presidente del Movimento Italia Garantista Pierpaolo Zaccai – Tutti i cittadini hanno diritto ad un servizio pubblico funzionante e tale da garantire il raggiungimento del posto di lavoro in un determinato lasso di tempo. Questo non accade più su alcune tratte ferroviarie che uniscono Roma al suo hinterland ed in particolare al litorale. E’ una situazione che non abbiamo più intenzione di tollerare, per questo abbiamo dato mandato ai nostri avvocati, guidati dal v. presidente di Italia Garantista avv. Domenico Stamato, di preparare una “class-action” contro ATAC per i disagi provocati quotidianamente agli utenti del litorale romano, residenti nel XIII e XII Municipio e nei vicini comuni di Pomezia-Torvajanica e Fiumicino, trasformando 25 chilometri di ferrovia in un viaggio da incubo. Da giugno il biglietto di bus e metropolitane (Roma-Lido compresa….) aumenterà del 50% – ma il servizio, come si registra tutti i giorni, va peggiorando, questo significa costringere migliaia di persone che lavorano e studiano a Roma a vivere in maniera precaria, senza diritti o garanzie. Viaggiare nelle attuali situazioni di estremo disagio con vagoni gremiti, pochi posti a sedere per un tragitto che supera i 35 minuti e soprattutto le continue interruzioni, provocate da guasti tecnici che si “intervallano” agli “incidenti” provocati dal maltempo, per finire con le sospensioni del servizio dovute alle agitazioni sindacali indette dalle diverse sigle, non può certo definirsi un “servizio” pubblico per il quale si può chiedere il pagamento di un biglietto. Da qui una class-action, a tutela soprattutto degli abbonati e dei pendolari, le categorie più penalizzate da questa situazione estrema”.
Quanto accaduto lo scorso 15 febbraio, ad esempio, con due treni in tilt per il ghiaccio che ha bloccato le aperture idrauliche dei vagoni, non può e non deve più accadere in un paese civile, le scene di una ressa furiosa per entrare nei vagoni già pieni all’inverosimile come quelle viste ad Acilia, Casalbernocchi e Vitinia, dove, degli utenti esasperati sono scesi sui binari ritardando ulteriormente la ripresa del servizio, non devono più verificarsi. Si tratta di episodi che ripropongono per l’ennesima volta la problematica del collegamento del litorale con il centro città. A Roma si continuano a costruire nuovi quartieri ma le strade per raggiungere il centro città sono sempre e solo la Cristoforo Colombo e la Via del Mare. Il XIII Municipio conta una popolazione di quasi 300 mila abitanti e, per fare un raffronto, Messina è la 13^ città italiana in base alla popolazione residente, con poco più di 242 mila abitanti. È arrivato, pertanto, il momento di rivedere il sistema del trasporto pubblico del litorale, senza trincerarsi dietro l’alibi della mancanza di risorse e della crisi economica…ma i soldi del ammodernamento della linea stanziati da anni dove sono finiti….?
Adeguati investimenti nei trasporti pubblici su “ferro” consentirebbero positivi risparmi in termini di consumi di carburante da parte dei cittadini che usano i mezzi privati, diminuzione del traffico veicolare, abbattimento dei costi “umani” con la riduzione dei sinistri stradali, diminuzione delle giornate lavorative perse per l’impossibilità di raggiungere il posto di lavoro e, non ultimo, un decremento dell’inquinamento atmosferico.
“È ora di passare dalle parole ai fatti. – continua Zaccai – La “cura del ferro” non deve essere uno slogan elettorale ma un obiettivo da raggiungere nel più breve tempo possibile. Un milione di persone (da Ostia, Torvajanica, Fiumicino fino al Torrino-Tor di Valle) non possono aspettare ancora. Oltre la ferrovia, infatti, non meno felice è la situazione del trasporto su gomma con le principali arterie che collegano il mare alla capitale (Cristoforo Colombo,Via del Mare e pontina) che risultano del tutto inadeguate a garantire una idonea via di collegamento tra le importanti realtà abitative da esse attraversate”.
Il Presidente del Movimento Italia Garantista Pier Paolo Zaccai annuncia clamorose forme di protesta, a partire da una raccolta di firmeper una petizione da inoltrare al Sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno, al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ed al Presidente della Regione Lazio Renata Polverini.
“In questo modo – prosegue Zaccai – la politica non potrà fare il solito scarica a barile e rimpallarsi la responsabilità lasciando che il problema ricada sulle spalle dei cittadini che non hanno a disposizione auto blu per raggiungere il posto di lavoro. In secondo luogo, promuoverò sulla situazine della Roma-Lido e del trasporto pubblico che unisce il litorale a Roma un’ interrogazione parlamentare al Ministro dei trasporti”.

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FINITA L’EMERGENZA NEVE MA NON QUELLA DEL TRASPORTO PUBBLICO … ANZI!

FINITA L’EMERGENZA NEVE MA NON QUELLA DEL TRASPORTO PUBBLICO … ANZI! IL MOVIMENTO “ITALIA GARANTISTA” ANNUNCIA BATTAGLIA CON UNA RACCOLTA DI FIRME TRA LA CITTADINANZA E STUDIA LA POSSIBILITA’ DI AVVIARE UNA CLASS ACTION CONTRO METREBUS S.P.A.   
Gli abitanti di Ostia, Ostia Antica, Acilia, Casal Bernocchi, Vitinia che utilizzano la ferrovia “Roma-Lido” stanno vivendo, da inizio settimana, delle mattine da incubo. Dalle 6 in poi, nelle ore in cui i pendolari devono raggiungere la città per recarsi ai luoghi di lavoro, all’università o a scuola, si registrano, ormai quotidianamente, disservizi sulla linea, con ritardi estenuanti e soppressioni di corse. In particolare, la mattina del 15 febbraio, intorno alle ore 8, sono saltate almeno un paio di corso verso Piramide ed il primo treno utile ha viaggiato con una carrozza chiusa, in quanto inutilizzabile per un guasto tecnico.
Il convoglio si è riempito immediatamente alle prime stazioni,cosicché ad Acilia i numerosi cittadini che si accalcavano sulla banchina non sono riusciti a salire sul treno.
La stessa scena si è ripetuta alla stazione di Casal Bernocchi, ma qui l’esasperazione ha prevalso e decine di utenti sono scesi sui binari per protestare contro i continui disservizi della linea “Roma-Lido”. Sono intervenuti gli addetti alla vigilanza della stazione e una pattuglia dei Carabinieri per cercare di ristabilire la calma e ha prevalso il buon senso. La protesta è subito rientrata e i binari sono stati liberati in considerazione che il blocco della linea non poteva che ripercuotersi negativamente sui pendolari stessi,che già erano in ritardo verso il luogo di lavoro o di studio.
L’episodio ripropone per l’ennesima volta la problematica del collegamento del litorale con il centro città. Si continuano a costruire nuovi quartieri ma le strade per raggiungere Roma sono sempre e solo la Cristoforo Colombo e la Via del Mare. Allora i mezzi pubblici??! La ferrovia “Roma-Lido” è stata costruita da Mussolini e ….forse lì si è fermata. Circolano convogli con almeno 30 o 40 anni di servizio, ma che ormai mostrano inequivocabilmente la loro veneranda età, con sempre più frequenti rotture.
Non mancano poi i furti di rame, come è avvenuto lunedì 13 febbraio, e gli imprevisti del maltempo.
Il XIII Municipio conta una popolazione di quasi 300 mila abitanti e, per fare un raffronto, Messina è la 13^ città italiana in base alla popolazione residente, con poco più di 242 mila abitanti.
Orbene, questa “grande città” che è il XIII Municipio è collegata alla Capitale con due sole strade e con una ferrovia dell’età mussoliniana. È arrivato il momento di rivedere il sistema del trasporto pubblico di Ostia e del circondario, senza trincerarsi dietro l’alibi della mancanza di risorse e della crisi economica! Adeguati investimenti nei trasporti pubblici su “ferro”
consentirebbero positivi risparmi in termini di consumi di carburante da parte dei cittadini che usano i mezzi privati, diminuzione del traffico veicolare,abbattimento dei costi “umani” con la riduzione dei sinistri stradali, diminuzione delle giornate lavorative perse per l’impossibilità di raggiungere il posto di lavoro e, non ultimo, un decremento dell’inquinamento atmosferico. È ora di passare dalle parole ai fatti. La “cura del ferro” non deve essere uno slogan elettorale ma un obiettivo da raggiungere nel più
breve tempo possibile. I cittadini di Ostia sono stanchi di aspettare! Non meno felice è la situazione del trasporto su gomma con le principali arterie che collegano la città lidense alla capitale (Cristoforo Colombo e la Via del Mare) che risultano del tutto
inadeguate a garantire una idonea via di collegamento tra le importanti realtà abitative da esse attraversate.
Ecco quindi che il Presidente del Movimento Italia Garantista Pier Paolo Zaccai

 annuncia clamorose forme di protesta quali la raccolta di firme da inoltrare al Sindaco di Roma Capitale Alemanno, al Presidente della Provincia di Roma ZINGARETTI ed al Presidente della Regione Lazio POLVERINI. Prosegue Zaccai “in questo modo la politica non potrà fare il solito scarica a barile e rimpallarsi la responsabilità lasciando il problema sui
cittadini che a differenza loro non si muovono per raggiungere il posto di lavoro con le auto blu!
Promuoverò altresì una interrogazione parlamentare al Ministro dei trasporti. In questa battaglia intendo coinvolge un pool di legali specializzati coordinati dal Vice Presidente del Movimento Italia Garantista, Avv. Domenico Stamato, il quale si farà promotore di ogni iniziativa volta a costruire un efficace class action a tutela dei pendolari consumatori lesi nei propri diritti ”.

 

 

la redazione di Italia Garantista.

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Margherita di Rutelli, ecco i dettagli del bilancio: una barzelletta è più credibile

Il Movimento Italia Garantista chiede a voce alta che si faccia luce sul casa dei soldi spariti ,il Presidente del Dipartimento Sicurezza Italia Garantista Domenico Marigliano,chiede chiarezza sulla situazione dei conti della Margherita che si è sciolta da quattro anni, eppure percepisce ancora i rimborsi elettorali. E Lusi è sempre stato l’unico amministratore dei fondi pubblici… vediamo il dettaglio di un bilancio che elenca spese ASSURDE…Duecentoventitre milioni di euro, centone più centone meno, in buona parte andati ad un partito che non esiste più dal 2007. Uno zombie ma affamato, la Margherita, sciolta nel dicembre di oltre 4 anni fa per confluire nel Pd, ma ancora viva come partito fittizio percettore di rimborsi pubblici.Tutti gestiti, fino all’altroieri, proprio dal «Sen. Avv. Luigi Lusi», quello dei 13 milioni sottratti alle casse del partito, senza che nessuno se ne fosse accorto, da Rutelli in giù. I bilanci della Margherita degli ultimi anni sono tutti firmati e certificati da lui, il tesoriere dei novanta bonifici alla sua società TTT srl, della casa da 1,9 milioni in centro a Roma e della villa del ‘600 a Genzano, dove Lusi risiede, comprati in toto o in parte (il senatore del Pd dice di aver fatto un mutuo per l’acquisto della casa romana) con i fondi della Margherita, cioè del finanziamento pubblico. La domanda è inevitabile: i 223 milioni di euro incassati dal partito di Rutelli negli ultimi dieci anni, sono stati gestiti e spesi con la stessa allegra finanza dal tesoriere Lusi? Nei bilanci della Margherita si trovano risposte parziali, perché le assemblee di approvazione dei rendiconti, specie degli ultimi anni, sono virtuali, i delegati approvano in busta chiusa quello che il tesoriere documenta, com’è successo anche nell’ultima movimentata assemblea della Margherita, nel giugno del 2011. Ma, sorpresa nella sorpresa, pur essendo un partito-zombie, che esiste solo sulla carta, la Margherita virtuale ha un sacco di spese, come se fosse un partito reale. Nell’ultimo bilancio depositato (ovviamente firmato da Lusi) ne leggiamo un bel po’: 3.825.809 euro per «spese per attività di comunicazione, informazione e propaganda politica». Ma quale propaganda e comunicazione dovrà mai fare un partito defunto? Mistero. Ma non basta, ci sono 1.634.277 euro di «spese collaboratori, consulenze contabili e amministrative, revisori, legali, notarili e consulenze per riorganizzazione delle strutture». Un milione e mezzo di euro per pagare consulenti della revisione contabile che non si sono accorti della sparizione di 13 milioni di euro? Poi abbiamo 944mila euro circa di «spese viaggi, trasferte, rimborsi spese, automezzi», un gran via vai per un partito che non esiste. Poi la bellezza di 637mila euro per spese postali, fotocopie e spese di rappresentanza (ma quale?). E altri 868mila euro di utenze telefoniche, chissà tra chi visto che la Margherita non ha eletti né militanti.Se si digita www.margheritaonline.it, il sito dell’ex partito ormai defunto, viene fuori una pagina vuota. Eppure il tesoriere Lusi certifica nel bilancio 533.891 euro di «spese per sito internet». Per un sito che non va? Mistero. Poi ci sono le spese per pulizia e manutenzione della sede nazionale della Margherita, «solo» 749mila euro. Ma da chi se la fanno pulire? In tutto, nell’ultimo anno messo a bilancio (2010) ci sono 9,6 milioni di spese. Meno male che, a fronte di tante uscite (anche per un partito fantasma), ci sono i rimborsi pubblici. Partiamo dall’inizio. Le elezioni politiche del 2001 assicurano a Rutelli e Lusi circa 35 milioni di euro in rimborsi elettorali. Il successivo incasso record è per le Europee del 2004: altri 30 milioni di euro. Poi si arriva alle politiche del 2006, dove la Margherita ottiene un buon risultato (Rutelli diventa ministro e vicepremier) che tradotto in euro vale 56 milioni. Dal 2001 fino al suo scioglimento nel 2007, il partito prende complessivamente 159 milioni di euro. Ma con la fine della Margherita nel Pd, non finisce un bel niente. Il partito resta, e restano anche i rimborsi: in totale più di 60 milioni di euro dallo Stato.Solo Rutelli e gli altri dirigenti della ex Margherita, con l’aiuto della banca cui si appoggiano per i depositi del partito, possono rispondere alla domanda inevitabile: è stato sottratto qualcosa da quei 223 milioni di euro versati dallo Stato alla Margherita del tesoriere Lusi?
Conclude il Presidente Marigliano speriamo che la magistratura faccia luce su questa vicenda che in questa situazione di crisi nazionale vede i soldi dei contribuenti presi per scopi poco leciti.

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condizioni del pianeta carcere come risolvere la situazione?

Come Presidente Nazionale del Dipartimento Sicurezza Italia Garantista ed anche come Assistente Capo della Polizia Penitenziaria da venti anni presso la casa circondariale DOZZA Bologna , conosco bene che la condizione delle carceri è esplosiva da tempo: i limiti di possibilità ricettiva delle strutture sono stati ampiamente superati; i detenuti sono sottoposti a torture fisiche e psicologiche come la totale mancanza di riscaldamento durante l’inverno verificatasi in alcune carceri, la negazione improvvisa e immotivata di permessi precedentemente approvati, trasferimenti punitivi per chi cerca di far valere i propri diritti e numerosi altri maltrattamenti. Eppure la questione carceraria è poco sentita se non del tutto trascurata nel nostro paese, come prova, per fare un solo esempio, il fatto che un unico testo abolizionista “Abolire le pene” di N. Christie del 1981 sia stato tradotto in italiano. Ora invece la coscienza “civile” sembrerebbe svegliarsi da un lungo letargo.
No, non c’è alcun risveglio, qui non si tratta di una avvenuta sensibilizzazione ma di una ennesima difesa da parte dei mass media di chi detiene il potere. Oltretutto non credo assolutamente che i vip e i politici che oggi sono stati arrestati siano stati trattati alla stessa stregua degli altri detenuti: sono stati interrogati dal giudice in giornata o il giorno dopo l’arresto, mentre in carcere c’è chi aspetta il giudice anche venti giorni o un mese; dopo l’interrogatorio, ben pochi sono tornati in cella, hanno avuto quasi tutti gli arresti domiciliari; per loro l’isolamento prima dell’interrogatorio del giudice, ha significato l’impossibilità di parlare con gli altri detenuti, mentre nel 50% dei casi la cella d’isolamento significa andare alle celle di punizione, andare ai topi. I “detenuti di classe” non hanno subito trasferimenti faticosi, né maltrattamenti di alcun genere, non uno di loro è stato vittima di errore giudiziario, errori che in Italia superano il 33% dei casi.
D’accordo, ma non credi che sia una incongruenza da parte di un anarchico lamentarsi se c’è chi pretende e ottiene condizioni di galera più umane?
Ma questi “signori” non vogliono cambiare il sistema carcerario e le sue regole, semplicemente non vogliono subirlo loro. Non dimentichiamoci che coloro che lamentano oggi la durezza e iniquità del sistema carcerario sono gli stessi che fino ad ora tale sistema hanno difeso e sostenuto. Ovviamente, in quanto garantista , sono per l’abolizione dei sistemi punitivi e delle istituzioni totali ma la nostra lotta non può certo passare attraverso la difesa di chi ne garantisce l’esistenza mediante il suo stato autoritario e gerarchico.
…Né attraverso magistrati che a seconda delle forze che devono assecondare e da cui sono favoriti oggi “scoprono” politici ladri e ieri coprivano politici mafiosi e stragisti.
IL ” Movimento Italia Garantista” con il nostro presidente l’on.le Pier Paolo Zaccai stiamo studiando un progetto che rivoluziona il sitema carcerario.

La proposta verrà presentata nei prossimi mesi al Governo.
“ Il compito di un agente penitenziario è cambiato, oggi, infatti, non si fa solo vigilanza ed apertura e chiusura delle celle, oggi le sue funzioni sono molto simile a quello degli psicologi, nel carcere ci sono etnie diverse, e bisogna capire le loro usanze,le loro priorità , le loro difficoltà, e questo conduce ad una grande ed esclusiva conoscenza dell’essere umano. Il nostro impegno è quello di dare una seconda chance a chi ha sbagliato la frase che ci viene insegnata e ripetuta è: “… vigilare e redimere” un impegno per riuscire a riportare il detenuto che ha sbagliato a relazionarsi con la società. Il corpo della polizia penitenziaria è in piena difficoltà, mancano risorse umane, mezzi, strutture e non solo agenti ma anche il personale civile, come ragionieri, medici,psicologi, educatori. Il Movimento Italia Garantista, vuole riformare il carcere partendo da una nuova denominazione: il “carcere industria”, ossia: un istituto di pena visto come un’industria, dove tutti lavorano, dove vengono retribuiti e dove le spese di mantenimento vengono pagate dagli stessi detenuti, mentre oggi è tutto a carico dei contribuenti. Per la realizzazione del progetto basterebbe poco. E’ necessario che il Governo stipuli un accordo di massima con la Confindustria che preveda la realizzazione di una linea produttiva anche all’interno degli istituti, prevedendo aiuti economici a chi condividerà questo progetto. Con questa operazione alle casse dello Stato avranno un notevole sgravio economico…. Allo stato attuale, infatti, ogni detenuto costa all’incirca trecento euro al giorno, in Italia la popolazione carceraria è pari all’incirca a settantamila unità, basta fare due conti e si comprende l’entità del risparmio giornaliero e quello annuo. Soldi che possono essere messi a disposizione per altre attività, creando nuovi posti di lavoro per i giovani e dando risorse alla ricerca, alle scuole, alle famiglie, al sociale, etc.etc e sopratutto ci sarebbe un grandissimo calo delle tasse”.

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Per Casini Rutelli e Schifani capodanno alle Maldive: 5.700$ a notte

Oggi i nostri politici che pensano solo al Dio denaro e alla loro poltrona,con i loro faccioni in tv parlano di fare sacrifici,i nostri politici quelli che sono stati eletti da noi con il nostro voto ci invitano ad avere fiducia del governo tecnico di Monti, un goveno di tasse di lacrime e sangue, un governo che non ha rispetto dei gioveni e dei loro sogni, dei loro valori, dei loro diritti. Questi politici che dicono di pensare al risanamento del bel paese che sta lottando per i propir diritti,ma alla fine dobbiamo leggere di queste notizie che fanno rabbrividire a chi legge, noi del Movimento Italia Garantista, diciamo con tutta la nostra forza a questo strapotere della casta politica.Il MOVIMENTO ITALIA GARANTISTA dice basta alle prese in giro della classe politica che invoca su tutti i mass media al popolo italiano di fare sacrifici ma poi loro razzolano male perche’ Tutti insieme appassionatamente vanno Alle Maldive.
Il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, il presidente del Senato Renato Schifani e leader dell’Api Francesco Rutelli il deputato del gruppo misto Stefania Craxi si sono ritrovati al Palm Beach resort nell’atollo di Lhaviyani dove le suite costano tra 2550 e 5700 dollari a notte. Il Corriere riporta l’indignazione di una delle turiste tornare dalle vacanze: Molte famiglie come la mia hanno provato una certa indignazione: come di fa a chiedere ai pensionati di tirare la cinghia e poi farsi vedere alle Maldive sistemati non nelle camere dei comuni mortali, ma nelle suite più da urlo dell’isola”. Possibile che i politici siano stati ospiti del proprietario del resort (data la riservatezza del tour operator non è stato possibile verificarlo) in ogni caso in tempi come questi, in cui a tutti gli italiani viene chiesto di tirare la cinghia, impressiona che i politici sguazzino nel lusso…Anche perché contro chi li accusa di guadagnare troppo, replicano: non prendiamo tanto.
Ecco come viene utilizzato il finanziamento pubblico ai partiti
Il finanziamento pubblico ai partiti era stato ELIMINATO con un referendum, ma in barba alla volontà dei cittadini e quanto sancito dalla consultazione, i partiti continuano a percepirlo… e la cosa ancora più SCHIFOSA è il fatto che – da quanto emerso in più casi – non lo utilizzano nemmeno per la gestione del partito:

la Lega Nord – ha investito svariati milioni di euro in fondi esteri, il cosiddetto “caso Tanzania”

 

 

mentre quelli della Margherita sono proprio spariti, dopo esser passati dal conto corrente privato di Lusi, mentre il leader Rutelli stranamente non sapeva che fine hanno fatto i soldi del suo partito… non è strano??? Come presidente nazionale del dipartimento sicurezza italia garantista mi auguro che la magistratura riesca a fare chiarezza sulla situazione. Senza voler avanzare illazioni, personalmente sottoscrivo il commento pubblicato in bacheca da un mio amico: “Ora ho capito come mai si concede di festeggiare Capodanno nelle suite più lussuose delle Maldive” pensare che c’e’ che per non avere soldi gli vengono perfino tolti i figli, mentre i nostri politici si divertono alle nostre spalle e poi  dicono di aiutarci e pensarci in questi momenti di difficolta’ generale.VERGOGNA POLITICI ITALIANI.

 

IL Presidente Nazionale  del Dipartimento  Sicurezza

Italia Garantista

Domenico Marigliano

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E adesso fermiamoci un po’.

Basta Fermiamoci e riflettiamo su cosa ci hanno  insegnato tutte queste vicende. A tutti, ad una comunità intera, nessuno escluso.

Basta chiedersi cosa facciamo,se ogni volta che scriviamo qualcosa siamo messi sotto la lente di ingrandimento,  dove sta o non sta la verita’, cosa pensa qualcuno di noi , cosa sente la gente se mi guarda se legge quello che scrivo. Basta!  ADESSO SAPERE SE SEI PROTAGONOSTA OPPURE NO ?

Mentre aumenta l’interdipendenza a livello interplanetario, rinascono particolarismi ed egoismi di ogni tipo. E se da una parte mai come oggi si sente il bisogno di una politica capace di pensare un nuovo ordine mondiale, si constata d’altra parte il sempre più profondo distacco della gente nei confronti della politica.

Attraverso una libera e disinteressata iniziativa vogliamo propiziare un fermento nella società che arrivi fin dentro la grande politica, realizzando un momento di coagulo del protagonismo di coloro che sentono il misero destino di gente lontana come qualcosa che riguarda la coscienza di tutti. Per questo abbiamo deciso di entrare all’interno del movimento italia garantista per dare voce a chi ha perso l’amore della giustizia,della verita’, chi ha visto calpestare i propri diritti da parte dello strapotere di politici, enti, giudici, ed altre figure che cercano di fare carriera sulla pelle della gente.

Riconosciamo che l’interdipendenza è un fatto; ma siamo consapevoli che si tratta di un fatto ambiguo. Essa va assunta nella sua valenza morale, e dunque vissuta come solidarietà, che “non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutto.

le cause scatenanti del  scendere in piazza in questi giorni e anche nei giorni futuri, è infatti la delusione verso i governi regionale e nazionale nei confronti delle varie  categorie ; oggi tutte nqueste categorie gridano, assieme a tanta gente,  contro i deputati tutti, chiedendo che se ne vadano; oggi si organizzano per consegnare le tessere elettorali, avendo perso la fiducia nella democrazia parlamentare.

Noi del movimento italia garantista stiamo analizzando che tutto questo e’ una  dichiarazione retroattiva di voto? (una exit pol molto post-datata), o a partire da quanto ne scrivono chiunque abbia dato voce a queste situazioni. a partire dalle simpatie del singolo personaggio?, oppure dobbiamo dare un giusto peso a una rivolta sociale che comincia a definirsi, dopo anni che noi scriviamo su f.b.  e criticavamo la calma piatta regnante nell’intero paese, e  ci siamo interrogati molte volte sul perchè la gente non si ribelli? Adesso la gente si sta ribellando; porta nei blocchi stradali tutto il suo disgusto, la sua disperazione, la sua rabbia, e le sue certezze: non ostenta un obiettivo specifico; non è la rivolta contro la discarica o la tav o i licenziamenti; non è più solo la protesta dei contadini contro la concorrenza sleale e le leggi del mercato, o quella dei camionisti contro il caro-carburanti, o dei piccoli commercianti snervati dalle tasse e dalla Serit, ma comincia a delinearsi come la protesta diffusa di tutti; una rivolta contro lo sfruttamento; contro un infame trattamento del popolo italiano, contro lo Stato esattore della povera gente, costretta, assieme alle piccole imprese – quindi ciò che regge l’economia di intere regioni – al fallimento. Questa è la novità che non si riesce a cogliere, e che invece noi poniamo alla base del nostro ragionamento.

Certamente siamo su un terreno scivoloso. Ma quando mai le rivolte sociali sono state linde e chiare, politicamente corrette, esenti da contraddizioni ?

Ma sappiamo anche che il terreno perduto si riconquista metro per metro standovi sopra, non lontani; sappiamo anche che le contraddizioni della gente possono essere portate alla luce del sole se si sta in mezzo alla gente. Abbiamo fatto delle scelte che ci impongono di stare laddove il popolo soffre e soprattutto laddove si ribella e mette in discussione assetti sociali e politici, privilegi e ruberie, corruzione e meccanismi truffaldini del consenso, il nostro compito e’ garantire il rispetto dei diritti dell’uomo diritti civili e umani che ci toccano e che nessuno ci puoì togliere. Avremmo dovuto farlo prima; avremmo dovuto essere stati noi a tessere le fila di questo movimento di protesta e di lotta. Non è stato così, ma questo non vuol dire che la cosa non ci riguardi.

il bene comune e’ un cosa che riguarda tutta la popolazione italiana.

 

 

presidente nazionale del Dipartimento Sicurezza Italia Garantista

Domenico Marigliano

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casi di persone scomparse molte famiglie sono ancora in ansia!!

Persone scomparse

Il caso delle persone scomparse: un fenomeno purtroppo in continuo aumento.

In questo articolo trattiamo un argomento di cui si sente parlare molto spesso dai media: le persone scomparse. I mezzi per il ritrovamento vengono forniti dalla polizia, programmi televisivi e non da meno dai professionisti nel campo dell’indagine, come investigatori e agenzie di investigazione.

Purtroppo ogni giorno scompaiono persone. Di loro si hanno notizie immediate dai media che sono i miglior mezzi nell’aiuto delle indagini di ritrovamento, di altre non si sa quasi nulla, ma per ogni caso è certo che i loro familiari e amici continuano le ricerche con la speranza che non sia accaduto loro nulla di male. I dati non sono rassicuranti: alla fine del 2010 in Italia le persone scomparse sono quasi 25.000 tra italiane e straniere e di queste la maggior parte sono minorenni.

La regione dove ci sono più scomparsi è il Lazio, seguita poi dalla Lombardia, la Campania, la Sicilia e il Piemonte.

Tra gli ultimi casi di cui sentiamo parlare più spesso dai Tg e i giornali c’è quello delle due gemelline Alessia e Livia o Davide Buonomo, il ragazzo di Salerno di cui sono stati inseriti svariati annunci anche su Facebook e che fortunatamente è stato ritrovato oppure la giovane Yara trovata anch’essa ma purtroppo morta.

I mezzi di comunicazione cercano di fornire dati utili e soprattutto mostrano foto in modo tale che il riconoscimento della persona smarrita possa risultare più facile. Il noto programma televisivo Chi l’ha visto, in onda da molti anni sulle reti RAI, è un ottimo aiuto per chi vuole rintracciare un parente o un amico scomparso. Il programma mette a disposizione la sua assistenza anche online: Chi l’ha visto. Anche il sito Milano Metropoli aiuta chi cerca qualcuno, offrendo un servizio gratuito per inserire annunci e foto: Milano Metropoli.

Purtroppo non c’è una spiegazione ben precisa del perché accadono questi fenomeni di scomparsa, ci sono vari motivi: si allontanano volutamente, forse perché vogliono sfuggire a qualche problema (in molti casi i ragazzi che vivono qualche disagio familiare e che fa sentire loro il bisogno di fuggire via da casa), forse perché non è stata approvata una scelta di vita (in questo caso sono tipiche le fughe d’amore dei fidanzatini che non vedono accettata la loro storia dai genitori, oppure ragazzi/e che per inseguire il loro sogno di diventare famosi scappano per non sentirsi più soffocati); forse perché qualche cosa a livello fisico impedisce il ritorno a casa (si può trattare di una persona che soffre di Alzheimer, quindi perde la memoria e una volta allontanatasi non sa più dove si trova; oppure un incidente avvenuto mentre si era in una zona isolata e non avere quindi modo di avvisare qualcuno). Forse il motivo più triste e che fa ribrezzo per il quale accadono certe scomparse è di incappare nelle mani di un folle! Infatti, come alcuni casi citati anche sopra, accade che, se si è prede di una persona affetta di qualche disturbo mentale o sociale, la propria vita sia messa in pericolo; si è rapiti e allontanati dai propri cari e sono bambini e adolescenti soprattutto vittime di tali episodi. Proprio per loro il comitato Troviamo i bambini fornisce un valido aiuto. Ci sono anche persone che si allontanano anche per motivi prettamente economici: per sfuggire ai debiti. In questo caso chi vuole rintracciare il suo debitore sarà spinto invece da una legittima ragione materiale!

In ogni caso, in Italia operano agenzie d’investigazione privata che sono specializzate nel reperimento di persone scomparse o irreperibili. Per i familiari e gli amici che soffrono per l’allontanamento di un loro caro, o per chi avesse necessità materiali, i professionisti nel settore dell’indagine mettono a disposizione i loro servizi con gli strumenti e le strategie più idonee al caso. Le ricerche per rintracciare qualcuno sono molto delicate e devono essere svolte da un personale altamente qualificato per poter reperire ogni informazione inerente al soggetto scomparso e qualsiasi traccia egli abbia lasciato. Nel caso in cui invece ci si rivolga a un investigatore per rintracciare una persona del passato, per motivi più o meno urgenti, si hanno a disposizione poche informazioni e anche imprecise, quindi ci vorrà molto più tempo per ricostruire il suo tracciato di vita.

In ogni caso, quando si tratta della scomparsa di una persona, è sempre importante denunciarne l’avvenimento alla polizia così da poter avviare indagini giudiziarie, affiancandole eventualmente con quelle private grazie all’ausilio di detective, investigatori e agenzie investigative. Per aiutare il ritrovamento dei soggetti scomparsi ci sono due novità: una circolare e il Risc (una banca dati). La circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza invita a far patire subito le indagini per non perdere le tracce. Il Risc è invece un database, un archivio elettronico, che permette di catalogare e inserire tutte le informazioni sulla persona che si sta cercando (segni particolari, cosa indossava il giorno in cui è scomparsa, connotati, ecc) e sui cadaveri che non sono identificati, per poter così incrociare i dati.

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CHE FINE HA FATTO ALBINO COLLU SCOMPARSO NEL 2001?

Albino Collu, ragioniere di Decimomannu (Cagliari), si è allontanato da Torino il 24 agosto del 2001. Dopo aver trascorso il ferragosto a Porto Torres con il fratello, invece di tornare a casa, ha deciso di raggiungere gli zii nel capoluogo piemontese, forse per cercare lavoro. Il pomeriggio del 24 agosto ha detto agli zii che avrebbe dovuto incontrare un compagno di scuola. Con sé ha portato una valigetta ventiquattrore con poche cose e un libro di filosofia. Da quel momento non si è più saputo nulla di lui. Due telefonate anonime, la prima a luglio del 2002 e la seconda a maggio del 2003, hanno accresciuto l’angoscia della madre, che ha spiegato: “Mi ha colpito perché mi ha ripetuto la stessa parola dell’altra telefonata. Mi ha detto “Abbia pazienza, deve attendere”. Stavo per rivolgermi direttamente a mio figlio, perché io penso che lì ci fosse mio figlio. A quel punto hanno chiuso.
Pensare il dolore di una Mamma che soffre ì, senza sapere cosa sia accaduto al proprio figlio.Il Movimento Italia Garantista cerca di far valere il diritto di una famiglia che sta soffrendo per questa situazione, il presidente del dipartimento nazionale per la sicurezza di ITALIA GARANTISTA, Domenico Marigliano, con questo articolo chiede alle istituzioni a che punto sono le indagini, se hanno novita’ in merito, se hanno delle idee in merito alla soluzione di questo caso, anche la trasmissione di rai tre chi l’ha visto si sta interessando del caso e con tanta professionalita’ cercano di dare delle risposte alla famiglia che a tutt’oggi e’ distrutta dal dolore. Noi del movimento faremo di tutto per dare un contributo alla soluzione del caso con tutte le nostre forze con tutti i nostri mezzi e con le nostre risorse umane faremo girare foto, e numeri per chi sa qualcosa cercando aiuto anche sul web.

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Svolta della magistratura, si indaga sulla morte di Siringo e Iannelli Zaccai: “Plaudo al lavoro del gip che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso…

Svolta della magistratura, si indaga sulla morte di Siringo e Iannelli
Zaccai: “Plaudo al lavoro del gip che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso Cucchi”

Il supremo organismo riacquista autorevolezza percorrendo la strada della verità e della giustizia. La richiesta di supplemento d’indagine è pronunciata dal gip dopo la sbrigativa proposta di archiviazione avanzata dal pm. Il presidente del Movimento Italia garantista: “Finalmente la volontà di tutelare i cittadini, impedendo abusi ed indagando su decessi sospetti spacciati per suicidi”

Svolta nelle indagini sulla morte di Stefano Siringo e Iendi Iannelli, uccisi nel 2006 a Kabul, in Afghanistan, da una dose di eroina purissima. Da quanto sarebbe emerso a distanza di anni, i due non sono morti per overdose volontaria ma sono stati assassinati.
A dare un input decisivo all’inchiesta sulla morte dei  due cooperanti italiani è stato mercoledì 30 novembre il gip Rosalba Liso che, dopo aver  respinto l’ennesima richiesta di archiviazione avanzata dal pm, Luca  Palamara, attuale presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ha ordinato un nuovo supplemento di indagini e l’apertura di un fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza il reato di  omicidio.

Secondo il giudice, esisterebbero infatti sufficienti elementi per  ritenere che Siringo e Iannelli siano stati assassinati per aver  scoperto un giro di false fatturazioni tra agenzie dell’Onu impegnate in Afghanistan. La coraggiosa decisione del gip mette così definitivamente  fine alla ricostruzione effettuata subito dopo il ritrovamento dei due  cadaveri, secondo la quale Siringo e Iannelli, descritti come due tossicodipendenti, sarebbero morti dopo essersi iniettati la droga da soli.

“Esiste una magistratura che ci piace”, dichiara l’on. Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nazionale Italia garantista, nonché consigliere della Provincia di Roma. “Una magistratura che ci fa ricordare grandi personalità del passato che hanno utilizzato il loro ruolo cercando di garantire giustizia sociale. La solerzia di questi giudici fa tornare nell’uomo qualunque la speranza e la fiducia che ci possa essere giustizia”, sottolinea Zaccai plaudendo al lavoro del gip Rosalba Liso che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso Cucchi nella cui vicenda gli autori del grave delitto per nascondere e coprire l’omicidio compiuto raccontavano e relazionavano che i traumi riportati derivavano da testate volontarie e spontanee che Stefano Cucchi avrebbe dato contro la parete del muro e che si era lasciato morire rifiutando di alimentarsi e di bere acqua all’ospedale Pertini. “Una narrazione sconcertante sostenuta dai falsi ideologici riportati nella cartella medica di Cucchi: dobbiamo fermare questo scempio. L’opinione pubblica deve reagire”.

Il tribunale riacquista così autorevolezza percorrendo la strada della verità e della giustizia. Il gip Liso incarna lo spirito della magistratura sana, coraggiosa, capace di assumersi rischi professionali a sostegno di un ideale nobile: quello della giustizia e della verità.

Ufficio stampa

Roma, 3 dicembre 2011

MOVIMENTO NAZIONALE
Direzione Nazionale
Via Archimede 35 – 00197 – Roma
P.Iva.: 11443641

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Morti in carcere, il ministero della Giustizia “alla sbarra” Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nazionale Italia garantista, nonché consigliere della Provincia di Roma, esprime apprezzamento per la decisione del…

Morti in carcere, il ministero della Giustizia “alla sbarra”
Simone La Penna, straziato fino a pesare solo 45 chili, deceduto nel carcere di Regina coeli

Zaccai: “Una decisione coraggiosa della magistratura”. Per la prima volta il dicastero di via Arenula, citato dal gup, comparirà come responsabile civile per il caso del 32enne morto a Roma nel novembre del 2009. Accusati di omicidio colposo tre medici del reparto sanitario Sandro Pertini. Ancora una volta l’ospedale finisce nel ciclone delle morti sospette

“Alla sbarra” il ministero della Giustizia. Il dicastero di via Arenula è stato infatti citato come responsabile civile nel procedimento per la morte di Simone La Penna, il 32enne deceduto nel novembre del 2009 nel carcere di Regina Coeli. Il pm Eugenio Albamonte ha anche chiesto il rinvio a giudizio dei tre medici del reparto sanitario del carcere per omicidio colposo, con l’accusa di non essersi accorti delle gravissime condizioni di salute del detenuto. Secondo la ricostruzione del pm, i sanitari, anziché curarsi del suo stato di salute, lo avrebbero lasciato a se stesso senza curarlo (molte analogie con il caso Cucchi). Il procedimento cercherà di fare luce su questa drammatica vicenda nella quale, come sembrerebbe, non sarebbe stato tutelato il diritto alla salute della persona fino alla sua morte.
Nel corso dell’udienza preliminare davanti al gip, Nicola Di Grazia, i familiari hanno così chiesto e ottenuto dal giudice di citare come responsabile civile il ministero che, in caso di condanna, dovrà contribuire al pagamento dei danni. Simone La Penna durante la detenzione accusò gravissimi disturbi. Sofferente per carenza di potassio, vomitava il cibo e pertanto fu ricoverato per anoressia nel 2003 e nel 2005 trasferito all’ospedale Sandro Pertini. Nel gennaio del 2009 fu poi condotto presso il carcere di Viterbo per scontare una condanna di due anni, quattro mesi e 29 giorni per detenzione di sostanze stupefacenti.
Al momento del trasferimento pesava 79 chili per un’altezza di 1,73 cm. Cominciò però da subito a perdere peso. L’8 giugno dello stesso anno fu trasferito a Regina coeli e il 27 luglio ricoverato all’ospedale Sandro Pertini dove rimase due giorni. Il Tribunale di sorveglianza, preposto a valutare la compatibilità del regime detentivo con lo stato di salute, respinse tutte le richieste di arresti domiciliari avanzate dalla difesa. A nulla valsero le dichiarazioni dei consulenti di parte che sostenevano che La Penna soffrisse di “grave stato di disagio psichiatrico, con ansia e umore depresso, e di disturbi dell’adattamento e dell’alimentazione”, causati dalla detenzione. La situazione precipitò e il 26 novembre il giovane morì: era ridotto a pelle e ossa. Uno scheletro di 45 chili.
Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nazionale Italia garantista, nonché consigliere della Provincia di Roma, esprime apprezzamento per la decisione del magistrato di citare il ministero. “Da molto tempo le morti di Stato per negligenza o abuso di potere sono decisamente troppe”.

Il Movimento auspica chiarezza sui tanti casi affiorati – vedi Marinelli, Cucchi, Lonzi, Aldrovandi, Uva – affinché queste condotte criminali e contro l’umanità siano punite. Non è tollerabile un comportamento del genere: l’opinione pubblica e la società civile debbono reagire”.
Info: www.movimentoitaliagarantista.it, italiagarantista.it, http://www.ilgarantista.it/administrator.

Ufficio stampa

Roma, 3 dicembre 2011

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PAPA’ SAVERIO SARCINA INTERVENTO AL CONVEGNO ” SOTTRAZIONE COATTA DEI MINORI DA PARTE DEI TRIBUNALI DEI MINORI”

Papa’ Saverio ; sono onorato di essere stato invitato e di partecipare con voi tutti al Convegno Nazionale italia Garantista .
Gli avvocati Marco Menna, del Foro di Foggia…, e Laura Ciavarella, del Foro di Bari, nella qualità di procuratori e difensori del sig. SARCINA Saverio con il presente comunicato rappresentano la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica su di un caso, oramai divenuto di interesse nazionale, che riguarda in prima persona il sig. Sarcina Saverio.
Era il mese di giugno 2010 allorquando il Tribunale per i Minorenni di Bari decideva di affidare “immotivatamente” le figlie del sig. Sarcina (le gemelline Aurora e Federica) ai Servizi Sociali di Trinitapoli senza, per questo, mai privare lo stesso sig. Sarcina della potestà genitoriale.
Da quel momento è cominciata, per il nostro assistito, una vera, e propria, “non vita” poiché privato dell’affetto e della presenza delle sue piccole. A seguito di Istanza congiunta di affido condiviso prova certa di superata cnflittualita tra i coniugi e a seguito di numerose Istanze d’Urgenza che rappresentavano lo stato d’animo e psicologico delle minori ormai provate da una vita comunitaria spersonalizzante che non hanno mai scelto, finalmente in data 29.11.1.11 si è tenuta una udienza istruttoria tesa a porre chiarimenti ai CTU e all’audizione degli stessi genitori e Servizi Sociali. Il risultato è apparso a tutti soddisfacente, atteso che il Presidente Dott.ssa De Palo ha avuto modo di constatare de visu la superanta e presunta conflittualità e ha concesso alle minori di poter far rientro a casa nel periodo natalizio con la possibilità del padre di poter in contrare e tenere con se le minori in date prestabilite. Il tutto in attesa di un programma che i Servizi Sociali dovranno elaborare congiuntamente con i sottoscritti difensori al fine di favorire un rientro a casa delle minori definitivo, con un sostegno programmato alla gen itoriale.
E’ evidente che questo è il risultato di una battaglia che ha visto coinvolti i sottoscritti difensori unitamente all’On.le Zaccai alle associazioni Adiantum/Geesef che hanno creduto fortemente all’impostazione difensiva avvalorandola e sostenendola con una forza e una determinazione che ha portato a sensibilizzare l’opinione pubblica, toccando il cuore di tutti quei genitoori e quei bambini vittime di un macchina burocratica complesssa che le ragione del cuore non comprendono.

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CARCERI: ITALIA GARANTISTA, DIFFUSA INDIFFERENZA DELLA POLITICA VERSO OPG = A SUBIRNE CONSEGUENZE SONO AGENTI POLIZIA PENITENZIARIA

CARCERI: ITALIA GARANTISTA, DIFFUSA INDIFFERENZA DELLA POLITICA VERSO OPG = A SUBIRNE CONSEGUENZE SONO AGENTI POLIZIA PENITENZIARIA

03.12.2011 15:33

– Una ‘diffusa e radicata indifferenza della politica’ verso la realta’ degli ospedali psichiatrici giudiziari. La denuncia arriva da Domenico Marigliano commissario nazionale del dipartimento sicurezza di ITALIA GARANTISTA eFabrizio Lavenia uno dei fondatori di italia garantista insieme all’on.le Pier Paolo Zaccai e l’avv.to Domenico Stamato,dove si  commenta la presentazione al Senato di un ddl della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale che indica la data del 31 marzo 2012 per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Le strutture di reclusione hanno bisogno di una progettualita’ tale da garantire l’assistenza ai malati e la sicurezza degli operatori, tanto piu’ gli Ospedali psichiatrici giudiziari – dichiara Marigliano – Certo e’ che i buoni propositi delle Direzioni penitenziarie si sono scontrate e si scontrano sempre piu’ spesso con una cronica carenza di fondi, dopo i tagli disposti dal Governo e i ritardi nella gestione dell’assistenza medica al Servizio Sanitario Nazionale’ ‘A subire le conseguenze di questo diffuso disinteresse verso gli Opg – aggiunge il commissario nazionale per italia garantista Marigliano – sono gli agenti di Polizia Penitenziaria e gli stessi internati, che dovrebbero essere curati e non custoditi, tanto che la presenza della Polizia Penitenziaria mal si concilia con lo status di internato quale soggetto per lo

piu’ non imputabile e quindi incapace di intendere e di volere, poiche’ la pericolosita’ sociale non puo’ precedere lo status mentale, come accade nell’articolo 203 del Codice penale, il quale disvela tutta la sua impostazione autoritaria, ben lontana dalle concezioni psichiatriche che si andavano sempre piu’ affermando’. L’attuale crisi degli Opg e’ il punto di arrivo di una escalation negativa che ha portato all’aumento inversamente proporzionale del numero degli internati, rispetto a quello degli agenti di Polizia Penitenziaria – spiega ancora il COMMISSARIO NAZIONALE MARIGLIANO – Dando attuazione alle direttive del Ministero della Giustizia, che ha disposto il blocco degli organici negli Opg, la dotazione organica degli agenti e’ scesa in cinque anni di circa 40 a fronte di un aumento esponenziale di internati. In ogni reparto, infatti, a fronte di oltre 100 ricoverati, e’ presente un solo agente rispetto ai tre previsti fino a qualche anno fa per garantire la sorveglianza su due piani dell’immobile e all’interno del cortile’. ‘In queste condizioni e’ evidente come diventi impossibile la gestione dei reparti – sottolinea Marigliano – con il rischio quotidiano di risse, aggressioni e gesti di autolesionismo, alimentati anche dagli spazi ristretti in cui sono costretti a vivere gli internati, incompatibili con il disagio psichiatrico’. ‘Occorre che i politici, a tutti i livelli, invece delle solite passerelle a cui si accompagnano puntualmente anatemi e demagogie quanto estemporanee soluzioni – lamenta ITALIA GARANTISTA – si facciano carico del loro ruolo istituzionale, mettendo le strutture psichiatriche nelle condizioni di poter svolgere al meglio il loro lavoro, poiche’ le condizioni disumane in cui versano gli Opg sono il frutto di una voluta indifferenza della societa’ civile e dei politici. E’ giunto insomma il momento di rifuggire dalla logica del capro espiatorio’.

IL Commissario Nazionale del Dipartimento Sicurezza Italia Garantista

Domenico Marigliano

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Regione, quel bonus «facile»

IL MOVIMENTO ITALIA GARANTISTA ,DENUNCIA LA SITUAZIONE CHE SI STA AVENDO NEGLI UFFICI DELLA REGIONE IN EMILIA ROMAGNA , MENTRE MILIONI DI FAMIGLIE NON ARRIVANO NENANCHE ALLA FINE DEL MESE, MOLTE SONO SENZA RISCALDAMENTI, SENZA CASA, SENZA MANGIARE, INVECE NEGLI UFFICI DELLA REGIONE ABBIAMO UNA SITUAZIONE PARADOSSALE CONTRO QUESTA CRISI, CI SONO DIRIGENTI MOLTO BRAVI E PER QUESTO DEVONO ESSERE PREMIATI, FACENDOGLI GUADAGNIARE CENTINAIA MILIONI DI EURO DI PREMIO. IO COME COMMISSARIO NAZIONALE DEL MOVIMENTO ITALIA GARANTISTA MA SOPRATUTTO COME CITTADINO BOLOGNESE E ITALIANO MI VERGOGNO DI QUESTA SITUAZIONE SOTTO E’ DESCRITTO IL FATTACCIO .RIMETTO A VOI A VOI L’ARDUA SENTENZA.
BOLOGNA – Il più «povero» è assunto a tempo determinato e nel 2010 ha guadagnato soltanto 49 mila euro lordi, premi di produttività inclusi. Il più «ricco», assunto anche lui a tempo determinato, può contare invece su uno stipendio decisamente più rassicurante: circa 160 mila euro all’anno.
Sono solo la cima e la base della truppa di dirigenti della Regione Emilia-Romagna: quasi 170 per oltre 16 milioni di euro, secondo il libro paga di viale Aldo Moro dello scorso anno. Dove quasi tutti (137 su 168) possono contare sul premio di produttività, incassato in percentuali sempre superiori all’80% della retribuzione massima di risultato.
Sono 168 i dirigenti che lo scorso anno hanno lavorato in viale Aldo Moro, con contratti spesso profondamente diversi. Quattro le posizioni contrattuali dei dirigenti in carica. Oltre ai dirigenti assunti a tempo indeterminato perché vincitori di concorso, ci sono infatti ben tre diverse tipologie di contratti a tempo determinato. Una delle quali legata a doppio filo alla durata della legislatura, visto che si tratta di incarichi riconducibili agli organi politici e istituzionali di viale Aldo Moro (assemblea, assessorati o presidenza). La busta paga totale del singolo dirigente va poi calcolata su tre fronti: stipendio lordo su tredici mensilità, retribuzione di posizione e retribuzione di risultato.
Per gli stipendi dei dirigenti, lo scorso anno, la Regione ha pagato in totale 16 milioni e 438 mila euro. Con una semplice media matematica si tratta di uno stipendio di circa 97 mila euro per ognuno dei quasi 170 dirigenti, ma ovviamente le buste paga sono ben diverse a seconda delle responsabilità in carico ai singoli tecnici. In cima alla classifica dei «Paperoni», se così li si può definire, c’è il direttore generale dell’assessorato alla Sanità Marinella Martini, che nel 2010 ha guadagnato 156.845 euro. Il resto della top ten è costituito da nove dirigenti che arrivano tutti a 150 mila euro annui (120 di stipendio e 30 di produttività, ndr.), soglia oltre la quale scatta la trattenuta del 10% voluta dal precedente governo. Tra di loro c’è anche Filomena Terzini, direttore generale degli Affari istituzionali e legislativi finita sotto inchiesta nella primavera del 2010 per abuso d’ufficio. In fondo alla classifica si piazza invece la responsabile del servizio di collegamento con gli organi dell’Unione Europea, che lo scorso anno è rimasta poco sotto i 50 mila euro.
Concentrandosi soltanto sulle retribuzioni di risultato, meglio conosciute come premi di produttività, balza invece agli occhi un altro dato. Su 168 dirigenti regionali sono pochissimi quelli che non hanno ricevuto nessun tipo di premio, pur avendone potenzialmente il diritto. Ben 137 dirigenti hanno infatti avuto nel 2010 il premio di produttività. Nel migliore dei modi, a quanto pare, visto che a tutti i premiati è stata riconosciuta una delle due valutazioni massime sulle quattro disponibili (A, B, C, D ed E). Ben 98 dirigenti hanno infatti raggiunto la valutazione massima, A, incassando così il 100% della retribuzione massima di risultato. Altri 39, invece, si sono fermati al secondo scaglione (valutazione B) ricevendo l’80% del massimo premio di produttività. La sufficienza, o addirittura peggio, non è nemmeno contemplata in Aldo Moro.
Il commissario nazionale del dipartimento sicurezza di italia garantista
Domenico Marigliano

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LETTERA AI GRUPPI CHE LOTTANO PER LE PROBLEMATICHE DEI BAMBINI SOTTRATTI DAI TRIBUNALI DEI MINORI.

Cari amici,
l’osservazione che anche quest’anno si è verificato l’accavallamento di molti eventi, propagandati in internet da vari gruppi che parlano della stessa problematica facendo accumulare una dietro l’altra molte manifestazioni ed eventi vuoti di persone io sono convinto che la crisi che sta attanagliando il nostro paese mette in risalto le difficolta’ di ogni persona che si trova a lottare per arrivare alla fine del mese pertanto ritengo sia poi utile ritrovarci per una condivisione del calendario manifestazioni che emergerà per il 2012 e, pertanto, vi invito ad ad unire i nostri sforzi insieme si puo’, ma divisi siamo goccie nel mare, mentre uniti saremo una marea mettiamo, da parte i dissapori e pensiamo che i bambini vengono prima di tutto, se qualcuno non ha la possibilita’ per partecipare ad eventi, manifestazioni, o altro non deve essere etichettato come uno che non fa nulla ,perche’ anche facendo parlare nel web tra i suoi amici da un grande contributo alla causa, allora finiamo di fare polemiche e lavoriamo tutti assieme. Io vorrei fare capire che molti di noi sono iscritti in tanti gruppi che parlano delle stesse tematiche, allora mi domando se tutti questi gruppi si POSSANO UNIRE sotto un unico gruppo sotto un unica bandiera QUELLA DELLE BATTAGLIE CONTRO LE INGIUSTIZIE , senza pensare al colore politico o religioso etc etc.Io sono convinto che inizieranno a guardaci con un occhio diverso, anche gli stessi tribunali dei minori, gli stessi politici, gli stessi mass.media allora cosa ne pensate di questa proposta vi ringrazio anticipatamente.
Il commissario nazionale del dipartimento sicurezza Italia Garantista
Domenico Marigliano

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Al carcere della Dozza tanti detenuti e pochi AGENTI.

I tagli del Governo, che “potrebbero riguardare fino a un 40% dei contributi degli ultimi anni” peggiorano la situazione della Dozza, dove già c’era sovraffollamento tra i detenuti e carenza di agenti penitenziari. E’ una prospettiva che preoccupa molto , la casa circondariale di Bologna. Il DELLA Dozza, oggi conta 1.150 detenuti, fa parte di un giro che il gruppo di .
Uscendo dalla Dozza, non CI SONO PIU’ dubbi: “E’ un carcere sovraffollato e con troppi pochi agenti, ha delle gravi criticità strutturali e manca il lavoro, ma non è di certo la casa circondariale ‘peggiore’ dell’Emilia-Romagna”.
Le condizioni piu’ critiche, riguardano sicuramente Ravenna e Parma, ma soprattutto l’ospedale pschiatrico giudiziario di Reggio Emilia. Quanto alla Dozza, sono diversi gli aspetti che preoccupano. A partire dal fatto che l’ala ‘Infermeria-nuovi giunti’ e’ in “condizioni di sovraffollamento insopportabile”,
“Dovrebbe essere una zona di compensazione di altri disagi- invece va a finire che, a causa del sovraffollamento delle sezioni, i nuovi arrivati rimangano lì più del dovuto perchè non si sa dove altro metterli. In questo modo l’infermeria, che dovrebbe essere un punto di maggior attenzione, anche dal punto di vista sanitario, finisce per essere un luogo dove si rimane in condizioni critiche”.
Altro tasto dolente è il fatto che alla Dozza non c’è lavoro. “I lavoratori esterni sono appena 24-25, mentre i detenuti che svolgono lavori domestici sono solo 110 part-time, un terzo di quanti erano solo qualche anno fa”, Un dato che, se rapportato al numero totale dei detenuti (1.150), fa capire che alla Dozza “lavora appena il 10% del totale”. Il numero esiguo di detenuti lavoratori, soprattutto di quelli esterni, è legato anche al fatto che, “negli ultimi anni è cambiato più volte il magistrato di sorveglianza, quindi una serie di pratiche sono rimaste aperte senza che nessuno si prendesse la responsabilita’ di firmare per l’uscita”. Insomma, “c’è difficoltà a far uscire i detenuti anche dove ci sarebbero le condizioni per farlo”.
Non da meno la preoccupazione per la carenza di guardie carcerarie in servizio in via del Gomito (“in tutto 373 agenti, di cui 136 in distaccamento altrove”) e per l’alto numero dei tossicodipendenti: “Ufficialmente quelli iscritti ai Sert sono 350″ , ma quelli dietro le sbarre sono molti di più.
A pesare sulla situazione della Dozza è sicuramente anche l’alto numero di detenuti stranieri. “Il provvedimento cosiddetto svuotacarceri, firmato di recente dal Governo, è di difficilissima applicazione e qui a Bologna non ha fatto uscire nemmeno un detenuto- problema è che sono quasi tutti detenuti stranieri e per poter scontare la pena ai domiciliari devono avere un domicilio. E’ stato un provvedimento di facciata, senza nessun reale riscontro nella pratica”. Eppure, nel frattempo, il ministero di Giustizia sta andando avanti col piano per costruire nuove carceri: “A Bologna verra’ realizzata una nuova sezione con 200 camere, dove saranno ospitati 400 detenuti. Ci vorranno un paio d’anni”.
Però, qualche aspetto positivo , Ad esempio la sezione femminile, che hanno “abbastanza vivibile e civile”. Nella sezione femminile le 70 detenute “vivono in due per camera e passano cinque ore fuori dalle proprie stanze, più il tempo dedicato ai corsi che frequentano” . Nella sezione femminile c’e’ anche un laboratorio, che rappresenta una novità ed è uno dei progetti più interessanti : “E’ un laboratorio tessile dove quattro ragazze fanno confezioni per conto di una cooperativa. E’ un’esperienza molto importante, che rende molto diversa la vita per un detenuto”. Alla Dozza, oltre al laboratorio tessile, , rimane solo la tipografia (dove lavora ormai un solo detenuto, visto il calo della richiesta dall’esterno), il laboratorio di smontaggio (tre-quattro i detenuti che ci lavorano) e quello di produzione del miele, che deve ancora partire.
Carceri, s’infiamma la protesta alla Dozza “Mancano acqua, carta igienica e sapone”“gli agenti – spiega il movimento italia garantista – hanno protestano per la situazione che sta attanagliando il pianeta carcere”
E’ partita da Bologna e da Reggio Emilia la protesta degli agenti nelle carceri italiane. “Nel carcere bolognese della Dozza – spiega il commissario nazionale del dipartimento sicurezza di italia garantista Domenico Marigliano – i detenuti sono tanti e iniziano a non sostenere piu’ questa situazione che sta per esplodere ,Analoga situazione in quel di Reggio Emilia “dove – continua Marigliano – in tre reparti detentivi hanno protestato gli agenti della polizia penitenziaria perche’ il controllo della situazione sta diventando insostenibile “.
“E’ evidente – commenta il movimento italia garantista – che questo clima teso desta non poche preoccupazioni tra gli agenti della polizia penitenziaria, che potrebbe trovarsi a dover fronteggiare situazioni molto difficili, in un momento di gravi difficolta’ dovute alla carenza di uomini, mezzi e risorse economiche: mancano sempre 6.500 agenti a livello nazionale”.
Secondo il commissario nazionale sicurezza di italia garantista Marigliano , inoltre, la situazione starebbe drasticamente peggiorando visto che, “oltre alle risorse per pagare straordinari e missioni alla polizia penitenziaria, per riparare i mezzi di trasporto e per mettere la benzina, stanno anche finendo i soldi per l’acquisto dei generi di prima necessita’ per i detenuti: carta igienica, sapone ed altro”.
In Emilia Romagna le strutture penitenziarie scoppiano

Le carceri dell’Emilia-Romagna sono al secondo posto in Italia (dopo quelle pugliesi) per il tasso di sovraffollamento: i detenuti in regione sono, infatti, 4.373 a fronte di una capienza regolamentare di 2.394, il che significa un indice di sovraffollamento pari al 182,5% (con il dato medio nazionale al 150,95%). E’ quanto emerge dalla relazione annuale, prevista dalla legge regionale n.3 del 2008 “Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli Istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna”, il 36,7% della popolazione carceraria e’ rappresentata da stranieri, in Emilia-Romagna la percentuale aumenta in modo considerevole arrivando al 52,4%. “La situazione e’ gravissima – , chiediamo CONTINUA il presidente   nazionale per la sicurezza per ITALIA GARNTISTA

 Domenico Marigliano  ,che il Governo faccia interventi di sostegno immediato perche’ occorre personale e mancano le risorse anche solo per la manutenzione ordinaria”.

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LA CASTA MINERBIESE

martedì 1 novembre 2011

LA CASTA MINERBIESE

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E’ di questi giorni la notizia, riportata anche
da alcuni media, che i Consiglieri comunali minerbiesi appartenenti al gruppo di
maggioranza (PD) abbiano finora goduto di un privilegio
esclusivo, tipico della CASTA cui
appartengono.

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Si
tratta dei previsti permessi giornalieri retribuiti, elargiti dai rispettivi
datori di lavoro a chi, ricoprendo un incarico istituzionale, debba partecipare
a Consigli Comunali.

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Il datore di lavoro otterrà
successivamente il rimborso dall’Amministrazione Pubblica, che pagherà quindi
con i soldi pubblici, dei cittadini.

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L’onere grava quindi esclusivamente sui
cittadini, come tutti gli altri privilegi cui fa ricorso la Casta dei politici
su tutto il territorio nazionale.

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Le cifre percepite sono importanti, anche
se l’informazione al riguardo è parziale, a causa della risposta
dell’Amministrazione minerbiese, che si è tricerata dietro un “non è
dato sapere” !

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Gli unici dati emersi riguardano Libero
Bacilieri, capogruppo PD, e l’Assessore Busato (PD), per
i quali sono stati rimborsati più di 10.000 euro in due anni circa.

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Leggiamo dal blog su cui scrive Lazzari,
che Catia Rambaldi (consigliere PD) “
è stata a casa – solo una volta su due – ma non c’è alcuna riprova scritta
che ci dica come sono andate le cose in modo preciso.”

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Comunque, in questi casi, e cioè quando
il dipendente svolge anche un ruolo politico per la comunità, è previsto che lo
stesso non debba “rimetterci” quella giornata lavorativa che ha
impegnato, invece, per assolvere l’impegno pubblico.

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Tutto ciò rientra in una normale
considerazione di carattere oggettivamente perequativa, per agevolare
un’attività secondaria, a favore della comunità, parallela a quella principale e
lavorativa.

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A Minerbio però, come sottolineato dal
Consigliere dell’opposizione Mirko Lazzari, la
situazione si ingarbuglia, poiché gli aspetti di questa problematica hanno
caratteristiche particolari.

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Il fatto è che i Consigli Comunali
avvengono sempre (tranne qualche sporadico caso) di sera, dopo le 20 o
le 20,30 !

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L’orario in cui i Consiglieri sono
impegnati è quindi ben oltre l’orario della giornata di lavoro per la quale
hanno ricevuto il rimborso.

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Il che significa che costoro hanno avuto
tutta la giornata libera, pagati dalla ditta per cui lavorano, e hanno svolto
l’impegno politico la sera, in occasione appunto del Consiglio
Comunale.

La risposta degli interessati, alla
domanda del perchè abbiano approfittato di questo privilegio di casta, è stata
serafica quanto ipocrita.

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I Consiglieri, eredi di un comunismo di
Togliattiana memoria, affermano che la giornata pagata sarebbe servita per
esaminare gli atti relativi alla serata stessa e agli argomenti da discutere in
Consiglio.

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Quello che però i Consiglieri si sono ben
guardati dal dire, è che gli atti relativi al Consiglio, vengono loro consegnati
una settimana prima del Consiglio stesso, e che quindi hanno tutto il tempo che
vogliono per esaminarli.

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La
solerzia con cui hanno preteso il pagamento della giornata lavorativa, è
paragonabile solamente alla indifferenza con cui si sono posti di fronte a gravi
problemi del Paese, e per i quali hanno espresso comportamenti apatici e
irresponsabili.

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Così è stato per l’amianto, oppure per le
barriere architettoniche.

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Nelle giornate di lavoro, a loro pagate e
non lavorate, avrebbero potuto impegnarsi per adempiere alle promesse fatte in
passato, secondo cui avrebbero dovuto togliere le coperture di eternit almeno
dalle strutture comunali in cui persiste da anni.

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Nelle giornate di lavoro, a loro pagate e
non lavorate, avrebbero potuto almeno tentare di risolvere l’annosa questione
delle barriere architettoniche, di cui il Sindaco nega l’esistenza.

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Nelle giornate di lavoro, a loro pagate e
non lavorate, avrebbero potuto meditare sui tentativi attuati dal Sindaco di
imbavagliare le opposizioni, tramite le ripetute querele, anche a chi scrive,
per cercare di tacitare il crescente dissenso.

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Il Primo
Cittadino, addirittura, ha ideato un machiavellico percorso
“obbligatorio” (e unico) che i disabili dovrebbero seguire,
probabilmente noto solo a lui stesso, e che li canalizzerebbe in direzioni
decise a tavolino.

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L’assurdità delle politiche di questa
amministrazione si sposa benissimo con l’ultimo “scandalo” dei privilegi di
casta, in una corsa al mantenimento di un potere politico che poco ha a che
spartire con gli interessi della comunità minerbiese.

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Eravamo un Comune virtuoso, e ora con
l’Amministrazione Minganti, non lo siamo più.

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Siamo fanalino di coda nella classifica
dei Comuni che fanno raccolta differenziata.

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A Granarolo ed Altedo hanno piscine e
palazzetti sportivi per il basket, mentre a Minerbio no.

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Dovunque si
piantano alberi mentre a Minerbio vengono tagliati.

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Le pensiline degli autobus, promesse più
volte dall’Amministrazione Pdessina, sono una lontana chimera, un miraggio
irraggiungibile.

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Edifici storici, patrimonio della
collettività, appartenenti ad un retaggio culturale minerbiese, sono stati
abbandonati e lasciati cadere in rovina, fino a ridursi in macerie, come la ex
Scuola di San Martino di Soverzano.

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Le speculazioni del Sindaco-imprenditore,
relative alla Slim, assumono sempre di più caratteristiche fallimentari e di
oneri per la collettività, ponendo le basi per un tracollo le cui responsabilità
sono facilmente ascrivibili.

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La sicurezza stradale è inesistente, la
segnaletica insufficiente, e l’illuminazione pubblica immerge Minerbio in un
cono d’ombra pericoloso e inquietante per auto e pedoni.

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Il ricorso a tecnologie rinnovabili per
l’illuminazione pubblica e degli edifici comunali è inesistente, e non si
pubblicizzano politiche sociali per favorirne l’espansione.

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In parole povere … il nulla… tranne che
per i privilegi di casta…

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Quelli sì, sono sacri e
inviolabili, e per usufruirne i politici non si imbarazzano minimamente, neanche
quando viene sollevato lo scandalo dall’oppositore
Lazzari.

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Piuttosto, lo si apostrofa o lo si
circonda all’uscita del Consiglio, e lo si redarguisce, come se li avesse
scoperti con le mani dentro il vasetto della marmellata.
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Ma si sa, la marmellata è
dolcissima…

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Dissenso

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convegno nazionale contro le sottrazioni coatte dei bambini «Gli affidi alimentano un business milionario»

30.11.2011 23:46

ROMA. 30 NOV. Si e svolto il primo Convegno nazionale sul drammatico fenomeno dei cosiddetti “sequestri di stato” di bambini ingiustamente sottratti ai genitori.

Organizzatore della conferenza il Movimento nazionale Italia garantista. Il presidente Zaccai: “Si tratta di un’occasione importante di ascolto, progettazione ed interventi su temi che non coinvolgono soltanto gli “addetti ai lavori” ma direttamente i nuclei familiari che hanno subito il decreto di allontamento del proprio figlio”. Hanno collabborato all’evento il commissario nazionale del diaprtimento sicurezza Italia Garantista Domenico Marigliano, il commissario nazionale del diaprtimento giustizia Italia Garantista Cuccu’ Valentino, il commissario nazionale del diaprtimento sociale Italia Gaeantista Crasella jica, il commissario nazionale del diaprtimento famiglia Italia Garantista Sabrina Pavoni, la signora Classonno Nicoletta, la signora Nina Umana, la signora Tiziana Rizzo, la signora Chiara Cucchiaroni,la signora Monica Gimondo, inoltre hanno collaborato il vice presidente del Movimento Italia Garantista Domenico Stamato, il tutto sotto la precisa e puntuale osservazione del presidente del Movimento Italia Garantista l’on.le Pier Paolo Zaccai il quale ha dichiarato che in Italia ci Sono circa 34 mila i casi noti sul territorio nazionale dal nord al sud della Penisola. No alla “malagiustizia minorile” ed alle sottrazioni ingiuste di bambini alle proprie famiglie. In tutta Italia i drammatici casi del tragico fenomeno delle sottrazioni coatte dei minori da parte dei Tribunali dei minorenni. I numeri fanno davvero paura. Migliaia di piccoli allontanati con diversi “pretesti” all’affetto, alle cure e all’amore dei rispettivi genitori. Dal nord al sud della Penisola passando per le isole, ci sono nuclei familiari straziati dopo l’intervento di magistrati che, spesso su segnalazioni inique prodotte dai servizi sociali comunali, intervengono strappando il bambino alle mamme e ai papà. Alle proprie case, ai giochi, alla scuola provocando traumi e shock indelebili sia ai genitori che al figlio stesso. I motivi veri? Il guadagno. Affidi e sottrazioni alimentano infatti un business stimato intorno al milione di euro ogni anno.

Combattere questa drammatica realtà è l’obiettivo del Movimento nazionale Italia garantista che ha organizzato il primo convegno nazionale sul tema dal titolo “Sottrazione coatta dei minori alle famiglie”. Il work shop si si sta svolgendo a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, nella Sala Monsignor Luigi Di Liegro.
Dalle ore 9 alle ore 18.30 Palazzo Valentini ospiterà diversi, intensi interventi di psicologi, avvocati, genitori, parlamentari, counselor e mediatori familiari che dibatteranno su questa materia.

Ha apert i lavori l’on. Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento Italia garantista, nonché consigliere della Provincia di Roma.
“Il convegno costituisce un momento importante per analizzare il fenomeno dei “sequestri di stato” proponendo soluzioni per una adeguata e migliore politica familiare con relativo importante risparmio di spesa pubblica necessario per sanare le casse dello stato”, dichiara l’on. Zaccai.
Tra gli obiettivi, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, compresa la politica, in relazione all’inefficienza ed agli errori compiuti dal sistema giudiziario e dai servizi sociali comunali.

Si discuteranno alcuni disegni di legge tra cui quello relativo all’abolizione dell’inutile Tribunale dei minori, struttura obsoleta nata nel 1934 che non prevede il contradditorio ed altre di forme di garanzia del diritto di difesa benché contemplate dalla Costituzione vigente.
Si sono interessati del fenomeno i senatori Franco Cardiello e Cristano De Eccher, PdL, la senatrice Giuliana Carlino e la senatrice Rita Bernardini, Radicali, e naturalmente l’on. Pier Paolo Zaccai, che ha promosso l’evento contro la “malagiustizia minorile”.

il commissario nazionale del dipartimento

Sicurezza di Italia Garantista

Domenico Marigliano

Read more: http://www.sicurezzaitaliagarntista.it/news/convegno-nazionale-contro-le-sottrazioni-coatte-dei-bambini-gli-affidi-alimentano-un-business-milionario-/
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“Solidarietà per Genova- La dignità umana è la garanzia per il futuro”

A promuovere l’iniziativa Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nonché consigliere indipendente della Provincia di Roma, insieme a Domenico Marigliano, commissario nazionale Dipartimento sicurezza per Italia garantista, Grazia Grossi, delegata della città di Parma, Max Clerico, delegato della città di Biella, in Piemonte, in collaborazione con tutti i delegati della Liguria, attivamente impegnati nella raccolta ed in prima linea nel sostenere moralmente e materialmente gli alluvionati.

In questa tragica circostanza il Movimento intende innanzi tutto aiutare concretamente le vittime ed anche sensibilizzare la popolazione affinché reagisca e obblighi le istituzioni ad adottare un programma di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio.

“Il Dipartimento sicurezza si è messo in moto con i suoi militanti per dare un aiuto a chi ha subito la perdita di un bene ed ora non ha più nulla, rimanendo senza casa e senza vestiti”, dichiara il commissario nazionale Marigliano: “la regione Emilia Romagna ha dimostrato ancora una volta di possedere un grande cuore mettendo in moto la macchina degli aiuti. E’ stata”, spiega, “in particolare Grazia Grossi, la nostra delegata di Parma, ad avere il merito

di essersi attivata. Ringrazio tutta la popolazione dell’Emilia Romagna che ha messo a disposizione i propri beni per aiutare chi ha sofferto e subito una disgrazia”.

Il commissario Marigliano invita pertanto a contribuire inviando giocattoli, materiale scolastico, generi alimentari non deperibili, stivali di gomma ed altro presso la sede di Parma, Grancaffè dell’angelo, via Antonio Gramsci, 37/B.

“E’ stata la prima iniziativa dal conferimento della delega”, spiega Grazia Grossi: “abbiamo sentito la necessità di essere vicini ai nostri fratelli della Lunigiana. Adesso attendiamo soltanto il via libera dell’assessore di Aulla per portare i generi raccolti”.

“Condanno l’assenza delle istituzioni”, denuncia con forza il presidente Zaccai: “questi eventi calamitosi si possono prevenire: il problema è che evidentemente le autorità di bacino non svolgono bene il loro lavoro e che il territorio è amministrativamente abbandonato. Ogni anno, infatti, ecco il ripetersi di questi drammi mentre le morti civili poco interessano: lo dimostra la consapevolezza di quanto accadrà e l’assenza di un programma di prevenzione. La vita umana nel nostro paese non ha valore!”.

“Basta con i provvedimenti tampone”, sottolinea il presidente Zaccai: “deve finalmente avere inizio una programmazione di gestione territoriale e delle acque seria perché tragedie come quelle che in queste ore stanno vivendo le popolazioni liguri non debbano ripetersi”.

Il Movimento nazionale Italia garantista invoca provvedimenti seri ed urgenti da parte delle amministrazioni competenti alla luce dei 29 morti “a causa del maltempo” che si sono registrati su tutto il territorio nazionale a partire dal 18 settembre scorso quando una frana travolse in Piemonte sei alpinisti: ne morirono due. Da allora, altri morti fino all’alluvione del 25 ottobre che colpì Liguria e Toscana, devastando la Lunigiana, il Levante ligure e le Cinque terre. Il bilancio? Dieci morti e tre dispersi, a Vernazza. Si crede che i loro corpi possano essere quelli affiorati dieci giorni dopo davanti al litorale di Saint Tropez, ma non vi è certezza.
Eppoi i sei morti del nubifragio di Genova. Tutte donne, le vittime, e tra loro due bambine, morte mentre cercavano rifugio nell’androne di un palazzo. Due giorni dopo, altri due morti a Matera, un terzo a Pozzuoli, Napoli, schiacciato dall’ albero caduto sulla sua auto. Fino ad arrivare al nubifragio dell’isola d’Elba dove un’anziana di 81 anni è rimasta intrappolata nella sua casa di Marina di Campo, invasa dall’acqua. E come dimenticare il cingalese morto il 20 ottobre a Roma, all’Infernetto, affogato nella cantina dove viveva?

Adesso che il dramma è nel vivo, il presidente Zaccai lancia un monito alle istituzioni affinché intervengano. Basta con i rimpalli di competenze e via invece ai progetti di messa in sicurezza idrogeologica dei territori. Basta all’approssimazione ed alle speculazioni.

Per contribuire alla raccolta, è possibile telefonare al 347.7189581, scrivere a [email protected] e [email protected], oltre inviare beni a Parma, via Antonio Gramsci, 37/B. Il materiale raccolto sarà inviato nella sede di Parma dove la delegata Grazia Grossi provvederà a dividerlo e smistarlo indirizzandolo nelle zone alluvionate delle Cinque terre più vicine a Parma. www.italiagarantista.it, www.ilgarantista.it.

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