Tutti i Paesi europei da anni discutono, e sono combattuti, sulle coltivazioni OGM (ovvero genericamente modificate), sia dal punto di vista economico-agricolo, cioè la loro effettiva necessità, che dal punto di vista “morale” e salutistico cioè la liceità di modificare un dna di un alimento per alimentare uomini o animali che poii saranno mangiati dagli uomini.
Negli Stati Uniti invece la situazione è diversa ed i motivi sono tanti: da una parte c’è sicuramente l’enorme potere delle multinazionali produttrici di OGM, la più famosa delle quali è la Monsanto, dall’altra la mancanza di agricoltori statunitensi che hanno voglia di lavorare la terra e la difficoltà di reperire lavoratori immigrati viste le restrizioni legislative. Infine il prezzo più alto delle sementi tradizionali rispetto a quelle transgeniche.
Tutto ciò ha convinto fattori Usa ad intraprendere, già da circa 10 anni, la strada della coltivazione di prodotti OGM, in particolare mais, che rende il 20% in più del mais tradizionale e con meno fatica.
La svolta in questo senso è dato da due fattori: il mais transgenico cresce in modo più uniforme e le colture possono essere ottimizzate dal punto di vista dello spazio poichè le piante distano 20 cm invece di 30 come quelle tradizionali. Il secondo fattore è dato dalla minore irrorazione di erbicida: le piante di mais OGM infatti hanno bisogno di una sola applicazione di diserbante invece di cinque.
Dal momento che negli Usa l’utilizzo di OGM è oramai decennale sembrano dissiparsi i contrasti ed i dibattiti che coinvolsero le multinazionali, tra cui anche McDonald’s, circa la pericolosità degli alimenti transgenici. Naturalmente gli effetti sulla saluta umana non possono essere ancora evidenti: un decennio è ancora troppo poco per avere dei riscontri in termini scientifici.
Certamente in Europa la situazione agricola è diversa ed è chiara l’opposizione di molti paesi, in primis dell’Italia: nessuno come noi può vantare i prodotti tipici migliori, l’Italia ha la migliore cucina al mondo e la difesa dei propri prodotti diventa primaria. Il turismo enologico e gastronomico è un volano unico per il nostro paese e colture di tipo diverso, che tenderebbero a riprodurre prodotti e sapori minano non solo la nostra agricoltura ma la nostra economia.
Ciò vale anche per altri paesi europei ed è per questo che il dibattito è tuttora aperto e più che mai acceso.
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