Arte e comunicazione rappresentano una sintesi anomala. Il convergere dell’una verso altra è descrivibile pressoché come un paradosso di con- e di- vergenza costante. La filosofia stessa ha speso molte parole sulla comunicatività dell’arte, su cosa comunichi e come lo faccia. Non solo, l’estetica o filosofia dell’arte si è sempre chiesta quale sia il nucleo originario dell’opera d’arte, ovvero quale sia quel quid che rende una determinata opera un’opera d’arte. In base a questo si è arrivati a definire sotto diversi aspetti la comunicazione in relazione all’essere dell’arte. Si sono definite correnti di pensiero e veri e propri movimenti artistici sull’interpretazione del paradosso.
L’epoca contemporanea forse si è un po’ dimenticata della tensione in gioco tra i concetti di arte e di comunicazione. Forse li ha risolti nella piattezza dell’opinione personale, avendo il novecento distrutto il concetto di arte bella, simbolica e divina. L’arte del brutto e dell’allegoria ha aperto la strada all’interpretazione, al soggettivismo, relegando l’arte alla pubblicità (intesa come usufrutto pubblico e disparato dell’arte stessa). Sostanzialmente forse si può parlare di un rovesciamento delle dinamiche di arte e comunicazione. Da quando l’arte non comunica più se non se stessa, senza collocarsi all’interno di rigidi canoni estetici e concettuali, il rapporto tra arte e comunicazione si è cominciato a riconosce più nel rapporto che la comunicazione ha con l’arte e non viceversa, per cui si è cominciato a intendere la comunicazione come arte o la comunicazione eterogenea dell’arte. In entrambi i casi stiamo parlando di comunicazione di tipo pubblicitario e relazionale, di una comunicazione di massa che diventa arte, in un mondo in cui gli artisti acquisiscono laure honoris causa in scienze della comunicazione. Un rapporto e un’interrogazione tra arte e comunicazione che ha mutato le sue dinamiche incontra oggi anche la comunicazione dell’arte. E allora nascono corsi di laurea in Comunicazione e Gestione nei mercati dell’arte e della cultura.
La comunicazione pubblicitaria, in generale, spesso diventa il ricettacolo artistico del secolo presente, in cui gli spiriti creativi trovano espressione e possono allo stesso tempo essere remunerati dalla loro creatività. La comunicazione oggi salva l’arte perché si stacca dal paradosso e dall’esterno la intende come un patrimonio, la gestisce e la comunica.
Arte e comunicazione insomma invertono o scardinano le loro dinamiche di interazione classica per salvarsi.
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