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I olive you al Ristorante Savini – Milano

In occasione di Milano Food Week 2014 Savini organizza “I olive you”, una degustazione di olii di eccellenza nei pomeriggi del 22 e 23 maggio presso la propria Food Boutique, collocata al piano interrato, dalle ore 16 alle ore 20. L’evento è l’unico durante la kermesse meneghina, dedicato a  quello che i Greci definivano il nettare degli Dei, e con più pragmatismo gli Etruschi usarono per primi in cucina.

Savini apre le porte ai sapori della nostra tradizione e sottolinea così il proprio amore esclusivamente per i prodotti di assoluta qualità, verso i quali è sempre attiva una spasmodica attenzione in tutta la struttura ristorativa, dal Caffè al Ristorante, alla Food Boutique che conta centinaia di referenze di eccellenti prodotti alimentari italiani, solo artigianali.

Per ciascuno dei due giorni saranno allestite quattro postazioni di degustazione con tanto di degustatori oleologi che affiancheranno il pubblico guidandolo all’assaggio e comparazione,  con accompagnamento di crostini e divagazioni a tema con quattro prodotti a base d’olio.

Un percorso attraverso l’Italia e le regioni, in particolar modo Sicilia, Liguria, Toscana e Lombardia, ed i quattro olii selezionati:

 

OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA CULTIVAR BIANCOLILLA

Olio siciliano interamente prodotto con olive della varietà Biancolilla raccolte a mano sulle colline di Calamonaci (AG) e zone limitrofe a circa 300 mt s.l.m. Caratterizzato da un sapore leggermente fruttato ed un gusto equilibrato, dall’intenso colore giallo dorato, profumo elegante e deciso con note di erba fresca, pomodoro verde e retrogusto di carciofo.

 

OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA CULTIVAR FRANTOIO

All’olfatto si caratterizza per un fruttato intenso che ricorda il carciofo, sono ben presenti note amare e piccanti tipiche delle cultivar Toscane.

 

OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA  CULTIVAR TAGGIASCA

Un olio d’autore, dal profumo gentile ed aggraziato, dal sapore dolce, fragrante e tendente a delicati mandorlati. Proviene da olive mature della qualità “Taggiasca”. Prodotto ad Arma di Taggia (IM)

 

OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA  GARDA BRESCIANO D.O.P.

Certificato da organismo di controllo autorizzato da Mipaaf.

Presenta una veste di colore giallo non intenso ma brillantissimo, il  naso coglie l’oliva matura unita a note vegetali che ricordano l’erba di  sfalcio e il fieno non ancora del tutto essiccato”(Slow Food Editore,“Guida agli extravergini”).

 

 

 

Informazioni per la stampa / per eventuali interviste alla Proprietà Savini / Chef

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Da Savini in Galleria omaggio al design e all’arte contemporanea.

Milano – 07.04.2014. Milano brulica da oggi e sino al 13 di migliaia di eventi per la Design Week 2014, entusiasmo che pervade tutta la città e la proietta nel futuro ad un anno esatto dall’Expo universale che partirà nel maggio 2015. Anche in questo senso il prestigioso Ristorante Savini in Galleria Vittorio Emanuele, culla della cultura e nel suo passato anche di movimenti artistici d’eccezione, ha fortemente voluto sottolineare il legame continuo con la città anche in questa particolare settimana.

E come significare l’eccellenza del made in Italy che Savini rappresenta nella filiera dell’ospitalità alimentare, con analogo standing nel mondo del design? La risposta naturale è venuta dalla volontà di sperimentazione e di portare in un ambiente classicamente moderno quale Savini opere d’arte italiane che hanno già fatto parlare di loro nel mondo, da Miami a Parigi.

Savini è luogo dell’ospitalità milanese ed internazionale, un connubio che contestualizza con grande forza l’esposizione di Matteo Negri presso il Savini Caffè. Negri in queste opere è sorpreso a ragionare sul rapporto tra la forma e la modifica dei materiali plastici: la forma solitamente lineare del LEGO si scioglie, si snoda e si curva, ricostruendosi su nuove linee.

Rinnovate possibilità costruttive, libere dalla loro originaria struttura standardizzata e ripetitiva, spiazzano così il fruitore, utente in questo caso già di un’esperienza di gusto da Savini, che si trova davanti ad un readymade, ma un readymade concettuale e non legato all’oggetto che rappresenta, e nato dalla cooperazione di strumenti, materiali e finalità apparentemente divergenti, ma che invece convergono nella commistione tra arte e design.

Divergenti appaiono, ad una prima occhiata, anche i confronti fra gli interni di un luogo storico della Milano del 900 e queste opere così colorate e plastiche: in realtà, la storia di Savini è impregnata di arte contemporanea, in quanto fu il luogo di ritrovo dei giovani futuristi.

Giovani artisti come oggi è Matteo Negri, uno di quegli artisti che ripongono molte energie e accuratezza per la manifattura effettiva delle proprie opere, ora in esposizione al Savini Caffè con un’accurata selezione di lavori. Pur restando nel mondo dell’arte contemporanea (data anche la completa mancanza di una loro funzione) ci possono indurre a ragionare sul confine tra arte e design.

Occasione per fare meta da Savini che è sempre al centro della vita quotidiana ed internazionale, facendo parlare di sé in tutto il mondo.

 

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Quattro passi in Galleria, da theMicam a Savini

In occasione di theMicam, Salone internazionale leader nel settore calzaturiero che si svolge a Milano dal 2 al 5 Marzo 2014, quale migliore occasione per fare quatto passi in Galleria Vittorio Emanuele? Il Ristorante Savini, perla della ristorazione e delle pause di stile, omaggia la manifestazione facendo sfilare con l’occasione il Menù Degustazione “Quattro Passi in Galleria”, quattro piatti serviti che compongono un pranzo completo composto da un antipasto a base di prelibate Capesante alla plancia con cime di broccolo all’acciuga e crema di peperone giallo, il primo piatto di Ravioli di pasta fresca ripieni di salsa amatriciana su fonduta di pecorino romano, successivamente il fresco Filetto di manzo con verza brasata, polenta alla griglia e ristretto di manzo alle nocciole ed infine il famoso Tartufo catanese.

Milano e Savini, una simbiosi continua, un gioco di sguardi e di passaggi dagli ambienti interni alla Galleria che senza soluzione di continuità sono lo scenario in cui si trattengono con rilassata eleganza gli ospiti milanesi ed il pubblico internazionale.

Un legame raffinato ma anche giocoso con la città ed i suoi eventi, ricco di spunti gustosi per i propri ospiti, infatti se nel ristorante al primo piano vengono serviti piatti prelibati, nella food boutique al piano interrato è sempre possibile acquistare una raffinata selezione di prodotti tipici italiani, o ancora risalendo al Savini Caffè, intenti ad assecondare il proprio gusto per il dolce, scoprire una esclusiva inattesa limited edition, una scarpa femminile con tacco realizzata da maestri pasticceri con finissimo cioccolato  e fioccata al latte.

Un’elegante idea per omaggiare il movimento continuo della città e lo stile delle nostre donne al tempo di theMicam e di Savini.

 

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Il nuovo format di Orientamento dall’Europa ritorna in Italia

La settima edizione del Salone Internazionale di Orientamento Universitario Unitour ha coinvolto più di 30.000 alunni delle ultime classi di ben 36 cittá europee; Studenti interessati a conoscere l’offerta universitaria nazionale ed internazionale della Spagna, Germania, Italia, Andorra e Portogallo. Ben 156 Universitá internazionali come IE University, l’Universitá di Maastricht, Universitá Bocconi, NABA, Cattolica del Sacro Cuore, IULM Milano, European University, tra le tante, hanno presentato i loro programmi di studio nei saloni del tour. Una scelta ardua e condizionante anche per gli studenti di Bolzano, Milano, Torino, Napoli e Bari, che, grazie ad Unitour, hanno ottenuto una panoramica universitaria completa, privata e pubblica, nazionale ed internazionale.

Il salone, il cui ingresso é libero e gratuito, segue un modello workshop: all’interno di una sala ricevimenti di hotel centrali, le universitá partecipanti, disposte in modo “perimetrico”, possono dedicarsi a colloqui orientativi con alunni, professori, genitori e responsabili di orientamento secondo un’agenda di appuntamenti predeterminata dall’organizzazione.

Unitour 2014 si realizzerá in 37 cittá europee, aggiungendo la Bulgaria al circuito europeo e le città di Genova e Potenza a quello Italiano.

Unitour sará in Italia nel 2014 con le tappe di Bolzano 28 Gennaio, Milano e Torino 30 e 31 Gennaio, Bari e Napoli  11 e 14 Febbraio, ed infine con Potenza il 12 Febbraio e Genova il 24 Febbraio,  due novitá del circuito 2014.

Qual é il motivo della consolidata fiducia che da anni i responsabili delle ammissioni delle Univeristá mostrano nei confronti di Unitour?

Il Dott. Alberto Parravicini dell’ufficio Orientamento della Universitá IULM Milano, afferma quanto segue: “Unitour è senza dubbio una manifestazione con un format differente: le scuole partecipanti sono pre-selezionate e le classi vengono su appuntamento. Il vantaggio principale è la possibilità di effettuare veri e propri colloqui di orientamento con studenti in target… Studenti selezionati, interessati e proattivi rendono Unitour un’attività da valutare secondo criteri a parte rispetto ai classiche fiere di Orientamento”

Dunque efficacia della visita ad Unitour,  efficienza degli appuntamenti, qualitá del profilo delle scuole partecipanti ed infine la personale e consolidata relazione con i responsabili di orientamento in uscita delle principali scuole superiori delle cittá meta dell’evento.

In cosa si distingue il formato Unitour? In mattinata, attraverso lo strumento dell’Agenda di appuntamenti, i responsabili per l’orientamento delle scuole superiori, hanno difatti la possibilitá di prenotare una fascia oraria per le ultime classi della scuola, in questo modo gli studenti potranno accomodarsi tranquillamente presso i desk delle varie universitá, ottenendo un servizio di orientamento attento e personalizzato. Inoltre Unitour apre le porte anche durante il pomeriggio, garantendo il servizio di orientamento a tutti gli studenti delle restanti scuole superiori con le quali non sia stato possibile concordare un appuntamento in mattinata.

Unitour offre un’occasione unica agli atenei italiani, di confrontarsi con le altre universitá europee e mostrare la qualità delle proprie strutture e dei percorsi formativi, ma soprattutto offre a quegli studenti con uno spiccato interesse nella possibilitá di realizzare parte o l’intero circuito di studi all’estero, la possibilità di poter conoscere l’offerta formativa in uno scenario globale.

Il Network delle Università Italiane ha sostenuto Unitour e Círculo Formación sin dal principio, avendo intravisto in questo modello un vero e proprio cambiamento di stile europeo nel novero delle utili attività d’orientamento universitario.

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William Stok , artista internazionale post moderno

Luglio 2013 – Lo spazio Tandini di Milano ha recentemente ospitato l’artista William Stok, italiano per nascita, londinese per adozione. L’associazione culturale, che sorge all’interno di uno dei primo edifici in cemento armato del ‘900 e che vuole essere punto di promozione e valorizzazione della cultura e dell’arte internazionale, ha dedicato una serata alla proiezione di un film dedicato alla vita dell’artista.
William Stok, artista italiano trapiantato negli anni 70 a Londra, ha esposto le sue opere nelle più prestigiose gallerie europee. A scoprirlo negli anni ‘80 è stato il critico Charles Jencks , il principale teorico dell’arte post-moderna. Sono gli anni delle opere definite “classiche”, in cui William Stok è impegnato a realizzare grandi opere su carta partendo da foto in bianco e nero ritraenti come soggetti amici e conoscenti dei quali ricalca i lineamenti su tela bianca con la sanguigna. “Mi posizionavo al centro dell’immagine ricalcata su carta, una volta poggiata sul pavimento, lasciavo che il colore riempisse gli spazi da me creati: il colore si spargeva in modo casuale ed incontrollato, creando un’affascinate gioco di chiaro scuri che io stesso non avevo cercato. Il foglio intriso dall’acqua della tempera creava delle affascinati e sinuose ondulature e tutto questo era la mia opera d’arte, che io stesso non avevo ricercato. Il colore si era impossessato di tutto. Allo stesso tempo l’immagine ricalcata si impossessava del colore contenendolo “ . Emerge dunque il tema del “contenitore” che ritroviamo sempre negli stessi anni in alcuni quadri che propongono come unico soggetto la casa: contenitore dei nostri suppellettili e di noi stessi. I quadri hanno tutti la stessa dimensione e vi è sempre un elemento fasciante di colore blu che incornicia la casa “Questi quadri vengono sempre disposti in gallerie in sequenza ed alla stessa distanza per diventare delle finestre che in galleria ricostruiscono la facciata di un edificio. Vi è anche espresso in tema del fotogramma, già esistente nei lavori classici, e che userò anche nelle mie opere successive”.
La collezione Possesion inaugura una serie di produzioni che raccolgono molti dei temi affrontati fin ora, ma presentano anche un mutamento sostanziale nel linguaggio dell’artista.
Ispirato dal movimento del “readymade” di Duchamp, William Stok sperimenta e realizza opere partendo da oggetti di uso comune per esplorare uno dei bisogni più primitivi sai del mondo animale sia di quello umano: il bisogno di possedere, accumulare, conquistare oggetti come trofei di conquista per farli diventare parte integrante del proprio vivere e quindi del proprio essere.
Oggetti che sul piano materico risultano imprigionati e sostenuti da una composizione artistica realizzata utilizzando dei tondini metallici, in realtà sul piano ideologico sono il tentativo di renderli disegni nello spazio, che acquistano attraverso il metallo nuova lucentezza. Il peso della scultura è ribaltato e gli oggetti sono liberati nell’aria. Oggetti apparentemente di uso banale rivivono come protagonisti di una visione prospettica guidata e di una composizione artistica consequenziale. Non c’è solo idea che una nuova prospettiva ovvero una nuova visione permettano a chi osserva di scoprire un nuovo significato, un nuovo stimolo poiché l’oggetto orinario non esiste più. Quello che vede, che gli si palesa davanti agli occhi è qualcosa di nuovo che fino ad allora non era mia esistito. L’occhio è lo strumento attraverso la quale possiamo “impossessarci” di un’immagine, ma allo stesso tempo anche l’immagine si sta impassendo del nostro intelletto che la sta registrando. Ogni tondino rappresenta un movimento dell’occhio del quale l’artista ne proietta idealmente la linea del suo cono visivo. A miriadi di spostamenti oculari , poiché l’occhio umano non sta mia fermo, corrisponderanno miriadi di linee di coni ottici ideali. “L’esempio è dato dalla scultura con la silhouette della figura di metallo che guardando proietta una serie di cerchi che sono la concretizzazione del punto dove l’occhio nel tempo si è fermato.”
Questo rapporto bilaterale che regola l’atto dell’osservare un oggetto ha sempre affascinato William Stok. Infatti quando era ancora studente iniziò a realizzare delle cornici di 14 metri all’interno delle quali inseriva dei veri alberi presi qua e là. L’idea che la i due oggetti fossero interconnessi era espressa da una serie di palanche che partendo dall’enorme cornice si vanno restringendo verso l’albero e si dilatavano invece dall’albero alla cornice nel tentativo di suggerire un passaggio dimensionale dall’asse dell’oggetto all’asse dell’osservatore. Le palanche anche in questo caso sono utilizzata come ripresa ideale delle linee prospettiche dei quadri rinascimentali che partono dal vertice (l’albero), per raggiungere il limiti del quadro (la cornice). La cornice è anche il piano d’incontro delle linee del cono visivo che hanno come vertice l’occhio del fruitore che si è posto di fronte alla cornice. Questo aspetto ci porta alla produzione più recente dove l’elemento “occhio” si fa soggetto prediletto delle opere successive.
Nel 2002 William Stok subisce una serie di interventi agli occhi presso il Moorfields Eye Hospital di Londra e durante questi trattamenti iniziò a fare delle ricerche e rimase affascinato dalle immagini di occhi che lo circondavano ogni giorno. Una volta dimesso questa particolare esperienza si tramutò in una serie di dipinti suggestivi ritraenti gigantografie di occhi (larghe circa 3 metri) realizzati utilizzando tempere all’uovo oppure piccole miniature a pastelli su canavas. L’aspetto intrigante di questa sua ricerca era indagare il rapporto “fisiologico” mutevole che c’è tra la cornea, l’iride e la pupilla. I dipinti realizzati non sono da considerarsi come un attento studio anatomico dell’organo della vista, ma come immagini astratte e significati o scuri che si palesano nella mente dell’artista e di chi le osserva.
In questi ultimi anni, invece, la produzione artistica di William Stok si è concentrata sulla realizzazione di dipinti e sculture di forme apparentemente astratte che suggestivamente vengono ricongiunte ad immagini di oggetti reali che in fase di creazione non erano state pensate ma che si sono progressivamente palesate nella mente dell’artista. “Non sono alla ricerca di chissà quale significato, l’oggetto reale è semplicemente un oggetto. L’aspetto interessante è come l’astratto preso singolarmente non ci dice nulla, ma una volta elaborato prima dai nostri occhi con l’atto del guardare e poi dalla nostra mente diventa qualcosa di concreto e parte della nostra memoria.” La foto affiancata all’opera pittorica o alla scultura suggerisce il “titolo”, ma mai il significato. William Stok vuole suggerirci il punto da cui tutto nasce, il significato ed il valore che uno da agli oggetti è del tutto arbitrario ed individuale.

Per ulteriori informazioni:
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Via Vittorio Emanuele II, 20 – 20900 Monza
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William Stok – artista internazionale post-moderno

Luglio 2013 – Lo spazio Tandini di Milano ha recentemente ospitato l’artista William Stok, italiano per nascita, londinese per adozione. L’associazione culturale, che sorge all’interno di uno dei primo edifici in cemento armato del ‘900 e che vuole essere punto di promozione e valorizzazione della cultura e dell’arte internazionale, ha dedicato una serata alla proiezione di un film dedicato alla vita dell’artista.
William Stok, artista italiano trapiantato negli anni 70 a Londra, ha esposto le sue opere nelle più prestigiose gallerie europee. A scoprirlo negli anni ‘80 è stato il critico Charles Jencks , il principale teorico dell’arte post-moderna. Sono gli anni delle opere definite “classiche”, in cui William Stok è impegnato a realizzare grandi opere su carta partendo da foto in bianco e nero ritraenti come soggetti amici e conoscenti dei quali ricalca i lineamenti su tela bianca con la sanguigna. “Mi posizionavo al centro dell’immagine ricalcata su carta, una volta poggiata sul pavimento, lasciavo che il colore riempisse gli spazi da me creati: il colore si spargeva in modo casuale ed incontrollato, creando un’affascinate gioco di chiaro scuri che io stesso non avevo cercato. Il foglio intriso dall’acqua della tempera creava delle affascinati e sinuose ondulature e tutto questo era la mia opera d’arte, che io stesso non avevo ricercato. Il colore si era impossessato di tutto. Allo stesso tempo l’immagine ricalcata si impossessava del colore contenendolo “ . Emerge dunque il tema del “contenitore” che ritroviamo sempre negli stessi anni in alcuni quadri che propongono come unico soggetto la casa: contenitore dei nostri suppellettili e di noi stessi. I quadri hanno tutti la stessa dimensione e vi è sempre un elemento fasciante di colore blu che incornicia la casa “Questi quadri vengono sempre disposti in gallerie in sequenza ed alla stessa distanza per diventare delle finestre che in galleria ricostruiscono la facciata di un edificio. Vi è anche espresso in tema del fotogramma, già esistente nei lavori classici, e che userò anche nelle mie opere successive”.
La collezione Possesion inaugura una serie di produzioni che raccolgono molti dei temi affrontati fin ora, ma presentano anche un mutamento sostanziale nel linguaggio dell’artista.
Ispirato dal movimento del “readymade” di Duchamp, William Stok sperimenta e realizza opere partendo da oggetti di uso comune per esplorare uno dei bisogni più primitivi sai del mondo animale sia di quello umano: il bisogno di possedere, accumulare, conquistare oggetti come trofei di conquista per farli diventare parte integrante del proprio vivere e quindi del proprio essere.
Oggetti che sul piano materico risultano imprigionati e sostenuti da una composizione artistica realizzata utilizzando dei tondini metallici, in realtà sul piano ideologico sono il tentativo di renderli disegni nello spazio, che acquistano attraverso il metallo nuova lucentezza. Il peso della scultura è ribaltato e gli oggetti sono liberati nell’aria. Oggetti apparentemente di uso banale rivivono come protagonisti di una visione prospettica guidata e di una composizione artistica consequenziale. Non c’è solo idea che una nuova prospettiva ovvero una nuova visione permettano a chi osserva di scoprire un nuovo significato, un nuovo stimolo poiché l’oggetto orinario non esiste più. Quello che vede, che gli si palesa davanti agli occhi è qualcosa di nuovo che fino ad allora non era mia esistito. L’occhio è lo strumento attraverso la quale possiamo “impossessarci” di un’immagine, ma allo stesso tempo anche l’immagine si sta impassendo del nostro intelletto che la sta registrando. Ogni tondino rappresenta un movimento dell’occhio del quale l’artista ne proietta idealmente la linea del suo cono visivo. A miriadi di spostamenti oculari , poiché l’occhio umano non sta mia fermo, corrisponderanno miriadi di linee di coni ottici ideali. “L’esempio è dato dalla scultura con la silhouette della figura di metallo che guardando proietta una serie di cerchi che sono la concretizzazione del punto dove l’occhio nel tempo si è fermato.”
Questo rapporto bilaterale che regola l’atto dell’osservare un oggetto ha sempre affascinato William Stok. Infatti quando era ancora studente iniziò a realizzare delle cornici di 14 metri all’interno delle quali inseriva dei veri alberi presi qua e là. L’idea che la i due oggetti fossero interconnessi era espressa da una serie di palanche che partendo dall’enorme cornice si vanno restringendo verso l’albero e si dilatavano invece dall’albero alla cornice nel tentativo di suggerire un passaggio dimensionale dall’asse dell’oggetto all’asse dell’osservatore. Le palanche anche in questo caso sono utilizzata come ripresa ideale delle linee prospettiche dei quadri rinascimentali che partono dal vertice (l’albero), per raggiungere il limiti del quadro (la cornice). La cornice è anche il piano d’incontro delle linee del cono visivo che hanno come vertice l’occhio del fruitore che si è posto di fronte alla cornice. Questo aspetto ci porta alla produzione più recente dove l’elemento “occhio” si fa soggetto prediletto delle opere successive.
Nel 2002 William Stok subisce una serie di interventi agli occhi presso il Moorfields Eye Hospital di Londra e durante questi trattamenti iniziò a fare delle ricerche e rimase affascinato dalle immagini di occhi che lo circondavano ogni giorno. Una volta dimesso questa particolare esperienza si tramutò in una serie di dipinti suggestivi ritraenti gigantografie di occhi (larghe circa 3 metri) realizzati utilizzando tempere all’uovo oppure piccole miniature a pastelli su canavas. L’aspetto intrigante di questa sua ricerca era indagare il rapporto “fisiologico” mutevole che c’è tra la cornea, l’iride e la pupilla. I dipinti realizzati non sono da considerarsi come un attento studio anatomico dell’organo della vista, ma come immagini astratte e significati o scuri che si palesano nella mente dell’artista e di chi le osserva.
In questi ultimi anni, invece, la produzione artistica di William Stok si è concentrata sulla realizzazione di dipinti e sculture di forme apparentemente astratte che suggestivamente vengono ricongiunte ad immagini di oggetti reali che in fase di creazione non erano state pensate ma che si sono progressivamente palesate nella mente dell’artista. “Non sono alla ricerca di chissà quale significato, l’oggetto reale è semplicemente un oggetto. L’aspetto interessante è come l’astratto preso singolarmente non ci dice nulla, ma una volta elaborato prima dai nostri occhi con l’atto del guardare e poi dalla nostra mente diventa qualcosa di concreto e parte della nostra memoria.” La foto affiancata all’opera pittorica o alla scultura suggerisce il “titolo”, ma mai il significato. William Stok vuole suggerirci il punto da cui tutto nasce, il significato ed il valore che uno da agli oggetti è del tutto arbitrario ed individuale.

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Pinart – L’arte digitale di Giuseppe Nobile

Milano – 26 Giugno 2013 La splendida e centralissima cornice del Boscolo Exedra di C.so Matteotti ospita sino al 26 luglio opere digigrafiche di fine art di Giuseppe Nobile nel percorso espositivo d’arte eterogeneo e brillante che ha visto esposti anche Mimmo Rotella, Fernando De Filippi, Antonio Guccione, Matteo Negri, e molti altri qualificati esponenti di varie correnti, sotto l’organizzazione attenta di BagGallery.

L’evento espositivo caldeggiato da Digigrafia Italia, si svolge con il patrocinio del Network delle Università Italiane ed il supporto media di Lifestyle Art, a testimonianza di una particolare ibridazione di arti e culture, di totale modernità e classicismo dell’artista e dei suoi riconoscimenti ottenuti.

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UNITOUR, il nuovo format di Orientamento dall’Europa ritorna in Italia

Un vero e proprio successo la sesta edizione del Salone Internazionale di Orientamento Universitario Unitour, che durante il Tour europeo 2011-2012,  comprensivo delle tappe italiane di Napoli, Bari e Milano, ha ospitato, presso 32 cittá europee piu’ di 26.000 studenti interessati a conoscere l’offerta universitaria nazionale ed internazionale. Una scelta ardua e condizionante anche per gli studenti delle ultime classi del “Bel Paese”, per questo motivo, Círculo Formación, societá di consulenza organizzatrice dell’evento e specializzata da oltre 16 anni in istruzione superiore, mette a disposizione una panoramica universitaria completa, privata e pubblica, nazionale ed internazionale.  Quest’anno Unitour è approdato in Italia all’Hotel Excelsior di Napoli il 6 Febbraio 2012, per poi proseguire al Palace Domina Hotel & Conference Center di Bari il 7 Febbraio ed infine all’Hotel Melià di Milano l’8 febbraio 2012.  Il salone, il cui ingresso é libero e gratuito, segue un modello workshop: all’interno di uno sala ricevimenti di hotel centrali,  le universitá partecipanti possono dedicarsi a colloqui orientativi con alunni, professori, genitori e tutor secondo un’agenda di appuntamenti fissati dall’organizzazione. Nel circuito europeo 2012/2013 comprensivo di ben 37 cittá europee, Unitour approderá a Bolzano il 14 Gennaio 2013, Milano e Torino rispettivamente il 21 e 22 Gennaio 2013, Napoli e Bari rispettivamente il 18 e 19 Febbraio 2013.

 

Qual é il motivo della consolidata fiducia che da anni i responsabili delle ammissioni delle Univeristá mostrano nei confronti di Unitour,? La risposta risiede nella efficacia della visita ad Unitour,  nell’efficienza degli appuntamenti, qualitá e profilo delle scuole partecipanti e nell’oramai consolidata relazione con i responsabili di orientamento in uscita delle principali scuole superiori delle cittá meta dell’evento. In cosa si distingue il formato Unitour?  In mattinata, attraverso lo strumento dell’agenda di appuntamenti, I responsabili di orientamento hanno difatti la possibilitá di prenotare una fascia oraria per le ultime classi della scuola superiore, in questo modo gli studenti potranno accomodarsi tranquillamente presso i desk delle universitá, ottenendo un’ servizio di orientamento attento e personalizzato. Inoltre Unitour apre le porte anche durantre il pomeriggio, garantendo il servizio di orientamento a tutti gli studenti delle restanti scuole superiori con le quali non sia stato possibile concordare un appuntamento in mattinata.

 

UNITOUR riunisce le principali università pubbliche e private tanto nazionali come internazionali e durante la scorsa edizione ha spinto piú di 26.000 alunni (di cui quasi 2.000 nel circuito Napoli-Bari-Milano) ad accedere ai saloni Unitour, presso i quali, 141 Universitá internazionali come IE University, ESADE, l’Universitá di Maastricht, NABA, Cattolica del Sacro Cuore, IULM Milano, Luiss Guido Carli e Technische Universität München (TUM) hanno presentato i loro programmi di studio.

 

UNITOUR offre un’occasione unica agli atenei italiani di confrontarsi con le altre universitá europee e mostrare la qualità delle proprie strutture e dei percorsi formativi, ma soprattutto di farsi conoscere da quegli studenti che hanno uno spiccato interesse nella possibilitá di realizzare parte o l’intero circuito di studi all’estero. Il Network delle Università Italiane ha sostenuto UNITOUR e Círculo Formación sin dal principio, avendo intravisto in questo modello un vero e proprio cambiamento europeo nel novero delle utili attività d’orientamento universitario.

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IL DEBUTTO DI ANDREA BONINI AL SALONE DEL MOBILE

Il giovane designer Andrea Bonini debutta al Salone Internazionale del Mobile con la linea FD-Collection, della storica azienda italiana Dolfi, per la quale collabora nell’art direction della collezione e come designer ne progetta numerosi e importanti elementi. La linea FD-Collection si ispira all’essenza classica di Dolfi, ma si impone sul mercato con una collezione contemporanea e nuovi materiali come la pelle, lo scamosciato, l’acciaio e specchiere grafiche, mentre la cromia di colori si appoggia alle varie tonalità del grigio per creare un effetto caldo e di assoluto design. I pezzi della collezione che identificano maggiormente il designer sono ,ad esempio, il divano ”Hermes” rivisitazione in chiave contemporanea di un classico imbottito per eccellenza, o la poltrona ”Lucrezia” dalle linee ricercate con inserti in acciaio. Bonini nasce a Verona nel 1985 compie da prima studi in interior design laureandosi con il massimo dei voti, successivamente compie un master in product design nel prestigioso Istituto Marangoni di Milano collaborando già con affermati marchi internazionali. Culturalmente ricco e contaminato da collaborazioni con importanti studi di architettura e design come lo studio Design Bakery di Roberto Leone, affrontando progetti di interior nel settore del retail e successivamente con lo studio Lorenzo Palmeri dove segue progetti di product design, Bonini rappresenta di fatto una delle matite più in vista del momento. Questo l’ha portato a vivere con multidisciplinarietà gli stimoli derivanti anche dal mondo del retail firmando un proggetto visual per Intimissimi, dirompenti soggetti per il casual delle linee di abbigliamento Weya, per tornare ad aspetti tecnici con Carl Zeiss, specializzati nell’ottica e meccanica di precisione. Tre anni fa dà linfa vitale al luxury Brand di arredamento e complementi Diamante Design, che lo nomina art director del marchio e designer, ruolo che lo porta a progettare l’intera linea di 25 pezzi e curarne tutt’ora lo sviluppo. Andrea Bonini e FD-Collection saranno al Salone Internazionale del Mobile, Milano 17-22 Aprile 2012, presso il Padiglione 1 Stand E07/E11.

Ufficio Stampa Andrea Bonini Designer

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UNITOUR,la fiera di orientamento universitario, torna in Italia per il secondo anno consecutivo

Dopo il grande successo dello scorso anno, UNITOUR, la fiera di orientamento universitario organizzato dalla società di consulenza Circulo Formación con sede a Madrid, specializzata in istruzione superiore, torna per il secondo anno consecutivo in Italia coinvolgendo dando modo di conoscere la miglior offerta formativa universitaria estera e italiana.
Dopo anni di successo in Spagna e Portogallo, il 6 febbraio 2012 UNITOUR sarà all’hotel Excelsior di Napoli. Il suo format itinerante prevede delle tappe successive che avranno luogo al Palace Hotel Domina Hotel & Conference Center di Bari il 7 febbraio e infine all’Hotel Meliá di Milano l’8 febbraio 2012.
In Spagna e in Portogallo l’evento è un riferimento nel panorama dell’orientamento universitario e UNITOUR ha aggiunto, ormai per il secondo anno consecutivo, le tappe italiane e tedesche a quelle di Portogallo e Spagna con lo scopo di aiutare le università ad attirare i migliori studenti.
UNITOUR è il punto d’incontro tra studenti che frequentano l’ultimo anno di liceo e le migliori università europee e si differenzia dalle altre fiere di settore per l’efficacia degli appuntamenti: la partecipazione diretta di orientatori universitari e responsabili di ammissioni danno un taglio pratico all’evento rendendolo un’opportunità unica per orientare gli studenti in una scelta decisiva per il futuro. La fiera segue un modello di workshop: all’interno di uno spazio dedicato in hotel con posizione centrale, gli atenei partecipanti possono dedicarsi a colloqui orientativi con alunni, professori, genitori e tutor secondo un’agenda di appuntamenti fissati dall’organizzazione.
UNITOUR riunisce le principali università pubbliche e private, nazionali ed internazionali, offrendo un servizio di orientamento a piú di 80.000 studenti e 4.000 genitori. Il taglio estremamente pratico della fiera fa sì che l’evento rappresenti un’occasione per gli atenei italiani di confrontarsi con gli altri paesi europei e mostrare la qualità delle proprie strutture e dei propri percorsi formativi, ma soprattutto di farsi conoscere ai giovani studenti che necessitano di una guida che li aiuti ad imboccare la giusta strada verso il loro futuro.
UNITOUR, insieme al Network delle Università Italiane, accanto alle realtà accademiche da oltre 10 anni e sempre presente alle manifestazioni di orientamento e placement di importantissimo livello sul territorio italiano, anche quest’anno sarà il punto di riferimento per il format itinerante.
Il Network delle Università Italiane, che intravvede in questo modello un vero cambiamento europeo nel novero delle utili attività d’orientamento, infatti, sosterrà Circulo Formación anche quest’anno, nella diffusione dell’evento all’interno delle università.

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