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SABATO 9 MARZO 2013, DI FRONTE ALL’OSPEDALE DI MONTICHIARI, MANIFESTAZIONE CONTRO L’ELETTROSHOCK.

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  • 21 Marzo 2013

I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU Onlus) sabato, 9 marzo 2013, hanno manifestato contro l’uso dell’elettroshock (TEC) di fronte all’Ospedale di Montichiari.
I volontari da anni stanno lottando per chiedere una legge che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale e che stabilisca un risarcimento economico e di status ai cittadini che hanno subito invalidazioni neurologiche, che siano stati sottoposti a tali trattamenti senza il loro dichiarato e consapevole consenso o con l’acquisizione di un consenso poco informato dei familiari.
La manifestazione è stata composta e civile e ha visto la partecipazione di alcune decine di persone che esponevano cartelli e striscioni. “Stop elettroshock!”, “Psichiatria = niente risultati”. “Elettroshock produce zombie”, alcuni dei manifesti.
La discussione e protesta contro l’elettroshock al presidio di Montichiari si è acuita all’indomani della pubblicazione della relazione sullo stato della Salute in Italia, presentata dal Senatore Marino. Nella relazione si indica Montichiari come uno degli ospedali nazionali dov’è più in uso questa pratica.
“L’uso dell’elettroshock in così vasta proporzione è equivalente a dire che la medicina non ha fatto passi avanti. O che la Psichiatria non ha altri metodi che piazzare elettrodi in testa alle persone, nella speranza che stiano meglio”, ha commentato Emilia Kwasnicka, portavoce del CCDU Brescia. “E’ una pratica barbara, di non comprovata certezza curativa, eppure continua ad essere usato e abusato”
Le manifestazioni continueranno prossimamente.

Firma anche tu la petizione: http://www.avaaz.org/it/petition/2013_Lelettroshock_e_ancora_in_vigore_FIRMA_PER_ABOLIRLO/

Per maggiori informazioni: Dott.ssa Emilia Kwasnicka 3287269909
www.ccdu.org www.ccdu.it

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SABATO 9 MARZO 2013, DI FRONTE ALL’OSPEDALE DI MONTICHIARI, MANIFESTAZIONE CONTRO L’ELETTROSHOCK .

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  • 6 Marzo 2013

Molti forno non lo sanno ma in più di 91 ospedali italiani si pratica ancora l’elettroshk e l’ospedale di Montichiari (BS) è uno di questi.

I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus (organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata a investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani) sabato 9 marzo faranno una manifestazione pacifica di fronte all’ospedale di Montichiari per esprimere il loro dissenso contro questa pratica brutale e per rendere consapevoli i cittadini ciò che sta ancora succedendo nei nostri ospedali, spesso senza il consenso dei pazienti stessi.

I volontari da anni stanno lottando per chiedere una legga che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale e che stabilisca un risarcimento economico e di status ai cittadini che hanno subito invalidazioni neurologiche, che siano stati sottoposti a tali trattamenti senza il loro dichiarato e consapevole consenso o con l’acquisizione di un consenso poco informato dei familiari.

Se anche tu pensi che l’elettroshk e i trattamenti psichiatrici invalidanti debbano essere aboliti partecipa alla manifestazione e firma questa petizione contro l’elettroshk: http://www.avaaz.org/it/petition/2013_Lelettroshock_e_ancora_in_vigore_FIRMA_PER_ABOLIRLO/

Per maggiori informazioni chiama Gabriele al numero 349 4466098.

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TERAPIE BRUTALI: “TRATTAMENTI” PSICHIATRICI DANNOSI

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  • 26 Febbraio 2013

L’elettroshock, noto anche come terapia elettroconvulsivante (TEC), ed i “trattamenti” di psicochirurgia stanno recentemente tentando di tornare alla ribalta. Eppure, fin dal loro inizio, non sono mancati conflitti tra gli psichiatri che hanno una cieca fiducia in questo genere di “terapie” e il gran numero di vittime e famiglie che sono state completamente rovinate da loro.

Chi sta dicendo la verità? Chi è rimasto turbato oppure ha provato repulsione guardando un video mentre viene praticata la TEC oppure un intervento di psicochirurgia, conosce troppo bene la risposta; queste procedure possiedono tutte le caratteristiche della tortura fisica che apparteneva all’arsenale degli interrogatori del KGB (polizia segreta dell’ex Unione Sovietica), piuttosto che agli strumenti di un “medico”. Tuttavia, sono pochissime le persone che hanno visto un tale video, ed a quanto pare nemmeno quelle che propongono leggi sul loro uso coatto, e meno ancora quelle che hanno assistito in prima persona a queste procedure.

Gli psichiatri che promuovono queste terapie si mascherano di legittimità medica: l’ospedale, gli assistenti vestiti di bianco, gli anestetici, i farmaci miorilassanti e l’attrezzatura dall’aspetto raffinato. Gli effetti dell’elettroshock sono devastanti, eppure ai pazienti o alle loro famiglie non vengono mai esposte tutte le conseguenze a cui possono dar luogo simili trattamenti. Peggio, quando si sollevano obiezioni queste non sono accettate.

Nei colloqui atti a persuadere il paziente, ignaro e fiducioso, non si parla mai del fatto che tali procedure sono estremamente lucrative per gli psichiatri e per le strutture ospedaliere, malgrado il fatto che esse sono il presupposto per ulteriori “trattamenti” psichiatrici dispendiosi e protratti nel tempo, e di conseguenza garantiscono il business e gli introiti futuri per gli operatori del settore.

La testimonianza di Maria Garcia (uno pseudonimo) ci ricorda che quando ogni cosa fallisce, gli psichiatri fanno prontamente ricorso alla contenzione o alla paura per strappare il “consenso” al trattamento.

Maria, una casalinga ispanica di mezza età, consultò uno psichiatra dopo che la depressione persisteva e le furono prescritti psicofarmaci. Dopo che stava avendo movimenti incontrollabili nel corpo, il diretto risultato del danno al sistema nervoso indotto dai farmaci, lo psichiatra le raccomandò la TEC. Maria rifiutò, ma quando più tardi fu ammessa all’ospedale per una cura disintossicante dai farmaci, le fu di nuovo raccomandata la TEC. Anche se lei faceva resistenza, lo psichiatra le disse: “Le tue paure non sono nient’altro che superstizioni cubane” e “se non ti sottoponi a questi trattamenti, morirai”. Le furono somministrati 5 trattamenti di shock.

Il marito riferisce l’accaduto: “A seguito di trattamenti di TEC… la memoria di mia moglie è stata notevolmente compromessa… Sebbene parlasse inglese come seconda lingua da quarantadue anni, ha perso la maggior parte della sua capacità di parlare e capire… L’intera esperienza è stata un inganno, una menzogna, un pugno nello stomaco… La sua depressione non è guarita e la sua memoria è piuttosto labile… ora siamo entrambi furiosi per quanto è avvenuto. È come se fosse stata violentata davanti ai miei occhi”.

Con letteralmente miliardi di profitti realizzati tramite TEC e psicochirurgia, oggi vi è un livello spaventoso di disinformazione su di essi, la maggior parte diffusa dagli psichiatri. Molti scienziati criticano la procedura.

Il neurologo e ricercatore John Friedberg, che per oltre trent’anni ha studiato le complicazioni dell’elettroshock, ha affermato: “È molto difficile esprimere a parole cosa causa il trattamento con shock alle persone… distrugge l’ambizione della gente, e… la loro vitalità. Rende le persone piuttosto passive ed apatiche… Inoltre, l’amnesia, l’apatia e la mancanza d’energia sono, a mio parere, la ragione per cui… [gli psichiatri] riescono a cavarsela”.

Mary Lou Zimmerman è consapevole di aver perso la sua voglia di vivere per mano di uno psichiatra. Nel giugno del 2002, una giuria ha ordinato alla Cleveland Clinic, in Ohio (USA), di pagare 7,5 milioni di dollari (6 milioni di Euro) a una signora di 62 anni in seguito ad un atroce intervento di psicochirurgia. La signora Zimmerman aveva cercato aiuto per il fatto che si lavava le mani in maniera compulsiva e, dopo aver letto rapporti entusiastici sul sito web della clinica riguardo il trattamento, decise di rivolgersi a loro. La realtà fu un incubo. La signora fu sottoposta ad un intervento durante il quale le fu trapanata la testa in quattro punti diversi e le furono rimosse delle parti del cervello, ciascuna dalle dimensioni di una biglia. Dopo l’ardua sofferenza la signora scoprì di non essere più in grado di camminare, stare in piedi, mangiare o andare in bagno da sola. Il suo avvocato, Robert Linton, ha dichiarato: “Lei ha perso tutto, tranne la consapevolezza di quanto ora sia diversa. È completamente invalida e ha bisogno di assistenza continua”.

Oggigiorno, l’industria psichiatrica degli Stati Uniti incassa circa 5 miliardi di dollari (4 miliardi di Euro) all’anno per la TEC. Negli Stati Uniti, alle persone di 65 anni viene somministrato il 360% in più d’elettroshock rispetto a quelli di 64 anni, dal momento che la Medicare (l’assicurazione sanitaria statale) entra in vigore ai 65 anni d’età, a testimonianza del fatto che l’uso della TEC viene guidato dal profitto e dall’avidità e non per compassione medica. Sebbene la psicochirurgia venga oggi usata con meno frequenza, negli Stati Uniti, vengono tuttora effettuati più di 300 interventi all’anno, compreso la famigerata lobotomia prefrontale.

Nonostante i loro sofisticati armamentari scientifici, la brutalità della TEC e della psicochirurgia dimostrano che la psichiatria non è progredita oltre la crudeltà e la barbarie dei suoi primi trattamenti. Questo rapporto è stato scritto come aiuto per assicurarsi che, allo stesso modo della fustigazione, delle frustate e del salasso, oggigiorno fuorilegge, questi “trattamenti” devono essere proibiti o perseguiti per quello che sono, cioè come la violenza carnale.

Cordialmente,

Jan Eastgate
Presidente Citizens Commission
on Human Rights International

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.it/

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DISTURBI PSICHIATRICI E MALATTIE A CONFRONTO

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  • 18 Febbraio 2013

I disturbi psichiatrici non sono malattie fisiche. Non ci sono radiografie, scansioni cerebrali, prove di laboratorio o esami sullo squilibrio chimico che dicano se un disordine mentale è una condizione fisica. Ciò non significa che la gente non si possa sentire depressa o che non possa sperimentare stress emotivo o mentale, ma la psichiatria ha messo tali emozioni e comportamenti in una nuova categoria di “malattia” per vendere farmaci. È una campagna di marketing brillante, ma non è scienza.

“… la psichiatria moderna non è ancora stata in grado di fornire prove convincenti della causa genetica/biologica di un’unica malattia mentale. Ai pazienti sono stati diagnosticati ‘squilibri chimici’, malgrado non esista nessun test a sostegno di tale affermazione e… non esista nessun’idea dell’aspetto di uno squilibrio chimico”. – Dottor David Kaiser, psichiatra

“Non esiste nessuno squilibrio biologico. Quando la gente viene da me e mi dice: ‘Ho uno squilibrio biochimico’, io dico ‘Mi faccia vedere i test di laboratorio’. Non esistono prove di laboratorio. Quindi qual è lo squilibrio biologico?” – Dottor Ron Leifer, psichiatra

“Tutti gli psichiatri hanno in comune il fatto che quando vengono ripresi da una telecamera o li si ascolta a un microfono, si tirano indietro e ammettono che non esistono cose come squilibrio chimico/malattie o esami o test fatti su di essi. Quello che fanno, in pratica, mentendo in ogni caso, è di revocare il diritto al consenso consapevole di ogni paziente e di avvelenarlo in nome del ‘trattamento’. Questo può solo essere definito criminale. – Dottor Fred Baughman Jr., neurologo pediatrico

“La psichiatria fa affermazioni non dimostrate che la depressione, la malattia bipolare, l’ansietà e l’alcolismo e molti altri disordini sono in realtà soprattutto di origine biologica e probabilmente genetica… Questo genere di fede nella scienza e nel progresso è impressionante, per non dire ingenuo e forse allucinatorio.” – Dottor David Kaiser, psichiatra

“Mentre non siano certo mancate presunte spiegazioni biochimiche di condizioni psichiatriche, non ne è stata provata nemmeno una. Anzi. In ogni esempio in cui si era creduto di aver trovato uno squilibrio, esso si è in seguito rivelato falso.” – Dottor Joseph Glenmullen, psichiatra della Harvard Medical School

“Ci si attiene alle teorie non solo perché non c’è altro che le possa sostituire, ma anche perché servono per promuovere il trattamento con farmaci”. – Dottor Elliott Valenstein, autore di Incolpare il cervello.

“Non ci sono test del sangue o altri test biologici per verificare la presenza o l’assenza di malattie mentali come esistono per la maggior parte delle malattie fisiche. Se si sviluppasse un test del genere la condizione smetterebbe di essere una malattia mentale e sarebbe invece classificata come sintomo di malattia fisica.” – Dottor Thomas Szasz, Professore Emerito di Psichiatria, New York University Medical School, Syracuse

“Credo che finché il pubblico e la psichiatria non vedranno che le etichette del DSM non solo sono inutili come ‘diagnosi’ mediche ma hanno anche il potenziale di creare gravi danni, in particolare quando vengono usate per negare alla gente la libertà, saranno usate come armi da psichiatri che si comportano come sicari del sistema legale.” – Dottor Sydney Walker III, psichiatra

“Nel disordine da insufficiente attenzione, nel disordine di sfida, nella depressione, nella schizofrenia, nell’ansietà, nell’abuso compulsivo di alcol e droga, nell’eccitazione, nel gioco d’azzardo o in nessun altro disordine mentale, disturbo o malattia sono stati riscontrati fattori biochimici, neurologici o genetici.” – Dottor Bruce Levine, psicologo e autore di Commonsense Rebellion [Ribellione del buon senso]

“A differenza dalle diagnosi mediche, che indicano una causa probabile, un trattamento appropriato e una prognosi prevedibile, i disordini nel DSM-IV sono termini a cui si è giunti tramite consenso dei colleghi.” – Dottor Tana Dineen, psicologo canadese

Per maggiori informazione visita il sito: http://www.ccdu.it

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ATTACCO IRRELIGIOSO: PSICHIATRIA CONTRO LA RELIGIONE

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  • 7 Gennaio 2013

Qual’è lo stato della religione oggi?

Brescia, 16 dicembre 2012, per salvaguardare il diritto a professare la propria fede religiosa, centinaia di libretti informativi sono stati distribuiti dal CCDU – “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”.

In una città americana, ai cittadini anziani era stato detto che non potevano cantare canzoni Gospel o pregare dopo i pasti, nel proprio centro comunitario, perché era un edificio pubblico. Solo dopo un lungo e travagliato ricorso legale questi diritti vennero affermati.

Ad una bambina venne detto che non poteva dare le sue matite con scritto “Gesù” ai suoi compagni di scuola. Piangendo, chiese alla madre: “Perché la scuola odia Gesù?” La signora Kelly Shackelfort, capo consigliere dell’Istituto di Libertà Legale, ha testimoniato di fronte al Congresso degli Stati Uniti durante un’udienza sull’espressione religiosa nel 2004, “Questi bambini hanno colto il messaggio. La loro religione viene trattata come una bestemmia. A questi bambini viene detto: ‘tieni per te la tua religione’, ‘è male’, ‘è sporca’, ‘è cattiva’”.

Nel marzo del 2004, il Parlamento francese ha messo in atto una legge che impediva agli studenti di indossare simboli religiosi nelle scuole pubbliche, includendo i veli e i foulard spesso indossati dalle ragazze musulmane, croci troppo evidenti e copricapi ebrei.

Ovviamente, gli attacchi alla religione sono presenti ed esistono da quando esiste la religione. Comunque, i rapporti sulle perversioni sessuali del clero (che hanno occupato le prime pagine dei giornali di quasi ogni paese nel mondo) sfociati in processi multimilionari e vinti contro le chiese coinvolte, sono qualcosa di completamente nuovo. Qui, le chiese sono di fronte ad un assalto insidioso, che non soltanto ne indebolisce la forza spirituale e materiale, ma in alcuni casi ne minaccia persino la sopravvivenza.

Mentre questo tipo di affronto letale è nuovo, le sue origini risalgono al 1800. Questo fu il momento in cui gli psichiatri, per la prima volta cercarono di rimpiazzare la religione con la loro “scienza senz’anima”. Nel 1940, la psichiatria ha dichiarato apertamente i suoi piani quando lo psichiatra britannico John Rawlings Rees, un co-fondatore della Federazione Mondiale della Salute Mentale (World Federation for Mental Health – WFMH), si è rivolto ad uno dei Consigli Nazionali per l’Igiene Mentale affermando: “Dall’ultima guerra mondiale, abbiamo fatto molto per infiltrarci nelle varie organizzazioni sociali del paese… abbiamo lanciato un attacco vantaggioso su una discreta quantità di professioni. Le due più facili sono ovviamente l’insegnamento e la Chiesa…”.

Un’altro co-fondatore della WFMH, lo psichiatra canadese G. Brock Chisholm, ha rafforzato il suo piano originale del 1945 ponendosi come obbiettivo i valori religiosi e proclamando gli psichiatri come coloro che libereranno “la razza… dall’opprimente fardello del bene e del male”. Usurpando malignamente antichi principi religiosi, la psichiatra ha riformato la condotta criminale e definito peccato e male come “disturbi mentali”.

Nel suo libro La Morte di Satana, l’autore Andrew Delbanco si riferisce al “linguaggio del male” e al procedimento del “togliere il nome al male”. Fino a che l’emergenza psichiatrica non è apparsa, la società operava con idee molto chiare sulla “coscienza del male”. Oggi, invece, sentiamo eufemismi come “problemi comportamentali” o “disturbo della personalità”. Delbanco descrive questi come concetti “…in cui l’idea di responsabilità è scomparsa e l’essere umano è rielaborato ora come un componente con una funzione predefinita. Se non funziona in modo appropriato, bisogna riparare il dispositivo; ma non è coinvolto nessun senso di colpa….Pensiamo in termini di aggiustare le parti difettose o, se è troppo tardi, liberarsene.”

Come risultato del piano sovversivo degli psichiatri nei confronti della religione, i concetti di comportamento positivo e negativo, di buona e cattiva condotta e di responsabilità personale, hanno subito un tale colpo che le persone oggi hanno poche o nessuna linea guida per controllare, giudicare o dirigere il proprio comportamento. Parole come etica, morale, peccato e male sono quasi scomparse dal linguaggio comune.

Delbanco ha anche affermato: “Il repertorio del male non è mai stato così ricco. E la nostra reazione non è mai stata così debole….Non possiamo identificare facilmente il colpevole….I delinquenti sono più difficili da trovare….Quindi il demonio è al lavoro ovunque, ma nessuno sa dove trovarlo….Il male tende a ritirarsi nel dietro le quinte della vita moderna….Sentiamo qualcosa che la nostra cultura non ci da più le parole per esprimere”.

Le conseguenze sono state devastanti sia per la società che per la religione. Non è il male ad essere scomparso: ci sono abbondanti prove del male e del comportamento distruttivo che agisce indisturbato nella società, ed è difficile da confrontare, come lo è sempre stato. Eppure tutti vorrebbero vivere in una società in cui il male possa essere definito e sconfitto.

Questo è possibile?

Per più di un secolo, il genere umano è stato la cavia involontaria della psichiatria, che ha creato un esperimento di “ingegneria sociale” che è stato concepito nell’inferno. L’esperimento include un assalto alle roccaforti di religione e morale nella società. Non potrebbe andare avanti se l’Uomo avesse un concetto chiaro del male che possa esprimere e di cui possa occuparsi. Questo si nasconde in modo insidioso dietro all’attuale degradazione sociale. E questa è l’incarnazione del male, nascosto alle apparenze sociali esteriori.

Prima d’ora, era la religione a fornire all’Uomo la morale e i punti fermi, al livello spirituale, che gli permettevano di creare e mantenere civiltà di cui potessero andar fieri. La religione fornisce l’ispirazione necessaria per una vita caratterizzata da un significato ed uno scopo più alti. In questa crisi, sta ai leader religiosi fare il passo decisivo.

Gli uomini di chiesa devono liberarsi dal giogo del materialismo senz’anima che la psichiatria e la psicologia hanno diffuso, riportando la religione nelle mani dei religiosi.

In realtà, i leader religiosi devono assumersi la responsabilità non soltanto per la sopravvivenza della religione, ma anche per la sopravvivenza del genere umano stesso.

Per maggiori informazioni si prega di contattare via mail il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani di Brescia all’indirizzo [email protected].

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