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Psichiatria e Servizi per i Minori: rapimento e somministrazione di psicofarmaci a bambini

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  • 3 Aprile 2014

Se una società si misura da come tratta i suoi membri più deboli, il caso di
questa bambina ci fa mostra di come la nostra società sia caduta davvero in
basso, e come il governo (in questo caso il governo USA, ma casi simili non
mancano in Italia) trascuri, abusi e maltratti i bambini affidati alle cure
dei servizi sociali, soggetti a diagnosi arbitrarie e soggettive da parte
dello psichiatra di turno.
Il rapporto ONU del 2013 su “Tortura e altre punizioni o trattamenti crudeli o
degradanti” identifica le seguenti violazioni dei diritti umani:
Trattamenti medici di natura invasiva e irreversibile in mancanza di uno scopo
terapeutico e di un consenso libero e informato, costituiscono tortura o
maltrattamento
Cure mediche che causino gravi sofferenze senza fondato motivo, costituiscono
punizione o trattamento degradante, disumano e crudele e, nel caso sia
implicato lo Stato con intenti specifici, costituiscono tortura.
Interventi forzosi, spesso erroneamente giustificati da teorie di incapacità e
necessità terapeutica sono incompatibili con la Convenzione sui Diritti delle
Persone con Disabilità.
La privazione di libertà fondata su una disabilità, da cui risulti grave
dolore o sofferenza può rientrare nello scopo della Convenzione contro le
Torture. La cosa viene stabilita in base a fattori quali la paura e ansia
prodotte dalla detenzione indefinita, la somministrazione di cure mediche
violente o elettroshock, l’uso di mezzi di contenzione e reclusione, la
separazione dalla famiglia e dalla società.
Maryanne Godboldo, una mamma di Detroit, non avrebbe mai immaginato gli incubi
legali ed emotivi che sarebbero derivati dalla semplice richiesta di sua
figlia di frequentare una scuola pubblica.
La figlia Ariana era nata con una gamba difettosa, che le fu amputata sotto al
ginocchio costringendola ad usare una protesi.
Fino al 2009 Ariana aveva studiato a casa, ma all’età di 11 anni la ragazza
fece richiesta di frequentare una scuola pubblica.
Fu sottoposta alle vaccinazioni previste dalla legge e, subito dopo, iniziò a
manifestare cambiamenti nel comportamento. Maryanne chiese aiuto al Centro
Pediatrico di Oakland, in cui lo psichiatra Daniel Zak si fece gioco della sua
convinzione secondo cui il cambiamento era stato causato dai vaccini, e
prescrisse alla bambina il pericoloso farmaco antipsicotico Risperdal.
Nonostante la somministrazione della cura per diversi mesi, il comportamento
di Ariana continuava a peggiorare e Maryanne, in collegamento con un altro
dottore, fece interrompere il trattamento gradualmente.
Non appena lo psichiatra venne a sapere dell’interruzione della cura, la mamma
fu denunciata ai servizi sociali per negligenza nel sottoporre la figlia a
cure mediche e arrestata per cinque giorni, mentre una squadra della polizia
antisommossa venne a rapire Ariana per rinchiuderla in un centro
neuropsichiatrico infantile pubblico in cui, oltre a sottoporla ai trattamenti
per i quali sua madre aveva negato il consenso, le rimossero la protesi alla
gamba – probabilmente con lo scopo d’impedirle la fuga.
L’avvocato di famiglia riuscì a vedere la ragazza e riferì di averla trovata
“bavosa e melanconica” (tipici effetti dei farmaci antipsicotici). Dopo due
mesi Ariana fu rilasciata a affidata alle cure della zia. Mesi dopo, anche la
mamma fu rilasciata perché si scoprì che l’ordine di arresto era falso. Infine
(sei mesi dopo l’inizio dell’odissea) Maryanne poté finalmente riabbracciare
la figlia.
L’assistente sociale cui era stato assegnato l caso non si curò nemmeno
d’incontrare la ragazza e, quando fu interrogata nell’ambito del processo,
dichiarò di avere richiesto (per il prelievo di una bambina di 11 anni!)
un’auto con gabbia ai sedili posteriori.
La stessa assistente sociale rivelò anche di avere autorizzato il trattamento
farmacologico di Ariana nonostante la nota di ammissione all’ospedale
psichiatrico indicasse espressamente “nessun farmaco”. I farmaci – quattro
tipi diversi di psicofarmaci molto potenti – le furono somministrati senza
nemmeno uno studio della sua cartella clinica pregressa. Non solo: autorizzò
anche ulteriori vaccinazioni “se necessarie”, incluso quella che mamma
Maryanne riteneva avesse causato il peggioramento di Ariana.
Il comportamento degli psichiatri (e dell’assistente sociale che agiva in base
ai loro ordini) è sicuramente classificabile come incompetente, vendicativo e
affetto da complesso di superiorità e, come ebbe modo di dire Dario Fo nel
commentare recentemente una simile vicenda italiana, rivela la “spocchia delle
istituzioni che trattano bambini come fascicoli”.
Nell’ambito di questa penosa vicenda sono state commesse diverse violazioni
dei diritti umani sanciti dall’ONU.
Secondo la testimonianza dell’avvocato di famiglia, la ragazza dopo qualche
settimana di “cura” era bavosa e malinconica. In altre parole, il trattamento
da lei ricevuto “senza necessità” (senza test clinici) le aveva causato grave
sofferenza senza fondato motivo (punto 2 delle violazioni ONU).
Il trattamento farmacologico obbligatorio, senza nemmeno l’ausilio dello
studio della sua cartella clinica, e il dolore e sofferenza causati
dall’ospedalizzazione forzata e l’allontanamento dalla famiglia (punti 3 e 4
delle violazioni ONU).
Il CCHR (associazione USA “sorella” del CCDU) ha presentato denuncia
all’autorità giudiziaria chiedendo un inchiesta sul comportamento dei servizi
sociali e degli psichiatri.
Fonte articolo: http://www.cchrint.org/2014/03/18/psychiatry-child-
protective-services-abducting-and-drugging-children/
Nota: Kelly Patricia O’Meara è un premiato reporter investigativo per il
Washington Times e il Insight magazine, e scrive decine di articoli esponendo
la frode delle diagnosi psichiatriche e dei pericoli degli psicofarmaci –
compresa la sua innovativa storia di copertina del 1999, “Pistole & dosi”, che
espone il legame tra farmaci psichiatrici e atti di violenza insensata. È
anche autrice dell’acclamato libro “Psyched-out: come la psichiatria vende la
malattia mentale e smercia le pillole che uccidono”. Prima di lavorare come
giornalista investigativo, la O’Meara ha trascorso sedici anni in Campidoglio
come un membro dello staff del Congresso per quattro dei suoi membri. Ha
conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università del Maryland.
www.ccdu.org
Psichiatria, Minori, rapimento, somministrazione, psicofarmaci, bambini

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TEST ADHD NELLE SCUOLE

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  • 11 Febbraio 2014
 Stanno drogando i nostri figli
Attenzione ai test nelle scuole!
Tramite il test vengono segnalati i bambini per portarli sotto “trattamento”. Le “cure” spesso consistono in potenti psicofarmaci. Drogando cosi i nostri figli.
Anche in Italia è stato commercializzato uno psicostimolante, il metilfenidato, un derivato dell’anfetamina, per la “cura” del controverso Disturbo del Deficit dell’Attenzione ed Iperattività (sigla in inglese ADHD, in italiano DDAI).
Di questo “disturbo”  si è sentito parlare  per la prima volta nel 1987, quando i membri della potente Associazione Psichiatrica Americana (APA) ne inventarono il nome e decisero di includerlo nel testo di base dei disturbi psichiatrici. Secondo certa parte della psichiatria tale disturbo  l’avrebbero i bambini che si muovono troppo, che si arrampicano, che non ascoltano, che non stanno attenti a scuola, che non svolgono facilmente i compiti, ecc.. Cose che caratterizzano tanti bambini, ma ora ci dicono che sono malati!
In Italia, fino a marzo del 2003 il metilfenidato figurava nella Tabella I degli stupefacenti. Poi, miracolosamente, è finito in quella degli psicofarmaci. Inutile dire che ciò deve aver facilitato le procedure per la sua commercializzazione. Il metilfenidato era già in commercio in Italia ma nel 1989 venne ritirato a causa dell’abuso che se ne faceva. Veniva dato a coloro che soffrono di narcolessia cioè il bisogno irresistibile di dormire
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani sta distribuendo gratuitamente opuscoli che hanno lo scopo di informare i genitori.
Per maggiori informazioni  www.ccdu.org
Stiamo anche raccogliendo lettere da spedire alle autorità competenti al fine di chiedere loro di tutelare il diritto di ogni bambino a non essere oggetto di diagnosi psichiatriche errate e a non dover assumere psicofarmaci di qualsiasi tipo.
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Convegno: “Psichiatria e distorsione della giustizia”

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  • 16 Ottobre 2013

Milano – Convegno sull’influenza delle perizie psichiatriche nelle aule dei tribunali

Mercoledì 23 ottobre 2013 presso il Grand Hotel Villa Torretta – Via Milanese, 3 – Sesto San Giovanni (a pochi metri da Milano Bicocca) si terrà un convegno organizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) e dalla Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo (LIDU) dal titolo:

Psichiatria e distorsione della giustizia
Quando la psichiatria è entrata a far parte della giustizia e dei sistemi penali, lo ha fatto con l’accorgimento che conosceva l’uomo. Non solo ha dato ad intendere di essere in grado di capire l’uomo ma, di sapere cosa poteva spingere l’uomo a commettere crimini e, di sapere come migliorare il suo destino.

Oggigiorno le perizie psichiatriche e psicologiche, per loro natura soggettive (adatte, semmai, a suggerire indagini approfondite che possano risultare in prove oggettive) sempre più spesso vengono invece considerate come prove oggettive, atte a stabilire innocenza o colpevolezza e capacità o incapacità d’intendere e volere.

In questo modo la psichiatria pretende di posizionarsi come unico arbitro del bene e del male.

Non sono infrequenti casi in cui il colpevole di un reato, dietro richiesta psichiatrica, invece di scontare la sua pena viene indirizzato a cure psichiatriche. Terminate le cure, viene prontamente dichiarato ‘guarito’, e rilasciato, solo per reiterare il reato.

La situazione è ancora più grave nei Tribunali dei Minori, dove l’esperto non ha il ruolo di consulente di parte (al quale potere opporre una perizia di parte avversa) ma di giudice: in molti casi l’opinione dei servizi sociali, tramite un acritico copia-incolla, diventa il verdetto finale.

Relatori

Prof. Morris Ghezzi
Ordinario di Filosofia e Sociologia del Diritto presso l’Università degli Studi di Milano
Presidente della sezione italiana della Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo (LIDU)

Avvocato Francesco Morcavallo

Dott.ssa Silvia Raimondi
Psicologa e consulente del Tribunale di Bergamo

Dr. Roberto Cestari
Medico e presidente del CCDU Onlus

Silvio del Fanti
Vicepresidente del CCDU Onlus

Programma

14:30 Registrazione partecipanti

15:00 Presentazione e saluti

15:15 Inizio Convegno

17:00 – 17:30 Dibattito

Ingresso libero.

Si prega di dare conferma.

Come raggiungere il Grand Hotel Torretta

In auto: da Milano, direzione Bicocca, in fondo al v.le Suzzani – poco dopo il cartello “Sesto S Giovanni”

In metro: linea 5 (lilla) – fermata Bignami

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.org/

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Russia: uso aberrante della psichiatria punitiva per mettere a tacere il dissenso

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  • 16 Ottobre 2013

Secondo la testimonianza di Amnesty International la decisione del tribunale di Mosca di inviare Mikhail Kosenko al trattamento forzato in un istituto psichiatrico è un odioso ritorno alle pratiche sovietiche di gestione del dissenso.

“Incarcerare forzatamente Mikhail Kosenko in un’unità psichiatrica puzza come uno dei peggiori eccessi dell’ormai defunta era sovietica, quando i dissidenti languivano in istituzioni mentali, trattati come malati mentali, solo perché avevano osato pensare con la propria testa” afferma John Dalhuisen, dirigente per Europa e Asia centrale.

“Mikhail Kosenko è un prigioniero di coscienza messo dietro le sbarre per aver esercitato il suo diritto di protestare pacificamente, e deve essere rilasciato immediatamente.”

Mikhail Kosenko è stato arrestato dopo aver preso parte ad una protesta in Piazza Bolotnaya nel maggio 2012, poi sfociata in violenza, e accusato di sommossa e violenza contro la polizia.

La decisione della Corte è stata annunciata quando decine di persone si sono riunite in una protesta pacifica al di fuori della Corte gridando il nome di Kosenko e “Libertà”.

È’ stato riferito che almeno otto di queste sono state arbitrariamente arrestate.

Il trattamento psichiatrico involontario deve essere utilizzato solo nei casi di grave malattia mentale, quando sia probabile un comportamento tale da causare danno imminente a se stesso o ad altri” continua Dalhuisen “e questo non è il caso: Mikhail Kosenko verrà forzatamente ricoverato in ospedale, e il giudice – in violazione della procedura di giusta prova – ha persino rifiutato di consentire un esame indipendente dello stato della sua salute.
In seguito a questo verdetto, Mikhail Kosenko può essere privato della sua libertà a tempo indeterminato e, contrariamente agli altri co-imputati nel cosiddetto caso Bolotnaya, non potrebbe nemmeno ricevere l’amnistia.

Il verdetto è stato richiesto da parte dell’accusa, sostenendo come Kosenko avrebbe rappresentato un pericolo per se stesso o la società.

Questa affermazione è basata su un parere medico richiesto dall’accusa, e sull’attestazione dell’accusa sulla fondatezza dei capi d’imputazione.

Amnesty International, presente alle udienze sul caso di Mikhail Kosenko, è giunta alla conclusione che l’accusa non è riuscita a dimostrare la colpevolezza.

Le prove, semmai, tra cui alcuni filmati e testimonianze di testimoni oculari, sono schiaccianti nel discolparlo.

L’organizzazione ha espresso preoccupazione sull’uso dei funzionari di polizia come principali testimoni e ha evidenziato controversie nelle testimonianze presentate alla corte.

Mikhail Kosenko ha un passato di malattia mentale, ma non ha mai avuto necessità di un trattamento forzato, né è mai stato giudicato un pericolo per se stesso o la società.

“Questa è una condanna terribilmente ingiusta e la punizione sinistramente crudele di un manifestante pacifico” continua John Dalhuisen “con la maggior parte degli altri co-imputati ancora sotto processo o sotto inchiesta, ci si domanda quanto questa parodia della giustizia terminerà”.

Fonte articolo: http://www.amnesty.org/en/news/russia-abhorrent-use-punitive-psychiatry-silence-dissent-2013-10-08

Oggigiorno le perizie psichiatriche e psicologiche, per loro natura soggettive (adatte, semmai, a suggerire indagini approfondite che possano risultare in prove oggettive) sempre più spesso vengono invece considerate come prove oggettive, atte a stabilire innocenza o colpevolezza e capacità o incapacità d’intendere e volere.
In Italia il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) insieme alla Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo (LIDU), hanno organizzato un convegno dal titolo: “Psichiatria e distorsione della giustizia”.
L’evento avrà luogo mercoledì 23 ottobre 2013, ore 14:30, presso il Grand Hotel Villa Torretta – Via Milanese, 3 – Sesto San Giovanni .

Pubblicato Lun, 14/10/2013 – 09:41

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.org/

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Il killer dell’arsenale di Washington prendeva l’antidepressivo Trazodone

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  • 16 Ottobre 2013

Il killer dell’arsenale di Washington prendeva l’antidepressivo Trazodone (commercializzato in Italia col nome di ‘ Trittico’ ha effetti antidepressivi, ansiolitici, e ipnotici). Quante altre sparatorie indotte da farmaci occorrono prima che i legislatori si sveglino?

Ci sono volute meno di 48 ore per apprendere che Aaron Alexis, l’autore della strage all’arsenale della Marina di Washington, è l’ennesimo sparatore sotto antidepressivi .

Il New York Times ha riferito come il 23 agosto, mentre si trovava a Providence (Rhode Island), e ancora, cinque giorni dopo, a Washington DC, Alexis abbia ricevuto prescrizioni di Trazodone. Si tratta di un antidepressivo noto per poter causare mania e comportamento violento, e sulla cui confezione è riportato un poco confortante ‘ black box ‘ dell’FDA: può causare suicidio. (Il black box è un avviso molto visibile, incorniciato in nero, e l’FDA – Food and Drug Administration – è l’autorità farmaceutica statunitense).
Ora ci sono dodici morti innocenti (oltre allo sparatore) nell’arsenale di Washington. Ebbene sì, queste morti insensate sono tristi, tragiche e incomprensibili. Ma è ora di puntare il dito ai veri responsabili. Siccome i legislatori rifiutano di considerare l’enorme mole d’informazioni che rivelano il legame tra violenza e psicofarmaci, queste stragi sono destinate a ripetersi.

Nonostante a livello internazionale ben ventidue avvisi da parte di autorità farmaceutiche riferiscano effetti come mania, ostilità, violenza e persino ideazioni omicide, e nonostante in dozzine di stragi sia stato dimostrato come l’autore fosse sotto cura psichiatrica (solo nel corso dell’ultimo anno tre sparatorie negli USA per un totale di 52 morti e 69 feriti), ad oggi non c’è ancora stata un’inchiesta giudiziaria.

Sul serio: quante stragi dobbiamo ancora aspettare prima che i legislatori si diano una mossa per proteggere i cittadini?

In due casi recenti la polizia è stata riluttante nel rivelare quali farmaci l’omicida stesse assumendo e, se mentre in uno dei due casi (la sparatoria nel Connecticut a opera di Adam Lanza) una causa legale ha obbligato le autorità a svelare i fatti, l’altro caso è ancora avvolto nel mistero: l’autore della strage in Aurora (Colorado) era sotto cura psichiatrica e nella sua casa sono state trovate confezioni di medicinali, ma il nome del farmaco resta un segreto.

Decine di persone sono morte: non è il caso di farne un segreto di stato!

Il legame tra psicofarmaci e violenza è noto da anni, e persino l’FDA dimostra di saperlo: attaccano black box inquietanti sulle confezioni di molti psicofarmaci noti per CAUSARE violenza. Questi farmaci non fanno bene: Med Watch – il sistema usato da FDA per monitorare gli effetti collaterali dei farmaci – comunica come tra il 2004 e il 2011 hanno ricevuto quasi 13 mila rapporti concernenti il legame tra psicofarmaci e violenza. Tra questi, milleduecento casi di pensieri omicidi/suicidi, quasi tremila casi di mania e oltre settemila di aggressione. E questi numeri – la stessa FDA lo ammette – probabilmente rappresentano solo l’uno percento dei casi: la maggioranza dei pazienti omette di comunicare gli effetti collaterali dei farmaci che assume.

Non si tratta d’illazioni: sono casi ben documentati. Almeno 31 sparatorie o atti di violenza scolastici sono stati commessi da persone che erano in cura con psicofarmaci o soffrivano di crisi di astinenza da psicofarmaci. Risultato: 162 feriti e 72 morti.

Quanti altri devono morire solo perché i legislatori non hanno il coraggio d’investigare il legame tra violenza e psicofarmaci?

Dy Kelly Patricia O’Meara
18 settembre 2013

Ripreso da : http://www.cchrint.org/2013/09/18/navy-yard-shooter-was-on-antidepressant-trazodone/

Kelly Patricia O’Meara è un premiato reporter investigativo per il Washington Times e il Insight magazine, e scrive decine di articoli esponendo la frode delle diagnosi psichiatriche e dei pericoli degli psicofarmaci – compresa la sua innovativa storia di copertina del 1999, “Pistole & dosi”, che espone il legame tra farmaci psichiatrici e atti di violenza insensata. È anche autrice dell’acclamato libro “Psyched-out: come la psichiatria vende la malattia mentale e smercia le pillole che uccidono”. Prima di lavorare come giornalista investigativo, la O’Meara ha trascorso sedici anni in Campidoglio come membro dello staff del Congresso per quattro dei suoi membri. Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università del Maryland.

Nota : Allo scopo di fornire uno strumento di valutazione su queste importanti tematiche che coinvolgono la salute dei cittadini anche minorenni, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Internazionale, ha realizzato diversi documentari in formato DVD, che illustrano gli intrecci e gli interessi economici collegati alla diffusione di sostanze psicotrope nel mondo ai danni dei cittadini bisognosi di aiuto. E’ possibile visionare stralci dei documentari sul sito: http://www.ccdu.it/videos.html

Pubblicato Gio, 19/09/2013 – 14:18
Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.org/

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Psichiatri e medici ammettono: i disturbi non sono vere malattie

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  • 16 Ottobre 2013

Nel seguito una serie di citazioni tratte da libri o articoli di addetti ai lavori

L’ADHD è un ottimo esempio di malattia fittizia. Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD

Mi sono reso conto, non senza ironia, che gli psichiatri sono letteralmente usciti di testa e, contemporaneamente, hanno fatto uscire di testa gli stessi pazienti che si presume debbano curare. David Kaiser, Psichiatra

C’è una caratteristica comune a tutti gli psichiatri. Davanti a un microfono o una telecamera si fanno piccoli e ammettono che non esiste nessuno squilibrio biochimico o test di laboratorio. Nella loro pratica professionale invece mentono ogni volta ai loro pazienti, negando loro il diritto a un consenso informato e avvelenandoli in nome della ‘cura’, comportamento di fatto criminale. Dr. Fred Baughman, Neurologo Infantile

Non esistono test oggettivi in psichiatria, nessun esame radiologico o di laboratorio che possa stabilire con certezza che una persona abbia o non abbia un certo disturbo mentale. Allen Frances, psichiatra e Presidente del Comitato di Redazione del DSM IV

Nonostante oltre duecento anni di ricerca molto intensa, l’origine genetica o biologica dei disturbi psichiatrici che vengono comunemente diagnosticati, compreso schizofrenia, depressione, disturbo bipolare, disturbi da ansia o disturbi infantili come quello di deficit d’attenzione e iperattività, non è mai stata dimostrata. Peter Breggin, Psichiatra

C’è abbondanza di presunte spiegazioni biochimiche per i disturbi psichiatrici, ma nessuna di esse è mai stata dimostrata. Al contrario, ogni volta che si credeva di aver trovato uno squilibrio, si è poi scoperto che non era vero … Nessuna pretesa di origine genetica è mai sopravvissuta, nonostante la disinformazione popolare. Dr. Joseph Glenmuller, Psichiatra, Università di Harvard

Le teorie (di squilibrio chimico) vengono mantenute in vita non solo perché non ce ne sono di migliori, ma perché si dimostrano molto utili per vendere psicofarmaci. Dr. Elliot Valenstein – autore di “Blaming the brain” (“Incolpare il cervello”)

Non abbiamo un test indipendente e valido per ADHD, e non ci sono dati che indichino che esso sia dovuto a un malfunzionamento del cervello. Conclusioni del comitato di studio su ADHD dell’Istituto Nazionale USA per la Salute Mentale

La psichiatria non è guidata dalla scienza. Non esiste alcuna base genetica o biologica per queste malattie, ma l’Istituto Nazionale per la Salute Mentale è completamente appiattito sulla terapia farmacologica. C’è una gran quantità di evidenza sperimentale sui danni cerebrali a lungo termine causati dagli stimolanti, mentre non c’è lo straccio di una prova dell’esistenza di tali malattie, come l’ADHD. Peter Breggin, Psichiatra

In realtà, le diagnosi psichiatriche costituiscono una specie di etichettatura spirituale che può distruggere vite, e spesso lo fa. Peter Breggin, Psichiatra

La psichiatria non ha ancora prodotto le prove delle causa genetico/biologica di alcuna malattia mentale. Ai pazienti viene diagnosticato uno squilibrio biochimico nonostante non esista alcun test che lo possa dimostrare … e non esiste nemmeno un’idea di quale dovrebbe essere l’equilibrio corretto. Dr David Kaiser, Psichiatra

Non esiste nessuno squilibrio biochimico. Quando un paziente viene da me dicendo di avere uno squilibrio chimico gli chiedo “Mostrami il referto del laboratorio”. Non ce ne sono. Cos’è, allora, lo squilibrio chimico? Dr. Ron Leifer, Psichiatra

Chiunque, virtualmente, può, in un dato momento, soddisfare i requisiti per una diagnosi di disturbo bipolare o ADHD – chiunque. E il problema è che ciascuna di queste diagnosi avvia il distributore di pillole. Dr. Stefan Kruszewski, Psichiatra

Nessun comportamento (buono o cattivo) è una malattia né potrà mai esserlo. Le malattie non consistono di comportamenti. Le malattie sono malfunzionamenti del corpo: cuore, reni, fegato, cervello. La febbre da tifo è una malattia. La febbre del sabato sera non è una malattia, è una metafora. Tutte le malattie mentali sono malattie metaforiche, spacciate per malattie vere. Dr. Thomas Szasz, Professore Emerito di Psichiatria

Il DSM è l’artefatto attraverso cui la psichiatria cerca di farsi accettare dalla medicina. Chi ci lavora dentro sa che si tratta di un documento più politico che scientifico. Nonostante questo grande fallimento, il DSM è diventato una bibbia (psichiatrica) e una gallina dalle uova d’oro. Loren Mosher, Professore di Psichiatria

La psichiatria asserisce senza dimostrarlo che depressione, disturbo bipolare, ansia, alcolismo e tanti altri disturbi sono essenzialmente di origine biologica e genetica. Questa fiducia cieca è non solo stupefacente, ma anche ingenua e forse illusoria. Dr. David Kaiser, psichiatra

In breve, l’intero business di creare categorie di malattie psichiatriche, formalizzarle con il consenso e attribuire loro dei codici, che poi rendono possibile la prescrizione di farmaci, non è altro che un racket volto a fornire alla psichiatria un’aura scientifica. Dr. Thomas Dorman, internista e membro del Collegio Reale di Medicina del Regno Unito

Le etichette del DSM sono non solo inutili in quanto ‘diagnosi’ mediche, ma sono potenzialmente pericolose, specialmente se usate per negare la libertà personale, o come armi nella mani di psichiatri che forniscono perizie nei tribunali. Dr. Sydney Walker III, psichiatra

Il modo in cui i disturbi entrano nel DSM non è attraverso radiografie o analisi del sangue. E’ basato sulla descrizione del comportamento. Il sistema psichiatrico consiste in questo. Dr. Colin Ross, psichiatra

Nessun marcatore biologico o neurologico e genetico è mai stato trovato per Deficit di Attenzione, Disturbo Oppositivo Provocatorio, Depressione, Schizofrenia, ansia, abuso compulsivo di alcool o droga, mangiare troppo, dedizione al gioco d’azzardo o qualunque altro cosiddetto disturbo mentale. Bruce Levine, psicologo e autori di “Commonsense rebellion” (la rivolta del buon senso)

A differenza delle diagnosi mediche, che portano a una possibile causa, una cura appropriata e una probabile prognosi, i disturbi elencati nel DSM sono accordi cui si arriva attraverso il consenso. Tana Dineen, psicologa

Non e scienza. E’ politica e economia. La psichiatria consiste in questo; politica ed economia. I controllo del comportamento non è scienza, e non è medicina. Thomas Szasz, Professore Emerito di Psichiatria

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Il test cerebrale per ADHD, recentemente approvato dall’FDA, è una bufala.

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  • 31 Agosto 2013

Data l’enorme pericolosità potenziale di questo dispositivo, ci si chiede come possa la FDA apporre il suo timbro di approvazione su un nuovo ” test cerebrale ” destinato a “confermare le diagnosi di ADHD” quando non c’è alcuna prova medica o scientifica che dimostri l’esistenza di anormalità fisiche.

Di Kelly Patricia O’Meara – 23 luglio 2013

Secondo il suo stesso sito web, il mandato istituzionale della FDA (Food and Drug Administration – l’agenzia governativa statunitense per il controllo di farmaci e cibi), consisterebbe nel “proteggere la salute pubblica assicurando la sicurezza, efficacia e non pericolosità di farmaci e vaccini umani e veterinari, e altri prodotti biologici e dispositivi medici destinati all’uso su esseri umani”.

Ci si chiede in quale modo l’approvazione di un ” test sulle onde cerebrali ” per una diagnosi psichiatrica inesistente possa “assicurare sicurezza ed efficacia”.

Più precisamente, se non esiste alcuna prova dell’esistenza di questa cosiddetto disturbo, come può l’FDA stabilire che il suo test, tanto più se basato sull’interpretazione di linee contorte disegnate su un pezzo di carta, sia sicuro o efficace?

Questo modo di ragionare è nato un paio di mesi fa. I lettori più attenti ricorderanno come il NIMH (National Institute for Mental Health – Istituto Nazionale USA per la Salute Mentale) in quel periodo censurò pesantemente il DSM – il Manuale Diagnostico e Statistico pubblicato dall’Associazione Psichiatrica Americana.
Questo libro contiene, tra le altre, la diagnosi di ADHD ed è stato criticato dal NIMH per essere ” nella migliore delle ipotesi un dizionario che crea una serie di etichette e le definisce ” e perché le diagnosi dell’APA “sono basate sul consenso riguardo gruppi di sintomi e prive di qualsiasi test di laboratorio “. ” La loro debolezza è la mancanza di validità “, concludeva il comunicato NIMH.

La stessa APA ammette “Non esistono test di laboratorio, esami neurologici o stime dell’attenzione che siano stati validati per la diagnosi o valutazione clinica del Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività (ADHD). ” Beh, sembra chiaro: la diagnosi di ADHD è completamente soggettiva e non è basata su criteri scientifici.

L’FDA ha ignorato questi fatti e, in quello che appare come un tentativo irresponsabile di validare l’ADHD come una diagnosi basata su criteri scientifici, ha spalancato le porte all’inondazione di farmaci anfetaminici: nonostante il numero di bambini diagnosticati come ADHD abbia già raggiunto le dimensioni di un’epidemia, questo numero è destinato a crescere ulteriormente.

Le diagnosi di ADHD sono aumentate di oltre il 40% durante l’ultima decade, e ora colpisce circa l’undici percento dei bambini americani (circa il 2% in Italia). Ma il dato più preoccupante e che, in base a queste diagnosi soggettive, oltre tre milioni di bambini americani (qualche centinaia di migliaia in Italia) assumono regolarmente un farmaco simile alla cocaina, che causa reazioni avverse molto gravi.

Se da una parte l’origine cerebrale dell’ADHD non è mai stata dimostrata, questa non è l’unica irregolarità che rende sospetta l’approvazione da parte dell’FDA di questo ” Strumento di valutazione neuropsichiatrica basato su elettrocardiogramma “: vi è infatti una totale mancanza d’informazioni sui dati utilizzati per l’approvazione.

Per esempio, il produttore del dispositivo (NEBA Health) non ha pubblicato i dati della ricerca clinica sui quali l’FDA ha basato l’approvazione, e la stessa FDA ha mancato di nominare gli “esperti indipendenti” che avrebbero dovuto testare questo dispositivo della NEBA. Non è un dettaglio trascurabile: è l’informazione obbligatoria per stabilire l’esistenza di legami finanziari e conflitti d’interesse tra NEBA, i produttori di farmaci per ADHD e i membri del comitato di approvazione interno all’FDA.

Per molti neurologi, l’approvazione del NEBA da parte dell’FDA non è scienza, e potrebbe essere considerata quasi criminale, in quanto non ci sono prove di anomalie cerebrali legate all’ADHD che possano giustificare l’uso di un elettroencefalogramma. In parole povere: se non vi è alcuna anomalia cerebrale chiamata ADHD, cosa fa, esattamente, questo dispositivo medico?

Fred Baughman, un neurologo americano, scopritore di alcune vere malattie, accusa l’FDA di essere ormai parte attiva nella creazione della frode ADHD:

“Non esiste alcuna prova nella letteratura medico scientifica mondiale dell’esistenza di ADHD come disturbo o anomalia fisica. In altre parole, non esiste alcun test che possa diagnosticare quest’anomalia fisica”.

E l’elettroencefalogramma (o EEG):

“è così non specifico da non essere mai preso in considerazione come prova o dimostrazione di disturbi, e non esiste alcun disturbo psichiatrico o psicologico – tutti i veri disturbi sono cerebrali, e sono di natura neurologica, non psichiatrica.”

Non ci sono anomalie cerebrali, non esiste la malattia e il manuale di diagnosi dell’APA “manca di validità”.

Quale di queste cose la FDA non ha compreso quando ha deciso di approvare un test basato su onde cerebrali per aiutare nella diagnosi di un disturbo psichiatrico inesistente?

Peggio: quanti altri bambini cadranno vittima della bufala ADHD e assumeranno potenti farmaci anfetaminici perché l’FDA ha rinunciato al suo compito di accertare sicurezza ed efficacia delle cure mediche?

Kelly Patricia O’Meara ha vinto dei premi come reporter investigativo per la rivista Insight Magazine del Washington Times, su cui ha firmato dozzine di articoli in cui denunciava la frode delle diagnosi psichiatriche e i pericoli degli psicofarmaci.
Tra questi, l’esplosiva storia di copertina Guns Doses (Pistole e Dosi – parafrasando Guns Roses) che rivela il legame tra psicofarmaci e atti di violenza inspiegabili.
E’ anche autrice del libro “Psyched out: how psychiatry sells mental illness and pushes pills that kill”. Prima di lavorare come giornalista investigativa, O’Meara ha lavorato per sedici anni al parlamento USA come membro dello staff di quattro parlamentari.

Articolo originale: http://www.cchrint.org/2013/07/23/new-fda-approved-brain-test-for-adhd-is-bogus/

Pubblicato Mer, 07/08/2013 – 14:33

Per maggiori informazioni chiama il 349 4466098 e/o visita il sito: http://www.ccdu.org

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Ennesimo collegamento tra psicofarmaci e violenza adolescenziale: l’assalto alla scuola in Georgia

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  • 31 Agosto 2013

Questa volta, però, non ci sono dubbi circa la causa del comportamento violento

Il ventenne Michael Hill ha portato un fucile d’assalto AK-47 e altre armi all’Accademia Discovery Learning di Decatura, Georgia (USA) minacciando di uccidere chiunque si trovasse all’interno ed i poliziotti in arrivo. Hill ha detto ai poliziotti che lo arrestavano: “Mi spiace. Non sto prendendo i miei medicinali “.

In questa poche parole si nasconde una tragedia che, purtroppo, si unisce alla lunga lista di pistoleri scolastici sotto psicofarmaci. Almeno 31 sparatorie scolastiche sono state commesse da persone che si trovavano sotto l’influenza di psicofarmaci o stavano sperimentando sintomi di astinenza da essi. Risultato: 162 feriti e 72 uccisi.

E questi numeri non includono i casi sospetti, quelli in cui l’uso di psicofarmaci non è mai stato ufficialmente reso pubblico.

Altri fatti su cui non ci sono dubbi sono i devastanti effetti collaterali causati da questi farmaci: ci sono ben ventidue allerta, pubblicati da varie agenzie di controllo dei farmaci a livello internazionale, che mettono in guardia contro mania, ostilità, violenza e persino l’insorgere di idee omicide.

Tra il 2004 e il 2012, solo negli USA, ci sono state oltre 14.600 segnalazioni di comportamenti violenti causati da psicofarmaci, 1.400 segnalazioni di idee omicide, oltre 3.200 di mania e più di 8.200 di aggressione.

La FDA (Food and Drug Administration – l’agenzia USA preposta alla supervisione di cibo e medicinali) ammette che questi dati riflettono meno dell’un percento dei casi, in quanto la maggior parte non viene segnalata.

Si può quindi vedere, estrapolando i dati all’intero mondo occidentale, quali siano le dimensioni del problema. In aggiunta a tutto questo, vi sono gli effetti collaterali dovuti a sindrome d’astinenza: insorgono quando la persona smette di prendere il farmaco e includono instabilità emotiva, irritabilità, scarsa tolleranza dello stress, aggressività e impulsi suicidi.

Secondo il racconto di Timothy Hill, il fratello Michael è un caso standard di diagnosi psichiatrica seguita da cure psicofarmacologiche.

“Michael assumeva farmaci contro ADHD dall’età di sei anni” dice Timothy, aggiungendo come “lui (Michael) prendeva farmaci da tanto tempo per trattare un sfilza di disturbi mentali, incluso il disturbo bipolare – potevano farlo uscire di testa per un nonnulla” e concludendo “A un certo punto prendeva così tante pillole che l’armadietto nel bagno sembrava una farmacia”.

Si tratta di un classico percorso di prescrizione farmacologica in crescendo: stimolanti per ADHD nelle scuole elementari, antidepressivi alla scuola media e antipsicotici al liceo. E se l’esatta sequenza di dosaggi rimane da chiarire (e l’eventuale mescolamento di più farmaci in un cocktail mai testato prima), non ci sono dubbi sul fatto che Michael ha assunto potenti farmaci psicotropi durante quasi tutta la sua vita.

In questo caso, per fortuna, nessuno è stato ferito o ucciso, ma colpisce è il completo disinteresse da parte delle autorità che dovrebbero indagare il legame tra psicofarmaci e violenza.

Di Kelly Patricia O’Meara

22 agosto 2013

Kelly Patricia O’Meara ha vinto dei premi come reporter investigativo per la rivista Insight Magazine del Washington Times, su cui ha firmato dozzine di articoli in cui denunciava la frode delle diagnosi psichiatriche e i pericoli degli psicofarmaci. Tra questi, l’esplosiva storia di copertina Guns & Doses (Pistole e Dosi – parafrasando Guns & Roses) che rivela il legame tra psicofarmaci e atti di violenza inspiegabili. E’ anche autrice del libro “Psyched out: how psychiatry sells mental illness and pushes pills that kill”. Prima di lavorare come giornalista investigativa, O’Meara ha lavorato per sedici anni al parlamento USA come membro dello staff di quattro parlamentari.

Articolo originale: http://www.cchrint.org/2013/08/22/psychiatric-drugs-indicted-in-georgia-school-assault/

Pubblicato Ven, 23/08/2013 – 10:45

Per maggiori informazioni chiama il 349 4466098 e/o visita il sito: http://www.ccdu.org

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ADHD: i dati, i soldi, il mercato

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  • 29 Agosto 2013

ADHD: i dati, i soldi, il mercato
I dati.
L’ADHD esiste? Esiste cioè un’entità patologica specifica che corrisponde alla definizione che ne viene data?
La diagnosi si fonda solo sui test e sull’osservazione del comportamento del bambino.
I test per l’ADHD sono solo ed esclusivamente le solite domandine* (ripeto: solo ed esclusivamente le solite domandine – o loro varianti).

I sostenitori della ADHD parlano di un “disturbo neurobiologico”.
Su quali basi fanno queste affermazioni? Quale è la specifica lesione anatomo patologica e quale è l’alterazione funzionale biologica specifica? Quali sono o sarebbero gli esami oggettivi che ne permettono la rilevazione con sufficiente sensibilità e soprattutto con assoluta specificità?

Nel caso poi vi sia una qualunque risposta a queste domande, ciò significherebbe che la diagnosi di ADHD è una vera diagnosi medica, non psichiatrica, bensì neurologica.

A chiarimento definitivo di ogni e qualsiasi dubbio, esiste un modo di togliersi d’impaccio: se l’ADHD è una malattia neurobiologica, allora si faccia diagnosi utilizzando quegli esami oggettivi (test di laboratorio, TAC, ecc.), che ne hanno dato la prova. Il resto sono chiacchiere.

L’obiezione: “Ma test di questo genere non esistono per nessuna malattia mentale!”, non dimostra nulla. Questo genere di argomentazione è sullo stesso piano logico che si verificherebbe quando, dopo un tumulto, uno degli arrestati, rispondendo alla domanda: “Perché hai dato fuoco ad un’auto?”, replicasse: “Perché lo facevano molti altri”.

Spesso otteniamo le solite risposte fumose: “l’ADHD è un disturbo multifattoriale”, “comorbilità”, ecc. Una volta sviscerato il problema, arrivano a parlare di diagnosi differenziale: “Il bambino ADHD è quello dove gli altri eventuali fattori, possibile causa della iperattività e disattenzione, sono stati comunque esclusi”.

Quindi il bambino iperattivo e disattento perché ha i genitori che si stanno separando, non è ADHD; non lo è quello dove la causa sia una vera malattia fisica; non lo è laddove vi siano problemi di relazione o affettivi; non lo è…
Ne dobbiamo dedurre che il bambino ADHD è quello iperattivo e disattento, per il quale non siamo stati capaci di capire o spiegare il perché. Una diagnosi veramente interessante poiché diagnostica, casomai, l’incapacità del medico.

Alcuni affermano che si tratta di una questione di gravità: dipende da quanto è grave questo comportamento, da quanto disturba gli altri e ostacola se stesso.

Possiamo anche concordare, ma quali sono le cause di quel comportamento nello specifico caso? Se si tratta di un problema medico vero (svariate patologie mediche possono provocare questi sintomi), allora vi sarà una diagnosi medica e una terapia conseguente. Se si tratta di un problema di relazioni umane, ci si dovrà muovere su un altro terreno. La gravità della situazione, la sua intensità, non può essere confusa con le cause che la determinano.

Alcuni mostrano grandi quantità di testi scritti sulla ADHD: la vastità della letteratura.
Henri Poincaré, nel suo libro – la Scienza e l’Ipotesi – scriveva: “…un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa….”

Altri si appellano al numero ed alle qualifiche degli esperti a favore della ADHD. Eravamo convinti che il principio di autorità fosse il contrario della scienza, sin dai tempi di Galileo.
Un neuropsichiatra infantile, non sapendo più cosa rispondere, ha detto: “Insomma, dobbiamo pur dare un nome alle cose!”. Questa frase si commenta da sola.

I soldi.
Qualcuno, a mio avviso incautamente, sostiene la seguente idea: “I bambini malati di ADHD non sono quelli che semplicemente sono troppo distratti o attivi. Qui si tratta di una vera patologia. In questi casi diagnosi e cure sono necessarie e lo psicofarmaco sarà comunque sempre l’ultima soluzione possibile. Inoltre i bambini che soffrono di ADHD sono solo il 4% della popolazione infantile”.

Quindi parliamo di una cifra compresa tra i 300,000 e i 350,000 bambini. Questo significa un indotto di altrettanti nuovi pazienti nel mercato della salute. Impossibile calcolare, se non molto approssimativamente, la spesa sanitaria: solo per i controlli, le visite e gli esami, non potrà comunque essere inferiore ai 350 € all’anno per paziente.
A questi vanno aggiunti i costi delle psicoterapie e/o degli psicofarmaci (o di entrambi).
Anche qui, ipotizzando sempre i costi più contenuti possibili, siamo sui 1,000 € annui per la psicoterapia e tra i 500 e i 5,000 € annui per i farmaci, con una media di 3,000 € annui in totale.
Attenendoci alle cifre sottostimate di 300,000 bambini per soli 3,500 € annui ciascuno, otteniamo un totale di spesa che supera il miliardo di Euro annui.
Ma, ripeto, le cifre sono più vicine al doppio o al triplo di quella descritta. Per non parlare della comorbilità e di quant’altro si aggiunge dopo.

Il mercato.
Sono infatti sempre i sostenitori della ADHD e dei test che affermano: ” …in Italia … sono… circa 800 mila i giovani depressi : il dato non solo è reale, ma è dichiaratamente sottostimato… la statistica non è affatto altisonante, ma parte dal presupposto longitudinale della presenza di almeno (sottolineo almeno) il 20% di giovani nella popolazione depressa: è la percentuale minima indicata dalle ricerche dell’American Psychiatric Association, valida per tutti i paesi occidentali”.

Potete trovare il testo intero alla pagina web: www.nopsych.it/article80.html

Quindi avremmo il 4% ADHD, il 10 o il 20 % depressi, cui vanno aggiunti un 7% di sofferenti di sindromi ansiose, un 2 o 3% di affetti da disturbo ossessivo compulsivo (http://depression.forumup.it/post-33-depression.html), cui vanno aggiunti (sempre secondo queste teorie), gli schizofrenici e tutte le altre malattie mentali.

Raggiungiamo così una media del 35/40 % della popolazione infantile: oltre 3 milioni di bambini.

Quindi le cifre sopra elencate per l’ADHD vanno decuplicate. Ora abbiamo un mercato con un fatturato globale (potenziale), di oltre 30 miliardi di Euro: un fatturato che si avvicina a quello della FIAT.

Sono cifre che dovrebbero indurre a qualche riflessione.

E dopo tutto ciò che abbiamo detto, tu, che stai leggendo, pagherai per sostenere l’intera faccenda. Si, perché tutto questo sarà fornito dal nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Per essere precisi, questo andamento provocherebbe il crollo economico dello stesso SSN.

Alcuni insegnanti e genitori, lamentano comunque un incremento dei fenomeni di iperattività e disattenzione nei bambini. Non sono certo di questo incremento, ma ciò è possibile. Due sono i fattori da esaminare.

Anzitutto, in una società sempre meno a misura di bambino, dove la presenza dei genitori è diminuita perché spesso entrambi devono lavorare, dove l’educazione e l’amore sono meno presenti, dove i valori ed il rispetto sono “cose di altri tempi”, dove noi abbiamo provocato in gran parte quelle reazioni, ora forse abbiamo modo di far “quadrare le cose”?

Certa è inoltre la diminuita tolleranza degli adulti, o almeno di molti di loro, nei confronti dei comportamenti tipici dei bambini.

E’ dunque questa la ADHD? La somma di questi due fattori? Sarà compito dei sociologi di domani rispondere a queste domande.

Diceva una pubblicità: “E intanto io… pago!”

Dr. Roberto Cestari

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Strutture psichiatriche che rifuggono dal concetto della contenzione chimica o fisica

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  • 11 Agosto 2013

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani sta ricercando delle strutture psichiatriche operanti con metodi che potrebbero essere definiti come alternativi.

In Italia sono presenti alcune, attualmente sembra poche, strutture pubbliche che forniscono risposte efficaci alle problematiche psichiatriche, rifuggendo dal concetto della forza e della contenzione chimica o fisica.

Queste strutture solitamente costano poco o nulla rispetto ai metodi “tradizionali” e forniscono delle risposte con un alto livello di umanità.

Un buon esempio è descritto nel libro “L’inganno psichiatrico”, un’esperienza attuata a Messina verso la fine degli anni ’90.

“…Più tardi ci recammo a vedere i luoghi, a non molti chilometri di distanza, dove avevano attuato modalità alternative al modello manicomiale.
Qui i pazienti dei servizi psichiatrici erano stati convocati in una libera assemblea; era stato illustrato un progetto e a ciascuno di loro era stato proposto un quesito, una scelta. Potevano continuare a fare i matti, a stare a casa loro con le loro famiglie, a prendere farmaci, a fare controlli e ad ogni crisi essere ricoverati anche contro la loro volontà nel reparto di psichiatria per una o due settimane: insomma la solita routine.

Esisteva però un’altra possibilità. Si trattava di una cooperativa.

Ciascuno avrebbe potuto entrarne a fare parte. C’era una cascina con un poco di terra che sarebbe stata trasformata in un agriturismo. Lì avrebbero trovato lavoro camerieri, cuochi, baristi, agricoltori, ecc.. Inoltre c’era un capannone industriale con falegnameria ed un laboratorio di maioliche.
Se si voleva aderire al progetto cooperativa occorreva anche scegliere quale lavoro si sarebbe voluto fare. Non era quella sciocchezza tanto propagandata dell’ergoterapia*. Era vero lavoro, con vera retribuzione.

Si trattava di impegnarsi, di fare dei cambiamenti, anche di residenza.

Chi avrebbe lavorato nell’agriturismo ci avrebbe anche vissuto, per i lavoratori della falegnameria e della maiolica c’erano tre appartamenti a disposizione.

Indovinate un po’… quanti tra i “matti” scelsero di non aderire alla cooperativa? Nessuno.

Ma la parte più geniale del progetto era che le stesse opportunità erano state presentate anche agli anziani rinchiusi nell’ospizio ed ai giovani disoccupati del paese. In questo modo si era evitato di creare l’agriturismo dei matti o latri nuovi luoghi di esclusiva reclusione. Dall’ospizio un anziano ancora molto in gamba si era offerto di fare la contabilità dell’agriturismo; era sempre stato contabile.

Tutto ciò che aveva rappresentato esclusione o separazione dalla società ora vi tornava contribuendovi.

Un progetto geniale nato dalle idee di uno psichiatra innovativo che già aveva creato altri modelli simili.”

Chiunque sia a conoscenzadi strutture che rifuggono dal concetto della forza e della contenzione chimica o fisica, può segnalarle tramite mail all’indirizzo [email protected] o chiamando il 347 8127681.

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.org/

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Brescia: serata su psicofarmaci ai bambini

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  • 1 Agosto 2013

Brescia, giovedi 25 luglio: serata a tema sul problema Psicofarmaci ai bambini.

Durante la serata sono emerse nozioni interessanti: dall’inizio del video “Marketing della pazzia” si scopre come sono nati negli anni gli psicofarmaci, i precedenti quali l’eroina, cocaina, torazina ecc. sempre promossi come la panacea, ma successivamente ritirati dal mercato perché altamente tossici, e cause di notevoli problemi. E con relativa assuefazione.

Seguito dall’intervento dell’Dott. Fabio Polesini, biologo, che tramite una semplice riflessione dimostra agli spettatori la relazione fra le sostanze naturali nel corpo e quelle chimiche. Diversamente l’utilizzo di sostanze psicotrope .. Quanto devastanti siano per l’organismo, e in che modo inibiscono le percezioni e i sensi.

Per completare con l’intervento della dott.ssa Emilia Kwasnicka, psicologa, che attraversa il problema sociale e psicologico del bambino, perche’ troppo spesso si utilizza lo psicofarmaco anche su casi non accertati precedentemente da un effettiva diagnosi medica.. Facendo l’esempio di una ragazza “molto irrequieta” i cui genitori avevano difficolta’ nel “gestirla”. Sotto consiglio medico fecero una accurata verifica medica e ne usci che la ragazzina, soffriva di “vermi”. Curandoli, tornò a stare bene e cessarono anche i problemi con la famiglia, l’irrequietezza e l’intrattabilita’. Sebbene lo psicologo della scuola volesse metterla “sotto osservazione”, come soluzione ad un problema che si rivelo’ puramente fisico.

Un breve dibattito finale ha completato la serata, a soddisfazione dei partecipanti che hanno posto domande e risolto perplessita’.

La serata è stata indetta dal CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), che dal 1969, segnala gli abusi nel campo della salute mentale attraverso conferenze, serate a tema, manifestazioni, segnalazioni di abuso, proposte legislative sul tema “salute mentale”. Il tutto per evitare abusi e business facile nel campo della salute mentale.

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.org

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Psicofarmaci: non posso difendere mio figlio!

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  • 28 Giugno 2013

L’accorato appello di una madre: le hanno tolto la patria potestà per imporre gli psicofarmaci al bambino.

Bassano del Grappa
“Voglio solo difendere mio figlio da queste sostanze pericolose e spingere le strutture ad aiutare veramente mio figlio e offrirgli una vita serena e dignitosa, invece di semplicemente sedarlo e istituzionalizzarlo, ma gli psichiatri e il tribunale non mi permettono di proteggere mio figlio”.

Questo l’accorato appello di una madre che si è vista togliere la patria potestà dal tribunale di Venezia solo perché aveva protestato contro l’uso di sostanze pericolose come gli psicofarmaci. La decisione dei medici e del tribunale apre la strada a possibili violazioni dell’articolo 32 della Costituzione che sancisce la libertà di cura: qualsiasi medico potrebbe, appellandosi a un presunto pericolo di vita per il minore, imporre l’uso di sostanze psicoattive sui minori.

La vicenda è iniziata nel reparto di psichiatria dove Nicola (nome di fantasia), un ragazzo di 16 anni, è stato portato dopo aver bevuto e aver dichiarato di volersi uccidere.

Anziché dargli un reale sostegno psicologico, lo hanno rinchiuso per più di un mese in psichiatria imbottendolo con medicine potentissime. Il ragazzo dopo questo ricovero non è migliorato ma peggiorato ed è stato riportato in psichiatria in altre due occasioni.

Dopo un episodio in cui il figlio ha rischiato di morire a causa degli effetti collaterali di un farmaco, la madre ha tentato di opporsi all’uso di quel medicinale.

L’ospedale, che rischiava anche una denuncia a causa del possibile utilizzo sconsiderato del medicinale, invece di comprendere le legittime contestazioni della madre, si è rivolto al Tribunale dei minorenni che le tolto la patria potestà senza alcun reale processo.

E oltre al danno la beffa: perché nel frattempo la mamma aveva accettato la somministrazione del farmaco come risulta dai documenti sanitari. Ma apparentemente i medici si sono “dimenticati” di informare il tribunale di quest’ultimo avvenimento, e hanno accolto di buon grado la decisione del tribunale dato che probabilmente volevano carta bianca.

A quel punto la mamma si è rivolta all’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Modena che si è avvalso della consulenza del dottor Paolo Cioni, psichiatra di fama internazionale:

“Abbiamo riscontrato parecchie irregolarità e anomalie ed abbiamo quindi richiesto un incontro urgente con il reparto di neuropsichiatria infantile al fine di tutelare la salute del ragazzo.
Purtroppo non abbiamo ricevuto nessuna risposta.

Di fronte a questa inspiegabile chiusura e al pericolo di vita che corre il minore, che solo pochi giorni fa è stato ricoverato nuovamente al pronto soccorso per gli effetti collaterali del farmaco che è costretto ad assumere contro la sua manifesta volontà, abbiamo deciso di rivolgerci al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”.

Il figlio della signora rischia la vita e la madre che, aldilà della indiscussa professionalità e serietà dei medici coinvolti, è l’unica persona al mondo ad aver veramente a cuore la salute del ragazzo, non può tutelarlo a causa della decisione superficiale e frettolosa del tribunale.

Se ripercorriamo a ritroso la storia di questo ragazzo, scopriamo che è vittima di un sistema educativo in cui mancava uno strumento didattico che è stato introdotto dal Ministero dell’istruzione solo nel mese di marzo dell’anno in corso.

Infatti, grazie allo strumento dei bisogni educativi speciali (BES), è ora possibile redigere un progetto personalizzato per i bambini in difficoltà, senza bisogno di ricorrere alla certificazione sanitaria che nella stragrande maggioranza dei casi non è necessaria bensì fortemente controindicata.

Purtroppo questa mancanza didattica è stata alla base della fragilità del ragazzo che recentemente era stato anche vittima di episodi di bullismo raccontati da una televisione veneta locale. Il ragazzo era finito in depressione proprio per la mancanza di un’istruzione adeguata che potesse permettergli uno sbocco nel mondo del lavoro e la possibilità di avere un futuro umano e professionale.

Fortunatamente questo è stato recentemente riconosciuto dalle strutture sanitarie e assistenziali, e Nicola è stato inserito, in totale accordo con la mamma, in una comunità educativa. Ma purtroppo lì è costretto a prendere psicofarmaci che oltre a mettere in pericolo la sua vita gli impediscono di seguire il percorso educativo proposto.

La madre che ha dimostrato più volte di saper aderire a dei progetti sensati per il bene del figlio, a causa della decisione frettolosa e superficiale del tribunale, non può ora garantire al figlio la possibilità di riscattarsi.

Purtroppo questo caso specifico è il segno della strada coercitiva e istituzionalizzante intrapresa dal campo della salute mentale. Come abbiamo avuto modo di denunciare recentemente in occasione delle manifestazioni di Brescia davanti agli Spedali civili e di Milano davanti al 4° congresso mondiale sull’ADHD, la nascita di molti reparti di neuropsichiatria infantile è il segno che si va verso il contenimento e l’istituzionalizzazione dei minori che finiscono poi in questi piccoli manicomi per minori che sono le case famiglia ad alto contenimento, invece di puntare ad attività di prevenzione e riabilitazione.

Chi trae vantaggio da questa tendenza sono le case farmaceutiche e la psichiatria organicista, non certamente i bambini. Questa denuncia pubblica è solo il primo passo di una serie di iniziative che stiamo preparando finché a Nicola (e a tutti i bambini) non sarà garantita una “vita serena e dignitosa” come vuole la sua mamma.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

Pubblicato il Ven, 21/06/2013 – 09:54

Per maggiori informazioni chiama Gabriele al numero 349 4466098 e/o visita il sito http://www.ccdu.org/.

 

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Sottrazione minori: bambino parcheggiato per ferie…

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  • 18 Giugno 2013

Trento – “I nostri educatori devono andare in ferie, pertanto il bambino non potrà rivedere i suoi genitori e rimarrà in comunità”.

Una situazione a dir poco “imbarazzante”, quella in cui si è trovato l’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Modena, legale del piccolo Sandro (nome di fantasia) di 11 anni, che nei giorni scorsi si è sentito rispondere in questo modo dai Servizi sociali di Trento dopo che il provvedimento era stato stabilito dal Tribunale per i Minorenni di Trento, organo competente in materia e le cui decisioni non sono confutabili.

L’avvocato Francesco Miraglia: “Un fatto inspiegabile e che può essere punito penalmente”.
Il consigliere comunale Maffioletti e il consigliere provinciale Firmani presenteranno un’interrogazione sulla vicenda affinché venga fatta chiarezza.

Un no deciso che ha portato il legale, specializzato in Diritto di Famiglia e Diritto penale – a far notare agli interessati come questo provvedimento andasse contro la legge:

“in riferimento alla citata istanza, come già preannunciato al servizio sociale, non sono assolutamente d’accordo, in quanto è stato emesso un decreto e bisogna pretendere la sua totale applicazione. Eventuali problemi di organizzazione o quant’altro poco interessano al minore “fuori” dalla propria famiglia da quasi tre anni.”

Ma vediamo di chiarire la vicenda. Sandro, un bambino di Trento, vive da quasi tre anni in una casa famiglia collocata sul territorio. Verso la fine di marzo il servizio sociale che si occupa del bambino chiede una proroga affinché il minorenne rimanga ancora nella struttura fino a quando il consulente tecnico d’ufficio, che svolge la funzione di ausiliario del giudice, non stabilisca le condizioni psicologiche del minorenne e le capacità dei genitori di occuparsi di lui.

In una relazione precedente, risalente all’aprile 2012, lo stesso ente aveva formulato un parere negativo sul rientro definitivo del bambino in famiglia in quanto, a suo giudizio, il rapporto di Sandro con uno dei genitori, continuava a dimostrarsi critico e le altre figure che componevano la famiglia non sembravano potersi prendere cura, in modo adeguato, di quest’ultimo. Proponevano quindi che gli stessi genitori intraprendessero un percorso terapeutico personale, che per il minore venisse disposto un sostegno di tipo psicologico e infine che il bambino potesse, sotto la supervisione di un educatore, rientrare in famiglia in giorni e orari stabiliti”.

Disposizioni che, tranne per il rientro, erano state seguite. All’inizio del mese di maggio, il Tribunale per i Minorenni aveva disposto che il bambino potesse vedere i genitori.

“Il problema è nato quando – spiega l’avvocato Miraglia – quando dalle carte si è dovuti passare ai fatti. I servizi sociali mi hanno comunicato che per la prima settimana prevista per il rientro di Sandro in famiglia era presente un educatore. Poi per le due settimane successive il servizio non sarebbe stato effettuato in quanto il personale doveva prendere ferie.”

Lo scorso 4 giugno, il Tribunale per i Minorenni di Trento, presieduto dalla dott.ssa Gattiboni, ha dato ragione all’avvocato Miraglia ribadendo e quindi disponendo “che l’avvio della fase di sperimentazione dei rientri settimanali pomeridiani del minore a casa dei genitori avvenga a partire dal mese di giugno corrente”. Un richiamo che speriamo venga finalmente accolto dai Servizi sociali per il bene del piccolo Sandro.

Pubblicato il Mer, 12/06/2013 – 14:20

Articolo tratto da: http://www.ccdu.org/comunicati/sottrazione-minori-bambino-parcheggiato-ferie

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MONTICHIARI, QUARTA MANIFESTAZIONE CONTRO L’ELETTROSHOCK.

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  • 18 Giugno 2013

SABATO 29 GIUGNO – ORE 15:30 DI FRONTE ALL’OSPEDALE

La maggioranza dei cittadini è ignara del fatto che in più di 91 ospedali italiani si pratica ancora l’elettroshock e l’ospedale di Montichiari (BS) è uno di questi.

I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus (organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata a investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani) sabato 29 giugno, alle ore 15:30, faranno una manifestazione pacifica di fronte all’ospedale di Montichiari per esprimere il loro dissenso contro questa pratica brutale e per rendere consapevoli i cittadini ciò che sta ancora succedendo nei nostri ospedali, spesso senza il consenso dei pazienti stessi.

I volontari da anni stanno lottando per chiedere una legga che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale e che stabilisca un risarcimento economico e di status ai cittadini che hanno subito invalidazioni neurologiche, che siano stati sottoposti a tali trattamenti senza il loro dichiarato e consapevole consenso o con l’acquisizione di un consenso poco informato dei familiari.

Se anche tu pensi che l’elettroshock e i trattamenti psichiatrici invalidanti debbano essere aboliti partecipa alla manifestazione e firma questa petizione contro l’elettroshock: http://www.avaaz.org/it/petition/2013_Lelettroshock_e_ancora_in_vigore_FIRMA_PER_ABOLIRLO/

Per maggiori informazioni chiama Gabriele al numero 349 4466098.

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Corteo di protesta del CCDU onlus contro gli abusi di psicofarmaci sui bambini in occasione del 4° congresso mondiale sull’ADHD di Milano

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  • 18 Giugno 2013

I bambini vanno aiutati non avvelenati
Milano. Anche una delegazione da Brescia tra le centinaia di manifestanti che hanno pacificamente sfilato in Zona Fiera contro gli abusi di psicofarmaci sui bambini, in occasione del 4° congresso mondiale sull’ADHD, distribuendo materiale informativo. La marcia è transitata vicino alla sede del congresso, e ha poi proseguito fino al punto di raccolta ove si è svolto un breve comizio.

In Italia, 6.000 bambini all’anno sono ricoverati in psichiatria e più di 60.000 bambini vengono trattati con psicofarmaci (oltre 10 milioni nel mondo!). Sempre più bambini vengono diagnosticati con ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder – Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività) e subiscono una pesante cura farmacologica a base di stimolanti anfetaminici, e non sono pochi quelli che in seguito vengono diagnosticati bipolari e trattati con antipsicotici.

In questi giorni si tiene a Milano il 4° congresso mondiale di ADHD, ma l’imparzialità e l’obiettività di questo evento appaiono gravemente compromesse da numerosi conflitti d’interesse. Il congresso, infatti, è sponsorizzato dall’industria farmaceutica, e molti tra gli organizzatori e gli oratori hanno essi stessi dichiarato di avere legami finanziari con le multinazionali del farmaco.

L’esistenza stessa di questo controverso disturbo mentale è messa in discussione da illustri esponenti della comunità scientifica, a cominciare dagli psichiatri statunitensi Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, e Allen Frances, Presidente del Comitato Editoriale che pubblicò il DSM IV (la penultima versione del manuale noto come la Bibbia Psichiatrica). Intanto, destano crescenti preoccupazioni i terribili effetti collaterali dei farmaci anfetaminici utilizzati per curarlo: menomazioni cognitive, alte pressione arteriosa, decesso, morte improvvisa, declino cognitivo, dipendenza, comportamento anormale, mania, psicosi, allucinazioni, infarto, eventi cerebrovascolari, irritabilità, carenze epatiche…

Per protestare contro questo scandalo e informare la popolazione, il CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani – ha organizzato questa marcia di protesta. Alla manifestazione, oltre al CCDU hanno aderito la bufala (mascotte dell’evento, a simboleggiare l’origine truffaldina di questo presunto disturbo mentale), l’Associazione Nazionale Riprendiamoci il Pianeta, il Centro di Relazioni Umane e il Centro Servizi Interdisciplinari (C.S.IN. onlus).

Silvio De Fanti, Vicepresidente del CCDU, ha ricordato la storia e le battaglie sostenute dal CCDU sin dal 1979, e ha ribadito che il CCDU continuerà a battersi conro le violazioni dei diritti umani nel campo della salute mentale sino al raggiungimento del suo scopo “riportare la psichiatria nell’ambito della legalità”. Ha poi passato la parola alla Dr.ssa Maria D’Oronzo, che ha portato i saluti del Centro di Relazioni Umane e ha letto una bellissima e commovente poesia di Giorgio Antonucci “Se mi ascolti”.

Per maggiori informazioni sulla bufala ADHD visita il sito: http://www.ccdu.org

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MARCIA DI PROTESTA CONTRO L’ADHD* – MILANO 7 GIUGNO 2013

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  • 5 Giugno 2013

*ADHD: Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività

Per la psichiatria un bambino troppo vivace è “malato” di ADHD.
La cura? Psicofarmaci contenenti pericolose sostanze anfetaminiche!

Pochi sanno che nella sua ultima intervista prima di morire, lo psichiatra Leon Eisenberg, padre “scientifico” dell’ADHD, dichiarò: “L’ADHD è un ottimo esempio di malattia fittizia”.
Vale a dire ADHD = MALATTIA PSICHIATRICA INVENTATA

Ora le lobby psichiatriche e farmaceutiche stanno organizzando, a sostegno dell’ADHD, il IV Congresso Mondiale “Il disturbo ADHD dall’infanzia all’età adulta” che si terrà dal 6 al 9 Giugno a Milano. Sponsor principale del convegno: Shire AG; sponsor maggiore: Eli Lilly and Company; sponsor generali: MEDICE Arzneimittel Pütter GmbH & Co. KG, SensoDetect AB (publ), Vifor Pharma e Wisepress Ltd.

Per questa occasione il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus, organizza una marcia di protesta venerdì 7 giugno 2013 che partirò alle ore 14:00 dal Piazzale Damiano Chiesa a Milano.

Il gruppo di Brescia ha organizzato un pullman che partirà alle ore 12:00 dal piazzale dell’Ortomercato.

Partecipa anche tu…aiutaci a proteggere i nostri bambini!

Per maggiori informazioni contatta Gabriele al 3494466098 o manda una mail a [email protected]

Visita il sito: http:www.ccdu.org

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Manifestazione contro l’istituzionalizzazione dei bambini: è emergenza sociale…continuazione.

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  • 30 Maggio 2013

Chi trae vantaggio da questa schiera di bambini istituzionalizzati?

Nel documento del 2009 “Psicofarmaci e minori: tra abuso e disinformazione” pubblicato da Roberta Angelilli, attuale Vicepresidente del Parlamento Europeo, si affermava che in Italia i bambini che assumevano psicofarmaci erano tra i 30.000 e i 60.000.

E recentemente Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, ha denunciato un aumento del consumo di psicofarmaci in età giovanile.

Nel suo documento del 2009, l’onorevole Angelilli denunciava che:

Accade di frequente che un bambino o un ragazzo in difficoltà venga trattato con psicofarmaci solamente perché non vi sono le necessarie conoscenze pedagogico-educative per aiutarlo a superare le proprie difficoltà comportamentali.
Sembra che la denuncia dell’onorevole non sia stata presa in considerazione dato che si va verso la medicalizzazione e l’istituzionalizzazione, invece di puntare a un miglioramento delle conoscenze pedagogico-educative.

A nostro avviso questa tendenza è sorretta dalle lobby delle case farmaceutiche, della psichiatria istituzionale e organicista e delle strutture residenziali per minori, sostenute, queste ultime, dalle gerarchie ecclesiastiche e dei potentati della sotto politica religiosa.

Come ha detto l’onorevole Guidi: «vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina».

E ora le lobby psichiatriche e farmaceutiche stanno organizzando il IV Congresso Mondiale “Il disturbo ADHD dall’infanzia all’età adulta” che si terrà dal 6 al 9 Giugno a Milano. Sponsor principale del convegno: Shire AG; sponsor maggiore: Eli Lilly and Company; sponsor generali: MEDICE Arzneimittel Pütter GmbH & Co. KG, SensoDetect AB (publ), Vifor Pharma e Wisepress Ltd. L’ADHD è la controversa “malattia psichiatrica” dei bambini troppo vivaci. Una malattia contestata da più parti.

Nel documento di cui sopra dell’onorevole Angelilli si afferma infatti:

Non c’è nessuna certezza che questa sia una malattia vera e propria. Nonostante alcuni medici affermino che il disturbo sia di natura genetica e sia legato a fattori morfologici cerebrali, non è stato individuato ancora nessun marcatore biologico e nessuna prova definitiva che questo sia vero.
Ma non solo, lo psichiatra statunitense Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, ha affermato nella sua ultima intervista che:

L’ADHD è il principale esempio di una malattia inventata.

Qual è dunque lo scopo del IV Congresso Mondiale psichiatrico di Milano?
Mentre nel resto del mondo le prescrizioni di psicofarmaci stanno aumentando in modo esponenziale con milioni di bambini trattati, in Italia l’aumento delle somministrazioni di psicofarmaci ai bambini non è mai decollato grazie anche ad alcune campagne informative e alla capacità critica del popolo italiano. A nostro avviso quindi, la scelta di Milano non è casuale ma è diretta ad aprire il nostro vasto mercato potenziale.

Sempre secondo l’onorevole Angelilli:

Nella maggior parte dei casi, la soluzione per bambini o ragazzi in difficoltà, consiste nell’offrire al minore un supporto pedagogico-educativo adeguato, sia da parte dei genitori e della famiglia, che del sistema scolastico.
Riteniamo anche noi che questo sia un approccio corretto e rispettoso dei diritti umani. Se non lo faremo e permetteremo a certe lobby interessate più al guadagno che alla salute di mettere le mani sui nostri figli, in futuro dovremo guardarli negli occhi e ammettere di non averli protetti.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

Pubblicato il Sab, 25/05/2013 – 19:56

Visita il sito: http://www.ccdu.org/comunicati/manifestazione-contro-istituzionalizzazione-bambini

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Spedali Civili di Brescia – Manifestazione: “Ridateci i nostri figli”

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  • 30 Maggio 2013

Brescia, sabato 25 maggio 2013, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, davanti agli Spedali Civili di Brescia, ha tenuto la manifestazione: “Ridateci i nostri figli”.

Lo slogan della manifestazione è stato:
“Facciamo in modo che mai più un bambino che sia stato vittima di abusi, venga sottratto alla famiglia, abbandonato, sottoposto ad abuso diagnostico e terapeutico, sedato con pesanti psicofarmaci in nome dell'”aiuto””.

Si stima che gli psicofarmaci per bambini abbiano un mercato di ben 3 miliardi di euro, mentre le campagne pubblicitarie delle case farmaceutiche sono sempre mirate alla promozione di una vera o presunta malattia, e in realtà finalizzate alla diffusione dei farmaci. L’allarme è stato dato anche dalla rivista scientifica “Pediatrics”, che ha confermato la crescita inarrestabile negli ultimi 10 anni delle vendite di psicofarmaci per bambini negli Stati Uniti: da 2000 al 2010 si è avuto un aumento del 46% di prescrizioni, con un giro d’affari miliardario generato a favore delle case farmaceutiche. L’unità di Neuropsichiatria Infantile del Polo Ospedaliero UONPIA degli Spedali Civili di Brescia sta collaborando al convegno del 28-29 maggio a Milano sulla controversa “malattia psichiatrica” dei bambini troppo vivaci: “ADHD: per una condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici”. Questa presunta “malattia” ha sollevato molte critiche. Recentemente il settimanale Der Spiegel ha pubblicato un articolo in cui lo psichiatra statunitense Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, affermava nella sua ultima intervista che: “L’ADHD è il principale esempio di una malattia inventata”. Questa controversa “malattia psichiatrica”, risultante essere una bufala, può aprire la strada alla medicalizzazione della scuola e alla psichiatrizzazione dei bambini, e soprattutto all’introduzione degli psicofarmaci in ambito minorile. Il convegno del 29 maggio precede il IV Congresso Mondiale “Il disturbo ADHD dall’infanzia all’età adulta” che si terrà dal 6 al 9 Giugno a Milano. Sponsor principale del convegno: Shire AG; sponsor maggiore: Eli Lilly and Company; sponsor generali: MEDICE Arzneimittel Pütter GmbH & Co. KG, SensoDetect AB (publ), Vifor Pharma e Wisepress Ltd.

Inoltre c’è anche un business delle case famiglia con un giro di affari stimato di circa 2 miliardi di euro all’anno. Con le parole «vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina» l’onorevole Antonio Guidi, specialista in neurologia e neuropsichiatria infantile e medico neurologo, già ministro della famiglia e solidarietà sociale e sottosegretario alla salute, ha dipinto sagacemente la situazione della giustizia minorile in Italia. Ci sono migliaia di bambini che soffrono e piangono rinchiusi in una struttura residenziale sebbene vogliano la loro mamma e il loro papà. E le motivazioni di questo scandalo sono parzialmente economiche: un bambino in casa famiglia “frutta” dai 100 ai 400 euro al giorno.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

Pubblicato il Mar, 21/05/2013 – 16:52

Visita il sito: http://www.ccdu.org/comunicati/brescia-manifestazione

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Campagna Verità e Giustizia sui fatti del Niguarda

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  • 30 Maggio 2013

Grazie agli esposti presentati da Giorgio Pompa, dell’Associazione delle Ande agli Appennini, è emerso che 12 persone sono morte in anni recenti nei tre reparti psichiatrici dell’ospedale Niguarda di Milano in circostanze poco chiare, e si sospetta che alcune delle vittime fossero in stato di contenzione.

Gli esposti, oltre a citare le morti sospette, riferiscono dei casi di Mohamed M. (immobilizzato con la tecnica di manicomiale memoria dello “spallaccio”, ossia fissato supino al letto con un lenzuolo, con la conseguenza che ora questa persona ha le braccia paralizzate) e di un’altra paziente, legata al letto per 18 giorni e sei ore.

Questa campagna si propone di:

Informare l’opinione pubblica su quanto è accaduto al Niguarda, al fine di mantenere alta l’attenzione della società;
seguire gli sviluppi giudiziari della vicenda;
promuovere iniziative pubbliche che stimolino una riflessione più amplia sulle pratiche psichiatriche lesive della persona dei suoi diritti e della sua dignità, come la contenzione, il TSO, l’elettroshock e la camicia di forza farmacologica.
Per ulteriori informazioni:

http://www.ccdu.org/comunicati/campagna-ospedale-niguarda
http://www.news-forumsalutementale.it/reparto-psichiatrico-ospedale-nigu…
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/02/20/848107-milano-morti-sos…
http://www.affaritaliani.it/sociale/morti_reparti_psichiatrici_ospedale_…
http://www.ambulatoriopopolare.org/index.php/notizie/107-il-telefono-vio…
http://www.retelombardasalute.com/2010/12/niguarda-orrore-in-psichiatria…
http://www.aipsimed.org/una-psichiatra-denuncia-abusi-al-niguarda/
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/23/news/milano_la_denuncia_d…
http://www.cronacaqui.it/milano/12854_giallo-al-niguarda-dodici-morti-so…
http://senzapsichiatria.blogspot.it/
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_traduci_notizia.php?IDNotizia…
http://www.blitzquotidiano.it/agenzie/milano-telefono-viola-12-morti-sos…
http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/365000/364738.xml?key=ignazio+marino+&…
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_novembre_23/malati-p…
http://reparto6.altervista.org/tag/suicidiomicidi/
http://www.infomessina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1…
http://archiviostorico.corriere.it/1992/gennaio/28/quel_reparto_lager__c…

Articolo tratto dal sito ufficiale del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus – Via Valtellina 64, 20159 Milan.

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Manifestazione contro l’istituzionalizzazione dei bambini: è emergenza sociale

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  • 26 Maggio 2013

70 bambini all’anno sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, 6.000 bambini all’anno ricoverati in psichiatria, 40.000 bambini in strutture residenziali per minori, più di 60.000 bambini trattati con psicofarmaci

Brescia. La manifestazione del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha visto oggi la partecipazione di centinaia di mamme, papà, attivisti, operatori e cittadini preoccupati della direzione in cui sta andando la psichiatria e la tutela minorile in Italia. Infatti le recenti notizie di cronaca riguardanti l’unità di Neuropsichiatria Infantile del Polo Ospedaliero degli Spedali Civili di Brescia sono solo la punta dell’iceberg di un’emergenza minorile nascosta che interessa migliaia di bambini con un giro d’affari miliardario per le case farmaceutiche, gli operatori psichiatrici e le strutture residenziali per minori.

L’unità di Neuropsichiatria Infantile del Polo Ospedaliero UONPIA degli Spedali Civili di Brescia sta collaborando al convegno del 28-29 maggio a Milano sulla controversa “malattia psichiatrica” dei bambini troppo vivaci: “ADHD: per una condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici”.

In Italia stanno spuntando come funghi dei reparti psichiatrici per minori che una volta aperti dovranno essere riempiti. In Lombardia sono previsti due reparti, di cui uno già pronto ma non ancora aperto. Recentemente Merano ha visto l’apertura di un nuovo reparto e altri sono in via di realizzazione. Solo poche settimane fa ha fatto scalpore la notizia che l’Ospedale Bambin Gesù di Roma aveva aperto un nuovo reparto di neuropsichiatria per trattare dei minori con disturbi come la dislessia. La notizia ha sollevato le critiche della cittadinanza e l’ospedale ha smentito pubblicamente, ma i disturbi specifici dell’apprendimento compaiono ancora sulla pagina dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale che dispone di otto posti letto di cui tre protetti. Invece di puntare verso attività di prevenzione del disagio minorile, la direzione intrapresa è quella del ricovero e dell’istituzionalizzazione, tendenza che a nostro parere aumenta esponenzialmente i costi dei servizi sanitari e assistenziali e che, attraverso interventi invasivi e coercitivi nei confronti dei bambini spesso accompagnati da terapie farmacologiche, finisce con il creare dei nuovi pazienti psichiatrici invece di prevenire la malattia. Chi trae vantaggio da questa schiera di bambini istituzionalizzati?

Nel documento del 2009 “Psicofarmaci e minori: tra abuso e disinformazione” pubblicato da Roberta Angelilli, attuale Vicepresidente del Parlamento Europeo, si affermava che in Italia i bambini che assumevano psicofarmaci erano tra i 30.000 e i 60.000. E recentemente Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, ha denunciato un aumento del consumo di psicofarmaci in età giovanile. Nel suo documento del 2009, l’onorevole Angelilli denunciava che “accade di frequente che un bambino o un ragazzo in difficoltà venga trattato con psicofarmaci solamente perché non vi sono le necessarie conoscenze pedagogico-educative per aiutarlo a superare le proprie difficoltà comportamentali.” Sembra che la denuncia dell’onorevole non sia stata presa in considerazione dato che si va verso la medicalizzazione e l’istituzionalizzazione, invece di puntare a un miglioramento delle conoscenze pedagogico-educative. A nostro avviso questa tendenza è sorretta dalle lobby delle case farmaceutiche, della psichiatria istituzionale e organicista e delle strutture residenziali per minori, sostenute, queste ultime, dalle gerarchie ecclesiastiche e dei potentati della sotto politica religiosa. Come ha detto l’onorevole Guidi: «vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina».

E ora le lobby psichiatriche e farmaceutiche stanno organizzando il IV Congresso Mondiale “Il disturbo ADHD dall’infanzia all’età adulta” che si terrà dal 6 al 9 Giugno a Milano. Sponsor principale del convegno: Shire AG; sponsor maggiore: Eli Lilly and Company; sponsor generali: MEDICE Arzneimittel Pütter GmbH & Co. KG, SensoDetect AB (publ), Vifor Pharma e Wisepress Ltd. L’ADHD è la controversa “malattia psichiatrica” dei bambini troppo vivaci. Una malattia contestata da più parti. Nel documento di cui sopra dell’onorevole Angelilli si afferma infatti: “Non c’è nessuna certezza che questa sia una malattia vera e propria. Nonostante alcuni medici affermino che il disturbo sia di natura genetica e sia legato a fattori morfologici cerebrali, non è stato individuato ancora nessun marcatore biologico e nessuna prova definitiva che questo sia vero.” Ma non solo, lo psichiatra statunitense Leon Eisenberg, padre scientifico dell’ADHD, ha affermato nella sua ultima intervista che: “L’ADHD è il principale esempio di una malattia inventata”. Qual è dunque lo scopo del IV Congresso Mondiale psichiatrico di Milano?

Mentre nel resto del mondo le prescrizioni di psicofarmaci stanno aumentando in modo esponenziale con milioni di bambini trattati, in Italia l’aumento delle somministrazioni di psicofarmaci ai bambini non è mai decollato grazie anche ad alcune campagne informative e alla capacità critica del popolo italiano. A nostro avviso quindi, la scelta di Milano non è casuale ma è diretta ad aprire il nostro vasto mercato potenziale.

Sempre secondo l’onorevole Angelilli, “nella maggior parte dei casi, la soluzione per bambini o ragazzi in difficoltà, consiste nell’offrire al minore un supporto pedagogico-educativo adeguato, sia da parte dei genitori e della famiglia, che del sistema scolastico.” Riteniamo anche noi che questo sia un approccio corretto e rispettoso dei diritti umani. Se non lo faremo e permetteremo a certe lobby interessate più al guadagno che alla salute di mettere le mani sui nostri figli, in futuro dovremo guardarli negli occhi e ammettere di non averli protetti.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
http://www.ccdu.org

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DISTURBI PSICHIATRICI VOTATI

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  • 25 Maggio 2013

Mentre assume atteggiamenti da “autorità” sulla mente e sulla salute mentale, la psichiatria non ha nessuna base scientifica per nessuno dei suoi trattamenti o metodi. Qui vengono presentate alcune prove specifiche che smontano molte delle principali affermazioni e metodi di questa pseudoscienza.
I criteri diagnostici della psichiatria sono letteralmente basati sulla votazione per inserirli nel Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders (DSM) [Manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali] dell’Associazione Psichiatrica Americana. Quello che viene votato è un sistema di classificazione di sintomi, il che è drasticamente diverso da qualsiasi forma di medicina e le è del tutto estraneo. Nessuna delle diagnosi è sostenuta da prove oggettive di malattia o disturbo mentale, o da nessuna scienza.
“Non esistono test oggettivi in psichiatria, non ci sono raggi X, prove di laboratorio o esami che dicano con decisione se una persona ha o non ha un disordine mentale.”
– Allen Frances, ex presidente del DSM-IV Task Force

“Il DSM-IV è la struttura in base alla quale la psichiatria cerca di essere accettata dalla medicina in generale. I membri sanno che è un documento politico più che scientifico… il DSM-IV è diventato una bibbia e un bestseller per fare soldi malgrado le sue grandi lacune”.
– Dottor Loren Mosher, professore di clinica psichiatrica

“Il modo in cui le cose entrano nel DSM non è basato su test del sangue o scansioni cerebrali o scoperte di natura fisica. È basato su descrizioni di comportamento. L’intero sistema psichiatrico è tutto qui”. – Dottor Colin Ross, psichiatra

“Possiamo creare abbastanza etichette diagnostiche di normale variabilità di umore e pensiero da riuscire sempre a darvi medicine… Ma quando si tratta di creare malattie non c’è nessuno che superi la psichiatria.” – Dottor Stefan Kruszewski, psichiatra addestrato alla Harvard, Pennsylvania, 2004

“In breve, l’intera faccenda di creare categorie di ‘malattie’ psichiatriche, formalizzandole attraverso il consenso e poi assegnando loro codici diagnostici, che a sua volta porta ad usarle per fatture assicurative, non è altro che un vasto racket che fornisce alla psichiatria un’aura pseudo-scientifica. Ovviamente chi perpetra una tal cosa si nutre del tesoro pubblico.” – Dottor Thomas Dorman, internista e membro del Royal College of Physicians del Regno Unito e membro del Royal College of Physicians del Canada

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.it/quick-facts/introduction.html

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LA PSICHIATRIA AMMETTE DI NON AVERE CURE

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  • 25 Maggio 2013

Mentre assume atteggiamenti da “autorità” sulla mente e sulla salute mentale, la psichiatria non ha nessuna base scientifica per nessuno dei suoi trattamenti o metodi. Qui vengono presentate alcune prove specifiche che smontano molte delle principali affermazioni e metodi di questa pseudoscienza.

Nel 1963, l’Istituto Nazionale degli Stati Uniti per la Salute Mentale ha attuato programmi comunitari sulla salute mentale. Nel 1994, il programma ha speso 47 miliardi dollari ed è stato un clamoroso fiasco, mentre le cliniche associate sono diventate poco più che spacciatori di droga legalizzata per i senzatetto.

“Non conosciamo le cause [di nessuna malattia mentale]. Non abbiamo ancora i metodi per ‘curare’ queste malattie.” – Dottor Rex Cowdry, psichiatra e direttore del National Institute of Mental Health (NIMH), 1995
“Il momento in cui gli psichiatri pensavano di poter curare persone malate di mente è passato. Nel futuro la gente malata di mente deve imparare a vivere con la propria malattia”. – Norman Satorius, presidente della World Psychiatric Association nel 1994

“Che cos’è una cura?… è soltanto un termine che non usiamo nella professione medica [psichiatrica]. – Dottor Joseph Johnson, psichiatra californiano durante una deposizione in tribunale, 2003

È stato fatto un sondaggio sugli psichiatri sulle loro “fantasie” sulla loro pratica. La loro prima fantasia era: “… Sarò in grado di ‘curare’ il paziente.” La seconda fantasia era: “Il paziente vuol sapere qual è il suo problema.” – Dottor Sander Berger, socio professore clinico di psichiatria alla Michigan State University, Psychiatric Times, 1998

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.it/quick-facts/introduction.html

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MEDICINE PSICHIATRICHE: EFFETTI COLLATERALI

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  • 25 Maggio 2013

Mentre assume atteggiamenti da “autorità” sulla mente e sulla salute mentale, la psichiatria non ha nessuna base scientifica per nessuno dei suoi trattamenti o metodi. Qui vengono presentate alcune prove specifiche che smontano molte delle principali affermazioni e metodi di questa pseudoscienza.

Gli psichiatri non sono in grado di prevedere gli effetti collaterali che potreste sperimentare dato che nessuno di loro sa come funzionano i loro medicinali.

Gli psicofarmaci vengono smascherati sempre di più come sostanze tossiche chimiche che hanno il potere di uccidere. Gli psichiatri affermano che i loro farmaci salvano la vita, ma, in base alle loro stesse ricerche, essi possono raddoppiare il rischio di suicidio. Si è rivelato che l’uso duraturo crea una vita di danno fisico e mentale, fatto che gli psichiatri ignorano.

Effetti collaterali comuni e ben documentati degli psicofarmaci includono mania, psicosi, allucinazioni, de-personalizzazione, idee suicide, attacchi cardiaci, paralisi e morte improvvisa.

La US Food and Drug Administrations (FDA) riferisce che probabilmente solo dall’uno al dieci percento di tutti gli effetti avversi dei farmaci sta venendo riferito da pazienti e dottori.

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.ccdu.it/quick-facts/introduction.html

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NIENTE SCANSIONI CEREBRALI PER LA MALATTIA MENTALE

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  • 25 Maggio 2013

Mentre assume atteggiamenti da “autorità” sulla mente e sulla salute mentale, la psichiatria non ha nessuna base scientifica per nessuno dei suoi trattamenti o metodi. Qui vengono presentate alcune prove specifiche che smontano molte delle principali affermazioni e metodi di questa pseudoscienza.
Gli psichiatri sostengono che ora le scansioni cerebrali possono mostrare cambiamenti che “provano” che disturbi mentali come la schizofrenia o la depressione sono dovuti a problemi al cervello. Non esiste alcuna evidenza scientifica di questo: rimane solo ciò che i “commenti scritti in piccolo” vi dicono: “suggerisce”, “può” e “si spera”.
“È stabilito in modo certo che i farmaci utilizzati per trattare un disordine mentale, per esempio, possono indurre perduranti cambiamenti biochimici e perfino strutturali [inclusi quelli cerebrali], che nel passato sono stati considerati come causa del disturbo, ma che in effetti possono essere un effetto della cura.” – Dott. Elliot Valenstein, biopsicologo, autore di Blaming the Brain [Incolpare il cervello]

“L’affermazione della psichiatria secondo cui le malattie mentali sono malattie del cervello, è un’affermazione apparentemente basata sulle recenti scoperte delle neuroscienze, rese possibili dalle tecniche d’immagine [del cervello] per la diagnosi e dagli agenti farmacologici per il trattamento. Non è vero”. – Dott. Thomas Szasz, Professore Emerito di Psichiatria, Facoltà di Medicina dell’Università di New York, Syracuse

“Ci sono crescenti preoccupazioni nella comunità clinica secondo cui… gli sviluppi neuroscientifici non rivelano nulla della natura dei disturbi psichiatrici…” – Dott. David Healy, Direttore del Dipartimento di Medicina Psicologica del Galles settentrionale

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Bambino di 7 anni in manicomio per salvare la suora accusata di pedofilia.

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  • 25 Maggio 2013

Inoltro per conoscenza questo comunicato stampa relativo ad un agghiacciante fatto di cronaca.

La sit è allucinante. L’avvocato Francesco Miraglia ha depositato ieri il mandato per riaprire il caso sull’episodio di pedofilia riferito dal bambino nei confronti di una suora di un asilo di Brescia.
A supporto di questo il Vicepresidente Silvio De Fanti sta organizzando una manifestazione davanti all’ospedale a Brescia prevista per sabato prossimo 25 Maggio nel primo pomeriggio.
Abbiamo bisogno che interveniate numerosi per aiutare questo bambino, che adesso sta venendo pesantemente sedato con due potenti farmaci in dosi da cavallo, a ritornare a casa.

…….

L’agghiacciante storia sta succedendo a Brescia

Brescia. Alcuni giorni fa i membri del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e di Pronto Soccorso Famiglia sono stati contattati da una mamma disperata a causa del ricovero “coatto” del figlio disoli sette anni nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Brescia. L’avvocato Francesco Miraglia del foro di Modena ha depositato oggi il mandato per riaprire il caso sull’episodio di pedofilia riferito dal bambino nei confronti di una suora di un asilo di Brescia, per fare luce sul comportamento delle istituzioni sociali e sanitarie locali e soprattutto per restituire il bambino alla sua famiglia.

Alcuni anni fa Gianni (nome di fantasia) ha riportato con dovizia di particolari gli episodi di abuso sessuale commessi da una suora nell’asilo che frequentava. La mamma si è rivolta alle istituzioni ma il bambino non è stato creduto, e soprattutto non sono state avviate le procedure standard volte ad avviare le indagini e a proteggere il minore. Anzi le istituzioni si sono accanite contro il bambino. Gianni è stato affidato ai servizi sociali e le istituzioni che non hanno saputo riconoscere i segni evidenti degli abusi ma hanno incolpato la mamma dei problemi di Gianni. Alla fine Gianni è stato allontanato dalla famiglia, nonostante non ci fosseroindizi di maltrattamenti famigliari, ed è stato ricoverato in una casa famiglia. La motivazione di un provvedimento tanto grave ed estremo si può riassumere così: “si volevano comprendere i problemi del bambino”. Potrebbe sembrare assurdo che un bambino venga tolto a una famiglia per delle motivazioni talmente superficiali, ma purtroppo in Italia questa è diventata una pratica abbastanza comune. Secondo i ritrovamenti di una ricerca della regione Piemonte e di altre ricerche, infatti, oltre il 70% dei minori sono allontanati senza motivi gravi o accertati.

A questo punto le cose sono precipitate e il bambino ha dato in escandescenze contro questo provvedimento assurdo, chiedendo di tornare dalla mamma. Le istituzioni, invece di cogliere le ovvie motivazioni dello stato del bambino, lo hanno trasferito in un reparto di psichiatria con un “grave disturbo esplosivo del comportamento e dell’umore”, sedandolo pesantemente con il Risperdal: un potente antipsicotico. Da notare altresì che secondo il foglio informativo NON è “raccomandato per l’uso nei bambini al di sotto di 18 anni con schizofrenia, per la mancanza di dati sull’efficacia”. Inoltre il farmaco è stato somministrato in due pillole da un milligrammo al giorno (con posologia aumentabile fino a 3 milligrammi al giorno) sebbene il foglio illustrativo indichi che “nei pazienti con peso inferiore a 50 kg, si raccomanda di iniziare il trattamento somministrando 0,25 mg una volta al giorno. Tale dose può essere adattata individualmente, se necessario, con aumenti di 0,25 mg una volta al giorno, esclusivamente a giorni alterni. Per la maggior parte dei pazienti, la dose ottimale è 0,5 mg una volta al giorno.” A questo farmaco i medici hanno aggiunto anche una dose di 1 milligrammo di Depakin, che è un antiepilettico. Ma il bambino non soffre di epilessia e pertantolo scopo di questo farmaco è solamente sedativo. Infatti questo farmaco “può potenziare l’effetto di altri farmaci psicotropi come i neurolettici” e “poiché aumenta le concentrazioni plasmatiche di fenobarbital può verificarsi sedazione soprattutto nei bambini”.In pratica viene pesantemente sedato con due potenti farmaci in dosi da cavallo perché è un bambino di 7 anni che non può comprendere come maiviene sottoposto a questi provvedimenti coatti e che giustamente protesta. Anche un bambino lo capirebbe, ma a quanto pare i “competenti” medici degli Spedali Civili di Brescia non ci arrivano.

In realtà le ragioni del disagio del bambino sono scritte nella stessa lettera di dimissioni firmata dalla dottoressa Battaglia Silvia per il trasferimento alla struttura psichiatrica: “abuso subito da parte di una suora, separazione dalla madre per essere rinchiuso in comunità o in ospedale”. Ma queste affermazioni vengono considerate “pensieri privi di nessi logici con vissuti traumatici non sequenziali”. Mentre le affermazioni del bambino: “mi avete traumatizzato” e “mi volete fare del male”, che corrispondono alla realtà dei fatti, vengono considerate di “tipo persecutorio”. In effetti agli occhi del bambino l’essere strappato dalla mamma, sedato violentemente e rinchiuso in un ospedale è una vera e propria persecuzione e le sue affermazioni sono precise e puntuali. Ma per i professionisti dell’ospedale di Brescia il bambino presenta una “disorganizzazione del pensiero” e va quindi trasferito in una struttura psichiatrica ad alto contenimento per minoriche, a nostro avviso, è semplicemente un piccolo manicomio per minori: da una prima valutazione sommaria sembra infatti avere le caratteristiche classiche del manicomio. Inoltre la Comunità accoglie pre-adolescenti e adolescenti, maschi e femmine, di norma tra i 12 e i 18 anni, con eventuale possibilità di anticipo a 8 anni, sulla base di specifici bisogni clinici o sociali. Quindi non è neppure adatta per un bambino di soli 7 anni.

Questa vicenda incredibile nella “civile” Italia ci ricorda la storia di Carmela Cirella, la ragazzina di tredici anni che nel 2007 è volata giù dal settimo piano, dopo aver subito diversi abusi e violenze sessuali, ma soprattutto dopo aver constatato sulla propriapelle l’assoluta incapacità delle istituzioni, nel rispondere alle sue richieste di aiuto.E purtroppo le conclusioni di una recente ricerca della regione Piemonte si stanno rivelando drammaticamente fondate: “L’attuale sistema di sostegno e tutela dei minori sta rischiando di andare in corto circuito a causa del potere sproporzionato degli operatori sociali e della leggerezza con cui le decisioni di allontanamento vengono prese. Decisioni che segnano le serenità di intere famiglie e soprattutto il benessere psicologico degli stessi bambini che oggi si vogliono proteggere e che domani, quando saranno adulti e genitori, presenteranno il conto alla società civile che verrà. Bisogna puntare il dito e riflettere sulla cultura errata che si sta diffondendo e che anziché difendere e tutelare i minori li mette in gravi difficoltà e li espone a drammi difficilmente superabili.”

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani continuerà la battaglia per questo piccolo con tutti i mezzi e in tutte le sedi possibili, finché non sarà fatta luce su tutta la vicenda e il bambino non sarà restituito alla sua vita normale.

Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus

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Montichiari: una “battaglia” contro l’elettroshock.

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  • 15 Maggio 2013

Nel fine settimana, mentre si “battagliava” per San Pancrazio, i volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti del Uomo, hanno fatto conoscere a oltre 1.500 persone la “storia vera sull’elettroshock”, che purtroppo a tutt’oggi viene praticato nell’ospedale locale.

La distribuzione dell’informativa sull’elettroshock avviene dopo la terza marcia di protesta della scorsa settimana, e vista l’affluenza all’evento si è deciso di far conoscere ampiamente la verità ai cittadini.

I volontari si sono accorti che un buon 80 % delle persone con cui sono venuti in contatto, erano convinti che questa pratica fosse illegale e tra qusti anche un signore anziano che ha impedito che venisse fatto a sua moglie, per una leggera depressione.
Da quando hanno iniziato la protesta, i volontari hanno raccolto testimonianze e storie personali che farebbero pensare che, oltretutto, l’elettroshock non verrebbe usato come previsto dal protocollo. Cioè, esclusivamente per casi particolarmente gravi (riportiamo di seguito copia dell’articolo che riporta le direttive). Ad esempio la proposta di sottoporre alla pratica dell’elettroshock una persona con leggere crisi depressive e un’altra perchè faceva uso di stupefacenti.

Un appunto all’uso improprio dell’Elettroshock era stato evidenziato anche nel rapporto del Ministro Marino, allorquando rivelò, a seguito dell’inchiesta sulla Sanità italiana, che Montichiari era il “polo” dell’elettroshock.

Per qualunque segnalazione scrivere a: [email protected].

Qui di seguito riportiamo l’estratto di un articolo del “Corriere della Sera.it” del 17 luglio 1998

“Potranno essere sottoposti a elettroshock, indica il nuovo testo, solo “i pazienti affetti da depressione grave, con sintomi psicotici e rallentamento psicomotorio”, nonche’ quelli affetti da tre disturbi molto rari, ovvero le forme maniacali resistenti al trattamento con psicofarmaci, la sindrome maligna da neurolettici e la catatonia maligna. Il ricorso all’elettroshock, si precisa nel documento, “e’ ingiustificato” anche nei disturbi di tipo schizofrenico. Non solo: “anche nei casi indicati ci sono frequenti ricadute ed episodi di disturbi anche irreversibili della memoria”. Per la prima volta, inoltre, vengono indicate le statistiche di rischio: l’elettroshock uccide 2/3 pazienti ogni 100 mila applicazioni. Abilitate a praticarlo, saranno d’ora in poi solo le strutture pubbliche e quelle private accreditate. Piu’ garantito anche il paziente: dovra’ essere informato per iscritto dal medico e poi dare il suo consenso. Qualora non fosse possibile, ha spiegato lo psichiatra Massimo Cozza, esponente dell’osservatorio sulla salute mentale del ministero della Sanita’, l’intervento potra’ essere fatto solo in un ospedale, con il trattamento sanitario obbligatorio”.
Per leggere l’aricolo integrale: http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/17/Elettroshock_addio_Italia_dice_basta_co_0_9807171092.shtml

per maggiori informazioni visita i siti: www.ccdu.it o www.ccdu.org.

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MONTICHIARI, TERZA MANIFESTAZIONE CONTRO L’ELETTROSHOCK.

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  • 7 Maggio 2013

Domenica 5 maggio, a Montichiari si è tenuta la TERZA marcia per dire “basta” alla barbara pratica dell’elettroshock.

Questa manifestazione fa seguito a quelle del 9 marzo e del 7 aprile.

I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) in corteo sono partiti dall’ospedale arrivando in Via Cesare Battisti, distribuendo materiale informativo alla cittadinanza. Infatti quasi nessuno sa che in più di 91 ospedali italiani si pratica ancora l’elettroshock e l’ospedale di Montichiari (BS) è uno dei più “produttivi”.

Molti cittadini, erano ignari ed increduli di ciò che sta regolarmente avvenendo all’interno dell’ospedale e ritenevano che questa “pratica” fosse stata abolita da tempo.

Altri passanti si sono uniti al corteo di protesta per manifestare la loro opposizione. Molti altri ci hanno chiesto approfondimenti e sono stati indirizzati, fra l’altro, al sito www.ccdu.org .

I volontari da anni stanno lottando per chiedere una legge che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale.

In occasione della festività di San Pancrazio, patrono di Montichiari, domenica prossima saremo nella piazza per raccogliere consensi scritti contro la uso dell’Elettroshock.

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TERZA MANIFESTAZIONE CONTRO L’ELETTROSHOCK A MONTICHIARI

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  • 30 Aprile 2013

Domenica 5 maggio 2013 torneranno davanti all’ospedale di Montichiari i volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, in marcia contro la brutale e barbara pratica dell’elettroshock. Il corteo partirà dall’ospedale (raduno alle 10:30) e arriverà in Piazza Garibaldi, per mostrare ai Monteclarensi ciò che sta succedendo nella loro “tranquilla” cittadina.

I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU Onlus) hanno già fatto due manifestazioni contro l’uso dell’elettroshock (TEC) ed è da anni che stanno lottando per chiedere una legge che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale.

Ma la battaglia punta anche ad un risarcimento economico e di status ai cittadini che hanno subito invalidazioni neurologiche, che siano stati sottoposti a tali trattamenti senza il loro dichiarato e consapevole consenso o con l’acquisizione di un consenso poco informato dei familiari.

La discussione e protesta contro l’elettroshock si è accesa all’indomani della pubblicazione della relazione sullo stato della Salute in Italia, presentata dal Senatore Marino. Nella relazione si indica Montichiari come uno degli ospedali nazionali dov’è più in uso questa pratica.

“L’uso dell’elettroshock in così vasta proporzione è equivalente a dire che la medicina non ha fatto passi avanti. O che la Psichiatria non ha altri metodi che piazzare elettrodi in testa alle persone, nella speranza che stiano meglio”, ha commentato Emilia Kwasnicka, portavoce del CCDU Brescia. “E’ una pratica barbara, di non comprovata certezza curativa, eppure continua ad essere usata e abusata.”

Visita il sito: http://www.ccdu.it

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PSICHIATRIA: RENDERE IL MONDO SCHIAVO DEGLI PSICOFARMACI

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  • 2 Aprile 2013

Qual è una delle cose più distruttive al mondo d’oggi?

Se rispondi “le droghe”, condividi questo punto di vista con la maggioranza della gente della tua

comunità. Le droghe illegali, la violenza e il crimine che ne risultano sono riconosciute come la

maggiore minaccia per i bambini e la società. Tuttavia, pochissime persone riconoscono che le droghe

illegali rappresentano solo una parte dell’attuale problema relativo alla droga. Oggi vediamo un

legame con un altro tipo di droga: gli psicofarmaci prescritti.

Un tempo riservati ai malati mentali, oggi è difficile trovare qualcuno (un familiare, un amico o un

vicino di casa) che non ha mai preso qualche tipo di psicofarmaco. Infatti, per molte persone sono

diventati così profondamente parte della vita, che “vivere senza farmaci” è per loro semplicemente

inconcepibile.

Prescritti per qualsiasi cosa, dai problemi di apprendimento e del comportamento a bagnare il letto,

all’aggressione, alla delinquenza giovanile, alla criminalità, alla tossicodipendenza e al fumo, per

risolvere paure e problemi degli anziani; dalla culla alla bara siamo bombardati di informazioni che

ci spingono verso questo tipo di “rimedio” chimico.

Non sorprende perciò che le statistiche internazionali mostrino che una percentuale in rapido

aumento di persone appartenenti ad ogni fascia di età, dai bambini agli anziani, faccia pesantemente

e regolarmente affidamento su questi farmaci nella vita quotidiana. La vendita globale di

antidepressivi e stimolanti, farmaci per lo stress e antipsicotici, ha raggiunto oltre 76 miliardi

di dollari all’anno, più del doppio del budget speso annualmente dal governo degli Stati Uniti per

combattere la droga.

Gli autori Richard Hughes e Robert Brewin, nel loro libroTranquillizzare l’America avvisano che

benché possa sembrare che gli psicofarmaci calmino l’ansia, il dolore e lo stress, “calmano” anche

la vita stessa… Queste pillole non solo attenuano il dolore, ma attenuano anche la mente. In

effetti, studi precisi rivelano che nessuno di essi può curare, ognuno di essi ha orribili effetti

collaterali e, a causa delle loro proprietà che alterano la mente e creano dipendenza, possono

rovinare la vita di una persona.

Considera anche il fatto che i terroristi hanno utilizzato psicofarmaci per fare il lavaggio del

cervello a giovani uomini in modo che diventassero kamikaze suicidi. Almeno 250.000 bambini in tutto

il mondo, alcuni addirittura di sette anni, sono stati utilizzati per attività terroristiche e

rivoluzionarie, somministrando loro anfetamine e tranquillanti per causare uno “sballo omicida” per

giorni. Si tratta delle stesse droghe che gli psichiatri prescrivono ai bambini per problemi di

“apprendimento” o del “comportamento”.

La comprensione del fatto che l’uso di psicofarmaci nella società sta andando alle stelle, è ora

anche più critico che mai. A livello internazionale, 54 milioni di persone prendono antidepressivi

che causano notoriamente dipendenza e comportamento violento e omicida.

Perché milioni di persone dipendono da farmaci così distruttivi? Bisogna guardare al momento

precedente all’uso del farmaco.

Prima di cadere nella trappola, ogni individuo è stato convinto che questi farmaci lo avrebbero

aiutato ad occuparsi della sua vita. Il principale strumento utilizzato per la vendita è un criterio

“diagnostico” inventato: il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali IV (DSM)

dell’Associazione Psichiatrica Americana e la sezione dei disturbi mentali della Classificazione

Internazionale dei Disturbi (ICD) Europea. Una volta compilate la diagnosi e la prescizione, le

dannose proprietà dei farmaci stessi prendono il sopravvento.

Forzando la diffusione di questa falsa diagnosi, gli psichiatri si sono assicurati che sempre più

persone con leggeri problemi mentali, o addirittura senza alcun problema, venissero portati a

pensare che la miglior risposta alle consuete difficoltà e sfide della vita si trovi negli “ultimi e

più diffusi” psicofarmaci.

Che tu sia un legislatore, un genitore di bambini in età scolare, un insegnante, un impiegato o un

datore di lavoro, una casalinga o semplicemente un membro della comunità, è vitale che tu legga

questo rapporto.

Il nostro fallimento nella guerra contro la droga è dovuto in gran parte al nostro fallimento nel

fermare i più dannosi spacciatori della società.

Si tratta degli psichiatri, che lavorano per ingannarci e rendere il mondo schiavo della droga.

Cordialmente,
Jan Eastgate
Presidente del Comitato Internazionale dei Cittadini per i Diritti Umani

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DOMENICA 7 APRILE 2013, DI FRONTE ALL’OSPEDALE DI MONTICHIARI, MANIFESTAZIONE CONTRO L’ELETTROSHOCK.

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  • 21 Marzo 2013

Molti forse non lo sanno ma in più di 91 ospedali italiani si pratica ancora l’elettroshock e l’ospedale di Montichiari (BS) è uno di questi.
I volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus (organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata a investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani) domenica 7 aprile alle ore 10:30 faranno una manifestazione pacifica di fronte all’ospedale di Montichiari per esprimere il loro dissenso contro questa pratica brutale e per rendere consapevoli i cittadini di ciò che sta ancora succedendo nei nostri ospedali, spesso senza il consenso dei pazienti stessi.
I volontari da anni stanno lottando per chiedere una legge che abolisca i trattamenti psichiatrici invalidanti in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private del territorio nazionale e che stabilisca un risarcimento economico e di status ai cittadini che hanno subito invalidazioni neurologiche, che siano stati sottoposti a tali trattamenti senza il loro dichiarato e consapevole consenso o con l’acquisizione di un consenso poco informato dei familiari.
Se anche tu pensi che l’elettroshock e i trattamenti psichiatrici invalidanti debbano essere aboliti partecipa alla manifestazione e firma questa petizione contro l’elettroshock: http://www.avaaz.org/it/petition/2013_Lelettroshock_e_ancora_in_vigore_FIRMA_PER_ABOLIRLO/

Per maggiori informazioni: Dott.ssa Emilia Kwasnicka 3287269909
www.ccdu.org www.ccdu.it

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