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Enel: investire su progetti innovativi per produrre energia a basso costo

Rinnovabili, gas e carbone pulito. Sono queste le fonti su cui l’Enel punterà nei prossimi anni, se dovremo rinunciare al contributo del nucleare. Nel piano 2011-2015 il gruppo aveva previsto in Italia investimenti preliminari per il ritorno all’energia dall’atomo pari a circa 300 milioni. A oggi ne sono stati investiti solo pochi milioni: l’arresto del piano nucleare ha quindi un peso trascurabile sul piano industriale di Enel.

Ben più consistente è l’investimento previsto per aumentare in Italia la produzione di elettricità da fonti rinnovabili e da centrali a carbone. Nel 2010 Enel ha prodotto elettricità nel nostro Paese con un mix ben diversificato: il 41,5%, infatti, deriva da fonti rinnovanili (34,4% idroelettrico, 7,1% tra geotermico, eolico, solare e biomasse), il 34,1% da carbone, il 21,6% da gas usato in impianti a ciclo combinato ad alta efficienza e 2,8% da gas e olio usato in cicli semplici. Poco meno dell’energia prodotta dalle centrali del gruppo in Italia è quindi del tutto priva di qualunque tipo di emissioni.

“Anche se continuasse la moratoria, esistono molte tecnologie disponibili a cui ricorrere: oltre a sviluppare ulteriormente tutte le fonti rinnovabili, e a diversificare le fonti di approvvigionamento di gas, cercheremo di portare avanti progetti innovativi per produrre energia a basso costo con il carbone”, aveva osservato l’amministratore delegato Fulvio Conti, prima ancora della presentazione dell’emendamento che ha archiviato il programma nucleare italiano.

Per Enel, il primo obiettivo è quello di proseguire nella conversione da olio a carbone della centrale di Porto Tolle (in fase autorizzativa pressochè completata) e in prospettiva avviare quella della centrale di Rossano Calabro (Catanzaro). Per la centrale di Poerto Tolle (Rovigo), è previsto un investimento di 2,5 miliardi in cinque anni. Inoltre, uno dei tre gruppi sarà dotata della tecnologia CCS (Carbon capture and storage) per la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica,  attualmente in fase di sperimentazione a Brindisi. Sarà la prima applicazione su scala industriale di questa tecnologia in Italia e tra le prime al mondo. Il problema del carbone, infatti, non è tanto nelle emissioni a impatto ambientale locale, per ridurle, infatti, si usano caldaie ultramoderne ad altissima efficienza, denitrificatori, desolforatori e filtri per le polveri, quanto nella quantità di CO2 prodotta. “Abbiamo la tecnologia per rendere il carbone pulito, non dannoso per la salute e per l’ambiente”, aveva spiegato ancora Conti. Un mix ben equilibrato di fonti, composto da rinnovabili, gas e carbone pulito permetterà all’Italia, anche in assenza di nucleare, di migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime energetiche, producendo energia a costi ragionevoli, nel pieno rispetto dell’ambiente.

Carbone pulito quindi, ma anche rinnovabili: nel quadriennio al 2015 Enel Green Power, che di recente ha completato un impianto idroelettrico a Bardonecchia, due centrali geotermiche in Toscana a Radicondoli e Chiusdino e uno fotovoltaico a Deruta, investirà due miliardi di euro in Italia.

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