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16 Maggio 2017

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Luigi Ferraris la sfida di Terna portare le nostre reti al centro d’Europa

Il nuovo amministratore delegato, Luigi Ferraris, avrà l’impegnativo compito di fare del gruppo uno dei player fondamentali nella realizzazione del grande network per l’interconnessione e lo scambio di energia nel continente

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Anche i manager ritornano sul luogo del delitto. L’ultima volta che se ne era occupato, Terna non esisteva ancora: era la divisione dell’alta tensione di Enel, la teoria di tralicci che porta l’elettricità lungo tutta la penisola. Se ne era interessato perché, come direttore finanziario dell’ex monopolista, ha prima lavorato al suo spin off e poi alla quotazione in Borsa, fino al distacco definitivo, lasciandola sotto il controllo della Cassa Depositi Prestiti. Ma all’epoca, con il mercato libero dell’energia intento a muovere i primi passi, Luigi Ferraris non avrebbe mai immaginato di tornarci da amministratore delegato. E per di più al termine di uno scontro politico che ha visto contrapposte la fazione che fa capo al riconfermato segretario del pd Matteo Renzi, da una parte, e gli uomini del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, dall’altra. Alla fine,l’ex premier ha dovuto accettare che i suoi candidati (si è parlato dell’ex numero uno di Acea Roberto Irace nonché dell’amministratore delegato di A2a, Luca Camerano) si facessero da parte. E dare via libera a questo cinquantacinquenne genovese di origine ma ormai romano di adozione, avendo costruito la sua carriera a partire dal 1996 nelle aziende controllate dallo Stato.

L’approdo a Terna è la sua grande occasione, visto che finora il suo è stato un nome noto soprattutto agli addetti ai lavori, dai gestori dei fondi internazionali ai banchieri d’affari. Ma anche ai piani alti di via XX Settembre, con il ministro Padoan e i vertici di Cdp che lo hanno difeso e imposto come manager affidabile per la sostituzione di Matteo Del Fante, ex banchiere e fiorentino come il premier, passato dopo solo un mandato alla guida di Poste Italiane. Renzi ha così dovuto accontentarsi, si fa per dire, di aver giubilato Francesco Caio, dirigente di lungo corso in Italia (Indesit) e Inghilterra (Cable&Wireless), reo di non aver voluto lavorare su alcuni dossier cari a Palazzo Chigi come l’acquisizione di Pioneer, la società di gestione del risparmio di Unicredit finita ai francesi di Amundi, ma a un prezzo che Caio aveva definito eccessivo. Vicenda che Ferraris ha comunque potuto seguire da un osservatorio privilegiato, visto che nel 2015 ha lasciato Enel per assumere l’incarico di direttore finanziario proprio alla Poste.

Di tutta questa pubblicità, legata a giochi politici e valzer di poltrone, Ferraris avrebbe fatto a meno, avendo costruito tutta la sua carriera sul lavoro in azienda (raccontano che spesso si presenti in ufficio anche al sabato) e molto poco sui salotti romani. Ma ora non potrà più sottrarsi: «In questi anni ha dimostrato nei ruoli che ha ricoperto di essere abile e scaltro. Ora deve dimostrare di avere il carisma per comandare e farsi rispettare», è il parere di un banchiere d’affari milanese che lo conosce bene.

Che sia capace di navigare anche nei momenti meno favorevoli lo ha dimostrato quando tre anni fa è andato in scena in Enel il ribaltone – imposto da Renzi in tutte le partecipate pubbliche – che ha portato Francesco Starace sulla poltrona di amministratore delegato di Enel. Un cambio avvenuto dopo i nove anni di Fulvio Conti, di cui Ferraris è stato uno dei più stretti collaboratori. Entrato in Enel nel 1999 (dopo esperienze in Price WaterhouseCoopers, Piaggio e Finmeccanica), il manager genovese ha scalato tutte le posizioni. Prima come direttore finanziario delle società in cui vennero raggruppate le 15 centrali elettriche da vendere ai privati nell’ambito del processo di liberalizzazione. Poi, dal 2002 al 2004 è stato responsabile pianificazione e controllo della divisione Infrastrutture e Reti, per poi passare con lo stesso ruolo nella capogruppo. Il salto di qualità nel 2008, con la nomina a direttore finanziario di Enel, posizione dalla quale ha curato tutte le attività di capital market della società: dall’aumento di capitale da 8 miliardi nel 2009, dopo la complessa acquisizione della spagnola Endesa, alla quotazione di Enel Green Power (per una valorizzazione da 2,4 miliardi), più tutta la sfilza di emissioni obbligazionarie e la gestione del debito “monstre” da oltre 40 miliardi. A cui va aggiunta l’avvio dell’opera di razionalizzazione di tutte le controllate sudamericane di Endesa, un groviglio di partecipazioni incrociate e catene di controllo infinite, di cui Enel è venuta a capo soltanto pochi mesi fa. Proprio al Sudamerica lo destina Starace non appena arriva in Enel nel 2014. Il classico “promoveatur ut amoveatur”: l’incarico è prestigioso (responsabile dell’area America Latina e amministratore delegato della Cilena Enersis, il fiore all’occhiello delle controllate d’oltreoceano), ma intanto a Roma un altro prende il suo posto come direttore finanziario. Ecco perché, alla prima occasione, quando Cdp cerca un direttore finanziario da mettere accanto a Caio diventato numero uno di Poste Italiane, Ferraris ha lascia il gruppo dopo sedici anni.

Ma “l’esilio” in Sud America, tutto sommato, potrebbe rivelarsi utile. Nonostante qualche turbolenza (vedi il rallentamento dell’economia in Brasile), il continente ha voglia di crescere e ha fame di energia. Soprattutto di infrastrutture: Terna ha già vinto due gare da 250 milioni di investimento in Brasile (porterà la luce anche nella capitale federale) e in Uruguay, ma conta di partecipare anche a molti altri progetti in corso, sfruttando anche la presenza di Enel in tutta l’America Latina.

Sebbene la gestione della rete nazionale sia la prima fonte di redditività dell’azienda nonché la priorità industriale del gruppo, la crescita nelle attività “non regolate” sarà uno dei mantra della gestione Ferraris: da qui dovranno arrivare nei prossimi cinque anni 350 milioni di ebidta aggiuntivo, con una crescita del 40 per cento rispetto al precedente piano. In parte da investimenti nelle rinnovabili: come il recente accordo con le Fs per l’installazione di centrali a pannelli solari lungo il percorso dell’Alta Velocità per alimentare il Frecciarossa. Ma Ferraris dovrà impegnarsi soprattutto nelle attività che potrebbero fare di Terna uno dei player fondamentali per la realizzazione di una rete europea dell’energia. Perché dopo l’inaugurazione del nuovo collegamento tra Calabria e Sicilia e il prossimo della Gissi-Foggia, sono stati eliminati gli ultimi colli di bottiglia che pesavano non poco sui costi della bolletta nazionale. Collegata l’Italia, ora bisogno collegare gli italiani al resto d’Europa, ma anche all’Africa. Nel piano di investimenti da 4 miliardi al 2021, è previsto – per esempio – il completamento del cavo che collegherà la costa adriatica con il Montenegro, con un interscambio fondamentale con tutti gli stati balcanici, che farà così il paio con quello già esistente con la Grecia. Allo stesso modo, dovranno proseguire sia le opere per le interconnessioni con la Francia e l’Austria, ma anche le attività di lobby con gli altri operatori europei (e con l’Unione Europea) per la definizione delle regole che consentano lo scambio di energia lungo tutto il continente.

La geopolitica dell’energia coinvolgerà Ferraris su un piano ancora più alto. Al momento è solo una suggestione, ma gli europei dovranno presto fare i conti con uno dei progetti più ambizioni della Cina: creare una sorta di “internet dell’elettricità”, in contrapposizione alla rete informatica di marca statunitense. In pratica, si tratta di creare una infrastruttura globale dell’energia, alimentata soprattutto da rinnovabili e sostenuta da reti in parte esistenti, ma in buona parte da costruire, e che possa mettere in collegamento l’elettricità prodotta in Australia con quella del Canada.

E i cinesi Ferraris ce li ha in casa: il 30 per cento di Cdp Reti, la scatola che controlla a sua volta il 30 per cento di Terna (ma anche di Snam) è in mano a State Grid of China, la più grande utility del mondo che sarà uno dei protagonisti dell’internet elettrico che ha in mente il governo di Pechino. Non per nulla, State Grid ha già comprato pezzi di rete in Grecia, Spagna e Portogallo. Non è un caso che sia partita dal sud Europa, perché deve essere realizzato ancora il primo collegamento con l’Africa. E, guarda caso, Terna ha appena chiesto un primo finanziamento all’Unione Europea per la realizzazione di un cavo tra Sicilia e Tunisia, per un investimento complessivo di 600 milioni. Sarà anche fantageopolitica energetica ma Ferraris farà bene a prendere subito in mano il dossier.

Fonte: Repubblica.it Economia&Finanza

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IP Security Forum Bari. Le reti a banda larga via satellite

BARI – La protezione da remoto delle infrastrutture e dell’ambiente è diventata sempre più importante, considerata la quantità crescente di siti non protetti permanenti o temporanei in vari settori aziendali e pubblici. Le soluzioni proposte da NOITEL ITALIA, in collaborazione con Eutelsat Broadband, consentono di attivare in pochi giorni linee Internet Satellitari anche in aree in digital divide, offrendo un’opportunità di connessione veloce ovunque, e garantendo sempre l’attivazione di sistemi di sicurezza e la gestione del traffico dati in una logica di Business Protection.

 

Di reti a banda larga via satellite e del loro ruolo nella garanzia della sicurezza di rete, parlerà ad IP Security Forum Bari il prossimo 26 maggio Enrico Oliveri, Direttore Commerciale di Noitel Italia.

 

“La piattaforma Business DS4.0 è stata realizzata – spiega Oliveri – per offrire ai nostri partner System Integrator ed Installatori una gestione completa dei servizi Broadband per Fibra, Satellitare, Ponti Radio e Sim M2M, un sistema semplice e funzionale per gestire i propri clienti in autonomia, verificando in tempo reale coperture e qualità delle connessioni per linee primarie e secondarie come backup utilizzando un unico IP, inoltre la piattaforma permette di fare provisioning di tutti i servizi e monitoraggio sulle SIM M2M.”

 

 

Per le registrazioni è attivo il seguente link:

http://www.ipsecurityforum.com/

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ARRIVA ANCHE IN SICILIA NATIVA, IL TEST PRENATALE NON INVASIVO DI ULTIMA GENERAZIONE

 

 

Arriva anche in Sicilia Nativa, il test di screening prenatale non invasivo (NIPT – Non Invasive Prenatal Test) di ultima generazione, certificato CE-IVD per le trisomie 21 (Sindrome di Down), 18 (Sindrome di Edwards) e 13 (Sindrome di Patau), e alcune aneuploidie sessuali, nel rispetto delle linee guida ministeriali nazionali, lanciato in Italia da BioRep, società del Gruppo Sapio che opera a livello internazionale nel campo delle biotecnologie.

 

A distribuire il test in Sicilia Health Safe Medical Service (www.healthsafe.it), società operante nella distribuzione, consulenza e service per il settore medico-farmaceutico.

 

Nativa analizza i frammenti di DNA del feto provenienti dai trofoblasti placentari che circolano liberamente nel sangue materno. Grazie alla maggiore accuratezza e sensibilità rispetto al test combinato, può diminuire il ricorso a esami diagnostici invasivi, riducendo il rischio di aborto ad essi correlato. Solo in caso di risultato positivo del test sarà consigliabile effettuare un ulteriore approfondimento con tecniche diagnostiche invasive, come l’amniocentesi o la villocentesi.

 

Con un solo prelievo di sangue materno il test fornisce una risposta estremamente accurata sulla possibile presenza delle più comuni anomalie numeriche del cromosoma del feto a partire già dalla 10a settimana di gestazione ed è l’unico test attualmente disponibile in Italia con tecnologia NGS di ultima generazione in cui ogni fase del processo è certificata CE-IVD, grazie a protocolli innovativi e standardizzati per il trattamento del campione biologico e a nuovi algoritmi per l’analisi dei cromosomi. Nativa infatti utilizza una tecnologia che sequenzia l’intero genoma del feto e normalmente fornisce risultati anche in caso di frazione fetale inferiore al 4%.

 

BioRep ha scelto di utilizzare ILLUMINA Inc., leader mondiale nel sequenziamento genetico, come fornitore per la nuova piattaforma NGS utilizzata nel test Nativa.

 

Il test Nativa è certificato CE-IVD (In-Vitro Diagnostic) ed è eseguito nella struttura di BioRep abilitata SMeL (Servizi di Medicina di Laboratorio della Regione Lombardia), che ha sede a Milano all’interno del Parco Scientifico San Raffaele. La certificazione CE-IVD è garanzia di qualità e sicurezza: attesta infatti che Nativa soddisfa i requisiti essenziali e i livelli di performance previsti per i prodotti ad uso medicale e viene rilasciata solo se il prodotto è conforme alla Direttiva 98/79/CE.

 

Nativa rappresenta un esame rapido e privo di rischi sia per la mamma che per il bambino, perché non invasivo (basta un semplice prelievo di sangue) e permette di ottenere in tempi molto veloci (in soli 5 giorni lavorativi a partire dal ricevimento del campione di sangue) una risposta sulla possibile presenza di anomalie cromosomiche del feto come la Sindrome di Down e le altre più comuni. Inoltre, il test permette su richiesta dei futuri genitori anche di determinare il sesso del nascituro.

 

“Siamo orgogliosi di poter mettere al servizio dei clinici e delle loro pazienti l’esperienza maturata da BioRep in materia di genetica e sequenziamento del DNA come supporto ai laboratori e istituti di ricerca in Italia nel mondo”, ha dichiarato Maurizio Colombo, Presidente di BioRep e Vice Presidente del Gruppo Sapio. “Con Nativa rendiamo disponibile nel nostro paese un nuovo test prenatale che utilizza una tecnologia innovativa ed estremamente avanzata, in grado di offrire risultati rapidi nel rispetto delle linee guida Ministeriali”.

 

Nativa è ideale per tutte le donne in attesa e, grazie alla semplicità di esecuzione e alla non invasività, può essere eseguito anche in caso di gravidanze gemellari, gravidanze concepite per ovodonazione, gravidanze surrogate, donne che hanno subito un trapianto d’organo solido o un trapianto di midollo.

 

E particolarmente indicato in tutte quelle condizioni in cui l’età della mamma sia superiore ai 35 anni; l’esito dello screening del primo o del secondo trimestre (Bi/Tri Test) è POSITIVO; la gravidanza è a rischio di aborto spontaneo; è diagnosticato il distacco placentario; sono presenti evidenze ecografiche di aneuploidia; una storia familiare che suggerisca un rischio di anomalie cromosomiche.

 

 

BIOREP è una società del Gruppo Sapio che opera nel campo delle biotecnologie a livello internazionale. Nata nel 2003, BioRep è un Centro di Risorse Biologiche in grado di fornire soluzioni complete per la conservazione a lungo termine di materiale biologico e servizi di laboratorio a istituti di ricerca pubblici e privati (ospedali, università, cliniche), aziende biotech e farmaceutiche, garantendo i più elevati livelli di qualità e sicurezza. Da anni BioRep è il punto di riferimento a livello mondiale per il processamento e lo stoccaggio di materiale biologico finalizzato al progresso della ricerca medica e delle scoperte scientifiche per conto di importanti fondazioni americane impegnate sulle malattie neurodegenerative. Grazie alle più avanzate tecnologie di sequenziamento con tecniche di Next Generation Sequencing (NGS), BioRep offre anche servizi di analisi del DNA a fini diagnostici o di ricerca. BioRep è certificata UNI EN ISO 9001 e autorizzata per Servizi di Medicina di Laborotorio (SmeL) ed è dotata di una infrastruttura tecnologica tra le più avanzate a livello internazionale.

 

 

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DIBEVIT PORTA IN TAVOLA AFFLIGEM, BIRRA DALLA TRADIZIONE MILLENARIA

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  • 16 Maggio 2017

È una delle birre d’abbazia più famose del mondo e ora sarà distribuita in bottiglia da Dibevit: Affligem, la birra belga nata dai cavalieri che preferirono la vita monastica alla guerra, porta con sé tutto il fascino della storia con le tre referenze Blonde, Dubbel e Triple.

Bisogna risalire fino al lontano 1074 per trovare le radici della storica Affligem, la birra nata dal volere di sei cavalieri belgi che decisero di lasciare la spada per vestire il saio monacale. Una storia a metà tra leggenda e realtà che oggi arriva fino a noi grazie alla distribuzione in bottiglia a cura di Dibevit Import, da vent’anni leader nazionale nell’importazione e distribuzione di birre speciali provenienti da tutto il mondo, che porta in assaggio tre speciali referenze Affligem Blonde, Affligem Dubbel e Affligem Triple.

I sei cavalieri eressero l’abbazia di Affligem nella regione belga delle Fiandre e come spesso accadeva nei monasteri, nei tempi non dedicati alla preghiera, si adoperarono nella produzione della birra, unico alimento consentito nei periodi di digiuno. Il prodotto che realizzarono divenne talmente tanto conosciuto e rinomato da arrivare fino a noi oggi, grazie all’attività di un’azienda che continua a mantenere fede a una tradizione fatta di qualità ineccepibile. Le birre di Affligem, infatti, sono tra le più famose birre d’abbazia al mondo e a donare loro un ulteriore tocco di leggenda è il fatto che l’iconico calice nel quale sono servite, ricorda quello che potrebbe essere stato il Sacro Graal
. Perché leggenda e mistero si mescolano, nel piacevole assaggio di un’ottima birra.

Affligem, infatti, è una delle poche birre d’abbazia 
certificate dall’Unione delle Birrerie Belghe (Unie der Belgische Brouwerijen): un ambito riconoscimento che rende onore al lavoro, alla disciplina e al gusto di questa birra. Questa certificazione è riconosciuta solo se esiste una connessione con una abbazia e se parte dei profitti vengono utilizzati per finanziare opere di carità e altre opere culturali che contribuiscono alla conservazione del patrimonio culturale dell’abbazia stessa.

In particolare, grazie a Dibevit sono distribuite tre referenze, a partire dalla 
Affligem Blonde (6,7% vol), morbida e aromatica, un piccolo gioiello di equilibrio, armonia e forza controllata. Dorata, dalla schiuma candida, compatta e persistente, questa birra regala profumi fruttati e di crosta di pane, sentori di miele d’acacia ben integrati da una luppolatura gentile ma presente.

Il corpo è rotondo, di facile approccio, con un lievito che fa da collante tra i vari ingredienti e un’intensità abbastanza persistente che la rende piacevole per un assaggio solitario o compagna ideale negli abbinamenti con carni bianche, formaggi freschi o leggermente stagionati.

Più complessa e articolata: la 
Affligem Dubbel (6,8% vol) che, oltre al colore intensamente ambrato, offre un bouquet dal quale emergono note di caramello e di spezie che ricordano i chiodi di garofano e l’anice. Quasi setosa al sorso, è una birra che si presta a ricoprire il ruolo di ultimo bicchiere della serata o a trovare spazio a tavola, accompagnata da grigliate di carne rossa, formaggi di media stagionatura, piatti anche leggermente piccanti o a base di curry e, per i curiosi di nuove sensazioni, torte a base di frutta secca come la rinomata sbrisolona di Sabbioneta.

Infine, la 
Affligem Triple (9% vol) ovvero una birra ambrata dalla struttura imponente a causa del tenore alcolico, ma elegante. Un caleidoscopio di sensazioni aromatiche che si susseguono senza cedimenti e senza slegature. Un bouquet che rivela note agrumate, di banana e di pane appena sfornato e un sorso che riporta la dolcezza della frutta matura, come pesca e albicocca, sfumando poi in un retrogusto speziato e di carattere. Birra perfetta per equilibrio e persistenza, da abbinare a carni alla griglia, arrosti o brasati, anche di cacciagione, e formaggi stagionati.

«Le Affligem costituiscono il paradigma dell’arte brassicola belga e meritano rispetto per la tradizione e per la qualità mantenute nel corso degli anni. Affligem, infatti, è una delle 22 birre d’abbazia certificate, prodotta secondo ricetta originale, su diretta licenza dell’ordine monastico. Una birra dalla storia millenaria che si distingue per identità, per produzione e per sapore. Afflingem, infatti, è caratterizzata da un’alta fermentazione con seconda fermentazione in bottiglia, regalando un assaggio davvero unico. E siamo, dunque, davvero entusiasti di distribuire le sue referenze in Italia: le sue peculiarità sapranno certamente affascinare ed emozionare gli appassionati di birra e non solo» – 
ha commentato Davide Daturi di Dibevit.

www.dibevit.it   –   www.bieretheque.it   –   www.beviresponsabile.it

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Amora Carbajal Schumacher presenta Superfoods Peru a Tuttofood 2017

Presentata a Tuttofood 2017 la nuova lista degli alimenti che non possono mancare nella nostra dispensa, dopo la quinoa

L’ufficio commerciale del Perù in Italia ha presentato a Tuttofood 2017 i “Superfoods Peru

Quinoa – photocredit @ Promperu Manchamanteles

I dati parlano chiaro, l’Italia si attesta come uno dei Paesi europei che importano maggiormente “i super alimenti peruviani”. Nonostante la crisi abbia fatto registrare delle flessioni, il Bel Paese dimostra di apprezzare i frutti della terra peruviana. Un esempio importante sono i dati riguardanti la quinoa, che, tra il 2012 e il 2016, hanno mostrato una crescita dell’importazione nel mercato Italiano del 66%, configurandosi come un prodotto che non può mancare nella cucina salutare italiana. Inoltre si osserva che le importazioni in Italia di prodotti appartenenti alla categoria di super alimenti presentano un trend in aumento, come ad esempio le importazioni di maca, conosciuto energizzante ed equilibrante, che è cresciuto del 40%, anche per gli altri prodotti appartenenti alla medesima categoria si aspetta una crescita notevole nel consumo.

Commenta Amora Carbajal Schumacher, direttrice dell’Ufficio commerciale del Perù in Italia: “Superfoods Peru” sono tutti gli alimenti con elevati valori nutrizionali che il Perú offre e che sono relazionati alla salute e all’alimentazione salutare. Alimenti che facevano parte della dieta dei nostri antennati e tutt’oggi sono alla base della dieta di tutte le famiglie peruviane e di tante altre famiglie in tutto il mondo.

Il 72% degli europei preferisce i super alimenti ai cibi trattati. Per queste importanti ragioni, noi dell’Ufficio Commerciale del Perú in Italia in collaborazione con la Camera di Commercio di Lima, abbiamo presentato a Tuttofood 2017 sei imprese peruviane che hanno esposto in questi 4 giorni di fiera i loro prodotti; oltre ai già ben conosciuti quinoa e bacche inca, sono stati presentati: il camu camu, frutto nativo della Amazonia peruviana, considerato il più ricco di vitamina C di tutto il pianeta, la lúcuma, un frutto ideale per la gelateria e la pasticceria che ha un sapore che ricorda il butterscotch e il caffé, e che possiede ottime caratteristiche per ridurre colesterolo e rafforzare il sistema immunitario; la maca, ricca di carboidrati, proteine, minerali e amminoacidi essenziali, che le conferiscono una valenza nutrizionale di un certo spicco e rilievo; i semi di chia, che sono estremamente ricchi di fibre, acidi grassi “buoni” della serie Omega-3, proteine e presentano anche buoni livelli di minerali come fosforo e calcio e molecole antiossidanti, e molti altri”.

Grazie alla sua incredibile biodiversità, che include ambienti naturali straordinari, dall’Oceano Pacifico alle Ande, dal deserto alla foresta amazzonica, il Perù è il primo produttore mondiale di superfoods tanto che il Governo e il suo Ministero del commercio hanno deciso pochi mesi fa di brevettare il marchio “Superfoods Peru”. Questo marchio che è stato lanciato nella fiera Fruit Logistica di Berlino lo scorso febbraio in una sorta di debutto mondiale, ha fatto conoscere questa straordinaria ricchezza al mondo presentandosi alla recente kermesse milanese di Tuttofood 2017 con 6 aziende che hanno raccontato una nuova lista di alimenti straordinari adatti ai nuovi stili di vita e agli standard salutistici più esigenti.

“Il marchio Superfoods Peru – ha spiegato Amora Carbajal Schumacher, direttrice generale dell’ufficio commerciale del Perù in Italia – intende rappresentare a livello mondiale la qualità, la varietà e le proprietà nutrizionali dei prodotti alimentari peruviani di eccellenza”. Un altro obiettivo è non solo esportare la materia prima, come già avviene oggi, ma anche trasformare la materia prima in prodotto finito all’interno del Paese per aumentare gli introiti derivanti l’esportazione. “C’è una grande richiesta di materia prima – continua Carbajal – ma il Perù può anche trasformarle, siamo in grado di offrire al mondo un prodotto finito di ottima qualità”.

Ufficio stampa
Encanto public relations – tel. 02 66983707
Veronica Carminati – [email protected] – cell. 3389873517
Andrea Pascale – [email protected] – cell. 393 8803139

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Ministero del Lavoro: online la modulistica utile alla gestione del rapporto di lavoro

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato sul proprio portale web diversi moduli utili al datore di lavoro per la gestione del rapporto lavorativo.

Si segnalano i principali forniti dal Ministero del Lavoro:

  • delega richiesta CIGS ai sensi della Legge 223/1991 poi modificata dal d.lgs. 148/2015
  • Modello per comunicare la trasformazione del contratto di solidarietà stipulato ai sensi dell’art. 21, comma 5, del d.lgs 148/2015 in C.D.S. espansivo e richiedere la concessione del trattamento ai sensi dell’articolo 41, comma 3 bis, del d. lgs. 148/2015
  • l’autorizzazione all’installazione di impianti di videosorveglianza e all’installazione e utilizzo di impianti e apparecchiature di localizzazione satellitare GPS a bordo di mezzi aziendali ai sensi dell’art della Legge 20 maggio 1970 n. 300 (Statuto dei Lavoratori)
  • Deferimento in via arbitrale alla commissione di conciliazione della controversia ai sensi dell’art. 410 c.p.c. e art. 31 della Legge n. 183/2010.
  • Istanza di pagamento rateale di ordinanza di ingiunzione ai sensi e per gli effetti degli art. 13 e 23 del d.lgs. n. 196/2003 e relativa informativa
  • La certificazione di contratti di lavoro ai sensi e per gli effetti degli artt. 75 e segg. d.lgs. 276/2003 e successive modifiche
  • richiesta di allontamento per interdizione dal lavoro per lavoratrici madri addette a lavori vietati o pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino ai sensi del d.lgs 26 marzo 2001 n. 151 e s.m.i.

 

Lo Studio rimane a disposizione per ulteriori indicazioni.

Studio Borghi, studio di consulenza del lavoro ed elaborazione buste paghe, ha sede in Milano in via Gustavo Modena 6.

Lo studio opera da oltre trent’anni e si avvale di consulenti del lavoro interni e di personale qualificato in grado di gestire quotidianamente i rapporti in materia di lavoro con le aziende clienti.

La presente circolare è scaricabile dal sito dello Studio all’indirizzo www.studio-borghi.it, nell’apposita area dedicata alle news in materia di lavoro, previa iscrizione.

 

 

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Il lato oscuro della globalizzazione: un talk show con VITTORIO FELTRI

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  • 16 Maggio 2017

Steno Sari intervista un ospite d’eccezione

per mettere in luce vantaggi e svantaggi

di un fenomeno discusso e molto d’attualità

Officina H2O, ex palafeste  – Via Kennedy, 70  – Grumello del Monte (BG)

Venerdì 19 maggio ore 21.00

 

Bergamo, 16 maggio 2017 – Le distanze si accorciano e le opportunità crescono. Ma al di là dei vantaggi, che cosa si nasconde nel lato oscuro della globalizzazione? Tra dubbi sul presente e domande per il futuro, il giornalista Steno Sari indagherà il fenomeno in un talk show con un ospite d’onore, Vittorio Feltri, venerdì 19 maggio alle 21, a Grumello del Monte, presso l’Officina H2O, in via Kennedy 70.

L’incontro sarà la puntata zero di un nuovo format televisivo, articolato in 4 tranche da 13 minuti ciascuna. In ogni parte verrà affrontato il tema con un taglio diverso: economico, politico, sociale e culturale, per un’analisi sfaccettata che faccia emergere aspetti nuovi o da riconsiderare di un fenomeno che fa discutere. Ed è molto d’attualità per i rischi che può comportare: che il terrorismo nasca in reazione al modello culturale unico proposto dalla globalizzazione, è un’ipotesi che accende il dibattito. D’altra parte, saranno presentati anche i punti a favore. Basti pensare a come era la vita lavorativa 30 anni fa, senza internet. Mandare una lettera, inviare un ordine, lanciare una canzone richiedeva tempo: oggi basta un clic e tutto questo arriva ovunque, dalla Cina agli Stati Uniti.

Durante la serata sarà possibile approfondire il tema, confrontandosi anche grazie all’intervento di altri interessanti ospiti, come il comico, cabarettista e attore Marco della Noce, il gruppo musicale The Robin Gals e la partecipante a Miss Italia Sara Croce.

 

BIGLIETTI ON-LINE: www.h2oeventi.com RIVENDITE: Edicola e Tabacchi c/o Italmark, Grumello del Monte (BG) Pro Loco di Sarnico Agenzia Riva Viaggi c/o c.c. Europa Palazzolo (BS) BIGLIETTO PREZZO UNICO € 10
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KÈDUA SIGLA ACCORDO CON EVEHO GROUP

Kédua, brand di beachwear interamente Made in Italy che si rivolge a tutte le donne che vogliono essere eleganti senza rinunciare alla comodità propone bikini, abiti e costumi fino alla taglia 52 con uno sviluppo delle coppe fino alla D e slip presentati in varie altezze per soddisfare le esigenze di tutte le taglie, dalle twiggy alle curvy.. Interamente realizzati con tessuti 30% di fibra elastomerica per i costumi e fibre naturali 100% per gli abiti, tutti i capi Kédua hanno ricami ed applicazioni di alta qualità. Dal 2014 Kédua è il brand giusto per tutte le donne che desiderano stupire evidenziando le proprie curve con capi cool dai prezzi accessibili.
Eveho Group sostiene e valorizza le aziende partner nel loro complesso alla pari di un talento da mettere a frutto, raccogliendo le nuove sfide internazionali diffondendo contestualmente la peculiarità e l’eccellenza del sistema produttivo italiano oltre i confini nazionali.
Eveho è strutturata con 3 sedi in Italia e ben 6 all’estero (Londra, Breganzone, Bucarest, Boznia , Tucson, Sofia) con 20 unità operative in Europa e Asia.
Per garantire la trasparenza di tutte le attività, Eveho Group svolge un costante lavoro di monitoraggio dei servizi erogati e del livello della soddisfazione dei clienti, sempre finalizzato al continuo miglioramento degli standard qualitativi offerti in quanto migliorare i servizi rimane sempre l’obiettivo principale; gli standard qualitativi dei servizi vengono infatti costantemente revisionati, con appositi strumenti di valutazione sull’andamento dei servizi e sulla qualità percepita dai clienti.
Chiarezza, competenza, cortesia riservatezza e imparzialità sono i punti cardine su cui si fonda la società Eveho Group per soddisfare le richieste con sempre maggiore tempestività e trasparenza nelle procedure.

Eveho Group Srl
39 031 5140063
Via Francesco Anzani, 9 – Como
27 Old Gloucester Street – London
Telefono: +39 031 5140063
Mail: [email protected]

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