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Terna, AD Flavio Cattaneo: La mappa geotermica del sud

Il geoscambio, l’energia che si può scambiare con la Terra, potrebbe divenire il futuro energetico per Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Il sistema consiste nel prelevare d’estate l’aria calda immagazzinandola nei primi metri del suolo, per esser poi ripresa e utilizzata per il riscaldamento in inverno. Sono 23 i siti, censiti da una ricerca realizzata dal CNR e dal Ministero dello Sviluppo Economico, dove sono presenti sorgenti di acqua idrotermale.

Anche Campania, Calabria, Puglia e Sicilia potrebbero sfruttare l’energia geotermale che proviene dal sottosuolo. Sono 23 i siti dove sono presenti sorgenti di acqua idrotermale e sono stati censiti da Vigor (Valutazione del potenziale Geotermico delle Regioni della convergenza), progetto nato dalla collaborazione tra Cnr e Ministero dello Sviluppo Economico.

La mappa indica sia i luoghi in cui è possibile attingere energia geotermica sia quelli che potenzialmente si possono utilizzare per il geoscambio.“Il geoscambio – spiega Marina Iorio dell’IAMC-CNR (istituto per l’Ambiente marino Costiero) – è l’energia che si può scambiare con la Terra.”

Questo sistema consiste nel prelevare d’estate l’aria calda immagazzinandola nei primi metri del suolo. D’inverno può, poi, esser ripresa e utilizzata per il riscaldamento.

In pratica si tratta di sistemi di climatizzazione già sperimentati in diverse nazioni come Svezia, Canada, Svizzera. Anche in Trentino Alto Adige ci sono diversi impianti.

Un circuito di fluido (anche semplice acqua) si affonda nel terreno e una pompa di calore bidirezionale vi trasferisce il caldo estivo che si riutilizza quando arriva la stagione fredda. Il contrario si fa d’estate.

Bastano pochi gradi di differenza tra la temperatura ambiente e quella che viene dai tubi del geoscambio e la pompa di calore è in grado di moltiplicarla da tre a sette volte.

Con un edificio ben isolato i risparmi possono raggiungere il 40-50%.

“L’Italia sconta un pesante ritardo nelle pompe di calore geotermiche – dice Sergio Chiesa del CNR, autore di un recente studio – perchè rappresentano solo l’8% della geotermia italiana. Eppure questo è oggi, su scala mondiale, uno dei settori più dinamici nelle rinnovabili”.

I due più grandi impianti di geoscambio d’Europa sono stati realizzati in Italia dalla svedese Ikea. Il primo, con 304 sonde, si trova a Corsico e il secondo a Parma con 213 sonde.

FONTETerna Web Magazine

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