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Vino da Re, il Barolo

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  • 30 Dicembre 2010

Fin dall’antichità il Barolo era nominato “Re dei vini e Vino da Re” e prodotto con uve Nebbiolo, invece nelle Langhe prende il nome di Nebbiolo d’Alba e di Langhe Nebbiolo,e ancora oggi viene chiamato così.                                                                                                                                                                     

Le origini di questo vino iniziarono con il matrimonio, combinato da Napoleone,dell’ultimo Marchese Faletti di Barolo con la sposa Giulietta Colbert di Monlevriere a Parigi. Questa nobile famiglia iniziò  a produrre questo vino  agli inizi del XIX secolo e prese il nome Barolo.

Si narra che questo vino fosse stato offerto come assaggio al Re Carlo Alberto perché lo desiderava tanto dalla Marchesa Faletti. Lei le donò 300 carrà di Barolo ossia botti da trasporto su carro che contengono 600 litri. Il Re rimase così entusiasta di questo vino che decise di produrlo personalmente comprando la tenuta di Verduno.

Il Conte Cavour , il quale era molto amico della Famiglia Faletti, chiamò un famoso enologo francese (il conte Oudart) per realizzare questi vini. Il prodotto finale che la marchesa e il conte Oudart raggiunsero fu il  Barolo, apprezzato prima in casa Savoia e poi presso le corti di tutta Europa. Questo vino è adatto alla conservazione e all’invecchiamento, caratteristiche che si nota sin da subito in tutta Europa. Inoltre a Torino, nel Palazzo Barolo, si eseguiva l’invecchiamento del barolo. I filari si coltivano distanti, in mezzo ai filari c’erano i cereali, le fave, questo perché nell’800 la proprietà veniva coltivata in modo misto.

Il Barolo partecipò al concorso di Vienna nel 1873 e tra i più prestigiosi dell’epoca, esso conquistò 7 medaglie.

La marchesa era vista come una donna di grande spicco perché si dedicava al miglioramento delle condizioni sociali dei poveri e malati, alle donne detenute in carcere, alle giovani operaie, creava orfanotrofi, collegi e asili (i primi in Italia) e infine si occupava del recupero, l’educazione e il sostentamento dei bisognosi. Quando morì, nel 1864, tutte le proprietà passarono ad un ente morale che aveva possibilità di vendere per alimentare le opere di beneficenza di cui si occupava perché lei era senza eredi.

All’arrivo della prima guerra mondiale e della fillossera nel 1930, le proprietà furono distrutte, comprese tutte le viti. Solo le abbazie, i conventi e le grange riuscirono a salvare i loro vitigni.

La ripresa avvenne solo dopo la fine della prima guerra mondiale. Successivamente riconquista il rispetto e acquisisce nel 1966 la DOC e nel 1980 la DOCG. Un altro molto importante per il Barolo fu il 1934, che segna l’inizio del Consorzio dei vini tipici di Barolo e Barbaresco con il ruolo di difendere questi due vini.

In campo nazionale ed internazionale, il Barolo mantiene la presenza sul mercato, ottiene ulteriori consensi e riscuote conferme d’immagine e di gradimento grazie all’alta qualità e al duro lavoro. Inoltre è apprezzato per la cultura e la tradizione. Oggi la denominazione italiana di maggior pregio è quella del Barolo e due importanti enoteche sono i due castelli che hanno visto la sua nascita, quello dei Marchesi di Barolo, e quello del conte di Cavour.

Per informazioni o vendita vino Barolo online,  contattare l’enoteca Le Cantine Dei Dogi al nr. 0415489920.

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