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“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” di Vincenzo Di Michele: un nuovo libro sull’Italia in guerra

Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” di Vincenzo Di Michele raccoglie testimonianze e documenti che ricostruiscono i giorni di prigionia di Benito Mussolini al Gran Sasso dopo la firma dell’Armistizio.

Di Michele propone una versione molto diversa rispetto a quella scritta nei libri di storia. Secondo i documenti e le interviste in possesso dell’autore, Benito Mussolini godeva di una certa libertà al Gran Sasso: aveva la possibilità di vedere persone e gestire serenamente il suo tempo.

Vincenzo Di Michele suggerisce l’esistenza di un accordo tra il Re, Badoglio e i tedeschi per la consegna di Benito Mussolini. La testi revisionistica contenuta in “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, si basa su documenti e interviste che dimostrano come i militari tedeschi catturarono il Duce senza sparare neanche un colpo.

I carcerieri di Benito Mussolini avrebbero avuto l’ordine di non opporre nessuna resistenza ai tedeschi e consegnare il Duce senza alcuna reazione. Secondo l’autore di “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, Badoglio e il Re trovarono un accordo per la consegna di Mussolini ai tedeschi in cambio della loro salvezza.

Vincenzo Di Michele ricostruisce gli avvenimenti successivi alla firma dell’Armistizio dell’8 settembre del ’43 attraverso documenti e interviste a persone presenti al Gran Sasso al tempo. L’autore conosciuto per il libro “Io, prigioniero in Russia”, propone una versione molto diversa della storia “comunemente” conosciuta.

Nel suo libro, lo scrittore propone una nuova istantanea dell’Italia in guerra, dopo aver scritto della tremenda prigionia in Russia di suo padre. Il precedente libro di Vincenzo Di Michele, intitolato “Io, prigioniero in Russia”, raccoglie le memorie del padre, militare durante la seconda guerra mondiale, proposto dall’autore in un romanzo storico molto commovente.

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Un differente punto di vista sulla storia italiana: “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” di Vincenzo Di Michele

Vincenzo Di Michele ricostruisce gli avvenimenti che seguirono la firma dell’Armistizio dell’8 settembre del ’43. In particolare, l’autore, conosciuto per il libro “Io, prigioniero in Russia”, sottolinea come Benito Mussolini non fosse esattamente tenuto prigioniero al Gran Sasso, ma godesse di una certa libertà che gli permetteva di vedere persone e gestire il suo tempo.

Vincenzo Di Michele suggerisce l’esistenza di un accordo tra il Re, Badoglio e i tedeschi per la consegna di Benito Mussolini. La tesi revisionistica esposta da Vincenzo Di Michele nel libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, si basa su documenti e interviste realizzate a persone presenti nella zona della prigionia del Duce nei giorni successivi all’Armistizio.

Secondo la storia canonica i militari dell’esercito di Hitler arrivarono al Gran Sasso e con un’imponente operazioni militare liberarono Benito Mussolini. Vincenzo Di Michele ricostruisce una diversa versione della storia, in cui sostiene che l’operazione tedesca fu tutt’altro che spettacolare: i carcerieri del Duce non spararono neanche un colpo.

I documenti dell’epoca sembrano confermare che il rapimento del Duce avvenne senza alcuna battaglia, avvalorando la tesi dell’accordo tra i tedeschi, Badoglio e il Re.

Nel suo nuovo libro, Di Michele propone una nuova istantanea dell’Italia post armistizio. Il precedente libro di Vincenzo Di Michele racconta ancora di guerra: “Io, prigioniero in Russia” raccoglie le memorie del padre dello scrittore, militare durante la seconda guerra mondiale, proposte dall’autore in un romanzo storico molto intenso.

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“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”: Vincenzo Di Michele e il revisionismo storico

“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” è il romanzo di Vincenzo Di Michele in cui l’autore espone una nuova teoria sulla prigionia di Benito Mussolini al Gran Sasso. Lo scrittore ha raccolto documenti e testimonianze di persone realmente presenti sulle montagne abruzzesi durante la prigionia del Duce.

La ricostruzione degli avvenimenti proposta da Vincenzo Di Michele evidenzia come Mussolini al Gran Sasso fosse discretamente libero di vedere persone e gestire il suo tempo. Una ulteriore conferma della testi revisionistica esposta in “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” è data dalla ricostruzione dell’arrivo dei tedeschi al Gran Sasso.

La tesi proposta dai libri di storia è che i militari dell’esercito di Hitler arrivarono al Gran Sasso e con un’imponente operazioni militare liberarono Benito Mussolini. Dai documenti analizzati da Vincenzo Di Michele, risulta evidente che l’operazione tedesca fu tutt’altro che spettacolare: i carcerieri del Duce non spararono neanche un colpo.

Vincenzo Di Michele sostiene l’esistenza di un accordo tra il Re, Badoglio e i tedeschi per la consegna di Benito Mussolini. A sostegno della tesi revisionistica esposta nel libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, lo scrittore propone documenti e interviste rintracciate nel tempo.

Dopo il grande successo del libro “Io, prigioniero in Russia” che raccoglie le memorie del padre di Vincenzo Di Michele militare durante la seconda guerra mondiale, l’autore propone un romanzo storico molto ricco. Nel suo nuovo libro Di Michele propone una nuova fotografia dell’Italia al tempo della seconda guerra mondiale.

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“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”: Vincenzo Di Michele espone la sua tesi revisionistica.

“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” è il libro in cui Vincenzo Di Michele espone la sua versione dei fatti riguardo la prigionia di Benito Mussolini al Gran Sasso.

L’8 settembre 1943 il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio annuncia l’armistizio siglato con Eisenhower. Il comunicato è scarno e dice che la guerra continua accanto agli Alleati e contro i tedeschi.

La mancanza di istruzioni più dettagliate crea uno scenario molto confuso in tutta la penisola. Vincenzo Di Michele ricostruisce la storia dei giorni successivi all’Armistizio per esporre la sua tesi revisionistica sui giorni di prigionia di Mussolini al Gran Sasso.

Poco dopo l’8 settembre le cronache descrivono un assalto in grande stile da parte delle forze tedesche che, paracadutatesi sul Gran Sasso, liberano il Duce dalla sua prigionia. Vincenzo Di Michele ha raccolto le testimonianze di chi era presente in quei giorni nelle terre abruzzesi per dimostrare che Mussolini fu semplicemente consegnato dai suoi carcerieri alle truppe di Hitler.

L’autore di “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” ritiene che il Duce sia stato consegnato ai tedeschi in seguito a un accordo tra Hitler e Badoglio. La sua versione revisionistica dei giorni di prigionia di Mussolini al Gran Sasso è sostenuta da diversi documenti e dalle testimonianze di pastori e militari presenti nella zona della prigionia del Duce.

Nella bibliografia di Vincenzo Di Michele c’è il libro “Io, prigioniero in Russia”, l’autobiografia del padre Alfonso in cui si racconta la terribile prigionia in Russia. Il racconto di Alfonso Di Michele è stato arricchito dal figlio con materiale inedito e interviste a ex commilitoni di suo padre.

Anche nel libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” Vincenzo Di Michele ha intervistato persone che hanno dovuto sopportare i duri anni della seconda guerra mondiale. L’autore ha raccolto interviste e documenti per sostenere la sua tesi: Mussolini non fu liberato dai tedeschi, ma consegnato dagli italiani ai militari di Hitler.

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Novità editoriale: la biografia di Pino Wilson, storico calciatore della Lazio, libro di Vincenzo Di Michele

Lo storico calciatore della Lazio pubblica la sua biografia nel libro Pino Wilson vero capitano d’altri tempi di Vincenzo Di Michele

 

 

Ci sono storie che si raccontano e altre che inevitabilmente si dovranno raccontare.

 

Sì, proprio così! Si dovranno raccontare; magari non subito perché il tempo è sempre stato un perfetto galantuomo e un po’ di pazienza non guasta mai; soprattutto quando si tratta di rivisitare e riscrivere alcuni avvenimenti che interessarono il mondo calcistico della serie A, della Nazionale e, perché no, di tutto l’insieme che ruotava intorno a tale sport.

 

Così ha scritto Vincenzo Di Michele, autore del libro: “Pino Wilson vero capitano d’altri tempi“.

 

Quando Silvio Piola argomentò : “Certo che il segreto della Lazio è proprio in quell’omino con la fascia che gioca lì dietro!”, aveva inquadrato perfettamente il valore calcistico e la personalità di Giuseppe Wilson.

 

Che si trattasse di un giocatore al di sopra della media lo dicono i numeri: quasi 400 presenze con la maglia della Lazio e sempre con la fascia al braccio. E poi, la militanza nella Nazionale italiana nonché presenziò ai mondiali del 1974 in Germania.

 

L’attenzione dei media di allora si dirigeva però prevalentemente su Chinaglia; non poteva essere diversamente. Tra gol, provocazioni e gesti impulsivi, “Long John” era senza dubbio il personaggio di richiamo per le testate giornalistiche, ma in quella squadra mattana e garibaldina come fu quella Lazio vincente del periodo Maestrelli, lì dietro c’era un altro grande giocatore che si chiamava Wilson.

 

Era un giocatore molto richiesto sul mercato e corteggiato dagli altri club. Eppure,  non cambiò mai maglia e non seguì neanche Chinaglia nella sua definitiva avventura nel Cosmos nonostante le allettanti proposte economiche d’oltreoceano. Ed ancora: fu uno dei pochi che conseguì una brillante laurea, quando era ancora nel pieno dell’attività calcistica e per di più, sposato e con due figli.

 

C’è qualcosa però che si contrappone alla situazione citata. In effetti, ciò che risulta piuttosto insolito, e nel contempo richiama l’attenzione verso una rivisitazione storica, è proprio la comprensione delle ragioni  per cui un personaggio simbolo – peraltro cresciuto in una famiglia benestante, borghese e di ancorati e sani principi – come Pino Wilson, sia stato coinvolto nei primi anni 80, in quella vicenda del calcio scommesse.

 

Quanto or menzionato è senza dubbio meritevole di miglior chiarezza considerando, in particolar modo, il comportamento a seguire del capitano della Lazio. Infatti, in una sorta di autopunizione, non solo stracciò il contratto che la Lazio gli aveva sottoscritto per il ruolo di dirigente, ma si allontanò per molti anni dall’ambiente calcistico.

 

Sono questi i tratti salienti che Vincenzo Di Michele – vivendo gomito a gomito con lo storico Capitano della Lazio nella  rievocazione del suo trascorso calcistico – ha voluto affrontare e narrare nella biografia ufficiale di Giuseppe Wilson.

 

 

 

Written by Alessia Mocci

Addetta Stampa ([email protected])

 

 

Info

http://www.vincenzodimichele.it

3687472791

[email protected]

 

 

Fonte

http://oubliettemagazine.com/2013/04/20/lo-storico-calciatore-della-lazio-pubblica-la-sua-biografia-nel-libro-pino-wilson-vero-capitano-daltri-tempi-di-vincenzo-di-michele/

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Vincenzo Di Michele: due libri sull’Italia e la seconda guerra mondiale

Vincenzo Di Michele è autore di due libri molto interessanti su alcune vicende riguardanti la storia dell’Italia durante la seconda guerra mondiale. Il primo dei due libri s’intitola “Io, prigioniero in Russia” tratto dal diario di suo padre Alfonso, alpino della Julia battaglione L’Aquila e prigioniero per 4 anni durante la seconda guerra mondiale.

Le memorie di Alfonso sono arricchite dall’autore del libro con alcune testimonianze e documenti che rendono “Io, prigioniero in Russia” un libro dolorosamente vero. L’accurata descrizione che Alfonso propone dei giorni della sua prigionia in Russia, è una testimonianza agghiacciante di quello che è accaduto in quegli anni, dove si sono avuti anche atti di cannibalismo. Il protagonista descrive eventi che lo hanno coinvolto quando era solo un ventenne, essendo nato nel 1922 a Intermesoli, frazione di Pietracamela.

Dopo il successo di “Io, prigioniero in Russia” Vincenzo Di Michele ha intrapreso un percorso di revisionismo storico con la pubblicazione del libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, in cui ricostruisce i tratti salienti dei confusi giorni dell’Armistizio e della liberazione del Duce da parte dei tedeschi.

L’autore è venuto a conoscenza di nuovi fatti sui giorni di prigionia di Mussolini, grazie a testimonianze inedite di pastori abruzzesi e persone. Di Michele sostiene la tesi secondo la quale Benito Mussolini non fu affatto liberato dai Nazisti, ma semplicemente consegnato loro dai carcerieri italiani.

L’autore descrive la situazione confusa che fece seguito all’annuncio di Badoglio in cui dichiarava che la Guerra non era finita, ma continuava al fianco degli Alleati. Non ci furono ulteriori comunicazioni su come organizzare le nuove battaglie.

Mentre il Re e Badoglio fuggivano a Brindisi, Mussolini era tenuto prigioniero al Gran Sasso. Nei fatti, pochi giorni dopo l’annuncio dell’Armistizio, un corpo di spedizione formato da paracadutisti tedeschi liberò il Duce. Il fatto che gli italiani non spararono neanche un colpo per difendere il prigioniero è la base di partenza delle teorie revisionistiche secondo le quali Mussolini fu consegnato all’esercito di Hitler in seguito a un reciproco interesse.

Mussolini poteva essere portato in fuga sull’altro versante del Gran Sasso, verso Teramo. Questa strategia poteva essere attuata grazie alla presenza di tre personaggi – invitati dal tenente Alberto Faiola Comandante dei Carabinieri del corpo di guardia al Gran Sasso – i quali erano in grado di rendere possibile tale via di fuga. Di Michele descrive la fattibilità di questa via di fuga, fornendo anche la testimonianza del novantenne Nelio Pannuti – agente di guardia al Gran Sasso nel 1943 – che dopo avere letto l’esposizione dei fatti storici contenuta nel libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” ha aggiunto ulteriori particolari, che confermano la tesi espressa da Vincenzo Di Michele nel suo libro.

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Il grande successo di Suor Paola e del cuore dei Laziali al Gran Teatro di Roma

Ancora una volta il cuore biancazzurro, quello vero,  ha conseguito  il suo risultato. Oltre 1.500 persone  al Gran teatro di  Saxa Rubra per un evento  di beneficenza del 28 maggio 2012 fortemente voluto da Suor Paola e da  Pino Wilson insieme a quelli del 74, il cui incasso è stato devoluto alla So. Spe. ( Solidarieta e Speranza), all’Associazione onlus Piccoli Passi e al Policlinico Umberto I.

 

È stata la vittoria dei bambini ed anche dei più grandi che richiedevano foto e autografi a Cristian Ledesma  ed a quelli del 74.  La serata è stata presentata da  Tiberio Timperi  ed Elisabetta Ferracini, coadiuvati da Anna Falchi in veste di madrina. Tony Malco ha subito creato un clima da stadio, grazie alla sua “Vola Lazio Vola” dove  il pubblico con in alto le sciarpe  accompagnava in coro  la sua voce.  Sullo schermo scorrevano intanto  dei filmati d’epoca di Fulvio Bernardini, della Coppa Italia del 1958 e di Bob Lovati.

 

Clemente J.Mimum  ha raccontato degli aneddoti sulla Lazio vincente del periodo presieduto da Sergio Cragnotti.  Una nota di simpatia è stata  poi regalata da Pino insegno con le sue battute. Tra le tante: “La gente per strada non mi ferma per farmi i complimenti per i miei spettacoli, ma mi domanda subito: che famo domenica?”.

 

Mariella Nava ha interpretato “Spalle al muro”, canzone scritta da lei e portata al successo da Renato Zero; a seguire  è stata la volta di Vincenzo Capua, figlio del medico e lazialissimo Pino Capua, che ha cantato “E ci sei tu”.

È stata quindi dedicata una standing ovation a Mirko Fersini il giovane calciatore della Lazio scomparso per un tragico incidente  ed è stata menzionata, la concreta iniziativa intrapresa con una distribuzione di  250 copie  in omaggio del libro “Guidare Oggi” dello scrittore Vincenzo Di Michele, proprio per arginare il triste fenomeno delle stragi stradali.

 

Un  frangente  certamente  emozionante è stato quello in cui  Giuseppe Wilson, Giancarlo Oddi, Felice Pulici, Vincenzo D’Amico, Mario Facco, Michelangelo Sulfaro  e Franco Nanni  in piedi sul palco e con sguardi visibilmente  commossi, hanno assistito  alla proiezione di vecchi filmati della Lazio del 1974  con   Tommaso Maestrelli, Umberto Lenzini e   soprattutto  – vista la recente scomparsa –   l’indimenticabile  Giorgio Chinaglia.

 

Era anche presente l’arbitro Francesco Panzino  il quale,  diresse quel memorabile Lazio Foggia del 12 maggio  1974  che  di fatto  permise alla Lazio di fregiarsi del suo  primo scudetto. Wilson, Il capitano storico della squadra biancoceleste, ha poi ringraziato i tifosi della Curva Nord per il sostegno  sempre apportato alla squadra,  meritevoli dunque dell’appellativo “ laziali doc”.  A seguire sono saliti sul palco tutti i presentatori di Radiosei e la conduttrice artistica Lucilla Nicolanti che ha ricordato il compianto  Gianni Elsner.

 

Suor Paola, fortemente acclamata dai presenti,  ha  quindi  illustrato i progetti che la sua associazione So.Spe ,  – con il sempre presente Luigi Anchisi  – intende realizzare per le persone meno fortunate.

In conclusione c’è stato il saluto del Sindaco di Roma Gianni Alemanno e dell’Assessore allo Sport Alessandro Cochi.

 

 

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di Vincenzo Di Michele

Sito internet: http://www.vincenzodimichele.it/
Email : [email protected]
Tel. 3687472791

 

Fonte:

http://oubliettemagazine.com/2012/05/30/il-grande-successo-di-suor-paola-e-del-cuore-dei-laziali-al-gran-teatro-di-roma/

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Serata di Beneficenza “Laziali D.O.C.”, 28 maggio 2012 al Gran Teatro di Roma

Dal cabaret al cinema, dalla canzone all’informazione, saranno loro i protagonisti  che  intratterranno il pubblico che affluirà al Gran Teatro di Roma in  località Saxa Rubra, il 28 Maggio alle ore 20,45.

 

Una serata questa, all’insegna della beneficenza promossa dalla sempre presente Suor Paola  e da Pino Wilson insieme a  Quelli del 74.

L’incasso verrà infatti devoluto: alla So.Spe. ( Solidarieta e Speranza), all’Associazione onlus  Piccoli Passi  e al Policlinico Umberto I.

 

Presenterà Tiberio Timperi e si alterneranno sul palco: Anna Falchi, Elisabetta Ferracini, Mariella Nava, Mauro Mazza, Guido Paglia, Pino Insegno, Enrico Montesano, Syria, Clemente Mimum, Fabrizio Maffei, Dario Argento, Francesco Pannofino ed Enrico Brignano con una clip.

Non mancheranno  alcuni  giocatori della Lazio  oltre ovviamente a “Quelli del 74 “ nonché  altri personaggi e Autorità appartenenti  a questa gloriosa Società Sportiva.

 

Certamente la passione per i colori biancocelesti – commenta lo storico Capitano della Lazio, Giuseppe Wilson  – è quel collante che ha permesso di dare lo spunto per l’evento “ LAZIALI D.O.C ”, ma non dobbiamo dimenticare che al di là dello sport ci sono altre iniziative sociali e benefiche che devono essere intraprese prescindendo dal colore delle nostre maglie.

Sono queste le ragioni, per cui abbiamo invitato  delegazioni del settore giovanile della Lazio e della Roma.

 

Inoltre, proprio sulla base del recente tragico avvenimento dove purtroppo un giocatore delle giovanili della Lazio ha perso la vita per un incidente stradale,  verranno quindi consegnate  250 copie in omaggio del libro  “Guidare Oggi” dello scrittore Vincenzo Di Michele  le quali, andranno in beneficio alle predette delegazioni ed alla Associazione  So.Spe. di Suor Paola.

 

Per coloro che  non potranno essere presenti, l’evento sarà trasmesso in radiocronaca diretta da “Radio Sei” mentre una sintesi televisiva andrà successivamente in onda sul Canale Rai Sport.

 

Il costo del biglietto è di Euro 20 per la poltronissima e di Euro 10 per la platea.

La prevendita sarà effettuata nei seguenti punti:

Via Farina n. 34/36 ( tel. 064826688)

Via Prenestina n. 200

Via degli Scipioni n.84 ( tel.0639737890)

 Via  Vittoria Colonna  n.30

 Piazzale Eugenio Morelli n.33 (tel. 06 65793241 ).

Via di Acilia n.365 ( altezza Piazza Eschilo)

Piazza Monteleone da Spoleto ( bar Fiocchetti tel. 063338156).

 

Per ulteriori  informazioni  consultare il sito www.vincenzodimichele.it             

 

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di Vincenzo Di Michele  

 

Fonte:

http://www.vincenzodimichele.it/2012/05/08/serata-di-beneficenza-laziali-d-o-c-il-28-5-2012-al-gran-teatro-di-roma/

 

 

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Falsa prigionia di Mussolini al Gran Sasso, testimonianze inedite per una storia da riscrivere – Vincenzo Di Michele

Perché nessuno degli agenti di custodia sparò un colpo?
Perché la propaganda nazista diffuse una versione della liberazione in buona parte falsa? Perché erano presenti dei cineoperatori e la scena della liberazione, fu ripresa con meticolosità in ogni frangente?
Perché Badoglio che si era impegnato a consegnare Mussolini agli anglo-americani, non lo fece?”
Perché erano presenti dei personaggi estranei  nello stesso albergo di Campo Imperatore?

 

Quella finta  liberazione di Mussolini a Campo Imperatore da parte delle forze tedesche fu solo un’apparente operazione militare per non consegnare il Duce alle forze Anglo Americane.

Così Vincenzo Di Michele nell’anteprima del  libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”.

 

Sulla prigionia  di Mussolini al Gran Sasso restano ancora molti aspetti da chiarire. Nessuno infatti è  tutt’ oggi a conoscenza  circa le reali intenzioni del Re e di Badoglio nei confronti della sorte del Duce. Si doveva consegnare alle forze anglo americane? o altrimenti si era già d’accordo con i Tedeschi?

 

In merito a tale ultima ipotesi, Vincenzo Di Michele autore della novità editoriale ” Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso ”  con comprovata documentazione degli archivi di stato arricchita peraltro da fonti giornalistiche del primo dopoguerra e da testimonianze dirette di chi era presente in quel settembre 1943, ha  in parte riscritto la storia di quei giorni turbolenti evidenziando anche alcuni tasselli mancanti nel resoconto storico.

 

Ma quale azione eroica dell’esercito Tedesco? ma quale efficienza dei servizi segreti?

Il popolo sapeva, tutti proprio tutti – afferma il Di Michele – erano a conoscenza dell’ubicazione di Mussolini. Addirittura, viene  menzionata la presenza di tre personaggi nell’albergo di Campo Imperatore invitati proprio dal tenente Alberto Faiola, Comandante del nucleo Carabinieri addetto alla sorveglianza di Mussolini al Gran Sasso.

 

Uno di questi personaggi, Alfonso Nisi peraltro originario di Fano Adriano piccolo paese alle pendici del Gran Sasso,  rilasciò persino un’intervista dove dichiarò la sua presenza in quei giorni proprio nell’albergo di Campo Imperatore affermando poi  che Mussolini a Campo Imperatore: “poteva fare quel che gli pareva e piaceva, vedere gente, ricevere e inoltrare lettere clandestine, e che, insomma, la sorveglianza non era né stretta né efficace.

 

Sta di fatto che tale personaggio  Alfonso Nisi, si trovò presente al momento della liberazione di Mussolini, e che la sua presenza lassù era certamente indebita.  La  notizia in oggetto, in realtà era stata  pubblicata ai primi degli anni 60, dalla rivista Storia Illustrata anche se passò del tutto inosservata. Ed inoltre, è stata attentamente analizzata la concreta possibilità di intraprendere la via di fuga verso il versante teramano portando così il Duce in luoghi più sicuri. Ad esempio, a soli 30 minuti di marcia, c’era il rifugio Duca Degli Abruzzi tra l’altro proprio in uso all’Aereonautica Militare o anche il Rifugio Garibaldi.

 

Eppure, il tenente Alberto Faiola, Comandante dei Carabinieri al Gran Sasso, fu encomiato per la sua piena aderenza alle disposizioni impartite.

Pertanto – sempre secondo L’autore – quella  liberazione di Mussolini a Campo Imperatore da parte delle forze tedesche è una storia da riscrivere.

 

Recensione “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”:

http://oubliettemagazine.com/2011/10/04/mussolini-finto-prigioniero-al-gran-sasso-di-vincenzo-di-michele-una-storia-da-riscrivere-2/

 

Per coloro che volessero saperne di più dell’autore lascio il link diretto che riporta direttamente al suo curatissimo sito nel quale potrete seguire le novità sulle sue pubblicazioni ed eventi:

http://www.vincenzodimichele.it/

Vincenzo Di Michele è anche su Facebook:

http://www.facebook.com/pages/Mussolini-finto-prigioniero-al-gran-sasso/132345676864406

 

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di Vincenzo Di Michele

 

http://oubliettemagazine.com/2011/10/14/falsa-prigionia-di-mussolini-al-gran-sasso-testimonianze-inedite-per-una-storia-da-riscrivere-%e2%80%93-vincenzo-di-michele/

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Intervista della radio La voce della Russia a Vincenzo Di Michele ed al suo Io prigioniero in Russia

Onore alla popolazione  Russa :  in una sua rivisitazione storica, così ha dichiarato  Vincenzo Di Michele nella sua intervista  alla radio internazionale “ La voce della Russia “ in occasione della  ricorrenza del 70° anniversario dell’ offensiva Nazista contro l’unione Sovietica

La prima linea era una vero bagno di sangue; era veramente  qualcosa di ossessionante.
Di loro potevo immaginare dei ragazzi ventenni come me; Da Ivan di Pietroburgo ad Alexander del Kazakistan a Vladimir della Siberia  fino ad  Andrej di Mosca.
Io però non li conoscevo. Loro erano il nemico bolscevico che dovevamo sconfiggere.
E allora  dopo ben 50 anni , voglio ora   scrivere a Ivan, Alexander, Vladimir, Andrej e a tutti i ragazzi Russi,  allora poco più che ventenni: “noi soldati eravamo presenti, ma non disponevamo della padronanza delle nostre menti poiché il soldato semplice, ultima ruota come altre migliaia e migliaia,  è tenuto solo a obbedire e combattere.

(Brano  tratto da  “Io Prigioniero in Russia” di Vincenzo Di Michele – Testimonianza di Alfonso Di Michele, soldato Italiano nella campagna di Russia II guerra mondiale)

Nella ricorrenza  del 70° anniversario della  “Grande Guerra Patriottica”,  così definita in Russia, che ha visto l’invasione della Germania nazista contro l’Unione Sovietica,   La Voce della Russia –  che si  colloca fra le cinque più popolari emittenti internazionali, con 109 milioni di audience con trasmissioni in 37 differenti lingue – ha intervistato Vincenzo Di Michele, autore del libro “ Io prigioniero in Russia, figlio del soldato Alfonso Di Michele che partecipò in forza alla divisione Julia alla Campagna di Russia.

L’intervista è stata rilasciata dall’autore alla corrispondente Niva Mirakyan.

N.M.: Perché lei ha deciso di affrontare la storia della “Grande Guerra Patriottica”, precisando a tal conto la definizione da noi russi conferita a tale guerra  ?

Vincenzo Di Michele: Perché mio padre prima di morire nel 1993, dopo ben 50 anni, ha deciso di scrivere un diario raccontando la sua guerra in Russia. Ha raccontato la sua avventura cioè quella di un giovane ventenne che è andato a combattere in Russia nella Seconda Guerra Mondiale.  Pertanto, ho sentito il dovere di rendere una nuova visione storica, un nuovo panorama storico come mai prima si era raccontato. Infatti, si è parlato sempre di strategie di guerra ma non della guerra di ragazzi di 20 anni e del popolo italiano e del popolo russo.

N.M.: Che cosa ha scoperto della Russia e dei russi mentre faceva la ricerche per il Suo libro, che non sapeva prima?

Vincenzo Di Michele: Un popolo di grande umanità. Nei libri si è sempre narrato delle sofferenze patite dagli italiani per via dei russi. Indubbiamente, la guerra è guerra, ma quello che non sapevo è stata l’umanità dei Russi  e soprattutto delle mamme russe perché se io sono ora qui a raccontare  queste storie, lo devo proprio alle mamme russe che hanno aiutato tanti, tanti italiani.

N.M.: Che impressione ha fatto la Russia sul protagonista del Suo libro ovverosia su suo padre ?

Vincenzo Di Michele: La storia che io ho narrato, l’ho vissuta e quindi scritta  attraverso i racconti di mio padre. Non si può negare come tale guerra abbia provocato i migliaia di morti nei Campi di Prigionia. Ad onor di verità  neanche la Russia si aspettava quell’enorme massa di prigionieri. Peraltro si deve anche dire  che gli stessi russi hanno avuto milioni e milioni di morti perché addirittura, se non erro sono stati 20 milioni.

N.M. : Perché a Suo avviso, oggi, nel 2011, è ancora importante scrivere dei libri sulla Seconda Guerra Mondiale?

Vincenzo Di Michele : Perché è importante il revisionismo storico. Hanno sempre  descritto la Russia come un luogo di sofferenza dove sono morti tanti italiani. È vero, lo devo dire, sono morti tanti italiani e anche tanti russi però si deve dare onore alla Russia. Innanzitutto,  il popolo italiano è andato lì a combattere  invadendo  il territorio di un altro popolo e poi  siamo stati accolti nonostante l’evidente povertà economica, da un popolo con grande umanità. Senza dubbio un grande aiuto ai nostri soldati è stato dato dalle  donne  russe. Queste, pur essendo in tempo di guerra e a loro volta con dei figli da sfamare, con un cuore grande come le nostre mamme facevano del loro meglio porgendo ai nostri soldati quel poco   di cui disponevano tra patate, pane carote e miglio bollito. Un sentito tributo anche se a distanza di tempo deve essere conferito a quelle ragazze. Infatti,  e di questo posso dare testimonianza diretta grazie a mio padre il quale è stato un vero e proprio miracolato, anch’esse sono state decise protagoniste;  forse  poi ci sono state anche storie d’amore,  con i famosi “italiansky khorosho”, e grazie a loro, grazie alla Russia, si consegnano alla rivisitazione storica  nuovi elementi  che indubbiamente meritano di essere approfonditi.

Se volete ascoltare l’intervista direttamente dal sito della radio internazionale “La voce della Russia” clicca qui:

http://italian.ruvr.ru/2011/07/01/52668960.html

Per coloro che volessero saperne di più dell’autore lascio il link diretto che riporta direttamente al suo curatissimo sito nel quale potrete seguire le novità sulle sue pubblicazioni ed eventi:

http://www.vincenzodimichele.it/

cell: 3687472791

Recensione “Io prigioniero in Russia”:

http://oubliettemagazine.com/2011/05/25/io-prigioniero-in-russia-di-vincenzo-di-michele-la-stampa-edizioni/

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di Vincenzo Di Michele

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Io prigioniero in Russia di Vincenzo Di Michele, La Stampa Editore

In quei giorni di combattimento gli aerei russi ci lanciarono sulle nostre linee dei volantini, invitandoci alla diserzione. In tali messaggi ci ricordavano le festività di Natale, le nostre mogli, i nostri figli e i familiari. Ci dicevano: ‘Perché siete venuti qui in Russia a combattere contro un popolo che non ha mai minacciato di invadere l’Italia?’ Quindi concludevano dicendo di tornare a casa o di darci prigionieri.”

I racconti di guerra non sono tutti uguali. Ogni ricordo ha la caratteristica di essere l’esperienza di una vita, di una vita che ha potuto raccontare ciò che realmente è successo. Non quindi il racconto dei vincitori, non quello dei vinti ma le parole di un uomo che durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale si è trovato in terra straniera, lontano dai familiari, in un luogo del quale non si conosceva nulla con una sola convinzione: sarà breve. L’unica convinzione che Alfonso Di Michele aveva si è dimostrata errata.

Io, prigioniero in Russia”, edito nel 2008 dalla casa editrice L’Autore Firenze Libri e dopo numerose ristampe edito dalla casa editrice La Stampa Editore, ha venduto 50.000 copie ed è la seconda pubblicazione dell’autore Di Michele Vincenzo, scrittore e giornalista pubblicista. La prima pubblicazione è avvenuta nel 2006 “La famiglia di fatto” e l’ultima risale al 2010 “Guidare oggi”. Tre libri che sottolineano la poliedricità di contenuti e la salda attenzione verso la società.

“Io, prigioniero in Russia” è il diario di un uomo che a distanza di 50 anni dagli episodi narrati ha sentito il bisogno di lasciare la sua personale testimonianza. Un’esperienza, quella della campagna in Russia, che ha solcato profondamente lo spirito ed il corpo e che doveva esser raccontata per sottolineare che  protagonista della guerra è stato il popolo; per questo “Io, prigioniero in Russia” è sinonimo di “guerra vista con gli occhi dell’uomo comune”. Alfonso Di Michele (1922, Intermesoli fraz. Pietracamela – 1993, Roma) è stato uno dei 10.000 reduci che hanno avuto la fortuna di tornare in Italia, 10.000 su 200.000 soldati inviati per la campagna in Russia. Un diario che amorevolmente il figlio Enzo Di Michele   ha curato e pubblicato per condividere questa preziosa documentazione storica su un argomento scottante sul quale si vuole tacere.

C’era la fame; una fame di quelle vere che ti istradava il cervello verso un unico pensiero. Mangiare, mangiare; sempre mangiare. Solo chi ha vissuto una simile esperienza può comprendere quali variegate sensazioni si provano, quando lo stomaco incessantemente ti reclama il cibo. È veramente un’ossessione trascorrere la giornata nel pensare a qualcosa da mettere sotto i denti, e ancora più ossessionante è il pensiero mirato all’escogitare delle possibili soluzioni per procurarsi il cibo.”

Tredici capitoli nei quali passo passo Alfonso Di Michele ci racconta della sua vita, di chi era, di quando è partito da Intermesoli piccolo paese alle pendici del Gran Sasso, delle sue speranze, delle sue convinzioni, del gelido freddo russo, della gentilezza delle donne russe, della battaglia, delle differenze con i soldati tedeschi, dei temuti lager dei quali si evita in genere di parlare, della marcia del ‘davai’, della prigionia, del cannibalismo, del tifo petecchiale, della fame ossessiva, degli amici morti per denutrizione, delle mancate informazioni, del ritorno a casa.

Il primo abbraccio fu quello ai miei fratelli e al mio compare allorché mi vennero a prendere per riportarmi a casa. In quel 7 dicembre del 1945, in una notte decisamente invernale con i fiocchi di neve che si aggrappavano delicatamente sui tetti delle case, peraltro già carichi di un consistente strato di manto nevoso, si consumava l’insperato ritorno al mio paese.

Per coloro che volessero saperne di più dell’autore lascio il link diretto che riporta direttamente al suo curatissimo sito nel quale potrete seguire le novità sulle sue pubblicazioni ed eventi:

http://www.vincenzodimichele.it/

Vincenzo Di Michele è anche su Facebook:

http://www.facebook.com/pages/Vincenzo-di-Michele/148568031840673?ref=ts&sk=wall

Link sulla biografia di Vincenzo Di Michele:

Vincenzo Di Michele – Vita ed Opere

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di Vincenzo Di Michele

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Giornata della Sicurezza Stradale al Parco Scuola del Traffico di Roma e presentazione del libro Guidare Oggi di Vincenzo Di Michele

Presso il Parco Scuola del Traffico di Roma di Piazza Barcellona 10 venerdì 13 maggio 2011 si è svolta l’ “8° Giornata della Sicurezza Stradale nelle scuole”.

Il “Parco Scuola del Traffico” consiste in un autentico percorso stradale in scala 1:2, dove tutto è simile alla realtà; è appositamente attrezzato con incroci, rotatorie, semafori, segnali stradali, attraversamenti pedonali per educare i giovani dai 4 ai 17 anni con  mini vetture , ciclomotori da 50 cc. e minivetture per diversamente abili.

Sono Intervenuti: Mario Baccini membro della  Camera dei Deputati; Antonello Aurigemma Assessore  alla Mobilità e Trasporti del Comune di Roma; Ludovico Todini, Consigliere del Comune di Roma; Antonio Gazzellone  Consigliere del Comune di Roma; Ezio Paluzzi Assessore alle politiche della Sicurezza per la Provincia di Roma; Pasquale Calzetta  Presidente XII Municipio; Paolo Pollak   Consigliere XII Municipio;  Giancarlo Riposati, Responsabile S.I.C.E.S ( Società Italiana Centri Educazione Stradale); Vincenzo Di Michele Scrittore Esperto di normativa stradale; Cassaniti Giuseppa, Presidente AIFVS ( Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada); Antonio Fedele Direttore Rete Total Erg; Tiziana Zampieri e Paola Cellini del Marketing Total Erg.

Durante la manifestazione le Autorità presenti hanno premiato i ragazzi che durante l’anno hanno partecipato alle iniziative di educazione stradale.

Afferma Giancarlo Riposati  “Educare divertendo e divertire educando” è lo scopo del “Parco Scuola del Traffico”.

Concetto questo,  ampiamente  condiviso anche  dal Presidente Calzetta e dall’ Ass. Paluzzi.

Vincenzo Di Michele Autore del Libro “Guidare Oggi” di Curiosando Editore dopo aver omaggiato e illustrato sinteticamente la sua opera  alle Istituzioni presenti, ha evidenziato in particolar modo l’importanza della prevenzione stradale e il ruolo fondamentale svolto dal Parco Scuola del Traffico di Roma. Sono queste le ragioni per cui l’Autore del libro ha voluto appositamente contenere nella sua opera, una descrizione  accurata di questo Centro di Educazione Stradale per bambini.

In argomento “Prevenzione” si segnala l’intervento di Giuseppa Cassaniti con la sua commovente Testimonianza riguardo la sofferenza dei familiari, correlata  appunto al verificarsi di stragi stradali.

L’Assessore  Aurigemma ed il Consigliere  Todini,  evidenziando il monito dell’UE su Roma quale città in cui si verificano troppi incidenti, hanno sottolineato l’importanza di strategie  pianificate e di  sinergie con forte  intesa tra tutte  le Associazioni e Istituzioni che si occupano di sicurezza stradale.

Vi lascio il link del sito personale di Vincenzo Di Michele ed una recensione a “Guidare Oggi”:

http://www.vincenzodimichele.it/

http://oubliettemagazine.com/2011/03/10/guidare-oggi-di-vincenzo-di-michele-curiosando-editore/

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa Vincenzo Di Michele

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Comunicati

Guidare Oggi, di Vincenzo Di Michele, Curiosando Editore

I ripetuti lanci di sassi e altri oggetti in corrispondenza dei cavalcavia, hanno indotto le autorità alla decisione di numerare tutti i sovrapposti stradali. Nell’eventualità si ravvivasse la presenza di azioni di disturbo alla circolazione stradale da parte di persone presenti su detti sovrappassi, nell’avvisare le forze dell’ordine si potranno quindi fornire con precisione, il numero della strada e del cavalcavia.”

“Perché non succeda agli altri, ciò che è successo a noi”: la pericolosità delle strade, gli indugi dei conducenti, la poca conoscenza delle nuove regole europee, la segnaletica, i casi speciali, le assicurazioni, la distanza dai veicoli, testimonianze, il trasporto di attrezzature sportive, ed i consigli utili che si dovrebbero sapere per una guida più sicura per se stessi, la propria famiglia e gli altri.

Guidare oggi”, edito nel settembre del 2010 dalla casa editrice Curiosando Editore, è la terza pubblicazione dello scrittore e giornalista pubblicista Vincenzo Di Michele (1962, detto Enzo), esperto in materia di circolazione stradale con pubblicazioni in tali argomenti nelle riviste: “ Nautica”, “Professione Camionista”, “M.A.D” (Macchine Agricole Domani), “ Windsurf”, “Vela e motore”, “Informatore Agrario”.

Di Michele ha esordito nel 2006 con “La famiglia di fatto” pubblicato dalla casa editrice Firenze Atheneum Edizioni, segue due anni dopo un vero e proprio successo editoriale: “Io, prigioniero in Russia” (in omaggio a suo padre Alfonso giovane alpino abruzzese partito nel 1942 da Intermesoli  frazione di Pietracamela  per la  Russia nella II Guerra Mondiale), edito da Maremmi Editori e successivamente con “La Stampa” riuscendo a superare le 50.000 copie vendute. “Guidare oggi” ha ricevuto l’apprezzamento del Presidente della Repubblica, l’encomio del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, nonché  la partecipazione attiva del Presidente dell’AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) Giuseppa Cassaniti Mastrojeni.

“Guidare oggi” consta di introduzione e nove capitoli di diversa estensione. Nell’introduzione abbiamo l’esplicazione, da parte dell’autore, del perché di un progetto editoriale che contribuisce culturalmente alla divulgazione di insolite problematiche correlate alla circolazione stradale, e la lettera aperta del Presidente dell’AIFVS che si complimenta con il Dott. Di Michele per la sua sensibilità sull’argomento. Seguono sette testimonianze di persone colpite dal dolore per aver perso un proprio caro a causa di un incidente stradale. L’autore ha deciso in accordo con l’editore, di eliminare due capitoli del libro per inserire le testimonianze, inviate dal Presidente, e dunque per dare voce ai parenti delle vittime (dal bambino di 4 anni all’anziana di 79 anni) che facilmente vengono dimenticati ed anzi oltraggiati. In tal modo il lettore e le Istituzioni vengono sollecitati al ragionamento sulle possibili conseguenze in seguito ad incidenti stradali. Ed a tal proposito, una  particolare attenzione deve essere alla copertina del libro “Guidare Oggi”: veramente evocativa e suggestiva  per non dire imbarazzante nel senso tragico, con quel bambolotto disteso selvaggiamente sulla strada, proprio a richiamare la drammaticità correlata al fenomeno delle stragi stradali.

Portare un passeggero davanti al guidatore – nel caso specifico appunto un bambino – è rischiosissimo per una serie di motivi. Innanzitutto per la difficoltà di guida e di manovra, considerando che difficilmente, il bambino resta fermo per un lungo periodo di tempo. Può così capitare che si giri improvvisamente per guardare qualcosa che ha attratto la sua attenzione, o magari che alzi repentinamente la testa, …

Il nono capitolo “Le risposte ai quesiti più impensati” rappresenta un vero e proprio forum con domande e risposte su argomentazioni che, alcune volte, si danno per scontate o sulle quali non si presta molta attenzione ma che, invece, si dovrebbero conoscere per attuare quei piccoli accorgimenti che potrebbero anche salvare la nostra vita e quella di chi viaggia con noi. Alcuni esempi di domande:

Che cosa si deve fare in caso di deterioramento della patente di guida?

Sulle corsie di emergenza delle autostrade, in quali casi è permessa la sosta?

Quali sono i limiti di velocità di un’automobile che traina un rimorchio leggero?

Si può condurre un’automobile con un’ingessatura al polso?

Che cosa è il tachigrafo digitale? A che serve?

Si può essere esentati dall’obbligo delle cinture di sicurezza per malessere fisico?

Per coloro che volessero saperne di più dell’autore lascio il link diretto che riporta direttamente al suo curatissimo sito nel quale potrete seguire le novità sulle sue pubblicazioni ed eventi:

http://www.vincenzodimichele.it/

Alessia Mocci

Responsabile dell’Ufficio Stampa di Vincenzo Di Michele

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