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Al via a gennaio la seconda edizione del Master internazionale in Urban Interior Design organizzato dal Politecnico di Milano e Universidad CEU San Pablo di Madrid

ULTIME RIDUZIONI DISPONIBILI

PARTITI GLI STAGE PER TUTTI GLI STUDENTI DELLA PRIMA EDIZIONE 

Sempre più richiesti i designer degli spazi urbani, professionisti educati al progetto delle aree non costruite: piazze, spazi stradali, aree interstiziali, giardini urbani, terrains vague, esistenti o di nuova costruzione. Una specializzazione molto attuale a cui risponde il percorso formativo del Master internazionale in Urban Interior Design promosso dal consorzio POLI.design e dal Politecnico di Milano in partnership con la Escuela Politécnica Superior Universidad CEU San Pablo di Madrid.

Un Master di grande successo sia dal punto di vista didattico che di placement. Sono infatti già operativi all’interno di significative realtà professionali del settore molti studenti della prima edizione. Tra gli studi coinvolti per gli stage, Studio de Lucchi, Studio Migliore+Servetto, Topotek1, CZA Cino Zucchi Architetti, Design to Users, Castelli Design, Esterni, Studio Stocchi e Studio GhigosUn network importante che testimonia come la professione sia attuale e ricercata anche da realtà consolidate, attive da anni a livello internazionale nella progettazione di edifici e spazi pubblici, di piani urbanistici e nel campo del disegno di interni e dell’allestimento.

Il percorso formativo ha infatti come obiettivo principale quello di formare designer degli interni urbani capaci e aggiornati. Innovativo nei contenuti e nella formula, il Master, la cui II edizione è in programma per gennaio 2015, offre un modello didattico di alto profilo reso possibile grazie alla collaborazione dei due enti universitari coinvolti.

In un momento di crescita urbana e demografica senza precedenti, come quello attuale, troppo spesso la città contemporanea non è ancora in grado di mettere a disposizione dei propri utenti (pedoni, autisti, cittadini, turisti, ecc.) luoghi ospitali, accoglienti, multifunzionali e user centered.

Dare forma concreta e funzionale agli spazi urbani che ospiteranno le nuove esigenze collettive, siano esse virtuali o reali, private o pubbliche: questa la sfida proposta ai futuri partecipanti al Master da queste due prestigiose istituzioni universitarie europee.

Interamente in lingua inglese, l’iter formativo prevede infatti una duplice esperienza formativa fra Milano e Madrid, cui si aggiungono uno stage e un workshop progettuale (i cui risultati saranno presentati nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile di Milano) per diventare designer degli spazi urbani dotati di tutte le skills per operare in un contesto tanto nazionale quanto internazionale.

Due punti di vista talvolta distanti, quello dell’urbanistica e quello del design di interni, uniti per una nuova visione del progetto urbano, come emerge dalle parole di Payam Mirshahreza, partecipante della pima edizione del Master: “Il design di interni ha sempre a che fare con qualcosa di molto specifico e delimitato, l’approccio del Master applica la medesima delicatezza alla progettazione di spazi grandi ed esterni”.

Il particolare approccio multidisciplinare del programma ha attratto studenti con background formativi estremamente eterogenei. Architetti, designer e scenografi hanno così potuto confrontare in aula i propri differenti approcci per tutta la durata del percorso didattico, analizzando i diversi contesti urbani e imparando a comprendere e a gestire tutti gli elementi che influenzano e danno forma agli spazi collettivi.

Un’esperienza interdisciplinare, quindi, ma anche multiculturale e internazionale, come dimostrano le nazionalità dei partecipanti alla I edizione, provenienti da Canada, Iran, Italia, Messico, Libano, Pakistan, Spagna, Uruguay e Vietnam.

L’avvio delle lezioni per la seconda edizione del Master è previsto per il 19 gennaio 2015. La frequenza è intensiva e prevede una fase di permanenza a Madrid e una a Milano, oltre alla fase di tirocinio conclusivo.

Per Informazioni su didattica, modalità e riduzioni della quota di iscrizione si prega di contattare l’Ufficio Coordinamento Formazione: [email protected], tel. +39 02 2399 7217.

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POLITECNICO DI MILANO E ESCUELA POLITECNICA SUPERIOR UNIVERSIDAD CEU SAN PABLO DI MADRID PRESENTANO LA II EDIZIONE DEL MASTER INTERNAZIONALE IN URBAN INTERIOR DESIGN

Due istituzioni formative tra le più prestigiose a livello internazionale propongono per il secondo anno un’esperienza multidisciplinare unica, fra Milano e Madrid, per formare i nuovi designer degli spazi urbani.

 

Sito web: www.polidesign.net/urbaninteriordesign

http://masteruid.wordpress.com/

Inizio lezioni: ottobre 2014

Master in lingua inglese

 

Milano, giugno 2014 POLI.design, Consorzio del Politecnico di Milano, lancia la seconda edizione del Master internazionale in Urban Interior Design, in partenza il prossimo ottobre e promosso ancora una volta dal Politecnico di Milano in partnership con la Escuela Politécnica Superior Universidad CEU San Pablo di Madrid.

 

In un momento di crescita urbana e demografica senza precedenti, come quello attuale, troppo spesso la città contemporanea non è ancora in grado di mettere a disposizione dei propri utenti (pedoni, autisti, cittadini, turisti, ecc.) luoghi ospitali, accoglienti, multifunzionali e user centered.

Dare forma concreta e funzionale agli spazi urbani che ospiteranno le nuove esigenze collettive, siano esse virtuali o reali, private o pubbliche: questa la sfida proposta ai futuri partecipanti al Master da queste due prestigiose istituzioni universitarie europee.

Il percorso formativo ha infatti come obiettivo principale quello di formare designer degli interni urbani capaci e aggiornati, professionisti educati al progetto delle aree non costruite: piazze, spazi stradali, aree interstiziali, giardini urbani, terrains vague, esistenti o di nuova costruzione.

 

Innovativo nei contenuti e nella formula, il Master offre un modello didattico di alto profilo reso possibile grazie alla collaborazione dei due enti universitari coinvolti.

 

Interamente in lingua inglese, l’iter formativo prevede infatti una duplice esperienza formativa fra Milano e Madrid, cui si aggiungono uno stage e un workshop progettuale (i cui risultati saranno presentati nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile di Milano) per diventare designer degli spazi urbani dotati di tutte le skills per operare in un contesto tanto nazionale quanto internazionale.

 

Tra i punti di forza del Master, certamente quello di saper coniugare il know how delle due facoltà: “Il modulo di Madrid ha puntato soprattutto sull’esigenza di progettare in modo innovativo gli spazi urbani, ma in una dimensione di tempi lunghi” – spiega Luciano Crespi, Presidente del corso di studi di Design degli interni del Politecnico di Milano e Direttore del Master, a proposito della I edizione – “L’approccio milanese si è concentrato, invece, sull’idea di affrontare questi ambienti urbani attraverso una progettazione reversibile e temporanea”.

Belén Hermida, Co-direttrice del Master per il Dipartimento di Architettura e Design dell’Università di CEU, aggiunge “Ciascuna scuola ha messo in campo la propria specificità: l’approccio molto meticoloso e multidisciplinare caratteristico dell’architettura si combina molto bene con l’approccio dell’interior design“ aggiunge “specialmente se ci si concentra espressamente sugli spazi urbani pubblici”.

 

Due punti di vista talvolta distanti, quello dell’urbanistica e quello del design di interni, uniti per una nuova visione del progetto urbano, come emerge dalle parole di Payam Mirshahreza, partecipante della pima edizione del Master: “Il design di interni ha sempre a che fare con qualcosa di molto specifico e delimitato, l’approccio del Master applica la medesima delicatezza alla progettazione di spazi grandi ed esterni”.

 

Il particolare approccio multidisciplinare del programma ha attratto studenti con background formativi estremamente eterogenei. Architetti, designer e scenografi hanno così potuto confrontare in aula i propri differenti approcci per tutta la durata del percorso didattico, analizzando i diversi contesti urbani e imparando a comprendere e a gestire tutti gli elementi che influenzano e danno forma agli spazi collettivi.

Un’esperienza interdisciplinare, quindi, ma anche multiculturale e internazionale, come dimostrano le nazionalità dei partecipanti, provenienti da Canada, Iran, Italia, Messico, Libano, Pakistan, Spagna, Uruguay e Vietnam.

 

L’avvio delle lezioni per la seconda edizione del Master è previsto nel mese di Ottobre 2014. La frequenza è intensiva e prevede otto settimane di permanenza a Madrid e dieci settimane di permanenza a Milano, oltre alla fase di tirocinio conclusivo.

 

Per Informazioni su didattica e modalità di iscrizione, si prega di contattare L’Ufficio Coordinamento Prodotti Formativi : [email protected], tel. +39 02 2399 7217.

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Vignale: Continassa fuori legge. Il Comune sta commettendo gli stessi errori del Palazzo del Lavoro

La variante parziale n. 277 predisposta dal Comune per la realizzazione del Progetto Juve alla Continassa va in violazione con la normativa regionale, che per progetti che coinvolgono più comuni richiede invece lo strumento della variante parziale.

Nel 2010 il Tar ha bloccato il progetto di riconversione del Palazzo del Lavoro in un centro commerciale perché “la variante avrebbe dovuto essere approvata come variante strutturale” e non parziale come invece era stato fatto.

Nel 2012 il Comune di Torino, con il progetto Juve, dimostra di perdere il pelo ma non il vizio, riproponendo una variante parziale, quando per legge dovrebbe essere obbligato a presentarne una strutturale.

Andando con ordine. La variazione d’uso delle aree urbane è regolata da legge regionale, la LR 56/77, secondo la quale due possono essere le varianti proposte ad un PRG: parziale o strutturale, le prime richiedono un iter di approvazione più snello che coinvolge la Provincia , le seconde uno decisamente più complesso che prevede anche il parere della Regione.

Secondo l’articolo 17 comma 7 della LR 56/77: “Sono varianti parziali al Piano Regolatore Generale, (..) quelle che individuano previsioni tecniche e normative con rilevanza esclusivamente limitata al territorio comunale”. Inoltre secondo l’articolo 17, comma 4, della stesse legge sono varianti strutturali al Piano Regolatore Generale, quelle che producono “modifiche all’impianto strutturale del Piano Regolatore Generale vigente ed alla funzionalita’ delle infrastrutture urbane di rilevanza sovracomunale”.

In altre parole: poiché il Progetto Juve è realizzato su un’area  della Continassa, che attraversa oltre il Comune di Torino anche quello di Venaria, la Città deve proporre una variante strutturale e non parziale come quella invece predisposta.

Se viene il dubbio il Comune di Torino utilizzi lo strumento della Variante parziale con eccessiva leggerezza, ci chiediamo come sia possibile che nonostante una sentenza del Tar di appena due anni l’amministrazione comunale continui a voler escludere la Regione da competenze che per legge le sono proprie.

Tuttavia non  vorremmo che più che una leggerezza si trattasse di uno stratagemma. Per questo motivo vigileremo affinché il Comune non violi la legge regionale utilizzando lo strumento della variante parziale al PRG esclusivamente per ridurre i tempi di approvazione del progetto.

È infatti evidente che il rispetto della legge prescinda dalla grandezza della singola amministrazione o dalla forza imprenditoriale del singolo. Se così fosse sarebbe evidente che a Torino esiste un codice normativo a doppia lettura rigido con le piccole amministrazioni e decisamente ‘sbrigativo’ con il Comune capoluogo.

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On-line ARTU: un nuovo approccio alla pianificazione urbana

ARTU, Atelier di Ricerca Urbana e Territoriale, si presenta sul web con un nuovo ed intuitivo sito internet che illustra la sua attività, i suoi progetti e soprattutto il suo innovativo approccio di Governace Cooperativa. ARTU  è un giovane e dinamico laboratorio di ricerca universitaria che opera attivamente nel campo dell’urbanistica e della pianificazione territoriale.

L’Atelier Artu si prefigge l’obiettivo di supportare la Pubblica Amministrazione nei processi di pianificazione urbana proponendo un approccio integrato e partecipato, attraverso l’elaborazione ed il perfezionamento dei principali strumenti urbanistici. Basandosi su un approccio  di Governance Cooperativa alla pianificazione territoriale, l’atelier diffonde pratiche collaborative tra gli enti pubblici e i molteplici soggetti privati che sono coinvolti nei processi di trasformazione del territorio. ARTU nasce dall’idea e dalla lunga esperienza accademica/professionale del prof. Giuseppe De Luca,  associato in Urbanistica alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e Segretario Generale dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), al fine di contribuire alle sempre più complesse dinamiche della pianificazione urbana attraverso un’impostazione innovativa fondata sull’integrazione e partecipazione tra i vari soggetti coinvolti.
Prendendo spunto dalla  leggendaria figura del cavaliere della tavola rotonda, il sito  presenta  ARTU (Atelier di Ricerca Urbana e Territoriale ) illustrando i principali indirizzi della struttura di ricerca e i soggetti che partecipano al progetto. In modo semplice ed immediato, il visitatore potrà trovare informazioni sull’attività dell’Atelier consultando le diverse sezioni (progetti/piani – pubblicazioni/articoli – didattica/ricerca) e conoscere il percorso professionale e accademico dei soggetti che ne fanno parte. Mentre la sezione eventi permetterà di rimanere aggiornati sulle varie iniziative ed attività della struttura di ricerca. Interessante inoltre la sezione abc/glossario che raccoglie i termini più comunemente in uso nell’ambito della disciplina urbanistica.
L’Atelier ARTU si presenta sul web attraverso un sito che vuole illustrare  l’attività e gli obiettivi del laboratorio di ricerca universitaria che si propone di leggere e affrontare i temi del governo del territorio e dell’urbanistica attraverso un innovativo approccio di Governace Cooperativa.

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Inaugurazione della mostra “Entrare a Tarquinia: riqualificazione degli accessi”

Sarà inaugurata sabato 18 febbraio 2012 alle ore 17, nella Sala Grande della biblioteca “Dante Alighieri”, la mostra “Entrare a Tarquinia: riqualificazione degli accessi”. Organizzata dalla Fondazione Etruria Mater, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, l’esposizione (prevista l’11 febbraio e rinviata per la neve) presenta i quattordici lavori realizzati dai partecipanti al concorso nazionale per idee di progettazione urbana e volti alla riconfigurazione ambientale, paesaggistica e architettonica di due dei percorsi d’ingresso al centro storico: quello che dalla statale Aurelia giunge alla Barriera San Giusto e quello che dalla provinciale Montarozzi arriva a Porta Tarquinia. La città, infatti, conserva quasi intatta l’antica e preziosa cinta muraria e le sue porte. Tuttavia lo sviluppo disarticolato e non pianificato dell’area limitrofa alle mura ha modificato sostanzialmente la percezione dell’accesso al centro storico e della qualità di Tarquinia stessa. «Si pone la necessità – spiegano i membri della Fondazione Etruria Mater – di avviare una riflessione per individuare soluzioni urbanistiche, architettoniche e paesaggistiche in grado di “ammagliare” il centro storico al tessuto di nuova espansione e di prefigurare possibili interventi di riqualificazione, recupero e restauro». L’inaugurazione sarà preceduta, alle ore 16, dalla premiazione dei vincitori del concorso, che si svolgerà nella Sala degli Affreschi del palazzo comunale. La mostra rimarrà aperta al pubblico (ingresso libero) tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 16 alle ore 18, fino a domenica 4 marzo.

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Acqua: da tenere in considerazione nei centri urbani

Realizzare restyling di vie cittadine, in particolar modo quando si tratta di zone a rischio idrogeologico abbastanza alto, richiede anche un necessario rifacimento di tutti quelli che sono indicati come canali di scolo cittadini e che imitano i rischi di alluvione e allagamenti di varia entità.

Non a caso quando si procede alla realizzazione di lavori di portata pubblica sempre di vasto raggio a livello di competenze devono essere le valutazioni che devono integrare con le valutazioni teoriche anche considerazioni derivate da sopralluoghi tecnici e da un’accurata analisi della rete idrica e fognaria di ogni settore. Ovviamente molto diverse sono le valutazioni che si devono e che si possono fare in base a dove ci si trova. In alcuni casi, infatti, per esempio se si guarda al sud dell’Italia o della Spagna. L’acqua piovana incarna un bene prezioso che mai come ora deve essere recuperato e riutilizzato per altri servizi come l’irrigazione o per uso domestico (ovviamente dopo il filtraggio e l’adeguato trattamento). In ogni caso comunque quando si tratta di centri storici che rappresentano un vero e proprio patrimonio per la cultura, come succede nella maggior parte dei centri e dei paesi europei, la prima fase da prendere in considerazione è quella di procedere al drenaggio dell’acqua. Questo deve avvenire sia nel caso in cui l’acqua vada a confluire in fiumi e canali sia nel caso debba entrare all’interno della rete idrica. La soluzione più indicata in molti casi è quella di prevedere l’installazione di apposite griglie in abs ramato che preservino gli edifici e i marciapiedi dall’allagamento prevedendo lo scarico entro apposite canalizzazioni sotterranee.

Inevitabili in contesti cittadini sono di certo le griglie in plastica che sempre più vengono utilizzate come alternative anche all’interno di edifici industriali. Attraverso questi accessori dell’arredo urbano limitando l’investimento visto il materiale si possono rendere più facili alla manutenzione pozzetti e altri spazi dedicati alla raccolta e allo scolo dell’acqua. Soluzione destinata ad essere definitiva e che si rende quella ideale nel caso si parli di scoli destinati ad essere applicati vicino ad ingressi o in lievi pendenze sono le Griglie in alluminio che filtrano il flusso delle acque e le drenano affinchè non vi siano reflussi che potrebbero danneggiare edifici in particolare la parte relativa alle fondamenta. E’ inutile elencare in questa sede quali possono essere i danni causati da alluvioni, a spiegare tali catastrofi sono sufficienti le recenti immagini di calamità che recentemente hanno colpito anche il nostro paese.

In caso di recupero dell’acqua piovana oltre alle varie griglie di ventilazione che si rendono necessarie per il filtraggio e il drenaggio delle acque deve essere costruita un’intera rete dedicata, che non necessariamente deve essere frutto di pesanti interventi edilizi ma che in alcuni casi può semplicemente far confluire i liquidi all’interno di cisterne posizionate in maniera strategica. Ovviamente per realizzare anche semplici impianti è necessaria se non indispensabile la consulenza di uno specialista che di certo saprà indicare quelle che sono le collocazioni ideali. In caso di vicinanza di canali o scoli d’acqua infatti indispensabili sono le installazioni di idrovore che mitighino l’effetto di eventuali piene e permettano uno scorrimento veloce al surplus di acqua piovana.

A cura di Martina Celegato
Prima Posizione srl
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Milano è un modello urbanistico da migliorare

Milano è diventata una delle città europee più importanti a livello economico, turistico e culturale, ma il suo modello urbanistico è lontano dal buon senso e la preoccupazione per la sostenibilità che caratterizza le sue rivali internazionali.

Le costruzioni nuove milano che oggi fanno crescere la città sono il riflesso di politiche di sviluppo urbano poco orientate al benessere dei cittadini ed invece focalizzate nel favorire la speculazione e la stratificazione sociale.

Milano si è espansa a macchia d’olio, attraverso degli anelli che circondano un centro una volta più abitabile e meno terziarizzato di oggi. La cerchia dei navigli è il primo degli anelli intorno al centro, seguita dalle mura spagnole dalle quali la città non si è mossa fino all’unità dell’Italia, momento in cui l’industrializzazione e lo sviluppo economico hanno portato alla creazione sia di infrastrutture industriali che di progetti edilizia residenziale. La circonvallazione esterna è il terzo degli anelli, seguito dal più recente anello delle tangenziali.

Il carattere particolarmente commerciale di Milano l’aveva portata a organizzare la metropoli in base alle vie di comunicazione e trasporto di merci più importante. I Navigli e le porte delle mura spagnole sono diventati così l’asse strutturale della città dal quale partono strade ormai celebri come Corso Buenos Aires, Corso Lodi, Corso S. Gottardo e Corso Sempione tutti radiali che portavano al centro medievale.

Lungo la storia, la città ha sperimentato dei veri furti di tesori urbanistici e monumentali. Sono sparite dal centro piazze e giardini in favore di edifici in mattone. Il regno dei Savoia cominciò un processo che i bombardamenti della guerra si incaricarono di continuare.

L’interramento dei Navigli negli anni 30 è un altro sintomo della poca rilevanza che ha per le autorità statali e comunali la conservazione dei beni storici di Milano e il benessere della popolazione locale, che si è vista spostata dal centro per occupare complessi residenziali milano in periferia, nei quartieri dormitorio.

Il Ministero dei Lavori pubblici ha avuto occasioni per migliorare certi aspetti urbanistici della città di Milano come le varie proposte, molte originate dai cittadini, per aumentare il numero di spazi pubblici ed aree verdi. La scelta delle autorità è però stata fino adesso quella di valorizzare di più il negozio che rappresenta la speculazione.

In molti casi si è appuntato anche il fatto che Milano si sia sviluppata in modo caotico, senza l’adozione di piani di sviluppo urbanistico chiari e durevoli effettivamente applicati dai dirigenti.

Molte città, particolarmente in Europa, sono cresciute come Milano in base ad un modello di cerchi concentrici ma sono riuscite a dare la priorità alle infrastrutture effettivamente utili per la popolazione di ogni cerchio senza forzarne lo spostamento e soprattutto hanno saputo valorizzare il patrimonio architettonico che la storia ha regalato agli europei.

Oggi, le nuove costruzioni a Milano ad uso abitativo si concentrano nella maggior parte dei casi in periferia. Il centro rimane sopra urbanizzato e dedicato al commercio ed al turismo e con abitazioni a prezzi stratosferici difficilmente assimilabili in questi tempi.

Articolo a cura di Alba Lorente
Prima Posizione Srl – crisi economia

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