Archives

Comunicati

Nuovo film per il regista Massimo Di Stefano: aperto un crowdfunding per ‘La speranza non muore mai’

S’intitola La Speranza non Muore Mai il nuovo progetto del Regista, Autore e Attore Toscano Massimo Di Stefano, che ha di recente scritto, diretto e interpretato il film “Storia di un Inganno” attualmente in tv, dopo un percorso cinematografico regionale. Scritto, diretto da Di Stefano e prodotto dalla Kappa Film Production, (cast artistico in via di definizione) La Speranza non Muore Mai è un film drammatico che parla però di un vero problema sociale, quello che affligge ogni giorno milioni di persone nel mondo, le malattie. E nello specifico la trama racconta la storia vera di una donna di mezza età, giovanile, bella e piena di energia e di vita, che improvvisamente si ritrova catapultata nel dolore e nella sofferenza fisica e spirituale, dovuta alla scoperta di un cancro in stato molto avanzato che è arrivato senza aver dato il minimo sintomo. Nel film verrà evidenziato la sofferenza e il senso di angoscia in cui sprofonda non solo il malato, ma anche i familiari più stretti. Ma l’argomento del film è incentrato anche e sopratutto su un argomento molto più importante. L’autore con questo film vuol far arrivare dei messaggi fondamentali a quante più persone possibili. E il messaggio principale è che ci sono spesso delle vie d’uscita anche quando veniamo colpiti dai peggiori dei mali e sono a portata di tutti, senza effetti collaterali e/o controindicazioni, ma il primo obbiettivo è che dobbiamo crederci veramente. Ma non solo, vuole stimolare la coscienza/conoscenza dello spettatore a intraprendere uno stile di vita per smettere di distruggere il proprio fisico e il proprio spirito, limitando il più possibile i danni. La Natura ci cura molte volte, ma dobbiamo aiutarla, dargli la possibilità d’intervenire con la consapevolezza che non sempre finisce però, bene per una serie di motivazioni che anche il film affronterà nella sua trama, ma però non dobbiamo mai lasciare niente d’intentato proprio perchè La Speranza non Muoia Mai. E’ stato aperto sulla piattaforma di crowdfunding “Produzioni dal Basso” una pagina per la ricerca di fondi destinati alla realizzazione del progetto. La scelta di finanziare il progetto tramite una piattaforma di crowdfunding è dovuta principalmente a 2 motivi. Il primo è la volontà dell’autore/regista del progetto di non voler pubblicizzare una marca di prodotti piuttosto che un altra, cosa impossibile da realizzare se gli sponsor sono aziende naturalmente, e questo, ci teniamo a puntualizzarlo non è lo scopo del film. Il secondo e non meno importante è la volontà di coinvolgere attivamente le persone che credono nelle cure naturali e che la Natura è nostra amica e può salvarci molte volte anche dai peggiori dei mali, dimostrando questo con un piccolo gesto che possa aiutare questo progetto ad informare quante più persone possibili su questa verità.

Per contribuire alla realizzazione del progetto https://www.produzionidalbasso.com/project/la-speranza-non-muore-mai

Pagina Ufficiale Fb del film https://www.facebook.com/lasperanzanonmuoremai

No Comments
Comunicati

LYDDA WEAR PRESENTA LA CUFFIA REFRIGERANTE PER LA CHEMIOTERAPIA

Una cuffia per proteggere il cuoio capelluto dei soggetti che devono sottoporsi a chemioterapia è sicuramente qualcosa di eccezionale che potrebbe diventare un ausilio medico importantissimo. Ecco, dunque, un altro dei prodotti molto significativi, a marchio Lydda Wear. Si tratta di un’innovativa protezione, non ancora in vendita come categoria medica di classe 1 (in quanto ancora in fase di test scientifici),  ma che ha già dato ottimi risultati a chi l’ha utilizzata durante la somministrazione della cura per il cancro.

La perdita dei capelli può rappresentare un duro colpo per i pazienti oncologici, soprattutto per le donne. L’opportunità di potersi proteggere e di rallentare o addirittura eliminare questa spiacevole conseguenza della chemioterapia rappresenta una conquista importante che potrebbe diventare, di qui a breve, una prescrizione medica . Mentre la scienza sta ancora valutando con i test di rito, i risultati e le testimonianze raccolte sull’efficacia di questo strumento sono molto positivi ed in molti Paesi del Nord Europa è diventato uno strumento di utilizzo comune, durante il ciclo della terapia chimica.

Il laboratorio di Lydda Wear ha progettato, quindi, un sua versione di questo rivoluzionario prodotto, realizzato grazie ad un’attenta attività di ricerca e di documentazione che è diventato, in breve tempo, uno degli oggetti per la protezione più venduti e ci sono fior di testimonianze che ne hanno consacrato l’utilità e l’importanza. La missione di Lydda Wear infatti, oltre alla realizzazione di abiti ed accessori per facilitare la vita di chi è diversamente abile, è anche quella di rendere psicologicamente meno traumatico l’impatto con malattie come il tumore, cercando di creare oggetti di protezione per chi deve sottoporsi a terapie aggressive.

<Le telefonate di persone soddisfatte che riceviamo  – spiega Pier Giorgio Silvestrin, ideatore del marchio Lydda Wear – si attestano attorno al 78% e in modo particolare sono persone che non avendo perso i capelli hanno potuto avvalersi di una forte autostima. Perdere i capelli in modo particolare per le donne è molto traumatico come evento ed il fatto di poter mantenere i capelli porta la donna ad essere più sicura di sé stessa e soprattutto psicologicamente ad avere una marcia in più, a non fare “pesare” la malattia nei confronti dei propri cari o delle persone che gli stanno attorno. Ricordo una telefonata molto bella di una dottoressa che opera come psicologa e che quindi ha il compito di infondere speranza al prossimo… Mi chiamò proprio per ringraziarmi dell’efficacia del prodotto. E questo è solo un esempio>.

Questo strumento sta attirando l’attenzione di sempre più pazienti che, colpiti da patologie oncologiche, sono terrorizzati dagli effetti della chemio e radioterapia sui capelli. La possibilità che questo non si verifichi dà loro una marcia più nell’affrontare il lungo percorso di guarigione (quando  possibile) da quello che è considerato il male del secolo.

No Comments
Comunicati

Cassazione: il cellulare è cancerogeno

Cassazione- il cellulare provoca il tumore; lavoratore risarcito per malattia professionaleTerrificante: secondo la Cassazione sarebbe stata raggiunta, in causa, la ragionevole certezza che il cellulare sia cancerogeno e che, quindi, giustifichi per il lavoratore il diritto al risarcimento del danno per la malattia professionale.
Non erano certo i profili risarcitori quelli che spaventavano il mondo dei consumatori all’uscita della sentenza della Suprema Corte n. 1743/2012.
Difatti, secondo i supremi giudici, bisogna dare massimo valore a studi indipendenti che dimostrerebbero come l’esposizione costante alle onde elettromagnetiche di cordless e cellulari sia concausa di malattia tumorali.
Dette ricerche sconfessano quindi quelle invece finanziate dall’industria del “mobile”, di segno opposto.
Nel caso deciso dalla Cassazione è stata riconosciuta l’invalidità a un ex dirigente esposto, per causa del proprio lavoro, alle onde di cellulari e cordless e che, in forza di ciò, aveva riportato un tumore al nervo trigemino sinistro.

No Comments
Comunicati

Cancro del colon: nuove opportunità di cura per il secondo big killer tra i tumori

Presentati oggi a Napoli i risultati dello studio internazionale XELOXA, al quale ha partecipato anche la Seconda Università degli Studi partenopea.
I dati, presentati in anteprima a Berlino durante il Congresso ECCO-ESMO lo scorso settembre, dimostrano che i pazienti con tumore colorettale in stadio iniziale trattati con capecitabina e oxaliplatino subito dopo intervento chirurgico vivono liberi da malattia più a lungo rispetto ai soggetti trattati con uno tra i regimi chemioterapici standard a base di fluorouracile in bolo in associazione a leucovorin (5-FU/LV).
Questi risultati confermano che i pazienti possono contare su un’ulteriore opzione nel trattamento del carcinoma del colon-retto.
Notizia questa più che positiva dal momento che il tumore del colon retto è la seconda causa di morte da tumore in Europa (circa 500 decessi al giorno) ed è il terzo tumore più diffuso al mondo con circa 1 milione di casi all’anno. I dati più recenti stimano circa 40.000 nuovi casi ogni anno in Italia con 15.000 decessi.
“Lo studio XELOXA, il più grande studio mai effettuato condotto su pazienti non trattati in precedenza e sottoposti a intervento chirurgico per tumore del colon-retto” – precisa il professor Hans-Joachim Schmoll, coordinatore del trial e Direttore Dipartimento Oncologia Università di Halle-Germania – “ha dimostrato che la sopravvivenza libera da malattia a tre anni nei pazienti trattati con regime XELOX (capecitabina + oxaliplatino) è stata del 70,9 per cento, superiore al braccio 5-FU/LV (66,5 per cento)”.
“Questo studio ha dimostrato ancora una volta che, nella fase III, l’aggiunta dell’oxaliplatino allo schema chemioterapico è essenziale nel trattamento adiuvante, ma soprattutto” – ha affermato Fortunato Ciardiello, U.O. Oncologia Medica, Seconda Università degli Studi di Napoli, che ha partecipato allo studio internazionale – “che la capecitabina in associazione all’oxaliplatino ha un’efficacia comunemente superiore al fluorouracile in bolo, con in più i benefici legati alla compliance del farmaco orale, somministrazione che i pazienti trovano molto vantaggiosa”.
Altro aspetto fondamentale che emerge dallo studio è infatti la maneggevolezza della nuova associazione terapeutica rispetto alla chemioterapia standard: con la terapia orale a base di capecitabina la somministrazione può avvenire a domicilio, con un evidente beneficio in termini di qualità della vita per i pazienti.
La capecitabina può essere definita una chemioterapia target: il farmaco viene trasformato in fluorouracile attraverso diversi passaggi che coinvolgono tre enzimi principali tra cui la timidina fosforilasi (ThyPase). Questo enzima è coinvolto nella conversione finale in 5-FU ed è maggiormente espresso nei tessuti tumorali rispetto ai tessuti normali. Questo consente una maggiore attività del farmaco a livello della cellula bersaglio tumorale, riducendo gli effetti collaterali sulle cellule sane circostanti.
Di particolare interesse è risultata una sotto-analisi dello studio XELOXA presentata al congresso ASCO GI, recentemente tenutosi ad Orlando, in Florida, che ha dimostrato come l’efficacia dello schema XELOX viene mantenuta anche nei pazienti anziani (sopra i 65 anni di età) in termini di sopravvivenza libera da malattia con un buon profilo di tossicità. Questi dati testimoniano che XELOX può essere impiegato nel trattamento post-intervento del cancro colorettale in stadio III a prescindere dall’età del paziente.
Quindi ottime notizie per i pazienti: nuove strategie di cura vanno ad arricchire l’armamentario terapeutico a disposizione dei medici oncologi per trattare il tumore del colon retto, che a differenza di altri tipi di tumore, nel 90 per cento dei pazienti, grazie a diagnosi precoce e a trattamenti tempestivi potrebbe andare incontro a un minor rischio di ricaduta.

No Comments
Comunicati

Vegetariani e tumori, quel che conta è l’headline!

Nell’era dell’informazione supersonica, dove hai giusto il tempo di leggere i titoli e titoletti di un articolo, di prestare attenzione alle prime parole di una notizia, la comunicazione si gioca nelle prime sillabe.

Ci siamo divertiti nei giorni scorsi a fare un elenco dei titoloni di una notizia che pubblicata sulla rivista scientifica AJCN ha fatto scalpore in questi giorni.

Non so se tra web, giornali, tv o radio hai sentito dell’ennesima ricerca che attesta che i Vegetariani soffrono meno di tumori e neoplasie. Si sa da decenni, lo diciamo ad Autodifesa Alimentare dalla prima edizione…

Ecco i vari titoli, leggi che roba! 😉

  • Dieta vegetariana riduce il rischio di tumori
  • Dieta vegetariana, pi
No Comments

Copyright © 2007-2021 press-release.it - Tutti i diritti riservati