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Scegliere di fare un lascito ereditario

In che momento della vita bisogna redigere il proprio testamento? Difficile dirlo, dicerto bisogna essere assolutamente pronti psicologicamente ad affrontare un passaggio così importante della nostra vita. E soprattutto dobbiamo  avere ben chiaro quello che vogliamo fare. Per quanto sembra semplice scrivere un testamento, non lo è affatto perché oltre alle nostre volontà bisogna tenere conto delle rigide regole dello stato italiano che impone una precisa ripartizione dei beni del testatore in base alla sua famiglia e ai suoi componenti. Nonostante queste regole, che si basano sul bisogno di salvaguardia dei diritti dei congiunti, bisogna anche conoscere le opportunità che offre lo stato italiano, come ad esempio quella del lascito ereditario, che in modo molto semplice possiamo definire come una donazione post mortem.

 

Le Divisioni Testamentarie

A seconda del numero dei componenti della famiglia del testatore, il modo di dividere il suo patrimonio, cambierà. Se l’unico parente facente parte del nucleo familiare è il coniuge, se egli, cioè, non ha figli, la divisione sarà molto semplice. Metà di ciò che il testatore possiede deve obbligatoriamente andare al coniuge. L’altra metà potrà essere riservata a chiunque il testatore voglia.

Se, la contrario, ha sia un coniuge che un figlio, la ripartizione testamentaria va fatta in tre parti uguali: una per il coniuge, una per il figlio e una a piacimento del testatore.

Qualora il testatore avesse invece un coniuge e più figli. I beni del testatore verranno così divisi: un mezzo per i figli, un quarto per il coniuge e un quarto a discrezione del testatore.

Un altro caso è quello in cui la persona abbia un coniuge, non ha figli, ma ha degli ascendenti e cioè fratelli, sorelle e genitori del testatore. In questo caso una metà dell’eredità deve andare al coniuge, un quarto complessivamente agli ascendenti e un quarto può essere destinata a piacimento dal testatore.

Qualora avesse un solo figlio ma nessun coniuge,  al figlio deve essere destinata una quota minima equivalente a metà dell’intero patrimonio del testatore.

Nel momento in cui ha più di un figlio ma non ha il coniuge,  la quota da destinare loro è equivalente almeno ai due terzi.

Con la quota che non è destinata al nucleo familiare si possono fare molte cose, come ad esempio riservarla a degli amici. Oppure un’altra opzione e farne lascito ereditario. Questa è una donazione con effetto solo dopo l’avvenuto decesso del testatore. Il lascito ereditario è utile e perfetto per aiutare le persone in difficoltà anche dopo aver abbandonato questo mondo.

Come Fare Lascito Ereditario

Il testamento si può fare sia pubblico che olografo. Il testamento pubblico è quando il testatore va dal notaio con due testimoni e detta al notaio le sue volontà. I testimoni controlleranno che il notaio riporti esattamente quanto dettato. Dopodiché tutti gli astanti firmeranno il documento, si apporrà la firma e da questo momento il documento diverrà ufficiale.

L’altro metodo è fare testamento olografo, a casa propria senza testimoni né notaio. Bisogna che sia chiaro che è stato il testatore a scrivere il documento. Per questo è importante che sia in ogni sua parte scritto di suo pugno senza uso di macchine da scrivere.

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Come fare una successione ereditaria a una onlus

In Italia negli ultimi anni le donazioni “post mortem” a favore di Onlus, sono aumentate del 10 – 15%, con lasciti di denaro, opere d’arte, gioielli, immobili, mobili o polizze vite, ma come funziona la successione ereditaria alle Onlus?

Un lascito alle Onlus rappresenta una vera e propria fonte di finanziamento importante per un’associazione senza fini di lucro, grazie alla quale ad esempio sostenere le spese per il mantenimento di persone bisognose, costruire un pozzo in un Paese povero, sostenere la spesa per l’acquisto di vaccini, aiutare la ricerca sulle malattie rare o quant’altro, ma come fare testamento e quindi come assicurare nella successione ereditaria dei beni alle Onlus?

Per lasciare in eredità una parte dei propri beni in beneficenza ad una Onlus, bisogna chiarire questa volontà nel testamento, che può essere:

  • olografo, se scritto a mano con tanto di data e firma e conservato in casa da chi lo ha scritto, o affidato a un terzo, o a un notaio;
  • pubblico, se redatto dal notaio dinanzi a 2 testimoni;
  • segreto, se consegnato in busta chiusa ad un notaio.

 

Disposizioni testamentarie per le successioni alle onlus

Disposizioni testamentarie che possono essere revocate e cambiate più volte, disponendo a piacere dei propri beni, ad esclusione della quota legittima, riconosciuta per legge agli eredi legittimari, ossia i parenti stretti (il coniuge, i figli e in loro assenza i genitori), che cambia a seconda della composizione della famiglia. Ad esempio, nel caso ci sia 1 solo coniuge e 1 solo figlio, a entrambi va 1/3 del patrimonio, mentre nel caso non ci siano figli, al coniuge va la metà dei beni.

Esclusa la quota legittima, il resto rappresenta la quota disponibile – mai inferiore a ¼ del patrimonio – che può essere lasciata totalmente o in parte, ad altri soggetti e quindi che è possibile lasciare nella successione ereditaria alle Onlus

Da precisare a riguardo, che qualsiasi donazione alle Onlus tramite successione ereditaria è importante, indipendentemente dal suo valore e della sua tipologia. Che si tratti infatti di somme di denaro, di azioni, di titoli di investimento o ancora, di beni mobili come un’opera d’arte, gioielli, un mobile antico, un appartamento o una polizza sulla vita, si tratta comunque di un prezioso contributo, che consente ad una Onlus di raggiungere i suoi obbiettivi!

Lasciti a enti no profit o a enti pubblici, che è bene sottolineare non sono vincolati da alcuna imposta di successione: una condizione assolutamente privilegiata, specie considerando, che invece il coniuge ed i figli si ritrovano a fare i conti con una franchigia di ben un milione di euro ciascuno, oltre la quale versare un’imposta del 4%. Condizioni che mano a mano che la parentela diventa meno stretta e quindi ad esempio nel caso di fratelli e sorelle, vedono la franchigia scendere a 100mila euro, mentre l’aliquota per contro, sale addirittura al 6%.

Al momento l’esenzione dalle imposte di successione vale solo per le Onlus no profit italiane e per quelle dei Paesi dell’Ue, ma la Commissione europea sta valutando la possibilità di estendere tale esenzione alle organizzazioni no profit di tutti gli Stati membri.

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