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FRANCESCO CAMIN: “PALINDROMI”, UN DISCO CHE GERMOGLIA

Arriva il 19 giugno il progetto alternative-pop del cantautore trentino che concilia musica e natura in un connubio dove Terra e Anima sono i due volti di una stessa medaglia.

 

«Sono innamorato degli alberi, li ho studiati durante il mio percorso accademico in campo scientifico e di recente ho voluto sviluppare un’idea che li metta in luce da un nuovo punto di vista, che li veda molto più vicino a noi di quanto siamo abituati a pensare, molto più “insegnanti” di quanto siamo abituati a pensare. Credo che ognuno di noi sia profondamente connesso con ciò che lo circonda e il mio intento è ritrovare questa connessione, nello specifico appunto verso gli alberi. Con il mio disco voglio quindi raccontare questo mio amore e questa mia visione delle cose, e nel concreto sto facendo crescere nuove piante in Africa e Sud America attraverso la mia musica per dare il mio seppur piccolo contributo alla riforestazione della nostra Terra, ho poi aperto un blog e videoblog in cui racconto le piante da un punto di vista più calato nel nostro quotidiano, cercando dei parallelismi con l’uomo. Infine all’interno del mio album ci sarà un disco di carta intrisa di semi, che germoglia davvero se messo sotto terra». Francesco Camin

 

 

Il disco è stato registrato tra ottobre 2016 e marzo 2017 negli studi “Metrò Rec” di Riva del Garda (TN) e “La Forge Creative Chambers” di Provaglio d’Iseo (BS).

 

TRACK BY TRACK

 

Tartarughe

“Mi sono divertito a pensare cosa succederebbe se nella realtà che conosciamo, tutto d’un tratto, sparissero gli uomini lasciando la loro eredità di vizi, soprusi e arrivismi, agli animali e alle piante.

Poi ho pensato: se invece gli uomini non sparissero, ma cominciassimo a guardarli da un punto di vista più “animalesco” che immagini si formerebbero davanti ai nostri occhi? Ci sono due chiavi di lettura all’interno di questa canzone: la prima racconta di un mondo in cui gli animali e le piante si riprendono il posto di dominatori del Pianeta, ma solo dopo aver “imparato e acquisito” i difetti della natura umana. La seconda invece racconta il mondo che vediamo ogni giorno, e che non necessita di ulteriori descrizioni”.

Palindromi

“Il mondo, visto dalla finestra aperta di una camera, sta lentamente crollando su se stesso. Il rumore di televisioni, chiacchiere, illusioni e battaglie, è assordante, ma sotto questo frastuono due anime in silenziosa complicità si assaporano e vivono l’una con l’altra, unendosi nel profondo attraverso l’amore puro, fino a diventare un’unica forma. Con questa unione, anche fisica, i due diventano uno. Quando due persone sono nell’amore vero rimangono distinte ma unite, e si possono così “leggere” in entrambe le direzioni, diventando un vero e proprio palindromo vivente”.

Abisso

“A volte parlando con qualcuno non riesco a dire le cose come stanno, senza fronzoli, in particolare se a questo qualcuno voglio bene davvero. Già, è un paradosso. Abisso l’ho scritta per me, per tutte le volte in cui non riesco a dire le cose in faccia, per tutte le volte in cui la paura mi morde, per tutte le volte in cui mi dimentico di me. Ecco, l’ho scritta per ricordarmi di me, o per provarci almeno”.

Tasche

“Tasche è una richiesta di aiuto. Ci sono cose che non dico mai, che voglio tenere segrete agli occhi degli altri, e forse anche ai miei. Sono i demoni, le paure, i mostri, il passato. Sono il mio piombo. Tutto quello che mi appesantisce, che riempie le mie tasche e mi tiene ancorato sul fondo di un mare limpido che sarebbe bellissimo esplorare leggero e senza timori. L’unica cosa che può svuotare le mie tasche e farmi nuotare con le balene è l’amore, non inteso come amore per un’altra persona o come amore sdolcinato e romantico, ma come sola e unica verità esistente nell’universo e quindi nella vita di ognuno di noi”.

Verde

“Fino a quel giorno io ero color cielo, fino a quel giorno tu eri color miele.

Ci siamo sfiorati, ora siamo entrambi verdi. Per sempre”.

Dovrei

“Dovrei fare questo, dovrei fare quello. Me lo sarò ripetuto migliaia di volte, da diversi anni ormai! Alcuni “dovrei” si sono trasformati in realtà, altri sono ancora solo embrioni. Ma uno in particolare di questi “dovrei” mi sta a cuore, e cerco di metterlo in pratica nel mio quotidiano: il cambio di prospettiva. Credo che l’unico modo che ho per vivere davvero sia il cambio di prospettiva, l’annullamento di ciò che credo, l’abbattimento giornaliero dei dogmi e delle certezze accumulate nella mia esperienza. Mettere a tacere la mente per lasciare spazio all’anima, che sicuramente offre la visione di ciò che è, e non di ciò che sembra”.

Le cose semplici

“Questa canzone l’ho scritta diversi anni fa, si discosta un po’ dalle ambientazioni sonore del disco. Ha un andamento leggero e solare, un momento di luce e calore nella tracklist. Mi sono divertito a pensare a due persone, una che vive in maniera leggera, senza chiedersi troppe cose nella vita ma godendosi il presente, e l’altra invece che “il mondo intorno a se lo trasforma in radice di tre”, quindi complicandosi spesso l’esistenza.  Io personalmente non so quale parte interpreto, penso di essere entrambi i personaggi. Il finale dei ritornelli dice “mi piacciono le cose semplici, per questo non mi piaci tu”, credo che sia il mio “io” leggero e spensierato che si rivolge al mio “io” che a volte annaspa negli ingorghi della mente. Insomma, è una canzone schizofrenica”.

Un gioco

“Questa canzone è ispirata ad un testo scritto da Anna, una persona che mi è entrata nel cuore e che non ne uscirà più nonostante le nostre strade si siano separate. Non c’è molto da raccontare, penso che il testo si esprima da solo”.

 

PRODUZIONE ARTISTICA: Roberto La Fauci

REGISTRAZIONI E MIX: Marco Sirio Pivetti        

ETICHETTA: Lady Lovely Label

DISTRIBUZIONE: Goodfellas

 

Pubblicazione album: 15 giugno 2018

 

BIO

Francesco Camin, 29 anni di Trento, scrive canzoni, attualmente fa il postino sulle montagne del Trentino.

Ama gli alberi e la loro vita silenziosa. È laureato in Scienze Forestali e Ambientali ma non ha mai voluto intraprendere una carriera lavorativa in quella direzione; il suo sentimento per i giganti verdi si esprime attraverso la musica che scrive, infatti ha deciso di fondere questi suoi due lati, utilizzando la sua musica come motore per un messaggio di riconnessione con la natura. Si è diplomato nel corso di composizione di musica leggera al CET di Mogol, è stato vincitore del Premio Lunezia Nuove Proposte e ha collaborato con Michele Mondella. Ha partecipato, successivamente, alle selezioni finali di Sanremo Nuove Proposte. Nel 2015 ha pubblicato un Ep di sei brani. Nel mese di ottobre 2017 è stato finalista del concorso L’autore, il mestiere della musica organizzato a Milano da Edizioni Curci Music Publishing e L’Officina della Musica e delle Parole. Recentemente ha lanciato un piccolo blog e videoblog in cui racconta gli alberi, considerandoli molto più? che semplici organismi muti.

 

Contatti e social

SITO www.francescocamin.com

FACEBOOK www.facebook.com/francesco.camin

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YOUTUBE www.youtube.com/francescobelow

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Il noto imprenditore immobiliare Giovanni Gelmetti, ideatore della Giax Tower parla della Geotermia e del risparmio energetico

Sfruttare l’inesauribile calore della Terra come fonte di riscaldamento e raffreddamento della propria abitazione è accessibile e fa risparmiare molto denaro. A questo proposito è stato intervistato il rinomato imprenditore immobiliare Giovanni Gelmetti, ideatore del grattacielo milanese eco-compatibile Giax Tower.

 

D: Dott. Gelmetti, prima di tutto, cos’è l’energia geotermica in breve?

R:E’ complesso da spiegare, ma in poche parole posso dire che è una forma di energia rinnovabile che si basa sullo sfruttamento del calore naturale della Terra, presente negli strati più profondi della crosta terrestre.

 

D: Si dice che questo tipo di tecnologia è meno costosa e permette dunque di risparmiare. Conviene installare un impianto geotermico?

R: Innanzitutto serve un investimento iniziale non indifferente per realizzarlo, costo che però in meno di dieci anni circa verrà ammortizzato. Non avendo bisogno di ulteriori apparecchi, come la caldaia a metano e non dovendosi allacciare alle fonti energetiche pubbliche, perché in grado di riscaldare e rinfrescare un’abitazione autonomamente, le bollette saranno molto meno salate!

 

D: Il suo grattacielo, la Giax Tower, che è costruito in classe A, sfrutta l’energia geotermica?

R: Certamente. Viene utilizzata sia per i singoli alloggi sia per le aree comuni. Inoltre, la Giax Tower sfrutta la tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia elettrica. Un binomio dunque che riduce notevolmente i consumi e di conseguenza i costi di gestione.

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Dea Orh Art Gallery di Praga: Intervista al rinomato artista Braco Dimitrijević in occasione del vernissage della sua mostra

Intervistato Braco Dimitrijević, uno dei più importanti e premiati artisti a livello internazionale, nonché pioniere dell’Arte Concettuale, originario di Sarajevo. Le sue opere sono state presentate nei contesti delle gallerie e dei musei più influenti del mondo, come la Sperone Westwater di New York, la Tate Gallery di Londra, il Museo Ludwig di Colonia, l’Israel Museum di Gerusalemme. L’artista, cha ha partecipato ben sette volte alla Biennale di Venezia e tre volte alla Documenta di Kassel, inaugurerà la mostra personale Giovedì 24 Ottobre 2013, presso la rinomata Dea Orh Art Gallery di Praga. Dea Orh Gallery e una delle più importanti e prestigiose gallerie private della Repubblica Ceca, l’unica ad aver creato una piattaforma teorica e pratica per gli studi di potenzialità, tecniche, tecnologie e filosofie relative al medium della pittura nella produzione artistica contemporanea. Nel processo di continua ricerca, la parte teorica si trasforma in pratica, tramite la realizzazione di straordinarie mostre d’arte in loco, nonché la partecipazione ad esposizioni e fiere internazionali, come la Biennale d’Arte di Venezia e la Art Basel. L’obiettivo principale è quello di valorizzare e dar spazio soprattutto agli artisti del panorama ceco, ma non solo. Come Braco Dimitrijević, la Dea Orh supporta anche artisti dall’estero, al fine di dar loro il giusto valore e merito.

 

Di seguito l’intervista all’artista.

1- Si considera un artista ispirato dall’arte informale o da una particolare corrente/movimento artistico?

Diciamo che sono ispirato da un’attività culturale. L’artista contemporaneo è obbligato a riferirsi all’eredità culturale che ha ricevuto.

2- Quando e come è iniziata la sua carriera artistica?

Ho tenuto la mia prima mostra all’età di 10 anni, durante la quale ho esposto 40 oli su tela. Successivamente ho continuato, ma mi rendevo conto che la pittura non riusciva ad esprimere la complessità del mio pensiero. Ho dunque smesso e mi sono dedicato alle competizioni di sci alpino, che per me, a quei tempi, rappresentava la possibilità di potermi esprimere nello spazio. Negli anni ’67 e ’68 ho incominciato con gli interventi nello spazio urbano con mio lavoro “passanti casuali”.

3- Lei parla del suo famoso  progetto denominato “Casual Passer-By”; da cosa è stato ispirato e come lo ha realizzato?

Ho iniziato pensando ai geni dei tempi passati, precursori dei tempi, come El Greco, Kafka e molti altri. Geni riconosciuti solo in seguito per l’importanza ed il valore della loro opera, ma incompresi ai loro tempi. Mi sono ispirato al fatto che c’è molta gente, anche ai nostri giorni, non in sintonia con il loro periodo storico, che quindi resta incompresa; gente che magari è geniale, ma che resta sconosciuta, nascosta nell’ombra. Ritengo che ogni persona possa essere geniale, fino a prova contraria. Il mio desiderio è proprio quello di dare visibilità a queste persone, promuoverle, per cui nelle mie installazioni inserisco soggetti sconosciuti, partendo proprio dal presupposto che ognuno di noi possa esser geniale.

4- La grandiosa mostra allo zoo di Parigi nel 1998 e il progetto di connessione tra animali e opere d’arte;

Parto dalla relazione cosmica tra l’essere vivente in generale e l’arte. Gli animali sono esseri viventi e io ho voluto e voglio tuttora mostrare e far capire come gli animali e la loro psicologia non sia molto diversa da quella degli umani, anzi. Nell’installazione delle gabbie di gatti selvatici  a Parigi erano state inserite opere d’arte. all’interno della gabbia dei leoni. Io ho fatto ricostruzione della mostra Degenerate Art della Monaco di Baviera del anno 1936, in gabbia dei leoni, quali  non le avevano distrutte. Mentre l’essere umano distruggeva, l’animale aveva un atteggiamento più civile rispetto all’uomo di quel periodo. In queste installazioni si mettono a confronto gli animali, gli oggetti o le opere d’arte. Vengono messi a confronto due modelli culturali: quello del mondo occidentale e quello del mondo animale che vive in armonia con la natura. Dopotutto, se qualcuno guarda la terra dalla Luna, non vi è alcuna distanza tra il Louvre e lo zoo!

5- Il lavoro di installazioni denominato “Triptychos Post Historicus”? Quanti esemplari sono stati prodotti?

Ho fatto 500 installazioni in vari musei del mondo, come al Tate Gallery, Guggenheim Museum di New York, Louvre, Musee Orsay o Musee National d Art Moderne Centre Georges Pompidou. Trattasi di trittici: la prima parte del trittico è rappresentata da un quadro storico che rappresenta un valore spirituale e storico, la seconda parte da un oggetto del quotidiano, la terza parte dalla frutta, che esiste senza convenzioni culturali perché appartiene alla natura e quindi esiste indipendentemente dall’uomo. Il trittico rappresenta il Cosmo in piccolo, la trinità di valori diversi che coesistono.

6- Quali sono le sue prossime mostre e che opere verranno esposte?

Esporrò a Praga dal 25 Ottobre al 20 Novembre 2013 e poi a Parigi. A Praga, alla Dea Orh Art Gallery, esporrò quadri e sculture recenti, tra i quali un trittico: una citazione di Brâncuşi, affiancata ad un trombone, per quanto riguarda l’oggetto quotidiano e, come frutto, una noce di cocco.

7- Come concepisce l’arte?

Vedo l’arte come una passeggiata, una lunga passeggiata durante la quale l’artista migliora il mondo.

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Al “Pitti Immagine Uomo” si fondono moda e musica grazie a “Terra!”, il nuovo album al “Contrario” del M° Maurizio Mastrini

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  • 11 Gennaio 2012

Mercoledi 11 gennaio, alle ore 17:00, presso Palazzo Pitti a Firenze, il M. Maurizio Mastrini si esibirà per “Pitti Immagine Uomo” nel recital pianistico “Terra!”, promosso da Anissej Life, presentando i brani del suo ultimo album. “Terra!” è il nuovo lavoro del Maestro Maurizio Mastrini, “il pianista al contrario” tra i più eclettici esponenti della musica classica contemporanea, pubblicato il 17 dicembre e prodotto da MPC INTERNATIONAL MUSIC.

Ben 15 composizioni classiche e originali, suonate partendo dall’ultima nota verso la prima, così questo quarto album, dopo i successi di “Il Mio Mondo al contrario”, “Il Profumo della Musica” e “Contrario”, ha trovato negli Avatar Studios di New York location ideale per la sua intera registrazione. Gli Studios hanno il merito di aver contribuito a lanciare artisti di fama mondiale quali: Dire Straits, Duran Duran, Bruce Springsteen, John Lennon e tantissimi altri.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questo titolo non fa riferimento agli elementi della natura, fulcro dell’ultimo tour del Maestro, l’Emotion Piano Tour Music, ma all’esclamazione, al grido della prima vedetta delle caravelle di Cristoforo Colombo che nel lontano 12 ottobre del 1492 avvistò il nuovo continente.
“Ho scelto l’America – racconta il Maestro – nello specifico gli Avatar Studios di New York, perché avevo necessità di nuove sonorità, perché ‘Terrà!’ contiene, oltre ai miei brani, che rispecchiano il mio genere minimalista o, come l’ha definito qualcuno ‘suoni matematici’ o ‘quadri sonori’, anche svariate contaminazioni, a partire dalla gradita sorpresa dell’omaggio al grande Maestro Astor Piazzolla”.

‘Terra!’, è anche il titolo del brano che apre il disco, rappresenta il viaggio metaforico tra svariati influssi musicali, sicuramente di grande fantasia sonora tanto che dai sapori jazz, stile “vecchia America” con ‘No Smoking’ definito in anteprima dagli addetti ai lavori: “di assoluto valore emozionale”, trasporta l’ascoltatore verso atmosfere partenopee, o meglio mediterranee, con ‘Tiè’, brano di assoluto virtuosismo suonato interamente solo con le corna delle due mani, cioè mignolo, indice e pollice. Mentre con ‘Astor’ il M° Mastrini omaggia il grande bandoneonista e compositore argentino Piazzolla; arricchito ulteriormente nella versione con assolo di fisarmonica del M° Tiziano Chiappelli, il fisarmonicista pluricampione del mondo.

Ma la musica di Mastrini, così come si è fatta conoscere, si ritrova in altri brani più ‘classici’ come: ‘Malinconia’, ‘Primavera… la rinascita’.
“Il lavoro compositivo di ‘Terra!’ – spiega il Maestro – è nato circa due anni fa , si tratta di un’opera cesellata e curata in ogni sua sfaccettatura. Tengo tantissimo ad ogni brano, quest’album raccoglie tutte le emozioni che la mia attività mi ha fatto vivere in questi due anni, ricchi di emozioni dovute al pubblico che ai successi personali. Insomma consiglio vivamente a tutti di ascoltarlo.”

Ogni nuovo album del maestro Mastrini è atteso con assoluta curiosità per la ormai conosciuta peculiarità del suonare brani celebri al contrario: “… in questo album nell’angolo della musica al contrario ho voluto inserire anche dei passi di musica contemporanea – ha detto Mastrini – prendendo in prestito anche composizioni del maestro Allevi”.
Dall’ascolto del brano ‘Il Mio Mondo al Contrario II’ però non troviamo solo Giovanni Allevi vero? “… la sperimentazione è nata con la musica classica e con la musica classica continua ho voluto creare un mio omaggio al 150° anniversario dell’unità d’ Italia inserendo l’inno di Mameli e il “Va Pensiero” di Giuseppe Verdi, ma ho anche inserito tra l’altro il brano “Alla Turca” di Mozart. Di più non voglio svelare altrimenti si brucia la sorpresa dell’ascoltatore.

Rispetto ai suoi colleghi pianisti, esecutori della nuova musica classica, Maurizio Mastrini abbina ad alcuni suoi brani delle immagini molto suggestive: “Credo che a volte solo il suono possa essere limitativo, inoltre per me che vivo in assoluta solitudine in campagna mostrare a chi mi segue da dove nascono i miei brani è importante. Credo il videoclip sia un valore aggiunto alla musica e sono convinto che nel ‘700 o nell’800 se la tecnologia di allora lo avesse permesso anche i grandi come Bach, Chopin avrebbero utilizzato le immagini per completare le proprie opere.”

Altra curiosità riguarda il videoclip di ‘Terra!’, sempre girato a New York e realizzato dalla videoartist Francesca Lolli, che recentemente ha preso parte alla 54esima Biennale di Venezia con il video “Non io”, presentato nel padiglione Tibet.

Maurizio Mastrini è uno dei maggiori pianisti e compositori incontaminati del panorama musicale e strumentale internazionale. Le sue composizioni sono un anello di congiunzione tra i canoni classici della musica e la nuova Musica Classica Contemporanea, attraverso uno studio di ricerca colto ed emozionale, che si fonde, in alcune frasi, con la dodecafonia, ma senza recepire la durezza armonica di quest’ultima. Ci troviamo di fronte ad un artista anticonformista, che porta le treccine ed i rasta, suona scalzo – “La mia è una necessità – spiega il Maestro – perché il suono si calibra anche con l’uso dei pedali e per una maggiore sensibilità preferisco avere i piedi scoperti, altrimenti sarebbe come suonare con i guanti” ed è assolutamente semplice sul palco come nella vita quotidiana, tanto che tra un brano e l’altro colloquia con il pubblico descrivendo i brani prima di eseguirli. La consacrazione della sua statura in campo internazionale come compositore è arrivata nel 2009 con la realizzazione del primo album “Il Mio Mondo al Contrario”, in cui il M° Mastrini suonava composizioni classiche ed originali al contrario a cui hanno fatto seguito “Il Profumo della Musica” e “Contrario”. Negli ultimi tre anni il Maestro è stato impegnato in due tournèe che l’hanno portato a suonare in tutto il mondo. Intanto, per un nuovo viaggio emozionale, l’appuntamento è mercoledi 11 gennaio, alle ore 17:00, al “Pitti Immagine Uomo”, per il recital pianistico “Terra!”.
(www.mauriziomastrini.com)

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PARTE DA NEW YORK “TERRA!”, IL NUOVO ALBUM DI MAURIZIO MASTRINI, “IL PIANISTA CHE SUONA AL CONTRARIO”

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  • 15 Novembre 2011

“Terra!” è il nome del nuovo album del M° Maurizio Mastrini, “il pianista al contrario”, uno dei più eclettici esponenti della musica classica contemporanea, l’album verrà pubblicato il 17 Dicembre ed è prodotto da MPC INTERNATIONAL MUSIC.
Dopo lo strepitoso successo dei suoi ultimi album “Il Mio Mondo al contrario”, “Il Profumo della Musica” e “Contrario”, in cui il M° Mastrini suonava composizioni classiche ed originali al contrario partendo dall’ultima nota verso la prima, con un riscontro musicale sorprendente, ecco il nuovo e sorprendente album “Terra!” interamente registrato negli Avatar Studios di New York. Gli Studios hanno il merito di aver contribuito a lanciare artisti di fama mondiale quali: Dire Straits, Duran Duran, Bruce Springsteen, John Lennon e tantissimi altri. Al contrario di come si potrebbe pensare, questo titolo non fa riferimento agli elementi della natura, fulcro dell’ultimo tour del Maestro, l’Emotion Piano Tour Music, ma ad un’esclamazione, un grido, quello della prima vedetta delle caravelle di Cristoforo Colombo che nel lontano 12 ottobre del 1492 avvistò il nuovo continente.
“Ho scelto l’America – dichiara il Maestro – nello specifico gli Avatar Studios di New York, perché avevo necessità di nuove sonorità, perché ‘Terrà!’ conterrà, oltre ai miei brani, che rispecchiano il mio genere minimalista o, come l’ha definito qualcuno ‘suoni matematici’ o ‘quadri sonori’, anche svariate contaminazioni, a partire dalla gradita sorpresa dell’omaggio al grande Maestro Astor Piazzolla”.
“Terra!” rappresenta, dunque, un viaggio metaforico su svariati influssi musicali, un viaggio di fantasia sonora che ci porta dai sapori jazz, stile ‘vecchia America’ con ‘No Smoking’ ad atmosfere partenopee, o meglio mediterranee, con ‘Tiè’, brano di assoluto virtuosismo suonato interamente solo con le corna delle due mani, cioè mignolo, indice e pollice. Mentre in “Astor”( brano dedicato al grande Maestro Piazzolla e già molto apprezzato dalla critica) ed in altri brani si avvertono delle contaminazioni dal sapore del tango argentino.
Ma la musica di Mastrini, così come abbiamo imparato a conoscerla, la ritroviamo in altri brani più ‘classici’ come: ‘Malinconia’, ‘Primavera …la rinascita’, ‘Il mio mondo al contrario due’.
“Il lavoro compositivo di ‘Terra!’ – spiega il Maestro – è nato circa due anni fa , si tratta di un’opera cesellata e curata in ogni sua sfaccettatura. Tengo tantissimo ad ogni brano, quest’album raccoglie tutte le emozioni che la mia attività mi ha fatto vivere in questi due anni, ricchi di emozioni dovute al pubblico che ai successi personali. Insomma consiglio vivamente a tutti di ascoltarlo.”
Rispetto ai suoi colleghi pianisti, esecutori della nuova musica classica, Maurizio Mastrini abbina ad alcuni suoi brani delle immagini molto suggestive: “Credo che a volte solo il suono possa essere limitativo, inoltre per me che vivo in assoluta solitudine in campagna mostrare a chi mi segue da dove nascono i miei brani è importante. Credo il videoclip sia un valore aggiunto alla musica e sono convinto che nel ‘700 o nell’800 se la tecnologia di allora lo avesse permesso anche i grandi come Bach, Chopin etc. avrebbero utilizzato le immagini per completare le proprie opere.”
Il videoclip di “Terra!”, girato a New York, è stato realizzato dalla videoartist Francesca Lolli, che recentemente ha preso parte alla 54esima Biennale di Venezia con il video “Non io”, presentato nel padiglione Tibet.
Maurizio Mastrini è uno dei maggiori pianisti e compositori incontaminati del panorama musicale e strumentale internazionale. Le sue composizioni sono un anello di congiunzione tra i canoni classici della musica e la nuova Musica Classica Contemporanea, attraverso uno studio di ricerca colto ed emozionale, che si fonde, in alcune frasi, con la dodecafonia, ma senza recepire la durezza armonica di quest’ultima. Ci troviamo di fronte ad un artista anticonformista, che porta le treccine ed i rasta, suona scalzo – “La mia è una necessità – spiega il Maestro – perché il suono si calibra anche con l’uso dei pedali e per una maggiore sensibilità preferisco avere i piedi scoperti, altrimenti sarebbe come suonare con i guanti” ed è assolutamente semplice sul palco come nella vita quotidiana, tanto che tra un brano e l’altro colloquia con il pubblico descrivendo i brani prima di eseguirli. La consacrazione della sua statura in campo internazionale come compositore è arrivata nel 2009 con la realizzazione del primo album “Il Mio Mondo al Contrario”, in cui il M° Mastrini suonava composizioni classiche ed originali al contrario partendo dall’ultima sino alla prima e negli ultimi tre anni il Maestro è stato impegnato in due tournèe che l’hanno portato a suonare in tutto il mondo.
(www.mauriziomastrini.com).

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L’arte psichica ed ecologica di Leombianchi, pittore simbolista milanese che ha attraversato il secondo Novecento e il primo decennio del Duemila

Leombianchi si definisce ‘pittore Plastico, Ecologico, Simbolico e Psichico’; attraverso vari periodi, dal 1954 ad oggi, ha affrontato il tema della natura e del suo inquinamento da parte dell’uomo. Dichiara: “ogni artista, nell’era della luce, ha il diritto di chiamarsi tale se segue uno scopo sociale e spirituale”

“Durante sette conferenze di Baba Bedi 16° – filosofo conosciuto personalmente durante i convegni organizzati dal Centro di Filosofia Acquariana a Milano – dell’agosto del 1983 a Gualdo Tadino, ho preso annotazioni importanti che illustravano alcuni concetti che condivido totalmente e che qui riassumo”: parla Leombianchi, pittore simbolista milanese che ha cominciato la sua attività a metà degli anni ’50 e che ha ben impresso nelle sue tele una forte ispirazione ecologica, acuita dalla distruzione della natura da parte dell’uomo a partire dal secondo Novecento. Leombianchi illustra i principi dell’arte psichica mutuati da Baba Bedi e riproposti nella sua vita e nella sua arte: “ogni artista, nell’era della luce, ha il diritto di chiamarsi tale se segue uno scopo sociale come essere umano ed è un essere umano solo se è un essere sociale” afferma. “Al ruolo dell’artista psichico a cui serve uno scopo sociale, va aggiunta ora una nuova dimensione, cioè l’essere un agente cosciente per la trasformazione della società. Il nuovo artista deve intraprendere la lotta della Totalità e divenire uno strumento per la trasformazione di tutti gli esseri umani e lo strumento dell’Arte psichica deve essere usato per l’evoluzione della coscienza. Il ruolo dell’artista psichico ha il privilegio di partecipare, con la propria espressione, alla lotta grandiosa che va a sfidare ogni uomo e donna, cosciente del cambiamento qualitativo nella trasformazione cosmica. L’evoluzione stessa si è trasformata dall’era della forza vitale, che guidava la vita umana, alla condotta umana; questa è la differenza tra il vecchio concetto e il nuovo concetto dell’era dell’Acquario, che richiede una forte evoluzione della coscienza umana fino a un punto di perfezione. Ho cercato di esprimere buona parte della mia pittura  seguendo questi concetti” conclude Leombianchi.

Leombianchi può essere definito un pittore Plastico, Ecologico, Simbolico e Psichico. Nato a Milano, ha frequentato i corsi di Domenico Cantatore a Brera; ha partecipato alla vita artistica milanese, conoscendo nei loro studi i maestri Ibrahim Kodra, Gianni Dova, Lucio Fontana, Carmelo Cappello e a Rovereto il futurista Fortunato Depero, oltre ai più giovani Pietro Gentili, Marco Magrini e Ho Kan e ha colto dal vivo, negli anni ‘70, i fermenti artistici milanesi.

Animato da sempre da un vivo desiderio di viaggiare per conoscere la natura intatta e incontaminata e gli usi, i costumi e i tesori artistici del proprio e di altri Paesi, Leombianchi ha portato avanti una ricerca pittorica che si può definire un canto d’amore alla natura e alla sua magica, armoniosa e millenaria evoluzione. Proprio in un momento in cui cominciava un periodo oscuro di aggressione alla natura da parte degli uomini della civiltà dei consumi e del profitto, il pittore simbolista fu fra i primi a innescare una pronta ribellione che prese corpo attraverso una pittura di denuncia contro questi inquinamenti.

Tra i suoi periodi artistici quelli dedicati maggiormente alla natura e al problema dell’inquinamento sono ‘Evoluzione della natura’ (dal 1968), ‘Contro la contaminazione della natura’ (1970-72) e ‘Evoluzione della ecologia interiore’ (dal 2000), che il pittore simbolista illustra così: “ho pensato di poter creare una casa interiore simbolica, per un aiuto ed una ascesa interiore personale con la quale poi imboccare la via maestra di ascesa spirituale. La casa interiore simbolica ha lo scopo di stimolare l’ecologia interiore e l’agire etico nella vita. Questi lavori sono dedicati alle persone che credono in una evoluzione spirituale, verso il futuro di un’umanità realizzata, felice e pienamente rispettosa degli altri eliminando gli eccessi di consumismo e di mercato”.

http://www.leombianchi.it

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Gioielli Alchemici

Un gioiello alchemico è un monile che viene creato con il metodo di fusione a cera persa. Questo antico metodo usato da Sumeri, Egizi, Etruschi, popoli Africani e Precolombiani presenta in ogni fase di lavorazione una simbologia che appartiene per molti versi al processo di creazione della vita umana. Questa tecnica rende ogni gioiello unico ed irripetibile, come l’essere umano.Usare questo metodo però non basta, è necessario essere coscienti di ciò che avviene in ogni passaggio. La filosofia applicata alla tecnica di laboratorio darà un significato profondo ad ogni oggetto, sia per quanto riguarda la natura del gioiello in se stesso sia per quanto riguarda la sua forma. Inoltre per definire un gioiello “alchemico”, è importante che il materiale di cui è composto sia un materiale ETERNO, abbia in sé il principio “ETER”, il quinto elemento, ovvero ciò che lo farà resistere alle prove di Saturno, il padrone del tempo.Questo significa utilizzare materiali come l’oro – nell’ambito dei metalli nobili – oppure la Lega Stellite (acciaio chirurgico) o il titanio – nell’ambito dei metalli non nobili.La mancanza di ossidazione, il mantenimento della brillantezza, la perfetta compatibilità con il corpo e le sue energie, fanno di ciascuno di questi tre metalli la materia prima ideale per creare gioielli che resistano al tempo e che contemporaneamente rispettino la salute delle persone che li indossano.In un’epoca di perdita di valori e di significati un gioiello alchemico rappresenta una piccola scultura da indossare, che ha un simbolismo profondo, una sua “anima” e quindi indossarlo significa portare con sé una forma-pensiero che genera una “forza” speciale, esattamente come fanno alcuni cristalli che si utilizzano per armonizzare le energie.
Ciò che determina la natura di un gioiello “alchemico” è inoltre legato allo spirito ed allo stile di vita di chi lo fa. E’ necessario che esista una coerenza, una responsabilità che si evidenzia nello stile di vita del creatore. L’artista imprime quindi al gioiello qualcosa di sé e della sua essenza: proprio questo aspetto è ciò che per gli alchimisti rende preziosa la loro opera.
Quando “arte e vita” coincidono, infatti, l’arte racchiude in sé l’essenza del tempo e dello spazio, l’alchimista la raccoglie e la esprime nell’opera, ma tra tutte le tecniche, quelle che prevedono l’uso del fuoco sono le più affascinanti poiché riescono a trasmettere al meglio l’Essenza della vita. IL CORSO:L’appuntamento è per il 28 e 29 Marzo al Bosco WWF di Vanzago.Il corso avrà la durata di un weekend, durante il quale ognuno potrà sperimentare la propria creatività per dar vita al suo gioiello alchemico attraverso un percorso che prenderà in considerazione, oltre all’alchimia dell’oggetto – con preparazione in cera, fusione e formulazione di un “intento” – anche l’alchimia della persona.

Il corso sarà infatti supportato da tecniche di alchimia umana come la meditazione, lo yoga, l’arte, l’incontro con la natura e con i quattro elementi per generare una trasformazione vera e profonda di se stessi, proprio come avviene nel metallo. Questo aiuta a trasformare gli aspetti di noi che vogliamo cambiare (piombo) per manifestare la parte più pura e migliore di noi (oro) oppure confermare più coscientemente i progetti che già stiamo vivendo.

Per informazioni e prenotazioni:

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