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Flavio Cattaneo, Terna a Piazza Affari pioggia di dividendi

Pioggia di dividendi in arrivo a Piazza Affari, oltre 13,5 miliardi di euro (per un rendimento medio del 3,7% circa). Tra i migliori titoli spicca ancora Terna, guidata da Flavio Cattaneo, che staccherà il saldo pari a 0,13 euro (che da solo rende il 3,6%) su un dividendo complessivo di 0,2 euro.

Pioggia di dividendi in arrivo a Piazza Affari, oltre 13,5 miliardi di euro (per un rendimento medio del 3,7% circa). A maggio, infatti, insieme alle rose, fioriscono anche la maggioranza delle cedole. Il 2012, in realtà, è stato un anno di magra ma, nonostante questo, la maggior parte delle società non ha resistito al richiamo dei propri rispettivi azionisti di riferimento (enti locali, noccioli duri o Fondazioni).

Anche per questo sono ancora molte le azioni che battono l’inflazione e, di sicuro, i rendimenti dei titoli di Stato. Certo, partire oggi per la caccia alla cedola è piuttosto tardi (una volta annunciato il dividendo, i titoli, in genere, quotano incorporando la cedola), ma complice qualche eventuale scivolone di Borsa, potrebbe comunque rivelarsi proficuo tener davanti date e importi degli stacchi, per eventuali, anche rapide, incursioni.

Il «cedola-day» è fissato il 20 maggio quando a staccare saranno circa 55 società, un quinto di Piazza Affari. Come da tradizione, i dividendi più generosi sono quelle riconosciuti dalle regine dei cash cow, società che operano in regime di concessione o in mercati regolamentati (prevalentemente quindi reti e utility).

Brilla Hera che stacca il 3 giugno e offre un rendimento del 5,8%. Non sono da meno anche alcuni volti noti come Enel (0,15 euro, rende il 5%) e A2a (0,026 euro, rende il 4,1%). Tra chi tra maggio e giugno salda, rimangono interessanti: Eni che pagherà 0,54 euro su una cedola complessiva di 1,08 (il solo saldo rende quasi tre punti percentuali), Atlantia che riconoscerà sul 2012 altri 0,391 euro su un totale di 0,746 euro (il solo saldo rende il 2,9%), Snam che pagherà 0,15 euro al netto dell’acconto di 0,1 euro (il solo saldo rende poco meno di quattro punti percentuali), Terna, guidata da Flavio Cattaneo, che staccherà il saldo pari a 0,13 euro (che da solo rende il 3,6%) su un dividendo complessivo di 0,2 euro.

Certo, stupisce che in un anno di recessione e con previsioni non particolarmente ottimistiche, la stragrande maggioranza di Piazza Affari abbia in ogni caso optato per distribuire gli utili (o riserve quando, come per Buzzi Unicem, il risultato netto è in rosso).

«Si consideri che il prezzo sull’utile del Ftse Mib è negativo, ovvero il risultato netto delle diverse società presenti sull’indice è in rosso. Il fatto stesso, quindi, che ci sia un dividend yield (rendimento-ndr) è una contraddizione», sostiene Corrado Caironi, investment strategist di R&Ca, secondo cui «le aziende dovrebbe investire sullo sviluppo e destinare gli utili a capitale, piuttosto che utilizzare le riserve straordinarie per pagare cedole».

FONTE: Il Giornale

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Flavio Cattaneo: Nuovo record storico per Terna a Piazza Affari

Nuovo record storico per Terna a Piazza Affari. La società, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha chiuso la seduta a 3,544€/azione (+2,13%), aggiornando così per la seconda volta nelle ultime tre sedute il massimo storico.

Terna, Flavio Cattaneo.

L’azionista che avesse investito in Terna dalla quotazione (effettuata ad un prezzo di 1,70€/azione) ad oggi non solo avrebbe visto più che raddoppiare il valore del suo titolo, ma avrebbe ricevuto oltre 1,37 €/azione di dividendi cumulati, ottenendo così un rendimento complessivo in termini di TSR (Total Shareholder Return) del 252%, nettamente superiore rispetto al 70% dell’indice europeo di riferimento (DJ Utilities) e in netta controtendenza rispetto ad un TSR del mercato Italiano negativo di quindici punti percentuali (-15%).

FONTE: Terna

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Flavio Cattaneo: Borsa, Terna tocca i nuovi massimi storici

A Piazza Affari, Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, supera i precedenti massimi storici toccati a 3,486 l’11 maggio 2011. La forza dell’uptrend sale a 2,50 euro.

Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha superato nella seduta di giovedì i precedenti massimi storici toccati a 3,486 l’11 maggio 2011 lasciando chiaramente intendere la forza dell’uptrend che sale dai minimi dello scorso luglio a 2,50 euro. Da notare anche che il top del 25 aprile a 3,51 forza il lato alto del canale che sale dai minimi di luglio 2012. Flessioni correttive restano possibili ma la direzione dominante viene confermata al rialzo con target a 3,62, 3,71 e 3,86 euro. Solo sotto 3,40 rischio di cali estesi fino a 3,15, base del citato canale crescente e media mobile a 100 giorni. Supporto intermedio a 3,34, base del gap del 18 aprile.

FONTE: La Stampa

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Flavio Cattaneo: Piazza Affari, nel casting dei buoni dividendi spicca Terna

Piazza Affari, ecco 24 titoli con cedole elevate e sostenibili nel tempo, tra i quali spicca Terna, la società che gestisce la rete elettrica, guidata dall’AD Flavio Cattaneo. Il “casting” dei buoni dividendi ha tenuto conto di un giudizio qualitativo sulla visibilità e di alcuni parametri numerici relativi al rendimento per dividendo medio degli ultimi due esercizi, alla crescita della cedola e al pay out, cioè la percentuale di utile complessivo che l’azienda decide di distribuire agli azionisti.

Un buon dividendo mette d’accordo investitori grandi e piccoli. Purché sia munifico, sostenibile e in crescita. Con il ritorno dell’incertezza dopo le elezioni, Piazza Affari soffre ancora di volatilità, ma resta un luogo dove si possono cogliere cedole interessanti. Da Eni ad Azimut, da Snam Rete Gas, a Terna, la società guidata da Flavio Cattaneo, da Intesa Sanpaolo a Pirelli o Lottomatica, da Recordati a Iren passando per Telecom risparmio ecco 24 società scelte tra i 40 big, e tra un campione di pesi medi con un certo requisito di liquidità negli scambi.

Il loro dividendo medio 2012-2013 va da un minimo del 3,7% (Azimut e Pirelli) a un massimo del 9,1% (Iren). La selezione di Equita sim, proposta nella tabella, non si limita però alla segnalazione dei dividendi più alti, ingigantiti dall’endemica sottovalutazione del nostro mercato e, in questi giorni, dall’ulteriore caduta dei prezzi legata al complesso risultato delle urne. «Abbiamo fatto una sorta di casting, che tiene conto di alcuni parametri numerici e di un giudizio qualitativo sulla visibilità», spiega Matteo Ghilotti, responsabile della ricerca azionaria della società. Risultato Il risultato finale è una classifica dove il primo della lista, Unipol privilegio, non è necessariamente il titolare del dividendo più alto ma la società che ha totalizzato il punteggio più elevato (indicato nella prima colonna della tabella) mettendo insieme tutti i parametri.

Nel caso di Unipol, addirittura, il 2012, l’anno della fusione con Fondiaria, sarà senza cedola con una consistente rivincita, a giudizio di Equita, nel prossimo anno. Ed ecco, punto per punto, la logica delle scelta. La prima valutazione è sul rendimento per dividendo medio degli ultimi due esercizi, vale a dire il 2012 che va in pagamento tra un paio di mesi e il 2013, che staccherà la cedola nella primavera 2014. «Da solo però non basta ? dice Ghilotti ?. A volte un dividendo elevato placa la fame degli azionisti di maggioranza ma non è sostenibile nel tempo». Il secondo parametro è la crescita della cedola, non solo tra il 2012 e il 2013, ma anche proiettando stime e potenzialità fino al 2014-2015. E ancora: il pay out, cioè la percentuale di utile complessivo che l’azienda decide di distribuire agli azionisti. «In genere più elevato è, più il dividendo è a rischio di sostenibilità», spiega Ghilotti.

Nel panel delle 24 società ci sono situazioni molto diverse, che vanno da percentuali molto basse, inferiori al 30%, fino al 90% di Beni Stabili ed Hera. Valutazione Per ogni azienda poi è stato evidenziato un parametro che simboleggi la solidità di bilancio. Per le banche è il Core Tier 1, espresso in percentuale, ovvero il termometro della patrimonializzazione, diventato una sorta di ossessione dopo il crac di Lehman Brother dell’autunno 2008. Per i titoli più industriali, invece, viene indicato il rapporto tra debiti e margine operativo lordo (Ebitda), dove valori superiori a 4 volte sono accettabili in un ranking di eccellenza solamente per le utilities, cioè per società con business regolamentato. Anche per le assicurazioni si utilizza un criterio simile con la «solvency», il rapporto tra capitale reale e capitale minimo richiesto. Per Mediolanum, in quanto conglomerata finanziaria che controlla una banca e un’assicurazione, si calcola invece l’eccesso di capitale rispetto al minimo regolamentare: 150% significa che ha 50% di capitale in più del minimo necessario. Per Azimut si utilizza invece il rapporto tra debito e patrimonio netto (debt/equity): la società non ha debiti e quindi la dizione cash sta ad indicare la sua posizione di cassa netta. L’ultimo voto è, appunto, quello dell’analista di riferimento che si esprime sulla visibilità futura delle cedole: se è molto buona vale «5», un dividendo nebbioso vale invece «1».

FONTE: Corriere Economia

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