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Al Grand Hotel Villa Torretta la VII Giornata delle Cucine Italiane

Salvaguardare il Made in Italy in tutti i settori sta diventando sempre più un’esigenza fondamentale. La “cucina italiana” merita di essere difesa in tutto il mondo perché si tratta di un’eccellenza, IDIC –International day of Italian Cuisines, mira a tutelare il diritto dei consumatori di godere di una cucina italiana e di qualità quando si recano in un ristorante etichettato come “italiano”, a combattere le frodi alimentari e a promuovere un patrimonio unico al mondo. Ogni anno i cuochi e i ristoratori aderenti cucinano, in qualsiasi parte del mondo essi si trovino, un piatto della nostra tradizione secondo una ricetta autentica. La manifestazione è promossa e coordinata da itchefs-gvci.com, che fa capo a un network di oltre 1900 cuochi, ristoratori e culinary professional che lavorano in 70 paesi diversi e che quotidianamente si ritrovano nel Gruppo Virtuale Cuochi Italiani (GVCI).

La settima edizione dell’originale iniziativa va in scena il 17 gennaio e l’Italia sarà in prima linea con Grand Hotel Villa Torretta, location storica d’eccezione alle porte di Milano. Protagonisti assoluti quest’anno saranno gli Spaghetti al pomodoro e basilico, piatto emblematico in cui si cimenteranno tutti gli chef aderenti all’iniziativa d dalla Nuova Zelanda, agli Usa, dalla Cina agli Emirati Arabi, dall’Italia al Sudafrica.

Tante le attività proposte al Grand Hotel Villa Torretta: dalle ore 18.00 ci sarà un momento culturale di discussione sulle tecniche antiche e moderne per gli Spaghetti perfetti, aperto a pubblico e stampa, – in collegamento diretto con New York e con lo Chef Enrico Bartolini (2 stelle Michelin), fulcro propulsore della manifestazione – durante il quale lo stellato Tano Simonato del famoso “Tano passami l’Olio” di Milano, proporrà un excursus sulle diverse tipologie di olio,  l’esperta di cucina e insegnate Francesca D’Orazio parlerà della pasta e lo Chef di fama internazionale e vicepresidente (GVCI) Giacomo Gallina spiegherà tutto ciò che ruota attorno ad un’ottima salsa al pomodoro; lo Chef Angelo Nasta, de Il Vico della Torretta rinomato ristorante della Villa seicentesca, premiato per il miglior Risotto alla milanese, racconterà e farà assaggiare la sua personale proposta di Spaghetti.

Dalle ore 19.30 Francesca D’Orazio e Giacomo Gallina propongono una speciale lezione di cucina (al costo di 35€ a persona) tutta incentrata sul piatto celebrativo durante il quale sarà possibile imparare trucchi pratici e nozioni approfondendo le origini degli Spaghetti al pomodoro e basilico.

Per ulteriori informazioni e per la ricetta tradizionale:

www.idic.itchefsgvci.com

www.villatorretta.it

 

Grand Hotel Villa Torretta, via Milanese 3, Sesto San Giovanni, Milano, tel. 02241121

Segnaliamo che è in funzione la nuova linea metropolitana M5 (linea Lilla), a 300 metri dall’ Hotel fermata BIGNAMI.

 

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Presentazione “E mo t’ammazzo” di Dario Torromeo

Martedì 29 ottobre alle ore 17:30 presso la Libreria Mondadori – Via Piave, 18 – Roma si terrà la presentazione di “E mo t’ammazzo” con l’autore Dario Torromeo e gli interventi di Giuseppe Ippoliti e Federico Zamboni.

La casa editrice Absolutely Free e l’autore Dario Torromeo sono lieti di invitarvi alla presentazione del libro “E mo t’ammazzo“.

A condurre l’evento Giuseppe Ippoliti e Federico Zamboni che, insieme all’autore, accompagneranno il pubblico alla scoperta del commissario Strambelli, protagonista di “E mo t’ammazzo” e della serie di efferati omicidi che, suo malgrado, si trova a investigare.

Scoprite tutti i personaggi che popolano il primo romanzo “spaghetti noir”:

Uno chef che cucina le ragazze che lo fanno innamorare e parla solo attraverso citazioni da film famosi. Uno psicopatico che ammazza al ritmo delle canzoni di Rino Gaetano. Un esaltato che veste come Darko Pancev. Un cameriere sordo, un parcheggiatore cieco e un cantante muto… Ma anche chi cerca di aiutare il commissario, come Ugo, timido, ma buono, pugile per dimenticare le cattiverie della vita. E poi ci sono Clara, giornalista sbadata e arrivista; Macarena, un avaro di talento che al momento di pagare si esibisce in una serie di movimenti che ricordano il ballo sudamericano… Un giallo pieno di ironia. Da morire dal ridere!

 

L’evento si terrà martedì 29 ottobre alle ore 17:30 presso la Libreria Mondadori  – via Piave 18, Roma.

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Pasta ricchezza e passione italiana. La creatività dei formati Fabianelli

 Pasta FabianelliLa pasta ha mantenuto nel corso dei secoli le sue prerogative e connotazioni, pur prestandosi a sempre nuove interpretazioni, fino a quelle più attuali dei grandi Chef contemporanei. Pastificio Fabianelli individua nel grande assortimento di formati, uno dei segreti di questa versatilità ed ecletticità: spaghetti, penne, tortiglioni e così via è impossibile non trovare la pasta giusta per qualunque condimento.

L’Italia è da sempre la culla di una creatività e una fantasia che hanno trovato ampia espressione anche nella capacità di inventare e produrre un numero impressionante di formati di pasta. Catalogarli tutti è un’impresa a dir poco ardua, si è giunti ad individuare più di 300 forme diverse che variano da regione a regione e molto frequentemente anche da città a città.

Formati giunti fino ad oggi grazie a tradizioni tramandate di padre in figlio come accaduto nel Pastificio Fabianelli, che dal 1860 produce pasta di semola di grano duro. Una genialità che si manifesta ugualmente attraverso i nomi presi dalla zoologia (farfalle, orecchie di asino, conchiglie) dalla botanica (nocciole, sedani, gramigna), dalla religione (capelli d’angelo, paternostro, strozzapreti).

Ogni formato presente nel catalogo Fabianelli esprime un carattere proprio, una tradizione che lo lega ad un angolo del paese, una specificità di piatti e usi culinari. Dallo spaghetto alle orecchiette, dalle penne agli ziti, dai maccheroni allo sverzino (formato di pasta creato e prodotto in esclusiva da Fabianelli).

Un discorso a parte merita lo spaghetto, così amato, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo da essere diventato una vera icona del Bel Paese. L’amore per gli spaghetti è a dir poco intramontabile: il preferito non solo tra le “paste lunghe” è il re incontrastato delle vendite. Il suo nome fu registrato per la prima volta nel 1819, quando nel Dizionario della Lingua Italiana di Tommaseo e Bellini, alla voce spago si faceva riferimento a una “minestra di spaghetti”.

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Non è dietetica ma certo buonissima: scopriamo l’amatriciana

Oggi quasi tutte le ricette di cucina sono diventate dietetiche e come dicono gli esperti sono state alleggerite. Personalmente niente in contrario, anzi ne faccio molto uso anch’io, ma come sempre succede in questi casi c’è sempre chi esagera e spesso oltre alle calorie viene tolto anche il gusto. Per tale motivo questo articolo tratterà ricette di primi piatti di pasta, in particolare dell’amatriciana.

Esistono tanti modi per fare la ricetta delle paste all’amatriciana, e non solo per ciò che riguarda il sugo ma anche per il tipo di pasta come: gli spaghetti all’amatriciana, i bucatini all’amatriciana oppure l’amatriciana in bianco detta anche bianca.

Quella che voglio suggerirvi oggi è la ricetta della pasta all’amatriciana originale romana che prevede l’uso dei bucatini e non degli spaghetti: BUCATINI ALLA AMATRICIANA: bucatini 400 g, guanciale di maiale 150 g, pomodori 500 g, vino bianco, pecorino, cipolla, sale, pepe, peperoncino e olio. Soffriggere la cipolla con l’olio, aggiungere il guanciale tagliato a cubetti e sfumare con il vino bianco. Aggiungere i pomodori, aggiustare di sale, pepe e peperoncino e terminare la cottura. Condire i bucatini con il sugo e spolverare con il formaggio.

Le origini della ricetta della pasta all’amatriciana sono da ricercare nel paese di Amatrice che si trova ai confini tra Lazio e Abruzzo. Da qui la disputa sulle origini della ricetta in quanto il paese di Amatrice un tempo apparteneva all’Abruzzo. Inoltre i pastori che inventarono questa ricetta usavano fare l’amatriciana senza pomodoro e come pasta usavano esclusivamente gli spaghetti. Ma tutto questo poco importa, l’unica certezza rimane la bontà di questo piatto.

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