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Analisi fondamentale Forex 14 – 18 Maggio 2012

Analisi fondamentale Forex 14 – 18 maggio 2012

La settimana si apre con importanti notizie che potrebbero avere un impatto non trascurabile sulla crisi della zona euro.

Prima fra tutte è la situazione politica della Grecia seguita dal settore bancario spagnolo e dalla crescita.

La Grecia alla fine della scorsa settimana era ancora senza guida ma voci di venerdì suggerivano la formazione di una coalizione moderata il che riaprirebbe alla possibilità di far tornare i greci alle urne. Stante così le cose sarà data al popolo ellenico la possibilità di decidere chi guiderà il Paese in questa situazione così difficile. Questa decisione ha implicazioni molto ampie per il blocco valutario e già l’agenzia Fitch si esprime riguardo la circostanza dell’uscita di scena della Grecia dell’Europa parlando di un downgrade per tutti i Paesi.

Secondo l’agenzia di raiting un’uscita significherebbe infrangere uno dei principi fondamentali dell’Europa Unita ovvero quello di struttura politica permanente. Tuttavia non tutti i mali vengono per nuocere e l’uscita greca potrebbe servire anche come catalizzatore per un’unità fiscale e politica più stretta.

Ma la situazione greca non resta isolata e il rischio di contagio per la Spagna è molto alto.

Questo Paese sta affrontando tutte le problematiche che ha con il suo settore bancario e proprio venerdì scorso ha annunciato riforme drastiche al fine di tracciare una linea in riferimento alla bolla immobiliare che ha fatto esplodere conseguenze terribili per i creditori della Spagna. Prima tra le riforme la nazionalizzazione di Bankia a Madrid e poi l’incarico per le società di revisione di valutare l’esposizione vera del settore bancario all’immobiliare domestico al fine di rendere le cose completamente trasparenti.

Inoltre il governo costringerà le banche a mettere da parte trenta miliardi di fondi dell’Unione Europea contro le perdite sui crediti immobiliari. Il rischio che si corre in questa situazione è duplice, in primo luogo le banche sono destinate a subire pesanti perdite sui crediti non performing, soprattutto se essi vengono vendute a prezzi “di mercato”, in secondo luogo il governo presterà dei soldi alle banche non in grado si coprire le loro perdite ma ciò potrebbe destabilizzare ancora di più le finanze pubbliche della Spagna e quindi pesare sul rating. C’è anche un’altra questione. Durante questa settimana si avranno i dati Q1 PIL e CPI che potrebbero pesare sull’euro.

Tuttavia ci sono stati segnali incoraggianti da parte della Germania, segnali che possono stimolare tutto il blocco valutario. Con queste condizioni i funzionari di Berlino si sono detti disponibili a consentire un aumento dell’inflazione, in particolare la crescita dei salari, in tutta la Germania per cercare di aiutare il “riequilibrio” dell’economia della zona euro. Tutto ciò potrebbe aprire la strada ai tagli dei tassi della BCE nei prossimi mesi che andrebbe a rafforzare i mercati obbligazionari periferici a breve termine. Ovviamente sono delle ipotesi ma il fatto che la Germania sia disposta ad “ammorbidirsi” è un buon passo verso il cambiamento.

Le borse europee sono state vendute pesantemente la scorsa settimana, ma il ritmo del declino è rallentato in prossimità del week end. L’indice spagnolo è stato colpito con particolare durezza nelle ultime settimane, ma ha recuperato dopo essere caduto bruscamente durante l’annuncio della riforma bancaria venerdì. Ciò suggerisce che il mercato ha accolto con favore l’iniziativa promossa dalla Spagna e preferirebbe vedere la completa trasparenza sullo stato dei problemi spagnoli.

Le banche spagnole hanno recuperato nel pomeriggio di venerdì con gli indici globali azionari europei. L’euro veniva scambiato appena sotto il livello chiave di 1,2950 contro il dollaro alla chiusura dei mercati europei. Si tratta di un livello di resistenza chiave e suggerisce che ci potrebbero essere ulteriori perdite nei prossimi giorni. Tuttavia, se la Grecia può formare un governo moderato di coalizione ci si può aspettare un rally di rilievo nel breve termine.

Continuiamo a vedere EUR/USD spostarsi a ribasso, ma pensiamo che sarà un calo incrementale piuttosto che una prolungata tendenza al ribasso.

Spostiamoci negli Stati Uniti dove la domanda di sicurezza ha provocato una riduzione dei rendimenti del Tesoro. I funzionari della Fed continuano a ribadire la loro riluttanza ad impegnarsi in un ulteriore QE. Il presidente della Fed di Dallas la settimana scorsa ha ribadito che non avrebbe sostenuto un nuovo quantitative easing mentre quello di Minneapolis ha mantenuto la sua linea dura dicendo che potrebbe essere necessario per la banca tagliare lo stimolo in 6/9 mesi. In un ambiente in cui è alta la speculazione sul QE3 tendiamo a vedere i rendimenti del Tesoro a ribasso, rialzi sulle azioni e un dollaro più debole. Ultimamente è stato osservato che l’ambiente sembra essere guidato dal sentimento del rischio, fattore principale che guiderà l’USD ad avere un dollaro forte per la settimana entrante.

L’analisi tecnica è costruttiva per il dollaro, con il Dollar Index, che è scambiato sopra il livello di 80,00. L’indice ha anche rotto a rialzo un canale di medio termine orso, che è iniziato a metà dicembre, suggerendo la continuazione del rialzo. Il canale può essere visto collegando i massimi di gennaio, marzo e aprile e tracciando una linea parallela verso il basso per collegare i minimi del 21 dicembre, inizio febbraio e fine febbraio. Dagli Usa ci spostiamo nel Regno Unito, dove la BoE ha mantenuto i tassi in attesa al termine della sua riunione di maggio tenutasi la scorsa settimana ma nello stesso momento ha permesso al programma di acquisto di attività di giungere alla fine.

L’attenzione della banca si concentra sulla crescita e sull’inflazione. Le previsioni di crescita sono suscettibili di essere riviste al ribasso, anche se la banca ritiene che l’economia britannica sia più forte di quel che dicono i dati ufficiali i quali suggeriscono previsioni di crescita al ribasso con una contrazione dello 0,2%. Per ciò che concerne l’inflazione la banca prevede che questa possa ridursi drasticamente nei primi mesi del prossimo anno. Se il Regno Unito resterà in attesa si può vedere la sterlina continuare ad essere più performante rispetto a euro e dollaro.

Per quanto riguarda il cross EUR/GBP stretto intorno al livello 0.8015/20 questo è significativo in quanto è il rintracciamento del 100% del rialzo dal luglio 2011 quando questa coppia scambiava appena sopra 0.90 quindi la prossima settimana potremmo vedere un’ulteriore gamba ribassista. GBP/USD sembra ben supportato sopra 1,6060, ma siamo più cauti sulla forza potenziale in questa coppia a causa di un forte ribasso da 1,6300 – un livello di resistenza chiave – il mese scorso, e a causa dello status di porto sicuro del dollaro che potrebbe mantenere il biglietto verde a buy, soprattutto se la crisi del debito della zona euro resta al culmine.

Gli appuntamenti più importanti per la settimana prevedono:

  • Produzione industriale euro (lunedì)
  • PIL euro (martedì)
  • ZEW tedesco (martedì)
  • Vendite al dettaglio USA (martedì)
  • Indice prezzi al consumo USA (martedì)
  • Indice prezzi al consumo euro (mercoledì)
  • Nuovi permessi di costruzione USA (mercoledì)
  • Produzione industriale USA (mercoledì)
  • Variazione sussidi disoccupazione UK (mercoledì)
  • Indice di fiducia del Michigan (venerdì)

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Analisi fondamentale Forex 16 – 20 aprile 2012

Analisi fondamentale Forex 16 – 20 aprile 2012

La settimana che si è appena chiusa è stata negativa per l’Europa che ha visto il suo azionario chiudersi in grande ribasso mentre i titoli a 10 anni spagnoli hanno visto salire i tassi fino al 6%.
Il costo per assicurarsi contro l’insolvenza del debito spagnolo ha raggiunto un livello record, mentre i rendimenti obbligazionari sono a soli 70 punti base dai livelli record raggiunti nel novembre 2011.

Questa accelerazione ribassista della Spagna non è giustificata da nessuna notizia negativa, anche in passato abbiamo potuto constatare come le situazioni tendano a deteriorarsi velocemente come con la Grecia, Portogallo ed Irlanda. Tutto ciò non fa prospettare niente di buono anzi potremmo dover affrontare un’altra pericolosa fase della crisi del debito sovrano. Ad oggi la BCE resta l’unica entità in grado di affrontare questa crisi e c’è attesa che possa fare un passo indietro sul mercato e acquistare più debito dei governi periferici come previsto da parte del suo programma SMP.

Ciò ha contribuito a rafforzare il sentiment temporaneamente, però, senza ulteriori dettagli o conferme da parte delle alte sfere di potere dell’area euro il sentiment di mercato si è inasprito su tutti gli asset legati all’euro. Ad oggi il problema per la BCE è che i suoi strumenti potrebbero non essere efficaci così come in passato al fine di controllare questa crisi.

L’idea di base dello SMP è quella di voler ridurre la pressione sui rendimenti obbligazionari e mostrare come la Banca Centrale agisca come un garante finanziario cosa che potrebbe invogliare gli investitori ad acquistare il proprio debito. Nonostante ciò la Grecia ha rinegoziato i suoi debiti quest’anno e attuato tagli ai suoi obbligazionisti lasciando il settore privato con un sapore amaro in bocca soprattutto perché la BCE è rimasta esente da perdite.

Così, se la BCE agisce come acquirente di ultima istanza per il debito spagnolo, e magari anche per quello italiano, può aver bisogno di spendere molto di più dei 200 miliardi di euro che ha speso comprando il debito pubblico in passato. Crescono le tensioni anche nel settore bancario che venerdì ha visto diverse banche italiane sospendere le azioni nella Borsa Italiana dopo che il loro prezzo era crollato al di sotto di una certa soglia. Il settore bancario del Eurostoxx 50, indice azionario pan-europeo, ha registrato un calo netto, ed è sceso più del 15% rispetto al picco di marzo.

L’operazione LTRO ha avuto solo un impatto temporaneo sulle banche e, dal momento che gli istituti di credito spagnoli e italiani hanno usato il denaro per caricare sul debito sovrano, il deterioramento del mercato obbligazionario sovrano questo sta rendendo le cose ancora peggiori per le banche. Questa situazione ostacola la BCE nella risoluzione della crisi e le banche periferiche stanno man mano morendo e mostrano i prezzi delle loro azioni in calo e la qualità dell’attivo deteriorata. Ciò costringe ad utilizzare il denaro offerto dalla BCE non per acquistare debito pubblico ma per assicurarsi il massimo finanziamento interno al fine di superare l’ultima deflagrazione di questa crisi.

Il quadro generale della zona Euro è senz’altro debole: rendimenti dei titoli periferici, i CDS e i mercati azionari europei sono stati devastati dagli orsi della zona euro e l’indice azionario della Spagna l’Ibex 35 è sceso al livello più basso dal 2009 la scorsa settimana ed è ora a solo il 10% di distanza dai minimi raggiunti durante la crisi Lehman Brother’s.

Per la prossima settimana gli eventi chiave saranno le due aste, del 17 e 19 aprile, per il debito spagnolo. Durante l’asta del 19 aprile si venderanno i titoli a 10 anni e se questa dovesse deludere o se i rendimenti dei titoli saliranno a livelli insostenibili per la Spagna sarà la fine. Pensiamo che le autorità europee cercheranno in tutti i modi di evitare il collasso ma la mancanza di una soluzione, ad ora, rende la situazione molto preoccupante.

Altro appuntamento importante è previsto per venerdì 20 aprile quando si aprirà il G20 che potrebbe dare all’Euro un’ulteriore spinta ribassista che la scorsa settimana si è portato a 1.3200 contro il dollaro per poi chiudere a 1.3080. Si prospetta un’ulteriore discesa, sotto l’1.3000 anche se di breve durata. Dall’Europa ci spostiamo negli USA, dove i membri della Federal Reserve sono stati molto cauti nel parlare di interventi sulle prospettive economiche e della politica monetaria. I mercati e le attività di rischio in particolare hanno reagito positivamente alle osservazioni che indicano la possibilità di un nuovo allentamento, mentre le dichiarazioni che indicano un accomodamento sono state salutate con un sell-off del rischio.

Sul mercato c’è l’idea che la Fed dovrebbe mantenere la sua strada e tenere altre opzioni sul tavolo. Sorprese positive dai dati o commenti più forti dovrebbero essere favorevoli al dollaro mentre la prospettiva di un ulteriore allentamento peserebbe sul dollaro. Maggiore trasparenza non significa necessariamente maggiore chiarezza e i mercati sono stati stoppati mentre gli operatori cercano di decifrare le recenti parole della Fed e valutare le opinioni di vari funzionari.

Torniamo in Europa ma ci spostiamo nel Regno Unito, dove l’economia ha recuperato dopo il deludente quarto semestre del 2011, quando risultava ancora allo 0.3%. Le indagini PMI del mese di marzo sono state più forti di quanto previsto mentre le vendite al dettaglio, come misurate dal British Retail Consortium dell’ultimo mese, hanno sorpreso al rialzo.

La prossima settimana si avranno i dati per quel che concerne l’inflazione, la vendita al dettaglio e le misure della BoE. Questi ultimi dati forniranno un quadro completo dell’economia del Regno Unito prima del rilascio del Q1 del 25 aprile. È veramente importante conoscere questi dati che potrebbero significare un nuovo stimolo della BoE nella sessione di maggio. In questo momento la prospettiva di un aumento dell’APF è bilanciata. La prossima settima dunque occhi puntati sull’inflazione dalla quale la BoE si attende una forte contrazione dato l’aumento dei prezzi del petrolio nel primo trimestre.

Dovrebbero rimanere stabili i prezzi al consumo (3,4%) anno su anno a marzo, tuttavia i prezzi alla produzione erano più forti il mese scorso, ciò aumenta il rischio di superamento dell’obiettivo dell’inflazione. Il cable la scorsa settimana ha seguito EUR/USD portandosi quasi a 1.6000 per poi ricadere di nuovo nella giornata di venerdì. Se il dato sull’inflazione ci restituirà un aumento, la sterlina potrebbe nuovamente apprezzarsi, in caso contrario, e soprattutto in seguito ad un ulteriore ribasso del dollaro, potrebbe ritornare in area 1.5700.

Ci spostiamo in Estremo Oriente, dove la Banca del Giappone ha mantenuto la sua politica attendista, anche se la pressione politica è in aumento nei confronti della banca ad essere più attiva e le chiede di adottare nuove misure per combattere la deflazione con i membri attuali prima che si insedino i nuovi candidati. Venerdì i commenti del governatore Shirakawa hanno rafforzato l’intensione della collaborazione tra banca e governo nella lotta contro la deflazione al fine di perseguire un quantitative easing potente.

Stante così le cose è probabile che la BoJ nel corso della riunione politica del 27 aprile agirà e lo yen perderà appeal. Atteso per questa settimana USD/JPY in lieve recupero, sopra soglia 82.00.

Per questa settimana diversi importanti appuntamenti:

  • Vendite al dettaglio USA (lunedì)
  • Indice dei prezzi al consumo UK (martedì)
  • ZEW tedesco (martedì)
  • Indice dei prezzi al consumo Euro (martedì)
  • Nuovi cantieri edili e permessi di costruzione USA (martedì)
  • Produzione industriale USA (martedì)
  • Variazione sussidi di disoccupazione UK (mercoledì)
  • Fiducia dei consumatori Euro (giovedì)
  • Indice IFO tedesco (venerdì)
  • Vendite al dettaglio UK (venerdì)
  • Meeting G20 (weekend)

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Analisi fondamentale Forex 19 settembre 2011

Analisi fondamentale Forex 19 settembre 2011

La Banca Centrale Europea, la Federal Reserve, la Bank of England, la Bank of Japan e la Banca Nazionale Svizzera hanno deciso di mettere in atto una manovra congiunta che prevede l’aumento di liquidità nel sistema bancario europeo affinché si eliminino le difficoltà di approvvigionamento di dollari da parte del sistema bancario. Grazie a questa operazione l’Euro ha tirato un sospiro di sollievo anche se saranno i prossimi giorni a deciderne la validità. Prima conseguenza di questa manovra è stata la perdita di un punto del Dollar Index, indice di misurazione del Dollaro e le agenzie americane iniziano a correre al riparo. Si riunisce il FOMC per due giorni durante i quali stabilire un nuovo piano di stimolo per l’economia americana e la FED nel frattempo vaglia la possibilità di riaprire le linee swap con le banche centrali al fine di evitare un rialzo dei tassi di prestito interbancario. Questa misura fu adottata già nel 2008 all’inizio dell’attuale crisi economica. Nella settimana che si è appena conclusa il dollaro ha perso qualche posizione nei confronti dell’Euro, anche se il cambio non ha superato 1.39, e ha guadagnato contro la Sterlina. Nella scorsa settimana era anche prevista la riunione dell’Ecofin all’utilizzo di Eurobond. L’ospite d’eccezione Geithner, ministro del Tesoro Statunitense, ha spiegato che per risolvere la crisi del debito europeo bisogna mettere euro a disposizione degli Stati in difficoltà, ampliando la dotazione dell’EFSF attraverso l’emissione di Eurobond. Ma le nazioni europee non hanno accolto benissimo questa soluzione e la Germania come altre nazioni hanno detto no a questa misura. L’Europa continua a navigare in pessime acque e i vari governi con e la BCE sono sempre più divisi tra di loro mentre la Grecia continua a non rispettare i patti presi con la Trojka. Le monete di rifugio, come Yen e Franco svizzero, continuano a non cedere posizioni anche se la situazione interna del Giappone non è delle migliori e la Bank of Japan si prepara a prendere misure di contrasto alla crisi. In questa settimana ci sarà l’indice ZEW tedesco atteso in calo e dagli USA arriveranno i vari indicatori del settore delle costruzioni.

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Analisi fondamentale Forex 25 luglio 2011

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Finalmente l’Unione Europea è riuscita a raggiungere degli accordi riguardo il nuovo piano di aiuti, 160 miliardi di Euro. A partecipare saranno la BCE con 109 miliardi, il Fondo Monetario Internazionale con 23 ed è prevista una partecipazione privata volontaria tra banche e assicurazioni. La definizione di questo piano è stata ben accetta dai mercato che hanno spinto l’Euro al recupero e a trasformare il lunedì nero della scorsa settimana solo in un ricordo. L’euro durante questa settimana ha toccato nuovamente quota 1.44. Quello della Grecia resta un caso a se stante, ci tiene a sottolinearlo l’Unione Europea che dice che questo tipo di aiuti non ci saranno mai più per nessun altro Paese ma che le manovre economiche verranno messe in atto prima, al fine di evitare di arrivare alla tragica situazione greca. Quanto appena detto non deve indurci a pensare che basti un accordo per cancellare il problema greco o altri che si sono avuti in questa settimana (speculazione su Spagna e Italia), l’Euro è senza dubbio una moneta forte a livello mondiale ma nel medio periodo continuerà a risentire di alcune problematiche. Sempre restando in Europa la Bank of England continua a non volere aumentare i tassi di sconto e così facendo la Sterlina si vede vincente nei confronti del Dollaro americano ma perde qualcosa nei confronti dell’Euro. Per questa settimana è prevista una crescita in calo e la coppia GBP/USD che potrebbe portarsi a 1.60. Dall’Europa ci spostiamo negli USA dove sono ancora in corso trattative tra Obama e i Repubblicani sulla questione dell’aumento del tetto legale del deficit pubblico entro il 2 agosto, teso ad evitare il default tecnico. Ormai manca pochissimo tempo e anche se l’accordo venisse raggiunto durante questa settimana, gli USA dovrebbero poi essere in grado di metterlo in atto nel minor tempo possibile. La Fed dal canto suo Fed ha ricominciato a pompare liquidità nel sistema prendendo a prestito denaro dal fondo pensioni e dai mutui e attingendo alle riserve petrolifere e di gas patrie con l’obiettivo di abbassare il prezzo dei carburanti che figura tra le prime voci di spesa dell’americano medio. Questa manovra ha permesso alla Borsa americana di salire. In questo quadro le monete di rifugio hanno perso terreno e l’oro ha segnato nuovi massimi. Se la manovra americana dovesse mettersi in atto ci sarebbero sicuramente ripercussioni sul rapporto EUR/USD e USD/JPY. Durante questa settimana si dovrà attendere l’epilogo delle trattative tra Obama e i Repubblicani e le occasioni di trading saranno tantissime. In Europa è previsto per mercoledì la pubblicazione dell’indice di fiducia delle imprese manifatturiere italiane e dell’indice dei prezzi al consumo tedeschi, attesi in aumento dello 0.3%. Giovedì invece ci sarà la pubblicazione del tasso di disoccupazione della Germania atteso stabile al 7% e dell’indice di fiducia della Commissione UE di luglio atteso in calo a 104.5, poichè sconta ancora il problema greco. Venerdì avremo dati importanti come le vendite al dettaglio della Germania e le spese per i consumi francesi attesi entrambi in rimbalzo rialzista. Sempre per questa settimana ci si aspetta che l’inflazione dell’area euro sia stabile al 2.7% e che i prezzi al consumo italiani siano in rialzo dello 0.4%. Tornando negli USA per martedì sarà pubblicato il dato sulla vendita di nuove abitazioni atteso in calo a 305mila e la fiducia delle famiglie del Conference Board atteso in aumento a 60; mercoledì sarà pubblicato il dato sugli ordinativi di beni durevoli di giugno atteso in lieve rialzo e in serata il Beige Book dell’ultima riunione del FOMC; venerdì chiuderanno i dati macro statunitensi la prima stima del PIL del 2° trimestre attesa in rialzo del 2.2%, la fiducia delle famiglie elaborata dall’Università del Michigan attesa in recupero a 68 e il Chicago PMI di luglio atteso in recupero a 63.

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Analisi fondamentale Forex 18 luglio 2011

Analisi fondamentale Forex 18 luglio 2011

La settimana appena trascorsa è stata molto turbolenta. Il cross EUR/USD ha toccato 1.39 per poi avere un forte rimbalzo. Questa situazione è determinata dalle vicissitudini economiche che i due Paesi stanno attraversando e che hanno inciso sul breve periodo generando delle forti variazioni di prezzo caratterizzati da un forte volatilità senza precedenti storici. Due monete in crisi. Ad approfittarne sono le monete di rifugio quali yen, franco svizzero e l’oro il quale ha segnato un nuovo record storico. Si vocifera di un immediato intervento della BoJ (Bank of Japan) se il cross USD/JPY dovesse tornare sotto 79. È uno scenario molto complesso quello del Forex delle ultime settimane dove anche “i migliori” fanno fatica a sopravvivere. La moneta europea è stata incapace di approfittare della debolezza del Dollaro e lunedì e martedì ha subito degli importanti crolli che non è riuscita a riassorbire nonostante i forti rimbalzi. Ma la debolezza dell’Euro non si mostra solo con il diretto rivale americano. Segnali negativi anche nei confronti del Franco svizzero e dello Yen. Venerdì con la chiusura dei mercati sono stati effettuati gli stress test sulle maggiori banche europee che hanno visto 8 bocciate su 91 (5 spagnole, 2 greche e 1 austriaca) un risultato positivo almeno a prima vista ma la maggioranza pensa che sia un risultato fittizio pubblicato solo per dare fiducia agli investitori. Anche dal Regno Unito arrivano segnali negativi ma la Sterlina resiste e guadagna contro il dollaro fino a raggiungere quota 1.6193. La Bank of Englad è intenzionata a mantenere l’attuale politica economica fino alla metà del 2012 nonostante l’alta inflazione. Negli USA la situazione non migliora e l’economia si trova di nuovo sull’orlo della recessione. Forti contrasti tra Obama e i Repubblicani riguardo l’aumento del debito pubblico ma il mondo intero sta ad aspettare e si chiede cosa succederà il 2 agosto se gli Stati Uniti dovessero andare in default tecnico. Le conseguenze immediate sarebbero il congelamento dei pagamenti governativi ed effetti negativi su consumi e domanda aggregata. In ragione di ciò le agenzie Moody’s e Standard &Poor’s hanno messo sotto vigilanza il rating USA. Viste queste premesse, questa settimana si apre con la questione del debito pubblico USA dominante e l’Europa che inizia a riflettere su un fallimento pilotato della Grecia. In Europa è prevista anche la pubblicazione, martedì 19 luglio, dell’indice ZEW che prevede un calo di -12 mentre per mercoledì 20 è prevista la pubblicazione dell’indice di fiducia dei consumatori anch’esso in calo a -11. La settimana si chiuderà con gli indici di fiducia delle imprese francesi e tedesche entrambi attesi in calo. Nuove pubblicazioni anche per gli USA per le quali si prevedono dei leggeri aumenti i quali, però, non porteranno ad un miglioramento della situazione economica americana.

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