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Il corallo, un investimento prezioso

D. Che cosa è il corallo?
R. Il corallo è la secrezione di minuscoli polipi marini del tipo celenterati. La sua costituzione è calcarea di forma ramificata. Viene pescato nel Mediterraneo, nel Mar del Giappone, ecc. a profondità tra i 40m, i 150m e oltre. Il corallo rosso del Mediterraneo viene spesso distinto con il nome scientifico di “corallium rubrum”.

D. A quale epoca si fa risalire la comparsa del corallo sulla terraferma?
R. Il metodo della datazione al carbonio 14 ha fornito l’ età di un frammento di corallo trovato in un luogo funerario facendolo risalire all’ intervallo 2880-2440 a.c.

D. A quando risalgono i primi commerci del corallo?
R. In questo caso vi sono notizie storiche che partono dal IX-VIII secolo a.c. quando le carovaniere che recavano incenso, mirra, sete preziose, resine aromatiche provenienti dall’ Estremo Oriente e dall’ India, con sosta nello Yemen, percorrevano le “vie” verso la Grecia e Roma attraversando l’ Egitto fino a raggiungere le coste del Mediterraneo. In senso opposto si formò parallelamente da Nord a Sud, partendo dal Mediterraneo, la “via” del corallo. Questo, molto ambito nella ricchissima Arabia Felix, percorreva, in parallelo con le prime, la stessa “via” verso gli scali dell’ Egitto e dell’ India. Da notizie pervenutemi attraverso racconti di famiglia ho appreso che uno Scognamiglio partendo dall’ India ove risiedeva si recò in Giappone dove nessuno si era mai spinto per il corallo. Egli sapeva che anche in quell’ isola si pescavano coralli pregiati ma che il nostro “corallium rubrum” era di un colore inimitabile e accendeva fremiti nei cuori delle aristocratiche ma compassate donne giapponesi. Era proprio la famiglia di questo Scognamiglio (forse quella del mio ramo) a fargli pervenire i coralli migliori del Mediterraneo. Questa non è leggenda ma è storia così come è storia quella del mio bisnonno Giovanni Scognamiglio che vinse il primo premio all’ Expo di Parigi per un bracciale di corallo fatto di un solo pezzo da un solo, enorme e raro ramo.

D. Altre opinioni?
R. Certo. Il corallo è lavorabile in mille fogge e non solo in stereotipate forme. Questo lo rende un prodotto d’ arte, popolare e universale al pari della vera cultura e della grande arte che sono comprensibili a tutti e valide in tutti i tempi. Chi porta un anello al dito o una collana di corallo porta tutto questo. Inoltre in tutti i tempi il corallo è stato considerato simbolo di potenza e di fortuna senza mai smentirsi. Che si vuole di più?

D. Pensa che il suo valore aumenterà ancora?
R. Certo. Il corallo si trova a notevoli profondità marine e quindi non costituisce panorama, è solo una secrezione calcarea. I minuscoli polipi marini che si riproducono a miliardi, depongono sempre nuove secrezioni su altre rocce o in altri anfratti. Questo significa che i polipetti non si estingueranno mai e che quindi questo gioiello preziosissimo non scomparirà tra le popolazioni di tutto il mondo così come lo è stato per millenni. Oggi il corallo si raccoglie nei fondi marini per merito di valorosi sub i quali per non rischiare embolìe possono pescare quantità molto limitate. Ed essendo essi pochi, si ha motivo di credere che tutto ciò vada a confermare ancora di più la conservazione del corallo sotto i mari e nel contempo per la sua difficoltà di estrazione, diminuendo la quantità da commercializzare sul mercato, lo rende ancora, per effetto della sua rarità, prezioso come non mai. Qualche obiezione sulla pesca del corallo poteva essere fatta anni ed anni fa quando la tecnica era quella della pesca a strascico cioè calando nei fondi marini una grossa croce di ferro chiamata “ingegno” a cui erano attaccate enormi reti che trascinate sui fondi marini da quel sostegno strappavano intere ramificazioni senza tener conto del piccolo e del grande. I sub di oggi invece, staccano solamente pochi pezzi grandi, lasciando intatta la ramificazione che quelli piccoli che vanno a formare belle articolazioni fino a quando, dopo decenni, cresceranno anch’esse e lo stesso processo sarà ripetuto senza che la ramificazione scompaia. Alla luce di queste considerazioni, che sono in grado di integrare e completare, anche fornendo esami di laboratorio fatti da un famoso Istituto Universitario di Ricerche, non comprendo come da qualche parte si continui a far circolare la tesi di una probabile estinzione e quindi di una conseguente protezione di questa specie marina, quando non esiste alcun presupposto storico, di fatto e scientifico che possa far da supporto a questa teoria. Il corallo dovrà continuare ad esistere e ad adornare le donne di tutto il mondo perché esso crea valore aggiunto per l’inserimento di una numerosa mano d’opera nel settore. Crea lavoro per i giovani, benessere per le famiglie e crescita per le piccole e medie Aziende del mezzogiorno d’ Italia. Si calcola che nella sola città di Torre del Greco esiste un potenziale di esperti lavoranti valutabile dalle diecimila alle ventimila unità, perfettamente qualificate e pronte alla produzione. E’ inaccettabile una proposta che in tempi di crisi come questi tenda a distruggere lavoro per le classi più bisognose accampando per un motivo “ecologico” assolutamente inesistente. La gente del Sud si deve battere. Deve approfondire attraverso ricercatori e scienziati le ragioni della sopravvivenza di un prodotto che all’epoca dei Borbone fu da questi denominato la “Spugna d’oro del Regno di Napoli”. Tante erano le imposte che faceva incassare allo Stato.

D. Conclusione.
R. Non ci sarebbe altro da aggiungere su questo autentico gioiello . Non può neanche essere contraffatto perché si acquista in limitate quantità da mani di gioiellieri fidati o meglio ancora per i valori più elevati direttamente dai fabbricanti. Come già detto, il corallo è un grandissimo investimento. Un noto presentatore di gioielli su un canale televisivo, dopo aver mostrato le pietre preziose disse: “il corallo non ve lo faccio vedere, lo tengo in un cassetto e non lo vendo, perché tra 5 anni varrà dieci volte tanto”. Ritornando alla genuinità, l’acquisto dai fabbricanti, è la decisione più saggia perché oggi i prodotti vengono contraffatti in modo quasi perfetto. Dal fabbricante si vedrà la materia prima e la lavorazione che non lasceranno dubbio alcuno. Anche perché le fabbriche odierne lavorano sia coralli usuali che pregiati. Infine queste fabbriche hanno oggi un’esposizione così vasta che bisognerebbe andare in 100 negozi per trovarla nella sua completezza. Attenzione quindi. Tutte le cose preziose non si trovano all’angolo della strada, ma nel luogo di origine, esattamente dove ci troviamo noi da sei generazioni. Inoltre, in fabbrica si potranno ottenere valutazioni sicure sui propri coralli. Oggi la moderna fabbrica di corallo offre in locali ad hoc saloni espositivi spaziosi contornati da giardini ed in luoghi ameni, signorili e discreti nei quali si potranno ammirare gli oggetti esposti nelle vetrine lungo liberi percorsi senza sentirsi spinti da commessi o da altro personale ad acquistare questo o quel pezzo potendosi poi allontanare agevolmente, magari, volendolo, soffermarsi a gustare un aperitivo o uno spumantino insieme ai proprietari con i quali si potrà decidere un acquisto oppure un appuntamento per una prossima volta. Senza alcun impegno e con la probabilità di aver intrecciato un’ utile e piacevole amicizia. Ultima cautela. Acquistate direttamente dai proprietari che vedrete in televisione o sulla stampa di prestigio. Quei gioiellieri famosi e visibili sui grandi media non rischierebbero mai la loro reputazione guadagnata attraverso generazioni e generazioni con grande onestà.

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