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Riscatto Anni Laurea | Italia Salva

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  • 19 Novembre 2015

Attraverso Il riscatto anni laurea essi si convertono in anni utili ai fini dell’anzianità contributiva che, sommati a quelli lavorativi, permettono alle persone di andare in pensione prima del previsto. La condizione necessaria è che si abbia un diploma di laurea e gli anni presi in considerazione sono, esclusivamente, quelli del corso di laurea, non quelli fuori corso. E’ importante ricordare che il riscatto laurea non è consentito qualora durante gli studi fosse in corso un’attività lavorativa.

Per riscattare la laurea, il lavoratore deve pagare una cifra che viene calcolata sulla base della retribuzione che egli stesso dichiara nell’anno precedente la domanda di riscatto: a questa cifra viene  applicata l’aliquota pensionistica della sua categoria professionale. Il pagamento può essere rateizzato in dieci anni senza che maturino interessi. Converrebbe chiedere il riscatto della laurea subito dopo la fine degli studi, perché costa meno, in quanto, poiché l’ammontare dei versamenti viene calcolato su base retributiva e, immaginando che ad inizio carriera si guadagni poco, la somma da sborsare non sarebbe troppo onerosa.

Anche coloro i quali non hanno un lavoro possono chiederne il riscatto, versando all’INPS un contributo grazie ad un semplice calcolo riscatto laurea, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile della gestione degli artigiani e commercianti. Il riscatto può avvenire in qualunque momento poiché non esistono termini per la presentazione della domanda.

Ci si chiede se convenga riscattare la laurea o meno; il vantaggio, risponde il blog di approfondimento finanziario “Italia Salva”, riguarda soprattutto coloro i quali abbiano frequentato gli studi senza aver avuto interruzioni di tipo contributivo. Gli anni riscattati sono deducibili dalle tasse e non maturano interessi; inoltre, comportano un aumento del volume pensionistico.

Lo svantaggio principale è quello concernente l’innalzamento dell’età pensionistica, dopo alla Riforma del 2011, che senza dubbio riduce il periodo nel quale il soggetto potrà godere della rendita previdenziale. Questo ha fatto si che, anziché pagare per riscattare la laurea, si preferisca impiegare il proprio denaro per forme previdenziali che possano garantire maggiore sicurezza.

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