Quando si parla di tecnologia e motori puntualmente non si pensa mai ad una donna. E’ quello che tutti pensano quando si va alla ricerca di notizie hi tech navigando tra le risorse geek. E’ vero, sicuramente che le predisposizioni sono diversi. Si tratta proprio di com’è fatto il cervello. Non è un caso se un detto popolare sostiene appunto che donne e motori non vanno d’accordo. Non vuole essere una discriminazione ma un dato di fatto che nella maggioranza dei casi potrebbe confermarsi oppure no. E’ anche vero che lo stesso discorso si fa spesso anche riferito alla tecnologia e all’informatica. Probabilmente perché secondo alcune ricerche svolte un po in tutto il mondo il cervello dell’uomo e quello della donna non sono fatti in maniera uguale. Come anche per altri organi anche se la maggioranza sono simili. Il cervello del maschio è un cervello più predisposto vuoi per conformazione vuoi per peso a svolgere pensieri tecnici e matematici, al contrario di quello femminile che è più predisposto per l’emotività e per l’organizzazione. Bisognerebbe provare a vedere come se la cava infatti un uomo a passare un’intera giornata nei panni di una donna, provando ad incastrare le mille cose da fare sia se si tratta di lavori fuori casa che se si tratta di lavare stirare cucinare. Per non parlare di tutto quello che le donne riescono a ricordare e che si da il caso che il cervello maschile sia poco pratico. Questo dato potrebbe scatenare dissapori, magari discussioni, invece noi vogliamo vedere il lato positivo. Non sarà certo un caso se donne e uomini non sono uguale. E’ probabilmente proprio per questo, grazie a questa differenza che le tue metà si compensano a vicenda. Le singole caratteristiche positive sommate alle caratteristiche negative magari non fanno nulla, ma compensate delle caratteristiche positive e negative nell’altro può certo fare la differenza.
In che modo usare la tecnologia
Oggi trattiamo il tema del HI-TECH ovvero “Alta tecnologia”. Cercando in giro un po’ di notizie hi-tech scovando tra i blog delle risorse geek abbiamo scoperto molte cose interessanti: icon il termine hi-tech si indica la tecnologia al momento più avanzata e appare per la prima volta nel 1957, in un articolo del New York Times che riguardava l’evoluzione dell’energia in Europa. L’articolo dimostrava come la concorrenza stava inducendo le imprese alla ricerca e all‘introduzione di metodi per migliorare la produzione e poter incrementare le proprie attività di mercato, o conseguire profitti superiori rispetto a prima. Questa possibilità di produrre meglio e di più fa nascere lo studio dello sviluppo dell‘innovazione . Iniziarono così gli investimenti e studi che analizzavano la crescita sviluppando teorie sui nuovi metodi di produzione. Un contributo importante può venire dalle riflessioni teoriche e dalle ricerche empiriche sviluppate nel settore di studio denominato Science and Technology Studies (Studi Sociali della Scienza e della Tecnologia). Infatti in questo campo esistono una serie di idee che possono tornare molto utili per evitare di cadere nel noioso quanto inutile dilemma se sia la società a influenzare la tecnologia o la tecnologia a influenzare la società. Il termine tecnologia è una parola composta letteralmente vuol dire “discorso (o ragionamento) sull’arte”, dove con arte si intendeva il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica. Se come tutti sappiamo la tecnica riguarda il saper fare, la manualità, il ragionamento diventa la comprensione dei risultati raggiunti attraverso l’azione concreta: in questo modo la tecnologia diventa il progetto della tecnica. I due termini dialettici del fare e del sapere hanno interagito nel corso del tempo, spesso scambiandosi di ruolo nel promuovere l’evoluzione della tecnologia. La vittoria dell’uno o dell’altro termine ha fatto nascere gli approcci: euristico, quando si procede sperimentalmente con prove ed errori per cercare soluzioni ad un problema sconosciuto; algoritmico, quando si applicano soluzioni già conosciute ad un problema per gran parte simile ad altri affrontati in precedenza.
La tecnologia da sempre e oggi in particolare ha influenzato in modo decisivo la vita e il vivere bene degli individui e delle società, nonché la capacità di tutte le specie animali di controllare e adattarsi al proprio ambiente naturale. L’utilizzo da parte dell’uomo della tecnologia ha avuto inizio con la conversione delle risorse naturali in strumenti semplici. Un po’ come è successo tanti anni fa con la preistorica scoperta o e il successivo controllo del fuoco che ha aumentato le fonti disponibili di cibo e l’ invenzione della ruota che ha aiutato l’ uomo a viaggiare in uno spazio sempre più ampio. I recenti sviluppi dei media (come la stampa o il telefono e Internet), hanno decisamente abbassato le barriere fisiche della comunicazione e ha permesso agli esseri umani di interagire facilmente a livello globale. Nonostante ciò, non tutta la tecnologia è stata usata a scopi pacifici; ricordiamo infatti lo sviluppo delle armi e la sempre crescente potenza distruttiva che è avanzata nel corso della storia, dal bastone alla bomba atomica. Il luogo comune maggiormente diffuso vede come rivali la natura e l’artificio, l’ambiente originario e le trasformazioni prodotte dalla tecnologia. In questo scenario colorito però l’uomo non inserisce nella natura qualcosa che già non esista. Tutti i processi di umanizzazione possono essere dimostrati come riproduzione di meccanismi naturali per il raggiungimento di un obiettivo individuale o collettivo, là ddove in natura la maggior parte delle volte questi stessi processi esistono e vanno avanti in modo casuale. Questo dimostra che la rivalità tra naturale e artificiale non è di tipo qualitativo vale a dire un tipo di trasformazione, fattori implicati ma più che altro di tipo quantitativo e cioè riconducibile alla intensità nel consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili.
L’importanza del web designer
Molteplici sono le nuove professioni nate con lo sviluppo e la diffusione su scala mondiale dei world wide web. E molteplici sono anche le competenze che ognuna di queste figure deve possedere.
La diffusione planetaria del web è avvenuta solo da pochi anni, ma sono già tantissime le competenze necessarie per lavorare sul web, che ogni diversa figura professionale deve possedere.
La realizzazione di un sito web è un’operazione che coinvolge e fonde diverse competenze: il prodotto finale deve essere gradevole, di facile esplorazione, presentare in maniera chiara i propri contenuti ed essere utilizzabile in sicurezza e con semplicità. Risolvere tutti questi problemi coinvolge, oltre al web designer, molteplici figure professionali, sebbene non tutte siano ancora ben delineate.
Le figure professionali che partecipano alla progettazione e programmazione variano in funzione della complessità del progetto e del budget ad esso dedicato: l’information architect che raccoglie i requisiti utente e progetta l’architettura delle informazioni, l’interface designer che progetta l’interfaccia grafica, il web designer è una persona esperta nel campo della grafica per web (non per l’editoria) che realizza le pagine web in formato HTML / XHTML per i browser web, ma può essere semplicemente definito come colui che si occupa di webdesign. Progetti più complessi ed evoluti richiedono, oltre alle professionalità già citate, specialisti di marketing per definire la strategia comunicativa, esperti di copywriting per redigere o correggere il contenuto, sviluppatori che si occupano di generare applicazioni dinamiche che attingono a database ed aggiungono funzioni interattive alle pagine web.
Meno semplice è definire cos’è il webdesign, e cioè una disciplina che è finalizzata alla creazione di siti internet nella loro interezza e in tutte le loro funzionalità. La figura professionale dell’addetto alla progettazione per il web, il web designer, nata con lo svilupparsi del World Wide Web, presenta varie analogie teoriche con quella dell’architetto: così come per la costruzione di un palazzo, il webdesigner deve avere varie competenze che vanno dallo studio del singolo elemento alla complessità del progetto (il cosiddetto “zoom in e zoom out”), ed avere competenze di usabilità ed accessibilità.
Il lavoro del webdesigner comprende capacità di progettazione, sintesi, gusto estetico e creatività più o meno spiccata, studio dell’interattività dei siti internet, usabilità e accessibilità per consentirne un accesso uniforme, nonché visibilità e diffusione tramite canali internet quali social network, circuiti pubblicitari, motori di ricerca, e così via. Inoltre dovrebbe sempre essere informato sulle ultime notizie hi-tech.
I siti internet sviluppati debbono rispondere a grammatiche formali standard, emanate a livello internazionale dal W3C, e sviluppate con lo scopo di rendere i siti intercompatibili e navigabili nel modo più uniforme utilizzando i vari browser e sistemi informatici diffusi. Il webdesigner può essere un freelance, ma per lavori di alta qualità/complessità o grande articolazione collabora spesso con un team di sviluppatori di software nonché esperti professionisti dei singoli settori specifici: webmarketing, accessibilità, designer grafici. Può pertanto anche lavorare in una web agency o in uno studio associato insieme ad altri professionisti o ancora all’interno del normale organico di una grande società nel settore marketing o pubblicitario.
A cura di Martina Meneghetti
Prima Posizione Srl – Marketing Aziendale