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Monopoli: capitalisti contro anticapitalisti

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  • 28 Settembre 2007

Giochi da tavolo addio! Sembra proprio che  le nuove tecnologie abbiano inesorabilmente preso il sopravvento sui tradizionali passatempi che allietavano lunghe serate fra amici in un passato non troppo lontano. E’ proprio per una sottile nostalgia che abbiamo deciso di parlare di Monopoli, il gioco da tavolo che in molte nazioni è diffuso quanto la TV, quello che è stato pubblicato in 40 paesi e in 20 lingue diverse e di cui esistono due esemplari speciali, commissionati dalla NASA, utilizzabili in assenza i gravità!

Non dappertutto però è lecito giocare a Monopoli: sembrerà bizzarro ma ci sono nazioni in cui questo gioco è vietato. Fidel Castro, ad esempio, subito dopo aver preso il potere, lo bandì e fece confiscare tutti gli esemplari esistenti a Cuba; nella Germania nazista, il ministro Goebbels fece altrettanto e in Cina e in Corea del Nord è ancora proibito.

Del resto, per chi lo ha provato almeno una volta, è facile immaginare il perché: il Monopoli è considerato, infatti, il simbolo del capitalismo, delle speculazioni edilizie e della possibilità di diventare sempre più ricchi grazie ad investimenti e monopóli, appunto.

Eppure, il Monopoli è stato inventato con intenzioni tutt’altro che in linea con il capitalismo. Un’affermazione del genere, tuttavia, è sostenibile soltanto se si riconosce che l’antesignano del gioco attuale fu The Landlord Game dell’americana Elizabeth Magie.

La questione, infatti, è stata per lungo tempo controversa: la signora Elizabeth inventò un gioco in cui le proprietà non avevano nomi e non vi si potevano costruire sopra né case né alberghi, in virtù di quel dogma economico, condiviso dalla Magie, secondo il quale la speculazione sulle proprietà terriere sarebbe la base di tutti i problemi economici e sociali. Per lei, quindi, questo gioco doveva avere una funzione decisamente anticapitalistica. Tuttavia, The Landlord Game non ebbe mai una pubblicazione vera e propria: Elizabeth fece a mano alcune centinaia di copie e, nonostante i suoi intenti iniziali, l’invenzione si trasformò presto in Monopoly, un appassionate gioco sugli affari.

L’ulteriore beffa arrivò quando, nel 1933, l’ingegnere Charles Darrow, allora disoccupato, s’imbatté nel gioco della Magie: disegnò infatti un tabellone più attraente (versione utilizzata ancora per il Monopoli americano), riuscì a ottenere il copyright sulla “sua” versione e, dopo vari tentativi, firmò un accordo con la Parker Brothers, una delle aziende leader in America nel settore dei giochi, dichiarando di aver inventato lui il Monopoli.

Il successo fu immediato e Darrow diventò presto ricco e famoso. Quando la Parker capì che Darrow non era il vero inventore, cercò di tenere nascosta la questione e vi riuscì per parecchi anni, fino a quando il professore di economia Ralph Anspach inventò l’Anti-Monopoly (evidentemente un vero e proprio strumento di controffensiva per così dire lucida!) e intraprese una lunga battaglia legale con la Parker che indusse poi quest’ultima ad ammettere l’inganno.

Ora che conoscete la storia, non vi resta che invitare un po di amici, prendere il Monopoli e trascorrere una lieta serata, in barba alla divisioni tra capitalisti e anticapitalisti!

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