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Carlo Pavese dirige il Coro G con “Amor che move il sole…”

Corale Stefano Tempia celebra il Natale con un concerto che si avventura tra le mille sfaccettature dell’amore. Amor che move il sole… propone una panoramica di canti sul tema amoroso esplorando lingue, tradizioni musicali, appartenenze culturali e popoli differenti. Un omaggio alla pari dignità e bellezza di tutte le culture che vuole essere un augurio di pace. Il tema della musica come strumento di dialogo ritornerà nel corso della stagione con l’atteso appuntamento del 21 marzo 2016 (anteprima domenica 20) dal titolo “Tra Armenia e Islam”, ideato e diretto da Guido Maria Guida.

 

Sono affidati ai “Percorsi corali”, filone del cartellone dedicato alle formazioni ospiti,  gli auguri 2015 dell’Accademia. A portare l’atmosfera natalizia al Tempio Valdese di Torino, sabato 12 dicembre alle ore 21, sarà il Coro G di Torino, compagine giovanile formata da cantori tra i sedici e i ventisei anni, fondata nel 2003 e tuttora diretta da Carlo Pavese. I componenti del coro sono ragazzi provenienti da diverse esperienze musicali, che hanno perfezionato la propria tecnica vocale e approfondito la conoscenza del linguaggio corale, grazie anche al carisma umano e artistico di colui che li guida. Carlo Pavese, musicista eclettico, ha approfondito il suo interesse per la nuova musica corale a Stoccolma dove è stato assistente di Gary Graden. Apprezzato docente di direzione, interpretazione e improvvisazione, si è guadagnato la stima del mondo corale che lo ha designato Artistic Manager della XVII edizione di Europa Cantat (Torino, 2012), festival mondiale della musica corale, al quale anche il Coro dell’Accademia Stefano Tempia ha avuto l’onore di prendere parte.

 

Il programma del concerto si presenta come un viaggio geografico e linguistico. Si parte dalla Vienna del Kantor Jacob Handl, di Johannes Brahms e Gustav Mahler, per attraversare panorami inglesi e americani, e approdare a tepori mediterranei.

Apre la serata il mottetto cinquecentesco a quattro voci Surge, propera, amica mea in cui l’amata viene paragonata ad una pura colomba. Con uno scarto di trecento anni Brahms nei Sieben Lieder intona antiche canzoni d’amore. Un’improvvisazione profumata di Mahler conclude la prima sezione dedicata al mondo anglosassone. Il percorso si sposta in terre anglofone con la contemplazione del divino, sia nell’inno accorato If Ye Love Me di Thomas Tallis, che con la raffigurazione della Maria Maddalena di Charles Villiers Stanford. Poi è la volta dell’amor profano in Reincarnations dell’americano Samuel Barber e nelle Five Flower Songs dell’inglese Bejamin Britten.

L’amor latino è inaugurato da Tomás Luis de Victoria, uno dei più celebri compositori del tardo Rinascimento, con una riflessione sulla nascita di Cristo (O magnum mysterium). Con un salto dal Rinascimento ad oggi, si prosegue con il Canto no bercé del vivente Julio Dominguez, che posa lo sguardo sull’amore di un figlio che ricorda la madre lontana. Bruno Bettinelli compose la canzonetta Già mi trovai di maggio nel tentativo di riscoprire le antiche forme rinascimentali della musica vocale a cappella. Pietro Calusetti scrisse giovanissimo L’ombra dei boschi d’Aser che ritrae l’innamorato attendere la sua bella nella frescura dell’ombra verdeggiante. Carlo Pavese, nella veste di compositore, si è ispirato al celebre verso 103 del quinto canto dell’Inferno dantesco. Il brano Amor 103 in prima esecuzione assoluta per la stagione dell’Accademia Stefano Tempia, è un vortice di otto battute che sembra impossessarsi, pian piano, dello spazio sonoro. Un amore menzognero, fatto di promesse tradite, è quello de Le mensonge del contemporaneo Corrado Margutti.

Il cammino si conclude con alcune tradizionali Christmas Carols, che cantano l’amore “On high” (I sing of a maiden – Angels we have heard on hight – Ding dong merrily on hight – Joy to the world) mescolando la gioia trascendente della natività con la festa popolare.

 

Per lo scambio degli auguri, alla fine del concerto, il pubblico e gli artisti sono invitati alla degustazione dei Maestri del gusto di Cioccolatorino Group (Dell’Agnese, Durighello, Gallizioli) e dell’Azienda Vitivinicola Giacometto Bruno di Caluso. L’iniziativa è in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino.

Biglietti. Intero euro 12, Ridotto euro 10, Giovani euro 5.

INFO BIGLIETTERIA: Per ogni informazione e per l’acquisto dei biglietti è possibile rivolgersi (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 14.30) all’Accademia Corale Stefano Tempia in via Giolitti 21/A 10123 Torino, Tel. 0115539358 Fax 0115539330, e-mail [email protected]. I biglietti sono acquistabili anche on-line su www.stefanotempia.it

Nel giorno del concerto è possibile acquistare il biglietto presso il Tempio Valdese a partire dalle ore 20.30.

INFO STAMPA: Chiara Marola, Ufficio stampa Accademia Corale Stefano Tempia, [email protected]

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La Stefano Tempia presenta un viaggio nella letteratura per duo violoncello e pianoforte

 Tre grandi firme, Beethoven, Ravel e Shostakovic, protagoniste del nuovo appuntamento della stagione concertistica dell’Accademia Stefano Tempia, lunedì 16 febbraio.  Un viaggio visionario attraverso la letteratura per il duo violoncello e pianoforte, strumenti prevalentemente solistici e romantici, il cui abbinamento è però uno dei più riusciti, grazie alla ricca resa timbrica complessiva.  Il violoncello, con la sua ampia tessitura che abbraccia un gran numero di ottave, viene spesso paragonato alla voce umana, tanto da essere usato, al posto del canto, anche nella musica leggera, nel rock e nella musica d’ispirazione popolare.

Claudio Pasceri, violoncellista, perfezionatosi tra Cremona e Salisburgo, si presenta sul palcoscenico del Teatro Vittoria con il pianista Antonio Valentino, fondatore del Trio Debussy.  La serata si aprirà con lo stile rigoroso della Sonata in do maggiore op. 102 n.1 di Ludwig van Beethoven, forse la meno conosciuta tra le sonate per questo organico scritte dal compositore di Bonn. Dopo una digressione nel variegato universo della tradizione musicale ebraica con le Due melodie ebraiche di Maurice Ravel, sarà la volta della Sonata in re minore op. 40 del compositore contemporaneo Dmitri Shostakovich.

Nel 1815 Beethoven trovò nella formazione pianoforte-violoncello, lo stimolo per una svolta decisiva. Con le due Sonate op. 102 aveva inizio quella fase che molti critici definiscono del “terzo-stile”, caratterizzata dallo sviluppo di un interesse del compositore, ormai maturo, verso la costruzione contrappuntistica del discorso musicale. Il tematismo classico si fa essenziale, quasi asciutto, e la polifonia entra appieno nella costruzione formale. Seppellite le velleità politiche rivoluzionarie, Beethoven si abbandona ad una personale meditazione, una riflessione volta verso l’io. La Sonata è dedicata a Marie Erdödy, dama dell’aristocrazia imperiale che aveva visto con simpatia l’ascesa del compositore.

Le Due melodie ebraiche di Ravel, composte all’inizio del Novecento, sono presentate nella versione per violoncello e pianoforte. Ma esse furono scritte per la voce, precisamente quella di Alvina Alvi, con la quale lo stesso compositore, al pianoforte, le eseguì per la prima volta nel 1914.  Si caratterizzano per l’essenzialità della scrittura strumentale che si contrappone al virtuosismo del canto (in questo caso del violoncello), denso di fioriture del folklore ebraico. La prima canzone Kaddish utilizza un testo aramaico dal libro di preghiera ebraico, L’Énigme éternelle si basa su un versetto tradizionale yiddish. Quest’opera, proposta tra due imponenti Sonate, vuole essere un momento di riflessione sui tragici eventi della Shoah, appena ricordati nel Giorno della Memoria. La Sonata op. 40 di Shostakovic fu scritta nel 1934, dopo che la rappresentazione teatrale dell’opera Lady Macbeth del distretto di Mtsensk a Leningrado fu violentemente attaccata per il suo linguaggio carico di atonalità e modernismo. Dunque la Sonata, dedicata all’amico violoncellista Viktor Kubackij, rappresenta un’inversione di marcia nello stile del compositore russo, che rinuncia alle più spericolate arditezze a favore di una semplificazione espressiva.

Come di consueto per i concerti al Vittoria,  il viaggio musicale sarà preceduto da un viaggio enogastronomico grazie ai Maestri del Gusto. Lo storico formaggiaio Borgiattino di Corso Vinzaglio e la Cantina dei Produttori Nebbiolo di Carema interverranno con una raffinata selezione dei loro prodotti, alla scoperta delle eccellenze del territorio. Un vero spettacolo di sapori. L’iniziativa, in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, propone un dialogo tra il nutrimento dell’anima e quello del corpo.

Biglietti: Intero euro 15, Ridotto (under 25, over65, Pyou Card) euro 10, Ridotto studenti euro 5. Degustazione: euro 5.

INFO BIGLIETTERIA: Per ogni informazione e per l’acquisto dei biglietti è possibile rivolgersi (dal lunedì al venerdì  dalle 9.30 alle 14.30) all’Accademia Corale Stefano Tempia in via Giolitti 21/A 10123 Torino, Tel. 0115539358 Fax 0115539330, e-mail [email protected].  I biglietti sono acquistabili anche on-line su Soft Tickets all’indirizzo www3.anyticket.it. Nel giorno del concerto sarà possibile acquistare il biglietto presso il Teatro Vittoria di via A. Gramsci, 4 a partire dalle ore 20.30.

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