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“Biennale Milano: esposte le tele di Luciano Trevisan”

Inaugurazione di successo per la grande mostra della Biennale Milano, presentata dal Prof. Vittorio Sgarbi e allestita presso lo Spazio Tadini a Milano, in via Niccolò Jommelli 24, fino all’1 ottobre 2015. L’iniziativa, che raduna artisti di fama, italiani e stranieri, è ideata e organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes. Il pittore Luciano Trevisan nell’occasione espone una serie di quadri di importante significato sociale.

Nello spiegare le sue opere, Trevisan dice: “I miei quadri sono camere di vita. Apriamo la porta ed entriamo. Ci troviamo di fronte alla rappresentazione di una realtà, che conosciamo, ma che per comodità facciamo finta di non vedere. Avvenimenti, che ci richiedono delle risposte”.

Volendo creare un collegamento simbolico con l’Expo milanese, Trevisan sottolinea: “Le opere esposte in Biennale Milano sono coerenti alle tematiche, che si propone l’Expo, parlano di fame, migrazione, ecologia, economia. L’arte è Expo, l’artista esprime con le sue opere il suo tempo, le sue emozioni. Dipingendo un paesaggio, un frutto, un animale, l’uomo e le sue azioni, la sua energia, la vita, lascia una traccia che diventa storia”.

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Luciano Trevisan esporrà in occasione della grande mostra “Biennale Milano” presso lo Spazio Tadini

Grande attesa per l’ormai prossima inaugurazione della Biennale Milano, fissata per sabato 5 settembre 2015 alle ore 18.30 all’interno dello storico Spazio Tadini a Milano, in Via Niccolò Jommelli 24, che vedrà raccolte in mostra opere realizzate da un selezionato gruppo di artisti contemporanei, tra i quali rientra il pittore Luciano Trevisan. All’appuntamento inaugurale il professor Vittorio Sgarbi presenterà la Mostra Biennale Milano, organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes.

Nell’individuare i tratti salienti del suo operato è stato dichiarato “La componente realistica, di matrice figurativa, accostata a quella d’impronta surreale e irreale, affiorano in coesione e sono connesse e legate saldamente a codici cifrati, che traducono il riflesso di un’inquietudine che lo pervade, di un impellente e incalzante esigenza di cambiamento, proiettata verso una svolta decisiva, concreta e tangibile, a livello collettivo, protesa verso uno stimolante accrescimento e un arricchimento umano, spirituale, etico, morale”.

Trevisan si può considerare un pittore concettuale e al contempo un pittore sociale, un pittore della collettività di cui sente l’esigenza e il peso del necessario e indispensabile cambiamento. La sua è la tenace denuncia di un uomo-artista, condotta con caparbia perseveranza d’intenti. Una denuncia fatta per scuotere gli animi e le menti intorpidite, come esortazione a reagire e a rinsavire dagli errori commessi.

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“Spoleto incontra Venezia”: Luciano Trevisan ottiene grande consenso alla mostra curata da Vittorio Sgarbi

In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes è possibile visionare le interessanti proposte pittoriche del noto artista Luciano Trevisan, che stanno riscuotendo ampio consenso e apprezzamento. L’esposizione, si tiene dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nella stupenda cornice veneziana di due edifici aristocratici, Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich, con nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

Trevisan è interprete della realtà, che lo circonda in maniera personale con una pittura impegnata e socialmente presente, attenta e partecipe, che diventa anche uno strumento di denuncia sociale e richiamo collettivo. Ci conduce attraverso i percorsi della memoria in una dimensione metafisica, fatta di continui rimandi e sovrapposizioni, trasportando l’osservatore in una visione parallela con colte rielaborazioni del reale. Il colore è espressione di linguaggio dal forte potenziale comunicativo e arricchisce la scena di suggestione, rafforzando lo spessore della tematica trattata e lasciando tracce indelebili nel tempo dei significati profondi ad essa correlati.

Trevisan nel parlare del concetto di fare concepire l’arte e delle sue fonti ispiratrici dichiara “È complicatooggi definire la parola “arte”. Tutto è arte: in questa corsa sfrenata del nostro tempo è difficile soffermarsi a vedere per poi pensare. un quadro viene giudicato un’icona ferma e superata. Oggi si sente il bisogno di sperimentazione: reazioni visive, provocazioni, performance estreme. Oggi basta avere le idee, non serve più saper dipingere o scolpire, siamo tutti diventati artisti, così ci ha insegnato la tv. Certamente, sono erede della pittura del novecento, ma ogni giorno incontro gli artisti che hanno stimolato in me l’amore per l’arte, frequento visivamente le loro mostre, rileggo la storia del loro percorso. Artisti vicini al mio modo di pensare, pittori che hanno dipinto la vita, il costume, le disattenzioni del loro tempo, come Bosch, Bruegel, Hogarth, Goya, Munch, Hopper. In modo particolare apprezzo Giotto, Beato Angelico, Piero Della Francesca, Antonello Da Messina, Caravaggio, Velasquez”.

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“SPOLETO INCONTRA VENEZIA”: TRA GLI ARTISTI PARTECIPANTI LUCIANO TREVISAN

Tra gli artisti in mostra a “Spoleto incontra Venezia” ci sarà Luciano Trevisan, assieme a nomi di spicco come Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì. L’esposizione si terrà a Palazzo Falier, nobile dimora veneziana sul Canal Grande, dal 28 settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes. Di seguito, l’intervista:

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Primo motivo: sono stato invitato. Secondo motivo: la mostra a cura di Vittorio Sgarbi è garanzia di competenza, serietà e prestigio. Terzo motivo: l’abbinamento di due Città d’Arte come Spoleto e Venezia esaltano l’iniziativa dell’esposizione dandole un valore internazionale, inoltre la mostra si svolge in concomitanza con la 14a Biennale Internazionale di Architettura. Quarto motivo: la bellissima sede espositiva di Palazzo Falier con i suoi originali liagò. Quinto motivo: l’importante adesione del Presidente della Repubblica.

 

D: E’ la prima volta che espone a Venezia?

R: Per la 54a Esposizione della Biennale, il Prof. Paolo Levi inviò la segnalazione del mio lavoro artistico al Coordinamento Organizzativo Arthemisia Group di Roma, ma ci fu un disguido e la documentazione arrivò in ritardo. Questa è la prima volta.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: Esporrò 6 opere: Pietà (2005); Il costo del petrolio (2007); Luci di Natale (2007); Dacci oggi il nostro pane quotidiano (2014); Gaza (2014); Madre Teresa di Calcutta (2013). Per quanto riguarda l’orientamento tematico rispondo con queste parole: i miei quadri sono camere di vita. Apriamo la porta ed entriamo. Ci troviamo di fronte alla rappresentazione di una realtà che conosciamo, ma che per comodità facciamo finta di non vedere. Avvenimenti che ci richiedono delle risposte. I miei quadri sono l’agenda dove ho scritto con il pennello oltre 40 anni di avvenimenti e disattenzioni dell’uomo.

 

D: Quando e come è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Da bambino il mio giocattolo preferito era la matita, la superficie di marmo bianco del grande tavolo di casa è stato il mio primo foglio dove esprimere le mie emozioni. Passione che poi si è concretizzata con lo studio e il lavoro. Ho frequentato dapprima l’Istituto di Belle Arti di Vercelli, ho proseguito i miei studi a Milano alla Scuola del Castello Sforzesco, e all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo un’ulteriore esperienza di studio a Zurigo, sono tornato a Milano e mi sono diplomato anche come Tecnico Pubblicitario Professionista. Ho costruito immagini coordinate per centinaia di aziende leader: dal marchio alla modulistica, dal progetto di arredo di uffici, punti vendita, centri commerciali, stand, disegni industriali di prodotti, alla comunicazione pubblicitaria, ma ho sempre trovato il tempo anche per continuare l’ attività di pittore. A volte lo sfrenato mondo del consumismo mi ha portato a realizzare quadri di denuncia come “I vitelli d’oro” del 1970 oppure “Natura morta” del 1971, ecc.

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Spoleto, una città ricca di storia, arte e cultura, conosciuta nel mondo anche per le manifestazioni  come il Festival dei Due Mondi; Venezia città lagunare unica al mondo, conosciuta non solo per le sue grandi opere d’arte, per il suo Carnevale e in modo particolare per le Biennali, esempio di ricerca culturale e innovazione nei vari settori dell’arte. L’incontro di queste due realtà culturali in concomitanza con la 14a Biennale Internazionale di Architettura, in un momento storico di incertezze e difficoltà economiche internazionali, è un grande segnale per la cultura Italiana sulla strada del Cambiamento e dello Sviluppo.

 

D: E’ compiaciuto di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: La scelta della mia partecipazione a questa mostra abbinata a illustri nomi di artisti, è motivata dalla certezza che questa iniziativa culturale verrà seguita da molte persone, così i messaggi dei miei quadri denuncia avranno modo di arrivare al grande pubblico.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale?

R: È complicato oggi definire la parola “arte”. Tutto è arte: in questa corsa sfrenata del nostro tempo è difficile soffermarsi e vedere, per poi pensare. Oggi un quadro viene giudicato un’icona ferma e superata. Oggi si sente il bisogno di sperimentare: reazioni visive, provocazioni, “performance”, come i manichini impiccati ad un albero, dove l’artista non ha eseguito la costruzione del soggetto, né ha provveduto a collocarlo; così come il pescecane, il teschio, il letto sfatto; oggi basta avere le idee, non serve più saper dipingere o scolpire, siamo diventati tutti artisti, così ci ha insegnato la TV, e il mercato delle aste guidate.

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Certamente sono erede della pittura del ‘900, ma ogni giorno incontro gli artisti che hanno stimolato in me l’amore per l’arte; frequento visivamente le loro mostre, rileggo la storia del loro percorso. Artisti vicini al mio modo di pensare, pittori che hanno dipinto la vita, il costume, le disattenzioni del loro tempo, come: Bosch, Bruegel, Hogarth, Goya, Munch, Hopper. In modo particolare apprezzo: Giotto, Beato Angelico, Piero della Francesca, Antonello da Messina, Caravaggio, Velazquez.

 

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le originali creazioni di Luciano Trevisan

Alle imminenti mostre di “Spoleto incontra Venezia” si potrà visionare l’interessante produzione pittorica del maestro Luciano Trevisan. L’esposizione, curata dal Professor Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager Salvo Nugnes, si svolgerà nella stupenda città lagunare dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con vernissage esclusivo d’inaugurazione fissato per Sabato 27 Settembre. La struttura, che ospiterà il corposo allestimento è l’antico edificio nobiliare di Palazzo Falier, che si trova sul Canal Grande.

Trevisan, originario di Salice Terme, si trasferisce a Milano, dove negli anni Ottanta intraprende con successo la carriera di designer e ideatore di campagne pubblicitarie nazionali. Contestualmente inizia a dipingere, descrivendo i suoi stati d’animo davanti alla contemporaneità, soffermandosi nell’approfondire tematiche riguardanti le disparità del nostro pianeta e ponendosi di fronte ai disagi da esse provocati. Attraverso le sue raffigurazioni sulla decadenza e le contraddizioni sociali si dimostra attento al proprio tempo e ai problemi emergenti. Denuncia la società attuale, i suoi abusi e soprusi, spronando l’osservatore a soffermarsi per pensare e riflettere concretamente su ciò che vede impresso sulle tele.

L’artista dichiara, proclamando e diffondendo un messaggio etico morale di forte spessore “I miei quadri sono l’agenda dove ho scritto con il pennello 40 anni di avvenimenti e di disattenzioni dell’uomo”. Il risultato della sua tenace determinazione sfocia in una pittura onesta, piena di verità e senso di coscienza collettiva, per combattere l’alienazione del mondo e tracciare uno schema narrativo risolutivo pragmatico e di incisiva efficacia verso la mobilitazione da parte dell’opinione pubblica.

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DENTRO LA REALTA’: Mostra personale del M° Luciano Trevisan

L’Associazione Culturale Sapienza in Movimento in collaborazione con l’Associazione Culturale La Rosa dei Venti inaugurano in data 4 Giugno 2012 fino a data 11 Giugno 2012 la mostra personale del M° Luciano Trevisan. Quindici saranno le opere in esposizione che rifletteranno il percorso e l’intera carriera artistica di Trevisan
Vernissage: 4 Giugno ore 15.00 presso l’atrio del lato Minerva Aula Magna-Rettorato, in Piazzale Aldo Moro num 5, Roma
Sito: www.lucianotrevisanpittore.com
Luciano Trevisan nasce a Venezia nel 1938, studia all’Istituto di Belle Arti di Vercelli, dove conosce il suo primo maestro di pittura, Francesco Vertice e successivamente a Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla scuola del Castello Sforzesco.
Dopo un periodo di tempo passato a Zurigo, in cui si appassiona alla filosofia del Bauhaus di Walter Gropius e ai lavori di Alberto Sartoris, La Corbusier, Gaudì e Alvar Alto, torna a Milano diplomandosi anche come Tecnico Pubblicitario Professionista.
Nasce cosi la collaborazione con importanti aziende di cui cura l’aspetto pubblicitario. Dal 1972 al 1987 è direttore creativo e contitolare della MPA, prima agenzia di Sales Promotion italiana. Ha inoltre progettato, nella sua lunga carriera, campagne stampa, spot televisivi e marchi per prestigiosissime aziende e multinazionali.
Contemporaneamente dipinge descrivendo i suoi stati d’animo davanti alla contemporaneità, soffermandosi sulle disparità del nostro pianeta e ponendosi di fronte ai disagi.
Nei suoi dipinti Trevisan denuncia la società contemporanea, i suoi abusi e soprusi, costringendo lo spettatore a pensare e riflettere concretamente su ciò che vede.
Ebbene nel corso della storia dell’arte e in particolare in quello della storia della pittura rari sono i casi in cui l’artista diviene non solo fautore e creatore di bellezza; non solo ricercatore di sapori estatici; non solo indagatore di emozioni legate al gusto della sua epoca…capita che alcuni tra i più sensibili pittori e disegnatori abbiamo percepito una sorta di vaticinio o premonizione.
Goya con le sue pitture nere della “Casa del Sordo” dipinse un dramma interiore che però corrispondeva perfettamente alla tragedia storica che viveva la Spagna nella prima metà dell’800; Picasso con “Guernica” urlava il suo dolore che era, allo stesso tempo, la denuncia della guerra e la sofferenza connessa alle infamie belliche.
Luciano Trevisan, come Goya e Picasso, si fa foriero di una pittura di denunzia “I miei quadri sono l’agenda dove ho scritto con il pennello 40 anni di avvenimenti e di disattenzioni dell’uomo” scrive l’artista che proclama e diffonde un messaggio sociale pregno di toccante determinazione.
Non solo esistono i poeti “Vate” ma anche “artisti veggenti” e questo è il caso del Nostro, costui in anticipo rispetto agli avvenimenti storici- lo confermano le datazioni delle sue opere- manifesta in maniera inequivocabile il suo dissenso verso situazioni reali e problemi della nostra epoca.
Il XX secolo e ora il XXI risultano periodi in cui il consumismo ha agito in maniera totalitaria contaminando la bellezza del creato.
L’alienazione del mondo è compresa da Trevisan che con il pennello traccia uno schema pragmatico nei confronti di questo invisibile dispotismo. L’artista crea un chiasmo, utilizza l’ossimoro per dare forza al suo narrato. Trevisan non fa Pop Art, non si rifugia nell’assenza di giudizio di un Warhol, non si concede ad acatalessie personali o a fughe in realtà provvisorie e artificiali come Lichtenstein ma affronta la questione schierandosi in prima persona. Il risultato è una pittura onesta, piena di verità e coscienza.
Si dirà che ogni epoca ha i suoi caratteri propri e che l’arte per essere autentica deve in certo modo registrarli.
È inutile certo negare di essere nell’era della globalizzazione e che l’anarchia più sfrenata è emblema della contemporaneità per la quale i lumi settecenteschi della ragione da tempo ormai sembrano spenti.
La provvisorietà anche dell’opera d’arte diventa cosi segno del nostro tempo. Ma a queste considerazioni Trevisan risponde in modo diverso…con un’arte umana, eterna e universale.

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