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Internet of Things e sicurezza, binomio (im)perfetto?

Al festival ICT si parlerà dello IOT e dei problemi legati alla sicurezza e alla privacy.

In casa, in ufficio, nel tempo libero, sono sempre di più i prodotti connessi al web, fenomeno e trend ben noto come Internet of Things o IoT. Ma se da un lato godiamo dei vantaggi di prodotti intelligenti, dall’altro aumenta il numero di dati ed informazioni diffusi in rete. Viene così da chiederci: “quanto siamo sicuri”?

Questo tema sarà inserito nell’Agenda del festival ICT, l’evento dedicato alle tecnologie ICT, in scena l’11 Novembre 2015, presso la Fiera Milano Congressi. Con esponenti del settore, si parlerà dell’equilibrio tra sicurezza e Internet of things, affronteremo l’aspetto legato alla protezione dei dati e alla tutela dei consumatori.

L’Internet delle Cose sta già rivoluzionando l’operatività di ogni settore economico, sia pubblico che privato. Industria, produzione, sanità, trasporti, Pubblica Amministrazione, sono ormai molti i settori interessati dall’IoT. L’offerta dell’ICT non manca, con soluzioni domotiche intelligenti, contatori per misurare i consumi, servizi di infomobilità, registrazioni dei parametri di guida e mille altri scenari ancora. Un esempio di applicazione trasversale, utilizzato tanto dal pubblico che dal privato, sono i sistemi di videosorveglianza intelligenti, finalizzati al controllo e all’antintrusione, alla gestione delle flotte aziendali, così come al monitoraggio del traffico cittadino. Non solo. Molte altre tecnologie di sicurezza e safety stanno migrando dall’analogico all’IP e questo richiederà maggiori precauzioni, policies e skills per una gestione corretta dei rischi portando da un mondo sempre più connesso.

Una rivoluzione rapida che apre la porta a nuove problematiche, in termini di privacy e sicurezza dei dati personali ma non solo.

Le problematiche si riscontrano già dall’accesso al web che molto spesso avviene dal mobile o dal cloud. I dispositivi connessi, poi, presentano un’alta vulnerabilità: la protezione non è sufficiente, in quanto le password richieste non hanno un livello di complessità e lunghezze adeguate. Su molti device non è ancora presente un blocco dell’account dopo un determinato numero di tentativi non riusciti, oltretutto.

Da qui il (potenziale) facile accesso ai nostri dati e a tutte le informazioni personali o immagini, nel caso di sistemi di videosorveglianza.

Sicuramente la nuova sfida delle Information & Communication Technology sta nell’eliminare (ridurre?) questi pericoli ed assicurare all’utente finale prodotti sempre più connessi e contemporaneamente più sicuri. Al festival ICT 2015 si parlerà di questo e di altri aspetti delle tecnologie ICT.

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Internet delle cose: l’interconnessione tra oggetti

Internet è la strada che veicola i dialoghi tra gli oggetti, tra gli uomini, tra gli uomini e le macchine. L’interconnessione fra oggetti, persone e sistemi informativi ci è noto con la denominazione di Internet delle cose.
L’Internet delle cose, cioè l’integrazione in rete fra mondo digitale e reale fa ormai parte da tempo della nostra vita quotidiana: con i nostri smartphone ci informiamo in tempo reale sul ritardo del nostro treno o anche con un semplice clic del mouse possiamo seguire le nostre spedizioni postali.

L’esplosione dell’Internet delle cose si identifica nell’avvento dell’indirizzo IPV6, cioè l’avere a disposizione miliardi di indirizzi su Internet. Oggi, ogni oggetto può essere dotato di un indirizzo IP, ovvero di una sua identità su Internet.
L’avvento degli indirizzi IPV6 rende disponibili miliardi di identità che consentono ad ogni oggetto di assumere una ben precisa identità in rete.
Oggi il 50% delle connessioni a Internet sono generate da “oggetti”. Molto probabilmente nel 2016 saranno 30 miliardi gli oggetti collegati in permanenza al web, 200 miliardi saltuariamente.

L’INTERNET DELLE COSE CREA LE SMART CITIES

LaSmart City è un insieme di ecosistemi fondati sulle relazioni tra uomini e macchine grazie alla diffusione dell’Internet delle cose.
La Smart City è un luogo di forte interrelazione tra il reale e l’immateriale: implica che l’essere umano deve avere la piena padronanza di tutti i dialoghi prodotti dalle interrelazioni tra gli uomini e gli oggetti.Ad oggi pare che l’essere umano debba ancora maturare la piena consapevolezza di tutte le potenzialità contenute nell’Internet delle cose.

“Pensiamo alla quantità di informazioni in tempo reale legate al territorio: lo stato del traffico, i consumi energetici, la segnalazione dei guasti, la disponibilità di automobili in condivisione” – dice Riccardo Mascolo, head of strategy and marketing di Ericsson – “Sono questi i cosiddetti Big Data, che la città del futuro potrà raccogliere grazie a oggetti intelligenti che monitorano l’ambiente circostante, i consumi, e può mettere tutto su una stessa cloud”.
“Fondamentale il ruolo dell’ICT per rispondere a questa sfida, realizzare l’ Internet delle cose e trasformare le nostre città in Smart Cities, innovando infrastrutture chiave come ad esempio l’illuminazione, il sistema idrico, quello energetico e il trasporto urbano”.
L’ Internet delle cose creerà un nuovo modo, più intelligente, in cui sensori e chip contenenti antenne di comunicazione radio trasformeranno oggetti inerti in oggetti intelligenti, con una doppia funzione: monitorare quello che avviene e riportarlo a un server lontano.

INTERNET DELLE COSE NELL’INDUSTRIA

La crescente integrazione dell’ Internet delle cose non riguarda soltanto il nostro quotidiano: le tecnologie informatiche sono destinate a cambiare permanentemente anche il mondo dell’industria.

I primi segnali di questo cambiamento sono visibili già oggi, ad esempio nella sempre maggiore automazione dei processi di produzione.
Grazie all’ Internet delle cose nella fabbrica del futuro, a comunicare non saranno soltanto i prodotti, ma anche le macchine, che provvederanno anche ad autosorvegliarsi: esse, infatti, rileveranno autonomamente la presenza di un problema e decideranno, con calcoli propri, la necessità di una manutenzione.

Attualmente, si tratta innanzitutto di creare i presupposti tecnico-informativi per la futura Industria: a tale scopo, gli esperti stanno valutando varie metodologie per rendere “intelligenti” i prodotti attraverso l’ Internet delle cose.
Un aspetto ancora da definire sono gli standard software da adottare per i CPPS. L’acronimo “CPPS” identifica un contesto di produzione in cui macchine, sistemi di magazzinaggio e apparecchiature intelligenti si scambiano informazioni ed eseguono azioni autonomamente.
La comunicazione fra macchine e prodotti richiede protocolli di comunicazione integralmente nuovi: i protocolli dovranno essere in grado di scrivere i dati delle macchine in modo leggibile alle macchine stesse, per consentire ad altri macchinari e ad altri sistemi di agire in base a tali informazioni.
Soltanto con l’ Internet delle cose e simili tecnologie semantiche si potrà garantire l’interoperabilità dei singoli sistemi.

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