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Riforma del lavoro: le misure proposte dalla Fornero

La riforma del lavoro voluta da Monti e Fornero apporterà delle modifiche alla flessibilità in entrata nel mercato del lavoro e darà il via libera alla flessibilità in uscita, grazie alla revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che prevede solo l’indennizzo in caso di licenziamenti per motivi economici ritenuti dal giudice ingiustificati. La riforma del lavoro andrà avanti nel suo iter, sotto la forma del disegno di legge, modalità che garantisce la discussione in Parlamento, come richiesto dal Pd, ma nel frattempo, è stata già approvata dal Consiglio dei Ministri ed ha incassato l’appoggio dei partiti e dei sindacati, nonostante l’importante ritocco dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.  Numerosi gli ambiti che saranno interessati dalla riforma. Per quanto riguarda i contratti di accesso al lavoro, il governo rafforza quelli di apprendistato. L’assunzione di nuovi apprendisti sarà collegata all’avvenuta stabilizzazione di quelli precedenti (50% nell’ultimo triennio), si prevede una durata minima di sei mesi per il contratto e si alza il rapporto tra apprendisti e lavoratori esperti. Si darà anche il via ad una stretta sulle partite Iva e sulle associazioni in partecipazione, consentite solo in caso di associazione tra familiari di primo grado (genitori o figli) e il coniuge. Viene introdotta una definizione più stringente di “progetto”, con la volontà di limitare i cosiddetti contratti co.co.pro. In questi casi, isognerà enfatizzare la componente professionale e limitare le mansioni ripetitive in modo tale che il lavoratore possa crescere professionalmente. Sarà vietato l’inserimento di clausole che permettono il recesso del contratto prima della fine del progetto. Se mancherà un progetto specifico e reale, il contratto a progetto verrà considerato di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda i licenziamenti, disciplinati dall’articolo 18, la riforma del lavoro Fornero prevede tre regimi sanzionatori per il licenziamento individuale illegittimo: il giudice sarà chiamato a disporre per la reintegrazione nel posto di lavoro, solo nel caso di licenziamento discriminatorio e in pochi casi di licenziamento disciplinare considerato ingiusto. Nel caso di licenziamento per motivi economici ritenuto scorretto dal giudice, il datore di lavoro potrà essere condannato al semplice pagamento di un’indennità, senza prevedere il reintegro del lavoratore. In questi due casi, l’indennizzo potrà variare tra le 15 e le 27 mensilità. Se il licenziamento economico è strumentale e il lavoratore riesce in qualche modo a provare che è invece di natura disciplinare o discriminatoria, il giudice potrà intervenire a tutela del lavoratore. Per favorire i giudizi sulle controversie in materia di licenziamento, è prevista l’introduzione di una procedura più veloce.  L’indennità di mobilità e le diverse indennità di disoccupazione saranno sostituite da una nuova assicurazione sociale per l’impiego, denominata ASPI, destinata ad entrare a pieno regime nel 2017. Ne potranno usufruire oltre i lavoratori dipendenti anche gli apprendisti e gli artisti, purché possano contare su 2 anni di anzianità assicurativa e 52 settimane di lavoro svolte negli ultimi due anni.

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Riforma del lavoro: la Camusso immobile, si affida al Parlamento

La riforma del lavoro, così come presentata nel testo stilato dal Governo, continua a non piacere ai lavoratori e al sindacato Cgil, tanto che la leader della sigla sindacale, Susanna Camusso, aveva annunciato nei giorni scorsi uno sciopero generale di protesta contro le modifiche all’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Ma inaspettatamente lo sciopero della Cgil è stato rinviato, in quanto la Camusso, forse titubante sul da farsi, ha preferito definirsi fiduciosa del fatto che in Parlamento saranno sicuramente apportate le necessarie modifiche alla riforma del lavoro, riportando l’articolo 18 alla sua imprtante funzione originaria, lasciandolo inalterato. La rappresentante della Cgil ha poi risposto alle dichiarazioni minacciose del premier Monti (“Se il Paese non è pronto a questo passo, il governo potrebbe anche lasciare”) dichiarando: “Noi siamo sereni perché ora la parola spetta al Parlamento sovrano, al quale chiederemo sicuramente di intervenire per introdurre il reintegro nei casi di licenziamenti illegittimi”. Su questo punto convergono le proteste di tutte le sigle sindacali: Cgil, ma anche Cisl e Uil, seppure con sfumature differenti, chiedono di continuare a garantire al lavoratore, il diritto al reintegro nel proprio posto di lavoro in tutti quei casi in cui il licenziamento risulta essere ingiustificato. Per alcuni, la scelta della Camusso di rimandare lo sciopero è sbagliata. I lavoratori stessi non hanno gradito la mossa dei propri rappresentanti della Cgil, per cui, in questi giorni, si sono verificati diversi scioperi spontanei e a quanto pare, il fenomeno potrebbe verificarsi anche nei prossimi giorni. Tra l’altro, i lavoratori che hanno intrapreso queste azioni spontanee, non capiscono come faccia la Camusso a contare sul Parlamento, dato che fino ad ora, le Camere hanno sempre appoggiato le riforme del governo, compresa quelle sulle pensioni.  Intanto il premier Monti fa sapere da Tokyo di non essere assolutamente preoccupato degli scioperi legati alla disapprovazione, da parte dei lavoratori, della riforma del lavoro: “Non mi aspetto che ci siano revoche. Credo faccia parte della fisiologia normale dei rapporti sociali”.

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IMU più pesante per gli anziani in casa di riposo

L’IMU sarà doppia per gli anziani, se questi risiedono nelle case di riposo. Ammalati o in difficoltà, gli anziani lasciati soli e costretti a vivere in casa di riposo, vedranno lievitare le tasse sulla propria casa, in quanto, ai fini del calcolo della nuova imposta, l’abitazione principale lasciata vuota, si trasformerà automaticamente in una seconda casa. A produrre questo assurdo effetto è l’articolo 13 del decreto “Salva Italia”, che andrà a colpire gli anziani che hanno spostato la propria residenza in un pensionato. La differenza sul budget personale, non sarà di poco conto: seguendo questo criterio, l’IMU ammonterebbe quasi al doppio, passando dal 4 per mille riservato alle prime case, al 7,6 per mille delle seconde case. A denunciare il fatto è stata Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil e la notizia ha subito scaldato gli animi di alcuni rappresentanti regionali. Raffaella Della Bianca, consigliere della Regione Liguria protesta duramente: “In regione ci sono 240 anziani ogni 100 giovani, contro i 140 della media nazionale”. Dalla Cantone sono arrivate parole dure, che a ben vedere scaturiscono da una corretta analisi della situazione della fasce più anziane della popolazione:“È una cosa davvero vergognosa e inaccettabile. Gli anziani vengono ricoverati nelle case della terza età perché hanno dei problemi di salute e non sono autosufficienti. Sono lì quando non stanno bene, ma non è detto debbano restare in casa di cura per sempre. Ora il governo ha deciso che per quelli che hanno la residenza nella casa di riposo la proprietà verrà considerata come una seconda casa. Questo vuol dire che dovranno pagare 1500 – 2000 euro in più, anche se non dispongono di una grande pensione. Mi sembra un atto di vero e proprio cannibalismo. Non so neanche se sia incostituzionale. Certamente è una disposizione che denota una certa arretratezza dal punto di vista civile. È una vera e propria cattiveria”. Anche Della Bianca interviene criticando aspramente la nuova normativa:”Questo è un provvedimento assurdo che va a penalizzare le fasce più deboli. Invece di andare a colpire coloro che possiedono maggiori ricchezze, si va a infierire sugli anziani indifesi, che spesso non riescono ad arrivare alla fine del mese”.
Se il governo non provvederà a corregge la norma, per una moltitudine di anziani la nuova IMU rappresenterà una vera e propria stangata che si andrà a sommare agli aumenti delle cifre delle rette degli stessi ospizi, aumentate vertiginosamente , sia per quanto riguarda il settore pubblico che per quello privato. Tenendo conto che la pensione media di un anziano è di circa 700 euro al mese, si capisce bene quanto la situazione potrebbe divenire insostenibile.

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Riforma del Lavoro: le probabili novità

La Riforma del Lavoro pensata dal Governo Monti segnerà la fine dell’articolo 18, uno dei principi cardine dello Statuto dei lavoratori. La norma resterà solo a protezione dei licenziamenti discriminatori. Questo l’architrave è quanto è venuto fuori dal vertice con i sindacati e la Confindustria. Altri punti importanti toccati dalla riforma saranno lo sfoltimento dei contratti, ad oggi una vera e propria giungla, interventi a favore della flessibilità in entrata, cioè la creazione di metodi per facilitare l’accesso all’impiego di giovani e donne (a tempo determinato, di inserimento, apprendistato, a tempo parziale, a progetto, intermittenti, partite iva, associazione in partecipazioni, accessori e tirocini) e l’introduzione di nuovi ammortizzatori sociali, che diventerebbero operativi nel 2017 e soltanto in via transitoria nel 2016. Inoltre, il contratto a tempo indeterminato diverrà dominante su tutti gli altri per adeguare il mondo del lavoro ai cambiamenti economici del momento. Ma vediamo quali sono gli aspetti principali della Riforma del Lavoro.
L’ Articolo 18 resta valido solo per i licenziamenti discriminatori e varrà anche per le PMI, cioè le aziende con meno di 15 dipendenti. Il reintegro del lavoratore sarà accompagnato dal versamento dei contributi. Quanto ai licenziamenti per motivi disciplinari, il caso sarà rinviato al giudice che potrà decidere per un indennizzo, fino ad un massimo di 27 mensilità, o per il reintegro del lavoratore. Per i licenziamenti individuali dettati da motivi economici, ci sarà un risarcimento variabile da un minimo di 15 mensilità fino a un massimo di 27, pari all’ultima retribuzione ottenuta. Sulle Partite Iva, se l’opera del lavoratore è svolta presso un committente, dopo sei mesi di attività, rientrerà nei parametri di lavoro subordinato.
Il percorso nel mondo del lavoro comincerà con un contratto di apprendistato, un vero investimento in capitale umano da parte dell’impresa, con l’obiettivo di formare il lavoratore per poi confermarlo tra le proprie fila, stabilizzandone la posizione. E’ prevista una certificazione dell’apprendistato che evidenzierà le competenze acquisite del lavoratore in modo tale che, in caso di mancata conferma, possa essere riutilizzato per cercare una nuova occupazione. Si vuole mettere fine agli stage gratuiti: dopo la laurea o dopo un master, quando si arriverà in azienda, si la prestazione fornita dovrà essere retribuita. I contratti a tempo determinato non potranno essere reiterati per oltre 36 mesi e successivamente, il contratto diventerà a tempo indeterminato. Quest’ultimo sarà meno blindato, ma non privo di tutele. Per disincentivare l’utilizzo eccessivo di contratto a tempo determinato, quest’ultimo costerà di più e sarà previsto un premio per la stabilizzazione del lavoratore. Per finanziare l’Assicurazione Sociale Per l’Impiego, sarà applicata un’aliquota addizionale dell’1,4% sul contratti a tempo determinato. L’Aspi rimpiazza il vecchio assegno di disoccupazione e la sua importanza, ha detto Fornero e rappresenta un sostegno che non sarà solo monetario, in quanto prevederà anche e l’attivazione di altre politiche attive. L’Aspi durerà 1 anno per lavoratori fino a 54 anni e, in termini di assegno, al massimo potrà arrivare a 1.119 euro. La formazione diventa un punto fondamentale della riforma, mentre il lavoratore non potrà rifiutare una nuova occupazione pena la perdita del sostegno al reddito. Il Governo vuole creare anche dei fondi di solidarietà grazie ai soldi dalle imprese, per sostenere i lavoratori anziani che dovessero perdere il lavoro. Saranno introdotti anche nuovi ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di non lasciato solo il lavoratore. La Cassa integrazione ordinaria sarà mantenuta e la Cisg confermata ma verranno eliminate le causali per cessazione di attività. La Riforma del Lavoro prevede una norma contro le dimissioni in bianco ed inoltre saranno sperimentati i congedi di paternità che saranno finanziati dal Ministero del Lavoro.

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IMU, guida alla nuova tassa sugli immobili

IMU, o imposta municipale unica, è la nuova tassa sugli immobili che da quest’anno prende il posto dell’ICI e che, dopo 4 anni di “pausa di riflessione”, va a colpire nuovamente la prima casa e tra l’altro, lo fa partendo da una base imponibile che risulta essere molto più alta. Gli aumenti non riguardano solo l’abitazione principale, ma investono anche seconde case, immobili commerciali, terreni agricoli e terreni edificabili e sono legati all’introduzione di aliquote e moltiplicatori più elevati che in passato. L’aliquota ordinaria per la prima casa è salita allo 0,4 %, ma ciascun Comune può scegliere autonomamente di ridurla o aumentarla, per un massimo di 0,2 punti percentuali. Per le altre proprietà, l’aliquota ordinaria è pari allo 0,76% , cifra che ogni Comune può modificare a piacimento, al rialzo, o al ribasso, per un massimo dello 0,3%, partendo da un minimo di 0,46% ad un massimo di 1,06%. Quindi, le decisioni prese dai Comuni, potrebbero avere importanti conseguenze per le tasche dei cittadini italiani. Per calcolare la base imponibile dell’IMU si parte dalla rendita catastale. Questa deve essere rivalutata del 5% e moltiplicata ulteriormente per un fattore che varia a seconda della tipologia dell’immobile. Come dicevamo sopra, la nuova legge ha innalzato il valore di tutti i moltiplicatori: 160 per gli appartamenti (prima era pari a 100), 140 per i laboratori (era 100), 80 per gli uffici (il precedente era 50), 60 per i capannoni (prima era 50) e 55 per i negozi (prima partiva da 34). Dalla cifra ottenuta sarà possibile effettuare delle detrazioni: 200 euro sono detraibili per le prime case e a questa cifra è possibile sommare ulteriori 50 euro per ogni figlio fino a 26 anni di età, facente parte del nucleo familiare, per un massimo di 400 euro. Il Governo Monti ha introdotto anche una nuova tassa a carico dei residenti in Italia che possiedono beni immobili all’estero. Questi proprietari, sono chiamati a pagare un’imposta pari allo 0,76% del valore catastale dell’immobile. Per evitare che l’immobile sia tassato due volte, dal nostro Stato e da quello in cui il bene è ubicato, lo Stato italiano riconosce un credito d’imposta pari all’eventuale prelievo patrimoniale applicato dalla nazione in cui si trova il bene. Il pagamento dell’IMU avverrà, come per l’ICI, in due soluzioni: la prima rata ha una scadenza fissata per il giorno 16 giugno e il secondo versamento deve essere effettuato entro il 16 dicembre, ma, per chi volesse, c’è la possibilità di pagare l’intero importo della tassa in soluzione unica, direttamente con la prima rata di giugno. Per effettuare il versamento bisognerà utilizzare il modello F24 e recarsi presso gli uffici postali o in banca, indicando sul modulo, dei codici che al momento non sono stati ancora rilasciati dall’Agenzia delle Entrate.

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Milleproroghe 2012: le principali misure del decreto

Il Milleproroghe 2012 è stato approvato in via definitiva con 336 voti a favore, 61 contrari e 13 astensioni.
Le misure che hanno trovato spazio all’interno del testo del decreto sono molte e spaziano dalle pensioni agli aumenti delle sigarette, fino a norme di natura più sociale che sbloccano fondi per intervenire a favore di popolazioni che necessitano di aiuti economici.
Per quanto riguarda le pensioni, il Milleproroghe 2012 ha stabilito che i lavoratori precoci ed esodati resteranno fuori dall’applicazione della riforma Fornero. Dei primi fanno parte coloro che potranno lasciare il lavoro con 42 anni di anzianità, anziché 62, mentre i secondi sono i lavoratori che hanno accettato incentivi economici dall’azienda in crisi e si sono licenziati con la prospettiva di andare in pensione entro i due anni successivi e che, a causa delle nuove norme Fornero, stavano vedendo scomparire questa possibilità.  Se le risorse non dovessero essere sufficienti per supportare tali disposizioni, potrebbe scattare un aumento dei contributi che le imprese versano per gli ammortizzatori sociali. Le risorse economiche per supportare i precoci e gli esodati, arriveranno anche da un incremento dell’aliquota di base dell’accisa sui tabacchi, che dovrebbe portare nelle casse dello stato entrate in misura non inferiore a 15 milioni di euro per l’anno 2013 e 140 milioni annui a decorrere dal 2014. In tema di pensioni, è stato altresì confermato che la riforma Fornero non si applica nemmeno ai lavoratori che, al 31 ottobre 2011, risultino essere in congedo per assistere figli affetti da gravi disabilità, a condizione che maturino, entro 24 mesi dalla data di inizio del predetto congedo, il requisito di anzianità contributiva non inferiore a 40 anni. Sono prorogati, inoltre, i benefici pensionistici per quelle persone che, durante la loro carriera, hanno dovuto lavorare in condizioni pericolose a causa di esposizione all’amianto. Il decreto sblocca anche fondi consistenti in favore di popolazioni che hanno subito gravi disagi e necessitano di aiuti economici: in particolare si parla di 150 milioni in tre anni devoluti in favore degli esuli libici cacciati nel 1970 da Gheddafi, di 70 milioni di euro destinati agli alluvionati di la Spezia, Massa Carrara e Genova, Livorno, Ginosa, Metaponto e Messina. E’ prevista anche la concessione di 3 milioni di euro alla Fondazione Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. Infine, il Milleproroghe 2012 sposta al 31 maggio il termine per l’adozione del decreto economico volto a classificare tutte le società non quotate controllate dal Tesoro e a stabilire un tetto ai compensi dei manager dello stato, ad oggi troppo elevati.

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Milleproroghe 2012: le novità principali

Il Milleproroghe 2012 è stato promulgato dal Presidente della Repubblica ed è finalmente divenuto legge. Le novità apportate sono molte e potranno avere un impatto significativo sulla vita di tutti noi cittadini. In termini di semplificazione, il Ministro Patron Griffi ha affermato che la Pubblica Amministrazione entro breve tempo, comunicherà per via telematica consentendo così, sia ai cittadini, che alle imprese, di entrare in possesso, in tempo reale, di importanti atti e documenti, dal cambio di residenza, alle trascrizioni degli atti di stato civile come il matrimonio e la nascita.  Nell’ambito pensioni, il Milleproroghe 2012 ha confermato che non verrà applicata la riforma Fornero ai lavoratori precoci e agli esodati. Dei primi fanno parte coloro che potranno lasciare il lavoro con 42 anni di anzianità, prima di compiere i 62 anni di età, mentre i secondi sono i lavoratori che hanno accettato incentivi economici dall’azienda in crisi e si sono licenziati con la prospettiva di andare in pensione entro i due anni successivi e che, a causa delle nuove norme Fornero, stavano vedendo sparire tale possibilità. Nel Milleproroghe 2012  sono contenute anche una serie di misure in favore degli esuli italiani in Libia, con 50 milioni di euro annui destinati agli italiani cacciati via dallo stato africano da parte del Rais Gheddafi nel 1970,  e delle popolazioni colpite dalle alluvioni di questo inverno (La Spezia, Massa Carrara, Genova, Livorno, Ginosa, Metaponto e Messina) alle quali andranno in aiuto oltre 70 milioni di euro. Previsto anche un blocco degli sfratti riguardanti particolari categorie disagiate, almeno fino al 31 dicembre.  Confermato anche il WiFi libero, con accesso ad internet tramite gli hotspot WiFi o internet point, senza la previa presentazione del documento d’identità o l’autenticazione via Sms.

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Milleproroghe 2012: misure relative a pensioni, SISTRI e partite IVA

Il Milleproroghe 2012 ha ottenuto la fiducia della Camera e passerà al Senato per il proseguimento dell’iter di conversione in legge. Tra i provvedimenti introdotti figurano alcune norme che vanno a regolamentare la situazione dei pensionati esodati e precoci.

Per quanto riguarda i primi, se il licenziamento si è verificato prima del 31 dicembre 2011, il decreto riconosce l’accesso alla pensione in base al vecchio regime. Il lavoratore, però, deve aver maturato i requisiti previsti con il sistema pensionistico previgente.

Quanto ai lavoratori precoci, per i pensionati che hanno maturato i requisiti contributivi previsti e che scelgono di andare in pensione prima di aver compiuto i 62 anni, vengono eliminati le penalizzazioni previste originariamente dalla Fornero. I precoci dovranno aver maturato i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2017, includendo nel computo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni.

La copertura finanziaria per garantire l’operazione sarà ottenuta grazie ad un aumento delle accise sul tabacco, in modo da non andare a gravare sull’aliquota previdenziale dei lavoratori autonomi. Dalla nuova tassazione sui tabacchi arriveranno non meno di 15 milioni di euro nel 2013 e 140 milioni annui dal 2014 in poi.

Nel Milleproroghe 2012 è confermata la proroga del SISTRI, la cui nuova data di entrata in vigore è stata fissata per il 30 giugno 2012, per tutte le tipologie di imprese,  tranne che per quelle agricole e per le piccole imprese artigiane con meno di 10 dipendenti. Per queste ultime il SISTRI sarà operativo da inizio luglio.

Rinviata dal decreto Milleproroghe 2012 anche la scadenza fiscale che interessa tutti i titolari di partite IVA inattive da almeno tre anni, slittata al 2 aprile dell’anno in corso.

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Redditometro 2012, un’infografica ne svela i dettagli e le novità

PMI.it lancia l’Infografica sul Redditometro 2012, un valido aiuto per comprendere, in modo chiaro ed intuitivo, il funzionamento del temuto strumento anti-evasione fiscale messo a punto dal Governo Monti e operativo entro giugno 2012.

Il Redditometro 2012, potenziato rispetto alla sua precedente versione, punta a verificare che ci sia coerenza tra le spese effettuate dal contribuente ed il reddito denunciato nell’apposita dichiarazione annuale. Quando i due elementi si discostano in maniera significativa, scatta il controllo degli ispettori del Fisco. La novità, rispetto al passato, è che l’attenzione verrà posta anche sulle spese effettuate nel corso dell’anno fiscale e non solo sui beni posseduti.

L’Infografica sul Redditometro 2012 evidenzia le principali voci di spesa che finiranno sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate. Spese effettuate e beni posseduti, moltiplicati per dei coefficienti che tengono conto della composizione del nucleo familiare, dell’età e della zona di residenza dei soggetti, permettono al Fisco di calcolare il reddito sintetico del singolo contribuente.

Se lo scostamento tra il reddito dichiarato e quello sintetico supera il 20%, viene inviata una richiesta di contraddittorio e, in assenza di adeguati chiarimenti, parte l’accertamento sintetico da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Oltre alla data di effettiva entrata a regime dello strumento e alle voci di spesa, l’Infografica sul Redditometro 2012 di PMI.it mostra anche quali saranno i soggetti coinvolti ed i periodi d’imposta interessati dal nuovo sistema di lotta all’Evasione Fiscale. Ricordiamo che, ad innalzare il livello di precisione del Redditometro, interverrà anche la stretta sui contanti voluta dal Governo Monti, che prevede il divieto di effettuare transazioni di importo superiore a € 1.000 al fine di perfezionare il meccanismo di tracciabilità dei flussi finanziari.

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Regime dei minimi 2012: le nuove agevolazioni previste

Il Regime dei Minimi 2012, è entrato in vigore dall’inizio del nuovo anno. Parliamo di quel regime che prevede agevolazioni fiscali, ma non solo, per piccoli imprenditori e professionisti: l’imposta sostitutiva, dal 20% della precedente legge, scende al 5%; il regime sarà applicabile, oltre che per il periodo d’imposta iniziale, anche per i 4 anni successivi. Discorso a parte per i più giovani, i quali saranno aiutati ulteriormente dalla possibilità di estensione del regime fino ai 35 anni di età, sempre nel caso in cui non vengano meno i requisiti di accesso.

Come si può notare, i vantaggi sono numerosi. Purtroppo, però, molti imprenditori non potranno usufruirne in quanto ci sono delle precise condizioni di accesso che devono essere soddisfatte.
Il contribuente non deve aver esercitato negli ultimi tre anni “attività artistica o professionale, ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare”.

Aver svolto attività imprenditoriale nei tre anni passati costituisce, dunque, anche se si è giovani, un ostacolo insormontabile all’accesso al regime dei minimi 2012. L’attività che si vuole esercitare, poi, non dove essere “in alcun modo” riconducibile ad una precedente attività svolta in forma di lavoro autonomo o indipendente e nel caso in cui si intenda proseguire un’attività di impresa iniziata da un altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi “realizzati nel periodo di imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio”, non deve superare i 30.000 euro.

Agevolazioni sono previste in ogni caso anche per coloro che non appartengono alle categorie sopracitato: professionisti e imprese possono accedere ad un regime contabile intermedio che prevede, tra le altre cose, l’esonero dalla registrazione, dalla tenuta delle scritture contabili, dal versamento dell’Irap e dai versamenti periodici dell’Iva.
Con l’introduzione del regime dei minimi 2012, pertanto, i regimi contabili previsti per i professionisti rimangono i seguenti: regime di contabilità semplificata, regime di contabilità ordinaria, regime degli ex minimi e, appunto, il nuovo regime appena introdotto.
Il senso di tutte queste innovazioni introdotte dal Governo Monti appare abbastanza chiaro: da un lato, si vuole incentivare l’imprenditoria giovanile e dall’altro, si vuole incentivare la maggior parte dei giovani professionisti e delle imprese ad accedere ad un regime di “contabilità semplificata“, in modo tale da sveltire le attività imprenditoriali ed esercitare allo stesso tempo un maggiore controllo fiscale sull’imprenditoria italiana.

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Fabrizio Palenzona (Assaeroporti): “Parlamento al centro della scena”

Governo Monti, Fabrizio Palenzona, Presidente di Assaeroporti, su alcune delle misure che il Governo potrebbe adottare per riattivare la fiducia degli investitori. L’articolo de Il Sole 24 Ore.

Il presidente Monti a Bruxelles, constatato il fallimento della politica bipolare, ha ribadito la centralità del metodo comunitario e del ruolo dell’Italia. Tale contributo si realizza con la valorizzazione delle istituzioni comunitarie, dei principi costituzionali comuni, della convenzione europea sui diritti dell’uomo e rafforzando il ruolo della Corte di Giustizia.


Monti rilancia il modello di integrazione costruito con i trattati: gli Stati non sono “padroni” perché hanno rinunciato a una parte importante della loro sovranità affidandola alle istituzioni europee. Cominciando dalla Bce che deve divenire Banca centrale a tutti gli effetti e per tutta l’Unione.

Si tratta di rilanciare l’integrazione rinnovando la sfida, come si verificò fra il 1952 e il 1957. L’Europa nacque per porre fine a secoli di conflitti. L’Europa di Monti dovrà confermare, aggiornandolo, il proprio modello vincente: l’economia sociale di mercato. Ciò significa percorrere la “terza via” tra lo sfascio del socialismo reale e la fine del capitalismo senza regole.

In Italia il governo Monti dovrà mettere mano alla modernizzazione del Paese che la politica non ha realizzato. Questo vuol dire adottare misure concrete per promuovere la libera circolazione dei servizi, la concorrenza e l’interesse in un Paese dove, non sempre, si premia il merito e la competitività. Ecco alcune misure che questo Governo può proporre, consentendo di riattivare la fiducia degli investitori.

Aprire e regolare il mercato. Non basta rafforzare il principio costituzionale della libertà di iniziativa economica, occorre sopprimere le barriere di accesso al mercato. In breve ciò sarà possibile solo se le Autorità di regolazione o le amministrazioni competenti adotteranno i provvedimenti necessari per assicurare il funzionamento del mercato. Tale principio deve valere anche nel caso di investimenti effettuati in Italia da imprese di altri Stati della Ue. Se Francia e Germania non consentissero l’accesso delle nostre imprese nel proprio mercato, ciò non giustificherebbe l’introduzione da parte nostra di analoghe misure. Dovremmo comportarci da grande Paese pretendendo il rispetto dei principi comunitari di libertà di movimento dei capitali e delle imprese nel mercato interno.

Rapporto Stato-economia. Le commistioni fra Stato regolatore e Stato imprenditore pregiudicano il funzionamento del mercato, minano l’autorevolezza dello Stato facendo venir meno la sua funzione di amministrazione e di regolazione pubblica e, di garanzia. La teoria dell’in house providing è stata usata per eludere i principi della libera circolazione di servizi e concorrenza. Sarebbe utile introdurre un divieto a carico di Stato e di enti pubblici a detenere partecipazioni societarie salvo autorizzazione dell’Autorità garante, e procedere a privatizzare le imprese a partecipazione pubblica operanti in settori di mercato, mentre quelle operanti in settori regolamentati o strategici possono esserlo dopo che le Autorità di regolazione o le amministrazioni competenti abbiano provveduto a definire regole certe e trasparenti.

Certezza del diritto. Il nostro Paese ha bisogno di investimenti infrastrutturali il più possibile a carico dei privati. Condizione imprescindibile per accedere ai capitali privati è garantire una redditività coerente con la rischiosità dell’investimento. Modifiche normative e regolatorie peggiorative rispetto al contratto iniziale dovranno dare luogo ad equo indennizzo.

Rapporto regolazione/amministrazione pubblica. L’ordinamento europeo e il modello comunitario suggeriscono una riforma che favorisca: la separazione fra politica e alta amministrazione da un parte, e la regolazione dall’altra; il superamento delle numerose situazioni di “autoregolamentazione” che alimentano il corporativismo e, spesso, devastano la società italiana.

Trasporti. Il settore non funziona. Occorre prevedere: il recepimento della direttiva europea sui servizi aeroportuali; la riforma del settore portuale che preveda, ad esempio, tre (e non 35) sistemi hub di accumulazione del traffico, la massima apertura del mercato dei servizi portuali, una politica della logistica ancorata ai corridoi europei; la realizzazione delle tratte indispensabili per sostenere i traffici internazionali; l’apertura del mercato dei servizi ferroviari con la separazione di Rfi da Trenitalia e la ristrutturazione del comparto cargo; l’Istituzione dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

Ricerca. Si deve riformare il settore in modo mirato e più competitivo. Sarebbe utile sopprimere il valore legale del titolo di studio e liberalizzare l’accesso all’insegnamento ed alla ricerca.

Per realizzare queste riforme resta centrale il Parlamento. È del Parlamento, oltre a sostenere il governo in un lavoro così delicato e impopolare, il potere di elaborare le riforme. Il fatto che la politica abbia delegato la materia a un gruppo di eccellenti tecnici non significa rinunciare a elaborare proposte innovative. Al contrario. Frenare, difendere lo status quo o subire, equivarrebbe a meritare lo sdegno dei cittadini.

Fabrizio Palenzona è presidente Assaeroporti

FONTE: IlSole24Ore.com

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THE FIELDER, IL WEB-MAGAZINE INDIPENDENTE SUI TEMI CHE CONTANO

Dall’11 novembre è online un nuovo progetto editoriale che propone senza alcun pregiudizio analisi,
commenti e punti di vista originali su politica, economia, diritto e media education

38 articoli già pubblicati e condivisi da oltre 250 utenti sui principali social network: questi i primi, importanti numeri del progetto editoriale ideato e diretto da Federico Cartelli e Neviana Rheannon Berberi. Insieme al Management Board, per TheFielder.net lavora quotidianamente una redazione orientata a un’informazione indipendente, che possa rivolgersi indistintamente a tutte le fasce sociali.

Facciamo riferimento a punti cardine quali qualità, imparzialità, competenza e gioco di squadra: il nostro lavoro si traduce in un forum di stimolo alla riflessione e alla conoscenza approfondita dei temi più importanti per l’opinione pubblica.

Diamo elevata importanza all’etica professionale e alla collaborazione responsabile al fine di eccellere nell’offerta informativa ed educativa. Lavoriamo, altresì, per coinvolgere il prossimo e renderlo consapevole dei diritti e doveri verso sé stesso e la società.

Guardiamo con particolare interesse al mondo della politica e della regolamentazione, prendendo spunto da idee diverse, utili ad uno spirito di confronto costruttivo. Demagogia ed opinioni di parte non ci rappresentano. Ci impegniamo a realizzare tutto questo rispettando i diritti degli individui, la loro privacy e la loro integrità.

Il nostro web magazine è organizzato in diverse sezioni: in Politica e Società il lettore può trovare analisi sullo scenario politico attuale, con particolare attenzione verso la situazione interna e le prospettive future dei principali soggetti politici. È stato inoltre pubblicato il primo di una serie di interventi, nei quali i responsabili nazionali dei movimenti giovanili presentano il proprio punto di vista sul rapporto tra i giovani e la politica.

Nella sezione Relazioni Internazionali è disponibile un’intervista esclusiva all’ambasciatore turco Hakki Akil, insieme a una serie di approfondimenti sullo scenario geopolitico mondiale ed europeo. L’Europa e la complessa situazione della moneta unica sono al centro di accurate analisi nella sezione Economia e Finanza.

Come gestire un progetto imprenditoriale? Quali sono i pro e i contro nell’internazionalizzare un’impresa? Negli articoli di Leadership e impresa, tante risposte lucide e competenti sulle problematiche del settore.

Per la categoria Media Education, largo ai temi riguardanti il mondo della comunicazione digitale: da pochi giorni è partito uno speciale a puntate che analizzerà nel dettaglio Google e i suoi servizi. In quella dedicata al Diritto trovano spazio, infine,  questioni relative al diritto familiare come l’affidamento condiviso e le spese straordinarie per i figli.

The Fielder propone il rovescio della medaglia nel modo di vedere la gestione competitiva economica e strategica dell’Italia. Proponiamo, attraverso il nostro lavoro, l’approfondimento concreto e realizzabile del ritorno della politica come superiore al politico. La nazione ha bisogno di regolamentazione e politica fatta con responsabilità e senso del dovere.

Nella sezione Relazioni Internazionali è disponibile un’intervista esclusiva all’ambasciatore turco Hakki Akil, insieme a una serie di approfondimenti sullo scenario geopolitico mondiale ed europeo. L’Europa e la complessa situazione della moneta unica sono al centro di accurate analisi nella sezione Economia e Finanza.

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The Fielder propone il rovescio della medaglia nel modo di vedere la gestione competitiva economica e strategica dell’Italia. Proponiamo, attraverso il nostro lavoro, l’approfondimento concreto e realizzabile del ritorno della politica come superiore al politico. La nazione ha bisogno di regolamentazione e politica fatta con responsabilità e senso del dovere.

Ecco perché vogliamo raggiungere l’obiettivo di rendere il cittadino qualitativamente informato e di impegnarlo nella ristrutturazione della società. Crediamo fermamente che un cittadino informato e consapevole è il pilastro di una società e di una nazione forti.

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Comunicati

Fabrizio Palenzona: Governo Monti, l’articolo de Il Sole 24 Ore

Governo Monti, Fabrizio Palenzona, Presidente di Assaeroporti, interviene su infrastrutture, ricerca e trasporti. L’articolo de Il Sole 24 Ore.

Il presidente Monti a Bruxelles, constatato il fallimento della politica bipolare, ha ribadito la centralità del metodo comunitario e del ruolo dell’Italia. Tale contributo si realizza con la valorizzazione delle istituzioni comunitarie, dei principi costituzionali comuni, della convenzione europea sui diritti dell’uomo e rafforzando il ruolo della Corte di Giustizia.

Monti rilancia il modello di integrazione costruito con i trattati: gli Stati non sono “padroni” perché hanno rinunciato a una parte importante della loro sovranità affidandola alle istituzioni europee. Cominciando dalla Bce che deve divenire Banca centrale a tutti gli effetti e per tutta l’Unione.

Si tratta di rilanciare l’integrazione rinnovando la sfida, come si verificò fra il 1952 e il 1957. L’Europa nacque per porre fine a secoli di conflitti. L’Europa di Monti dovrà confermare, aggiornandolo, il proprio modello vincente: l’economia sociale di mercato. Ciò significa percorrere la “terza via” tra lo sfascio del socialismo reale e la fine del capitalismo senza regole.

In Italia il governo Monti dovrà mettere mano alla modernizzazione del Paese che la politica non ha realizzato. Questo vuol dire adottare misure concrete per promuovere la libera circolazione dei servizi, la concorrenza e l’interesse in un Paese dove, non sempre, si premia il merito e la competitività. Ecco alcune misure che questo Governo può proporre, consentendo di riattivare la fiducia degli investitori.

Aprire e regolare il mercato. Non basta rafforzare il principio costituzionale della libertà di iniziativa economica, occorre sopprimere le barriere di accesso al mercato. In breve ciò sarà possibile solo se le Autorità di regolazione o le amministrazioni competenti adotteranno i provvedimenti necessari per assicurare il funzionamento del mercato. Tale principio deve valere anche nel caso di investimenti effettuati in Italia da imprese di altri Stati della Ue. Se Francia e Germania non consentissero l’accesso delle nostre imprese nel proprio mercato, ciò non giustificherebbe l’introduzione da parte nostra di analoghe misure. Dovremmo comportarci da grande Paese pretendendo il rispetto dei principi comunitari di libertà di movimento dei capitali e delle imprese nel mercato interno.

Rapporto Stato-economia. Le commistioni fra Stato regolatore e Stato imprenditore pregiudicano il funzionamento del mercato, minano l’autorevolezza dello Stato facendo venir meno la sua funzione di amministrazione e di regolazione pubblica e, di garanzia. La teoria dell’in house providing è stata usata per eludere i principi della libera circolazione di servizi e concorrenza. Sarebbe utile introdurre un divieto a carico di Stato e di enti pubblici a detenere partecipazioni societarie salvo autorizzazione dell’Autorità garante, e procedere a privatizzare le imprese a partecipazione pubblica operanti in settori di mercato, mentre quelle operanti in settori regolamentati o strategici possono esserlo dopo che le Autorità di regolazione o le amministrazioni competenti abbiano provveduto a definire regole certe e trasparenti.

Certezza del diritto. Il nostro Paese ha bisogno di investimenti infrastrutturali il più possibile a carico dei privati. Condizione imprescindibile per accedere ai capitali privati è garantire una redditività coerente con la rischiosità dell’investimento. Modifiche normative e regolatorie peggiorative rispetto al contratto iniziale dovranno dare luogo ad equo indennizzo.

Rapporto regolazione/amministrazione pubblica. L’ordinamento europeo e il modello comunitario suggeriscono una riforma che favorisca: la separazione fra politica e alta amministrazione da un parte, e la regolazione dall’altra; il superamento delle numerose situazioni di “autoregolamentazione” che alimentano il corporativismo e, spesso, devastano la società italiana.

Trasporti. Il settore non funziona. Occorre prevedere: il recepimento della direttiva europea sui servizi aeroportuali; la riforma del settore portuale che preveda, ad esempio, tre (e non 35) sistemi hub di accumulazione del traffico, la massima apertura del mercato dei servizi portuali, una politica della logistica ancorata ai corridoi europei; la realizzazione delle tratte indispensabili per sostenere i traffici internazionali; l’apertura del mercato dei servizi ferroviari con la separazione di Rfi da Trenitalia e la ristrutturazione del comparto cargo; l’Istituzione dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

Ricerca. Si deve riformare il settore in modo mirato e più competitivo. Sarebbe utile sopprimere il valore legale del titolo di studio e liberalizzare l’accesso all’insegnamento ed alla ricerca.

Per realizzare queste riforme resta centrale il Parlamento. È del Parlamento, oltre a sostenere il governo in un lavoro così delicato e impopolare, il potere di elaborare le riforme. Il fatto che la politica abbia delegato la materia a un gruppo di eccellenti tecnici non significa rinunciare a elaborare proposte innovative. Al contrario. Frenare, difendere lo status quo o subire, equivarrebbe a meritare lo sdegno dei cittadini.

Fabrizio Palenzona è presidente di Assaeroporti

FONTE: Sole24Ore

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