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INEA – Camaldoli: dal codice forestale all’atlante storico-geografico

Roma 5 marzo, ore 14:30 sala Serpieri, INEA, Via Nomentana, 41

 Roma, 1 marzo — Il Nuovo Atlante Storico Geografico Camaldolese e il documentario “Come l’Abete Sapiente delle cose dell’Alto” verranno presentati il 5 marzo presso la sala A. Serpieri dell’INEA, via Nomentana 41, Roma, a partire dalle ore 14,30.

 Sono 261 i siti, tra eremi e monasteri, situati in 13 regioni italiane, a essere stati individuati,  georeferenziati sfruttando il sistema di mappatura basato sulla tecnologia di Google Maps e classificati attribuendogliuna scheda informativa con informazioni storiche, culturali e di gestione del territorio di competenza dei monaci della Congregazione Camaldolese. L’Atlante consente di toccare con mano l’attività svolta sul territorio dai monaci (dal 1012 fino al 1866), per lo sviluppo socioeconomico locale e per la gestione delle risorse naturali e dell’uso del suolo.

Il Documentario, realizzato dalla FilmRouge in collaborazione con l’INEA, costituisce una importante testimonianza sul lavoro svolto, teso alla valorizzazione e diffusione del patrimonio storico-culturale della Congregazione Benedettina Camaldolese nella gestione secolare del territorio montano e delle sue risorse naturali.

«I contributi proposti – spiega Tiziano Zigiotto, Presidente dell’INEA – rientrano nel progetto di ricerca triennale, “Codice forestale Camaldolese: le radici della sostenibilità”, dell’Osservatorio Foreste dell’INEA, che si è concluso nel 2012 e che ha permesso il recupero e la ricostruzione digitale del patrimonio storico inerente la gestione del territorio da parte della Congregazione Camaldolese . Quest’ultima determinò un radicale processo di trasformazione dell’economia e del paesaggio rurale appenninico, attraverso tecniche e pratiche di gestione perfettamente in linea con quelli che sono i moderni concetti della sostenibilità, dando vita a modelli ed economie autosufficienti, di cui ancora oggi è percepibile la presenza nel paesaggio, nella cultura e nella storia locale di tutto l’Appennino tosco-umbro marchigiano».

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