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Vendesi castello…con fantasma

Sarà per la recente uscita nelle sale del film Ghostbusters o per il fascino che le storie legate al paranormale hanno sempre avuto, fatto sta che ormai anche la presenza di ospiti in lenzuolo ed ectoplasma è un plus da mettere in evidenza.

Come avviene nell’annuncio, pubblicato sulle pagine di Immobiliare.it, relativo ad uno splendido castello piemontese, quello di Arignano, nella cui descrizione si legge: “Vendesi antico e suggestivo castello nel Monferrato, completo di fantasma e tesoro”.

Del tesoro non si hanno, chiaramente, indicazioni precise, ma quanto al fantasma pare che gli avvistamenti siano stati molteplici.

La struttura in vendita sorge nella parte più alta di uno splendido paesino medievale distante appena 20 chilometri da Torino, ed è noto anche come Rocca di Arignano. Caratterizzato da un’imponente torre quadrata ornata con merli tipici del periodo in cui è stato costruito, il castello è ben visibile fin dall’ingresso in paese ed è rimasto praticamente immutato dal XV secolo.

La leggenda, per sua natura non verificata né verificabile, narra che nelle segrete oggi irraggiungibili costruite sotto il castello si trovasse un lunghissimo tunnel sotterraneo con cui, i pochi che sapevano dell’esistenza del passaggio, potevano arrivare sino a Torino e, siamo ancora una volta nel campo inverificabile del si dice, pare che fra di essi vi fosse anche il mitico alchimista Cagliostro.

L’annuncio, pubblicato su Immobiliare.it dalla Polytropon general contracts chiarisce che il castello, nonostante la struttura sia assolutamente solida, necessiti comunque di alcuni interventi di manutenzione e di restauro, il che spiega un prezzo, 600.000 euro, tutto sommato non così elevato se siete disposti ad assumervi l’onore del restauro; se invece volete acquistare l’immobile già ristrutturato la richiesta raddoppia ed arriva a 1.200.000 euro.

Fantasma, ed eventuale tesoro se mai doveste trovarlo, sono compresi nel prezzo.

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L’evocazione – The Conjuring

Nel 1971, ad Harrisville, nel Rhode Island, Carolyn e Roger Perron si trasferiscono in un vecchio casale con le loro cinque figlie. Durante il primo giorno le cose sembrano andare per il meglio, anche se trovano la porta della cantina stranamente sprangata e il loro cane si rifiuta di entrare in casa. Il mattino dopo, Carolyn si sveglia con un misterioso livido e il cane viene ritrovato morto. Nei giorni a seguire nella casa si verificano varie forme di attività paranormale, le quali culminano con Carolyn che si ritrova intrappolata in cantina mentre una delle figlie viene attaccata da uno spirito somigliante ad una donna anziana;  horror soprannaturale basato sui fatti riportati dalla coppia di ricercatori del paranormale Ed e Lorraine Warren, le cui esperienze in precedenza avevano già ispirato film come Amityville Horror e The Haunting in Connecticut. La trama, ambientata nel 1971 nel New England, è quindi incentrata sul tentativo dei Warren, interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga, di aiutare una famiglia da poco trasferitasi in una casa infestata, i Perron, i cui genitori sono impersonati da Lili Taylor e Ron Livingston.

La sceneggiatura è per lo più fedele alle storie narrate dai reali protagonisti ed il regista Wan affermò come impronta stilistica di voler lavorare per sottrazione: «È quello che credi di vedere attraverso la musica e il design sonoro che realmente ti prende», spiegò il regista, il quale preferì quindi che per buona parte del film le entità demoniache potessero essere solo «percepite».

Il film funziona e fa paura: pur sfruttando clichè tipici riesce ad esser sempre sorprendente e con i giusti tempi di suspance ed attesa. Notevole in questo senso l’incipit affidato alla bambola Annabelle  – che sarà protagonista di un disastroso spin off (e di cui forse parlerò più in la, ma anche no) – e le scene del “nascondino” che ci introducono sadicamente verso terrori prevedibili e che proprio per quello spaventano; pensate alle classiche scene dove la fanciulla nuota ignara nelle temibile acqua dove vaga “lo squalo”… sappiamo tutti cosa accadrà da li a poco, eppure ne siamo terrorizzati. Alcuni sostengono che la paura sia la reazione davanti all’ignoto; il cinema spesso sovverte questa regola.

Sfruttando quasi la stessa, vincente squadra tecnico/artistica del precedente INSIDIUS, Wan si muove a suo agio nello spazio filmico e temporale, osando (cosa rara al giorno d’oggi) perfino di risultare controcorrente: nelle scene nelle quali i personaggi vedono un fantasma, il regista decide di non mostrarlo allo spettatore, il quale vede solo l’espressione terrorizzata del personaggio; tale senso di invisibilità rende una scena più paurosa, lasciando immaginare al pubblico cosa il protagonista potrebbe aver visto di tanto raccapricciante

Il direttore della fotografia è John R. Leonetti, spiegò di aver utilizzato una tavolozza di base per tutto il film, cercando di ottenere illuminazioni naturali; per la cantina invece venne usata solo una sola lampada da 250 watt, ed i fiammiferi che vediamo usati dai protagonisti.

Campione di incassi (meritato) ed un budget milionario che appena si percepisce, ma non per una possibile povertà stilistico/tecnica o qualitativa, ma perché ben sfruttato nella perseveranza di ottenere un unico risultato attraverso la fusione di tutti gli elementi senza sopraffazioni verso il raggiungimento dell’obiettivo: il film. Un’opera commerciabile, ma non commerciale che ci fa sperare nella ribalta di un genere troppo contaminato, troppo accomodante che ha trasformato i mostri in marionette al servizio del bell’eroe di turno, privandoli della loro originaria carica negativa che sta alla base di ogni anti-eroe filmico per eccellenza.

Le stesse tematiche ispirarono anche la serie di AMITYVILLE, in cui si respira – fortunatamente – la stessa aria malsana, la stessa impalpabile inquietudine, fornendoci una “ispirata” ma, purtroppo poco riuscita pellicola cult col primo film AMITYVILLE HORROR, per proseguire nel bellissimo sequel “italico” di Damiano Damiani AMITYVILLE POSSESSION (e di questo si, che presto parlerò!) per concludere miseramente con un terzo capitolo che sfrutta quelle produzioni di moda negli anni ’90, dei film in 3D… dimenticando però di fare anche il film assieme al 3D che propongono (ne furono vittime anche classici come Venerdi 13 e Lo squalo).

Tornando a CONJURING: pochi effetti speciali, calibrata ed efficacemente elegante la CGI che si presta a suggestioni mai pacchiane ed una scena di esorcismo elegante, insolita, quasi artistica nella scelta di lasciarci la posseduta sotto un telo, senza offenderci con l’ennesima sequela di faccette, occhiacci e vomiti abusati dalla cinematografia mondiale per 40 anni. A volte basta “togliere ” il superfluo per fare un buon film, a volte basta “solo” raccontare una storia, senza farne percepire il peso… per farcela vivere in prima persona. Wan ci riesce alla grande, supportato da attori credibilissimi, un ottimo sound design e le atmosferiche “corde” del compositore Joseph Bishara che inizia ad esser molto imitato nel genere. DA VEDERE!

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L’ORA DEI FANTASMI – il nuovo album di Selene –

Alessandro Michisanti firma due brani del nuovo lavoro discografico dell’artista senese.

 

Il 14 Maggio 2013 esce in tutta Italia L’ORA DEI FANTASMI (etichetta Top Records/distribuzione EDEL ITALY) il nuovo album di Selene (www.selenelungarella.com).

Alessandro Michisanti, autore di due degli otto brani dell’album (Regole della Navigazione, 24esima classificata a Sanremosocial 2012 a cui è stato conferito a Sanremo il Premio AFI 2012 e Giusto il tempo di perdonarti), racconta la propria esperienza e l’emozione legate a questo progetto discografico che vede finalmente luce dopo due anni di lavoro intenso.

“Sono molto felice per Selene con la quale, oltre alla collaborazione professionale, ho instaurato un bellissimo rapporto di amicizia. Con lei così come con Riccardo Benini, il mio produttore, che ha avuto fiducia in me e verso il quale nutro profonda stima. Selene, che è davvero solare, immagine dell’istintività e della felicità fatta persona, con questo lavoro dimostra di aver fatto grandi passi in avanti in termini di maturazione artistica, e di essere cresciuta molto interiormente. Sono davvero felice per lei che merita i grandi palcoscenici.
Luca Bignardi (vincitore di 4 Grammy Awards) che ha arrangiato sette degli otto pezzi dell’album, ha fatto davvero un lavoro straordinario conferendo ai brani una grande atmosfera. Difficile sceglierne uno in particolare, l’album è davvero molto bello…insomma è uno di quei cd che puoi portare sempre con te e che può farti compagnia durante uno di quei viaggi che vorresti non finissero mai… Far parte di questo lavoro accanto ad Autori pregevoli come Massimo Luca e Paola Palma ed aver conosciuto nuovi amici autori come Enrico Zulian, mi rende davvero orgoglioso.

Su Regole della Navigazione è ormai stato detto tanto e mai avrei pensato l’anno scorso di sfiorare il palco dell’Ariston. Ringrazio ancora Antonio Mercurio che mi ha permesso di mettere in musica questa parte del suo Pensiero che oggi è saldamente dentro di me.

In Giusto il tempo di perdonarti (di cui ho scritto anche le musiche) ho voluto invece rovesciare il tema del perdono che nell’uomo di oggi, per cultura e modelli consolidati nel tempo, è spostato sempre verso gli altri. E’ invece secondo me molto importante sapersi perdonare e sapersi accettare nella consapevolezza che, in ogni situazione della propria esistenza come nel rapporto di coppia, si è fatto il meglio che si poteva e che colpevolizzarsi oltre i limiti non fa altro che pregiudicare la realizzazione dei propri sogni”.

L’album sarà disponibile dal 14 Maggio nei migliori negozi di dischi.

Per contattare Alessandro Michisanti:

Alessandro Michisanti
Author, Arranger & Songwriter
Mobile: +39 328 6659503
THE CAVE Recording Studio: +39 06 86213692
[email protected]
[email protected]
http://www.facebook.com/alessandro.michisanti?fref=ts

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