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Il passato nascosto di Venezia

Sono molti i segreti che affollano Venezia, una città così antica e magica, che sembra il posto ideale per trovare dei fantasmi, soprattutto nel silenzio della sera, rotto solo dallo sciabordio dell’acqua.
In mezzo alla massa di turisti che alloggiano in hotel Venezia che affolla piazza San Marco e i bellissimi palazzi circostanti, a nessuno verrebbe da pensare che tra questi palazzi così finemente decorati, questi luoghi così belli artisticamente ancora si possa avvertire la presenza e i ricordi delle molte persone che furono giustiziate proprio qui, accanto ad una colonna di Palazzo Ducale. Invece davanti ad altre due colonne, che giustappunto hanno un colore diverso dalle altre, erano lette le sentenze che poi venivano subito eseguite davanti alle prime due colonne. Questo rituale faceva sì che il condannato fosse obbligato a guardare direttamente l’orologio del campanile, in modo da sapere esattamente l’ora della propria morte, dopodiché era giustiziato.

In effetti c’era una piccola possibilità di cavarsela, ma era talmente labile che nessuno ci è mai riuscito. Si trattava infatti di fare un giro completo attorno al basamento di una colonna del Palazzo, senza cadere. Per chi desidera dormire a Venezia e visitarla potrà tuttora notare quanto questo basamento sia consumato e scivoloso, rendendo quindi praticamente impossibile girarci attorno senza cadere. La maggior parte dei condannati giustiziati in questo modo erano accusati di eresia dalla Santa Inquisizione.

Un altro terribile modo per giustiziare i condannati era appenderli dentro una gabbia di ferro (la gheba, un espressione dialettale che tuttora significa galera) che era lasciata penzolare dal campanile, che si trova a lato del Palazzo Ducale. Il campanile, costruito attorno al IX secolo, poteva essere amico o nemico dei veneziani, a seconda della loro situazione, è poi in seguito imploso in se stesso, cadendo però un angolo rimase fortunatamente intatto. Da quest’angolo è stato poi fortunatamente possibile ricostruire la Loggetta del Sansovino e poi il campanile stesso, come lo vediamo noi ora. Il campanile ora è alto 100 metri, con in cima una statua d’oro dell’Arcangelo Gabriele, alta tre metri. Una costruzione davvero imponente nel suo complesso. La statua è mobile, quindi gira a seconda della direzione da cui tira il vento. Secondo i veneziani, se la statua si volta a guardare la Basilica vuol dire che ci sarà l’acqua alta.

Un’altra leggenda racconta che Federico III imperatore d’Asburgo, seccato per aver dovuto fare tante scale per raggiungere la Sala del Maggior Consiglio per un ricevimento, si arrampicò col suo cavallo sulla scala a chiocciola fino in cima al campanile, per provare la sua superiorità, impresa mai più riuscita ad altri.Galileo Galilei durante la sua permanenza a Venezia usò il campanile come specola, e sempre li nel 1609 presentò il suo cannocchiale alla Signoria. Leggende affascinanti che per chi soggiorna in un hotel 3 stelle Venezia saranno sicuramente apprezzate per capire lo spirito di una città senza tempo.

Il campanile ospita in tutto cinque campane: il Maleficio i cui rintocchi accompagnavano una condanna a morte, la Nona, perché segnava le nove, la Trottiera, quella delle Pregadi, che chiamava i magistrati ed i Senatori alle sedute a Palazzo Ducale, e per ultima la Marangona, l’unica che si è salvata dal crollo. Segnava l’inizio e la fine dell’orario di lavoro per i marangoni (carpentieri), ma soprattutto era l’unica che segnava i dodici rintocchi della mezzanotte. E tutt’ora sempre a mezzanotte segna la fine del Carnevale, battendo i fatidici dodici rintocchi nella notte tra martedì e mercoledì.

A cura di Martina Meneghetti
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