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Pasta Maltagliati Gran Chef la qualità è al servizio dei professionisti della ristorazione

pasta maltagliatiL’attenta scelta tra le migliori varietà di grano duro, le tecniche produttive perfezionate nel corso degli anni e un’esperienza che risale all’inizio della storia dei pastifici italiani fanno di Pasta Maltagliati un prodotto di assoluta qualità scelto anche da cuochi professionisti.

La Pasta Maltagliati Gran Chef Catering, pensata per garantire una perfetta tenuta sia in cottura espressa sia in doppia cottura, nasce per soddisfare le esigenze dei cuochi professionisti della ristorazione italiana. Una pasta di semola di grano duro a lenta essiccazione, le cui principali prerogative sono le cotture brevi e omogenee, l’assenza di collosità, la buona tenuta dopo la cottura, la consistenza e un’ottima capacità di trattenere i condimenti.

I lunghi tempi di lavorazione delle migliori varietà di semole di grano duro consentono di ottenere prodotti altamente digeribili, declinati, da Pasta Maltagliati, in più di 20 formati destinati alla ristorazione professionista e che si adattano ad ogni tipo di condimento a base di carne, pesce, verdure e formaggi.

La fantasia degli Chef trova così piena e libera espressione nel vastissimo assortimento di abbinamenti e di creazioni culinarie. Catering Gran Chef è confezionata per proteggere, il più possibile, il prodotto da eventuali rotture e impacchettata in pesi che vanno da 1 a 3 kg in base alla delicatezza del formato e alle esigenze di stoccaggio.

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Maltagliati presenta i suoi formati di pasta. I tagliolini

Maltagliati Formati di PastaPasta Maltagliati, che fa della tradizione e della genuinità i baluardi della sua produzione, ha deciso di far conoscere le caratteristiche, la storia e gli usi dei più conosciuti formati di pasta attraverso i quali esprime tutta la sua creatività. I tagliolini.

La produzione industriale e artigianale italiana può annoverare oltre 300 formati di pasta differenti, che imprimono un carattere specifico ad ogni ricetta. Una ricchezza che fa parte della cultura culinaria del paese e con la quale i cuochi, casalinghi o professionisti, possono dare libero sfogo al loro estro in cucina.

Pasta Maltagliati, marchio inscindibilmente legato alla tradizione dei più antichi maestri pastai, promuove sin dal lontano 1848 la conoscenza del “mondo pasta” e per farlo si propone di far conoscere al pubblico i formati più conosciuti e apprezzati rivelandone la storia, gli usi e le caratteristiche essenziali. Questo percorso inizia da i Tagliolini, formato di pasta che ben si accompagna ai principali frutti che la terra dona in autunno: funghi, tartufi, carciofi, legumi.

A metà strada tra i capellini e le tagliatelle, 2-3 mm di sfoglia a sezione piatta e lunga approssimativamente quanto gli spaghetti, i tagliolini portano in tavola la delicatezza di condimenti eleganti, leggeri e pregiati. Prodotti da Pasta Maltagliati utilizzando 6 uova fresche per ogni kg di farina in modo da garantirne l’eccellente qualità e la genuinità, conosciuti anche il nome di taglierini o tajarin, senza che la loro essenza cambi in alcun modo: una pasta gustosa che cuoce in pochissimi minuti.

Rinomati ed apprezzati in tutta Italia, da Nord a Sud, tanto che  una versione è consacrata al grande compositore Giuseppe Verdi “I tagliolini all’Aida”, mentre un’altra “I Tagliolini all’astice”  viene citata come una delle appetitose ricette, che il famoso Commissario Montalbano si gusta tra le pagine dei romanzi di Camilleri

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IFOA E LA GASTRONOMIA LUCANA PER FAR CRESCERE TURISMO ED OCCUPAZIONE

IFOA E LA GASTRONOMIA LUCANA  PER FAR CRESCERE TURISMO ED OCCUPAZIONE

Scendono in campo Unione Cuochi, Coldiretti, Slow Food, Assoprol, Associazione Allevatori, Consorzio tutela del Pane, Confcommercio e Confersercenti, Federalberghi ed i produttori biologici: obiettivo formazione di alto livello

 

La “capitale” italiana dell’agricoltura biologica èla Basilicata. Maè anche qui che si concentra il 90% della produzione dei pregiatissimi bovini di razza podolica. In una Italia dove 9 volte su 10 i legumi che mangiamo sono stranieri, e i nostri sono a rischio di estinzione, la Lucania si distingue per la tutela dei suoi fagioli e della biodiversità.

E’ su questo giacimento di tipicità di inestimabile valore che poggiano le solide basi del progetto “Lady e Mr. Chef – Promotori dell’enogastronomia lucana”, presentato il 28 Gennaiio2012 aMatera e a Potenza dall’IFOA (Istituto di Formazione per Operatori Aziendali). “In questi ultimi 20 anni si è fatto tanto, anzi tantissimo.La Basilicataha saputo diventare attrattore di un turismo di qualità, attentissimo alla gastronomia tipica. A questo punto, per fare il balzo in avanti è necessario uno sforzo in più: formare in maniera mirata le nuove generazioni – diceVito Brugnola, dirigente IFOA – . Bisogna innestare sulle solide tradizioni lucane una forza in più, quella della imprenditorialità”. L’obiettivo è, da un lato la valorizzazione dell’agricoltura di qualità, e dall’altro, contribuire ancora di più alla destagionalizzazione del turismo lucano che ha già numeri eccellenti: tutti i ponti e le festività del 2011, malgrado la crisi, ha fatto registrare il tutto esaurito!

Il programma “Un Ponte per l’Occupazione” è promosso dalla regione Basilicata per favorire l’inserimento professionale di giovani lucani. Nei contenuti la proposta rappresenta lo sviluppo di un lavoro avviato nel 2004 da IFOA e Federazione Italiana Cuochi per la valorizzazione della cucina mediterranea. “A Matera e Potenza – sottolineanoRocco Pozzulo, presidente Union Cuochi Basilicata e Carlo Montano, presidente Assocuochi Matera – proponiamo una figura professionale nuova: quella dello chef esperto di prodotto locale e turismo enogastronomico, in grado di favorire l’integrazione degli operatori della filiera e valorizzare concretamente le straordinarie ricchezze dei territori lucani”.

“I nostri coltivatori continuano a produrre tipicità e, insieme al gusto e alla sicurezza alimentare, viaggia anche una immagine positiva del territorio. Bisogna a questo punto completare la filiera e portare i prodotti dai campi alla tavola e quindi ai turisti”.

A sostegno del progetto Ifoa scendono in campo Unione Cuochi, Coldiretti, Slow Food, Assoprol, Associazione Allevatori, Consorzio tutela del Pane, Confcommercio e Confersercenti, Federalberghi ed i produttori biologici per una formazione di alto livello. Le adesioni sono aperte fino al 13 Febbraio 2012, i corsi inizieranno a marzo nei due capoluoghi, per info www.ifoa.it

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Carta del Pesce: nuove norme per la distribuzione alimentare

La distribuzione alimentare è una delle categorie più soggetta a controlli nel nostro paese. Una regolamentazione rigida, supportata da accertamenti continui, ci assicura sui prodotti alimentari che adoperiamo, sia nella ristorazione sia nei supermercati.

Un esempio recente dei controlli di successo nel settore alimentare è il sequestro di olio di oliva deodorato, ma questo è solo l’ultimo di una lunga serie. La semplificazione dei trasporti internazionali ha incrementato il problema di importazione di prodotti alimentari contraffatti e modificati a danno dei consumatori. Di conseguenza la comunità europea e il governo italiano si sono attivati per certificare il processo di approvvigionamento di alimenti.

La “Carta del Pesce” va proprio in questa direzione, per assicurare i consumatori sulla provenienza dei prodotti ittici. Con questo nuovo strumento, proposto da Coldiretti Impresa Pesca, si vuole definire il luogo di origine del pesce per limitare il consumo di articoli surgelati e importati dall’estero.
La proposta della “Carta del Pesce” dovrebbe essere estesa anche ai ristoratori, ai gestori di bar e pub, alle pizzerie, agli albergatori, etc, per assicurare i clienti sulla provenienza dei prodotti ittici che arrivano sui nostri piatti.
La pesca infatti è uno dei settori più in crisi del nostro paese e la volontà è quella di tutelare sia il mercato che la salute di tutti noi.

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Alimentazione: l’Italia diffida del cibo straniero

Una delle conseguenze della globalizzazione è sicuramente la diffusione del cibo tipico di ogni paese in ogni parte del mondo.
Ovviamente come il cibo italiano si è diffuso in tutto il mondo anche in Italia molte sono le tendenze straniere che si stanno diffondendo sempre più. Basta guardarsi intorno con attenzione e si potranno facilmente scorgere numerosi ristoranti cinesi, giapponesi, venditori di kebab, sushi, falafel e altre specialità tipiche di ogni zona del mondo. Per non parlare della capillare diffusione dei fast food di stampo americano che hanno letteralmente invaso i centri commerciali e sono diventati quasi uno status symbol tra i più giovani.

Queste nuove tendenze però sono state accolte in maniera abbastanza contraddittoria dal popolo italiano che vanta una tradizione culinaria e gastronomica di eccellenza che si avvale dei prodotti della zona e di numerose specialità che vengono spesso proposte dai numerosi consigli ristoranti e di qualsiasi altra città.

Da una recente inchiesta di Coldiretti è infatti emerso come la diffidenza verso altre tradizioni culinarie sia molto diffusa tra i consumatori italiani che in questo modo mettono in atto una sorta di “resistenza” alla globalizzazione. Sono ben 4 su 10 infatti gli italiani che dichiarano di non aver mai messo piede in un ristorante straniero. E non certo per intolleranza o razzismo nei confronti di questi prodotti e della cultura che essi portano con loro ma per una vera e propria diffidenza sugli alimenti stessi, sulle materie utilizzate e sulla loro qualità di fondo.

Proprio il made in Italy infatti è uno dei settori che più risentono della dura concorrenza di prodotti stranieri che, grazie al loro costo minore che denota molte volte anche minore qualità, hanno letteralmente invaso il mercato italiano. Infatti mentre la resistenza alla globalizzazione può avvenire resistendo al consumo di prodotti di dichiarata provenienza straniera questo non si può prevedere quando questi prodotti vengono utilizzati direttamente dai ristoratori italiani.

Sicuramente l’unico modo per prevenire il consumo da parte nostra di questi prodotti derivanti da surrogati che imitano la qualità del prodotto nostrano è quella di recarci in determinati ristorante pesce che possano garantire la provenienza delle materie prime ma soprattutto la loro qualità grazie anche ad innovative tecniche quali telecamere piazzate in cucina che possono mostrare agli avventori il lavoro continuo dei cuochi e dei loro collaboratori in cucina.

Ma molte altre sono le tecniche per essere, se non del tutto ma quasi, della buona qualità degli alimenti che quotidianamente consumiamo sia durante pranzi di lavoro in ristorante pranzo sia tra le mura domestiche. Certo nei primi tempi sarà necessario un po’ di tempo per abituarsi a leggere accuratamente le etichette e le indicazioni geografiche però con l’abitudine anche questo diventerà facile e veloce ma soprattutto fondamentale per la nostra salute.

Comunque, dopo il via libera della Camera, entro il 2010 dovrebbe essere approvata la legge che obbliga ad indicare all’interno dell’etichetta la provenienza degli alimenti di qualsiasi genere limitando inoltre i messaggi pubblicitari fuorvianti per il consumatore che possano trarre in inganno sul prodotto, la sua provenienza e la sua qualità.

A cura di Martina Celegato

Prima Posizione srl

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