Archives

Comunicati

Gianni Mura e i suoi design

Nel suo Atelier di Via Montenapoleone si legge: “la moda è creata dai grandi, i particolari dal grande te stesso”. Un altro aneddoto recita: “se qualche disegno di moda ti colpisce, profanalo, inserendo il particolare adatto alla tua personalità”. Sono solo alcuni esempi di un Gianni Mura che racconta se stesso: “la mia devozione, fin da giovane, al capo sartoriale mi consentiva di spaziare su  particolari e colori che ad altri potevano risultare audaci o non potevano permettersi. Poi arriva il pronto moda per tutti e, mio malgrado, ho dovuto adattarmi a un look di massa. I vecchi sarti invecchiavano e smettevano di lavorare, altri risultavano eccessivi di costo e altri ancora preferivano stare dietro un banco di vendita ad aspettare il cliente piuttosto che fare amicizia con ago e rocchetti. Il mondo cambia, mi dicevo, e io non potevo farci nulla. Pensavo che, in fondo, la gente avesse poche idee e si piegasse alle regole di mercato. In soccorso, arriva Milano. In una grande città, si sa, piove di tutto e bisogna saper discernere luoghi e persone. Ma penso anche che questa sia la città che più di ogni altra aiuti a capire il senso delle cose. Apparentemente distante, senza dubbio selettiva. Come una donna di classe, non si offre, ma, se riesci a capirla, premia le tue capacità. Sfrutto le mie intuizioni e punto sulla mia esperienza di marketing creando un rapporto diretto con il consumatore finale. Alla cravatta di alta tessitura, rigorosamente griffata Made in Italy, abbino la produzione della camicia su misura. Accanto alla sobrietà classica che è la linea preferita dai grandi professionisti; promuovo un look mirato diretto a una fascia di persone dal denominatore comune: innovazione e buon gusto. Dove, in una selezione naturale, il protagonista è il cliente che ha idee. Una semplice base che, di volta in volta, invito a completare. Una moda pensata da se stessi per se stessi è il messaggio che emerge con forza ed è la prerogativa che distingue l’identità del brand. Come un pittore che disegna i propri sogni, ogni persona aggiunge il proprio contributo secondo il proprio stile. E fiocca la genialità del singolo. Fiocca la creatività. Fioccano le richieste. Scopro tanti design. Scopro veri cultori di stile. Emergono messaggi spontanei di fantasia e di buon gusto che, magari, colui che è costretto a stare dietro una scrivania ne ha da vendere. Un inconsapevole e gratificato cliente-collaboratore, portavoce di un patrimonio che racchiude un mix di potenzialità eccezionali e che spontaneamente si confronta con gli altri per ispirarsi a vicenda. Quasi un tacito accordo tra le parti e uno spirito di club che mi consente, fra l’altro, di fare il pieno di elogi da parte di vecchi e nuovi clienti relativamente alla varietà di stili e particolari delle “sempre fresche”, consegne a vista. Quale soddisfazione sentire il cliente che dice: “posso fare il tipo di collo o abbottonatura o altro, che vedo in questa camicia piuttosto che quello della rivista che mi sono portato dietro?” La camicia è quella che il cliente non ritira subito per mancanza di tempo e che, nel frattempo diventa modello ideale per altri. Un tam tam di messaggi innovativi davvero straordinari in cui c’è sempre qualcun altro che si riconosce”. Parte da qui, l’idea di spazio sartoriale uomo-donna, creato in Via Montenapoleone 17. Stesso concetto di moda accessibile a tutti. Stesso copione. Difficile stare dietro a quest’uomo dal carisma fermo ancorchè geniale. Fondamentalmente edonista, con la sua convinzione di possedere l’intuizione di quello stile che  fa la differenza. Difficile anche dargli torto quando i riscontri sono palesi. Di sicuro, il suo è un percorso intenso e gratificante in un infinito mix di idee che stimolerebbero chiunque, ma quale altra persona può essere Gianni Mura e meglio di Gianni Mura?

Ufficio Stampa Gianni Mura

www.giannimura.it
No Comments
Comunicati

GIANNI MURA E L’ELITE

L’umorismo è intatto e l’entusiasmo, se possibile, cresciuto. Gianni Mura si (ri)scopre e procede nei suoi obiettivi di total look . “Perlomeno, sono uno che sa cosa fare da grande”, esordisce, sorridente e scanzonato e prosegue, “per portare avanti questo progetto ho dovuto rinunciare a impegni cinematografici, di politica e trascurare programmi di beauty comfort. Ma per fortuna sono uno che si sa adeguare…”. Stiamo al gioco delle sue battute e gli domandiamo chi è il suo consigliere e perché ha lasciato la Sardegna: “mia moglie, anima femminile e testa pensante, è lei la mia grande consigliera, insieme al mio manager e collaboratori, naturalmente. Il trasferimento è invece legato alla selettività. Ha mai sentito parlare del popolo dei creativi, dei cervelli in fuga? Le èlite, in ogni settore, emigrano e io  non sono venuto a Milano con la valigia legata a spago…”. Riemerge il suo istinto provocatorio, la sua capacità di stupire, spiazzare, sorprendere. Un Gianni Mura che disorienta e incanta. Torna serio e riprende: “Voi penserete che voglio ingrandirmi, ma così non è. Ho semplicemente deciso di attivare un processo che, fra qualche anno, familiari e collaboratori dovranno portare avanti con la stessa passione che ci ho messo io e che mi auguro di avere trasmesso anche a loro. Quello che ho ricavato in Via Montenapoleone è un luogo raffinato di dialogo e confronto tra gente di varia personalità e provenienza accomunati dalla passione della moda e della individualità. Veri designer di raffinata cultura, i miei clienti. Le basi sono quelle che le tendenze dei grandi stilisti propongono. I particolari sono quelli che ogni persona di buon gusto sceglie per se stesso”. Domandiamo a Gianni Mura cosa ne pensa dei grandi stilisti e gli artisti da passerella: “loro sono in grande”, risponde. “Io non potrei creare una collezione per tutti. Mi perderei. Sono per l’individualità. Per quel particolare che fa la differenza”. Però ammette: “li apprezzo molto e amo guardarli in televisione, quando posso, alla sera. Oppure assistere a qualche sfilata, ma non imitarli. Loro dialogano virtualmente. Io dialogo dal vivo. Quanto tempo toglierei a me stesso e ai miei clienti? Amo la gente da vicino. La clientela che sono riuscito a creare è in linea con il mio pensiero e questo mi gratifica. Il mio è un rapporto diretto e paritario con tutti. Pensi che non riesco a rispondere agli inviti di rete (almeno per ora) e me ne duole. Conquisto dal vivo a discapito dei social networks”. Pagine spontanee in un concetto di marketing  privilegiato che comprendono le sue scelte. Il polo d’attrazione esistente tra Gianni Mura e la moda che racconta è condivisa da una città dove arte, business e buon gusto convivono e si fondono.

Ufficio Stampa Gianni Mura
www.giannimura.it
No Comments
Comunicati

Lo stilista Gianni Mura sceglie i clienti

Via Montenapoleone 17 - Milano
Con un percorso unico nel suo genere, Gianni Mura dà vita alle sue concettuali storie di moda e, dimostrando uno spirito di club, decide di avvalersi di maestri di alto livello. “Unire talenti è sempre stato il mio sogno nel cassetto”, spiega, “e ora anche gli agognati abiti di alto livello sartoriale sono una realtà. I pezzi costruiti sulla persona, massima espressione di stile, sono realizzabili in Via Montenapoleone 17, per raccontare un uomo che non rinuncia a essere se stesso”. E Gianni Mura precisa: “i miei clienti conoscono il sapiente gioco dei dettagli che si fonde in armonia con l’eccellenza della qualità. Il maestro Emilio Sasso, legato a una tradizione sartoriale molto forte, non è solo un sarto di grande scuola e di provata esperienza, ma è anche una persona che sa consigliare, valutare, creare. Gli spazi sono concepiti fedeli all’essenza della persona per metterla in condizione di procedere a un look come fosse nel salotto di casa propria”. Un su misura per tanti, dunque, quasi fossero affidabili anticipazioni delle prossime tendenze. “Ed è pensando a quelle modifiche che il cliente immagina quando vede un capo in vetrina”, afferma, “che ho deciso di disegnare i confini tra l’abito seriale e il capo sartoriale. Quello che ho realizzato in Via Montenapoleone è un laboratorio che racconta storie individuali”. Un percorso deciso insieme allo stilista Emilio Sasso, maestro e sostenitore convinto del capo su misura, il quale afferma a sua volta: “negli abiti di serie manca sempre qualcosa in cui potersi riconoscere totalmente. Il mio lavoro ha i canoni dell’unicum con un’attenzione alla diversità della richiesta. L’esigenza del cliente è importante almeno quanto l’intuizione di chi esegue”. Coerenza e inedita originalità, quindi, nel team di Gianni Mura. Il suo modo di fare marketing attraversa nuovi linguaggi e molti spunti di riflessione. Lo stilista procede con la chiara intenzione di mantenere una promessa fatta a se stesso. “Produrre il meglio, produrre Made in Italy” con una sola regola: “nei miei clienti non deve mai venir meno l’autostima”. Chiediamo a Gianni Mura come sono le sue giornate: “in versione mix”, risponde, “in ogni giornata c’è sempre qualcosa di bello, basta scremare e tenere ciò che ti piace”. Fa così anche con i clienti? “Non so…però”, ride, “saper scegliere le persone, specie di questi tempi, è un segreto e in un certo qual modo sì, scelgo anche i clienti (oltre ai collaboratori). È come creare una squadra, ma, all’incirca, senza scarto. C’è da premettere che il su misura è richiesto da bella gente. Evidentemente, ho saputo leggere tra le righe del mercato e sono felice del risultato finora ottenuto. Quando si è in linea con valori di buon gusto riesce facile anche il dialogo tra le persone”. E a proposito di ciò che questo progetto significa per lui, Gianni Mura spiega: “quando sono al lavoro sono come a casa mia o al bar con gli amici. Quale panchina più appagante?”. E alla domanda se crede nella fortuna, risponde: “senza un pò di fortuna è più difficile, ma sono convinto che noi poniamo le basi per tutto, anche per essere agevolati dalla fortuna”.


Marco Mancinelli
Gianni Mura Press Office
www.giannimura.it
No Comments
Comunicati

Ognuno veste come merita: incontro con Gianni Mura, stilista


Siamo tornati da Gianni Mura. Ci accoglie con il sorriso di sempre. L’occhio cade immancabilmente sull’accessorio che indossa. I colori sembrano più intensi del solito. “La cravatta ha una sua visualità cromatica”, spiega, “ma, badate, è anche la bella giornata che ne esalta i colori”. Ironico come sempre, Gianni Mura, lui è uno che considera la moda un fatto individuale e, partendo da questa convinzione, crea la camicia su misura a modo suo, con una sorta di demolizione di confini. Pone i canoni base, ma offre al cliente la possibilità di siglare un design personalizzato. In questo modo, lo stilista trasforma l’assetto della moda in un look in cui ognuno possa riconoscersi. Rivoluzionario, audace, soprattutto geniale. Ha compreso la potenzialità delle persone e ha posto le basi per coglierne la personalità. Uno studio degno di un minitrattato di psicologia, animato dall’estro dello stilista. E non stiamo esagerando. Prima di tutto, perché la notorietà se l’è creata a suon di sacrifici come tutti i self-made men. In secondo luogo, perché i capi dozzinali non fanno per lui. Gianni Mura si è sempre distinto per il buon gusto e per i pezzi unici e ora, a Milano, è considerato un punto di riferimento. Il suo atelier di Via Torino 54 è il ritrovo degli appassionati della moda in tiratura personalizzata.
E la cravatta? Chi ama questo accessorio? È il professionista o una persona speciale?
Speciale sì. Chi porta la cravatta è persona di buon gusto e socievole, ma non esiste una barriera sociale tra uomini che amano vivere la vita senza una sorta di castrazione ideologica. Ciascuno deve esprimere quello che è. Il rango e la professione non dividono. Il professionista e l’operaio che sanno portare la cravatta non si distinguono
Chi rifiuta la cravatta è anticonformista?
Penso di no. Qualcuno lo dice semplicemente perché non sa cosa dire. Spesso sono persone sole. Sole nella vita, sole, appunto, tra la gente. Ma l’anticonformismo è un’altra cosa
Parliamo di cose frivole, di curiosità. Se non abbiamo capito male, lei dice che ognuno veste come merita. È così?
Si e così è. Ognuno veste come merita. Ne è la riprova che ognuno sceglie per se stesso
Di chi o di cosa è innamorato Gianni Mura?
Se innamorato vuole dire amare tutto, dalla famiglia al lavoro alla vita. Si, sono innamorato
E la droga?
Assolutamente bandita. Non ho mai avuto bisogno di cercare lo sballo per apprezzare la realtà. Ho sempre avuto l’adrenalina naturale. Anche qui, come per la cravatta, si tratta di avere stile e carattere. Anzi, guardi, le svelo la risposta a una domanda che non mi è mai stata posta: se dovessi paragonarmi a un ballo, sarebbe il rock and roll
Com’è Gianni Mura caratterialmente?
Sono trasparente come l’aria. Niente ruoli dark che prevedono lati diversi dalla mia personalità. Ho iniziato da giovane e, oggi, esagerando un po’, potrei definirmi maestro. La ricetta? Prima di tutto avere fiducia in se stessi. Sentirsi a proprio agio nel corpo e con ciò che il corpo indossa
Torniamo alle donne: con chi farebbe una pazzia?
Beh! Le rigiro la domanda: se una bella ragazza, magari dell’est, fresca di laurea e non solo, le dicesse che ha un biglietto in più per assistere a un balletto in teatro e le chiedesse di accompagnarla, lei sceglierebbe queste o una delle tante avance anonime?
E sua moglie?
Mia moglie non si tocca. Per questo non disdegno qualche fugace e prelibato antipasto. Vede, qui c’è scelta su tutti i fronti. Il mio atelier non è frequentato da sfaccendati o persone precarie
Le amicizie?
Poche, importanti (per noi) e rigorosamente selezionate da mia moglie. Contano anche le frequentazioni giuste. Con la bella gente che entra nel mio atelier non ci sono problemi. Ma fuori bisogna stare attenti. Si vedono comportamenti strani, lontani dalla nostra cultura, come dice mia moglie, a distanze siderali
Progetti per il futuro?
Tanti, tanti, tanti!
Atelier Gianni Mura
Via Torino 54
20123 Milano – Italy
Tel. +39 02 72010618
[email protected]
http://www.giannimura.it
______________________________
Marco Mancinelli
Gianni Mura Press Office
[email protected]

No Comments
Comunicati

L’arte di guardarsi allo specchio: intervista a Piera Mura

Rigate, a pois, bicolori, fluorescenti, strettissime con il nodo complicato. Per il lavoro e per l’aperitivo. Per nascondersi e per essere notati. Esiste una cravatta per ciascun carattere. Lo sostengono Gianni Mura e sua moglie Piera da lui ribattezzata Petra, che nel 2000 hanno aperto un atelier in Via Torino 54, nel cuore pulsante della Milano della moda. Gianni Mura, però, non si limita a cercare stoffe e vendere queste lingue di seta che stringono il collo. L’estroso sardo trapiantato a Milano le disegna pure. Mentre la moglie sta dietro al bancone, lui, in laboratorio, da dieci anni, crea i modelli da mettere in vetrina. E due li ha pure brevettati: la cravatta porta credit card con fermacravatta interno e quella con il codino a vista. Cravatte d’essai, dicono i coniugi Mura. Mica pensate per i barboni, ma per un carattere versatile, una personalità forte e qualche soldino in tasca. Vera e propria passione, che ha spinto Gianni persino a scrivere un trattato sulla cravatta.
Signora Piera, un antidoto contro l’omologazione?
«A ciascuno il suo. Ma questi modelli sono acquistati anche da clienti che non immagineremmo mai. Ad esempio, i magistrati. Che di giorno sono impeccabili con il loro abito e la loro cravatta classica e la sera appendono il vestito da lavoro e si trasformano per andare a bere un aperitivo».
Con una cravatta più originale?
«Esatto. Ed è quella la loro vera personalità».
La cravatta permette quindi di far venir fuori il proprio alter ego?
«Assolutamente sì».
Quest’anno quali sono le tendenze da seguire?
«La cravatta stretta, amata dai giovani e anche da alcuni professionisti. Tra i giovani, le fantasie morbide, con i disegni che arrivano dall’Inghilterra e il rigato britannico».
Colori?
«Quest’anno si punta molto sul verde, che è la cravatta dell’uomo macho appassionato, come dice mio marito nel suo libro».
Per voi che cos’è la cravatta: un vezzo, un accessorio, un modo d’essere?
«È un complemento. Senza la cravatta l’uomo non è identificato. Non dico come maschio, ma proprio come carattere e stile. È un modo di essere. Per molti è anche un vezzo. È un mix di tante cose».
Che cos’ha in più un uomo con la cravatta?
«Regala a chi gli sta attorno un senso di pulizia, di fiducia, di responsabilità. Gianni scrive proprio che chi indossa la cravatta è già in partenza un uomo solare e vincente».
Eppure si dice che l’abito non fa il monaco.
«Oh no… lo fa, eccome! L’aspetto è il primo biglietto da visita».
Oggi la cravatta si porta come prima, più di prima o meno di prima?
«L’abito senza cravatta è stato sdoganato e in molti tendono a copiare la non cravatta. Però non è mai tramontata».
I giovani e questo accessorio: che matrimonio è?
«Un binomio eccellente. Nel nostro atelier, vengono molti bocconiani, i futuri professionisti. I giovanissimi scelgono la cravatta stretta e quella bicolore».
I loro colori preferiti?
«Rosso, grigio, qualcuno osa tinte più forti. Anche se un cliente una volta mi disse “Quando apro l’armadio di mio figlio mi sembra quello di un prete”. Infatti, acquistò solo modelli classici e toni tenui».
Quando si indossa la cravatta? Solo al lavoro e nelle occasioni ufficiali?
«Quando eravamo giovani noi, esisteva il vestito delle feste e quello dei giorni feriali. Oggi, si usa per andare in discoteca e quando si comincia a lavorare. “Inizio a farmi la scorta”, mi dicono molti ragazzi. E lo dicono con un certo entusiasmo».
Il modello che non passerà mai di moda?
«Tutti quelli più classici».
Ma quest’accessorio rischia di passare di moda?
«Penso di no. Chi usa la cravatta è disposto a spendere per avere un’alta qualità. Molti preferiscono investire più per una buona cravatta che per una buona camicia».
Perché?
«Una cravatta cambia l’abito. Anche su una camicia normale o banale».
Voi realizzate anche camicie su misura.
«Non abbiamo modelli fissi. Cambiano a seconda del committente. Il vero stilista arriva dalla strada. Sono i nostri clienti spesso che ci portano il disegno di come vorrebbero che fosse confezionata la loro camicia. In questo modo vengono fuori capi esclusivi».
Oltre agli universitari, la futura classe dirigente, ­ chi sono i vostri clienti?
«Professionisti. Avvocati e soprattutto commercialisti. E tante mogli e fidanzate. Chi compra una cravatta per il suo uomo sa che è un regalo gradito».
Cravatta o papillon?
«Vendiamo entrambi, ma la cravatta batte il papillon venti a uno. Chi usa il farfallino è un professionista del nodo, perché è sicuramente più difficile. Il nodo semplice della cravatta si fa in un attimo e quello complicato è per i veri cultori».
La cosiddetta arte del nodo?
«Non solo. Anche l’arte di saper guardarsi allo specchio».
Suo marito la porta sempre?
«La indosserebbe anche sul costume da bagno!».
La preferita?
«La cravatta con il codino coloratissima, anche disegno su disegno. Gianni è molto estroso ed estroverso. Ama farsi notare: quando arriva in negozio, si riconosce anche da lontano».
Che cravatta indossava al vostro matrimonio?
«Una arancione shocking. Lo scorso giugno nostra figlia si è sposata. Celebrava Francesco Cossiga. A suo padre aveva chiesto una mise meno appariscente. La cravatta più cauta che Gianni ha trovato era a base bordeaux con codino rosa a pois».
Che cosa rende una cravatta una buona cravatta?
«I primi fili, che devono essere nobili e pregiati. Il broccato è l’ultima passione, più arabeggiante. Poi, vengono la seconda scelta e il cascame. Le rifiniture sono artigianali e, per la fascia più alta, eseguite interamente a mano. A fare la differenza è sicuramente la tenuta: deve durare nel tempo».

– Intervista realizzata dalla giornalista Laura Lana e pubblicata sul giornale on line Possibilia
(http://www.possibilia.eu/
). L’intervista è stata pubblicata con altri articoli nell’ambito di uno speciale che Possibilia di Febbraio ha dedicato alla cravatta.

Marco Mancinelli
Gianni Mura Press Office
[email protected]
http://www.giannimura.it/

No Comments
Comunicati

Il web store di cravatte più grande al mondo

eties è il primo progetto di Cravattificio Diana, azienda facente parte di un gruppo specializzato nella produzione e distribuzione della cravatta dal 1954. Da oltre mezzo secolo la garanzia di qualità è l’impronta dell’intera produzione e, ancora oggi, rappresenta pienamente lo stile eties.

eties è espressione di connubio tra stile e modernità: stile e cultura di creatori di Cravatte da oltre 50 anni e modernità nella ricerca di un prodotto sempre al passo con i tempi nei tessuti, nelle forme, nei disegni e nei colori.

 Ogni Cravatta racconta qualcosa di chi la produce e la indossa, è un simbolo di carattere e la sua qualità permette di rappresentarne uno stile. eties si propone con l’affidabilità della sua esperienza, confermata dal continuo successo delle sue linee.

 La fiducia del cliente fa parte della filosofia di eties: ogni cliente sa di poter contare, fra gli altri servizi, sull’assistenza post-vendita in grado di garantire la massima sicurezza nell’acquisto. Affidarsi ad eties, significa incontrare la tradizione e la modernità insieme, che ha un unico risultato finale: una Cravatta d’alta classe.

 Qualità delle cravatte eties

eties significa stile in qualsiasi situazione: la particolarità della seta antipiega permette di indossare sempre un accessorio impeccabile con un risultato perfetto su qualsiasi tipologia di nodo.

 Nelle collezioni eties si trova la cura dei dettagli esclusivi che solo un prodotto di alta sartoria può vantare. Tutte le Cravatte vengono realizzate con una confezione curata nei minimi dettagli ed utilizzando materie prime di estrema qualità.

Offrire un servizio di classe superiore è prerogativa di eties. Ogni Cravatta viene confezionata custodita all’interno di un raffinato ed elegante bauletto.

 Shop

La collezione eties è in vendita in esclusiva online. Sito all’avanguardia sia nella navigazione ma soprattutto nella grafica. Nel 2007 è stato selezionato tra i migliori 200 siti in Europa.

La Collezione

La collezione è stile di moda. Si rinnova periodicamente nei toni e nelle forme. La serie eties spazia dalle classiche cravatte in pura seta con colori e fantasie alla moda, a quelle più particolari prodotte in Edizione Limitata. Anche le misure variano per far fronte alle più esigenti richieste: Little eties da 4,5cm. o 7 cm, e la extra long da 165 cm.

www.eties.it

No Comments
Comunicati

Incontro con Gianni Mura, maestro di stile

Gianni Mura crea la camicia su misura e ciò che ne segue sembra un effetto mediatico. Non lo è. È solo un’altra formula vincente dello stilista che, ancora una volta, trova un riscontro eccellente e una risposta spontanea alla nostra intervista.
“Il successo arriva perché quello che faccio risponde ai canoni di tutte le persone e, in questo caso, intendo tutte quelle che si rivolgono a me, ma interpretando se stessi. Da parte mia, ho solo proposto i modelli di base senza schemi, ma con libertà di spaziare a seconda della propria fantasia. La risposta non si fa attendere”, assicura lo stilista, “e ho scoperto che i veri protagonisti sono loro, sono i miei clienti. Questa unicità li ha coinvolti e, in quanto a estro, sono gli interlocutori ideali del mondo creativo. Una vera risorsa umana. Ognuno aggiunge qualcosa di suo e, ognuno aggiunge stile allo stile. Un patrimonio di assoluto talento da dove, io stesso, spesso, attingo. Ho introdotto questa formula pensando di arricchire le persone”, continua Gianni Mura, “ma mi rendo conto che sono loro ad arricchire me. D’altra parte, la compravendita non mi è mai interessata e mi inorgoglisce constare che a pochi mesi dal debutto si creano già delle liste di attesa”, conclude.
In principio era la cravatta a catturare la creatività dello stilista. Modelli classici e altri che, con i loro colori, sembravano sfidare la luce del sole. Alcuni parevano eccessivi, ma tra le varie tendenze di stile c’è chi ama le tinte forti.
Inoltre, sappiamo bene che Gianni Mura non ha mai trascurato il classico eccellente. Disegnare, tessere, confezionare è stata e continua ad essere la sua parola d’ordine. Un’attività, la sua, che, come egli stesso afferma, coinvolge più persone di quanto si potesse pensare.
Ma Gianni Mura stupirà ancora. Si vedono già brillare i successi delle sua prossima uscita. Gli chiediamo: ci sarà qualche nuovo capo di abbigliamento nel prossimo futuro? “C’è”, risponde, “e c’è un team di giovani creativi pronto a entrare in campo. Ma, ora, non chiedetemi altro. Intendo godermi questo momento. Inoltre, voglio gestire ogni cosa con rigore senza trascurare nulla. Sarebbe come trascurare un figlio a beneficio di un altro. E, poi, ci vogliono i tempi ed è per questo che la mia partner mi vieta di anticipare alcunché”.

 
Marco Mancinelli
Gianni Mura Press Office
[email protected]
http://www.giannimura.it

No Comments