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Ministero dell’interno: nuovo programma per il corso antincendio.

Il programma dei corsi base della prevenzione incendi è stato oggetto della circolare n°1284 emanata dal Ministero dell’Interno.

 

Essendo passati quasi 5 anni dall’entrata in vigore del DM del 5 agosto 2011 che norma le procedure ed i requisiti per l’iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero stesso, ed essendo cambiato lo scenario legislativo in materia di prevenzione incendi, il Ministero insieme agli ordini/collegi professionali regionali ha sentito l’esigenza di effettuare delle modifiche al DM sopra citato.

 

Innanzitutto è stato abrogato il numero massimo di partecipanti ai corsi base e a quelli di aggiornamento, stabilito oggi a 60 unità, fermo restando la necessità di mantenere intatta l’efficacia dell’attività formativa erogata e la scambievolezza tra il docente e gli allievi.

 

Per quanto concerne l’organizzazione degli eventi di formazione spetta al soggetto organizzatore individuare il corpo docente mentre, in capo al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco (C.N.VV.F.), resta la possibilità di proporre ai soggetti organizzatori i nominativi di dirigenti e funzionari dei ruoli tecnico-operativi del C.N.VV.F a cui, eventualmente, affidare l’incarico delle singole docenze.

 

In merito al programma del corso base di specializzazione in prevenzioni incendi è stato deciso di prediligere l’aspetto pratico.

Scopo del corso infatti è quello di fornire ai professionisti le principali indicazioni metodologiche per stabilire i requisiti di sicurezza antincendio peculiari ad ogni settore.

Il corso è strutturato in13 moduli ed ha una durata minima di 120 ore, l’Allegato I della circolare del Ministero stabilisce il numero minimo di lezioni e i relativi argomenti da sviluppare.

 

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Strutture sanitarie: come cambia la prevenzioni incendi con la nuova regola tecnica.

La regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie, facente parte del D.M. del 18 settembre 2002, ha subito alcune modifiche attuate nel 2015.

Gli Allegati I, II e III hanno subito i principali cambiamenti  ed è stata introdotta una nuova figura tecnica ideata per ricoprire un ruolo fondamentale nel processo di adeguamento delle strutture sanitarie con l’attuale normativa.

 

L’Allegato I, che rimpiazza il titolo III del D.M del 2002, elenca le indicazioni che devono essere adottate dalle strutture sanitarie di ricovero ospedaliero o residenziale con oltre 25 posti letto, già in essere all’entrata in vigore del decreto, e che non abbiano concluso l’adeguamento con la precedente normativa.

 

L’Allegato II surroga il titolo IV del precedente decreto e norma l’adeguamento di strutture di assistenza specialistica in regime ambulatoriale,  con una superficie compresa tra i 500 m2 e i 1.000 m2, e strutture superiori ai 1000 m2 già presenti sul territorio alla data di entrata in vigore del nuovo decreto.

 

La nuova figura professionale introdotta è è individuata dall’Allegato III che integra il decreto del 2002 e introduce il titolo V ed è denominata “Responsabile Tecnico della Sicurezza Antincendio”  

Il soggetto incaricato di ricoprire questo ruolo deve possedere un attestato di frequenza al corso base di specializzazione cosi come stabilito dal D.M del 5 agosto 2011.

I compiti che egli deve eseguire sono di pianificazione, coordinamento e verifica dell’adeguamento delle strutture sanitarie alla nuova normativa.
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Regole e normative sui corsi antincendio in azienda

La prevenzione incendi è una delle molteplici attività che riguarda l’ampio discorso relativo alla sicurezza sul lavoro così come normato nel Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro D. Lgs. 81/08, ed è strettamente legata ad altre azioni e figure professionali che operano all’interno dell’ambito lavorativo, come dipendenti e/o consulenti esterni, per rendere più sicuro il luogo di lavoro stesso.

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I botti di capodanno: un pericolo per uomini e animali

Durante le festività di fine anno e soprattutto a Capodanno è facile che la guardia si abbassi e i rischi per la sicurezza delle persone siano in crescita.

Essere preparati a tutti pericoli con corsi per addetti antincendio o corsi di primo soccorso può aiutare anche fuori l’orario di lavoro.

I corsi che molto spesso sono tenuti in azienda dedicati alla prevenzione degli incendi, ad esempio, possono fornire delle nozioni utili che ci possono aiutare anche in situazioni di pericolo extra-lavorative. Il capodanno, poi, con i rischi dovuti ai cosiddetti botti, aumenta i rischi e i pericoli che ci circondano.

Ogni anno, e quello passato non è stato da meno, sono state sequestrate in tutta Italia tonnellate di fuochi d’artificio illegali che potrebbero causare incendi e danni fisici importanti alle persone che li usano. Una corretta prevenzione, processi di sensibilizzazione e un monitoraggio delle attività illegali sono sempre necessari.

Lo scorso capodanno, poi, anche molte amministrazioni comunali hanno deciso di vietare i botti nel corso dei festeggiamenti di fine anno per porre un limite normativo laddove la civiltà del cittadino molto spesso non arriva.

Da nord a sud i diversi comuni con modalità diverse hanno vietato la vendita e l’utilizzo di fuochi pirotecnici, mortaretti e petardi. Alcune amministrazioni hanno esteso i divieti a tutta la città mentre altre hanno limitato il divieto alle zone più centrali e di maggior assembramento in occasione dei festeggiamenti.

Il rischio dell’utilizzo eccessivo di questi botti non è solo per la salute delle persone ma anche per quella degli animali. Gli animali domestici, infatti, sono terrorizzati dai botti di fine anno e molti di loro possono perdere la vita per la paura. Si spera che siano sempre maggiori i casi di persone che rinunciano ai botti illegali in favore di più semplici e sicuri modi per divertirsi.

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Tutto quello che c’è da sapere sul corso antincendio: normativa, classificazione e didattica

In Italia, i temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavori sono affrontati e disciplinati dal decreto legislativo n. 81 del 2008, detto anche Testo Unico. Tale decreto, che sostituisce la precedente normativa in materia, il decreto legislativo n. 626 del 1994, è entrato in vigore il 15 maggio 2008 e prevede, fra le altre cose, l’obbligo per il datore di lavoro di designare gli addetti antincendio. Tali addetti, come stabilisce lo stesso decreto legislativo 81/2008, devono frequentare un corso di formazione: corso antincendio, i cui contenuti sono elencati dal D.M. 10 marzo 1998, la normativa in materia di prevenzione incendi e protezioni antincendio nei luoghi di lavoro.
Gli addetti antincendio devono quindi frequentare corso antincendio, il quale si divide in tre tipologie: corso antincendio basso rischio, corso antincendio medio rischio e corso antincendio alto rischio. Questa differenza si basa su un’altra distinzione: il livello di rischio incendio presente nel luogo di lavoro.

Sono classificati come “luoghi di lavoro a rischio incendio basso”, e gli addetti antincendio devono quindi frequentare corso antincendio basso rischio della durata di 4 ore: quei luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio in cui, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.

Sono classificati come “luoghi di lavoro a rischio incendio medio”, e gli addetti antincendio devono quindi frequentare un corsi antincendio rischio medio della durata di 8 ore: quei luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.

Sono classificati come “luoghi di lavoro a rischio incendio alto”, e gli addetti antincendio devono quindi frequentare un corso antincendio rischio alto della durata di 16 ore: quei luoghi di lavoro o parte di essi, in cui per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio.

Il corso antincendio è strutturato in due parti: una pratica e una teorica, i contenuti del corso variano a seconda della tipologia, ma, in linea generale, tutti e tre trattano argomenti come la combustione, le sostanze estinguenti e le misure di prevenzione incendio e protezione antincendio.

Ricordiamo che tutti gli addetti devono, una volta designati, frequentare il corso di formazione. Gli addetti antincendio, per poter svolgere questa mansione all’interno dell’azienda, devono essere fisicamente e psicologicamente ideonei a svolgere l’incarico.

Al termine del ciclo didattico, gli addetti riceveranno un attestato di formazione comprovante l’avvenuta frequentazione del corso.

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Corso antincendio: obblighi e normativa

Quando si parla di salute e sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro si fa riferimento al d.lgs. 81/2008, il decreto legislativo che recepisce e integra il precedente d.lgs. 624/1994. Tale dettato normativo, all’art. 37 dispone che il datore di lavoro deve assicurare che “ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente e adeguata”. A tal proposito, il D.M. 10 marzo 1998, all’art. 7, impone l’obbligo al Datore di lavoro di formare i lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi e protezione antincendio. Obbligo ribadito dall’art. 46 del d.lgs. 81/2008 che sancisce espressamente l’obbligo di formazione antincendio. Gli addetti antincendio devono quindi frequentare corso antincendio, che, sempre il D.M. 10 marzo 1998, divide in tre tipologie a seconda del livello di rischio presente in azienda.

Il D.M. 10 marzo 1998 fa infatti una distinzione fra corso antincendio basso rischio, il quale ha una durata di 4 ore, corso antincendio medio rischio, il quale ha una durata di 8 ore, e corso antincendio alto rischio, il quale ha una durata di 16 ore.

A questo punto una domanda sorge: qual è il livello di rischio della mia azienda? Il D.M. 10 marzo 1998, all’Allegato I punto 1.4.4. “Classificazione del livello di rischio di incendio” definisce cosa si intendo per rischio incendio basso, medio e alto. A titolo esemplificativo, sono considerati a rischio incendio basso, e devono quindi frequentare corso antincendio basso rischio, quei luoghi di lavoro in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e la possibilità di sviluppo di principi di incendio è scarsa.

I contenuti del corso antincendio sia basso che medio che alto sono definiti dal D.M. 10 marzo 1998, in generale, comunque, entrambe le tipologie di corsi antincendio prevedono la trattazione di temi quali: la combustione, le sostanze estinguenti, le misure comportamentali, l’evacuazione, la chiamata dei soccorsi e gli estintori.
I corso antincendio si dividono in parte teorica e parte pratica. Al termine del percorso formativo viene rilasciato agli addetti antincendio un attestato il quale conferma l’avvenuta frequentazione del corso. Nonostante la normativa in materia di corso antincendio non parli espressamente di aggiornamento periodico, l’art. 37 di cui abbiamo già parlato, impone un aggiornamento periodico della formazione, compreso l’antincendio.

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Corso antincendio per addetti alle emergenze

Con l’emanazione del decreto legislativo 81/2008 è stato dato un importante giro di vite al tema della sicurezza sul lavoro. Se prima si tendeva a chiudere un occhio, oggi non è più così, specie per quanto riguarda la formazione. Il d.lgs. 81/2008, ad esempio, prevede l’obbligo per il datore di lavoro di designare i lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione e lotta antincendio. Tali lavoratori, una volta designati, devono frequentare un corso antincendio la cui durata vari a seconda dell’attività lavorativa svolta dall’azienda in cui essi operano.

Il decreto ministeriale 10 marzo 1998, infatti, divide le aziende in tre gruppi di rischi: basso, medio e alto, e a seconda del rischio impone che il lavoratore designato frequenti il relativo corso antincendio, che può essere o basso, o medio o rischio. Il motivo che sta alla base della differenza dei tre tipi di corsi antincendio risiede, come già detto, nella tipologia di attività svolta nell’impresa. Se il pericolo che nasca e si propaghi un incendio in un’azienda classificata come “ a rischio elevato” (ad esempio una CERCA) l’addetto antincendio debba ricevere una formazione destramente approfondita e precisa.

Come dicevamo, le tre tipologie di corso antincendio hanno una durata diversa: il corso antincendio basso rischio dura 4 ore, quello medio 8 ore e, infine, quello alto 16. I contenuti minimi del corso antincendio sono correlati alla tipologia di rischio. Comunque, tutti e tre i corso antincendio trattano temi che riguardano l’incendio, la prevenzione incendi, la protezione antincendio, le misure e le tecniche che bisogna adottare in caso di incendio, nonché le esercitazioni pratiche. Il corso antincendio si divide in due parti: una pratica e una teorica. L’obiettivo del corso antincendio è quello di addestrare gli addetti all’incendio in modo tale che essi siano in grado di attuare le misure di prevenzione incendi che gli sono state insegnate durante il corso, e spegnere un principio di incendio.

Ricordiamo che gli addetti antincendio, e quindi colore che dovranno frequentare il corso antincendio, devo essere fisicamente e psicologicamente idonei a volgere l’incarico. Devono cioè reggere le condizioni di sforzo fisico nonché emotivo cui potrebbero essere potenzialmente esposti.

Alla fine del ciclo didattico è previsto un test di verifica finale, superato il quale verrà rilasciato al corsista un attesto di avvenuta formazione.

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La sicurezza sul lavoro nella attività di ufficio. Una piccola guida agli aspetti pratici della sicurezza sul lavoro in ufficio

Con il termine “sicurezza sul lavoro” si intendono quegli insiemi di adempimenti di carattere burocratico e di carattere pratico che sono rivolti alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro. La normativa italiana attualmente in vigore è il decreto legislativo 81/2008 così come è stato corretto ed integrato dal decreto legislativo 106/2009 pertanto il primo passo (e soprattutto il più formale) per comprendere appieno gli obblighi normativi imposti relativamente a questo specifico aspetto sarebbe quello di leggere attentamente il decreto sopraccitato così da avere una visione completa degli obblighi di legge. Per coloro i quali non intendono prendere visione di un documento tecnico composto da oltre trecento pagine può essere utile la lettura di questo documento che sintetizza in maniera semplice (e senza troppe pretese) gli adempimenti minimi imposti nell’ambito dell’attività di ufficio.

Innanzitutto il passo fondamentale è quello di nominare un responsabile del servizio di prevenzione protezione (RSPP) che è obbligatorio in tutte le aziende. Per questo specifico adempimento conviene conferire un incarico RSPP esterno ad un soggetto abilitato ed in possesso dei requisiti di legge così da essere certi che tutti gli adempimenti vengano portati avanti da un professionista della sicurezza sul lavoro. Questo soggetto unitamente al datore di lavoro, al medico competente ed al RLS dovrà redigere un documento denominato valutazione dei rischi aziendali (ovvero documento l’interno del quale vengono elencati i fattori di rischio presenti in azienda e le misure utili per ridurre o eliminare gli specifici problemi individuati). Successivamente a questa fase il datore di lavoro, sempre mediante il supporto del RLS aziendale, dovrà scegliere quei soggetti da destinare all’attività di prevenzione incendi, di primo soccorso, alla evacuazione dei luoghi di lavoro che dovranno frequentare degli appositi corsi antincendio e corsi primo soccorso al fine di ottenere i relativi attestati nonché di apprendere le procedure da adottare in caso di specifica emergenza. Sempre in tema di adempimenti l’attività di ufficio solitamente comporta il rischio da videoterminale pertanto è necessario nominare un medico competente che provveda alle visite mediche periodiche previste per i soggetti che trascorrono più di 20 ore la settimana sul personal computer.

Circa gli adempimenti di carattere pratico che devono essere posti in essere in tutte le aziende deve essere presente almeno una cassetta di medicazione i cui contenuti variano in funzione del numero di lavoratori presenti in azienda (si compra di solito in farmacia o viene fornita direttamente dalla società che presta il servizio di consulenza sicurezza sul lavoro). Per quanto concerne la normativa antincendio devono essere presenti un numero di estintori sufficiente e gli stessi devono essere sottoposti a regolare manutenzione periodica da parte di una ditta specializzata in manutenzione estintori.

Le sedie e gli arredi utilizzati oggi nella maggior parte degli uffici sono conformi al dettato normativo ma è bene ricordare che è obbligo del datore di lavoro quello di fornire idonee attrezzature conformi alla normativa vigente ed in particolare sono necessarie sedie girevoli a cinque razze con schienale regolabile. L’uso dei personal computer portatili deve essere necessariamente integrato con tastiera e mouse esterni così da migliorare l’ergonomia del posto di lavoro dei videoterminalisti. Tornando sulle tematiche antincendio è necessario che le vie di fuga siano proporzionate con l’occupazione dello stabile ed in particolare è necessaria una porta di emergenza apribile verso l’esterno nel caso in cui l’occupazione dell’ufficio superi una soglia determinata nell’ambito del decreto che regolamenta la prevenzione incendi.

Quelli sopra elencati sono solo alcuni adempimenti minimi in materia di salute sicurezza sul lavoro e della presente guida non si poneva come obiettivo quello di di trattare in maniera esaustiva quanto strettamente necessario per legge in quanto, molto spesso, gli adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro variano da azienda ad azienda pertanto è bene comunque rivolgersi a società di consulenza per la sicurezza sul lavoro che sapranno gestire e pianificare tutti gli adempimenti minimi previsti per legge così da evitare di incorrere in spiacevoli sanzioni amministrative e penali.

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I corsi antincendio per la sicurezza sul lavoro e la formazione periodica degli addetti antincendio: il punto sulla normativa

L’attuale panorama normativo in materia di salute sicurezza sul lavoro, il decreto legislativo 81/2008 ricorda al datore di lavoro che in tutte le aziende devono essere designati uno o più addetti antincendio che abbiano seguito il corso antincendio previsto per legge. Detto corso di formazione a una durata minima di viene stabilita da un decreto ministeriale risalente all’anno 1998 ma che ancora pienamente in vigore e che suddivide le aziende italiane in tre diverse categorie o, meglio dire, classi di rischio incendio. In generale la maggior parte delle aziende italiane rientrano nell’ambito delle attività che devono seguire il corso antincendio basso rischio e quindi una formazione che ha una durata di quattro ore e che deve trattare alcuni aspetti generali quali ad esempio l’incendio la prevenzione e la protezione antincendio e le procedure da adottare in caso di incendio. Terminati questi due argomenti introduttivi il corso antincendio verterà su tematiche un po’ più pratiche quale esempio gli estintori portatili e le relative istruzioni d’uso.

Alcune aziende italiane possono invece trovarsi nell’ambito delle attività a medio rischio e quindi dovranno seguire un corso di formazione della durata di otto ore con anche una parte di esercitazione pratica che viene di norma organizzata all’interno di un campo prove opportunamente attrezzato dove verrà dato fuoco ad un contenitore nel quale presente una piccola quantità di benzina. Compito della detta antincendio in corso di formazione sarà quello di intervenire a livello pratico per “domare” l’incendio innescato appositamente dal formatore. Le attività che rientrano nell’ambito di questo tipo di obbligo sono quelle soggette a certificato prevenzione incendi pertanto per comprendere se l’azienda rientra in questa specifica categoria è sufficiente verificare la presenza di questo documento all’interno dell’azienda.

Le altre attività che non rientrano in queste prime due categorie sono le attività ad alto rischi incendio ma sono solitamente aziende quali ad esempio casa di cura o teatri o in generale posti estremamente affollati nei quali le tematiche che vengono esposte nell’ambito dei corsi antincendio hanno effettivamente un’estrema di rilevanza per la salvaguardia numero molto ingente di persone. Ma gli obblighi formativi in materia di antincendio non si esauriscono con la prima formazione agli addetti perchè questi devono comunque frequentare, periodicamente e in generale con cadenza almeno triennale, un corso aggiornamento antincendio per recuperare in etichetta con una tematica estremamente importante è rivolta alla salvaguardia dell’incolumità le persone presenti sul luogo di lavoro.

Il corso antincendio è uno dei corsi previsti dall’attuale normativa in materia di salute sicurezza sul lavoro e deve essere svolto da professionisti della formazione in grado di comunicare e di insegnare correttamente le procedure da attuare in caso di emergenza. Circa il numero di addetti che devono frequentare i corsi antincendio, la normativa non aiuta molto datore di lavoro la scelta del numero dei partecipanti. In quest’ambito il ruolo del proprio consulente sicurezza è fondamentale per guidare datore di lavoro in un ambito normativo che è diventato territorio di professionisti anche in considerazione delle pesanti sanzioni di carattere penale cui va incontro in caso di omissione in toto o in parte gli obblighi di legge in materia di salute sicurezza sul lavoro. Per la scelta del numero degli addetti si  consiglia sempre il buon senso che prevede la formazione di numero minimo di lavoratori che sia compatibile o comunque in generale congrua con l’attività lavorativa svolta, con i turni e con i reparti presenti all’interno dell’azienda.

Per esempio si consiglia di formare almeno lavoratore per piano e comunque non meno di  due lavoratori per aziende che contano meno di 15 addetti e in generale un 10% della forza lavoro, sempre tenendo in considerazione le suddivisione per reparti e per piani, per aziende oltre numero sopraindicato. I corsi antincendio ricoprono pertanto ruolo fondamentale nella gestione dell’emergenza in azienda ci si deve ricordare che le sanzioni in caso di mancata formazione sono estremamente importanti pertanto è bene porre rimedio sin da  subito in quelle aziende che abbiano omesso, per qualsivoglia motivo, la frequentazione dei corsi antincendio da parte dei propri lavoratori.

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