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Concerto “Suoni per l’Africa – C’è Vita… nell’AriA”

Domenica 23 marzo, alle ore 18.00, nel complesso monumentale San Sisto (via Tirrenia) a Montalto di Castro, andrà in scena “Suoni per l’Africa – C’è vita… nell’AriA”, una raccolta di brani tratti da opere liriche e arie napoletane portate sul palco da Loredana Margheriti, soprano, Fabrizio Poletti, baritono, e Lino Loddi, tenore, accompagnati al pianoforte dal maestro Riccardo Schioppa. Il concerto (ingresso libero), organizzato dall’associazione Semi di Pace International e dal Comune di Montalto di Castro, con il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo e della Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, è a sostegno del progetto “Casa mamma dell’amore”, la costruzione di una scuola secondaria dedicata a Papa Francesco per 600 ragazzi/e a Mikondo, quartiere di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. La manifestazione rientra nell’ambito dell’ottava edizione dell’iniziativa di solidarietà “Una colomba per un sorriso”. «La scuola a Kinshasa è una delle priorità dell’associazione in campo internazionale. – dichiara Semi di Pace International – Vogliamo dare un futuro migliore a tantissimi giovani, garantendo il diritto all’istruzione. Il nostro impegno inizia a dare suoi risultati. Alla fine di febbraio, infatti, è stata posta la prima pietra ed è stato dato il via ai lavori».

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“Suoni per l’Africa – C’è vita … nell’AriA”

Domenica 23 marzo, alle ore 18.00, nel complesso monumentale di San Sisto a Montalto di Castro (VT), andrà in scena “Suoni per l’Africa – C’è vita …nell’AriA”, una raccolta di brani tratti da opere liriche e arie napoletane portate sul palco dagli artisti Loredana Margheriti (soprano), Fabrizio Poletti (baritono) e Lino Loddi (tenore), accompagnati al pianoforte dal maestro Tiziano Leonardi. Il concerto (ingresso libero), promosso dall’associazione Semi di Pace International, con il patrocinio della Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia, la Provincia di Viterbo e il Comune di Montalto di Castro, rientra nell’ambito dell’ottava edizione dell’iniziativa di solidarietà  “Una colomba per un sorriso”. La manifestazione è a sostegno del progetto “Casa mamma dell’amore”, ovvero la costruzione di una scuola secondaria dedicata a Papa Francesco per 600 ragazzi/e di Mikondo, quartiere di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo.

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lo stupro come arma di guerra

La cittá di Goma, situata nella zona est della Repubblica Democratica del Congo, sulla riva settentrionale del Lago Kivu (Regione dei Grandi Laghi), è il capoluogo della provincia del Kivu Nord, zona testimone e vittima delle più cruenti guerre africane.

Goma fú il campo di battaglia preferito durante la prima e la seconda guerra del Congo (1996/1997 e 1998/2005) e nonostante gli accordi di pace tra il Governo della Repubblica Democratica del Congo ed i Governi dei paesi confinanti Uganda, Ruanda e Burundi, sono state perpetrate continue violenze sulla popolazione civile.

Inoltre dal 1994 fino al 2009 l’arrivo dei rifugiati ruandesi che fuggivano dal genocidio, ha aggravato ulteriormente la già precaria situazione socio-economica della provincia, con il risultato che ad oggi si evidenzia una netta riduzione nella capacitá agricola (con la conseguente diminuzione dell’autosufficienza alimentare), la perdita di milioni di dollari all’anno dovuto allo sfruttamento illegale delle miniere e l’impossibilitá di sfruttare in pieno le potenzialitá turistiche.

Bisogna ricordare che la Repubblica Democratica del Congo, oltre ad essere ricca di risorse minerarie, è uno dei paesi africani più ricchi di bellezze e risorse naturali, basti pensare che è l’unico ad essere attraversato da sud a nord da un immenso fiume: il fiume Congo, il primo in tutta l’Africa per portata d’acqua e secondo, per lunghezza, solo al Nilo. Inoltre ci sono i grandi laghi che si stagliano lungo tutto il confine est del paese e proprio nel Nord Kivu ci sono i più bei parchi nazionali tra i quali, al confine con l’Uganda, quelli che ospitano i gorilla e che vengono visitati ogni anno da milioni di persone.

A causa di questa instabilitá permanente, la regione dei Grandi Laghi ha conosciuto un esodo rurale di proporzioni bibbliche, riversatosi principalmente nella città di Goma, che è passata in poco tempo dai circa 250.000 abitanti registrati nel 2004 ai quasi 700.000 di oggi.

Considerando che le uniche infrastrutture pubbliche disponibili erano state ideate per ospitare 150.000 abitanti, è facile immaginare quale possa essere la situazione attuale: mancanza di reti idiriche, fognarie, elettriche e stradali.

I due terzi della popolazione di Goma appartiene alle fasce piú povere che lottano ogni giorno per raccimolare pochi dollari, sempre e comunque insufficenti per offrire alle famiglie un’adeguata alimentazione.

In questo contesto storico-sociale-economico, spicca il fenomeno delle violenze sessuali a danno delle donne, che ha raggiunto livelli impressionanti ed è in continua crescita.

Questa pratica è stata utilizzata nel corso dei decenni soprattutto come “arma di guerra”, ovvero le milizie sia governative che ribelli, oltre a saccheggiare e distruggere paesi, villaggi e città che trovavano sul loro cammino, si lasciavano alle spalle numerose e devastanti violenze sessuali compiute su donne (in prevalenza) e bambine.

Essendo considerate impure e quindi indegne, le donne sopravvissute agli stupri, vengono allontanate dalle loro famiglie e dai villaggi, costrette, per sopravvivere a lavorare nelle miniere, praticamente come schiave, oppure a mendicare o a prostituirsi. Durante le guerre, lo scopo di tutto questo era di terrorizzare e creare un totale disordine all’interno delle comunità, visto che da sempre nella società africana la donna è vista come madre della terra e quindi fulcro della comunità e della vita domestica, nella maggior parte dei casi l’unica in grado di badare alla sopravvivenza della prole.

Basta pensare che dall’inizio della guerra, 1998, al 2004 ci sono stati 1.625 casi di stupro solo nella città di Goma.

Ma ancora oggi questo della violenza sessuale è uno dei fenomeni più devastanti nella provincia del Nord Kivu come nel resto della R.D. del Congo. L’età delle donne stuprate varia da 4 a 80 anni e gli stupri vengono commessi in presenza di altri membri della famiglia.

La Dott.ssa Flora Tshirwisa, membro del programma della salute riproduttiva dell’Organizzazione mondiale della sanità, sostiene che: “Anche se la guerra è ufficialmente terminata, le persone continuano a convivere con la cultura di guerra. Occorre proseguire la battaglia civile per fermare queste violazioni”.

Infatti gli stupri non sono da attribuirsi esclusivamente ad una situazione legata alle guerre e quindi perpetrata dai militari, ma circa il 60% delle vittime subisce violenze da parte del proprio compagno, in molti casi ex militari tornati alla vita civile, che continuano a commettere abusi nella loro stessa famiglia.

Secondo dati Onu, nella R.D. del Congo sono state 15.000 le violenze sessuali solo nel 2010 e i dati parziali del 2011 indicano che sono aumentate, mentre lo studio compiuto dalla Dott.ssa Amber Peterman dell’International Food Policy Research Institute (IFPRI) di New York (USA), smentisce questi dati che secondo lei sono notevolmente inferiori alla realtà, infatti dalla sua ricerca si evince che dal 2006 al 2007 risulta che il numero degli stupri è di 26 volte superiore rispetto a quanto dichiarato dall’Onu.

In realtà la Dott.ssa Amber Peterman spiega che “anche queste cifre, sebbene molto più alte, rappresentano una stima riduttiva rispetto all’effettiva incidenza del fenomeno”. Questo principalmente a causa del fatto che le donne non denunciano gli abusi subiti per la vergogna e la paura di essere allontanate dal loro ambiente familiare.

È importante sottolineare che il fenomeno degli stupri di massa ha inciso notevolmente nell’aumento dei casi di Hiv con un tasso di presenza tra le donne violate del 12%.

(Simonetta Pizzarotti)

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Oltre la striscia di Gaza, la guerra vista dai Villaggi dei Bambini

Nel mezzo della guerra nella Striscia di Gaza, alcune bombe hanno colpito anche il nord di Israele e la paura rimane alta in tutto il paese. SOS Villaggi dei Bambini è un’associazione internazionale presente con alcuni villaggi di accoglienza anche nella zona di Gaza ed attraverso le parole dei suoi collaboratori locali, possiamo leggere le esperienze dirette della popolazione e le reazioni dei bambini. Nel 2006 il Villaggio SOS di Migdal Ha’Emek era stato coinvolto negli attacchi scatenati nella 2° Guerra in Libano e so teme per un ritorno negli scontri anche in quella zona, con la necessità di eventuali fughe di emergenza per mettere in salvo lo staff ed i bambini accolti nella struttura.

Assieme a quello di Migdal, anche il Villaggio SOS di Arad ha aperto le porte per accogliere i numerosi sfollati che stanno scappando dalle zone pericolose. Lo stesso ministero della Previdenza Sociale Nazionale ha chiesto a SOS Villaggi dei Bambini di aiutare il personale del governo per il sostegno locale.

I collaboratori di SOS Villaggi dei Bambini informano che la situazione è molto difficile, con il continuo lancio di missili sulle città, anche verso Israele. Le persone hanno paura che gli scontri si possano presto diffondere ben oltre le attuali zone di guerra. I bambini accolti nei Villaggi SOS sono ben consapevoli della tremenda crisi che sta accadendo nel paese e piangono per la paura quando gli aerei da guerra passano rombanti sopra le loro case. Tutto lo staff locale di SOS Villaggi dei Bambini sta lavorando duramente per sostenere le vittime della guerra ed allo stesso tempo proteggere i piccoli ospiti delle strutture, per fare in modo che ne escano incolumi, sia fisicamente che psicologicamente. La guerra come sempre colpisce senza pietà soprattutto i bimbi, i più piccoli e indifesi uomini che non possono fare altro che sperare nell’aiuto dei sostenitori internazionali per trovare un futuro migliore.

Per maggiori informazioni sui programmi di sostegno e l’adozione a distanza dei Villaggi dei Bambini SOS in Israele e nella Striscia di Gaza, è possibile consultare il sito dell’associazione: www.sositalia.it

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SOS Villaggi dei Bambini Onlus è un’organizzazione a respiro internazionale, impegnata nell’assistenza ai minori in difficoltà e nella prevenzione all’abbandono. Da più di 60 anni la famiglia SOS è impegnata in 132 paesi del mondo, aiuta ogni anno circa 72.500 minori orfani o abbandonati, così come un milione di persone che rientrano nei suoi programmi di sostegno alle famiglie. www.sositalia.it

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La situazione dei Villaggi dei Bambini dall’inizio della Guerra in Congo

 

I collaboratori dell’associazione SOS Villaggi dei Bambini presenti in Congo hanno riferito che a Bukavu stanno arrivando gli sfollati di Goma, la città conquistata dai guerriglieri ribelli che da tempo sono in conflitto con le truppe nazionali. A causa della guerra le provviste di cibo ed i beni di prima necessità stanno scarseggiando e le poche razioni disponibili hanno cominciato a salire vertiginosamente di prezzo. Il Villaggio SOS di Bukavu è situato a più di 200 km di distanza dai luoghi di scontro ed al momento non corre un rischio diretto di essere coinvolto nel conflitto, ma lo staff SOS si sta preparando per affrontare una eventuale emergenza. La situazione nel paese verrà monitorata costantemente da SOS Villaggi dei Bambini, per assicurare la sicurezza dei bambini accolti presso le strutture in Congo.

 

Per gli aggiornamenti sulla guerra dai Villaggi SOS sul territorio africano, è possibile consultare il sito dell’associazione: www.sositalia.it

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SOS Villaggi dei Bambini Onlus è un’organizzazione a respiro internazionale, impegnata nell’assistenza ai minori in difficoltà e nella prevenzione all’abbandono. Da più di 60 anni la famiglia SOS è impegnata in 132 paesi del mondo, aiuta ogni anno circa 72.500 minori orfani o abbandonati, così come un milione di persone  che rientrano nei suoi programmi di sostegno alle famiglie. www.sositalia.it

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