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Community online: la personalizzazione dei social network

Internet si differenzia del resto di canali di comunicazione nella sua possibilità di fornire contenuti specifici e personalizzati alle varie audience. Mentre in TV i programmi sono quelli, per tutti, ogni sito internet o social network è in grado di filtrare le proprie informazioni in forma di contenuti secondo alle preferenze espresse dall’utente.

E’ qui il vero valore della comunicazione sul web e anche della pubblicità sul web, che riesce a raggiungere gli utenti interessati ad un certo prodotto rendendo così più efficaci e redditizi gli investimenti promozionali. Nello stesso modo in cui le aziende cercano di attrarre gli utenti verso i propri prodotti, anche i social network cercano di attrarre le persone verso la propria piattaforma. Poiché un social non è niente senza utenti, più è alta la frequentazione all’interno del mezzo, più influenza acquisirà il social.

Così, i social si sono sommati alla personalizzazione, creando proposte di valore non più di massa ma specifiche, per attrarre un pubblico che non solo sia numeroso ma che sia anche e soprattutto attivo, appassionato della condivisione di opinioni e contenuti su un determinato argomento per arricchire sempre di più le pagine del network.

Sono apparsi, ad esempio, social network come il sito di Fidelity House che hanno come argomento principale gli acquisti e che si differenziano dei tradizionali gruppi di acquisto o club privati di shopping proprio nel fatto che esiste tra i membri una forte interazione. Qui, il valore è infatti nella condivisione di contenuti come opinioni, immagini e video tra gli utenti.

Ad un anno della sua nascita, Fidelity House conosciuto anche come il social cashback conta già con 165.000 iscritti.

Un altro social che ha fatto delle passioni e interessi degli utenti la base della sua proposta di valore è Pinterest. Il nome non è causale già che infatti si postano (pin) immagini di oggetti, concetti o argomenti rilevanti ai gusti di ogni utente (interessi). I membri di questo social fondato nel 2010 ma esploso alla fine del 2011 negli Stati Uniti prima e nel resto del mondo poco dopo, possono seguire le lavagne(il supporto dove si appendono le immagini) invece degli utenti se lo preferiscono, assicurando così che i contenuti, notifiche e avvisi che arriveranno all’utente siano effettivamente rilevanti ai propri gusti.

Nei primi mesi del 2012, Pinterest ha raggiunto la soglia degli 11 milioni di utenti, maggiormente donne. Certo, gli iscritti sono ancora lontani dai più di 800 milioni di persone iscritte a Facebook (dati rilasciati a settembre 2011) che si stima potrebbe raggiungere il miliardo di utenti questo mese di agosto, ma la tendenza di Pinterest è sempre in crescita.

Circle Me, il progetto dell’italiano Giuseppe d’Antonio, ha molto di social anche se può essere usato pure da soli. Anche qui, la premessa è quella di fornire agli utenti informazioni rilevanti riguardanti gli interessi da loro espressi al momento della registrazione.

Insomma, le informazioni rilevanti e personalizzate sembrano essere sia per aziende che per i vari social network la via per attrarre utenti verso i propri siti.

A cura di Alba L
Prima Posizione Srl – Web Marketing Agency

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Bancomail – CircleMe: il social che “pianta” e coltiva gli interessi

www.bancomail.it/blog/index.php/circle-me/

Perché non unire quanto di buono esprime Pinterest alle peculiarità di Foursquare? C’è chi ha pensato e ha concretizzato questa idea.

Il 15 marzo, infatti, dopo sei mesi in versione beta, ha aperto i battenti al pubblico CircleMe, il nuovo social network realizzato dal matematico e imprenditore Erik Lumer, che ha implementato il progetto in Italia presso la startup Cascaad.

CircleMe ha accorpato nel medesimo progetto differenti spunti interessanti di altri social network già sviluppati e conosciuti dagli utenti web, con l’obiettivo di diventare uno strumento utile per la condivisione di interessi, preferenze e opinioni all’interno di –appunto- “cerchie”. E proprio di un cerchio CircleMe si propone di esserne la quadratura: il concetto alla base è la fusione delle caratteristiche di Pinterest (social network basato sulla condivisione di immagini che sta prendendo piede diffusamente, del quale avevamo parlato qui) ed il concetto di geolocalizzazione che sta alla base di Foursquare.

 

Secondo quanto afferma il creatore di CircleMe, Erik Lumer, Pinterest ha un’anima più commerciale e vuole essere un “magazine” di oggetti, mentre CircleMe si concentra sugli interessi nel senso lato, sulla cultura che determina le identità. Il concetto che li unisce, invece,  è quello di coniugare i soggetti alle cose che amano quale punto di partenza, e da qui  individuare nuovi utenti che hanno le stesse passioni.

CircleMe facilita quindi la relazione tra persone che hanno le medesime preferenze ma non si limita a ciò: al contempo, consente ai soggetti l’individuazione di nuovi interessi, permettendo così l’ampliamento culturale e cognitivo. Il concetto di fondo del progetto, infatti, è quello di serendipity, ovvero il sentimento avvertito quando, “frugando” tra i propri interessi, se ne trovano di nuovi e coinvolgenti. Ovviamente tutto ciò avviene seguendo gli utenti nei quali si ha fiducia: avendo preferenze simili alle nostre, presupponiamo che essi possano veicolarci a cose nuove di nostro potenziale interesse.

CircleMe ha appena rilasciato anche un’app per il sistema operativo mobile iOS, la quale fornisce anche alcune funzioni destinate alla geolocalizzazione, che possono essere sfruttati per lo sharing dei luoghi visitati e per la semplificazione dell’incontro tra persone.

CircleMe utilizza il principio della pianta: gli utenti, dal proprio smartphone o tablet, possono “piantare”- grazie allo strumento di geolocalizzazione nei luoghi di interesse – degli articoli (item) digitali rappresentanti qualsiasi tipologia di preferenze (canzoni, oggetti, film, ristoranti ecc) e ad esse associare un messaggio o una riflessione personale; tale principio è legato al verbo “plant”, inteso come azione del piantare in giro per i luoghi tutto ciò che riguarda i nostri interessi e quindi ciò che noi siamo.

L’app di CircleMe ha già in dote un importante database (al quale a breve sarà aggiunto un database di contenuti musicali): sono circa un milione di preferenze e circa 11 milioni potenziali mediante il coordinamento con i database di Wikipedia, Freebase (Google), Facebook, Netflix, Foursquare, e Goodreads.

Tutto ciò serve agli utenti per “piantare” le proprie preferenze, poiché la configurazione permette di fornire informazioni su interessi simili che potrebbero piacerci, riproducendole in CircleMe.

CircleMe permetterà inoltre di monitorare cosa è stato “piantato” nelle nostre vicinanze, mediante alcuni alert automatici.
Tuttavia, se il plant (che possiamo comparare ad una sorta di like di Facebook) è privato, l’utente per il quale è stato rilasciato riceverà una notifica push (sfrutta location services di Apple). Al contrario, i plant pubblici devo essere visualizzati dall’utente tramite l’apertura dell’app.

Il meccanismo di CircleMe definisce il profilo culturale e commerciale dell’individuo, aprendo svariate possibilità nel mondo del Social Media Marketing. L’idea di fondo, quindi, appare buona.

Possiamo paragonare CircleMe come i “plant” che esso stesso ha creato: il primo seme è stato piantato, adesso bisogna aspettare di vedere come saranno i suoi frutti.

E voi, cosa ne pensate?

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